09.11.2015 – Messina – Prosegue l’emergenza idrica.
Di seguito tre note, la prima di replica sul tentativo di
emanazione di una circolare restrittiva il diritto di assemblea,
scritta in replica ad una nota dell’amministrazione di risposta
alla nostra precedente, la seconda sull’indebita esclusione dei
rappresentanti del personale da una riunione del Consiglio
Superiore e la terza contenente le nostre osservazioni sulla
riforma del sistema museale nazionale.
Roma, 9 novembre 2015
Claudio Meloni
FP CGIL MIBACT
Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa
Cgil Cisl Uil: “Capo di Gabinetto conferma decreto
La mobilitazione crescerà: no alla soppressione delle 23 sedi”
Roma, 30 ottobre 2015
“Chiediamo il ritiro immediato dello schema di
decreto che prevede la soppressione delle 23 Prefetture. Siamo pronti a
far crescere la mobilitazione per impedire l’arretramento dello Stato
dal territorio e per tutelare i lavoratori degli uffici territoriali del
governo”, così Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa alla grande assemblea nazionale
che si è tenuta oggi al Palazzo del Viminale. Assemblea che ha visto
protagonisti, oltre ai delegati sindacali ed Rsu delle prefetture a
rischio anche i rappresentanti della politica e delle istituzioni
locali.
Durante l’iniziativa, una delegazione di Cgil Cisl e Uil
è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Ministro Angelino Alfano:
“Lo schema di Dpr è stato confermato, mettendo così fine alle polemiche
sollevate dallo stesso ministro, che negava addirittura l’esistenza del
testo, quando proprio dai suoi uffici ci era stato inviato
ufficialmente. La forte protesta dei lavoratori, insieme a quella delle
23 comunità locali che si vedrebbero private di presidi essenziali di
legalità e sicurezza, ha fin qui congelato l’iter di approvazione del
provvedimento che, come ha comunicato il capo di gabinetto, è oggetto di
ulteriori approfondimenti. Ora ne chiediamo il ritiro”.
Per
questo Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa sono pronte ad intensificare le azioni
di contrasto e sensibilizzazione: “Contro questa ipotesi di
arretramento, che si associa alle proteste in atto contro il taglio del
Fua e a quella generale per il diritto al rinnovo del contratto, faremo
crescere la nostra mobilitazione in tutti i posti di lavoro e stiamo già
programmando una nuova iniziativa nazionale. Non ci fermeremo fin
quando non otterremo risposte concrete nell’interesse dei cittadini e
dei lavoratori”.
e’ un giorno triste.
il nostro amico e compagno Franco Manunta ci ha lasciato.
Franco aveva 59 anni e da più di 30 spendeva ogni istante delle sue
giornate per il lavoro, per difenderlo, per garantirlo, per renderlo
dignitoso.
Da più di 30 anni a lui si rivolgevano lavoratrici e lavoratori dei
tanti settori che ha attraversato nella sua lunga militanza e nella sua
straordinaria attività di direzione politica; per tutte e tutti Franco aveva sempre una risposta, un
consiglio, un sentimento di vicinanza, un impegno da assumere; mai
Franco ha perso di vista il valore ed il significato sociale del suo
ruolo, mai ha ceduto o abdicato nell’esercizio di questa fondamentale
funzione.
Questo e tanto, tanto , tanto altro lo hanno reso uno dei dirigenti
sindacali della Fp Cgil Nazionale più stimato e ben voluto, sia a Roma,
dove ha trascorso la maggior parte della sua attività, sia nei
territori, dove Franco si è sempre brillantemente sperimentato nel suo
ruolo anche in situazione e contesti molto difficili.
per lui il ricordo silenzioso e attonito delle tante compagne e dei
tanti compagni che hanno condiviso con lui giornate, esperienze,
relazioni, amicizia.
per Daniela, sua compagna di vita, il senso profondo e partecipato di un
costernato sentimento di condoglianza e vicinanza; dalla Funzione
Pubblica e dalla Cgil tutta.
Ciao amico e compagno.
