Un bando
sospeso e poi ripristinato, numeri che cambiano in continuazione, persino
l’accesso per la domanda è stato modificato è imposto tramite la rete interna
del ministero, senza sapere che non arriva dappertutto e che questa modalità
escluderebbe coloro che per motivi vari non sono in servizio. Insomma siamo di fronte all’ennesimo pasticcio. Un
bando evidentemente ingestibile: non si può proporre mobilità volontaria verso
uffici appena soppressi dall’ultimo blitz normativo del Ministro.
A noi sembra
più che altro un tentativo di mostrare i muscoli, velleitario e
controproducente. Ma ormai non ci meravigliamo più di nulla: una serie di
interventi sull’organizzazione del ministero la cui natura e finalità ogni
giorno si appalesa sempre di più, un bando di mobilità volontaria verso l’isola
che non c’è e dichiarazioni roboanti del rivoluzionario Ministro e della sua
corte ad uso mediatico. Noi chiediamo di vedere le nuove dotazioni organiche e
solo dopo la loro approvazione procedere con la mobilità volontaria. Ci pare
una richiesta di buon senso, non averla voluta accogliere è solo un pessimo
segnale che conferma che l’Amministrazione, nella sua direzione politica, sta
pervicacemente tentando di regolare i conti con le Organizzazioni Sindacali ed
i lavoratori.
Un fossato
scavato con i lavoratori e gran parte del mondo intellettuale e delle
associazioni che sta rivelando la nudità del re, facendo emergere una
incapacità gestionale ormai acclarata in una fase in cui si pensa di risolvere
le difficoltà imponendo un ritmo convulso alle cosiddette riforme. Persino gli
accademici internazionali hanno rivolto serie critiche ai progetti del
Ministro, ricordando quanto la gestione italiana della tutela del nostro
patrimonio culturale sia stata, in tempi ahimè lontani, punto di riferimento a
livello internazionale.
Mentre
invece per il Ministro, in alcune sue dichiarazioni a Repubblica, ad esempio il Parco dell’Appia Antica, altro
non è che un Ufficio della Soprintendenza romana, quasi un luogo di polverose
scartoffie e non un presidio attivo di tutela che ha restituito in lunghi e
faticosi anni un luogo unico alla fruizione dei cittadini.
Su questo si
misura la distanza siderale tra una gestione politica autoreferenziale, una
spocchia da presunti innovatori e la realtà di un ministero ridotto ai minimi termini
dai tagli indiscriminati e con i suoi
lavoratori costantemente ignorati ed in molti casi vituperati in nome di questa
presunta modernità.
Questa è la
triste situazione su cui ha chiuso il cerchio un impianto normativo (Sblocca
Italia, legge Madia e la cosiddetta riforma franceschiniana) che ha come vera
finalità la destrutturazione delle politiche di tutela, del resto
ampiamente annunciata nei programmi del
premier Renzi.
Per quello
che ci riguarda noi proseguiremo nelle azioni di contrasto a questo progetto e
intendiamo riprendere le vertenze sulle questioni che riguardano i lavoratori:
un bando di mobilità volontaria coerente con l’accordo sottoscritto e con le
nuove dotazioni organiche, il rispetto degli impegni assunti sul pagamento del
salario accessorio, l’immediato avvio del confronto sulle nuove progressioni
economiche, lo sblocco dei passaggi di area, la verifica delle condizioni di
sicurezza nei luoghi di cultura, messe in discussione dalle carenze degli
organici e dalle aperture sotto i minimi, l’occupazione e le risposte da dare
in termini programmatici su questo tema. Su questi punti ci aspettiamo risposte
immediate, il rispetto degli impegni. In caso contrario vorrà dire che si
assumeranno la responsabilità del conflitto che vanno cercando.
Sempre nella
stessa intervista il Ministro risponde alle critiche dell’Associazione Bianchi
Bandinelli definendo Ranuccio Bianchi Bandinelli un innovatore in palese
contrapposizione con l’Associazione che ne porta il nome, evidentemente
conservatrice. Insomma il Ministro ascrive questa prestigiosa figura alla sua
visione cosiddetta innovativa. Diremmo senza pudore.
Bene ha
fatto l’Associazione a pubblicare sul suo sito una lettera di Bianchi
Bandinelli di 55 anni fa, con la quale lo stesso motiva le dimissioni
dall’allora Consiglio Superiore incardinato nel Ministero della Pubblica
Istruzione.Una lettera impressionante per la sua attualità e che potrebbe
benissimo essere riproposta oggi, senza cambiare una virgola, esattamente come
giudizio alla riforma ‘innovatrice’ del Ministro combinato con quello
sull’operato dell’attuale Consiglio Superiore. Basta leggere l’ultimo verbale
del Consiglio, quello in cui è stata presentata la cosiddetta riforma, per
rendersene conto.
Nella stessa
pagina c’è l’invito al Ministro a partecipare alla marcia che l’Associazione ha
organizzato per sabato 13 febbraio sull’Appia Antica. Non sappiamo se
parteciperà, noi ci saremo di sicuro, e riteniamo che forte deve essere la
partecipazione dei lavoratori e dei cittadini in difesa di un sito archeologico
da sempre sotto minaccia speculativa e oggi pure nel mirino delle cosiddette
innovazioni propagandate dal Governo.
La marcia partirà dalle ore 10.00 da
villa dei Quintili e al seguente link troverete tutte le coordinate: http://www.bianchibandinelli.it/2016/01/30/sulle-orme-di-antonio-cederna-lungo-la-via-appia/
Ed è caldo
il nostro invito alla partecipazione.
Infine le
elezioni del Consiglio Superiore. Vi invitiamo a sostenere la nostra lista ed i
nostri candidati: proprio per mettere in discussione questa funzione cortigiana
del Consiglio abbiamo la necessità di portare al suo interno voci critiche e di
dissenso, espressione democratica e voce dei lavoratori.
E la presenza della
CGIL al suo interno è una garanzia per i lavoratori.
Roma, 10 febbraio 2016
Claudio
Meloni
FP CGIL
NAZIONALE MIBACT
09.02.2016 – Pubblichiamo la circolare che ha come obiettivo quello di dare direttive nelle modalità di mobilitazione delle colonne mobili
09.02.2016 – Al fine di consentire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di conoscere la posizione della Fp Cgil VVF, relativamente alle revisione dei due decreti legislativi 139 e 217 attualmente in fase di discussione, pubblichiamo il documento politico che non potrà dare adito ad ambigue interpretazioni
A
tutte le lavoratrici e i lavoratori del Corpo Nazionale VV.F.
Lavoratrici e lavoratori,
come
sapete è in atto il processo di revisione dei Decreti Legislativi 217/05 e
139/06.
Tale possibilità deriva
da un emendamento alla cosiddetta legge Madia, fortemente voluto, e quindi
ottenuto, dalla FP CGIL VVF, che per dieci lunghi anni ha sostenuto la completa
inefficacia di due provvedimenti legislativi che hanno prodotto, come unico
risultato, un progressivo ingessamento del Corpo Nazionale, una quasi totale
incapacità di gestione operativa ed amministrativa ed il peggioramento delle
condizioni professionali e lavorative di tutto il personale.
Abbiamo sempre sostenuto
che un sistema di regole dettate per legge avrebbe portato ad un irrigidimento
ordinamentale che poco o nulla si addice al lavoro del Vigile del Fuoco ed alla
necessaria flessibilità che occorre per lo svolgimento di un’attività che, per
sua stessa natura, deve avere la possibilità di adeguarsi continuamente e
rapidamente ai diversi scenari.
Pertanto, riteniamo di
dover ribadire la nostra posizione, da sempre espressa, di completa contrarietà
ad un rapporto di lavoro di tipo pubblicistico riaffermando con forza la
necessità di ritornare alla completa delegificazione del rapporto di lavoro.
La CGIL comunque, essendo
da sempre una organizzazione sindacale che non si sottrae al confronto, ritiene
doveroso esprimere le proprie opinioni sulle diverse bozze di articolati che ci
sono state sottoposte, nonché ribadire il proprio punto di vista su come
superare le attuali e future criticità.
Per quanto attiene al
D.Lgs. 139/06, nel mentre si apprezza lo sforzo per la definizione dei compiti
del Corpo Nazionale e la valorizzazione della figura del Capo del Corpo,
dobbiamo rilevare che il mantenimento di un doppio vertice, Capo Dipartimento/Capo
del Corpo, impedirà ai VVF di concretizzare quella autonomia tecnica,
amministrativa e gestionale coerente con i compiti e il ruolo che hanno nei
confronti dei cittadini e del Paese; per quanto ci riguarda, e per le ragioni
appena esposte l’unificazione del ruolo apicale in capo alla Dirigenza Generale
tecnica del Corpo e la sua sovraordinazione a tutti gli uffici centrali
dipartimentali, difesa civile compresa, resta il nostro principale
obiettivo.
Ma se autonomia deve
essere, e noi ne siamo convinti da sempre, diventa altrettanto imprescindibile
l’istituzione della Dirigenza Amministrativa quale adeguato terminale di tutte
quelle attività che garantiscono il funzionamento quotidiano di una struttura
complessa come è il Corpo Nazionale.
Apprezziamo anche la migliore definizione dei compiti dei Vigili del
Fuoco ma, nel caso di interventi congiunti con altri Enti ed Organizzazioni, riteniamo
ancora insufficiente la regolamentazione dell’attività di coordinamento e chiediamo,
pertanto, di individuare tutti gli strumenti necessari, anche legislativi, per
valorizzare le competenze del personale operativo del Corpo negli interventi di
soccorso tecnico urgente e di protezione civile.
Riteniamo altrettanto fondamentale completare il percorso di revisione
del DPR 76/04 sulla scorta di quanto fino ad ora concordato, sia per quanto
riguarda lo sviluppo omogeneo della componente volontaria del Corpo e la
regolamentazione dei rapporti tra personale permanente e volontario, che per
quanto riguarda la gratuità della prestazione.
Chiediamo che il testo
sia “ripulito” da tutti quei riferimenti normativi, ma anche lessicali come
“casermaggio”, che sono oramai superati dalle stesse modifiche, che
apprezziamo, circa la denominazione delle nostre strutture come “sedi di
servizio”.
Rileviamo che, inspiegabilmente, permangono ancora troppi impedimenti nel
riconoscere al personale con funzioni tecnico amministrative, contabili ed
informatiche quella specificità che deriva dal possesso delle competenze
necessarie per garantire una collaborazione concreta ed efficace nell’attività
complessa e delicata che svolge quotidianamente il personale operativo.
Nell’articolo relativo alle abrogazioni, oltre quanto già disposto, riteniamo
opportuno provvedere, nella parte che riguarda la legge 27 dicembre 1941, n.
1570, all’abrogazione della gerarchia (art. 7, quarto comma), ai compiti di
pubblica sicurezza (art. 8, primo comma), richiamo alle armi (18; 19 e 30).
Inoltre, considerando ormai passata la possibilità di essere chiamato in
servizio di leva, gli artt. 17; 21, secondo comma; 25, secondo comma e 107
della legge 13 maggio 1961, n. 469 – e, infine, l’eliminazione dell’art. 33
della legge 23 dicembre 1980, n. 930 per rimuovere ogni forma di discriminazione
nei confronti del personale amministrativo e tecnico informatico.
Per quanto attiene la bozza di proposta di revisione del D.Lgs. 217/05 riteniamo,
innanzitutto, necessario inserire il riferimento alla legge 7 agosto, n. 124,
di delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni
pubbliche, togliendo il riferimento alla legge 30 settembre 2004, n. 252 in
quanto, questa ultima, ha esaurito il suo “nefasto”compito.
Riteniamo imprescindibile una drastica riduzione delle qualifiche,
proliferate a dismisura con il D.Lgs. 217/05, che a nulla servono al Corpo
Nazionale. Particolare attenzione dovrà ricadere sul personale amministrativo
tecnico informatico, che nel 2005 grazie al D.Lg. 217, fu demansionato e
penalizzato anche economicamente per restituire quella dignità lavorativa che
per dieci anni è stata arbitrariamente sottratta.
Chiediamo che venga indicata nell’articolato l’anzianità necessaria per
poter accedere ai passaggi di qualifica interni, per tutto il personale del
Corpo, e la precisazione che detti passaggi avvengono anche attraverso
l’acquisizione di specifici percorsi formativi da definire con provvedimenti di
natura ministeriale o dipartimentale, valorizzando, quindi, non solo
l’anzianità, ma anche il merito e l’impegno del singolo nelle attività lavorative
quotidiane, così come la disponibilità ad accrescere competenze e conoscenza
attraverso la formazione.
Esprimiamo assoluta contrarietà alla previsione di utilizzare la sanzione
del “richiamo scritto” quale motivo di esclusione a partecipare alle suddette
procedure concorsuali e chiediamo il
ripristino di quanto già precedentemente previsto.
Poiché nel corso di questi anni si sono svolte diverse procedure concorsuali
per i passaggi di qualifica auspicando così la completa normalizzazione della situazione numerica dei Capi Squadra e
dei Capi Reparto, chiediamo con forza l’eliminazione della previsione che il
Vigile Coordinatore possa, in casi di necessità, svolgere le funzioni di Capo
partenza, per le quali non possiede le necessarie competenze di formazione né,
tantomeno, di qualifica, che sono proprie dei Capi Squadra.
Inoltre, chiediamo di inserire nel
settore aeronavigante anche il personale nautico e sommozzatore. Questo
consentirebbe al Corpo di avvalersi della componente specialista in maniera sinergica e coordinata grazie alla
creazione di un’unica area di competenza. Rimarrà invariata la valorizzazione
delle singole caratteristiche e campi di intervento, espresse attraverso tecniche, attrezzature e mezzi specifici.
Alla prima occasione contrattuale sarà quindi necessario unificare le
rispettive indennità rendendole fisse e ricorrenti sul trattamento economico
principale.
Esprimiamo apprezzamento sulla previsione di abbassare il livello di
“legificazione” del sistema ricorrendo, ove possibile, a provvedimenti di
natura ministeriale o dipartimentale ma, a questo punto, si deve prevedere un maggior confronto con le
Organizzazioni dei lavoratori attraverso un sistema di relazioni sindacali che
superi il “sentito” e consenta una effettiva condivisione, attraverso tutti gli
strumenti di partecipazione sindacale, dei processi di formazione dei
provvedimenti stessi.
Per quanto riguarda il personale tecnico direttivo, l’esperienza maturata
negli ultimi anni ha dimostrato che la collocazione nell’area contrattuale della dirigenza non è
mai stato un traino tale da concretizzare migliori condizioni economiche e professionali,
anzi, diremmo che piuttosto è stato un limite. Far confluire questo personale
nell’area non dirigenziale determina, a nostro avviso l’apertura di spazi,
soprattutto contrattuali, in grado di valorizzarne al meglio ruolo e specifiche
funzioni, anche, ed a maggior ragione, attraverso un sistema di partecipazione
e rappresentanza più forte e mirato di quello attuale.
Per quanto attiene, invece, all’istituzione dei
ruoli direttivi speciali (sia operativi, che amministrativi e informatici)
chiediamo che questi vengano impostati tenendo conto dei percorsi formativi e
di anzianità di servizio del personale e che, per le posizioni apicali, abbiano
le stesse declaratorie funzionali e le stesse retribuzioni dei ruoli direttivi
ordinari (sempre operativi, amministrativi e informatici); mentre invece il
percorso di carriera dovrà necessariamente tenere conto del titolo di studio,
imprescindibile per la prosecuzione nella vice dirigenza e dirigenza.
Riteniamo, quindi, che il ruolo direttivo speciale
venga inteso, non tanto come una condizione straordinaria ad esaurimento, ma la
naturale valorizzazione di un lungo percorso lavorativo, mentre il ruolo
direttivo ordinario, al quale si accede per concorso pubblico o interno e con
il requisito del possesso della laurea magistrale, sia il momento iniziale di
un percorso lavorativo che potrà sfociare nella dirigenza.
Chiediamo che venga, finalmente, data attuazione a
quella specificità, contenuta nella Legge 183/10 che, fino ad oggi, si è
rivelata soltanto una parola alla quale non sono seguiti i necessari contenuti.
Esigiamo, pertanto, che vengano messi in campo tutti gli sforzi necessari per
il riconoscimento di una indennità di specificità da corrispondere a tutto il
personale attraverso una parametrazione da effettuare in sede di contrattazione
decentrata nazionale.
Riteniamo inoltre necessario che vengano gettate le
basi per la trasformazione di alcune delle indennità accessorie in trattamento fisso e
continuativo che concorrerà, indipendentemente dalla presenza in servizio, a
formare il trattamento economico fondamentale.
Siamo perfettamente coscienti di essere in presenza di provvedimenti legislativi
e che, pertanto, gli stessi non fanno parte di alcun sistema di partecipazione
sindacale, ma siamo altrettanto convinti che soltanto con l’apporto dei
rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo Nazionale sarà
possibile l’elaborazione di un impianto normativo che superi l’attuale
ordinamento e i danni che lo stesso ha prodotto e, infine, tenuto conto che molte
delle cose proposte trovano una convergenza unitaria tra i Sindacati
Confederali auspichiamo che possano essere accolte dall’Amministrazione.
In conclusione, pur ritenendo la nuova proposta migliorativa rispetto
alla precedente, riteniamo fondamentale venga adeguatamente riconsiderato
quanto sopra accennato, poiché, per quanto ci riguarda, è l’unico modo per consentire
al Corpo Nazionale di uscire dalle sabbie mobili in cui si è impantanato in
questi anni e di poter svolgere in modo migliore e più efficace i propri
compiti istituzionali al servizio della cittadinanza.
Roma,
09.02.2016
Coordinatore Nazionale
FP CGIL VVF
Danilo ZULIANI
proposta di modifica unitaria
Roma, 9 febbraio 2016
Al Direttore Generale della DGSIA
Pasquale Liccardo
In considerazione della prossima attuazione delle
modifiche organizzative dovute al nuovo Regolamento di Organizzazione e suoi
decreti attuativi si chiede un incontro per discutere delle ricadute sul
personale della DGSIA.
Si rammenta a codesta Direzione che le
scriventi da tempo hanno chiesto un confronto su varie tematiche che
coinvolgono il personale ad oggi senza alcun esito.
Si resta in
attesa di sollecito riscontro,
FPCGIL CISL FP UILPA
Grieco Marra Amoroso
Con l’ avvio delle
lavorazioni del Lotto3 prosegue l’attività di consolidamento della
banca dati delle posizioni assicurative dei dipendenti pubblici.
Viene così reso
disponibile un lotto di posizioni che interessa circa 450mila
iscritti e con cui si completa l’implementazione di tutte le
posizioni dei dipendenti degli enti locali.
La
circolare 12 del 29 gennaio 2016 fornisce le istruzioni
operative per la lavorazione e la sistemazione delle posizioni
assicurative; un successivo messaggio conterrà le indicazioni ai
fini della liquidazione della pensione.
Il
Lotto 3 è distinto in:
*Lista 1, che comprende
circa 20mila soggetti che potranno conseguire la pensione di
vecchiaia o anticipata nel 2016 ;
*Lista 2, riguardante i
restanti iscritti.
Prende finalmente avvio
in forma generalizzata l’erogazione del trattamento di pensione
degli iscritti dipendenti di enti locali sulla base delle
informazioni presenti nel conto assicurativo consolidato, così gli
enti non dovranno più trasmettere il modello ma completare il conto
assicurativo con le informazioni necessarie.
Si allega la circolare 0046496 dell’8 febbraio 2016 sull’oggetto sopra indicato.
p. la FP CGIL NAZIONALE
Massimiliano Prestini
L’INPS (Direzione Centrale Prestazioni
a Sostegno del Reddito) ha emanato, lo scorso 4 febbraio, la
circolare n. 22/2016, che ha come oggetto l’Operatività del fondo
di integrazione salariale e la modalità di presentazione delle
domande di accesso alle prestazioni garantire dal Fondo (assegno
ordinario e assegno di solidarietà, per la tutela in costanza di
rapporto di lavoro).
Al di là delle materie più esplicitamente “tecniche” ci sembra
utile questo materiale perché le nostre strutture cominciano a
prendere confidenza con questo strumento, che ha sostituito, dal 1
gennaio 2016 il Fondo residuale, e che sarà lo strumento da
utilizzare per tutte le situazioni di “crisi” occupazionale per
tutte le aziende (che occupano mediamente più di cinque
dipendenti) dei nostri settori non coperti dalla cassa
integrazione.
Roma, 8 febbraio 2016
Al
Capo Dipartimento dell’O.G.Reggente
dott.
Antonio Mura
Al
Direttore Generale del Bilancio e della Contabilità
dott.
Lucio Bedetta
e,
p.c.
Al
Direttore Generale
del
Personale e della Formazione
dott.ssa
Emilia Fargnoli
Oggetto:
Ritardi nel pagamento dell’emolumento-percentuale ex art. 122,
primo comma, D.P.R. 1229/59. Richiesta di un urgente incontro – 2°
sollecito.
Le
scriventi OO.SS. segnalano il ritardo nella liquidazione agli Uffici
NEP dell’emolumento stipendiale di cui all’oggetto fermo al
pagamento del quarto bimestre 2015.
Rappresentano
che con note del 23.09.2015 e 22.05.2015 le scriventi hanno già
sollecitato un urgente incontro per affrontare le problematiche, a
tutt’oggi ancora insolute, riguardo tale voce retributiva spettante
agli ufficiali giudiziari, all’acquisizione dei dati relativi alla
quantificazione dei crediti recuperati dall’erario in materia di
spese di giustizia e alle verifiche effettuate dall’Amministrazione
Giudiziaria sulla completezza dei dati relativi agli importi dei
codici tributo utilizzati e comunicati dalla Sogei S.p.A., per conto
dell’Agenzia delle Entrate, per individuare la base di calcolo
dell’emolumento in questione.
Data
la contingenza della riorganizzazione in atto degli Uffici
dell’Amministrazione centrale del Ministero della Giustizia per gli
effetti del Decreto ministeriale del 3 febbraio 2016, nonché, in
considerazione della particolare esperienza e specifica conoscenza
acquisita dalla Direzione Generale del Bilancio e della Contabilità
del D.O.G. sulla materia della retribuzione degli ufficiali
giudiziari, con particolare riferimento all’emolumento-percentuale
di cui trattasi – la cui gestione effettiva risale al 2004, previi
accordi presi nel 2003 e affinché non si determinino ulteriori
disservizi e ritardi che vadano a ledere gravemente i diritti
patrimoniali dei Lavoratori, le scriventi OO.SS. ritengono che detta
competenza continui ad essere opportunamente assegnata a codesta
Direzione Generale.
Restano
in attesa di sollecito riscontro.
Distinti
saluti.
FP
CGIL Nicoletta
Grieco
CISL FP Eugenio Marra
UIL PA Domenico Amoroso
Roma, 8 febbraio 2016
Al
Ministro della Salute
Beatrice
Lorenzin
Alla
Ministra della Pubblica
Amministrazione
ed Innovazione
Marianna
Madia
Al
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Giancarlo
Padoan
All’Amministratore
dell’Ente
Strumentale
CRi
Patrizia
Ravaioli
Ci giunge notizia che le lavoratrici e i
lavoratori della Croce Rossa italiana abbiano percepito con ritardo il
pagamento degli stipendi del mese di gennaio, con conseguenze gravi per gli
stessi lavoratori e le loro famiglie.
Tale situazione sta determinando forte
preoccupazione per il reale stato
economico e finanziario dell’Ente strumentale che sembra essere fuori bilancio
al punto da essere costretto a suddividere i pagamenti in due diverse
emissioni.
Nostro
compito è tutelare e garantire le retribuzioni degli operatori della CRI. e non
stabilire quali e dove siano le responsabilità di un tale disastro, ma
riteniamo necessario ed indifferibile un intervento politico da parte delle
SS.VV. volto a chiarire immediatamente la situazione e ad assicurare il
pagamento delle somme spettanti a tutti i lavoratori, anche quelle derivanti
dai contenziosi e dei tfr.
Al
fine di conoscere quali
siano gli intendimenti per far fronte alla situazione economica chiediamo un
incontro urgentissimo.
Rimanendo in attesa di sollecito riscontro, porgiamo
distinti saluti.
Il
Segretario Nazionale FPCGIL
Salvatore Chiaramonte
Coordinamento Nazionale Polizia
Penitenziaria
COMUNICATO
Si è tenuto in data odierna
presso il DAP il primo incontro tra le organizzazioni sindacali rappresentative
del Corpo di Polizia Penitenziaria ed il nuovo Capo del Personale.
Nel suo intervento la FP CGIL
ha messo in evidenza la necessità di imprimere un’accelerazione al confronto,
che negli ultimi tempi è venuto a mancare, tra la parte pubblica e le
organizzazioni sindacali su una serie di questioni che interessano molto da
vicino il personale di Polizia Penitenziaria.
Per questo motivo, al fine di
recuperare il tempo perso dall’amministrazione negli ultimi anni, ha chiesto di
mettere in calendario con urgenza una serie di incontri sui seguenti temi:
1) mobilità ordinaria del
personale appartenente al ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori;
2) dotazioni organiche e
criteri di mobilità del personale di Polizia Penitenziaria nelle sedi extra
moenia;
3) riordino delle carriere
del personale delle Forze di Polizia;
4) ipotesi di accordo sul
F.E.S.I. 2016;
5) stress lavoro-correlato e
benessere organizzativo.
Abbiamo inoltre ribadito la
richiesta di avviare quanto prima la procedura concorsuale della prova scritta
del concorso interno per l’accesso alla qualifica iniziale del ruolo degli
ispettori, ferma al 2010, e di emanare un concorso per l’accesso al ruolo dei
sovrintendenti. Altro aspetto da affrontare con urgenza è quello dello
smaltimento del lavoro arretrato in materia di trasferimenti ex legge 104/92.
Anche in questo caso l’amministrazione ha dimostrato una certa lentezza nel
rispondere alle istanze avanzate dal personale, cosa che non ha consentito a
persone diversamente abili di vedersi riconosciuto un diritto normativamente
previsto. Infine, abbiamo chiesto al Capo del Personale di fare una rilevazione
sulla distribuzione delle uniformi, che non risultano sufficienti a garantire
le reali esigenze del personale che lavora negli istituti penitenziari, e sulla
sicurezza sui luoghi di lavoro, argomento da sempre trascurato
dall’amministrazione penitenziaria.
Il Dottor Buffa ha replicato
sostenendo di condividere il metodo di lavoro proposto. Ha precisato di
ritenere fondamentale la necessità di stabilire delle regole e di pretendere il
loro rispetto da ambo le parti. Ha ribadito che nella sua carriera
professionale ha vissuto di confronto e che non ha nessuna intenzione di
cambiare atteggiamento in questa sua nuova veste. Ha concluso dicendo di aver
già messo in calendario una serie di incontri con le organizzazioni sindacali
sui temi indicati e di voler procedere quanto prima, con il consenso del Capo
del Dap, ad aprire i tavoli di confronto.
La FP CGIL coglie
positivamente l’apertura al confronto fatta dal Capo del Personale e lo attende
alla prova dei fatti, nella speranza che questa sia la volta buona per una
reale svolta nell’amministrazione penitenziaria.
Vi terremo informati sui
futuri sviluppi della vicenda.
Roma, 8 febbraio 2016
p. la FP CGIL NAZIONALE
Massimiliano Prestini
Roma, 5 Febbraio 2016
Si
è tenuta lunedì scorso in videoconferenza la riunione del Coordinamento
nazionale Fp Cgil del C.F.S..
