25.08.2015 –
Al Capo Dipartimento Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott.
Francesco Antonio MUSOLINO
Al Vice Capo Dipartimento Vicario
Capo del CNVVF
Dott.
Ing. Gioacchino GIOMI
e, p.c. Al Responsabile dell’Ufficio III:
Relazioni Sindacali
Dott. Darco PELLOS
Oggetto:
Servizio di reperibilità dei funzionari tecnici presso la Direzione regionale per
il Molise (prot. n. 0011942 del 27.07.2015).
Egregi,
siamo venuti “casualmente”
a conoscenza della nota relativa all’oggetto la quale, a nostro avviso, crea sconcerto e confusione.
Infatti, al
fine di negare, inspiegabilmente, l’attivazione del servizio di guardia nelle
Direzioni regionali, si fa riferimento ad una circolare obsoleta e superata,
addirittura la MI.SA. n. 20 del 2 agosto 1991, mentre, al contrario, non si
applica quanto previsto dagli artt. 54, 61, 62, 63 e 64 del DPR 64/2012
(Regolamento di Servizio).
Ciò è ancor
più paradossale ed inopportuno poiché risulta che molte Direzioni regionali si
sono giustamente attivate per predisporre tale tipo di servizio dando, per
l’appunto, attuazione a quanto previsto dalle norme vigenti.
Per quanto
sopra esposto si richiede un sollecito chiarimento.
Si coglie,
inoltre, l’occasione per sottolineare la necessità che provvedimenti, note o
circolari, di rilevanza complessiva, siano portate a conoscenza delle OO.SS. nazionali
al fine di consentire alle stesse di poter esercitare il proprio mandato, così
come sancito dal sistema di partecipazione sindacale.
Distinti saluti.
Coordinatore
Nazionale
FP
CGIL VVF
Adriano
FORGIONE
– GDP Barra
Avvio percorso di mobilitazione del Corpo Forestale dello Stato
Siamo ormai da tempo impegnati a rappresentare pubblicamente e in tutte le sedi istituzionali in cui ce ne è stata offerta la possibilità, la grave e dannosa
scelta politica di smembrare il CFS ed accorparlo in un altro corpo di polizia. Inoltre, rappresentiamo con forza il senso di umiliazione, la delusione, il turbamento
e anche le fondate
e condivisibili riserve
funzionali manifestate dagli operatori del Corpo Forestale dello Stato sull’inopinata decisione del
governo di accorpare quest’ultimo
all’Arma dei Carabinieri.
Abbiamo inteso farlo per
cercare di indurre la politica
e il Parlamento a riconsiderare il grave errore che il governo
sta compiendo ai danni di un Corpo di Polizia
qualificato e sempre impegnato
in prima linea, di un Paese costantemente traversato da crimini ambientali, agroalimentari e dalle ecomafie
che continuano ad imperversare distruggendo l’ambiente e il territorio in cui vive e si sostiene la cittadinanza, come purtroppo insegna la cosiddetta “Terra dei Fuochi”, peraltro tuttora lontana dall’essere “spenta”.
Un opzione che tra l’altro, anche in termini
di esercizio di democrazia, farebbe precipitare il Corpo indietro di decenni, provocando la perdita
delle conquiste ordinamentali e contrattuali che hanno fin qui legittimamente consentito agli appartenenti al Corpo forestale dello Stato di esercitare i propri diritti
sindacali e individuali di cittadinanza, come invero da tempo chiedono in modo più moderno ed adeguato ai tempi gli appartenenti alla Polizia di stato, ed invano anche gli appartenenti alla GdF, anche a seguito delle ormai note sentenze europee.
Eppure il governo,
questo governo che intende ignobilmente cancellare il Corpo forestale, che dimostra ogni giorno di più di soffrire i corpi intermedi, i diritti li vuole togliere finanche a chi, come i poliziotti forestali, ne dispone liberamente da anni, trattando il CFS e la sua storia nel Paese alla stregua
di un giocattolino di plastica da regalare ad un bambino entusiasta che brama collezionare cimeli
dei
Corpi di Polizia.
