Corte dei Conti: Nota mancata attuazione accordo orario di lavoro

Roma, 20 aprile 2016

In riferimento all’oggetto e alla nota inviata dalla
scrivente Organizzazione Sindacale, che si allega, si rappresenta quanto segue:

con decorrenza 1° aprile u.s. è entrato in vigore l’accordo sull’orario
di lavoro e di conseguenza, tutti gli accordi territoriali sono decaduti; in
seguito a ciò le Rsu e le Rappresentanze Territoriali si sono attivate per
confrontarsi con la parte pubblica per divenire a nuovi accordi territoriali,
così come previsto dal punto 3.

Risulta, invece, che si siano verificate situazioni, nella
maggior parte delle sedi periferiche, non conformi all’accordo.

Ogni dirigente ha interpretato motu proprio, o non
considerandola affatto, l’ultima nota inviata dal Dott. Gino Galli, che dava
indicazioni su come svolgere le trattative e auspicava la fattiva
collaborazione tra parte pubblica e rappresentanze sindacali.

Si sono verificate mancate convocazioni, o convocazioni
informali, emanazione di ordini di servizio senza nessun confronto,
interpretazioni soggettive  per negare il buono pasto nel caso di
superamento dell’ora di pausa, sono state richieste ulteriori certificazioni
che attestino il diritto all’uscita anticipata, documentazione già in possesso
all’amministrazione, e la programmazione mensile delle giornate in cui il
dipendente richiede l’uscita anticipata, quando è noto che per emergenze e
situazioni familiari particolari non  è possibile fare previsioni.

Alla luce di tutto ciò, si ritiene che si stia violando
quanto contenuto nell’accordo nazionale e si richiede un incontro urgentissimo
che porti ad una circolare applicativa che preveda la contrattazione di sede
con l’impegno dell’amministrazione a far rispettare ai dirigenti
l’accordo nazionale.

In mancanza di tutto ciò, dovremmo dedurre che
l’Amministrazione non è in grado di far rispettare gli accordi pattizi da lei
stessa sottoscritti e come conseguenza la scrivente O.S. si riterrà
autorizzata a ritirare la firma e ad annullare l’accordo in quanto non rispettato
dalla parte pubblica.

Il
Coordinatore Nazionale FP CGIL Corte dei conti

                       Susanna Di
Folco    

 

Comparto Sicurezza – Lettera al Presidente della sez. Atti normativi del Cons. di Stato sul Corpo Forestale dello Stato

Lettera che la Fp
Cgil Nazionale ha elaborato e inviato lo scorso 13 Aprile al Presidente
della Sezione Atti normativi del Consiglio di Stato.

 

Mibact: trasmissione osservazioni FP CGIL allo schema di decreto sugli orari dei Musei.

Roma, 20 aprile 2016

Con la presente la scrivente O. S. produce le proprie
osservazioni allo schema di Decreto di cui

all’oggetto.

Il Decreto introduce modifiche sostanziali alla
precedente regolamentazione, con la finalità di

garantire all’offerta del ciclo museale parametri di
flessibilità e di ottimizzazione nell’impiego delle

risorse umane. Da questo punto di vista gli elementi più
significativi sono : la previsione di apertura

totale, fatta salva la valutazione discrezionale del
mantenimento del giorno di chiusura; la

possibilità, in particolare per i Direttori dei Musei
autonomi, di intervenire sugli orari di apertura

adattandoli alle esigenze ritenute più funzionali alla
fruizione del sito; la possibilità per i Direttori dei

Poli museali di modificare l’articolazione degli orari,
d’intesa con il DG Musei; la possibilità per

entrambi di decidere in autonomia aperture straordinarie
in alcune delle giornate di prevista

chiusura.

Siamo quindi dinanzi ad un progetto di deregolamentazione
degli orari, che necessariamente

comporta valutazioni rigorose in ordine al necessario
mantenimento della garanzie di sicurezza

degli ambienti, degli operatori e degli utenti che li
frequentano nonchè dell’integrità del patrimonio

posseduto (tutela), elemento che appare del tutto assente
non solo dal D.M. ma anche dalla

Relazione Illustrativa .