Martedì mattina la Fp Cgil Medici è stata convocata all’Aran insieme al comparto per l’avvio del confronto in merito alla scadenza del 25 novembre sull’orario di lavoro.
Nei giorni scorsi è stato pubblicato da
CSVnet (Coordinamento Nazionale dei centri di servizio per il
Volontariato) e dalla Fondazione IBM Italia, il Report Nazionale sulle Organizzazioni di Volontariato
censite dal sistema dei CSV.
Ne riportiamo una brevissima sintesi con quelli che ci sembrano i
dati più significativi e alcune tabelle esplicative.
Sulla G.U.
.224, del 26 settembre 2015, è stato pubblicato il Decreto 3
Luglio 2015, del Ministero dello Sviluppo Economico, contenete
il regime di aiuti volti a sostenere la nascita e la crescita
delle imprese create per finalità di utilità sociale.
I destinatari sono: Le imprese sociali, le cooperative sociali,
e le società cooperative aventi qualifica di ONLUS.
Le imprese devono avere le
caratteristiche indicate.
Sono ammissibili agevolazioni e programmi di investimento
finalizzati sia alla creazione che allo sviluppo delle imprese,
purchè rientranti nelle finalità statutarie e avviati
successivamente alla presentazione della domanda.
Le spese ammissibili, al netto dell’IVA, non possono essere
inferiori ai 200.000€ e superiori ai dieci milioni di Euro
(all’interno del regolamento de minimis)
Sono poi indicate in maniera dettagliata quali sono le spese
ammissibili e le agevolazioni concedibili.
Un Decreto, alla cui attuazione, ci sembra opportuno dedicare
attenzione, anche in previsione della riforma complessiva del terzo
settore.
Quando ci sarà…
L’inps ha reso disponibili i dati
riferiti all’andamento dell’acquisto di “voucher” per la
retribuzione del lavoro accessorio.
E’ evidente la forte crescita, legata alla progressiva
estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi del loro
utilizzo.
Oltre all’ aumento quantitativo, si può segnalare il cambiamento
nella sede prevalente di acquisto. Nei primi anni era l’INPS,
ora i tabaccai.
Non vogliamo fare ulteriori anticipazioni, invitandovi a una
lettura diretta.
Così come lasciamo alla vostre valutazioni dirette i dati
relativi al lavoro parasubordianto per l’anno 2014.
In questo caso le informazioni, sempre fornite dall’INPS, si
riferiscono ai lavoratori contribuenti alla gestione separata.
6 11 2015
Nota unitaria dei Segretari Generali inviata ai Ministri competenti sul tema dell’orario di lavoro in Sanità
In relazione alla campagna “GIUSTORARIO” troverete in
allegato una nota della Segretaria Cecilia Taranto ed anche la
direttiva approvata dalla conferenza Stato-Regione con un primissimo
commento.
Innanzitutto
va evidenziato che appare del tutto improprio che sia la Conferenza ad
intervenire su una materia di pertinenza dei Ministeri della Funzione Pubblica
e del Lavoro, di concerto con il Ministero della Salute.
Ad
una primissima lettura sono da rimarcare evidenti punti critici; di fatto
verrebbero consentite ancora delle deroghe al verificarsi di alcune specifiche
situazioni, tali, a nostro parere, ancora in contrasto con le Direttive Europee
e le Sentenze della Corte di Giustizia Europea.
E’ ben vero che la giurisprudenza comunitaria ha riconosciuto carattere
eccezionale alle deroghe, ma stabilendo
che esse “devono essere interpretate in
modo che la loro portata sia limitata a quanto strettamente necessario alla
tutela degli interessi che tali deroghe permettono di proteggere”.
A puro titolo esemplificativo, il punto D) stabilisce che “….le tipologie di fattispecie ricorrendo le
quali può essere consentita la deroga alle disposizioni in materia di riposo
giornaliero; in particolare dovranno essere consentiti riposi inferiori ad
undici ore in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili, o
assenze improvvise , determinati, ad esempio, da prolungamenti di
interventi chirurgici, malattie o infortuni, situazioni di urgenza,
etc.”
