Report sul 57° comitato permanente “Governi locali e regionali” di EPSU – 21 ottobre 2021
Durante la mattinata dl 21 ottobre 2021 si è tenuto, in modalità videoconferenza, il cinquantasettesimo comitato esecutivo LRG (Local and Regional Government). La riunione è iniziata nel ricordo del compagno Didier, della CGT, componente del comitato, recentemente scomparso. Prima di passare agli argomenti all’ordine del giorno, la segreteria EPSU ha riepilogato la procedura che porterà, alla prima riunione del 2022, alla elezione del vicepresidente del comitato LRG EPSU, in quanto Peter, compagno spagnolo attualmente vice-presidente, è in pensione da qualche mese, e rimarrà in carica sino alla fine dell’anno.
Si discute, quindi, il quinto punto all’ordine del giorno, cioè “la ricostruzione dopo la pandemia: come la pandemia ha cambiato la fornitura dei servizi locali e regionali, la digitalizzazione ed il suo impatto sui lavoratori”.
Richard Pond, di EPSU, ha svolto una densa relazione introduttiva, in cui parte dalla volontà della Commissione Europea di passare dal concetto, superato, di “e-government” a quello di “governo digitale”, che implica una trasformazione digitale totale.
I 22 PNRR approvati puntano molto sui servizi digitali pubblici, e le Nazioni Unite sottolineano continuamente il concetto di “cambio continuo”.
C’è una sorta di ambivalenza sulla digitalizzazione. Ci sono vantaggi, ma anche criticità. L’utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale sono il grande rischio e la grande opportunità del futuro, su cui i sindacati si devono attrezzare, pena l’incapacità di incidere. Il controllo democratico è fondamentale.
Si arriverà ad una riduzione del 20% dell’orario di lavoro necessario per compiere lo stesso lavoro. Come verrà distribuito questo tempo risparmiato? Con una riduzione dell’orario di lavoro o con una riduzione dei lavoratori?
Successivamente Paola Panzieri del segretariato di Epsu relaziona sullo stato delle trattative con la contro parte e con la commissione europea sul tema della digitalizzazione. Non si sa ancora quale sarà il risultato. La sessione più difficile sarà quella sulle esternalizzazioni.
Il dibattito è qualificante e preoccupato.
Dopo la pausa, il comitato affronta i temi degli appalti e delle esternalizzazioni, con una relazione di Lorenzo Repetti ed un contributo della FP CGIL.
Lorenzo Repetti, consulente ETUC (sindacato europeo confederale) si sofferma sulle azioni di ETUC per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori mediante modifiche delle direttive sugli appalti, ma anche la direttiva sugli stipendi adeguati. Si tratta di un aspetto fondamentale della nostra attività, da approfondire in via prioritaria.
Repetti ha altresì rappresentato la possibilità che vengano nominati degli “ambasciatori” di questa battaglia presso ogni singolo stato e organizzazione sindacale affiliata, così da rendere più efficace l’uso quotidiano degli spazi legislativi che ci conquistiamo a livello europeo.
La FP CGIL ha presentato la campagna contro la esternalizzazione dei servizi educativi 0-6, che ha l’obiettivo di far emergere, mettere in contatto e far fare un salto di qualità alle partecipate lotte contro la privatizzazione di un servizio costituzionalmente rilevante (asili nido e scuole dell’infanzia), rispetto ai quali i fondi del PNRR, non sufficienti, rischiano di essere spesi in modo inefficiente ed inefficace.
Il Comitato si è concluso con un rapido aggiornamento sulla vittoria ottenuta recentemente dai vigili del fuoco relativamente alla diminuzione del limite massimo di esposizione all’amianto, e con un aggiornamento sui progetti in corso e su quelli presentati ed ancora non valutati.
Enrico Lobina
Membro supplente Standing LRG Committee
Al Segretario Generale Cons. Franco Massi
SEDE
All’Ufficio Relazioni Sindacali
SEDE
Oggetto: Rimodulazione dello Smart Working e schema di accordo per il lavoro agile.
In riferimento alla Circolare n. 35 del 13 ottobre u.s., avente per oggetto “Rimodulazione delle presenze in sede a seguito dell’emanazione del DPCM in data 23 settembre 2021 e del DM in data 8 ottobre 2021” e la successiva pubblicazione nella intranet dello schema di accordo individuale per il lavoro agile, le scriventi Organizzazioni Sindacali, nel rilevare ancora una volta l’adozione di scelte unilaterali da parte dei vertici di Istituto non essendo stata fornita una preliminare informativa, né avviato un confronto tra le parti, segnalano che in data 22 ottobre p.v. è prevista una riunione tra le OO.SS. più rappresentative ed il Ministro della Funzione Pubblica per l’adozione di linee guida condivise sul lavoro agile (in allegato la convocazione della riunione).
Pertanto, in attesa di conoscere gli esiti del menzionato incontro, le scriventi chiedono l’immediata sospensione dell’applicazione della citata circolare, con particolare riferimento allo schema di accordo individuale sullo smart working, nonché l’annullamento dei contratti individuali eventualmente già sottoscritti, in attesa della definizione di linee guida che saranno chiamate a fornire indicazioni omogenee di tipo applicativo a livello nazionale.