Da questo punto di vista la previsione di apertura
totale, sia pure mediata dalla possibilità di

chiusura settimanale sulla base di non meglio specificate
“esigenze di buon andamento”, non ci

pare corrisponda in pieno alle esigenze predette.

Pertanto si chiede di modificare la previsione di cui al
comma 1 dell’articolo 1 dello schema di

Decreto, prevedendo l’ordinaria chiusura settimanale e
subordinando le eccezioni a tale regola alla

previa valutazione delle esigenze di manutenzione
ordinaria e straordinaria del sito per il quale si

intende disporre l’apertura continuativa su sette
giorni.

Per quanto riguarda la facoltà di definire aperture
straordinarie nei giorni di prevista chiusura, in

base a decisione dei singoli Direttori e non tramite
Accordo integrativo su base nazionale, si fa

presente che tale modello non è attuabile in base alle
regole contrattuali vigenti. Dette aperture

devono essere finanziate e va previsto il rispetto delle
prerogative negoziali sulla materia,

prerogative esercitate dal livello nazionale per le
modalità di stanziamento delle risorse e dal

livello territoriale per quanto riguarda l’adesione
all’Accordo. Non risulta infatti presente un

qualsivoglia riferimento alla possibilità di utilizzo di
risorse proprie ed extra Fua da parte dei

soggetti interessati.

Pertanto si chiede di aggiungere nel comma 5, dopo
“direttive del Ministro”, “previa disponibilità di

specifiche risorse in dotazione agli Uffici interessati
e/o alla DG Musei, utili a finanziare dette

aperture, e nel rispetto della vigente normativa in
materia di rapporti sindacali”.

Inoltre, con riferimento al comma 3, in luogo di
“tenuto conto della dotazione di personale” si

chiede di inserire “tenuto conto dei numeri
minimi previsti dalla vigente normativa in materia di

sicurezza e dai relativi accordi”.

Per quel che concerne la materia della sicurezza e
vigilanza, appare opportuno un richiamo

preliminare alla normazione specifica prevista dalla
legislazione italiana.

In particolare si chiede di integrare il comma 1
dell’articolo 2 con opportuni richiami al D. Lgs

81/08, al DM 569 del 20/05/92 e al D. Lgs. 139/2006.
Sempre nell’articolo 2, comma 1, sarebbe

opportuno integrare il richiamo ai doveri di sicurezza
anche con un riferimento specifico al rischio

“terrorismo”, peraltro assente anche nella
relazione tecnica, ovvero inserire, dopo “antifurto”: “e,

nei siti individuati dagli organi preposti come obiettivi
sensibili, adeguati dispositivi di controllo e

deterrenza (metal detector, impianti di
videosorveglianza, rapiscan, etc.)”.
Inoltre si richiama la

necessità di inserire dopo “redatto dal direttore
dell’istituto e del luogo”, “sentito il Rappresentante

dei Lavoratori per la Sicurezza”, in quanto anche questo è un obbligo derivante
dalla D.Lgs. 81/08.

Per quello che riguarda il comma 4 (riconoscibilità del
personale) si ritiene la disposizione inutile e

ridondante, in quanto già normata nel Codice di
Comportamento. In particolare appare del tutto

fuori contesto il richiamo alle sponsorizzazioni tecniche
per la fornitura di capi e/o accessori, per

cui si chiede di espungere l’intero comma o, in
subordine, la parte relativa alle sponsorizzazioni.

Per quanto riguarda lo stralcio di Relazione Illustrativa
proposta dalla Commissione di

studio per l’attivazione del Sistema Museale Nazionale,
la scrivente preliminarmente fa osservare

che il personale addetto ai cicli di vigilanza già da
tempo è in condizione di offrire servizi, previsti

nel profilo professionale AFAV, complementari al ciclo
museale e non solo finalizzati alla vigilanza

ed all’accoglienza.

