XXVIII Assemblea ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani
VII Convegno Nazione dei Comuni sulla Protezione Civile “Codice Rosso”
Brindisi 7 e 8 ottobre 2011
1) piena applicazione del comma 1 dell’art. 5 della legge 401/01 (Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali) e ripristino del Comitato Operativo del Volontariato di cui al D.P.R.194/2001. Auspicando che il Comitato paritetico si apra alla società, al suo pulsare, al suo evolversi invitando a discutere anche le parti sociali che, radicate sul territorio, ne sono una compiuta espressione e rappresentanza;
2) istituzione presso ogni Comune del “ruolo professionale di PC”, oggi mancante nelle declaratorie comunali. Tale “ruolo” costituirebbe un concreto presidio “resiliente” e un valido precursore dei necessari “nuclei comunali di PC” da più parti richiesti. Su questo la Consulta CGIL ha sollecitato l’ANCI a convocare un tavolo di confronto – con le parti sociali e Associazioni di settore – per esplorare la pratica possibilità di realizzazione;
3) istituzione in tutte le regioni di catene di coordinamento in emergenza chiare per evitare il ripetersi di gestioni centralizzate che marginalizzano il territorio in caso di calamità. Catene di coordinamento quali espressioni territoriali, che attraverso un Comitato Operativo di Pianificazione Speditiva (COPS) – composta anche dai Comuni, i VVF, il Volontariato – proceda alla necessaria pianificazione d’emergenza vista la perdurante assenza di effettivi piani di PC a tutti i livelli e che si ispirino al concetto europeo di “controllo della sussidiarietà (early warning system)”;
4) la partecipazione a pieno titolo dell’ANCI a tutti i tavoli dove vengono ripartiti i fondi di PC;
5) stesura di un Patto ANCI-UE per la protezione civile (analogo al Patto dei Sindaci già concluso per la green economy)che assicuri un asse diretto Enti Locali – UE per la gestione diretta da parte dei Comuni dei fondi stanziati dalla UE per la previsione e prevenzione e per incrementare il diritto/dovere dell’autoprotezione e autodifesa dell’individuo e della collettività.
Leggi regionali di Protezione civile
Dichiarazione stampa di Antonio Crispi – FP CGIL NAZIONALE
Finita la protezione civile dei grandi eventi festosi – Ora protezione civile dei grandi interventi operosi
La protezione civile riparte dallo stesso punto di 20 anni fa
nessun ritorno al passato… risposta ASCA 9 novembre 2011
Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil
Circolano voci secondo le quali il Governo intenderebbe conferire al Ministero dell’Interno la delega alla Protezione Civile. Se queste voci trovassero conferma, si tratterebbe di un ritorno a un modello che non ha funzionato in passato e non può funzionare adesso, causando ripercussioni negative su soccorsi e assistenza alla popolazione.
Con il passaggio al Ministero dell’Interno, o ad altri ministeri, si paralizzerebbe il coordinamento operativo tra Difesa, Trasporti, Sanità, Lavori Pubblici e Strutture Operative, oggi garantito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento di Protezione Civile, ci si scontrerebbe con il netto dissenso della associazioni di Volontariato, pregiudicando, forse, l’apporto che oggi offrono.
Se il Governo avverte la necessità di modificare l’attuale modello, convochi le Parti Sociali, le Istituzioni e tutti i soggetti impegnati nel sistema di Protezione Civile, ed esponga le proprie ragioni, sulle quali ci confronteremo nel merito. Fare tutto in fretta e con improvvisazione non gioverebbe alla salvaguardia e all’incolumità dei cittadini e del territorio.
Le voci che corrono vanno fermate. La serietà impone un tavolo di discussione in attesa del quale è necessario lasciar lavorare serenamente gli operatori. Se qualcosa va fatto in fretta, si elimini immediatamente la gestione dei Grandi Eventi dalle competenze del Dipartimento della Protezione Civile, che ha ben altro a cui pensare.
