Il Governo ha inserito sul proprio sito
internet il testo dei quattro decreti (attutivi del Jobs act)
approvati nella seduta del 4 settembre scorso.
Vi ricordo che si trattava degli AG
176 – Disposizioni di razionalizzazione
e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico
di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di
rapporto di lavoro e pari opportunità
177 – Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche
attive
178 – Disposizioni per la Razionalizzazione
e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di
lavoro e legislazione sociale
179 – Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di ammortizzatori sociali in deroga in
costanza di rapporto di lavoro
Perché diventino esecutivi manca solo la pubblicazione
sulla gazzetta Ufficale, da cui deriverà anche la loro
numerazione come decreti.
per quel momento contiamo di fornirvi un commento di tutti i
decreti con tenete anche la valutazione sui quali degli
emendamenti sono stati (eventualmente) accolti.
Fondo Unico di Amministrazione 2013 tagliati 800.000 euro (circa) Fondo Unico di Amministrazione 2014 tagliati altri 800.000 euro (circa) TOTALE tagli 1.6000.000 (circa) Fondo Unico di Amministrazione 2015 tagliati 8.000.000 euro (circa)
Il 17 settembre u.s. si è svolto
l’incontro tra Organizzazioni Sindacali e Amministrazione per la firma
definitiva dell’accordo FUA 2014 a seguito della certificazione del MEF e del
dipartimento della Funzione Pubblica.
La FP CGIL non ha sottoscritto l’accordo perché, come già scritto nel
precedente comunicato relativo al FUA 2014, l’Amministrazione ha proposto il “solito” accordo FUA, retroattivo e
discrezionale, come se proprio nel 2014 il Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali non avesse subito una riorganizzazione a causa della spending
review.
Vogliamo ricordare che, già
adesso, non esistono più: una Direzione Generale, svariate Divisioni
dell’amministrazione centrale, le DRL e 11 uffici territoriali e la stragrande
maggioranza dei dirigenti hanno cambiato ufficio; perciò ci domandiamo chi sarà
in grado di “valutare” (retroattivamente)
oggettivamente il lavoro svolto dal personale del ministero nel 2014? Quali
garanzie di una corretta “valutazione” avranno
i lavoratori?
In ogni caso il motivo più grave, per la FP CGIL, è che a distanza di un
anno, nella parte variabile della costituzione del Fondo mancano ancora circa 800.000 euro
per l’anno 2013 più i circa 800.000 mila euro per l’anno 2014 (complessivamente
circa 1 milione e 600.000 euro), rispetto all’anno 2012, sottratti dal Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) che ad oggi non ha fornito ancora alcuna risposta scritta.
Nel
corso dell’incontro è emerso che nel bilancio di assestamento che per il FUA
2015 sono state tagliate le somme variabili circa 8 milioni di euro pertanto
le risorse disponibili per il FUA dell’anno in corso sono solo le somme certe,
circa 4 milioni di euro.
Dopo 6 anni senza il rinnovo del CCNL la
risposta del Governo è il taglio del salario accessorio.
OGNI ALTRO COMMENTO E’ SUPERFLUO.
Infine
l’Amministrazione ha ribadito che dopo la pubblicazione dei decreti istitutivi
dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dell’ANPAL si riavvieranno i relativi
incontri con le Organizzazioni Sindacali.
Roma, 21 settembre 2015
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero
del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
A
poco meno di sei mesi dal 31 marzo, la data fissata dalla
legge per la chiusura degli OPG, 230 persone sono ancora
internate nei cinque manicomi giudiziari superstiti (Reggio
Emilia, Montelupo Fiorentino, Napoli, Aversa, Barcellona
Pozzo di Gotto) e altre 220 sono internate a Castiglione
delle Stiviere, l’ex OPG che ha solo cambiato targa in Rems.
Circa 300 sono gli internati detenuti nelle Rems attivate in
alcune regioni, mentre non è noto quante siano le persone
destinatarie di una misura di sicurezza non detentiva
(che pure dovrebbe essere la norma e non l’eccezione !).
E’
vero che la legge 81, una vera e propria riforma che ha
cambiato radicalmente “bussola” per la chiusura degli Opg, è
recente (maggio 2014). Sappiamo che serve tempo per
“digerirla” e renderla operativa, ma vi sono ritardi e
atteggiamenti intollerabili da parte di chi dovrebbe
attuarla.
Assistiamo
ad un boicottaggio (volontario o involontario ?) che sta
ostacolando la chiusura degli OPG e l’avvio della riforma.
Ritardi vergognosi, in particolare di alcune Regioni; ed è
facile vedere quali: chi non ha accolto subito i propri
pazienti lasciandoli rinchiusi in Opg. Ma quasi tutte le
regioni hanno interpretato male la legge 81, concentrandosi
sull’attivazione delle Rems. Quando invece è l’offerta di
Progetti terapeutici individuali, preparati dai Dipartimenti
di Salute Mentale, che permette alla magistratura di evitare
la misura detentiva in Rems e optare per misure alternative,
certamente più efficaci per la cura e la riabilitazione.
Invece,
concentrandosi solo sulle Rems, queste sono diventate
“calamite” che attraggono persone: molte in misura di
sicurezza provvisoria (si arriva fino ai 2/3 delle presenze)
o per trasferimenti dal carcere. Le stesse dimissioni dagli
attuali Opg destinano quasi sempre alla detenzione in Rems
invece che a misure alternative. In questo la responsabilità
della magistratura, sia giudicante che di sorveglianza, è
palese.
L’insensatezza
delle Rems come risposta alla chiusura degli Opg è sempre
più evidente, come abbiamo più volte denunciato. E ancor più
evidente è il rischio che le Rems si moltiplichino,
diventando il nuovo, e improprio, contenitore neo
manicomiale a disposizione (vedi il caso Chiatti). Quando
invece le Rems devono diventare residuali, seguendo lo
spirito riformatore della legge 81.
A
questo punto è indispensabile un intervento forte e
autorevole del Governo. In questo senso è preziosa l’azione
costante di verifica e di stimolo che sta svolgendo la
Commissione Sanità del Senato, dove in questi giorni è
intervenuto in audizione il direttore del DAP
Santi Consolo.
Cosa
bisogna fare:
1. Procedere
con l’immediato
Commissariamento delle regioni inadempienti,
per riportare nei binari giusti il processo di
chiusura-superamento degli Opg. Si tratta di organizzare le
dimissioni dagli Opg, per chiuderli davvero e rapidamente, e
di attuare correttamente la legge 81: privilegiando percorsi
di cura con misure alternative alla detenzione in Rems (o in
carcere). Il che implica un lavoro con la magistratura e i
servizi. E la
destinazione delle risorse (finanziarie, strutturali, di
personale, ecc) piuttosto che alle Rems ai servizi socio
sanitari di salute mentale per garantire progetti di cura e
riabilitazione.
2. Approvare
un atto che impedisca – o renda eccezionale – l’invio della
misura
di sicurezza provvisoria in Rems, già
così calerebbero drasticamente le presenze.
3. Avviare
la discussione per abolire
il “doppio binario“, retaggio del codice
Rocco, che separa il “reo folle” dal “reo sano”, destinando
l’uno all’Opg/Rems l’altro al carcere.
Come
per la chiusura dei manicomi la vera sfida è costruire nelle
comunità l’alternativa all’esclusione sociale.
p.
stopOPG
Stefano
Cecconi, Patrizio Gonnella, Vito D’Anza, Denise Amerini
www.stopopg.it
Facendo
seguito alla comunicazione unitaria divulgata lo scorso 9 settembre,
con la quale si è comunicato di concentrare l’organizzazione di una
sola assemblea unitaria nazionale dei quadri sindacali e degli
iscritti da svolgersi a Roma il prossimo 25 settembre, si fa presente
che la stessa avverrà il giorno 25 settembre dalle ore 10 alle ore
13 presso la SALA CAVOUR – I piano –
Ministero delle Politiche Agricole e forestali – Via XX Settembre,
20 – Roma.
Oltre
ai Segretari Generali di Federazione è confermata la presenza di
esponenti delle Confederazioni.
Roma, 21 settembre 2015
FP CGIL FNS CISL PA/DIRFOR
Francesco Quinti Pompeo Mannone Massimiliano
Violante
18.09.2015 – Corso aspiranti Istruttori Professionali – Integrazione informativa.
23.09.2015 – In allegato la convocazione della riunione concernente la distribuzione delle risorse confluite nel Fondo di Amministrazione anno 2013.
Comunicato Stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa
“Nel momento di massima emergenza
lo Stato arretra. Inaccettabile”
Roma, 10 settembre 2015
“In un momento di massima emergenza in materia
di gestione dell’immigrazione e della sicurezza, il governo pensa di
chiudere 23 Prefetture. Un arretramento inaccettabile dello Stato dal
territorio, che rischia di lasciare nel caos cittadini e lavoratori”. È
durissima la critica di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa allo schema di Dpr
sulla nuova organizzazione del Ministero dell’Interno, inviata ieri sera
dal governo alle organizzazioni sindacali.
Un provvedimento
“sbagliato e intempestivo” per le tre sigle, che anticipa addirittura i
decreti delegati della Riforma Madia, depennando 23 sedi di uffici del
Prefetto: Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone,
Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia,
Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato,
Rovigo, Asti e Belluno.
“A dispetto degli annunci, nei fatti
questo governo adotta misure di vero e proprio ridimensionamento dei
presidi di legalità e sicurezza sul territorio. Disinteressandosi
completamente dei lavoratori delle Prefetture, dei quali nello schema di
Dpr non si parla minimamente, ma soprattutto dei cittadini e delle
comunità locali, che saranno lasciati più soli”.
