29.03.2016 – Si continuano a predisporre modalità di integrazione del soccorso coinvolgendo sempre i pochi e stessi lavoratori, non attingendo a tutto il personale giornaliero come la CGIL ha proposto e sostiene da tempo.
Per supportare il dispositivo di soccorso, in caso di carenze non programmate, si continua, invece, a sospendere mezzi di categoria e sempre dai soliti distaccamenti dove già ci sono AS e ABP abbondantemente soverchiate da rimpiazzi.
La programmazione è necessaria, ma va fatta seriamente e, soprattutto, senza nascondere nessuno.
Roma 29 marzo 2016
E’ ancora in salita il percorso che dovrebbe portare alla sottoscrizione dell’accordo riguardante le progressioni economiche per il 2016,
infatti di fronte ad alcune rigidità manifestate da più parti, c’è il rischio
concreto di un nulla di fatto e che il passaggio di fascia slitti al prossimo anno. Sarebbe per i lavoratori una beffa, oltre che un danno
economico presente e futuro ( vedi pensioni e tfr) se, dopo il blocco di 5 anni imposto dalla legge di stabilità del
2010, non si riuscisse a trovare un accordo che consenta a
tutto il personale di ottenere un avanzamento economico nel biennio 2016/2017.
La
difficoltà maggiore nella sottoscrizione dell’accordo è determinata
dai moduli formativi proposti dall’Amministrazione che si discostano da quanto previsto dal CCNL 2006/2009, che all’art
18 c. 6 stabilisce: I passaggi alle fasce retributive successive a quella iniziale
avvengono sulla base dei seguenti criteri e principi di meritocrazia:
a) esperienza professionale
maturata;
b) titoli di studio, culturali
e pubblicazioni, tutti coerenti con la attività del profilo, nonché ulteriori
titoli culturali e professionali non altrimenti valutabili;
c) percorsi formativi con esame finale qualificati quanto alla durata e ai
contenuti che devono essere correlati all’attività lavorativa affidata.
Ove le Amministrazioni non garantiscano la formazione a tutto il personale
interessato alla selezione, il presente criterio non può essere utilizzato.
Riteniamo
che il piano formativo proposto è più attinente
ad una formazione accademica, utile per un passaggio dalla seconda alla terza
area, che per riconoscere e valorizzare il grado di competenza professionale maturato
dai lavoratori nell’espletamento dell’attività
lavorativa affidata.
Lungi dalla CGIL pensare che la
conoscenza della lingua Inglese non sia importante, ma è difficile credere che un corso di 8 ore sia utile a soddisfare
le esigenze sia
dell’Amministrazione sia del
lavoratore e indispensabile
per ottenere un aumento retributivo.
Un
corso di lingua Inglese non deve essere vincolato a un passaggio di fascia economica, anzi è auspicabile che l’Amministrazione provveda immediatamente a programmare corsi per tutto il personale interessato. Stesso ragionamento può essere
fatto per tutte le attività dei singoli Dipartimenti.
Per esempio il personale delle
commissioni tributarie negli ultimi venti anni ha avuto la possibilità di partecipare ad un solo corso di formazione riguardante il contenzioso tributario, corso che risale ad almeno dieci anni fa. Non è stato mai formato
sul CUT, sulle modifiche introdotte dalla legge delega sulla riforma
del contenzioso, né sull’utilizzo della nuova piattaforma
informatica utilizzata in tutti gli
uffici. Sarebbe prioritario un piano
formativo riguardante queste materie, sicuramente più utile a migliorare le conoscenze
professionali dei lavoratori, che un
generico corso concernente elementi di diritto amministrativo , di scienza delle
finanze o di politica economica ed
economia politica.