Sappiamo
bene come gli organici siano ridotti all’osso e l’incidenza del blocco del Turn-Over
(in particolare per le Regioni sottoposte ai piani di rientro), va da se che
assenze prolungate di lavoratrici e lavoratori in malattia o infortunio non
sostituite, incidono pesantemente nella programmazione di turni e, stante
quanto viene disposto dalla Conferenza, in questi casi è possibile derogare.
E’
però evidente il non rispetto di quanto esprime l’Europa sulla possibilità di
deroghe limitate nel tempo e di carattere eccezionale.
Un’ulteriore
previsione attiene il rinvio alla Contrattazione Nazionale di
“indicare la possibilità da parte della contrattazione integrativa di elevare
da quattro mesi fino a sei mesi, ovvero fino a dodici mesi a fronte di ragioni
obiettive, tecniche o inerenti all’organizzazione del lavoro, il limite di
quattro mesi, previsto come periodo di riferimento per il calcolo della durata
media di quarantotto ore settimanali dell’orario di lavoro”.
Poiché, come sappiamo, la contrattazione per il
rinnovo dei CCNL non è ancora avviata, si suggerisce all’ARAN di attivarsi per
la definizione di un decreto con cui
definire le deroghe possibili e, in tal modo pregiudicando di fatto il ruolo
della contrattazione.
Vi terremo informati degli eventuali sviluppi della
situazione che stiamo attentamente monitorando,
e seguiranno commenti più approfonditi.
Di seguito la bozza della direttiva predisposta dalla Conferenza Stato Regioni in attuazione dell’art. 14, comma 1, della Legge 30 ottobre 2014 n. 161.
Roma, 6 novembre 2015
APPROFONDIMENTO a cura di Cecilia Taranto – Segretaria Nazionale FP CGIL SANITA’
Come sapete, dal 25 novembre 2015 l’articolo 14 della
Legge 161 del 2014 produrrà i suoi effetti, qui di seguito, vi forniamo una
prima analisi delle disposizioni che saranno cogenti e degli scenari che, di
conseguenza, si prospetteranno nei luoghi di lavoro.
Destinatari e prime conseguenze delle nuove
disposizioni sono interessati tutte le lavoratrici ed i lavoratori
delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del
Servizio sanitario nazionale vale a dire esclusivamente le lavoratrici e i
lavoratori pubblici.
Per questi, vengono abrogate tutte
le norme e gli accordi di contrattazione collettiva, anche decentrata, che hanno
previsto ed introdotto deroghe alle disposizioni del D.Lgs. 66/2003 in materia
di riposo giornaliero e di orario di lavoro.
Le
Aziende e gli Enti del SSN che non dovessero o non volessero adeguarsi
rischiano delle sanzioni economiche, per ogni singola infrazione, che vanno da
25 a 100 Euro per il mancato rispetto del riposo minimo giornaliero e da 130 a
780 Euro per il mancato rispetto del limite massimo di lavoro settimanale.
La nuova norma non riguarda i lavoratori,
le lavoratrici ed i medici della sanità privata e del socio sanitario
assistenziale educativo privato, che sono anch’essi assoggettati alle
disposizioni del D.Lgs. 66/2003 e, quindi, per questi due comparti sarà ancora
possibile ricorrere alle deroghe cosi come stabilito dai singoli CCNL e dai
singoli accordi decentrati….
scarica il documento…continua a leggere
Roma,
6 novembre 2015
Al
Ministero della Difesa
Ufficio
di Gabinetto
c.a.
dr.ssa Fava
e,
p.c. Alla Segreteria
del
Sottosegretario alla Difesa
On.le
Rossi
Oggetto:
regolamento relativo alle distinzioni delle funzioni tra personale
civile e militare.
Con
riferimento al tavolo tecnico avviato per la definizione del
regolamento relativo alla distinzione delle funzioni tra personale
civile e militare, al fine di rendere proficuo e celere il lavoro del
tavolo, desideriamo evidenziare alcuni nodi e proposte di merito.