“Risponderemo
con forza. La riorganizzazione dei servizi sul territorio non si fa
smantellando lo Stato e lasciando nell’incertezza il personale che serve
a garantire coesione sociale, integrazione e convivenza civile. Per
questo martedì 22 settembre faremo assemblee in contemporanea in tutte e
23 le Prefetture a rischio chiusura, invitando parlamentari e politici
locali e sensibilizzando organi di informazione, opinione pubblica e
cittadini”.
Comunicato Stampa Fp Cgil Cisl Fp Uil Pa
Roma, 18 settembre 2015
La RSU della Soprintendenza Archeologica di
Roma ha convocato per oggi una assemblea generale dei lavoratori per
discutere delle gravi questioni e dei gravi disagi vissuti dai
lavoratori in ordine alle problematiche che sono state poste all’ordine
del giorno. Una assemblea perfettamente legittima, che nulla ha a che
vedere con precedenti iniziative che sono state riportate
strumentalmente sui media, richiesta in data 11 settembre scorso e
svolta nel pieno rispetto delle norme che regolano i servizi essenziali,
preceduta da un comunicato stampa della stessa RSU che segnalava
possibili disagi per I visitatori e giudicata perfettamente legittima
dallo stesso Soprintendente Prosperetti nelle sue dichiarazioni
riportate oggi da Repubblica. L’assemblea, proprio per ridurre al minimo
i disagi dei visitatori, è stata calendarizzata ad inizio turno, ha
comportato la chiusura per due ore e mezza al pubblico e alle 11.00 I
cancelli sono stati regolarmente riaperti.
Ricordiamo peraltro
che iniziative analoghe avvengono in tutti i paesi d’Europa, citiamo il
caso dei lavoratori della National Gallery di Londra, in mobilitazione
da diversi mesi contro la privatizzazione dei servizi, o i lavoratori
della Tour Eiffel a Parigi, che l’anno scorso hanno chiuso per ben tre
giorni il monumento più visitato di Francia senza che a nessuno degli
esponenti politici o dei media di questi paesi sia venuto in mente di
mettere in discussione i diritti fondamentali dei lavoratori. In Italia
no, l’espressione legittima e democratica di un diritto sancito dalla
Costituzione viene messo pesantemente in discussione con dichiarazioni
dello stesso Ministro Franceschini, che oggi paventa non si sa bene
quali misure sui servizi essenziali, e dalla stesso Presidente della
Commissione di Garanzia sugli scioperi il quale del tutto impropriamente
interviene sulla questione a dispetto del ruolo di garanzia che
dovrebbe esercitare.
Allo stesso Ministro ricordiamo che la
tutela del nostro patrimonio culturale rientra già nella normativa sui
servizi essenziali, stabilendo il limite tra l’esercizio di un diritto
fondamentale dei lavoratori e le esigenze dei cittadini. Nel caso di
assemblea dei lavoratori peraltro la stessa normativa contrattuale
prevede la formazione di presidi a tutela della integrità dei siti.
Andare oltre questo limite significa mettere in discussione i diritti
costituzionali e questo il Ministro dovrebbe saperlo. Infine noi
ricordiamo che giusto qualche giorno fa abbiamo avviato le procedure di
conciliazione propedeutiche alla dichiarazione di sciopero proprio per
gli stessi motivi richiamati all’ordine del giorno dell’assemblea
convocata dalla RSU romana e che certo il perseverare di questi attacchi
gratuiti e strumentali ai lavoratori non aiuta la composizione del
conflitto.
CGIL FP p. CISL FP UIL PA
Claudio Meloni Giuliana Guidoni Enzo Feliciani
22.09.2015 – Convocazione incontro – Servizio di Elisoccorso.
Roma, 17 settembre 2015
All’Avv.
Harald BONURA
Commissario
FORMEZ PA
OGGETTO: richiesta integrazione
o.d.g. incontro del 23 settembre 2015.
Le scriventi OO.SS. hanno, in questi giorni, percepito
notizie circa la possibile, imminente chiusura della Sede di Napoli e del
conseguente avvio delle procedure, in particolare connesse alle operazioni di
trasloco, relative al trasferimento a Roma del personale in servizio presso la
medesima sede.
Sul tema, nonostante la S.V. abbia a più riprese
fornito garanzie circa il pieno coinvolgimento dei lavoratori nei processi di
riordino dell’Ente, non è stata fornita alcuna informazione alle OO.SS.
Stante la delicatezza della tematica in discussione
e considerati i riflessi che la chiusura della sede di Napoli avrebbe a
produrre sulle condizioni di vita e professionali dei lavoratori interessati,
nonché sul livello quali-quantitativo dei servizi erogati, le scriventi OO.SS.
chiedono che l’argomento sia discusso come primo punto all’o.d.g. in occasione
dell’incontro già programmato per il 23/9 p.v.
FP CGIL
Daniele NOLA
CISL
FP
Andrea Nardella
UIL PA
Paolo LIBERATI
FIALP CISAL
Giuseppe Marro
18.09.2015 – Bologna – Assenze per visite specialistiche – Nota al Comandante.