La formazione deve rappresentare uno strumento fondamentale per la crescita professionale dei lavoratori, indispensabile per il continuo aggiornamento dovuto alle modifiche normative e alle innovazioni tecnologiche. La formazione deve essere programmata e garantita nel corso dell’anno. Non può essere “somministrata” esclusivamente per un passaggio di fascia. La proposta dell’Amministrazione rischia di trasformare le progressioni economiche in un concorso a titoli ed esami, non proprio quanto previsto dal CCNL, anche se in questi anni di blocco contrattuale gli interventi legislativi hanno depotenziato e tolto spazio alla contrattazione, limitando l’applicazione di alcune disposizioni contrattuali.
Ricordiamo che l’art 23 della legge 150 del 2009 ( legge Brunetta) stabilisce: 1. Le amministrazioni pubbliche riconoscono selettivamente le progressioni economiche…. sulla base di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali e integrativi di lavoro e nei limiti delle risorse disponibili.
2. Le progressioni economiche sono attribuite
in modo selettivo, ad una quota limitata
di dipendenti, in relazione allo
sviluppo delle competenze
professionali ed ai
risultati individuali e collettivi rilevati dal sistema di valutazione.
In considerazione di ciò sia l’IGOP sia il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno imposto a tutte le Pubbliche Amministrazioni,
tra i criteri previsti per le progressioni economiche, la valutazione del
dirigente, pena la mancata certificazione degli accordi
sottoscritti.
Per questo riteniamo importante il confronto avviato
sulla formazione, strumento oggettivo e trasparente, ma è
fondamentale che rimanga all’interno di
quanto previsto dal CCNL, ancora vigente.
Su questo invitiamo i lavoratori a esprimere
il loro giudizio.
CGIL FP Nazionale
Luciano Boldorimi
29.03.2016 – In allegato la nota unitaria sul mancato pagamento del Fondo al personale autista degli aeroporti, addirittura il compenso del 2012 !!!!
Commissione di cui all’art. 82 del D.P.R. 15 febbraio 1999, 92.
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
Roma 26 marzo 2016
La Circolare del Ministero della Salute inviata ieri alle Regioni con le
prime indicazioni applicative sul cosidetto Decreto appropriatezza
rappresenta un passo indietro positivo, che consente nella stragrande
maggioranza dei casi di poter prescrivere, almeno temporaneamente, le
necessarie prestazioni sanitarie ai cittadini senza imposizioni
burocratiche e sanzionatorie.
Adesso parte una fase sperimentale durante la quale si dovranno monitorare
le difficoltà applicative, anche di natura informatica, con la
sospensione dellle sanzioni per medici pubblici e direttori generali
Asl.
Nella prescrizione viene eliminato il codice che imponeva la limitazione
prescrittiva e basterà scrivere il quesito diagnostico. Per pazienti
oncologici, cronici o invalidi, i medici prescrittori possono non
applicare le condizioni di appropriatezza.
Si potranno prescrivere le prestazioni per monitorare patologie come il
rischio cardiovascolare già accertate e non solo se c’è un sospetto
o il rischio, e vengono chiarite le condizioni di erogabilità di
diverse prestazioni, superando incongruenze e penalizzazioni per i
cittadini.
Dopo le nostre proteste contro un decreto inserito in una logica di tagli è
arrivata una prima vittoria per chi crede nella sanità pubblica, e i
cittadini non saranno più costretti a rivolgersi al privato per
diverse prestazioni.
Noi continueremo a combattere per il SSN, per i necessari investimenti,
per supererare diseguaglianze, liste di attesa e ticket.
Cade oggi l’anniversario della scomparsa di Pierluigi Grande, veterinario che con grande umanità e professionalità svolgeva il suo lavoro per la sanità pubblica e di sindacalista a livello nazionale nella FPCGIL Medici. Siamo orgogliosi di averlo avuto con noi e di essere stati suoi compagni. Non ti dimenticheremo.
Roma, 25 marzo 2016
RIUNIONE DEL 24 MARZO: ACCORDI
IMPORTANTI PER I LAVORATORI
Al termine
di una riunione tesa e convulsa abbiamo sottoscritto gli accordi che vi trasmettiamo.
