CROCE ROSSA ITALIANA
Ricorso art. 519
Il giorno 23 novembre si è svolta l’udienza relativa al ricorso per la stabilizzazione.
Il Giudice ha sollevato un problema di territorialità,quindi mentre per i colleghi di Roma l’udienza successiva è stata fissata per febbraio 2011,per tutti gli altri dovremo inviare le procedure ai tribunali di competenza.
Per i lavoratori questo non comporterà alcun disagio,sarà nostra cura attivare i territori e i loro uffici legali per continuare a seguire il procedimento.
Ricorso fondo incentivante
Continuano le sentenze favorevoli:
9 a Torino
8 a Bolzano
Protocollo d’intesa per il nuovo sistema indennitario
Si attende ancora la convocazione del tavolo tecnico, dove concordare le modalità per applicare l’indennità a tutti i lavoratori.
Si intende trattare anche per il ripristino del diritto ai vari permessi retribuiti: art.15 e art. 19 (come da contratto), e quanto altro previsto anche per il personale a tempo determinato; qualora questo non avvenisse, ci attiveremo per l’applicazione di tutte le tutele contrattuali con mobilitazioni e ricorsi legali.
Rinnovi contrattuali
Si invitano i lavoratori a segnalarci eventuali problematiche inerenti ai rinnovi dei contratti
Roma, 3 dicembre 2010
COORD. CRI PRECARI
Lorena Guidi
IERI, OGGI, DOMANI: DALLE “PROGRESSIONI ECONOMICHE” ALLE “PROMOZIONI”
I recenti incontri di contrattazione integrativa che si sono svolti a Roma impongono in primo luogo una informazione su quanto accaduto, in secondo luogo una riflessione collettiva sul tema “dove va l’Agenzia delle Entrate?”
Questi argomenti non possono non interessare chi in questa amministrazione passa e/o passerà gran parte della propria vita lavorativa e, forse, intende realizzare in Agenzia le proprie legittime aspirazioni di “carriera”.
Quanto accaduto nell’incontro del 22 dicembre scorso è molto grave.
I fatti.
Oramai da tempo era in corso a Roma una trattativa sulla prosecuzione dei percorsi di valorizzazione professionale, dentro le aree (avanzamenti solo economici) e fra le aree (con mutamento non solo della posizione economica ma anche di quella giuridica). I recenti provvedimenti legislativi approvati dal Governo (legge Brunetta e legge 150/2010 in particolare) hanno mutato profondamente il modello di relazioni sindacali esistente nel paese e hanno determinato in capo al “datore di lavoro pubblico” la esclusiva responsabilità dell’organizzazione del lavoro, compreso le sue ricadute sul personale, e ristretto alla mera informazione alle OO.SS. molte delle materie che prima erano soggette a contrattazione, consultazione, concertazione. Partendo da questi presupposti legislativi, contestati dalla CGIL e, al contrario, di fatto accettati dalle altre OO.SS. confederali, come conseguenza diretta degli accordi separati sul nuovo modello contrattuale, l’Agenzia ha proposto (imposto) al tavolo contrattuale un accordo sull’avanzamento dentro le aree dove i posti a disposizione erano prima 0 (zero), poi 4.000 (quattromila), poi 8000 (ottomila) e, infine, 12000 (dodicimila) su 32/33000 dipendenti.
Altra originalità proposta (imposta) dai vertici dell’Agenzia è stata la previsione che mentre 85% dei posti a disposizione fossero attribuiti sostanzialmente con 2 criteri, esperienza professionale e titolo di studio, il restante 15% venisse attribuito, di fatto, attraverso una “valutazione determinante” del dirigente.
Premesso che come CGIL non siamo pregiudizialmente contrari alla “valutazione”, riteniamo che quanto proposto (imposto) dall’Agenzia non fosse nemmeno lontanamente paragonabile a quanto previsto nel CCNL e nel CCNI in vigore, né tantomeno si avvicina ad un serio e credibile “processo valutativo” delle qualità professionali del dipendente (basta leggere la CECKLIST).
Esso si avvicina molto ad una decisione arbitraria, discrezionale e fortemente soggetta a scarsa trasparenza e, sostanzialmente, senza assunzione di responsabilità vera, reale, da parte di chi la agisce/determina.
In pratica, ora il 15 % del personale (limite successivamente abbassato al 10%), domani la percentuale che sarà proposta/imposta dall’amministrazione ( 20%, 25%, 40%, 70%, 100%) degli avanzamenti economici dentro le aree saranno determinati di fatto “discrezionalmente” dalla dirigenza.