Scelta dannosa – non una riforma, perché le cose vanno chiamate
come sono – sostenuta pervicacemente dal relatore del disegno di legge “Madia” in Commissione Affari Costituzionali della Camera, e poi di recente in aula con l’approvazione finale del testo, rigettando tutti gli emendamenti proposti sull’art. 7 che, tra gli altri, anche le scriventi OO.SS. hanno contribuito a fa presentare. Documento che ora passa all’esame finale del Senato.
Tuttavia, oltre all’Unione Europea, che sta paradossalmente imponendo ai Stati membri di dotarsi di una analoga forza di Polizia ambientale specializzata nel contrasto a quei crimini,
anche il mondo dell’associazionismo ambientale ha perfettamente compreso quali sono i rischi che corre la legalità di questo Paese a causa della destrutturazione del Corpo
Forestale dello Stato,
e
la
sua scomparsa/militarizzazione
nell’Arma dei Carabinieri.
Tutti lo hanno capito tranne gli attuali esponenti del governo, che invece di riformare il Comparto sicurezza con la messa in discussione dei due mega apparati di Polizia a competenza generale (Arma dei Carabinieri e Polizia
di Stato, che duplicano pressoché tutti i servizi
di sicurezza), come del resto gli chiede di fare una specifica
direttiva europea del 2011, continua a dimostrasi sordo alle istanze avanzate dalle rappresentanze sindacali del Comparto, che da tempo stanno chiedendo di discutere della riorganizzazione del Corpo Forestale, immaginato con esclusiva competenza ambientale.
E allora la domanda
sorge spontanea: a chi e perché dà così tanto fastidio
il
Corpo Forestale dello
Stato e, soprattutto, a chi conviene farlo
sparire?
Le scriventi OO.SS. nelle scorse settimane hanno già avuto modo di dichiarare lo stato di agitazione del
personale su tutto il
territorio nazionale.
Di fronte al consolidarsi di un atteggiamento così antidemocratico e arrogante, Fp Cgil, Cisl Fns e Uil/Dirfor avvieranno fin dal prossimo mese di settembre almeno tre assemblee unitarie interregionali, a partire dal nord del Paese, per spiegare
ai lavoratori del Corpo e ai cittadini
interessati le ragioni dell’avvio di una mobilitazione che ci condurrà alla
manifestazione nazionale che prevediamo di tenere a Roma nel prossimo mese di ottobre.
Proclamare fin d’ora la mobilitazione generale nazionale degli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato significa condurre fino in fondo una battaglia
sindacale intrapresa per difendere l’unico presidio di legalità ambientale e agroalimentare ancora esistente, oltre che salvare una Istituzione utile a tutti i cittadini, alle organizzazioni sociali e alle associazioni democratiche del Paese, cui chiediamo fin d’ora solidarietà, comprensione e partecipazione.
Di seguito pubblichiamo
i luoghi e le date delle assemblee
unitarie interregionali:
1) Milano, 21 Settembre 2015;
2) Roma, 25 Settembre 2015;
3)
Napoli, 30 Settembre 2015.
Roma, 30 luglio 2015
FP CGIL CISL FNS UIL PA/DIRFOR
Francesco Quinti
Pompeo Mannone Massimiliano
Violante
Coordinamento
Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Agosto movimentato in Via Carducci
dove, nonostante il caldo si assiste al continuo viavai di dirigenti
che, come formiche, fanno la spola con il Comando Carabinieri per
mostrare consistenza di mezzi, uomini, strutture e funzionamenti.
Un po’ come il venditore che
mostra i denti del cavallo per far vedere che è in salute e l’affare
è vantaggioso, i dirigenti sotto l’indirizzo Capo del Corpo
imboniscono i compratori vestiti di nero pronti ad infiocchettare
pezzi dell’amministrazione in svendita.
Contemporaneamente vengono soppresse
due commissioni paritetiche, le due sulle quali forte è stato lo
scontro con i sindacati:
Commissione formazione
dalla quale tutti i sindacati hanno ritirato il proprio
rappresentante per denunciare gli abusi dell’amministrazione che
fa e disfa anche in contrasto con quanto dalla stessa stabilito, in
ossequio solo a logiche clientelari, o forse perché il Presidente
era (unico dirigente) in piazza per difendere il Corpo?