Di
seguito alla relazione introduttiva avanzata dal Segretario nazionale con
delega al Comparto sicurezza, Salvatore Chiaramonte, è intervenuta la
Coordinatrice nazionale Francesca Fabrizi che ha partecipato le iniziative –
del cartello e di organizzazione – fin qui realizzate a sostegno dei lavoratori
del Corpo forestale dello Stato nella difficile vertenza/battaglia intrapresa
contro l’accorpamento all’Arma dei Carabinieri e la militarizzazione del
relativo personale, già previsto dalla legge n. 124/2015 e di recente
confermato dall’emissione decreto attuativo ad opera del Consiglio dei
Ministri.
Concludendo
il suo discorso, Francesca ha informato e chiesto a tutti di voler partecipare
ad alcune iniziative organizzate insieme al cartello dei sindacati del CfS
(incontro con il M5S, presidio terra dei fuochi, San Remo con striscione, V^
Colonna in tv), per arrivare insieme allo sciopero di tutto il personale del
CFS, proponendo anche di coinvolgere maggiormente la Cgil e, in particolare, la
Segretaria generale Susanna Camusso, alla quale riteneva opportuno chiedere di
rendere pubblica la posizione della Cgil con una sua dichiarazione a sostegno.
Ha,
poi, chiesto ed ottenuto la parola Niviano La Penna, il quale a nome e per
conto di Tiziano Latini, Claudia Cindolo, Luca De Leoni, Ezio Di Cintio,
Roberto Iezzi, Niviano La Penna e Antonio Ali ha letto un documento che, in
sostanza, esprimendo pieno sostegno e riconoscenza alla coordinatrice
nazionale, ne rivendicava l’autonomia funzionale, condividendo le attività fin
lì prodotte e avanzando alla funzione pubblica talune richieste di sostegno,
proposte anche mediante l’adozione di talune significative iniziative pubbliche,
di organizzazione e di cartello.
Si
sono poi succeduti gli interventi delle compagne e compagni collegati (Tiziano
Latini, Luca De Leoni, Claudia Cindolo, Paolo Camardella, Francesca Casalucci,
Giorgio Gennaro, Corrado Bortoli, Luca Ricciotti, Alda Germani, Antonio Alì e
altri) tra i quali si è anche inserita, per offrire un contributo tangibile
alla discussione e testimoniare l’importanza che assume la vertenza intrapresa
sul CFS per tutta la Funzione pubblica, anche la segretaria generale, Rossana
Dettori.
In
conclusione dei nostri lavori, ha ripreso la parola Salvatore Chiaramonte, che
a nome e per conto della segreteria nazionale della Funzione Pubblica, ha fatto
la sintesi della discussione rassicurando i presenti circa il pieno appoggio e
sostegno della federazione e della Cgil, e la contestuale assunzione di una
serie di impegni a supporto della vertenza e delle iniziative avviate e/o da
iniziare, tra le quali quella di natura legale,
per la costruzione dei ricorsi amministrativi da proporre al TAR del
Lazio ed in sede europea.
Sarà
una lotta lunga e dura, che la Cgil intende sostenere insieme alla Fp Cgil e ai
lavoratori del Corpo per contrastare un’idea del governo che rischia di
provocare danni inimmaginabili al Paese e al suo ambiente naturale, alla flora
e alla fauna, costantemente minacciato dalle ecomafie e dalla diffusa
criminalità organizzata, e difendere gli stessi operatori coinvolti, costretti
loro malgrado a sottostare ad uno status militare che non vogliono e che la
stessa Unione Europea chiede ai paesi membri di non adottare per i Corpi di
Polizia a competenza generale e specialistica, nella consapevolezza di avere il
diritto e il dovere di provare a far prevalere le proprie fondate ragioni
difronte ad una costrizione governativa che non ha alcun motivo di sussistere,
e che peraltro non ha eguali in Europa.
La Coordinatrice
nazionale Fp Cgil
Francesca Fabrizi
Il
Responsabile nazionale Fp Cgil
Corpo Forestale dello Stato
Comparto
Sicurezza
Francesco Quinti