Si coglie l’occasione per segnalare che nella stessa Circolare n. 35/2021, al punto 4.9, non sono previste tutele per le lavoratrici in gravidanza, né per i lavoratori padri che usufruiscono della L.81/2017. Le scriventi OO.SS., infine, manifestano perplessità in merito ad alcuni aspetti che costituiscono parte integrante dello schema di accordo individuale sullo smart working, con particolare riferimento a quanto previsto all’art. 3 per la misurazione del lavoro svolto da remoto (costruzione di indicatori) e all’art. 4 per le modalità di svolgimento del lavoro agile (fasce di contattabilità).
In attesa di un urgente riscontro alla presente, si saluta cordialmente.
Roma, 21 ottobre 2021
S. Di Folco
F. Amidani
U. Cafiero
A. Benedetti
M. Centorbi
Alla Ministra della Giustizia
Proff.ssa Marta Cartabia
Egregia Ministra,
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza individua nella giustizia un punto nevralgico per il rilancio del Paese, si rischierebbe però di perdere un’occasione importante se i progetti di riforma dovessero riguardare solo parte del sistema complesso che è la Giustizia, senza tenere nella dovuta considerazione settori fondamentali per la tenuta dell’intero sistema, tra cui va annoverato senza ombra di dubbio quello dell’esecuzione penale esterna.
In tale ottica, considerato che nessuna riforma può essere portata a termine se non supportata da adeguati investimenti, riveste particolare importanza lo stanziamento di risorse, che verrà sancito dalla prossima legge di stabilità, per l’aumento delle dotazioni organiche, l’assunzione di personale, il potenziamento delle strutture e delle strumentazioni in dotazione nell’esecuzione penale esterna.
Nell’arco di alcuni decenni, dal 1975 ad oggi, tale settore è stato interessato da ripetute trasformazioni e attribuzioni in relazione agli orientamenti del legislatore in materia di politica penale.
Gli operatori del settore e in particolare la figura professionale dell’assistente sociale, prescelta nel sistema di esecuzione penale italiano come “case manager” per le misure alternative e di probation, hanno saputo adattare ed aggiornare le tecniche di intervento in relazione a tali trasformazioni , realizzando una progressiva evoluzione del sistema che assume oramai al proprio interno i tre paradigmi della giustizia: retributivo, riabilitativo e riparativo.
In tempi recenti gli operatori degli UEPE sono stati coinvolti in un’operazione a dir poco impegnativa costituita dalla formazione del nuovo Dipartimento e dall’implementazione della messa alla prova per gli adulti.
Gli Uepe lavorano in rete con gli enti locali, le associazioni di volontariato, le cooperative sociali e le altre agenzie pubbliche e del privato sociale presenti nel territorio, per favorire il percorso di reinserimento ed inclusione sociale degli utenti.
Negli UEPE operano differenti figure professionali tra le quali: dirigenti, funzionari della professionalità di servizio sociale, psicologi, polizia penitenziaria, assistenti amministrativi, funzionari contabili.
La costituzione del Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità non ha visto l’ assegnazione di risorse sufficienti per il reale fabbisogno di personale e, a distanza di 6 anni, si riscontra la mancanza di un’adeguata dotazione organica di funzionari di Servizio sociale, amministrativi, contabili ed informatici.
Inoltre, gli Uffici di esecuzione penale esterna negli ultimi anni sono stati segnati da un incremento del carico di lavoro determinato dall’introduzione della misura della “messa alla prova”, ma anche dal costante aumento del numero di persone che fruiscono di misure alternative al carcere e di sanzioni sostitutive.
Il documento “analisi statistiche del Ministero della Giustizia, dati di flusso dell’anno 2021, fino al 15 agosto 2021” (pag. 16) riporta il seguente dato: 169.239 soggetti presi in carico nell’anno 2021 (fino al 15 agosto).
Se si considera questo dato in relazione ai funzionari di Servizio Sociale operativi in servizio presso tutti gli uffici di esecuzione penale esterna, tenuto conto del numero dei funzionari assegnati in altri incarichi istituzionali (quindi senza l’assegnazione di casi), si rileva che il carico di lavoro oscilla con una media di 180 casi assegnati per funzionario.
Oltre ad aver registrato un raddoppio dei casi, si rappresenta come negli ultimi anni le attività in capo agli Uffici di esecuzione penale siano aumentate per la gestione di progetti con gli enti pubblici e del privato sociale presenti sul territorio: si citano esemplarmente i progetti cassa delle ammende, giustizia riparativa, sportelli di prossimità presso comuni e tribunali, funzione antenne operative presso gli istituti penitenziari.
Il nuovo sistema di protocollo del Ministero della Giustizia, “Calliope”, introdotto con l’intento di semplificare le attività amministrative, al contrario ha aggravato i carichi di lavoro degli assistenti amministrativi e dei funzionari di servizio sociale, quest’ultimi si ritrovano a svolgere anche compiti amministrativi rallentando i tempi della gestione dei casi.
