Audizione dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza della regione Lombardia 112 all’VII commissione della Camera dei Deputati in merito all’ Atto Camera n. 2607 “riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della protezione civile”
14.03.2016 – Procedono le strane attività “clandestine” legate alla formazione. Questa volta a mancare della necessaria informazione preventiva è stata l’Area Ginnico Sportiva presso le SCA. Non abbiamo ben chiaro chi sia stato il promotore dell’iniziativa ma le OO.SS., anche questa volta, non hanno avuto il piacere di conoscerne gli obiettivi e le strategie del progetto. Sappiamo però che qualche adepto lavoratore abbia partecipato e qualche altro, meno fortunato, non sia stato neanche invitato.
Che strana Amministrazione la nostra ……..
11.03.2016 – Anche il Dirigente del Comando di Roma si avventura nel promuovere iniziative formative del tutto estemporanee e prive di ogni tipo di logica.
Le attività legate alla formazione professionale vengono troppo spesso utilizzate a scopi propagandistici locali, attraverso l’applicazione di criteri del tutto illegittimi, senza alcuna informazione alle OO.SS. e con metodi di richiamo che abbiamo più volte definito clientelari.
Questo mette a rischio l’intero impianto formativo, la credibilità dell’Amministrazione e delle OO.SS.
I corsi di Polizia giudiziaria, da quanto ci risulta, sono attualmente svolti in tutto il territorio nazionale e non abbiamo avuto notizie che la DCF abbia in programma la modifica del pacchetto formativo.
I territori, fortunatamente, sono sempre più attenti; sarà nostra cura evidenziare puntualmente le anomalie riscontrate.
Pubblichiamo la richiesta di chiarimenti della Fp Cgil VVF inviata al Dirigente del Comando di Roma.
14.03.2016 – E passato più di un anno da quando la Fp Cgil VVF chiedeva e otteneva la sospensione della circolare riguardante il settore Cinofilo.
La nota della Direzione Centrale Emergenza del 03 marzo 2016 conferma tutte le nostre perplessità; le modalità adottate dall’Amministrazione oltre a violare gli accordi relativi alle corrette relazioni sindacali, riapre una discussione che, per quanto ci riguarda, era già chiusa.
Pubblichiamo la nota inviata al Capo Dipartimento.
Al Capo Dipartimento Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott. Francesco
Antonio MUSOLINO
e, p.c. Al Vice Capo Dipartimento Vicario
Capo del CNVVF
Dott. Ing. Gioacchino
GIOMI
Al Direttore Centrale per l’Emergenza
e il Soccorso Tecnico
Dott. Ing.
Giuseppe ROMANO
Al Direttore Centrale per la Formazione
Dott. Ing.
Emilio OCCHIUZZI
Al Responsabile dell’Ufficio III: Relazioni Sindacali
Dott. Darco
PELLOS
Oggetto: Attività formative unità cinofile 2016.
Egregio Capo Dipartimento,
per l’ennesima volta veniamo a conoscenza
dal territorio di una nota, emanata in data 3 marzo 2016 dalla Direzione
Centrale per l’Emergenza, relativa all’oggetto, della quale non è stata fornita
alcuna informazione.
Al tale proposito, corre
l’obbligo di ricordare all’Amministrazione che in data 27 novembre 2014, la
scrivente O.S. aveva già avuto modo di contestare l’emanazione della circolare
del 25 novembre dello stesso anno, recante le linee di indirizzo del Servizio
Cinofilo del Corpo Nazionale VV.F., perché difforme da quanto concordato in
sede di concertazione.
Infatti, con nota del
10.12.2014, la circolare in questione veniva sospesa, in attesa delle
valutazioni degli aspetti relativi alla formazione del personale che avrebbero
dovuto formare oggetto di apposita circolare da sottoporre all’attenzione delle
OO.SS..
Ebbene, non solo è trascorso
più di un anno senza che ci sia stata notizia di tale circolare, ma, come già
detto, veniamo informati dal territorio che si vorrebbe avviare una fase di
attività formativa senza avere avuto la possibilità di conoscere su quali basi,
quali numeri e quale distribuzione territoriale si voglia operare.
La FP CGIL VVF esprime completa
insoddisfazione e contrarietà alla persistente modalità utilizzata nel sistema
delle relazioni sindacali, chiede l’immediata sospensione dell’attività di
formazione di cui trattasi e si riserva l’attivazione di ogni forma prevista
per la tutela ed il rispetto dei diritti dei lavoratori del Corpo Nazionale.
In attesa di un sollecito
riscontro si porgono distinti saluti.
Coordinatore
Nazionale
FP CGIL VVF
Danilo ZULIANI
Nel corso dell’ultima settimana, la
Commissione Affari Costituzionali del Senato ha accelerato la
discussione del Disegno di legge
“Delega al Governo per la riforma del terzo Settore,
dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio Civile
Universale”.
