A seguito dell’incontro che abbiamo avuto con il Ministro dell’Istruzione il 22 dicembre u.s. in cui abbiamo sollecitato l’attivazione della norma di legge volta ad assicurare l’armonizzazione dell’indennità di amministrazione del personale del nostro Ministero, abbiamo ricevuto oggi la nota a firma del Capo di Gabinetto, che vi alleghiamo, in cui si comunica che il Ministro dell’Istruzione ha inviato ieri al Ministro per la Pubblica Amministrazione e al Ministro dell’Economia e delle Finanze una nota con la quale ha chiesto un urgente intervento per avviare la procedura prevista dai commi 143 e 144 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, finalizzata alla progressiva armonizzazione delle indennità di amministrazione del personale.

La comunicazione dà inoltre conto di come, sempre a seguito delle nostre richieste, il Ministro abbia sollecito il MEF sulla  necessità  di un intervento immediato volto a incrementare stabilmente e in modo adeguato il Fondo Risorse Decentrate, anche attraverso una analisi storica e comparativa della consistenza del suddetto Fondo.

Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dott. Andrea Bianchi
Alla Direttrice Generale PIOB – UPD
Dott.ssa Stefania Cresti
E p.c.
Alla Dirigente PIOB UPD – Div. 2
Dott.ssa Emanuela Cigala

OGGETTO: LAVORO AGILE

In considerazione della proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 e l’importante aumento dei contagi derivanti dal virus SARS COVID-19, si chiede di voler prolungare l’utilizzo del lavoro agile come strumento di contenimento della pandemia.
Inoltre, ribadiamo la nostra richiesta di procedere alla formalizzazione di quanto la stessa Amministrazione ha dichiarato al tavolo sindacale, relativamente all’applicazione di tutti gli istituti normativi al personale in lavoro agile, ad esempio del lavoro straordinario, in quanto ad oggi ci risulta che ogni Direzione dia indicazioni diverse.

Al fine di evitare inutili e dannose disparità di trattamento tra lavoratori, chiediamo che vi siano indirizzi univoci e ufficiali.

Roma, 29 dicembre 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Francesca Valentini
CISL FP
Michele Cavo
Marco Sozzi
UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi
Ilaria Casali

Al Direttore dell’INL
Dott. Bruno Giordano

 

Oggetto: Richiesta incontro urgente

Come noto l’art. 18, comma 3, del C.C.N.L. 2006-2009 prevede la necessità di programmare i passaggi economici interni alle aree tenendo conto delle risorse presenti nel Fondo, a consuntivo, alla data del 31 dicembre di ciascun anno precedente.
Tenuto conto anche degli impegni assunti sul tema dall’amministrazione, si chiede la convocazione urgente di un incontro per la definizione di una intesa per lo stanziamento delle risorse necessarie a finanziarie ulteriori procedure di progressioni economiche orizzontali con decorrenza 1° gennaio 2022.

Inoltre, considerando la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 e l’importante aumento dei contagi derivanti dal virus SARS COVID-19, si chiede di voler prolungare l’utilizzo del lavoro agile, come strumento di contenimento della pandemia.

Certi della sensibilità sulle richieste in parola, si rimane in attesa di urgente riscontro.
Roma, 29 dicembre 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
CISL FP
Michele Cavo
UIL PA
Bruno Di Cuia

Approfondimento a cura della Fp Cgil Mef condiviso con Cgil

Durante lo sciopero generale del 16 dicembre proclamato da Cgil e Uil e nei giorni immediatamente successivi, diversi media nazionali, sollecitati da fonti governative, si sono affrettati a dimostrare all’opinione pubblica che i sindacati avevano sbagliato valutazione: contrariamente a quanto detto, la riforma del Fisco avrebbe un impatto progressivo o “neutro” poiché tiene debitamente conto delle fasce medio-basse della popolazione. Fasce che corrispondono alla stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti e alle quali verrebbero destinati benefici in termini assoluti e relativi tutt’altro che marginali. Come vedremo in seguito, in realtà, la riforma IRPEF, inclusiva di altre misure (decontribuzione temporanea nel solo 2022 e assegno unico per figli fino ai 21 anni), resta prevalentemente regressiva, perseverando nel dare di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno.