In
primo luogo, è importante chiarire che qualsiasi proposta deve
tenere conto dei diversi ambiti di attività del personale militare,
che deve essere impegnato in ruoli operativi e di comando, e di
quello civile, che svolge funzioni tecniche e amministrative.
In
secondo luogo, si ritiene utile per il proseguo dei lavori, ricevere
dall’Amministrazione e per tempo una proposta di regolamento con il
relativo articolato normativo.
Con
riferimento alla prima bozza presentata dall’Amministrazione al
sindacato il 22 ottobre, si osserva quanto segue:
il
regolamento deve definire un quadro di riferimento attinente alla
diversa natura delle funzioni delle due categorie di personale e
deve costituire un punto di riferimento stabile per i prossimi anni.
Per tale ragione non si ritiene condivisibile l’impostazione
proposta, che invece condiziona la disciplina dell’intera materia
alla disponibilità delle risorse umane, legata a fattori del tutto
contingenti;
la
bozza è lacunosa sotto diversi aspetti, in particolare in taluni
settori non menziona determinate e rilevanti funzioni (come ad
esempio in quello denominato Lavori e Demanio) e, più in generale,
non articola le attribuzioni relative al personale appartenente alle
aree prima e seconda e, con riferimento alla terza, omette di
menzionare diverse funzioni tipiche. A tal proposito si evidenzia
quanto segue:
il punto 2 lettera e) del documento specifica che i compiti riguardano il personale civile della difesa, sia dirigenziale che non. Il punto 4 esplicita meglio tali compiti. All’ultima voce (organizzazione e funzionamento area tecnico industriale), i ruoli da esplicare sono ridotti solo al Vice Direttore arsenale e direzione amministrativa. Se si parla di dirigenti, va evidentemente incluso il capo divisione servizi arsenale (DSA). Figura che, anche nell’ultima bozza di riorganizzazione degli Arsenali – peraltro già inserita nel decreto legislativo di prossima pubblicazione – è previsto sia attribuita ad un dirigente civile. Nella bozza, poi, si fa genericamente cenno al personale non dirigenziale, ma non ai funzionari. Per cui vanno aggiunti gli incarichi di funzionari terza area ( capo servizio, capo sezione ) come già definito negli accordi nazionali e territoriali nell’ambito della riorganizzazione degli arsenali della Marina e degli Enti dell’Area Industriale dell’Esercito. Indicazioni che vanno naturalmente estese e riferite anche, ai Centri tecnici, enti che non ricadono nell’area tecnico industriale ma che vedono impegnati in funzioni tecniche di studio, analisi, ricerca, collaudo, manutenzione, prevalentemente personale civile.
È necessario, inoltre, prevedere il riconoscimento del ruolo tecnico ai tecnici civili.
Gli Enti hanno bisogno di personale civile specializzato che ricopra incarichi per lunga durata, che valorizzi la competenza posseduta e l’esperienza professionale maturata.
nell’ambito
dell’area amministrativa è necessario elencare le funzioni
relative a contabilità e bilanci (gestione finanziaria e
patrimoniale), attività contrattuali e appalti, formazione del
personale (su cui la Difesa deve continuare ad avere autonomia);
informazione e relazioni esterne, servizio prevenzione e protezione;
con
riferimento agli ospedali militari e ai poliambulatori, nati dalla
soppressione di alcuni dipartimenti militari di medicina legale, il
core
business
sono i servizi di medicina, sanitari, tecnici e di assistenza, anche
qui deve essere il personale civile a svolgere le relative attività;
relativamente
agli uffici documentali, inseriti all’interno delle unità
organizzative dei comandi militari dell’Esercito (Cme), che hanno
funzioni esclusivamente burocratico-amministrative, è necessario
disciplinare le competenze dei lavoratori civili della Difesa.
come
sopra ricordato, inoltre, vanno definite le funzioni del personale
di seconda e prima area, particolarmente rilevanti nelle attività
relative ai servizi di portineria e vigilanza, alla manutenzione
delle strutture, alla segreteria.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Francesco
Quinti Paolo Bonomo Sandro Colombi