Sono stati approvati i primi cinque articoli e il Governo prevede
che il provvedimento sarà discusso in aula a partire dal prossimo
16 marzo
In attesa che il Senato completi i suoi lavori fino alla
definizione del nuovo testo, riproponiamo quello approvato dalla
Camera dei Deputati il 9 aprile 2015.
Lo scorso 29 febbraio il Consiglio di
stato ha definito illegittimo il nuovo ISEE per la parte in cui
prevedeva che venisserto inserite,
tra le voci che concorrevano al calcolo
del reddito imponibile, anche le pensioni legate a situazioni di
disabilità, le indennità di accompagnamento e gli indennizzi
Inail.
Questa parte era stata già dichiarata illegittima dal Tar, in
seguito al ricorso di alcune associazioni.
Si rende urgente un intervento del governo, che, come CGIL,
abbiamo da tempo sollecitato insieme a CISL e UIl sia per
definire i nuovi criteri di calcolo, sia per affrontare le
situazioni di contenzioso che già si stanno aprendo
Roma
11 Marzo 2016
Egregi
Direttori,
abbiamo
preso atto dell’emanazione definitiva del decreto di riorganizzazione della DG
Prev e
purtroppo
registriamo una mancata risposta alle nostre ultime osservazioni, in
particolare circa la
questione
della definizione certa delle controparti territoriali, con riferimento al
ruolo negoziale
esercitato
dal Dirigente dell’Ufficio X per quel che riguarda il personale assegnato a
quell’Ufficio.
Di
conseguenza resta come unico riferimento l’accordo per la costituzione delle
sedi RSU che, a
nostro
avviso, può essere integrato da un protocollo di intesa aggiuntivo che
identifica come
soggetto
attivo della delegazione di parte pubblica anche il Dirigente dell’Ufficio X
per le
competenze
di propria pertinenza.
Quanto
sopra anche in riferimento alle richieste di confronto in sede locale avviate
sia a Napoli che
a
Genova, tese ad avviare una opportuna verifica delle modalità di
riorganizzazione in relazione ai
criteri
di ripartizione di personale e competenze definiti nel decreto. Questo sia in
relazione alla
necessità
di dare garanzia di immediata continuità nello svolgimento delle attività che
rispetto
all’esigenza
di garantire una equa ripartizione dei carichi di lavoro assegnati. Richieste
di
confronto
che appare opportuno siano tempestivamente esaudite e comportino la
partecipazione
attiva
del Dirigente dell’Ufficio X.
FP
CGIL Nazionale
Claudio Meloni
Roma, 11 marzo 2016
In ordine al delicato tema della figura del
Responsabile del procedimento alcuni Direttori regionali, anche su
sollecitazione delle OO.SS. locali, hanno impartito direttive alle strutture
territoriali che hanno fatto chiarezza sulla questione, mentre altri hanno ritenuto di portarlo alla Sua
attenzione allo scopo di ottenere indicazioni di prassi di carattere
generale.
L’attività lavorativa svolta
quotidianamente dai dipendenti dell’Agenzia richiede un’opportuna e adeguata
definizione del concetto di “responsabile del procedimento” non solo per
l’individuazione del soggetto responsabile rispetto all’atto interno, ma anche
per la rilevanza dell’informazione da rendere all’esterno (ovvero ai
destinatari degli atti) ai sensi della L. 241/90.
Sappiamo inoltre che, tenuto conto
dell’elevato numero di provvedimenti trattati dalle strutture territoriali,
nell’ottica di semplificare l’azione amministrativa, i dirigenti,
nell’esercizio delle facoltà loro riconosciute dalla normativa vigente, attribuiscono deleghe di funzioni non solo ai
responsabili di unità organizzative ed ai funzionari di terza area ma anche a
personale di seconda area.
Chiediamo,
pertanto, una convocazione urgente che possa chiarire in maniera definitiva e
omogenea competenze e responsabilità sul procedimento e sull’atto finale,
nonché i limiti delle deleghe per tutte le strutture territoriali
dipendenti.
Il
coordinatore Nazionale Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini
Il coordinatore Nazionale Agenzie Entrate
Carmine Di Leo
11.03.2016 – Pubblichiamo lo stato di agitazione proclamato unitariamente dalle strutture sindacali del Comando di Benevento. La mancanza di informazione, partecipazione e condivisone da parte dell’Amministrazione rispetto argomenti importanti come la mobilità interna del personale ha reso necessario il coinvolgimento di una parte terza, il Direttore della Campania, al fine di dirimere talune problematiche emerse.