Il grafico che segue, largamente diffuso dal Governo e dai media nazionali, mostrerebbe i benefici “cumulati” delle ultime tre riforme IRPEF:

Benefici “cumulati” degli ultimi tre interventi sull’IRPEFs
Fonte “La Repubblica” – 16 dicembre 2021

Secondo il commento al grafico di uno dei principali quotidiani nazionali, il “Bonus Renzi da 80 euro, estensione del beneficio a 100 euro (riforma Gualtieri) e ora la revisione delle aliquote Irpef e delle detrazioni” porterebbero ad una “una curva di benefici che ha un picco nei redditi più bassi, intorno ai 15mila euro, e che si trasforma in un vantaggio di portafoglio di circa 1.500 euro, per poi andare via via a calare”.

Tale rappresentazione è non solo strumentale ad una posizione politica favorevole al Governo, ma metodologicamente errata. I benefici della riforma Renzi e Gualtieri non si cumulano con l’attuale riforma, ma il bonus netto di 100 euro per redditi fino a 28 mila euro, da gennaio 2022 sarà fruito solo dai redditi inferiori ai 15.000 e il nuovo sistema di aliquote e detrazioni non riuscirà a compensare questa perdita. Di conseguenza, i benefici antecedenti non verrebbero oggi a sommarsi con l’attuale riforma, ma sparirebbero e sarebbero equivalenti alla sola barra rossa che si vede in figura.

La figura, quindi, mostra che se prima della crisi economica dovuta alla pandemia i benefici delle nuove misure fiscali si concentravano sui dipendenti con redditi medio-bassi, l’attuale governo ha scelto di beneficiare le classi medio alte proprio in un periodo in cui abbiamo visto crescere le disuguaglianze nel nostro Paese.

Infatti: come si può paragonare la riforma del 2014 con quella del 2022, quando fra l’una e l’altra vi è stata una pandemia globale e una recessione senza precedenti che ha acuito le disuguaglianze e gettato parte della popolazione in uno stato di precarietà, povertà e forte deprivazione? In considerazione di ciò, il contesto attuale avrebbe richiesto un intervento sulle fasce meno abbienti e più in difficoltà, anziché dedicare risorse pubbliche a dare di più a chi già riceve di più.

Il grafico, tuttavia, fornisce un’informazione importante, ovvero che la riforma attuale (barre in rosso) premia le fasce di reddito superiori ai 40.000 euro, dedicando alle altre benefici irrisori in termini assoluti e relativi.

La posizione di contrattacco del Governo e dei media nazionali non termina qui. In diversi articoli sono apparsi calcoli sui benefici dell’attuale riforma su famiglie mono o bireddito con o senza figli. Nelle figure che seguono, apparse sui principali media nazionali, ci si riferisce alla sola riforma attuale, sommando alla riforma IRPEF gli effetti della decontribuzione (che varrebbe per il solo 2022), e del nuovo Assegno Unico Universale per i figli fino a 21 anni di età, che sostituisce l’assegno al nucleo familiare e le detrazioni per figli.

Queste analisi, tuttavia, assommano interventi molto diversi tra loro, ovvero le modifiche all’IRPEF con l’Assegno Unico Universale. Esse hanno destinatari diversi (contribuenti IRPEF vs minori), natura diversa (fiscale vs sociale) e criteri di erogazione molto diversi (reddito personale vs ISEE del nucleo). Non è un caso, infatti, che la gran parte delle simulazioni ipotizzi nuclei monoreddito, gli unici che si possono prestare, in parte, ad analisi combinate.

Per questo preferiamo segnalare gli effetti certi delle misure, singolarmente. E non è opinabile che rispetto al 2021 l’intervento sull’IRPEF fornisce vantaggi inferiori ai redditi più bassi, solo in parte mitigati da una decontribuzione temporanea, così come è certo che la platea potenziale dei cosiddetti “perdenti” nel passaggio all’Assegno Unico è composta da oltre un milione di nuclei, tutti caratterizzati dalla presenza di reddito da lavoro dipendente (e le perdite nel passaggio da ANF+detrazioni verso l’AUU saranno indennizzate al 100% per un solo anno, e non per tutti).