Quanto all’ammodernamento tecnologico degli uffici, si registra un forte ritardo che ha colto impreparato il dipartimento di fronte alla necessità di dotare gli operatori di adeguati strumenti per il lavoro da remoto per poter svolgere anche il lavoro agile.
L’apertura di “sportelli di prossimità” presso i Comuni e i Tribunali, che viene indicata come funzionale all’abbattimento del carico di lavoro dei funzionari di servizio sociale – in quanto detti sportelli faciliterebbero la costruzione e l’ampliamento della rete dei servizi sul territorio nonché la maggiore partecipazione della realtà esterna e delle risorse del territorio – assume di fatto una connotazione di consulenza tecnico-professionale, assolutamente assimilabile al cosiddetto “segretariato sociale” e costituisce, pertanto, un ulteriore attività che incrementa il carico di lavoro.
Il concorso per FPSS del 2019, dopo circa 20 anni di assenza di concorsi, ha visto l’assunzione di circa 470 funzionari della professionalità del servizio sociale, e di ulteriori 88 unità alla data del 4 ottobre, assunzioni che si ritengono insufficienti.
Le dotazioni organiche riformulate nel gennaio 2020, non hanno tenuto in considerazione né il personale in quiescenza, né l’impatto numerico sul lavoro quotidiano, prodotto come suindicato, dall’introduzione dell’istituto della Messa alla Prova.
Il perdurare della situazione rappresentata si traduce in carichi di lavoro insostenibili e rischio burn out per gli operatori.
Si rileva inoltre il frequente ricorso a forme di pensionamento anticipato e la fuga verso altri uffici, segnale di grave malessere e causa di ulteriore depauperamento del personale.
La carenza di organico, oltre a gravare sul personale con ricadute notevoli sul benessere organizzativo, non consente l’adeguato perseguimento della mission a favore delle persone sottoposte ad interventi dell’autorità giudiziaria.
Gli Uffici rischiano di non poter garantire adeguatamente i propri compiti istituzionali, non riuscendo a rispondere nei tempi previsti alle richieste dei committenti istituzionali (Magistratura Ordinaria, Magistratura di Sorveglianza, Istituti penitenziari).
Rappresentiamo inoltre che molti uffici, non dispongono da anni di una sede adeguata, in quanto carenti di locali per svolgere i colloqui con l’utenza e di postazioni di lavoro per i funzionari spesso condivise con altri colleghi, citiamo alcune realtà come quelle di Roma, Napoli e Venezia.
La nuova riforma della giustizia, salutata favorevolmente da questa O.S., prevede l’ampliamento dell’accesso all’istituto della messa alla prova anche a reati con pena edittale fino a sei anni, e alcune misure alternative alla detenzione, entro il limite dei 4 anni della pena inflitta, direttamente comminate dal giudice della cognizione, prevedendo inoltre il potenziamento della giustizia riparativa. Stante la situazione rappresentata, la previsione normativa desta molta preoccupazione tra gli operatori degli UEPE, in considerazione delle carenze di personale e degli attuali carichi di lavoro. La riforma, per essere attuata, non può non prevedere un significativo investimento in termini di personale e strumenti per l’esecuzione penale esterna (adulti e minori).
Una efficace funzione deflattiva della Messa alla Prova per gli adulti necessita di professionalità qualificate, di contratti stabili e di un investimento materiale e politico che esprima concretamente la volontà di realizzare un sistema alternativo al carcere.
Nel PNRR la Giustizia è al centro degli obbiettivi strategici, ma i fondi sono stati destinati alla sola organizzazione giudiziaria. Se davvero si vuole applicare l’art. 27 della Costituzione va invece previsto e attuato un grande investimento sul sistema delle carceri e dell’esecuzione penale esterna, anche in vista della riforma della giustizia in atto che attribuisce grande rilevanza alla “messa alla prova” e alla “giustizia riparativa”.
Riconoscendo il valore degli uffici dell’esecuzione penale esterna in qualità di promotori del cambiamento soci, al fine di sostenere il percorso di reinserimento sociale delle persone sottoposte alle misure alternative e alla messa alla prova, con la finalità di prevenire il fenomeno della recidiva, diviene imprescindibile provvedere alla copertura del fabbisogno di personale (Funzionari di servizio sociale, assistenti amministrativi, funzionari contabili). Bisogna quindi prevedere, all’interno della prossima legge di stabilità, le risorse per l’assunzione di ulteriore personale.
In attesa di ulteriori assunzioni, a tutela dell’integrità psico-fisica dei lavoratori degli Uffici, è urgente e indispensabile definire quale sia il carico di lavoro sostenibile, tenendo conto non soltanto dei casi assegnati ad ogni FPSS, ma anche dei processi lavorativi, al fine di definire l’effettivo fabbisogno del personale. Nel merito la scrivente O.S. ha richiesto l’istituzione di un tavolo di lavoro a livello dipartimentale per avviare il confronto sui carichi di lavoro.