Pertanto nella individuazione di un nuovo modello
organizzativo sarebbe risultata

necessaria una riflessione sull’utilizzo di tutte le
competenze professionali previste nel profilo di

riferimento, al fine di sollecitarne un utilizzo pieno,
per valorizzare l’apporto professionale di questi

lavoratori anche in relazione alla semplificazione
proposta per le funzioni di vigilanza.

Semplificazione che peraltro esiste già nei fatti: la
scarsità di personale produce già una vera e

propria discrasia nell’organizzazione concreta dei turni
di servizio, con aperture fatte al di sotto dei

minimi previsti e con aggiunta di personale esterno
(variamente “contrattualizzato” in quanto

dipendente del Gestore dei servizi aggiuntivi, o facente
parte di associazioni di volontariato, o

retribuito con voucher in quanto lavoratore occasionale)
a cui non è possibile attribuire

responsabilità dirette sulle procedure di sicurezza.

Pertanto sarebbe stato opportuno, da parte della
Commissione, un invito alla puntuale verifica

delle modalità di copertura dei servizi, come elemento
propedeutico alla loro eventuale modifica.

La flessibilità invocata rispetto ai parametri definiti
dalla precedente normativa sulla vigilanza deve

essere necessariamente correlata alla qualità degli
impianti tecnologici già presenti o di immediata

realizzazione nonché alle specificità del sito ed alla
dotazione di personale effettivamente

utilizzabile. Con la specifica ulteriore che il personale
utilizzabile nelle funzioni di vigilanza diretta e

nelle responsabilità connesse è solo il personale di
ruolo, stante quanto previsto dal Codice dei

Beni Culturali : per cui – pur essendo in linea di
principio condivisibile la necessità di una migliore

organizzazione dei servizi, e pertanto di una
flessibilizzazione dei compiti di sorveglianza diretta in

presenza dei requisiti previsti dalla normativa in
materia – tale flessibilità deve essere

necessariamente ricondotta alle condizioni de quo,
relative alla strumentazione tecnologica in

grado di sopperire adeguatamente allo sganciamento ed
alla rimodulazione della sorveglianza

diretta.

In merito ai Parametri di valutazione per la definizione
dei Piani di vigilanza, accoglienza e

sicurezza contenuti nell’Allegato tecnico al D.M., si
rileva come manchi, all’interno del riquadro 4

“Dotazioni tecnologiche e di sicurezza”, una voce
riferita alle difese passive (teca, teca

antisfondamento, allarme “a tenda, distanziatore,…) di
cui risulti dotata la singola opera posseduta

dalla struttura : elemento che definirebbe ulteriormente
e con maggior precisione il risultato

dell’analisi dei rischi e quindi il margine di
flessibilità applicabile alla funzione di sorveglianza.

Infine si esprimono forti preoccupazioni rispetto
all’impatto negativo che tale rimodulazione può

avere nella distribuzione del personale, con riferimento
al concentramento dello stesso nei siti a

maggior richiamo ed il conseguente ulteriore
ridimensionamento delle possibilità di fruizione dei

circuiti cosiddetti minori.

FP CGIL Nazionale MIBACT
       Claudio Meloni

 

Sassari – Richiami Vigili Discontinui e sostituzioni – Nota unitaria.

 
 

20.04.2016 – Sassari –  Documento unitario che mette in evidenza alcune situazioni spiacevoli causate dalla gestione del Dirigente del Comando.

Dopo sei mesi dal suo insediamento il Comandante sta dimostrando una serie di incapacità gestionali, peraltro già evidenziate dai colleghi degli altri Comandi dove in precedenza ha prestato servizio.

Il momento è particolarmente difficile e riportare la situazione sul binario del rispetto e collaborazione sembra un’impresa ardua.