Questo fatto, che va oltre la legge Brunetta, pone l’Agenzia delle Entrate alla testa di un nuovo modello di relazioni industriali dove le rappresentanze dei lavoratori saranno sempre più marginalizzate e i diritti e le regole sempre più affievoliti/ridotti.
Non riusciamo, inoltre, a capire, o meglio comprendiamo benissimo, la logica sindacale dei firmatari dell’accordo: si esce da un modello consolidato di regole e si entra nella giungla della “deregulation”, dove il sindacato e i lavoratori sono “corollario” di un sistema produttivo dove prevale la logica del “datore di lavoro”. Con l’anomalia che mentre nel privato la finalità è il profitto e i soldi, gli investimenti sono del “padrone”, nel pubblico la finalità è il “bene generale”, la prosperità di una nazione e, in aggiunta, c’è una funzione pubblica che ha obbiettivi terzi, di regolatore del sistema, in molti casi anche di legalità. In questo caso applicare la logica del privato, senza peraltro “responsabilità” vera in chi compie certe scelte sostanzialmente “discrezionali”, si rischia concretamente di sconfinare nell’arbitrio, in un sistema vischioso, scarsamente trasparente.
Tutto ciò in cambio di cosa?
Noi pensiamo che taluni non vogliano più essere sindacato che lotta per i diritti (i più malevoli pensano che non lo siano mai stati) ma che si vogliano ritagliare la funzione di sindacato erogatore di servizi.
Non ultimo c’è un disegno ben preciso e coerente, portato avanti dall’Agenzia, di “fidelizzazione dei quadri intermedi” che, a nostro giudizio comporta due effetti:
1. le carriere dei singoli saranno sempre più appannaggio dei dirigenti,
2. i lavoratori, per crescere professionalmente ed economicamente, dovranno sempre più essere legati alla logica del “padrone”, nel senso più negativo del termine, e saranno sempre meno valorizzati per la funzione che svolgono e per la qualità del lavoro prodotto.
Domani chi vorrà “fare carriera” dovrà entrare nelle grazie del dirigente di turno che, al contrario, di fatto, ad oggi, una volta entrato nella “categoria”, molto difficilmente risponderà, o dovrà rispondere, del proprio operato, al massimo avrà cambiato l’incarico. Se a tutto ciò aggiungiamo che oltre il 50% dei dirigenti sono “incaricati”, il cerchio si chiude.
Dagli avanzamenti economici, ora chiamati “promozioni”, alle posizioni organizzative, dagli incarichi di responsabilità agli “incarichi dirigenziali”, tutto dipende e sempre più dipenderà dalle scelte dei vertici della Agenzia, sostanzialmente senza regole sostanziali ed oggettive, né tantomeno condivise, che misurino in modo trasparente le qualità del dipendente.
Riteniamo tali fatti molto gravi e sintomo di un decadimento generale del sistema, dove sempre più vige la regola delle “cordate”, degli amici degli amici. Si mette su un modello che ha l’unico scopo di selezionare “ad libitum” i quadri intermedi e la dirigenza dell’Agenzia.
Potevamo dire : cosa ci interessa è solo il 10% delle promozioni, domani chi vivrà vedrà. Non è questo il nostro modo di pensare. Esistono anche le battaglie di principio, che hanno il pregio di cercare di fare argine ad una deriva sostanzialmente “autoritaria”, che comprime i diritti e limita le garanzie e, poi, tentare il rilancio.
Ci facciamo, infine, una domanda: perché la contro-proposta unitaria concordata fra CGIL CISL UIL e SALFI è stata rapidamente abbandonata quando l’Amministrazione al tavolo ha comunicato la sua indisponibilità a prenderla in considerazione? In altri tempi avremmo unitariamente aperto una vertenza e sostenuto le ragioni della proposta sindacale che, al contrario, è stata rapidamente abbandonata.
Nel merito dell’accordo firmato da CISL UIL e SALFI ribadiamo che diverse parti sono condivisibili e facevano parte anche della proposta sindacale unitaria.
In particolare l’idea di “unificare” istituti diversi , progressioni economiche e produttività, consentiva e consente di alzare per tutti il livello stipendiale, conseguito nel 2010, attraverso il principio dei “vasi comunicanti”, e poterlo così mantenere anche negli anni 2011, 2012 e 2013.