Infine, in questo contesto, occorre riconoscere, dopo tanti anni di servizio, il ruolo e la funzione di direzione e coordinamento effettivamente assolti dai lavoratori che hanno sopperito alla assenze di organico nell’area della dirigenza nelle diverse articolazioni territoriali e locali. Ci riferiamo agli assistenti sociali che dirigono gli ULEPE, ai quali deve essere riconosciuto l’adeguato inquadramento professionale, senza dimenticare di estendere, quanto previsto dall’articolo 21 quater del Decreto Legge 27 giugno 2015 n. 83, convertito dalla Legge 6 agosto 2015 n. 132, a tutti i lavoratori del Ministero della Giustizia.
Il Segretario Nazionale
Florindo Oliverio
Accordo di mobilità degli archivi notarile.
Ordine del giorno
L’Attivo Nazionale Unitario dei quadri e dei delegati del comparto dell’igiene ambientale, riunitosi in call il 28 luglio, dopo un’ampia e attenta discussione ha approvato il prosieguo del confronto anche attraverso un’eventuale mobilitazione a sostegno del rinnovo dei CCNL dei servizi ambientali.
Il dibattito, oltre ad analizzare i contenuti del rinnovo, ha messo al centro anche le problematicità che potrebbero caratterizzare in negativo il settore con il permanere dell’articolo 177 del D. Lgs 50/2016, per ora solo rinviato nella sua applicazione, con il disegno di legge sugli appalti e con il prossimo intervento legislativo sulle norme per la concorrenza.
A tal proposito, l’assemblea odierna ritiene necessario sostenere con ogni mezzo l’azione delle Segreterie Nazionali affinché le prossime riforme non mettano a rischio il futuro del comparto.
Per i delegati e le delegate di tutto il Paese è necessario garantire sviluppo e crescita al settore affinché si possano tutelare al meglio lavoratrici e lavoratori e, contestualmente, assicurare ai cittadini il miglioramento della qualità del servizio.
Per il Sindacato il settore dell’igiene ambientale può crescere, anche grazie alle risorse del PNRR, se non si persegue un’idea di mercato senza regole con appalti al massimo ribasso; se si definiscono risolutivamente gli ambiti ottimali territoriali per favorire la crescita dimensionale e industriale delle aziende sia pubbliche sia private.
Il settore cresce se il contratto collettivo nazionale unico di filiera diventa l’unica norma contrattuale di riferimento per tutti i lavoratori del settore, dal Nord al Sud del Paese e se Governo e istituzioni coinvolgono e si confrontano con le parti sociali sulle prossime riforme che interesseranno il settore.
Conseguentemente, il rinnovo del CCNL assume sempre più un ruolo strategico anche dal punto di vista dell’implementazione dell’economia circolare e, pertanto, dopo un dibattito partecipato e responsabile, l’Attivo Nazionale unitario dà mandato alle Segreterie Nazionali di perseverare con determinazione al tavolo delle trattative per raggiungere obbiettivi strategici come:
– il raggiungimento di un CCNL unico che diventi anche il CCNL di filiera attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso attività e impianti di riciclo.
– il rafforzamento delle relazioni industriali che tenga conto del ruolo indispensabile delle OO.SS territoriali e delle rappresentanze sindacali unitarie per sviluppare un sistema sempre più partecipativo;
– il consolidamento e l’implementazione della normativa contrattuale su salute e sicurezza, affinché maggiori tutele siano messe in campo per migliorare le condizioni di lavoro e la salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori;
– il contrasto al tentativo di “precarizzazione” delle norme sul mercato di lavoro;
– la condivisione e il rafforzamento delle attività formative, attraverso il coinvolgimento della rappresentanza sindacale;
– il miglioramento e l’armonizzazione della classificazione del personale;
– il miglioramento delle norme contrattuali che disciplinano le attività di lavoratrici e lavoratori degli impianti di trattamento;
– l’esigibilità contrattuale nel suo insieme, con particolare attenzione alla clausola sociale ai fini del mantenimento dei livelli occupazionali;
– il riconoscimento di un accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il “welfare” contrattuale.
A tal proposito, l’Attivo Nazionale, anche alla luce dell’esito delle ultime riunioni del Tavolo delle trattative e considerate le proposte datoriali poco incisive e per alcuni aspetti provocatorie, ritiene le prossime riunioni programmate decisive per comprendere le reali volontà di rinnovare il CCNL da parte delle associazioni datoriali.
Dopo oltre due anni dalla scadenza del CCNL, è improcrastinabile la chiusura del rinnovo e i prossimi incontri, che termineranno il 17 settembre, dovranno essere risolutivi per rinnovare il CCNL o per avviare la mobilitazione generale del settore.
Il tempo non è certo sostanza ma spesso lo diventa. Di tempo per sottoscrivere il rinnovo del CCNL ne è passato troppo e lavoratrici e lavoratori nel frattempo sono ancora in attesa di risposte certe.
L’Attivo nazionale Unitario dei quadri e dei delegati condivide la necessità di svolgere, dai primi giorni del mese di settembre, tutti gli attivi regionali e territoriali unitari per preparare al meglio tutte le iniziative a sostegno della vertenza.