 

 

Attacco alle pensioni di reversibilità

Nel Def
2016, il Documento di programmazione economica, c’è di nuovo l’idea di rivedere
i criteri per la concessione delle pensioni di reversibilità. Al capitolo
“Contrasto alla povertà e welfare”, la riforma in arrivo «razionalizza le
prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale
introducendo il principio di “universalismo selettivo”‘, e si pone l’obiettivo
di superare la frammentarietà delle misure esistenti». Di questo ne siamo
consapevoli tutti. Tuttavia c’è da rilevare che le prestazioni di natura
previdenziali, cioè quelle supportate da versamenti di specifici contributi
previdenziali non possono subire lo stesso iter delle prestazioni assistenziali
che gravano sulla fiscalità generale. La pensione ai superstiti, indiretta o di
reversibilità è una prestazione di natura previdenziale.

Ciò
significa che in futuro le vedove per averne diritto dovranno possedere
requisiti diversi e più penalizzanti di quelli attuali. L’intera materia fu
regolamentata ex novo già con la legge Dini. L’importo è determinato applicando
alla pensione diretta le seguenti percentuali: 60%, se solo coniuge; 70%, se
solo un figlio; 80%, se coniuge e un figlio o due figli senza coniuge; 100% se
coniuge e due o più figli o tre o più figli; 15% per ogni altro familiare,
avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti. La pensione ai superstiti in base alla legge 335/95 è
ulteriormente ridotta se il titolare possiede altri redditi. Se il reddito
posseduto è superiore a 3 volte il trattamento minimo, c’è una riduzione del
25%, 4 volte riduzione del 40%, 5 volte, riduzione del 50%.

Oltre a ciò a seguito di un presunto
proliferare del fenomeno di matrimoni fra “caregiver” meglio conosciute come
badanti ed i loro assistiti la legge ha stabilito ulteriori elementi di
restrizioni ( le cosiddette norme anti badanti). La platea interessata comunque
si aggira sui 20.000 che su 17 ,milioni di pensionati è veramente poca cosa.

Dal 1°
gennaio 2012, in conseguenza di un matrimonio contratto con consorte di età
sopra i 70 anni e più anziano/a di 20 anni, la pensione sarà ulteriormente
ridotta se il matrimonio è durato meno di 10 anni (il taglio è del 10% per ogni
anno in meno al decennio). Non c’è decurtazione in presenza di figli minori,
studenti, o inabili. Vedi messaggio Inps n. 6304/2012 con cui fornisce
disposizioni operativa della legge n. 111/2011.

Ora il
governo intende legare la reversibilità al reddito dell’Isee. L’Isee,
l'”indicatore della situazione economica equivalente”, terrà conto anche di
eventuali patrimoni finanziari e immobiliari ai fini della concessione della
pensione ai superstiti. In altre parole, la vedova casalinga, solo perché il
marito gli ha lasciato la casa di proprietà e qualche risparmio, si potrebbe
vedere negata la pensione di reversibilità.

Sanità: nota su parere aran personale turnista


A seguito di un quesito posto all’Aran da parte della
Direzione Generale dell’Ospedale Brotzu di Cagliari, l’ARAN interviene, con un
parere, sulla problematica relativa al personale turnista che lavora il giorno
festivo infrasettimanale, stabilendo che questi hanno diritto esclusivamente
alla specifica indennità ma non al compenso per il lavoro straordinario o
all’alternativa del riposo compensativo.

 

Riteniamo che il pronunciamento dell’Aran non sia
corretto.

 

Il parere è reso in merito all’applicazione dell’art.
9 del CCNL integrativo dell’Area Comparto e dell’art. 6 del CCNL del 10.02.2014
dell’Area Dirigenza Medica, e si basa su alcune pronunce della Corte di
Cassazione tra le quali, da ultimo, l’ ordinanza n. 14038 del 19.06.2014.

 

Per comprendere le ragioni del nostro convincimento è
sufficiente richiamare le norme contrattuali interessate, confrontarle con
quelle, del tutto diverse, sottoposte al giudizio della Corte di Cassazione.

 

Continua a leggere la nota della segretaria Nazionale Fp Cecilia Taranto scaricando il pdf allegato

 
 

Agenzia delle Entrate: Richiesta di incontro su revisione del numero degli RLS

Roma, 19 aprile 2016

Abbiamo
preso visione della nota del 31 marzo 2016 inviata alle Direzioni Regionali con

cui
dà indicazioni di rivedere il numero dei RLS in funzione del nuovo assetto

organizzativo
che classifica gli ex Uffici Provinciali del Territorio come articolazione
interna

delle
corrispondenti Direzioni Provinciali.