Sostanzialmente dal 2010 ci saranno due tipologie di dipendenti:
– la prima sarà composta dai lavoratori “promossi”, ai quali verrà aggiunto nello stipendio la differenza, se esistente, fra produttività 2010 astrattamente dovuta e aumento stipendiale percepito a seguito dell’avanzamento economico,
– la seconda sarà composta dai dipendenti che non conseguiranno la “promozione” e che avranno liquidata la produttività 2010 per intero.
Le differenze fra le due categorie di dipendenti sono evidenti; c’è l’effettivo “beneficio” che, comunque, tutti avranno una retribuzione complessiva nel 2010 comprensiva delle diverse voci stipendiali, alcuni più stabili (progressioni economiche) altri variabili (produttività); in entrambi i casi si creano i presupposti almeno per tentare di mantenere tali posizioni nel triennio di blocco contrattuale.
Sappiamo tutti, infine, che il programma triennale di completamento della procedura è solo un impegno (meglio di nulla), ma da trasformare in accordi e, visti i precedenti, nutriamo seri dubbi che tali accordi potranno essere migliorativi della situazione attuale. Anzi, l’amministrazione ha già espresso la volontà di aumentare la percentuale di “promozioni” sulla base della valutazione determinante del dirigente, proprio negli accordi che dovranno essere stipulati nel prossimo triennio, e nulla si dice, nel testo firmato, sul fatto che possano esser “promosse” le stesse persone precedentemente prescelte. In pratica non c’è nessuna garanzia che le progressioni si completeranno coinvolgendo tutti i dipendenti dell’Agenzia; obiettivo tanto più difficile da raggiungere in un quadro di profonda divisione sindacale, soprattutto sulle strade da percorrere.
Constatiamo che l’Agenzia non ha più alcun interesse a favorire una crescita generale della professionalità dei suoi dipendenti. Ha solo l’obiettivo di creare una “corte” di quadri intermedi “fedeli” per perseguire senza troppi “intralci” gli obiettivi fissati in convezione.
Ora, come FP CGIL, ci impegneremo a valutare, a tutti i livelli dell’organizzazione, a partire dai posti di lavoro, la situazione che si è venuta a creare con i recenti accordi e decidere, in primo luogo insieme ai lavoratori, la strada da perseguire e le iniziative da intraprendere.
Un saluto a tutte e a tutti, insieme con l’augurio di buone feste.
29 dicembre 2010
Ripartizione indennità di trasferta degli ufficiali giudiziari: violazioni all’art. 7 legge 28/99 –
Nella mattinata di ieri si è tenuto il previsto incontro, presso l’Agenzia delle Entrate, con l’amministratore delegato della riscossione spa dott. Attilio Befera, per fare il punto sulla attuazione della norma che la istituisce e sulle competenze attribuite.
Al fine di sgombrare il campo da qualsiasi interpretazione, il dott. Befera ha ribadito che il dettato normativo attribuisce le funzioni relative alla riscossione nazionale all’agenzia delle entrate, che, a sua volta, le esercita attraverso la società riscossione s.p.a. a capitale interamente pubblico ripartito per il 51% all’agenzia delle entrate e per il 49% all’inps, tale società deve provvedere alla riscossione mediante ruolo delle entrate tributarie.
Pertanto la suddetta società subentrerà nella gestione della attività di riscossione coattiva dei crediti tributari procedendo alla acquisizione dei pacchetti azionari delle 38 società concessionarie in misura non inferiore al 51% al fine di detenere il pacchetto di maggioranza pubblica.
Il superamento dell’attuale sistema dovrà comportare una significativa riduzione dei costi del servizio di riscossione ed un altrettanto significativo aumento delle entrate tributarie, utili al sistema paese.
La Fp Cgil già nelle prima discussione sulla riforma dell’amministrazione finanziaria e nei convegni successivi, aveva proposto il superamento del servizio riscossione affidato alle società concessionarie, stante l’esiguità delle somme riscosse, non più del 2-3%, rispetto allo ammontare complessivo dello accertato. La scelta di portare all’interno della amministrazione finanziaria (agenzia delle entrate) il ciclo completo degli obblighi fiscali, dall’accertamento alla riscossione, anche coattiva non può non vederci concordi.
Abbiamo, comunque, richiesto all’agenzia delle entrate, di essere successivamente informati sull’evoluzione del sistema e di eventuali ricadute sul modello organizzativo dell’agenzia stessa.