Le materie all’ordine del giorno erano tante ma, come era prevedibile, la
riunione si è incentrata maggiormente sulla questione delle progressioni economiche.
La
questione era delicata per diversi motivi, in primis per le differenti e note
posizioni delle organizzazioni sindacali. La soluzione trovata non ha permesso
purtroppo di avere subito ed in questo anno le progressioni economiche nel 2016
per i numeri che noi abbiamo ipotizzato sin da dicembre scorso, ovvero i 12050
passaggi economici. L’accordo parte da quest’anno, impegnando per il 2016 i 7
milioni di euro non impegnati sul FUA, e prevedendo per i prossimi due anni
ulteriori fasi fino al raggiungimento della quota prefissata nel 2018. Con
alcune avvertenze: non è possibile prevedere la durata della graduatorie oltre
l’anno di riferimento e pertanto dovranno essere indetti dei bandi in
successione. Resta la necessità di verificare il reperimento delle risorse
aggiuntive, ma, per quello che ci riguarda l’accordo è vincolante per le parti
e rappresenta un impegno solenne, da parte di chi l’ha sottoscritto, verso i
lavoratori. Quindi noi agiremo comunque, sia se ci saranno risorse aggiuntive,
sia se non ci saranno. Con buona pace di chi, anche ieri, si è permesso
attacchi e insulti personali. E ci riferiamo al rappresentante nazionale
dell’USB, non nuovo a queste performances: non ci faremo certo intimidire a chi
usa il metodo degli attacchi personali e a chi tenta in ogni modo di denigrare
la CGIL. Con un comportamento a dir poco
ondivago, ovvero strumentale a seconda dei tavoli dove siede, ma con un’unica
costante: l’attacco al sindacato confederale e in particolare alla CGIL. Noi
ribadiamo semplicemente quanto abbiamo sempre detto: i progetti nazionali vanno
rivisti in quanto nella maggior parte dei luoghi di lavoro non è più possibile
rispettarne i criteri e, per quello che ci riguarda, è possibile utilizzare
parte di quelle risorse per le progressioni economiche.
Lo diciamo forte e
chiaro. Quello che invece non si dice, a proposito di bugie, è che l’importo
impegnato per le progressioni economiche del 2016 è la somma che normalmente
noi utilizziamo per i progetti locali, che quindi non sarà disponibile a tale
utilizzo, e chi grida che noi vogliamo creare danni ai lavoratori sottraendo
risorse del FUA poi sottoscrive accordi che appunto sottraggono risorse al FUA
per impegnarle sulle progressioni economiche.
Adesso si
aprirà subito il confronto sui criteri del bando in modo da arrivare in tempi
brevi alla sua emanazione, nell’accordo programmatico è previsto esplicitamente
il riferimento alla platea dei lavoratori che non hanno avuto progressioni con
l’accordo del 2010.
Contestualmente
abbiamo sottoscritto l’accordo sul FUA 2016, che rimane sostanzialmente inalterato
ad eccezione dell’importo stanziato per
le posizioni organizzative, la cui definizione
dei criteri viene demandata ad un tavolo specifico.