Ordine del giorno approvato all’unanimità
Roma 28 luglio 2021
Al MIC
Sig. Segretario Generale
dr. Salvo Nastasi
Alla DG Musei
sig. DG prof. Massimo Osanna
alla DG Biblioteche
sig. DG dr.ssa Paola Passarelli
alla DG Archivi
Sig. DG Dr.ssa Anna Maria Buzzi
DG ABAP
sig. DG arch. Federica Galloni
E, p.c.,:
Sig. Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini
Sig. Consigliere del Ministro
Prof. Giampaolo D’Andrea.
Direzione Generale Organizzazione
Sig. Direttore Generale
dr.ssa Marina Giuseppone
Servizio II
Sig. Dirigente Relazioni Sindacali
dr.ssa Sara Conversano
Oggetto: D.L. 105/2021
applicazione artt. 2 e 9 Circolare n. 40/2021 del Segretariato Generale e nota Circolare n. 13023 del 4 agosto 2021 a firma della DG Musei.
Egregi,
si fa riferimento alla Circolare del Segretario Generale in oggetto, per la quale le scriventi OO. SS. avevano inutilmente richiesto informazione preventiva, per segnalare che la stessa non riporta alcuna indicazione relativamente alle misure concernenti la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori che dovranno procedere alla verifica delle certificazioni utili agli ingressi nei luoghi della cultura, in particolare per quanto riguarda l’aggiornamento dei DVR alle nuove misure organizzative e la sorveglianza sanitaria prevista per gli addetti a tali operazioni. Inoltre, contrariamente a quanto richiesto nella nota inviata in data 29 luglio u.s., risulta assente l’indicazione relativa alla proroga della tutela dovuta ai lavoratori in condizioni di riconosciuta fragilità fino al 31 ottobre p.v.
In aggiunta, allo stato non risultano pervenire indicazioni operative da parte delle Direzioni Generali in indirizzo, ad eccezione della nota Circolare della DG Musei citata in oggetto, che peraltro deve essere integrata con quanto sopra evidenziato. Si chiede pertanto che le stesse forniscano immediate disposizioni operative agli Uffici periferici, nel rispetto della vigente normativa sia per quel che riguarda le misure anti Covid che per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, fornendo puntuale informazione alle scriventi OO.SS.
Nel restare in attesa di formale riscontro si ribadisce infine che la materia della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non può essere considerata unilateralmente da codesta Amministrazione e pertanto si richiama, sia per quel che riguarda il diritto di informazione preventiva che per il rispetto delle clausole a suo tempo concordate nei Protocolli sicurezza anti Covid, al puntuale rispetto degli obblighi derivante dalla normativa vigente senza il quale saranno assunte iniziative conseguenti finalizzate al ripristino di corrette relazioni sindacali.
Distinti saluti.
FP CGIL
Meloni
CISL FP
Giuseppe Nolè – Valentina Di Stefano
UIL PA
Federico Trastulli
Al Segretario generale della Corte dei conti
Cons. Franco Massi
Al Vice Segretario generale
Cons. Saverio Galasso
Al Dirigente generale per la Gestione delle Risorse Umane Dott. Pasquale Le Noci
Alla Dirigente Generale degli Affari Generali Dott.ssa Laura Cicchetti
Al Medico Competente Dott. Carlo Tranquilli
e, p.c.
All’Ufficio Relazioni Sindacali
Al Personale della Corte dei conti
Oggetto: Smart Working per il personale “fragile”.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali sono venute a conoscenza che, in vari Uffici dell’Istituto, è stato comunicato al personale cosiddetto “fragile”, il rientro parziale in presenza.
A tal proposito, l’art. 11 del decreto – legge n. 52/2021, convertito nella Legge n. 87 del 17 giugno 2021, recita che i “termini previsti dalle disposizioni legislative sono prorogati fino al 31 luglio 2021”.
Fermo restando che le Organizzazioni Sindacali Nazionali hanno fatto esplicita richiesta al Governo di prevedere ulteriori proroghe in tal senso, le scriventi chiedono il rispetto delle norme, fino all’emanazione di nuove disposizioni.
Si fa ulteriormente presente che, lo stato epidemiologico emergenziale è tutt’ora vigente e che la cosiddetta “Variante Delta” sta facendo innalzare i contagi.
Pertanto, si chiede il rispetto e l’applicazione delle norme vigenti e che nessuna iniziativa sia intrapresa dagli Uffici motu proprio, in assenza di novità normative relative alla specifica materia.
Si coglie l’occasione per inviare cordiali saluti.
S. Di Folco
F. Amidani
U. Cafiero
A. Benedetti
F. Stefanangeli
In allegato l’ipotesi di accordo in oggetto sottoscritto dalle parti.
Riassetto DCM: senza confronto si lascia spazio alle Fake News
Sulla ipotesi di riassetto dell’Area Metropolitana di Roma, e su tutte le parole fin qui dette e scritte, sembra che ci sia qualcuno che voglia solo procurare paure nei lavoratori e cittadini, con lo scopo di far vedere quanto è bravo, vestendosi da paladino di giustizia, predicando scenari tragici, con toni e argomenti della più becera propaganda elettorale.