L’art.
47, comma 5, D.lgs. 81/2008 rinvia alla contrattazione collettiva le modalità
di

designazione
o di elezione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché’ il

tempo
di lavoro retribuito e gli strumenti per l’espletamento delle sue funzioni,
mentre il

successivo
comma 7 fissa il numero minimo dei rappresentanti in relazione alle

dimensioni
delle unità produttive

Riteniamo
che questa materia non possa essere trattata all’interno delle RSU per la

delicatezza
e l’importanza del ruolo che i RLS rivestono; per la formazione specifica che

hanno
ricevuto; per le criticità rilevate in alcuni casi che richiedono la presenza
di un

rappresentante
in ogni sede.

Per
questi motivi chiediamo un incontro urgente in merito.

Il coordinatore Nazionale Agenzie Fiscali
                     Luciano Boldorini

Il coordinatore Nazionale Agenzie Entrate
                     Carmine Di Leo                                                                                   

 

NEWS

La Fp Cgil Medici sull'atto di indirizzo per la medicina generale: intervista su Quotidiano Sanità

 
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Susanna Camuso: Governo vuole CCNL? Cominciamo da quello PA.

 
 

18.04.2016 – Lavoro: Susanna Camuso: Governo vuole CCNL? Cominciamo da quello PA.   
(ANSA) – BOLOGNA, 18 APR – 

“Il governo deve parlare con i fatti e le azioni che compie.

Diventa fin troppo facile rispondere a Poletti che se il loro intendimento é il contratto nazionale, aprano intanto il tavolo del rinnovo dei contratti pubblici visto che lì sono esplicitamente datori di lavoro e la smettano di legiferare sulle parti che sono contrattuali”. 

Così la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha replicato al ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che, durante il suo intervento a un incontro della Cgil Emilia-Romagna aveva detto che il Governo non stava pensando all’abolizione dei contratti collettivi.

Camusso, ha poi aggiunto che “i testi che abbiamo visto circolare nel documento economico finanziario non dicono ciò che oggi ha detto il ministro. 

Lo prendo come un cambiamento di rotta, in assenza del quale c’è un evidente delegittimazione del contratto nazionale, che è un tragico errore innanzitutto in termini di distribuzione del reddito e di necessità di aumento del salario”. 

Susanna Camusso, replicando a Poletti che aveva parlato di una discussione in essere sulla contrattazione aziendale ha poi aggiunto che “se si pensa che la contrattazione di secondo livello diventi l’unico luogo della contrattazione si escludono milioni di lavoratori che a quella contrattazione non hanno accesso.

Poi, se si trasferisce ciò che dovrebbe essere contrattazione di salario solo in elementi di welfare si ricostruisce un sistema corporativo che fa venire meno l’universalizzazione e quindi poi peggiora le condizioni dei lavoratori soprattutto quelli che sono più poveri”.

In conclusione, per la segretaria, “La contrattazione di secondo livello deve mantenere la sua funzione che è quella di far crescere la produttività, di intervenire sull’organizzazione del lavoro e non può avere come funzione quella di deregolazione e riduzione dei diritti fondamentali del contratto di lavoro”. 

Sicurezza-DAP: Revisione degli ordinamenti e dei ruoli. Convocazione per il giorno 3 maggio 2016 ore 10.00

Art. 8 legge 7 agosto 2015 n. 124 – Forze di Polizia. Revisione degli ordinamenti e dei ruoli. Convocazione per il giorno 3 maggio 2016 ore 10.00

 

Napoli – Dichiarazione unitaria dello stato di agitazione.

 
 

18.04.2016 – Napoli – Le Organizzazioni Sindacali, proclamano lo stato di agitazione del personale e chiedono l’attuazione della procedura di raffreddamento ai sensi della normativa in vigore.