Abbiamo
peraltro ritenuto di sottoscrivere sia l’accordo sull’apertura del primo maggio
che quello sul piano di valorizzazione 2016. Ricordiamo che tali progetti
quest’anno sono finanziati esclusivamente da risorse extra FUA per l’importo
complessivo di 6 milioni di euro. Risorse che peraltro sono previste in aumento
anche per l’anno prossimo per un importo certo pari a 5 milioni di euro. Anche
in questo caso abbiamo le pseudo anime belle: tutti questi accordi, che portano
soldi nelle tasche dei lavoratori, sono improntati sull’adesione volontaria
degli stessi e quindi sono a libera partecipazione dei lavoratori. Inoltre
abbiamo avuto cura di ampliare la platea di personale, sulla base del semplice
principio che l’offerta va qualificata e non solo riferita ad un allargamento,
ormai quasi fuori luogo, delle aperture. Abbiamo ridotto a tre ore le aperture
serali, e specificato che per le aperture diurne vengano previsti, sulla base
dei compensi concordati, turni di quattro ore. In allegato il contenuto delle
iniziative che, come avrete modo di verificare, confermano le proposte che da
qualche anno abbiamo avanzato, ovvero restauro, patrimonio nascosto e domenica
delle carte. Appuntamenti che sono ormai diventati fissi e strutturali ai piani
di valorizzazione. Infine su questo punto noi ribadiamo che noi non ci
sottraiamo certo alle sfide sulla maggiore fruizione del nostro patrimonio
culturale: abbiamo cercato di orientare e qualificare nei limiti del possibile
l’offerta ma con orgoglio e con buona pace dei fannullonisti di professione che
in Italia, e solo grazie ai nostri accordi ed alla partecipazione dei
lavoratori, abbiamo il sistema di offerta più ampio a livello internazionale.
Tutto questo indipendentemente dalle cosiddette riforme.
Mobilità volontaria
Sul punto
ci è pervenuta una informativa, su cui ci riserviamo un opportuno approfondimento.
I tempi di espletamento non saranno lunghi.
Sui passaggi di area: il
Capo di Gabinetto ci ha informato che è stato inviata una lettera di intenti a
MEF e Funzione Pubblica nella quale si specifica la volontà di far scorrere le
graduatorie, limitandole ai famosi 460 sulla base del fatto che nei bandi
originari i 460 componevano il numero complessivo dei posti che
l’Amministrazione aveva dichiarato disponibili, anche se poi questo non è mai
stato autorizzato. Vedremo l’esito, ma, pur comprendendo il contesto
estremamente difficile nel quale muovere i passi, continuiamo a ritenere 460 un
numero insufficiente rispetto alle opportunità date dalla progressiva carenza
in organico, così come riteniamo non positivo il fatto che non si affronti la
questione della prima area. Monitoreremo con attenzione gli sviluppi di questa
infinita vicenda.
In arrivo il decreto sul bando assunzionale e il primo decreto
attuativo la seconda riforma.
Il
Consigliere Casini ci ha illustrato verbalmente due schemi di decreto, quello
che definisce gli ambiti territoriali dei nuovi musei autonomi e quello che
definisce i criteri da ricomprendere nel bando per l’assunzione dei famosi 500
nuovi funzionari. Non riteniamo di dare una valutazione su questi due delicati
passaggi se non quando avremo le carte in mano. Gli schemi ci saranno consegnati
presumiamo oggi e nei prossimi giorni, subito dopo le festività pasquali,
proporremo le nostre osservazioni. Al momento possiamo scrivere che il bando
per le assunzioni sarà emanato entro la fine di aprile, che ci sarà una
preselezione e che per fortuna sono previsti riconoscimenti di punteggi sia per
coloro che hanno avuto a vario titolo rapporti di lavoro con il MIBACT che per
i giovani inseriti nei vari famosi stages formativi a seguito delle selezioni
previste. Il resto a dopo una opportuna lettura dei provvedimenti.
Attacchi personali: no grazie.
Non ci
piace l’attacco personale che abbiamo letto in questi giorni sul web e che
riguarda il Consigliere del Ministro Benzia, al quale vengono imputate note
defaillances nella rilevazione degli organici. Non ci piace il metodo e la
sostanza: il lavoro fatto in questo caso noi lo riteniamo molto utile e gli
errori che sono risultati dalla rilevazione fatta sono semplicemente dovuti al
fatto che questo Ministero non conosceva la situazione del proprio personale e
quindi i dati che sono pervenuti a livello centrale molto spesso erano
contraddittori se non addirittura falsi. Quanto al metodo siamo al livello di
attacchi personali: noi preferiamo quello delle critiche e in questo ci siamo ampiamente
esercitati nei confronti di un progetto riformatore che riteniamo profondamente
sbagliato e anche verso un metodo di spoil system molto condizionato dalla
politica. E questo si deve fare a nostro avviso senza mettere in opera
valutazioni sbagliate e controproducenti.