Roma, 5 ottobre 2006
Il Coordinatore Nazionale
FP Cgil Agenzie Fiscali
G. Serio
Oggi, in un incontro convocato sulle questioni relative alla chiusura di diverse scuole della Polizia, e alla riorganizzazione dei servizi a cavallo della Polizia, abbiamo sostenuto con forza la necessità di stabilire regole generali che, integrando gli accordi già esistenti sulla mobilità, consentano la gestione trasparente, nell’interesse di tutti i lavoratori coinvolti, delle procedure conseguenti alla chiusura di uffici: fatto che, in alcuni casi, non comporta la chiusura delle strutture, dove confluiranno altri uffici, mentre in altri casi, per esempio le Direzioni Interregionali della P.S., comporterà la chiusura di uffici e strutture. Abbiamo interesse a soddisfare tutte le legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, al tempo stesso l’esigenza di garantire procedure coerenti con le norme contrattuali in vigore. Contiamo, su questa posizione, di poter costruire una piattaforma unitaria e, su questa, far convergere l’Amministrazione. Abbiamo anche chiesto all’Ufficio Relazioni Sindacali di verificare la possibilità di estendere al personale civile le convenzioni già stipulate dalla P.S. con alcuni operatori telefonici.
Interpelli ai sensi dell’accordo sulla mobilità interna del personale sottoscritto il 27 marzo 2007.
Informazione preventiva alle OO.SS. ai sensi dell’art. 7 del C.I. del 5.4.2000.
Comunicato Stampa di Alfredo Garzi
Segretario nazionale FP–CGIL
Stamane, nei capoluoghi di provincia, si sono svolti i presidi , con manifestazione, indetti da FP–CGIL, CISL–FP e UIL–PA davanti alle prefetture.
In ogni città capoluogo di regione, sono stati alcune migliaia i dipendenti dei Ministeri e delle Agenzie Fiscali scesi in piazza, e parecchie centinaia nei centri minori.
Ci sono stati interventi di amministratori pubblici a sostegno della vertenza, come ad esempio Bari. In alcune città i lavoratori hanno dato vita a cortei spontanei che sono poi confluiti nei presidi, come a Roma, ovvero si sono diretti verso la sede della RAI, come a Torino. Delegazioni unitarie sono state ricevute dai prefetti, ai quali abbiamo illustrato le ragioni della protesta e rappresentato il forte malessere dei lavoratori.
In tutta Italia, complessivamente, circa 80.000 tra lavoratrici e lavoratori sono scesi in piazza contro i recenti provvedimenti governativi.
Interventi che riducono fortemente le retribuzioni, che non stanziano risorse per rinnovare i contratti di lavoro che garantiscano la difesa del potere di acquisto delle retribuzioni. Misure che tagliano le risorse e il personale, creando le condizioni per la chiusura, a breve, di molti uffici pubblici. Provvedimenti che cancellano molte norme dei contratti di lavoro, creando regole diverse tra lavoro privato e lavoro pubblico, invece di definire un unico modello contrattuale.
La mobilitazione dei lavoratori di questi settori prevede un altro appuntamento, per il 10 ottobre, presso le sedi centrali di ogni amministrazione, nell’ambito del mese di iniziative, a sostegno della vertenza del lavoro pubblico, promosse dalla FP–CGIL, dalla CISL–FP, dalla UIL–PA e dalla UIL-FLP.
Roma, 22 settembre 2008
Sono stati firmati nella tarda serata di ieri, tre importanti accordi riguardanti il comma 165 del 2007.
Il primo, relativo ai criteri di destinazione delle risorse, ha assegnato al personale delle aree funzionali l’importo di 137.00.657 di euro, corrispondente al 91,5% di 150.000. 000, importo complessivo assegnato all’Agenzia delle Entrate in attuazione dell’art. 3 comma 165. La differenza, 12.782.575 di euro, corrispondente al 8,5% è stato assegnato al fondo per l’incentivazione del personale dirigente. La percentuale applicata è la stessa dell’accordo precedente relativo al c. 165 del 2006.
Il secondo accordo riguarda la costituzione del fondo relativo al 2007. Esso è stato finanziato dalle seguenti risorse:
a) comma. 165/2007, euro 137.600.657.
b) quota incentivante, euro 103.117.347 ( convenzione)
c) stanziamenti dell’art. 31del CCNL 1999 e del 2001, euro 89.222.750.
d) risorse derivanti dal punto 4 dell’accordo 20 giugno 2006, euro 1.024.559.
e) risorse derivanti dall’art. 15 del CCNL 2006/2007 , pari a euro 11,91 pro-capite per tredici mensilità, euro 6.170.120.
f) risorse derivanti dall’art 59 comma 4 lettera c. del d.lgs 30 luglio, n. 300 , euro 9.697.624
g) risorse derivanti da risparmi di spesa relativi al personale, euro 7.000.000.