FP CGIL, CISL FP e UILPA da sempre, per affrontare i problemi e partecipare ai percorsi di innovazione, cercano di usare razionalità, facendo proposte costruttive ai tavoli di discussione, favorendo l’ascolto e la partecipazione attiva di lavoratrici e lavoratori nel percorso di costruzione della nostra piattaforma, agendo, quando necessario, con percorsi di mobilitazione e azioni di lotta incisive e mirate. Tutte cose che sappiamo fare molto bene, e che hanno portato risultati, come ampiamente dimostrato nella nostra storia.
Lungi da noi metterci a fare “i pompieri”, ma visto che qualcuno gioca a interpretare il ruolo dell’incendiario, crediamo sia utile dare informazioni coerenti ai colleghi per non surriscaldare ulteriormente e inutilmente il clima.
Ad oggi la situazione reale è la seguente, nonostante quello che vuole propinare chi fa propaganda: l’ipotesi di riassetto della DCM, presentataci a GENNAIO 2021 è ad oggi, per larghissima parte, ancora un progetto su carta.
A seguito dell’incontro del 12 gennaio, nel quale come Coordinamenti Regionali FP CGIL, CISL FP e UILPA non ottenemmo dal Direttore di Coordinamento alcuna risposta ai chiarimenti richiesti, tramite i nostri Coordinamenti Nazionali abbiamo subito chiesto e avuto, dopo pochissimi giorni – il 20 gennaio – , un incontro con i vertici INPS, nel quale come descritto nel comunicato di allora, abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni sui potenziali impatti negativi di tale ipotesi, su lavoratori e utenza, e abbiamo ottenuto l’impegno di Presidente e Direttrice Generale, di valutare ogni singola proposta di modifica degli attuali assetti, e di agire eventualmente con la massima cautela e gradualità.
Dobbiamo dare loro atto che hanno mantenuto la promessa. Oggi l’unica cosa concretamente in programma, anche se nell’informativa non ci sono date, è la cessazione della onerosissima locazione di Amba Aradam, e la istituzione di due nuove Agenzie territoriali, in due stabili, nei quali ci risulta, non sia però ancora iniziato alcun lavoro di ristrutturazione.
Si utilizzi pertanto questo tempo per pianificare e condividere con le OO.SS. modi tempi e criteri di allocazione dei colleghi e del CML, garantendo a tutti di poter optare per la sede più prossima alle proprie esigenze logistiche, senza per questo dover rinunciare alla professionalità fin qui acquisita, che quindi possa essere esercitata indipendentemente dalla sede di nuova appartenenza. Si agisca poi in modo da non creare strutture affogate di incombenze e carenza di personale, ma invece si operi nella direzione della razionalizzazione, del decentramento ed efficientamento dei servizi a cittadini e imprese.
Anche sull’Agenzia di Roma Tiburtino, e la ipotizzata cessazione della locazione di Via Igino Giordani, ad oggi resta solo l’informazione verbale ricevuta il 16/5 u.s.
Su questa ipotesi, FP CGIL, CISL FP e UILPA, sebbene consapevoli degli alti costi di affitto, hanno comunque stigmatizzato questa politica di arretramento dai quadranti della città da parte dell’Istituto. Ma nel solco della nostra azione propositiva, ci siamo subito attivati, in modo da poter già trovare, quando sarà il momento, una soluzione accettabile per i colleghi.
Abbiamo chiesto ed ottenuto, con la sola forza delle nostre buone idee, che nell’eventualità di tale abbandono dello stabile, la ricollocazione naturale dei colleghi sarà, per chi lo vorrà, presso la sede di via Longoni, dove l’Agenzia Tiburtino continuerebbe ad operare con la sua attuale autonomia, facendo di fatto decadere la complicata ipotesi di trasferimento a via Nizza.
Sul ridimensionamento dei CML, FP CGIL, CISL FP e UILPA, vogliono accendere un faro su tutta la sofferenza del settore nell’intera area Romana, e non solo focalizzarci sui problemi di un solo centro. A Roma e provincia mancano i medici, le visite arrancano per oggettivi motivi, e non riescono a stare al passo con la enorme mole di domande degli utenti, generando purtroppo molto arretrato, causando ulteriori sofferenze e disagi, a cittadini in stato di fragilità e alle loro famiglie. Si agisca quindi subito per ripotenziare un settore così delicato, in grande difficoltà.
Esprimiamo quindi forti preoccupazioni, in quanto la mancanza di informazioni sui temi sopraesposti, oltre a rischiare di creare disservizi all’utenza, lascia tante lavoratrici e lavoratori in una incertezza sul proprio futuro, che toglie serenità e fa lavorare male.
Chiediamo quindi di aprire al più presto i tavoli di confronto, altrimenti se si rinvia o si elude questo passaggio con le OO.SS. e regna il silenzio, questo rischia di venire riempito solo dalle ripetitive grida e fake news dei populisti di turno…. “Quelli tra palco e realtà…”.
FP CGIL/INPS
Matteo Ariano – Antonella Trevisani
FP CGIL/INPS Roma e Lazio
Massimiliano Ruggiero
CISL FP/INPS
Paolo Scilinguo
CISL FP/INPS Roma e Lazio
Alessandro Ansuisi
UIL PA/INPS
Sergio Cervo
UIL PA/INPS Roma
Elvira Castellaccio
Revisione del l’ordinamento delle funzioni centrali e territoriali: luci ed ombre.
