Roma, 20 gennaio – “L’istituzione di un albo nazionale dei manager in
sanità è un passo in avanti per la trasparenza ma presenta anche
pericoli per i cittadini”. E’ quanto affermano il segretario nazionale
della Fp Cgil, Cecilia Taranto, e il segretario nazionale della Fp Cgil
Medici, Massimo Cozza, in vista del decreto attuativo della legge Madia
oggi in Cdm.
Per i due dirigenti sindacali “in un quadro di
riduzione delle prestazioni sanitarie pubbliche, spesso camuffata da
lotta agli sprechi, non vorremmo che il criterio della meritocrazia
nella scelta dei manager veda premiato chi taglia rispetto a chi
garantisce le cure”.
Secondo Taranto e Cozza “se il manager non
raggiungerà gli obbiettivi economici finanziari sarà soggetto alla
decadenza automatica dall’incarico con cancellazione dall’elenco
nazionale. Basti pensare alla nuova norma della Legge di Stabilità che
prevede l’obbiettivo del piano di rientro triennale per i manager delle
aziende ospedaliere che presentano uno scostamento tra costi e ricavi
pari o superiore al 10 % o di almeno 10 milioni di euro. Questo
riguarderà un’azienda ospedaliera su quattro secondo i dati Agenas 2014,
a partire dal San Camillo di Roma con 159 milioni di euro da trovare. O
tagli, o vai via”, concludono.
–
In allegato il questionario inviato alle strutture regionali (da compilare) in merito alla spendibilità dei buoni pasto elettronici da parte dei dipendenti delle Sedi
Regionali della Corte dei conti.
COMUNICATO UNITARIO
Con
il messaggio Hermes n.191 del 18 gennaio scorso l’Amministrazione ha pubblicato
il bando per i passaggi di posizione economica all’interno dell’area A.
Per quanti?
Con
quali risorse?
Non
con quelle del CCNI 2016 visto che addirittura ancora dobbiamo ancora sottoscrivere
il CCNI 2015.
E
allora perché esce il bando?
Per
dare risposte alle lavoratrici ed ai lavoratori?
Dubitiamo
che la pubblicazione del bando sia il segnale di una mutata considerazione nei
confronti dei colleghi dell’Area A.
Delle
donne e degli uomini che continuano a far marciare la macchina dell’INPS l’Amministrazione
ha una scarsissima considerazione e si vede da
come si sta comportando sulla contrattazione integrativa e dal fatto
che, mentre si preoccupa di chiedere
deroghe normative per comprare i francobolli utili a spedire le buste
arancioni, nessuno sforzo è stato fatto
per ottenere deroghe che consentissero i passaggi tra le Aree e nuove
assunzioni dall’esterno.
Noi
crediamo che questa sia un’operazione tesa soprattutto a dividere ulteriormente
il personale e a condizionare il tavolo
di confronto o meglio ancora una sorta
di pietosa pacca sulla spalla di chi da sempre chiede giustizia e attenzione e
non trova alcuna risposta.
Si
apra da subito il confronto sul contratto integrativo: è quello, infatti, l’unico luogo deputato a definire le modalità
di distribuzione delle risorse del fondo di ente, comprese quelle necessarie ai
passaggi.
La decisione
dell’Amministrazione di far uscire i bandi per i passaggi all’interno dell’area
A senza alcun preventivo confronto con le organizzazioni sindacali e senza la
definizione di risorse è una vera e propria provocazione a cui rispondiamo
chiedendo l’immediata riapertura del tavolo di confronto per la definizione del
contratto integrativo 2015 e delle relative
selezioni che a questo punto (ed è la stessa Amministrazione che non
indicando i numeri lo certifica ) non può che riguardare l’intero personale
delle tre Aree.
Roma, 20 gennaio 2016
FP
CGIL/INPS
Oreste
CIARROCCHI
CISL FP/INPS
Paolo
SCILINGUO
UIL
PA/INPS
Sergio
CERVO
Roma, 19 gen. (AdnKronos) – “Con una nota indirizzata al ministro
dell’Economia Pier Carlo Padoan e all’Ispettorato generale per gli
ordinamenti del personale e l’analisi dei costi del lavoro pubblico –
I.G.O.P. abbiamo chiesto di valutare attentamente i costi che dovrebbero
sopportare i cittadini dall’assorbimento del Corpo forestale dello Stato
da parte dell’Arma dei Carabinieri”. Lo dichiarano i segretari generali
del Sapaf Marco Moroni, dell’Ugl Danilo Scipio, del Snf Andrea Laganà,
della Fns Cisl Pompeo Mannone, della Cgil Cfs Francesca Fabrizi e del
Dirfor Maurizio Cattoi. “Abbiamo più volte evidenziato – dicono – come
questa operazione di pura facciata non determini risparmi nè
razionalizzazioni ma solo costi aggiuntivi iniziali per divise nuove,
tinteggiatura dei mezzi e corsi di formazione, nonché ulteriori oneri
per riallineare i diversi trattamenti stipendiali, ora nettamente
sbilanciati a favore dei generali dell’Arma e rimpiazzare il personale
che non accetterà di essere militarizzato coattivamente e farà altre
scelte lavorative”. Secondo le organizzazioni di rappresentanza dei
forestali, “esistono soluzioni, senza oneri, alternative all’assurdo
progetto di assorbimento del Corpo forestale dello Stato da parte
dell’Arma dei carabinieri, quali ad esempio l’istituzione di una
Direzione centrale a composizione interforze all’interno del
Dipartimento della pubblica sicurezza, molto più funzionale e razionale,
che disinnescherebbe anche i contenziosi di natura costituzionale
causati dalla militarizzazione obbligatoria, ma sino ad oggi –
concludono – non abbiamo trovato un interlocutore autorevole all’interno
dell’esecutivo che abbia avuto il coraggio di ascoltare nel dettaglio la
nostra proposta. Il presidente Renzi ha già deciso e non torna indietro,
non è una risposta accettabile, sia in termini di democrazia partecipata
che di buonsenso.”
Comunicato unitario
In data odierna è ripreso
il confronto del tavolo tecnico presso l’Ufficio di Gabinetto, che
ha consentito di definire il metodo di lavoro per giungere alla
definizione di un atto per concordare la distinzione delle funzioni
tra personale civile e militare.
L’obiettivo è di
concludere il lavoro entro il primo trimestre del corrente anno ed a
tal fine sono state programmate ulteriori riunioni che si terranno il
28 gennaio ed il 3 febbraio 2016.
Cordiali
saluti
Roma, 19 gennaio 2016
FP CGIL Francesco Quinti
CISL FP Paolo Bonomo
UIL PA Sandro Colombi
Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl
Roma,
12 gennaio 2016 – “L’ipotesi di un taglio del personale delle Camere di
commercio del 15%, ovvero circa mille lavoratrici e lavoratori, è
inaccettabile. Si rischia per questa via l’ennesimo attacco al lavoro
pubblico, tra una pesante riduzione delle risorse derivante dal taglio
del diritto annuale e, come apprendiamo, una ‘sforbiciata’ rilevante del
personale impiegato”. Ad affermarlo sono la Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl
in merito a indiscrezioni relative ad uno dei decreti delegati della
riforma Madia.
Il solo criterio guida, proseguono i sindacati,
“qui come in altre scelte che hanno caratterizzato le politiche relative
al lavoro pubblico di questo governo, della riorganizzazione del
sistema camerale sembrano essere i tagli, alle risorse e al personale.
Replicando per questa via l’incertezza occupazionale, l’impoverimento
dei servizi ai cittadini e il fragile equilibrio di bilancio che ha
investito in questi anni il processo di riforma del sistema delle
province”.
Cgil Cisl e Uil chiedono per questo al governo “di
ritirare e smentire questa ipotesi nefasta per il sistema camerale, in
netto contrasto con quanto previsto dalla delega, che di fatti garantiva
‘il mantenimento dei livelli occupazionali’. Nel caso il decreto
dovesse contenere queste indiscrezioni ci opporremo con tutti i mezzi,
per evitare una complicazione irreversibile nei confronti di una
delicata vertenza”, concludono.
Roma, 13 Gennaio 2016
Al
Direttore dell’Agenzia Industria Difesa
Dott. Gian Carlo Anselmino
Oggetto: richiesta incontro.-
Egregio
Direttore,
in ragione delle preoccupazioni
manifestate dalle lavoratrici e dai lavoratori impiegate/i negli stabilimenti di
AID anche per il proprio futuro lavorativo, e della necessità di comprendere appieno
gli obiettivi strategici che l’agenzia intende raggiungere al 31 dicembre 2016
e oltre, le scriventi organizzazioni sindacali Le chiedono di programmare
quanto prima possibile un incontro tra le parti, ovviamente a tavoli separati.
Si resta in attesa di cortese
riscontro.
Con viva cordialità
FP CGIL CISL
FP UIL PA
Francesco Quinti Paolo Bonomo Sandro Colombi
Coordinamento Nazionale Polizia
Penitenziaria
Prot. n. CS 03/2016
Roma, 19 gennaio 2016
Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. Santi Consolo
e, p.c. Al vice Capo del Dipartimento A.P.