Al netto degli importi già destinati al finanziamento di alcuni istituti contrattuali,( indennità di Agenzia, posizioni super, progressioni economiche) il totale complessivo per la contrattazione ammonta a euro 99.235.328.
Il terzo accordo riguarda la ripartizione del fondo per l’anno 2007.
Come è stato evidenziato nell’accordo, l’ assegnazione degli importi direttamente agli uffici sede di contrattazione, ha carattere straordinario, in ragione dell’esigenza di erogare il più rapidamente possibile le somme spettanti al personale. L’Amministrazione ha preso l’impegno di erogare tutti gli importi entro il prossimo mese di febbraio.
Il ritardo della firma del comma 165, la decurtazione del 10% effettuata dal decreto legge 112/2008, la diminuzione di 20 milioni di euro destinati al fondo di assistenza della GdF, imponevano il coraggio di una scelta : quella di accelerare l’iter contrattuale, salvaguardando contemporaneamente il ruolo della contrattazione di posto di lavoro, e l’obbligo di una verifica con le RSU e OO.SS per l’individuazione delle attività svolte dal personale ai fini della produttività.
L’imminente sostituzione di tutti i Direttori Regionali, la modifica del modello organizzativo dell’Agenzia con l’istituzione delle Direzioni Provinciali, ci avrebbe fatto correre il rischio concreto di non avere una controparte certa per diversi mesi, con la conseguente difficoltà nel chiudere gli accordi, e l’inevitabile risultato di procrastinare nel tempo il pagamento al personale degli emolumenti accessori. Il recente CCNL 2008/2009, non firmato dalla CGIL, che prevede aumenti salariali corrispondenti alla metà dell’inflazione reale, obbliga la nostra sigla ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per la difesa immediata del reddito dei lavoratori.
Roma, 18/12/2008
Segretario Nazionale FPCGIL
Alfredo Garzi
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi RDB/CUB/PI FLP
SEGRETERIE NAZIONALI AGENZIE FISCALI
Roma, 17 aprile 2009
Al Direttore Generale delle Finanze
Prof.ssa Fabrizia Lapecorella
Ai Direttori delle Agenzie Fiscali
e, p.c. Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
On.le Giulio Tremonti
Le scriventi Segreterie nazionali esprimono forte contrarietà per la mancata attivazione degli strumenti contrattuali sui “piani aziendali” delle Agenzie, a più di quattro mesi dalla loro decorrenza, nonché sugli schemi delle Convenzione 2009.
Uno scenario in cui da un parte si ha notizia dagli Uffici e dai lavoratori di nuovi, impegnativi obiettivi assegnati in modo unilaterale, con conseguente aggravio di carichi di lavoro, e dall’altro , a seguito dell’entrata in vigore della Legge 133/2008, si subisce una forte contrazione degli organici e della stessa articolazione e consistenza degli Uffici.
Gli impegni assunti negli ultimi anni dal Dipartimento delle Finanze per conto dell’Autorità politica, e dagli stessi Direttori delle Agenzie fiscali nel corso dei confronti precedenti, sembrano svanire di nuovo come neve al sole.
Nessuna ipotesi di modifica del calcolo della quota incentivante, del sistema di finanziamento delle Agenzie, della stessa quantità e tempestività di erogazione delle risorse destinate al salario di produttività pare essere stata predisposta, con la conseguenza che qualsiasi confronto rischia di essere tardivo, fumoso ed inconsistente, mirato solo, nelle intenzioni delle parti pubbliche, a svolgere comunque un passaggio dovuto, ma dall’esito già scontato.
Chiediamo pertanto in tempi brevissimi una convocazione con le SS.LL. che apra un confronto sostanziale con le OO.SS. sulla “qualità” e la consistenza delle risorse derivanti dalle Convenzioni, sull’entità e disponibilità di quelle ex comma 165, nonché sulle ricadute sul personale derivanti dai processi di riorganizzazione in atto nelle Agenzie fiscali.
Le nostre richieste, le nostre proposte, vanno nella direzione di garantire migliori condizioni di lavoro, per un fisco più equo che contrasti l’evasione e l’elusione.
Proprio per garantire quelle risorse sottratte al Paese che aiutino la ripresa economica e difendano le condizioni di vita dei più deboli.
Si resta in attesa di un concreto quanto urgente riscontro.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi RDB/CUB/PI FLP
Serio Silveri Cefalo Callipo Vendetti Patricelli
Richiesto il rinvio della istituzione della Direzione Provinciale di Catanzaro
Accordo quadro regionale sull’orario di lavoro – Veneto