EMERGENZA CULTURA: DUE GIORNATE DI MOBILITAZIONE NAZIONALE.
E, a
proposito di controriforme, 6 e 7 maggio prossimi a Roma si terranno due
iniziative di mobilitazione nazionale molto importanti perché vedranno in campo
tutti coloro che in questi mesi hanno fortemente contrastato i progetti di
riforma governativi e l’insieme delle norme che hanno messo fortemente in
discussione l’esercizio della tutela del nostro patrimonio culturale. Il 6
maggio ci sarà un convegno con la partecipazione di associazioni, intellettuali, costituzionalisti, sindacati
confederali sulla cosiddetta riforma Madia e sulle riforme Franceschini ed i
loro effetti sul sistema della tutela del patrimonio. Il 7 maggio ci sarà una
grande manifestazione nazionale che vedrà in corteo a Roma tutti i soggetti
aderenti all’iniziativa. Noi parteciperemo attivamente e per questo motivo vi
invitiamo a diffondere il documento che è alla base dell’iniziativa che
troverete sul sito dedicato www.emergenzacultura.org oppure sulla omonima pagina
Facebook. Nei prossimi giorni comunicheremo nel dettaglio le modalità con cui
si articoleranno queste due importanti iniziative, invitandovi sin da ora ad
una opportuna pubblicizzazione presso i
lavoratori. La manifestazione nazionale sarà una grande occasione di portare in
piazza tutto il grande dissenso che abbiamo espresso, il nostro amore per il
patrimonio culturale, le nostre proposte di cambiamento.
In
allegato la documentazione con gli accordi sottoscritti ieri.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE MIBACT
COMUNICATO STAMPA FP–CGIL CISL–FP UIL–FPL
“Subito tavolo sulle professioni
sanitarie. L’innovazione nella presa in carico dei pazienti passa
dall’integrazione delle competenze”
Roma,
26 febbraio 2016
L’innovazione in sanità passa dalla valorizzazione
delle competenze di tutti i lavoratori del Ssn. Integrazione fra
professioni, lavoro in team, presa in carico del paziente: la
separazione rigida fra professionisti non ha più senso, bisogna
sviluppare le competenze di ognuno e metterle insieme. E in modo
innovativo, consentendo a infermieri, oss, tecnici, ma anche al
personale amministrativo di mettere al servizio delle persone un
bagaglio di competenze enormemente cresciuto negli anni. Così si rendono
più appropriate, veloci, avanzate e sostenibili le prestazioni
sanitarie. I segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl scrivono al
ministro della Salute Beatrice Lorenzin e chiedono di allargare ai
rappresentanti di tutti i dipendenti della Sanità il tavolo ipotizzato
dallo stesso ministro all’incontro con i medici.
Serve
“un’accelerazione nell’innovazione organizzativa, contrattuale e
professionale” – puntualizzano i segretari Rossana Dettori (Fp-Cgil),
Giovanni Faverin (Cisl-Fp) e Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) – vale a dire
“evoluzione delle competenze delle professioni sanitarie, sviluppo del
sistema degli standard organizzativi e professionali e valorizzazione
delle figure dell’assistenza, con particolare attenzione
all’integrazione multidisciplinare e all’evoluzione delle professioni
sanitarie anche negli ambiti della ricerca e della docenza”.
Evoluzione
che deve trovare coerenza anche rispetto all’unificazione delle aree
dirigenziali all’interno del nuovo comparto contrattuale Sanità in via
di definizione all’Aran. Per Cgil Cisl e Uil, dirigenza
sanitaria-tecnica-professionale-amministrativa (Area III) e dirigenza
medica (area IV) devono confluire in un’area unica: “Le sfide del
sistema sanitario nazionale richiedono la presenza di un assetto
contrattuale e di regole unico della dirigenza responsabile dei processi
di cura e assistenza e di chi assume responsabilità professionale e di
gestione amministrativa”.
Temi
decisivi per la qualità delle cure e la sostenibilità del sistema, al
quale vanno assicurate le risorse necessarie. È una necessità
improrogabile mettere mano alla disparità tra pubblico e privato e al
dumping contrattuale: “Sanità pubblica e sanità privata accreditata
devono avere le stesse regole sia per quanto riguarda la qualità dei
servizi erogati, sia per le modalità di accesso dei cittadini ai
servizi, sia per i contratti di lavoro. Il contratto unico
pubblico/privato è da tempo la nostra battaglia” concludono i segretari
delle tre federazioni, che per questo chiedono al ministro di aprire il
confronto pronti a portare al tavolo ipotesi di lavoro e proposte
concrete, a partire dal rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Il Consiglio di Stato, con ordinanza del 18.3.2016, ha valutato come meritevoli di tutela le esigenze cautelari prospettate dagli appellanti, appartenenti al corpo militare della Croce Rossa Italiana, in merito all’istanza giudiziale volta all’annullamento del decreto del Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione del 14.9.2015 relativo ai criteri per la mobilità del personale degli Enti di area vasta e della CRI, ed ha disposto la fissazione da parte del TAR del Lazio dell’udienza di merito. Rilevato che alla luce della citata pronuncia non sono chiari gli effetti che la stessa produrrà sulla procedura di mobilità in atto, coordinata e gestita dal Dipartimento della Funzione Pubblica attraverso il portale mobilita.gov.it, FP Cgil, Cisl FP e Uil PA in data odierna hanno chiesto al Ministero per lasemplificazione e la Pubblica Amministrazione l’immediata convocazione di uno specifico incontro.
In relazione a quanto sopra ed in previsione di un imminente incontro presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, sarà nostra cura fornire ogni utile e tempestivo aggiornamento.
Roma, 22 marzo 2016
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Paolo Bonomo Gerardo Romano
Bruxelles 14, 15 e 16 marzo 2016
Il Seminario, organizzato da EPSU, ETUI e PSI, ha riunito componenti di sindacati e associazioni che si occupano di migrazione provenienti da Algeria, Belgio, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Giordania, Marocco, Nigeria, Spagna, Svezia, Tunisia e Turchia, con lo scopo di parlare delle politiche per la migrazione e dei lavoratori dei servizi pubblici sempre in prima linea nell’accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati e dei diritti di questi ultimi.
Quanto emerso dai lavori di questo seminario aiuterà EPSU e PSI a preparare delle posizioni informate dal punto di vista dei lavoratori sia nella prospettiva dei paesi che inviano che dei paesi che ricevono migranti. Questa discussione sarà anche parte integrante di un progetto più ampio che sarà oggetto della conferenza Oil sulla migrazione del 2017.
Per la Funzione Pubblica Cgil hanno partecipato Francesca De Rugeriis, Fabrizio Spinetti, e Nadia Pagano del centro nazionale e Luclla Pirovano della Fp Cgil Lombardia.
Ha introdotto i lavori Nadja Salson (EPSU) che ha riassunto la situazione attuale evidenziando in particolare l’inversione di tendenza rispetto alle politiche della migrazione, dalle apertura della Merkel alle chiusure delle frontiere di alcuni paesi europei, al pattugliamento dell’Egeo da parte della Nato, all’accordo con la Turchia.
La prima relatrice è stata Rosa Pavanelli, Segretaria generale PSI , che ha posto l’accento principalmente sui diritti che devono essere pubblici ed universali: Salute, Sicurezza, Acqua, Istruzione, da garantire a tutti e quindi anche a Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo.