Dot. Massimo De Pascalis
Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dot.ssa Pierina Conte
Oggetto: mobilità ordinaria del personale del ruolo dei
sovrintendenti e degli ispettori.
Egregio Presidente,
la mancata previsione di concorsi per l’accesso alla qualifica
iniziale del ruolo dei sovrintendenti ha sostanzialmente bloccato la mobilità
ordinaria del personale di Polizia Penitenziaria appartenente al suddetto
ruolo.
Considerato che parte del personale attende con ansia la
possibilità di poter raggiungere il proprio nucleo familiare, dopo anni di
sacrifici fatti lontano dall’affetto dei suoi cari, la FP CGIL sollecita
l’avvio delle procedure per la mobilità ordinaria del personale di Polizia
Penitenziaria del ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori.
Si resta in attesa di un cortese celere riscontro.
Il Coordinatore Nazionale DAP FP CGIL
Massimiliano Prestini
19.01.2016 – Circolare EM 12/2016 recante Contrasto al Rischio Acquatico (CRA) – Soccorritori fluviali-alluvionali (SFA) e Soccorritori acquatici (SA).
MIBACT, no
dei sindacati all’ipotesi Soprintendenze
uniche
CGIL FP CISL FP UIL PA: basta riforme senza
investimenti, così si indebolisce
la tutela del territorio
Contrarietà nel metodo e nel
merito all’ipotesi di accorpare le diverse Soprintendenze del MIBACT,
unificando quelle archeologiche
con quelle alle Belle arti e al Paesaggio, è quanto hanno
espresso CGIL FP, CISL FP e UIL PA dopo l’incontro con il Ministro dei Beni
Culturali Franceschini, che ha illustrato un DM di prossima emanazione in
applicazione di quanto previsto nella Legge di stabilità 2016.
Nel metodo – spiegano i
rappresentanti sindacali – è l’ennesimo intervento a gamba tesa nel mezzo di
una riforma in corso che, peraltro, ha già palesato tutti i suoi limiti, senza
peraltro aver fornito alcun testo, che a seguito di nostre insistenze ci verrà
consegnato dopo l’illustrazione che effettuerà oggi pomeriggio al Consiglio
Superiore e domani presso le commissioni Parlamentari competenti. Si prospetta
un ulteriore intervento normativo senza aver prima risolto i molteplici
problemi organizzativi del MIBACT, a partire dalla carenza di personale in
particolare nei profili specialistici, e senza aver completato l’avvio dei
nuovi poli museali. Nel merito, il ministero dimentica che il punto di forza
cui è ancorata la sua funzione costituzionale, la tutela e salvaguardia del
patrimonio culturale e del paesaggio, passa attraverso le Soprintendenze.
L’intero territorio italiano è
cosparso di siti archeologici (132 aree archeologiche, 106 musei aperti al
pubblico, numerosi siti subacquei), di collezioni e monumenti sia pubblici che
privati, di cantieri di scavo e di restauro, cui si aggiungono i tantissimi
interventi di archeologia preventiva connessi alla realizzazione di servizi e
infrastrutture. La tutela architettonica e paesaggistica, storico-artistica,
etnoantropologica, archeologica, sono eccellenze italiane uniche in Europa. Ma
il numero di funzionari archeologi e professionisti della tutela chiamati a
presidiare e salvaguardare questo immenso patrimonio, contrastare le attività
illecite di scavo e traffico di oggetti antichi, e fare da argine al consumo
del territorio, è sempre più esiguo rispetto al fabbisogno.
Cittadini e istituzioni locali
devono comprendere che queste funzioni non possono esser messe a rischio, per
non dire soppresse, da quell’operazione di pura ragioneria che sarebbe la
fusione delle Soprintendenze in un ammasso indistinto. Purtroppo le
disposizioni della Legge Madia, assunte a modello di riferimento per accorpamenti
e riduzioni di uffici dirigenziali, nel caso delle Soprintendenze rischiano di
abbattersi come una mannaia sulle loro già esauste capacità operative.
Significa disarticolare e disperdere le professionalità altamente specializzate
di tanti funzionari e tecnici che oggi, pur in un contesto generale di
malfunzionamento, possono operare in ambiti lavorativi ben distinti e con
competenze definite. Abbiamo rappresentato inoltre che è sbagliato procedere ad
una ulteriore riorganizzazione senza porsi il problema di valorizzare il
personale in servizio e reperire risorse aggiuntive per finanziare
professionalità, formazione e produttività. Al riguardo, la risposta del
Ministro è stata insoddisfacente in quanto ha assunto un impegno generico, non
meglio specificato.