Commissione benemerenze dalla
quale inspiegabilmente la CGIL è esclusa ed è dovuta ricorrere
alla giustizia amministrativa? Magari inspiegabile non è dal
momento che mai avremmo approvato porcate come gli encomi a chi
indossa bene la divisa o l’assurdo del terremoto de l’Aquila i
cui partecipanti sono stati premiati a seconda del giorno di
partecipazione… e naturalmente si tiene a ricordare che il
Ministro e il Capo del Corpo mantengono le loro prerogative di
riconoscere benemerenze che non dubitiamo saranno trasparenti come
sempre!
Roma, 22 agosto 2015
La Coordinatrice
Nazionale Fp Cgil
Corpo Forestale dello Stato
Francesca Fabrizi
24.08.2015 – Il Responsabile Unico del Procedimento nella gestione degli appalti pubblici di servizi e forniture – 1° Corso – ISA, 21 – 25 settembre 2015.
24.08.2015 – Servizio di vigilanza antincendio reso dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – Informazione.
C.G.I.L. INFORMA
Comunichiamo
a tutte le colleghe ed i colleghi che in data odierna si è
tenuta la riunione presso il Dipartimento Politiche Fiscali
sulle Convenzioni.
In tale
contesto come FP CGIL, oltre alle problematiche che
riguardano lo stato di riorganizzazione delle Agenzie in
atto e il salario accessorio sempre più ridotto negli anni,
impostando il nostro intervento principalmente sui
rapporti tra Agenzie fiscali e Politica e su
quanto negli ultimi anni sia stata rimarcata la distanza tra
le 2 entità e quanto poco la Politica si sia interessata al
funzionamento della macchina fiscale e dei suoi dipendenti,
abbiamo anche rimarcato alcune questioni per noi
improcrastinabili che riguardano l’Agenzia delle Dogane e
dei Monopoli.
Nello
specifico abbiamo fatto presente alla parte politica
che riteniamo non più rinviabile il processo di
integrazione tra le 2 Sezioni (Monopoli e
Dogane)a completamento della fusione tra le 2
Amministrazioni che ad oggi vede ancora il personale con
indennità di amministrazione diversificate creando anche
difficoltà nell’integrazione e nello sviluppo organizzativo
e dell’Agenzia stessa.
Abbiamo
anche espresso apprezzamento rispetto al fatto che l’Agenzia
intenda sopperire alla vacanza organica di 3^ Area
attingendo principalmente dalla graduatoria degli idonei
dell’ultimo passaggio dalla 2^ alla 3^ Area.
Al riguardo
come FP CGIL abbiamo quindi ribadito la nostra posizione
ovvero che
riteniamo necessario che tale passaggio debba avvenire
per tutti gli idonei e che avvenga comunque entro il
2015 visto che la norma vigente permette tale
operazione entro l’anno. Già da Settembre, dopo il periodo
delle ferie, la nostra O.S. riprenderà sull’argomento il
confronto con l’Amministrazione.
7 agosto 2015
per la FP CGIL Dogane/Monopoli
Boldorini – Iervolino
Roma, 19 agosto 2015
Al Segretario generale
Cons. Dott. Fabio Viola
Sede
Alla Dirigente
Dott.ssa
Giuliana Pecchioli
Sede
Oggetto: Circolare
n. 36 – Permessi retribuiti ex Legge 104/92.
In riferimento
alla Circolare n. 36, avente per oggetto i permessi
retribuiti di cui alla Legge 104/92, questa Organizzazione
Sindacale, segnala due interpretazioni restrittive né
suffragate da norme, da parte di codesta Amministrazione:
1)
DISTANZA DALLA
RESIDENZA DELLA PERSONA DA ASSISTERE SUPERIORE A 150 KM
L’articolo
6, comma 1, del decreto legislativo 18 luglio 2011, n.
119 ha modificato l’art. 33 della legge 104/92,
aggiungendo il comma 3 bis.
A tal
fine, si ritiene idonea come documentazione
giustificativa la dichiarazione rilasciata dagli
operatori di polizia municipale, che attesti il giorno e
l’effettiva presenza dell’interessato nella località.
Il decreto
legislativo 18 luglio 2011, n. 119 al comma 3 bis, di cui si
allega copia, recita:
«3-bis. Il
lavoratore che usufruisce dei permessi di cui al comma 3
per assistere persona in situazione di handicap grave,
residente in comune situato a distanza stradale superiore
a 150 chilometri rispetto a quello di residenza del
lavoratore, attesta con titolo di viaggio, o altra
documentazione idonea, il raggiungimento del luogo di
residenza dell’assistito.».
Quindi, non si
parla di certificazione esclusiva da parte della Polizia
Municipale ma di titolo di viaggio (treno-autobus -ricevuta
pedaggio autostradale) o altra documentazione idonea
(certificazione Asl o struttura sanitaria).
2)
PROGRAMMAZIONE
DEI PERMESSI RETRIBUITI
Pertanto,
in conformità con quanto disposto dal Dipartimento della
Funzione Pubblica con circolare 6 dicembre 2010, n. 13,
il dipendente, salvo dimostrate situazioni di urgenza,
deve comunicare al dirigente competente le assenze dal
servizio con congruo anticipo, possibilmente con
riferimento all’intero arco del mese.
Si
precisa che per congruo anticipo è da intendersi un
preavviso di almeno 15 giorni.
Nella citata
circolare n. 13 (in allegato), questa Organizzazione
Sindacale non ha riscontrato la presenza da nessuna parte di
tale programmazione per usufruire dei permessi
de quo.
Si ricorda,
infatti, che la Legge 104/92, nasce proprio per tutelare
l’assistenza ai disabili, situazioni familiari anche
particolarmente drammatiche, che per proprio per la loro
natura non possono essere previste le assenze dal proprio
posto di lavoro con preavviso.
Per questi
motivi, si richiedono le modifiche di cui alla Circolare in
oggetto.
FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di
Folco
Comunicato su contrattazione tavoli separati – ripresa attività negoziale
Roma, 12 Agosto 2015
Si allega Circolare del Ministero difesa.
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Ministero della Difesa
Francesco Quinti
COMUNICATO
L’eco
delle polemiche in salsa nazionalista sulle nomine ai musei autonomi non si è
ancora spento e ha travolto ogni ragionamento serio sulla disastrata condizione
organizzativa del Mibact.
Polemiche
che noi troviamo inutili e speciose, oltre che strumentalmente utilizzate a
seconda dell’appartenenza politica, per rivendicare impropri meriti di
rinnovamento o per difendere l’italianitá dopo avere affossato con tagli
micidiali il bilancio del ministero. Il solito teatrino all’italiana, utile a
discutere sotto gli ombrelloni, del tutto inconcludente e fuorviante rispetto
ai veri passaggi critici che hanno contraddistinto le scelte governative sul
Mibact in questo periodo, ovvero la distribuzione dei fabbisogni professionali
sul territorio e la cosiddetta riforma Madia.
Sulla
questione delle nomine noi vogliamo semplicemente sottolineare due aspetti:
il primo
concerne i criteri assolutamente discrezionali previsti dalla legge, che
sostanzialmente definiscono un marketing di accesso alle nomine pubbliche ormai
quasi del tutto affidato al potere discrezionale della politica. Noi non
crediamo affatto che la scelta dei dirigenti di seconda fascia non abbia avuto
il placet politico e non lo crediamo proprio per l’impatto mediatico che si è
voluto dare a questa vicenda. Questo modo di procedere, aiutato da norme ad
hoc, non fa altro che legittimare uno dei fattori più evidenti del declino dei
servizi pubblici, ovvero un intreccio tra politica e amministrazione che sempre
più spesso purtroppo affiora nelle cronache nei suoi effetti più degenerativi.
L’altro
aspetto è senz’altro la rinnovata mortificazione del patrimonio professionale
interno, quasi totalmente escluso dall’accesso a queste nomine, segno di una
sfiducia evidente e conclamata dalle roboanti dichiarazioni del Ministro, tanto
evidente quanto ingiustificata e punitiva. Non è vero che all’interno non si
potevano trovare risorse adeguate e non si poteva procedere effettivamente ad
un vero inizio di rinnovamento di una classe dirigente ministeriale vecchia,
sclerotizzata e autoreferenziale. Insomma, un’altra occasione persa dal
Ministro per rinnovare un patto di fiducia con i suoi lavoratori.
Detto
questo noi sinceramente auguriamo ai neo nominati buon lavoro, non siamo
abituati a scegliere le controparti e confrontare curriculum. Certamente non
mancheremo di valutare il loro lavoro, sperando che non si risolva in
improvvide dichiarazioni come quelle del neo direttore degli Uffizi, che
ribadisce pratiche discutibili di utilizzo del patrimonio culturale in perfetta
linea di continuità con la gestione precedente dell’ex Polo Museale, altro che
rinnovamento.
Le
questioni vere, richiamate da pochi intellettuali seriamente impegnati nella
difesa del patrimonio culturale, sono altre e le elenchiamo perché saranno
parte importante della nostra iniziativa alla ripresa post feriale:
La
distribuzione degli organici.
Sbaglia
chi ritiene che questa sia una operazione improvvisata e superficiale. Siamo in presenza di un lavoro serio di
analisi dello stato degli organici e di scelte conseguenti indirizzate sulla
base degli indirizzi politici della riforma. Scelte coscienti e per questo, se
possibile, più preoccupanti. Quello che
di conseguenza emerge e si santifica è un indebolimento strutturale delle linee
di tutela sul territorio. Dalla periferia arrivano segnali allarmanti di una
sottovalutazione delle necessità afferenti alla tutela nelle sue varie
esplicazioni organizzative che non fanno altro che confermare le critiche che
abbiamo più volte espresso sull’impianto della riforma. Non è possibile
separare tutela dalla valorizzazione,
questo non è un assioma ma una constatazione. Così come non è possibile
non immaginare e programmare un piano serio di investimenti pubblici sul
settore, gli stessi musei autonomi
partono senza risorse significative e si affidano al buon cuore dei sempre rari
mecenati, alle paturnie dei ricchi in cerca di posti prestigiosi ove cenare,
alla spettacolarizzazione degli eventi che non hanno un minimo di riferimento
culturale. Tra questi uno dei problemi principali è certamente quello
occupazionale e certo fa piacere leggere commenti autorevoli, come quelli di
Settis e Montanari, che legano esplicitamente le possibilità di rilanciare una
seria politica occupazionale alle possibilità stesse di sopravvivenza di un
servizio pubblico di tutela del patrimonio culturale.
Questioni
che riguardano la necessità del mantenimento di una gestione pubblica del
nostro patrimonio ormai non possono prescindere da questo e la consolidata
consapevolezza sociale del problema è per noi una straordinaria occasione che
darà linfa e qualità alle nostre rivendicazioni.
Che sono
ancora tutte aperte e riguardano peraltro la questione salariale ed il
necessario riconoscimento professionale dei lavoratori, punti integranti dello
stato di agitazione in atto.
Su questo
contesto incombe come una mannaia la riforma Madia, che può diventare la tomba
del ministero. Non ci convince chi ha tentato di minimizzarne gli effetti,
magari facendo leva sulle note debolezze dell’apparato ministeriale: questa
riforma è incoerente persino con la riforma che il Ministro ha voluto ed
attuato e non se ne comprende ratio e finalità che non siano quelle di un forte
accentramento burocratico-centralista, con buona pace del federalismo
sbandierato per decenni prima di affidarlo alla ex propaganda leghista in stile
bossiano. Oltre ad intervenire come fattore ulteriormente destrutturante sui
procedimenti di tutela tramite la logica del silenzio-assenso.
L’autunno
sarà pertanto molto caldo e per noi c’è un problema di tutela del lavoro nei
beni culturali che compone il problema della tutela dei sacri principi
contenuti nell’art.9 della Costituzione e ci vedrà parte integrante del fronte
che intellettuali, costituzionalisti e
cittadini che hanno a cuore il nostro patrimonio culturale stanno costruendo
per contrastare questo disegno.
Roma, 23 agosto 2015
FP CGIL
MIBACT
Claudio
Meloni