Rosa Pavanelli ha anche affermato che è necessario parlare non di crescita a tutti i costi ma di sviluppo sostenibile per i Paesi di tutto il mondo; è necessario considerare che la metà dei migranti è donna e 19 milioni sono bambini. Bisogna combattere l’indifferenza. Servono un piano globale e strategie creative.
A seguire una relazione del rappresentante ONU sui diritti umani dei migranti, una della Commissione Europea sulle politiche dell’UE e una di Liina Carr, segretaria confederale della CES sulle richieste della CES e la risposta alle decisioni UE.
Nel pomeriggio della prima giornata c’è stata una visita all’Agenzia Federale belga FEDASIL che si occupa dell’accoglienza e del primo smistamento dei richiedenti asilo in Belgio.
La giornata del 15 è stata caratterizzata da alcune relazioni e numerosi interventi di vari paesi presenti e da rappresentanti di PSI, EPSU su Migrazione, protezione dei rifugiati e accesso ai servizi pubblici.
Successivamente hanno parlato rappresentanti di Oil e CES sull ‘azione dei sindacati, condivisione esperienze a livello nazionale, europeo e internazionale.
Sono stati presentati anche degli studi di caso, dal punto di vista dei lavoratori nei paesi di origine e destinazione dei migranti, dei sindacati GTUWHM/Giordania, MHWUN/Nigeria e SSR/Svezia.
Tutte le relazioni sono on line ed utilizzabili per altre iniziative.
Nel pomeriggio si sono svolti gruppi di lavoro che hanno affrontato diverse domande, tra le quali:Come garantire l’accoglienza e l’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo? Il ruolo dei servizi pubblici. Incidere sulle politiche:migrazione, protezione dei rifugiati, parità e non discriminazione. Combattere il razzismo e la xenofobia. Esempi di accordi collettivi a livello nazionale e dell’UE.
Come garantire la protezione e l’organizzazione dei migranti
Esempi di azioni realizzate con successo a livello nazionale:sfide e opportunità. La cooperazione tra sindacati come strumento per organizzare i migranti. Potenzialità per azioni sindacali transfrontaliere
È stato poi proposta la bozza di una dichiarazione comune “STOP BUILDING WALLS IN EUROPE!” contro la costruzione dei muri in Europa e l’idea di accordo con la Turchia one to one “dentro uno fuori l’altro” . Il documento è stato approvato da tutti i partecipanti.
La mattina del terzo giorno è iniziata con la relazione dei gruppi di lavoro dove è emerso che:
– È necessario che il sindacato sia unito contro le politiche di austerità che mettono in discussione i diritti universali che devono essere garantiti a tutti.
– La contrattazione collettiva deve avviare buone pratiche per evitare il dumping contrattuale e lo sfruttamento.
– Le azioni devono mirare a soluzioni strutturali e non di emergenza. La necessità dei popoli ad emigrare è ormai costante e non si risolverà a breve.
– Dobbiamo implementare come sindacato la lotta al razzismo e alla xenofobia anche integrando i migranti nel lavoro sindacale.
La mattinata si è conclusa con un’ampia discussione tra i partecipanti sui temi oggetto dei gruppi di lavoro.
Nel pomeriggio tutti si sono trasferiti alla Iniziativa del Gruppo socialisti e democratici del Parlamento europeo :”NO MORE WALLS IN EUROPE”
La manifestazione, organizzata in vista del Consiglio Europeo, si è tenuta in piazza Jean Rey, davanti al palazzo del Consiglio Ue, dove si sarebbero incontrati i capi di Stato e di governo. Lo slogan era “No more walls in Europe – #EUWakeUp” (Niente più muri in Europa) dove, insieme alle forze progressiste di tutta Europa, il gruppo S&D ha chiesto ai capi di Stato e di governo di fermare la costruzione di muri e di risolvere la crisi dei rifugiati attraverso un approccio comune europeo basato sulla solidarietà tra i paesi e verso le persone.