Non è al cambiamento che
diciamo no – puntualizzano i sindacati – ma al rischio di consegnare il
territorio agli interessi degli speculatori. Già oggi, tra grandi opere ed
espansione edilizia senza controllo, il consumo di suolo in Italia è di 8mq al
secondo, il triplo della media europea. È imperativo non depotenziare quei
presidi di base che sono le Soprintendenze; al contrario, bisogna mantenere in
capo ad esse la direzione tecnica e scientifica nell’articolazione attuale
storicamente collaudata, e dotarle di risorse da investire nel rafforzamento
delle competenze.
Roma, 18 gennaio
2016
FP CGIL CISL FP UIL PA
Meloni Volpato Feliciani
Roma 18.01.2016
Al Segnatario Generale della PCM
Paolo Aquilanti
Palazzo Chigi
Al Capo Dipartimento della Protezione Civile
SEDE
E, p c
Al Capo Dipartimento per le politiche di gestione,
promozione e sviluppo delle risorse umane e strumentali
Palazzo Chigi
Oggetto: organigramma DPC
La nota DIPRUS con la quale si informano le OO.SS. sul riordino del Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è un atto dovuto e unilaterale. Riteniamo che la contrattazione sindacale debba essere modificata, che occorra un nuovo Statuto dei lavoratori e per questo la CGIL sta
promuovendo la Carta dei Diritti Universali del Lavoro, cioè, una raccolta di norme destinate a tutto il mondo del lavoro, con l’ambizioso obiettivo di far diventare la Carta una legge d’iniziativa popolare per ridare dignità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, tramite anche la possibilità di poter
negoziare le proprie condizioni di lavoro.
Abbiamo avuto modo di esprimere le nostre perplessità sull’architettura dell’organigramma del DPC durante un incontro con il Capo dello
stesso Dipartimento, facendoci portavoce delle istanze raccolte in assemblea con i lavoratori del DPC (allegato 1)
In quella sede abbiamo chiesto di rinviare la riorganizzazione, sia perché essa era stata pensata e formulata in un contesto socio-politico ed economico sensibilmente mutato, sia perché è in discussione in Parlamento un DDL di riforma della Protezione civile (PC) che ne ridefinirà
la missione istituzionale.
Nonostante tali perplessità, che rimangono tutte quante, prendiamo atto che si è proceduto comunque all’ennesima riforma dell’organigramma del DPC.
Restano le questioni che da tempo questa Organizzazione Sindacale ha posto, e che non hanno ancora avuto risposta: dalla collocazione del servizio meteorologico distribuito presso il DPC, alla mobilità del personale, interna e non, alla progressione delle carriere.
I due punti che oggi riteniamo cruciali – peraltro già segnalati con note alle quali non abbiamo ancora avuto risposta (allegato 2) – sono l’assegnazione di posti dirigenziali di I e II fascia, visto anche l’emendamento n.233 della finanziaria 2016 che conferma un numero, seppur teorico, di 15 dirigenti da reclutare in DPC, e la legittima progressione di carriera di tutto il personale del DPC.
Auspichiamo che i dirigenti non vengano “nominati”, e che si ponga fine alla quindicennale stagione del criterio “ad personam” di selezione, alle procedure concorsuali “discutibili”, alla stagione degli “sfigati” (citando lo stesso ex capo DPC). Chiediamo che si faccia chiarezza sulle risorse disponibili per il nuovo assetto dirigenziale.
Questa Organizzazione ha chiesto, e non ha ottenuto risposta, in merito alle procedure concorsuali e alle relative risorse previste dalla Legge 152/2005.
Auspichiamo anche che questa riorganizzazione sia l’occasione per discutere con trasparenza i processi interni al Dipartimento, e in particolare i criteri e le procedure di assegnazione di incarichi a funzionari, apicali e non, dell’Amministrazione.
Saranno le modalità con le quali si vuole procedere rispetto alle tematiche sopra citate che ci informerà della effettiva volontà e direzione politica gestionale e organizzativa che si intende praticare. E questo sarà oggetto della nostra valutazione.
Proponiamo di affrontare questo complesso processo evolutivo all’interno di quella metodologia partecipata che ha ispirato la stessa formulazione dell’organigramma in parola, magari più strutturata, affinché tutti/e i/le dipendenti, possano realmente sentire accolte e discusse le proprie istanze. Una metodologia che, auspichiamo, sia adottata all’interno di tutta la PCM. Il tutto nel rispetto e riconoscimento reciproco delle parti.
f.to p. la Fp CGIL
Gianni Massimiani