Nelle tabelle che seguono gli effetti strutturali dell’intervento fiscale previsto in legge di bilancio:

Fonte Cgil

Aggiungiamo che buona parte delle analisi che provano a dimostrare quanto i redditi medi e bassi ricevano benefici maggiori rispetto ai redditi più elevati presentano due “stratagemmi” che ci sentiamo di contestare:

  1. Molto spesso l’incidenza del beneficio viene mostrata rispetto al reddito lordo della famiglia, mentre quello che conta per una famiglia è la quota del proprio reddito disponibile (netto) che avrà in più grazie alle riforme del governo. Mostrare l’incidenza su un reddito lordo, più basso di quello netto disponibile soprattutto per le famiglie più povere fa sembrare percentualmente più alti i benefici per le classi più basse rispetto alle classi più alte.
  2. L’incidenza reale della riforma del Fisco si deve desumere dal numero di famiglie coinvolte all’interno di ciascuna fascia di reddito. Per capire i reali effetti distributivi delle riforme, bisogna rispondere alla seguente domanda: quanti sono i contribuenti che dichiarano un salario pari o minore a 35.000 euro (ovvero i contribuenti che vedranno vantaggi unitariamente più scarsi in numeri assoluti)? Quanti sono i contribuenti che invece hanno un reddito superiore? La risposta, come abbiamo già avuto modo di comunicare nella nostra mobilitazione, è che l’85% dei lavoratori e pensionati ha un reddito che si colloca sotto tale soglia. L’effetto distributivo è quindi concentrato sulle fasce più alte, ma pare che la gran parte dei i media nazionali oltre che il governo non hanno merito preso in considerazione questa semplice analisi della distribuzione dei contribuenti.

L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha recentemente fatto luce sulla distribuzione degli effetti della riforma IRPEF, i quali sono particolarmente bassi per il 20% più povero della popolazione. Questa dinamica rischia di inasprire le disuguaglianze che saranno solo parzialmente attenuate per le sole famiglie con figli (e neanche tutte, specie nella famiglie di lavoratori) da un assegno unico che rimane, comunque, meno generoso delle aspettative.

Fonte UPB

In uno scenario di gravissima crisi economica, con una pandemia che non accenna ad allentare la sua morsa sul tessuto sociale del Paese, ci saremmo aspettati una riforma del fisco coraggiosa, attenta alle fasce più vulnerabili della popolazione e progressiva, dove chi ha di più contribuisce in misura maggiore e chi ha di meno riceve in misura maggiore.
Oggi, invece, il Governo spreca l’opportunità di investire su una seria riforma del Fisco dando tanto a chi ha già tanto e poche briciole a chi stenta ad arrivare a fine mese.
Per questo motivo, la mobilitazione continua! La Cgil non si ferma!

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze

Capo Dipartimento DAG

D.ssa Valeria VACCARO

capodipartimento.dag@pec.mef.gov.it

E, p.c.

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze

DAG – Ufficio Relazioni Sindacali

Dott. Ernesto PERNA

relazionisindacali.dag@mef.gov.it

Oggetto: recrudescenza pandemicamisure necessarie per il contrasto alla pandemia

La FP CGIL è intervenuta più volte nei mesi trascorsi a decorrere dal 15 ottobre, segnalando il forte aumento dei contagi nella sede MEF di via XX Settembre e chiedendo più trasparenza nella comunicazione dei contagi ai lavoratori.

È intervenuta nell’ultimo mese di dicembre, quando in corrispondenza di una evidente recrudescenza grave della pandemia ha chiesto a codesto Capodipartimento di innalzare immediatamente a 10 i giorni di lavoro agile fruibili da tutti i lavoratori, senza condizioni, come misura di contrasto alla pandemia. FP CGIL ha inoltre chiesto di ricevere i dati sulla incidenza dei contagi fra i lavoratori MEF a livello nazionale.

Tali richieste rispettano il dettato normativo (legge 300/70, Statuto dei Lavoratori) e contrattuale (CCNL FC 2016-18, art. 7 comma k), che vedono le organizzazioni sindacali titolari di potere contrattuale sulle materie relative a salute e sicurezza dei lavoratori.