Roma, 1 dicembre 2011
Zamberletti – una protezione civile non si improvvisa
Gestione delle emergenze
Vi invitiamo a leggere la decisione n.1313/2013/Ue del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17.12.2013.
Contiene degli spunti molto interessanti anche in merito alla piena attuazione dell’articolo 222 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
Ci è stato consegnato e sommariamente illustrato in data odierna, alla presenza del Capo di Gabinetto e del DG al personale, lo schema di decreto di cui all’oggetto, e che vi trasmettiamo in allegato. Abbiamo concordato la data del 27 marzo come termine ultimo per l’invio delle nostre osservazioni e pertanto vi invitiamo ad inviarci le vostre eventuali osservazioni in tempo utile, al fine di consentirci di predisporre un documento di sintesi.
Nel merito di quanto contenuto nello schema di decreto abbiamo prodotto alcune osservazioni preliminari con particolare riferimento al processo di riunificazione delle strutture territoriali USMAF SASN previsto ed in relazione ad alcune preoccupate segnalazioni che ci sono pervenute da alcuni territori. In particolare nella definizione delle titolarità dirigenziali individuate nel decreto. Il Direttore Generale dr. Celotto ha preliminarmente rassicurato sull’assenza di qualsivoglia mobilità geografica conseguente agli accorpamenti effettuati e, per quel che riguarda le sedi di Napoli e Genova, verranno mantenute le funzioni dirigenziali amministrative, intendendo l’Ufficio di Napoli di cui al comma 3 dell’articolo 3 come Ufficio appartenente alla Direzione Generale, ma decentrato sul territorio da dove eserciterà le competenze previste. Per quanto riguarda Genova il mantenimento di un dirigente amministrativo deriva dalla previsione di cui all’articolo 18, comma 3, che prevede un figura dirigenziale con compiti di supporto al processo di unificazione delle strutture SASN e USMAF nominato dal Segretario Generale. Inoltre lo stesso DG ci ha comunicato, in relazione a quanto contenuto nell’art.15 del decreto, che la previsione di riorganizzazione a livello interregionale delle funzioni di supporto è propedeutica ad una riorganizzazione logistica che si prefigge l’obiettivo di determinare la creazione di sedi uniche per il Ministero sul territorio. Naturalmente su questi aspetti attendiamo le vostre osservazioni prima di esprimere un giudizio complessivo.
Abbiamo inoltre chiesto l’avvio di un confronto sui criteri di pesatura degli Uffici al fine di verificare i criteri di assegnazione delle posizioni dirigenziali e di avere adeguata informazione sui processi di conferimento degli incarichi di dirigenziali, con riferimento al bando relativo di prossima emanazione.
Nel corso della riunione, profittando dell’autorevole presenza del Capo di Gabinetto, abbiamo fortemente protestato per la mancata convocazione della riunione richiesta alla DG Prevenzione, ormai da tre mesi, su alcune problematiche emerse circa il trattamento normativo del personale SASN. Sul punto sia il Capo di Gabinetto che il Direttore Generale dr. Celotto hanno garantito una sollecita convocazione e pertanto vi alleghiamo una ulteriore nota inviata alla DG Prevenzione con la quale si chiede la conseguente calendarizzazione dell’incontro richiesto.
Abbiamo inoltre sollevato la questione del personale precario per la quale abbiamo inviato formale richiesta di incontro al Ministro. In particolare appare preoccupante la situazione dei 31 lavoratori a tempo determinato il cui contratto è in scadenza il 31 dicembre p.v.. Sul punto il dr. Celotto ha comunicato che è allo studio una soluzione della delicata problematica che quanto prima ci verrà comunicata. Il problema del lavoro precario coinvolge come è noto anche altre professionalità e noi ribadiamo di considerare la risoluzione definitiva tramite la stabilizzazione come un punto strategico della nostra azione.
Roma, 20 marzo 2015
FP CGIL nazionale
Claudio Meloni
20.03.2015 – In allegato la nota relativa all’oggetto.
Terminiamo l’analisi del capitolo “Il sistema di Welfare” del 48° Rapporto CENSIS, vedendo come viene affronatto il tema dei longevi.