Roma, 4 marzo 2016
La recente proposta approvata dalla
Commissione Giustizia della Camera,
nell’ambito del DDL 2953, che
prevede la soppressione dei Tribunali e delle Procure
per i minorenni e l’introduzione di
sezioni specializzate per la persona , la famiglia
e i minori presso i Tribunali
Ordinari e di Gruppi specializzati presso le Procure
Ordinarie è inaccettabile in quanto
disattende un principio cardine della giustizia
minorile italiana cioè la sua
autonomia a salvaguardia della sua specificità,
riconosciuta dalla Carta
Costituzionale.
La Costituzione Italiana, infatti,
attribuisce alla persona di età minore una
posizione privilegiata, che merita
particolare protezione. La Corte Costituzionale ha
ripetutamente affermato che tale
protezione si realizza anche attraverso la
specificità e specializzazione dell’organo
di giustizia minorile.
Non solo, le Dichiarazioni ed i
vari strumenti internazionali in materia
affermano che deve essere sempre
perseguito il “migliore interesse del minore”
anche nei procedimenti giudiziari.
Il 10 maggio 2002 il governo italiano ha
sottoscritto, al termine della
Sesta Seduta Plenaria della Sessione Speciale delle
Nazioni Unite sull’Infanzia, una
Risoluzione in cui si è impegnato solennemente a
non risparmiare alcuno sforzo per
attribuire la massima priorità ai diritti dei minori.
La previsione dell’accorpamento di
competenze e dell’esclusività di
attribuzione delle materie minorili
a una distinta sezione distrettuale, pertanto, non
è soddisfacente e modifica in
maniera sostanziale la proposta iniziale del Governo
che prevedeva l’istituzione di un
Tribunale e un Ufficio specializzato autonomo di
Procura in cui accorpare le
competenze in materia di persona, famiglia e minorenni
ci riporta invece alle proposte del
Governo Berlusconi, sotto il Ministero Castelli, del
2003 che tentò di attaccare l’autonomia
della giustizia minorile, tentativo sconfitto
grazie alla pronta e decisa
mobilitazione della società civile ed al senso di
responsabilità dei Parlamentari che
sancirono l’incostituzionalità di quella proposta.
Il testo ora licenziato dalla
Commissione Giustizia non è accettabile in quanto
colpisce l’esclusività delle
funzioni e cancella l’autonomia gestionale e organizzativa
dei tribunali per i minorenni e
degli uffici del Pubblico Ministero Minorile
compromettendone il ruolo
propulsivo tanto nelle materie penali che civili.
E’ chiaro che l’assetto dell’ufficio
requirente così come delineato nella
proposta, avendo ricadute sulla
quantità e qualità del lavoro svolto e trasmesso
all’organo giudicante mette a
rischio la tempestività dell’azione giudiziaria nel
settore minorile, essenziale per la
salvaguardia della sua portata e valenza
rieducativa.
Non può esser richiamata, a tale
fine, l’esigenza di una prossimità che
potrebbe venire assicurata
comunque, con l’istituzione di sedi decentrate dei
Tribunali e delle Procure per i
Minorenni, mediante una proficua razionalizzazione
delle risorse esistenti. Pur
riconoscendo infatti la necessità di coniugare la suddetta
esigenza di accorpamento con quella
della specializzazione, tale coniugazione non
può esser realizzata a detrimento
della specificità delle attribuzioni e competenze
occorrenti in materia minorile e
familiare, indicata dalle stesse raccomandazioni
europee.
In conclusione si richiama invece l’attenzione
sull’iniziale proposta del
Governo, peraltro avanzata in
entrambi i rami del Parlamento, di istituire un
Tribunale e un Ufficio
specializzato autonomo di Procura che accorpi in sé le
competenze in materia di persona,
famiglia e minorenni, rispondendo a criteri e
principi condivisi non solo dall’avvocatura
specializzata ma da tutti gli organismi di
protezione dell’infanzia.
Si rammenta a tal riguardo che
proprio la suddetta condivisione evidenzia
come, qualsiasi disegno di
riorganizzazione di un settore complesso e delicato quale
quello minorile, non possa
prescindere dal rispettare il patrimonio di conoscenze e
competenze che negli anni si sono
sedimentate, in virtù dello sviluppo di prassi
operative di costante raccordo e
lavoro in rete con gli enti e le associazioni a vario
titolo impegnate, nella tutela dell’infanzia
e nella promozione di azioni educative
imperniate sulla centralità della
persona e del tessuto di relazioni in cui il minore è
inserito.
Per CGIL Nazionale Per FPCGIL
Nazionale
Gianna
Fracassi Salvatore Chiaramonte
Roma,
10 marzo 2016
Le
scriventi OO.SS., a seguito della riunione del 7 marzo, presentano i rilievi e
le
osservazioni
ad alcune disposizioni del Codice in oggetto.