Si è tenuto oggi un incontro di confronto tra organizzazioni sindacali ed Amministrazione per discutere della bozza di Modifica all’Ordinamento delle funzioni centrali e territoriali dell’Istituto.
L’incontro è stato, per forza di cose, interlocutorio visto che è stata presentata una bozza estremamente sintetica, che non entra nel dettaglio delle modifiche proposte in attesa che anche il CdA la discuta, rispetto alla quale abbiamo comunque sollevato una serie di osservazioni.
Riguardo alla costituzione di un Ufficio Comunicazione Esterna, abbiamo evidenziato come esso dimostri la necessità che l’INPS torni a dotarsi di una propria struttura deputata a seguire la Comunicazione nel suo insieme. Per questo, abbiamo chiesto che sia ricostituita la Direzione Centrale Comunicazione.
Rispetto alle cosiddette “sponsorizzazioni”, l’attribuzione alla Direzione Centrale Risorse Strumentali e Centrale Unica di Acquisto della sola parte della sola stipula dei contratti di sponsorizzazione, ed al costituendo Ufficio Comunicazione Esterna l’attività di pianificazione, la gestione e la stesura dei contratti, potrebbe dar luogo ad inefficienze dovute a responsabilità miste.
Abbiamo apprezzato che l’Ufficio Ispettorato torni ad avere una sua autonoma dignità, importante anche per la funzione svolta, che richiede “imparzialità e indipendenza” secondo quanto scrive lo stesso documento inviatoci. Proprio per questo, sarebbe necessario che anche questa funzione trovi collocazione in una specifica Direzione Centrale.
Su entrambi questi aspetti siamo stati rassicurati dall’Amministrazione che è questa la strada che si intende seguire anche se non al momento.
Rispetto alla ricaduta sul personale in servizio presso le direzioni rimaneggiate, abbiamo chiesto e ottenuto che non ci siano.
Riguardo alla rivitalizzazione della Direzione Servizi al Territorio, abbiamo chiesto specifici chiarimenti, in quanto dalle poche righe presenti nel documento non appare chiaro l’intento perseguito. Ci è stato risposto che si vuole portare avanti un disegno di rilancio di questa Direzione, nell’ottica di un maggiore rapporto con le Direzioni di prodotto e di maggiore presenza sul territorio. In teoria questi auspici sarebbero anche condivisibili, ma occorre anche far tesoro dell’esperienza e degli errori commessi, che finora non hanno permesso a questa struttura di svolgere pienamente i compiti assegnati.
Netta contrarietà, invece, abbiamo espresso rispetto alla partecipazione dei membri del CdA al Comitato per l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, presieduto dalla Direttrice Generale e a cui partecipano anche Direttori Centrali e di strutture territoriali. Riteniamo che il principio della separazione dei poteri debba valere anche in Istituto: per questa ragione, non crediamo opportuna e utile la commistione tra l’organo di indirizzo politico (CdA) e la tecnostruttura, in quanto i compiti e i ruoli assegnati normativamente sono diversi ed è giusto che restino tali così come scrivemmo già in occasione del varo dell’attuale Ordinamento nel 2019 quando fu prevista la partecipazione dello stesso Presidente alla cosiddetta Innovation Room.
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Al Dr. Giuseppe Celotto
Direttore generale del Personale
dell’Organizzazione e del Bilancio
e,p.c. Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro
della Salute
All’Ufficio Relazioni sindacali
Oggetto : Bozza circolare “Ulteriori indicazioni in materia di lavoro agile” .
Si fa riferimento alla bozza di “circolare del datore di lavoro per il personale delle sedi centrali del Ministero, che sarà formalizzata nei prossimi giorni” anticipata anche a queste OO.SS. con la mail del 22 giugno u.s. .
Nella predetta bozza viene previsto “che la percentuale di lavoro agile da applicare per le sedi centrali del Ministero viene ridotta, fino a nuova disposizione, al 30% a decorrere dal 1° luglio p.v., sempre al netto delle situazioni di fragilità e delle assenze prolungate dal servizio a vario titolo”.
Al riguardo, si rileva che dette disposizioni risultano incongruenti con quanto previsto nelle “Misure di contenimento del contagio da Sars – cov – 2 e procedure da adottare per la protezione dei lavoratori in presenza dei terzi (aggiornamento giugno 2020)”, almeno nella parte nella quale viene disposto che “Presso gli Uffici centrali dovrà essere garantita, di norma, la presenza massima di una sola persona per stanza, indipendentemente dalle dimensioni della stessa, alternando il rientro in ufficio dei lavoratori che occupano la stessa stanza in modo tale da non avere, contemporaneamente, più di un lavoratore nello stesso ambiente. (2. Misure organizzative, pag. 11).
Infatti, applicare il 30% della percentuale di lavoro agile nelle sedi centrali del Ministero significa, per forza di cose, prevedere la presenza di più lavoratori all’interno delle stanze .
Ancora più problematica, sembrerebbe la gestione delle stanze predisposte per il co working, dove dovrebbero essere presenti, a rotazione, più lavoratori per la stessa postazione di lavoro .