Ma al MEF nessuno risponde. Si elude costantemente il contratto e la Legge.

Le organizzazioni sindacali e la RSU di XX Settembre vengono “informate”, il 28 dicembre, della costituzione di un “comitato consultivo”, di esclusiva composizione di parte datoriale, per il monitoraggio e le azioni da intraprendere nella sede di XX Settembre, con possibile estensione dei provvedimenti a tutte le sedi nazionali.

Invece di rispondere a richieste conformi a leggi e contratti, invece di ascoltare i lavoratori e i loro rappresentanti, al MEF si sceglie di costituire un “comitato”, in ritardo di 2 anni sulle prime indicazioni in tal senso contenute nei protocolli sulla sicurezza siglati fra OO.SS. e Governo nel 2020 e, in contrasto con quelle prime indicazioni, senza prevedere la partecipazione di nessun soggetto di rappresentanza dei lavoratori.

Come FP CGIL pensiamo che istituire un “comitato” sia una risposta fortemente inadeguata ai gravi problemi del momento presente.

Pensiamo invece che vadano utilizzate e rispettate le ordinarie forme di relazione sindacale in materia di salute e sicurezza, e che vada invertita decisamente la strategia di contrasto alla diffusione del contagio nei posti di lavoro MEF.

Torniamo a chiedere pertanto:

  • l’immediata estensione ad almeno 10 giorni di lavoro agile per tutti i lavoratori, senza condizioni e in tutte le articolazioni nazionali e territoriali;

  • la comunicazione a RLS, RSU, OOSS della avvenuta effettuazione dei tracciamenti e delle sanificazioni, a livello della sede centrale di XX Settembre come avviene già a livello periferico, e dei dati della incidenza di contagi sul territorio nazionale;

  • la sollecitazione a tutte le sedi affinché diano risposta alle domande di estensione del lavoro agile già presentate e da presentare;

  • la riconsiderazione delle istanze di fragilità già rigettate;

  • la garanzia che i lavoratori in quarantena e in isolamento preventivo non siano ammessi al luogo di lavoro, anche qualora vaccinati.

La rincorsa alla produttività non deve essere fatta a discapito della salute dei lavoratori. La FP CGIL contrasta questa logica che attacca la salute dei lavoratori ed è favorevole al ripristino del lavoro agile generalizzato nella PA come misura di contrasto alla pandemia.

A legislazione vigente, e per il mantenimento di corrette relazioni sindacali, chiediamo immediato riscontro alla presente.

FP CGIL Nazionale

Daniele Gamberini

FP CGIL Roma e Lazio

Francesca Valentini

On.le Anna Macina
Sottosegretario alla Giustizia
Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse
Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile
Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

La recrudescenza della Pandemia da Covid-19, con l’aumento esponenziale dei contagi, sta imponendo nuovamente l’adozione di misure stringenti per limitare al massimo il rischio di contagio a tutela della salute pubblica.
Tale situazione sta generando allarme anche tra i lavoratori della Giustizia i quali, quotidianamente, raggiungono gli uffici giudiziari, le strutture penitenziarie, anche minorili, gli uffici di esecuzione penale esterna (adulti e minori) e gli archivi notarili per assicurare i servizi, entrando sovente in contatto con l’utenza che, come è noto, non è soggetta all’obbligo del green pass.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali non possono rimanere inerti dinanzi alla situazione di pericolo che si sta ricreando nel Paese. Per tale motivo, pur consapevoli dei vincoli imposti dalla normativa anti-Covid vigente, chiedono l’apertura con urgenza di un confronto in call conference sulla materia al fine valutare la opportunità dell’adozione delle misure più idonee a tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro (a partire dallo Smart Working) limitando al massimo il pregiudizio per i servizi da erogare alla cittadinanza.

Distinti saluti
Roma, 28 dicembre 2021

FP CGIL
Russo / Prestini
CISL FP
Marra
UIL PA
Amoroso

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott.ssa Maria Grazia Sampietro

per il tramite del Dott. Stefano Ferri Ferretti

Dirigente Area Relazioni Sindacali

Oggetto: Richiesta uregente

Le scriventi OO. SS., alla luce della nuova emergenza dei contagi da covid-19 che attanaglia il nostro Paese e che vede il diffondersi dei contagi anche tra i colleghi nelle sedi dell’Istituto, chiedono con urgenza di riattivare lo smart-working emergenziale senza vincoli di giornate settimanali o mensili e rivedere l’accesso libero agli sportelli delle sedi dell’Istituto.

Tale richiesta a Tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e lavoratori dell’istituto, ma anche dell’utenza.

FP CGIL

Matteo Ariano

Antonella Trevisani

CISL FP

Paolo Scilinguo

UIL PA

Sergio Cervo

MINISTERO ISTRUZIONE

SOTTOSCRITTA IPOTESI ACCORDO SULLE PROGRESSIONI ECONOMICHE 2022

Care colleghe e cari colleghi nel pomeriggio di oggi abbiamo sottoscritto l’intesa per la programmazione delle Progressioni economiche all’interno delle Aree con decorrenza 1 gennaio 2022.

L’accordo prevede lo stanziamento di €. 500.000 la cui destinazione verrà stabilità, presumibilmente entro il mese di gennaio 2022, con successivo accordo sui “Criteri e modalità di utilizzazione del Fondo risorse decentrate per l’anno 2022”, che formalizzerà il numero delle unità progredibili per Area e per fascia economica.

Cogliamo l’occasione di fare a tutti i migliori auguri di buon anno nuovo con la speranza di esserci lasciati il peggio alle spalle e di poter guardare con più serenità al futuro.

Roma 27 dicembre 2021

FP CGIL

FP CISL

Anna Andreoli/Davide Perrelli

Michele Cavo

Al Capo Dipartimento
Dott.ssa G. Tuccillo
e-mail: dgmc@giustizia.it
pec: prot.dgmc@giustiziacert.it
Al Direttore Generale PRAM
Dott. G. Cacciapuoti
e-mail: dgpram.dgmc@giustizia.it
c/o Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità
ROMA

OGGETTO: richiesta rimborso tassa di iscrizione agli Ordini regionali degli Assistenti Sociali, in favore dei Funzionari della professionalità di servizio sociale, ed agli Ordini Professionali in favore del personale Tecnico, assunti con rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.

Con la presente queste OO.SS. desiderano portare alla Vostra attenzione la necessità di rimborsare la tassa di iscrizione all’Ordine professionale che grava sul personale in oggetto indicato, dipendente pubblico la cui iscrizione all’albo professionale sia obbligatoria1 e con rapporto di lavoro a tempo pieno in regime di esclusività.
Infatti, le spese di iscrizione all’Albo riguardano non solo avvocati, ingegneri, architetti, ma tutti coloro che da un lato “firmano”, quali professionisti abilitati, atti della pubblica amministrazione e dall’altro abbiano un vincolo che impedisca l’attività esterna a favore di terzi, fattispecie entrambe previste nel lavoro degli assistenti sociali del Ministero della Giustizia.
A titolo di esemplificazione, citiamo solo alcune pronunce giudiziali che giustificano tale richiesta:
• Sentenza n. 116/2019 del Tribunale di Pordenone – Sezione lavoro poi confermata dalla Sentenza n. 36/2020 della Corte di Appello di Trieste;
• Sentenza del Tribunale di Roma del 26 gennaio 2021 su ricorso della UIL FPL;
• Sentenza del Tribunale di Bologna n. 332/2021 del 7/5/2021.
Nonostante gli organi di riscontro in passato abbiano escluso, sinanche con corrispondenza di-retta con gli Ordini professionali, la sussistenza di un diritto al rimborso della quota di iscrizione all’Albo per gli assistenti sociali ed il personale tecnico dipendenti di un ente pubblico, in quanto l’iscrizione all’Ordine non avviene in un elenco speciale come quello cui appartengono gli avvocati
1 Valga quale esempio: per poter esercitare la professione di assistente sociale – anche a titolo volontario – è obbligato-rio essere iscritti all’Albo. Il versamento del contributo annuo è atto dovuto da parte dell’iscritto e il mancato versa-mento comporta l’avvio di procedimento disciplinare. Si precisa inoltre che la cancellazione dall’Albo Professionale comporta la conseguente impossibilità all’esercizio della professione. Tutto questo vale, come ovvio, anche per il per-sonale Tecnico.
degli enti pubblici, le recenti sentenze, tuttavia, fanno propendere per un’interpretazione aggior-nata dei giudici del lavoro nei confronti del predetto personale.
Per i motivi ivi descritti si chiede di avviare un confronto con codeste OO.SS., allo scopo di evi-tare la necessità di intraprendere, sussistendone fondati motivi, il percorso del ricorso giurisdizio-nale per la tutela anche del personale appartenente ai profili di Funzionario di servizio sociale, Funzionari tecnici ed Assistenti tecnici, tenuti all’iscrizione ad Albi/Ordini professionali per l’esple-tamento delle loro mansioni e che operano, con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, alle dipendenze del Ministero della Giustizia.
In attesa di un cortese riscontro, si porgono i più cordiali saluti.

FP CGIL
Prestini
CISL FP
Marra
UILPA
Amoroso

Al Ministero della Cultura
Al Capo di Gabinetto del Ministro
Prof. Lorenzo Casini
Al Segretario Generale
Dott. Salvatore Nastasi
Al Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Al Dirigente Servizio II Relazioni Sindacali
Dr.ssa Sara Conversano
LORO SEDI

Oggetto: Recrudescenza contagi da Covid 19.

Con riferimento all’oggetto le scriventi OO.SS., preso atto della situazione in atto nel Paese per quel che riguarda la ripresa massiccia del fenomeno pandemico, chiedono di rivedere le indicazioni operative relative alle misure intraprese per consentire una adeguata tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, contenute nella Circolare n.53 del 13 ottobre 2021 a firma del Segretario Generale, con particolare riferimento alle seguenti disposizioni:
 Percentuale di personale in smart working: si chiede di determinare una condizione di ampliamento della percentuale del 30% sulla base di valutazioni specifiche che ne possano determinare il ricorso;
 Personale in condizione di pendolarismo di media e lunga distanza: si chiede di agevolare il ricorso allo smart working 5 giorni su 5 o, in alternativa, di sollecitare gli Uffici periferici per la messa a disposizione di postazioni operative in coworking, al fine di attenuare i rischi di contagio connessi alla mobilità su mezzi pubblici;
 Chiarire agli stessi Uffici periferici che il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022 impone la permanenza dell’obbligo di rigorosa tutela dei lavoratori in condizioni di fragilità riconosciuta ai sensi della vigente normativa in materia.
Confidando nella dovuta attenzione alle urgenti problematiche sopra segnalate si resta in attesa di formale cenno di riscontro.
Distinti saluti

FP CGIL
Claudio Meloni
CISL FP
Giuseppe Nolè
Valentina Di Stefano
UIL PA
Federico Trastulli

Al Capo di Gabinetto
Dott.ssa Elisabetta Cesqui
Al Segretario Generale
Dott. Andrea Bianchi
Alla Direttrice Generale PIOB – UPD
Dott.ssa Stefania Cresti

UNA GIUSTIFICAZIONE INGIUSTIFICABILE …
non ci crederebbe neanche un bambino!!

 

La giustificazione dell’Amministrazione in merito alla gravissima questione FDR 2020 la rispediamo al mittente.
Anzitutto, è molto grave che solo dopo il nostro quesito ci sia stato risposto che i soldi del FRD 2020 non saranno erogati entro l’anno. Cosa si aspettava a comunicarlo alle OO.SS. e ai lavoratori? Si voleva forse lasciare questo bel regalo di Natale sotto l’albero come sorpresa di fine anno? Se c’è un’accezione di responsabilità da mettere in discussione, è senz’altro dell’Amministrazione, che fino all’ultima riunione del 9 dicembre 2021 aveva assicurato le OO.SS. e la RSU (presente anche il Vicecapo di Gabinetto dott. Scarafoni) circa l’esigibilità del FRD entro il mese di dicembre. Rimettiamo al mittente, cioè all’Amministrazione, l’accusa falsa e infondata riguardante la normale dialettica della contrattazione: si preferiva avere un tavolo di OO.SS. tutte pronte a firmare senz’alcuna discussione? Dalla risposta dell’Amministrazione si legge un chiaro addebito alle OO.SS. per la mancata erogazione del FRD: per quanto ci riguarda, la responsabilità è chiaramente, evidentemente ed esclusivamente riconducibile al modus operandi di questa Amministrazione. Ad esempio, se i pareri favorevoli all’ipotesi di accordo sono arrivati in data 2 dicembre – come scrive la stessa Amministrazione nella sua nota di replica – perché non risulta essere stata chiesta subito la riassegnazione delle risorse? E perché si è aspettato solo il 9 dicembre per convocare nuovamente il tavolo?
Ricordiamo – speravamo non ce ne fosse bisogno… – che la mancata erogazione di tale istituto alle lavoratrici e ai lavoratori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali costituisce un fatto clamoroso che non trova precedenti nella storia del nostro Dicastero, provocando un grave danno economico a carico dei dipendenti. Non è superfluo, a tal proposito, parlare anche di questione “etica e morale” di un’Amministrazione che ha come mission quella della tutela dei lavoratori… Di tutti i lavoratori ad eccezione dei propri!! Ci riserviamo, per questo, il diritto-dovere di mettere in campo tutte le iniziative di lotta atte a garantire il salario accessorio delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero del Lavoro.

TERZO SETTORE SOCIO SANITARIO ASSISTENZIALE, RATIFICATO IL RINNOVO DEL CCNL AGIDAE APPLICATO AI 50MILA ADDETTI DIPENDENTI DA ENTI E AUTORITÀ ECCLESIASTICHE.
AUMENTO MEDIO DI 95€ A REGIME, ESTESE LE TUTELE ED I DIRITTI SOCIALI E POTENZIATA LA SANITÀ INTEGRATIVA
Ratificato il rinnovo del Contratto Nazionale Agidate applicato ai circa 50 mila dipendenti da Enti ed Autorità Ecclesiastiche che svolgono attività nei servizi socio sanitari, socio assistenziali educativi e nell’area accoglienza e di servizi nelle attività turistiche, culturali e sportive.

L’accordo, siglato in presenza a Roma dai sindacati di categoria Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Agidae, l’Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, al termine della fase di consultazione dei lavoratori, ha vigenza triennale retroattiva 2020/2022 con la clausola dell’ultravigenza.

L’aumento economico medio a regime è di 95 euro su un livello medio C2 per 13 mensilità, riparametrati per tutte le altre categorie e posizioni economiche. La prima tranche di 50 euro sarà erogata nella busta paga di dicembre 2021; la seconda di 45 euro nella busta paga di dicembre 2022.

Sulla parte normativa le Parti hanno proceduto ad aggiornare i capitoli: del mercato del lavoro, con la previsione con l’inserimento della clausola di stabilizzazione di almeno il 25% del personale a tempo determinato e il limite della percentuale complessiva dei rapporti di lavoro a tempo determinato e in somministrazione, non può superare la soglia del 30%; il sistema di classificazione del personale, con la creazione di una nuova categoria in cui verranno collocati psicologici, assistenti sociali e pedagogisti e l’inserimento dei nuovi profili professionali di mediatore culturale ed informatore legale.

È inoltre stata inserita la dicitura “ad esaurimento” per i profili dell’educatore non professionale e dell’infermiere generico; sul fronte delle tutele e diritti, per la prima volta in un contratto del terzo settore, è stata convenuta l’integrazione al 90% della maternità obbligatoria. Il rinnovo introduce anche tre giorni di permessi retribuiti per la malattia dei figli di età inferiore a tre anni oltre all’istituto delle ferie solidali. Aggiornata poi la normativa sul congedo parentale sulla base delle ultime novità legislative; sul capitolo dell’Assistenza Sanitaria Integrativa il rinnovo conferma il contributo di 5 euro per assistenza sanitaria integrativa a carico delle strutture ed introduce un contributo di 2 euro a regime a carico del lavoratore per giungere all’erogazione di prestazioni di Long Term Care.

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