Le
disposizioni del Codice prese in considerazione sono tutte e sole quelle che
esulano
dall’ambito
autorizzato dalla norma che ne prevede l’emanazione, l’art. 54, c.5, del d.
lgs.
165/2001,
di semplice integrazione e specificazione del
Codice generale dei dipendenti
pubblici
(emanato con d.p.r. n. 62/2013), che esclude l’innovazione sostanziale, invece
operata
dalle disposizioni in questione che già sotto questo profilo devono
considerarsi
illegittime
per eccesso di potere.
Come
esposto articolatamente nell’allegato, tali disposizioni, dopo approfondito
esame,
risultano
anche in netto contrasto con altre norme costituzionali, di legge (in
particolare
d.lgs.
165/2001 e Statuto dei lavoratori) e principi dell’ordinamento e pertanto
devono
considerarsi
illegittime sotto altri diversi aspetti. In particolare, l’art. 3 contiene
diverse
disposizioni
e clausole che violano i diritti fondamentali dei lavoratori come cittadini
(libertà
personale, libertà di manifestazione del pensiero) e le libertà sindacali
(discriminazione
dei ‘dirigenti sindacali’ nell’assegnazione di mansioni), imponendo
impropriamente
ai dipendenti obblighi e divieti esulanti dall’ambito del rapporto di lavoro
e
dal servizio e introducendo per tutto questo sanzioni non autorizzate dalla
legge.
Confidiamo
che l’Amministrazione voglia riconsiderare il testo del Codice alla luce dei
rilievi
e osservazioni presentati e modificare i punti segnalati nel senso di adeguarli
ai limiti
e
criteri previsti dalle leggi e norme rispettivamente citate nell’allegato,
anche al fine di
prevenire
il diffuso ed endemico contenzioso che, data la loro illegittimità, sarebbe
inevitabilmente
provocato dalla loro applicazione.
FP
CGIL CISL FP UIL PA
C.
Meloni D. Volpato E. Feliciani
Roma, 10 Marzo 2016
Continuano a pervenirci
documenti approvati e sottoscritti dai lavoratori da tutte le parti d’Italia
che
segnalano la situazione
di insostenibilità ormai acclarata in modo uniforme in tutto il territorio
nazionale.
La carenza negli
organici che aumenta vertiginosamente a causa dell’età media elevata dai
lavoratori,
l’assenza di concreti
segnali che rimettano in moto meccanismi occupazionali, le condizioni di
super lavoro non
retribuito, il mancato rispetto del contratto di lavoro rispetto alla
fruibilità di diritti
come le ferie, la
perenne emergenza da scadenza, la questione mai risolta del personale distaccato
dalla scuola, il
progressivo degrado delle condizioni organizzative del servizio sono gli
elementi
costanti che
caratterizzano questi documenti.
Che in molti casi sono
stati inviati anche agli Uffici politici i quali bellamente li restituiscono
senza
colpo ferire ai
dirigenti degli Uffici interessati, quasi il problema fosse solo loro. Una
sorta di indifferenza
ostentata ogni qualvolta
noi abbiamo posto questi temi al Ministro ed ai suoi diretti collaboratori.
Per questo riteniamo
utile inviarvi alcuni di questi documenti, ordini del giorno sortiti da
assemblee
e prese di posizione
sindacale a livello regionale, anche al fine di rendere comune la valutazione
sulla gravissima
situazione di degrado dei nostri Uffici.
E per questo teniamo non
più procrastinabile l’avvio della mobilitazione su base nazionale: il rispetto
della dignità dei
lavoratori e l’efficacia del servizio sono condizioni intrecciate, non è più
possibile
rincorrere scadenze
senza nessun intervento volto a migliorare le condizioni organizzative e
confidando
solo sul senso di
responsabilità dei lavoratori, che da solo è chiamato a sopperire alle carenze
ed
alla mancata volontà politica di porre rimedio ad una situazione così critica.
Sulla contrattazione nazionale:
siamo in attesa di una convocazione, che dovrebbe essere imminente,
per chiudere l’accordo sul FUA 2015.
La chiusura di questo accordo ci consentirà di aprire
immediatamente il confronto sul 2016
e in tale ambito formalizzare l’accordo che impegna concretamente
le risorse previste per le
progressioni economiche e poter procedere così alla definizione
dei criteri che comporranno il bando
relativo. In tale percorso ricordiamo devono ancora essere
affrontate materie delicate come la
mobilità dei lavoratori, i criteri di nomina dei revisori e l’utilizzo
dei fondi europei nella
contrattazione.
Su tutti questi temi vi terremo
puntualmente informati.
FP CGIL
NAZIONALE
Claudio Meloni