Le motivazioni alla base della vertenza sono riconducibili allo stato di “disagio” ormai perpetuo vissuto dai lavoratori che si sostanzia in innumerevoli fattori divenuti nel tempo dirimenti e che hanno alterato un intero sistema; a ciò si aggiunga una politica attuativa da parte della Dirigenza che aggrava ancor più la situazione in essere.

 

 

Ministero Infrastrutture e Trasporti: Comunicato riunione CPA 13 aprile 2016

Roma, 13 aprile 2016

CONSIGLIO C.P.A. DEL 13 APRILE 2016     

Il 13 Aprile
si è riunito il Consiglio della Cassa di Previdenza ed Assistenza con
all’ordine del giorno la delibera per il nuovo Statuto della C.P.A., dopo le
modifiche apportate dal Ministero dell’Economia e Finanze.

Sul tema del
nuovo Statuto il giorno 11 aprile si è svolto il coordinamento nazionale per
discutere e valutare le modifiche proposte alla presenza dei nostri consiglieri
eletti nella Cassa di Previdenza e Assistenza del MIT. In quella sede si è
ravvisata l’esigenza di chiedere la modifica dell’articolo 3 (fonti di
finanziamento) segnalando anche la possibilità che un Decreto Ministeriale
possa essere considerato disposizione normativa, per semplificare e velocizzare
l’iter che potrebbe consentire di prevedere una quota dell’incentivo alla
progettazione tra le voci che potrebbero finanziare la Cassa; inoltre la
modifica dell’articolo 12 (numero dei consiglieri), poiché la previsione di
soli 4 consiglieri rischia di non riuscire a garantire una reale
rappresentatività del Ministero sia rispetto alle sue articolazioni funzionali
sia delle sue sedi periferiche. Infine si è ipotizzato la possibilità di
richiedere un referendum sul testo del Nuovo Statuto ovvero di verificare la
possibilità di prendere tempo per approfondire meglio le problematiche emerse.
Con questo
impegno i consiglieri FP CGIL sono andati al Consiglio.

All’inizio dei
lavori del Consiglio, il Presidente ha illustrato tutto il lungo iter percorso
per arrivare ad un nuovo Statuto con modifiche che mettono in sicurezza la
Cassa e la sua stessa sopravvivenza; modifiche importanti, come l’articolo
3 e l’articolo 12, rispetto allo Statuto deliberato ad ottobre 2014, frutto di
un tavolo tecnico paritetico durato due mesi. Le modifiche sono state apportate
dal Ministero dell’Economia e Finanze e, pertanto, eventuali ulteriori
modifiche comporterebbero la riapertura del confronto con il M.E.F.
Al momento
dell’espressione del voto, un nostro consigliere ha espresso la contrarietà su
come si è proceduto a tali modifiche soprattutto in merito alla modalità
adottata dal M.E.F., ha evidenziato la contrarietà rispetto alla certezza delle
fonti di finanziamento, nonchè la criticità in merito al numero dei consiglieri
ed ha richiesto, comunque, il referendum per consentire ai lavoratori di
esprimersi sul nuovo testo invitando a mettere in votazione tale richiesta.

La richiesta
avanzata,  che ha visto qualche distinguo
all’interno della nostra delegazione, non è stata accolta (come già avvenuto lo
scorso anno).

Nel corso
della discussione è stata invece accolta la richiesta di una nostra
consigliera, supportata da altre sigle sindacali, di portare in votazione nel
prossimo consiglio il nuovo Statuto, al fine di poter esprimere una valutazione
che tenga conto di quanto emergerà dai posti di lavoro.

Il
28 Aprile p.v. è convocato il Consiglio per la delibera nuovo Statuto C.P.A.
e  il giorno successivo per
l’approvazione bilancio 2015 e l’Assistenza 2014.
Sull’entita’ dei rimborsi sono
state anticipate varie ipotesi di percentuali .

Inoltre il 29
Aprile mattina  ci sarà il tavolo tecnico
congiunto C.P.A./Comitato Sussidi.

        I
Consiglieri
BASSANI-POMPILI-SISCA   

 
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