Anche le disposizioni relative all’utilizzo delle parti comuni (3. Misure di prevenzione e protezione) non appaiono coerenti rispetto all’attuale contesto di fatto presente nelle sedi centrali del Ministero della Salute.
Va altresì fatto presente che un così breve preavviso non dà modo alle famiglie, in particolare a quelle con bambini, di riorganizzarsi in maniera congrua.
A parere delle scriventi OO.SS., le “Misure di contenimento del contagio da Sars – cov – 2 e procedure da adottare per la protezione dei lavoratori in presenza dei terzi (aggiornamento giugno 2020) sono ancora coerenti con l’esistenza dello stato di emergenza sanitaria che risulta vigente fino al 31 luglio p.v., e, di conseguenza, la percentuale di lavoro agile nelle sedi centrali non può essere superiore al 50 % delle presenze dei lavoratori (uno per stanza).
Inoltre, facendo seguito alla nota di queste OO.SS. del 7 maggio u.s., rimasta senza riscontro, si rinnova la richiesta di in modo concreto e fattivo i Dirigenti degli Uffici periferici al fine di attuare tutte le misure di sicurezza nei confronti dei lavoratori per il contrasto alla pandemia da COVID 19 e di migliorare le reti internet e le apparecchiature tecnologiche che sono ad un livello di utilizzo minimo e non coerente con la tanto auspicata ripartenza del Paese .
Infine, si rinnova la richiesta di conoscere a bozza di POLA (Piano organizzativo lavoro agile) per gli anni 2021/2023, attualmente “alla valutazione del Sig. Ministro” al fine di esprimere le proprie osservazioni.
Si resta in attesa di un cortese riscontro.
Cordiali saluti
FP CGIL Ministero Salute
Fabio Lupi
CISL FP Ministero Salute
Fabrizio Garroni
UILPA Ministero Salute
Massimo Ausanio
CCNI 2020/2021: STRETTA FINALE?
Ennesima riunione ieri del Tavolo nazionale di contrattazione sul CCNI 2020/2021. Nel corso del “confronto” abbiamo ribadito all’Amministrazione le nostre richieste già esplicitate nel corso dei precedenti incontri focalizzati sull’esame dei singoli articoli della proposta presentata dalla delegazione di parte datoriale e sintetizzabili nei seguenti punti:
• incremento del TEP per tutto il personale in misura decrescente a partire dall’Area A (100 euro mensili lordi per le aree A e B e 50 euro mensili lordi per l’area C);
• esplicitazione nel contratto integrativo dell’aggancio del TEP al sistema di misurazione e valutazione in uso nell’Istituto così come previsto dal lontano 2002 (CCNI 2002/2005) e ribadito anche di recente dalla delibera n.30 del CdA INPS del 24.03.2021 che ha approvato il nuovo Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance;
• rinvio della revisione del sistema indennitario delle posizioni organizzative alla disponibilità di ulteriori risorse economiche nel Fondo per il salario accessorio delle Aree in modo da non penalizzare i colleghi non indennizzati ad altro titolo (abbiamo ricordato alla Delegazione di parte datoriale che l’articolo 3 del DL n.80/2021 “Decreto reclutamento” rinvia al CCNL di comparto le modalità per superare il tetto al fondo di cui ex art.23, comma 2, del D.lgs. n.75/2017). Il rinvio darebbe modo, al netto degli effetti del reassessment del modello di servizio deciso dall’Amministrazione unilateralmente, di affrontare il tema dei “criteri per la graduazione delle posizioni organizzative ai fini dell’attribuzione della relativa indennità” attraverso un confronto tra Organizzazioni sindacali e Amministrazione, così come previsto dall’art. 5 del CCNL Comparto Funzioni Centrali 2016/2018, scevro dalla contingenza del contratto integrativo che già contempla al suo interno la clausola, da noi richiesta, di riapertura del CCNI in ragione di eventuali novità normative e/o contrattuali;
• adeguamento del sistema indennitario per particolari compiti secondo le richieste già a suo tempo formulate, circoscrivendo in modo più dettagliato, in alcuni casi, la platea dei destinatari;
• riduzione da 9.382.917,94 € a 4.000.000 € dello stanziamento destinato a finanziare la performance individuale;
• avvio nel 2021 delle progressioni orizzontali per l’Area A e B rivedendo l’articolazione del punteggio legato ai coefficienti di merito raggiunti nei tre anni precedenti la pubblicazione del bando (ultimo scaglione da 0 a 3);
• impegno codificato nel CCNI ad avviare le progressioni orizzontali per tutta l’Area C non appena affluiranno al Fondo le risorse ex art.3, comma 3, del DL n.80/2021;
• revisione della tabella relativa alla liquidazione della performance individuale.
La riunione è stata aggiornata ad una data prossima, si spera in tempi brevissimi, in modo da poter esaminare un nuovo testo che l’Amministrazione si è impegnata a sottoporre alle Organizzazioni sindacali ed arrivare ad un documento finale sul quale potersi pronunciare senza ulteriori modifiche.
Roma, 23 giugno 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola