Unhappy Meal : Il caso Mc Donald's e l'elusione fiscale delle multinazionali

 
Comunicato stampa Filcams-Cgil Nazionale, Fp-Cgil Nazionale 

Roma, 26 febbraio 2015
 
In una vivace conferenza stampa a Bruxelles, SEIU (sindacato statunitense tra l’altro animatore della campagna sul salario minimo FightforFifth) e i sindacati europei del commercio e dei servizi pubblici, hanno presentato ieri la ricerca “Unhappy Meal, L’elusione fiscale di McDonald in Europa” (http://www.notaxfraud.eu/sites/default/files/dw/FINAL%20REPORT.pdf), primo step di un percorso di mobilitazione globale contro la multinazionale del panino, fortemente sospettata, fra le altre cose, di non pagare le tasse dei paesi dove fa affari, preferendo “paradisi fiscali”. Si chiede alla Direzione Europea sulla concorrenza di indagare e approfondire il caso Mc Donald’s alla stregua di quanto si è iniziato a fare per imprese quali Amazon, Fca, Apple o Google. L’obbiettivo è allargare il fronte. Non solo mobilitazione (che continuerà a partire dalla seconda giornata di sciopero globale prevista per il prossimo aprile) ma anche un’azione più politica, coordinata fra i vari paesi e i diversi continenti, a partire dall’Europa. Il principio della denuncia è semplice: se McDonald’s, e con lei molte altre multinazionali, versassero il dovuto nei paesi in cui operano, questo denaro andrebbe a risanare le casse dei singoli stati e potrebbe essere redistribuito sotto forma di welfare ai cittadini, compresi i dipendenti di Mc Donald’s, quasi tutti a rischio povertà (il contratto tipo in azienda è il part time che arriva in alcuni paesi a trasformarsi in contratto a zero ore ). L’Italia è stato uno dei mercati a crescita più rapida per McDonald’s, nell’ Eurozona, negli ultimi dieci anni: più di 500 punti vendita, oltre 1 miliardo di Euro di fatturato nel 2013. L’indagine pone legittimi dubbi e apre scenari inediti non solo per le organizzazioni sindacali. Il Governo dovrebbe avere tutto l’interesse a scoraggiare pratiche di questo tipo e a farsi parte attiva in Europa di un reale “cambiamento di verso”.
 

"CENSIS 48° Rapporto sulla situazione sociale del paese – Anno 2014"

“Pubblichiamo una prima riflessione sul 48° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, predisposto dal CENSIS e presentato lo scorso 4 dicembre presso il CNEL.
Buona lettura.”

 

Università "Tor Vergata": attivazione Master I e II livello in "Protezione in eventi CBRN"

04.03.2015 – In allegato l’argomento relativo all’oggetto.

 

 

Lombardia – Automezzi VVF per esigenze EXPO

04.03.2015 – In allegato la nota della FPCGIL VVF Lombardia in risposta alla comunicazione del Direttore Regionale sull’informativa dell’acquisto di mezzi VVF in vista dell’inizio della manifestazione EXPO 2015 e sulla loro distribuzione a livello regionale.
In particolare si tratta della richiesta di redistribuire, entro fine anno, gli stessi su tutto il territorio regionale; inoltre, sempre in allegato anche una precedente nota dello scorso anno da parte della Direzione Regionale, dove si legge chiaramente la “prevaricazione” effettuata ai danni del Comando VVF di Pavia.
 
Il Coordinatore Regionale FPCGIL VVF
Massimo FERRARI

 

 

Interpello per n. 5 unità del ruolo Agenti/Assistenti del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso l'I.P.M. di Firenze da inviare in posizione di distacco presso l'I.P.M. di Bologna.

CC Novara: agente di Polizia Penitenziaria salva la vita ad un detenuto.

 

News

 
Comunicato – DPCM Precari
 

 
E’ di oggi la notizia che la Ministra Beatrice Lorenzin ha firmato il DPCM per i precari in Sanità.

Sono passati quasi due anni dal decreto legge 101/2013 perché la Ministra firmasse il DPCM, ci chiediamo quanto passerà prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Solo allora il DPCM diventerà esecutivo e le Regioni potranno applicarlo.
Le nostre valutazioni sul DPCM restano le stesse che abbiamo già espresso in più occasioni pubbliche e comunicati alle strutture: il problema del precariato in sanità non è risolto e, se le cose resteranno così, saranno poche migliaia i lavoratori che potranno partecipare al un percorso di stabilizzazione su una platea di oltre 30 mila precari.
I 2,6 miliardi di tagli ai Servizi sanitari Regionali che le Regioni effettueranno per rispondere alla legge di Stabilità, le riorganizzazioni in atto nei territori, la spending review, la drammatica situazione dei Pronto Soccorso, il permanere del precariato ci consegnano una situazione del SSN al collasso.
Alla luce della legge di Stabilità e del DPCM (non appena sarà pubblicato in G.U.) sarà necessario aprire tavoli di confronto con tutti gli assessorati per monitorare i contratti in scadenza e verificare la corretta costituzione dei Fondi per la contrattazione integrativa.
Roma, 3 marzo 2015

                              La coordinatrice nazionale FPCGIL
                                         Sanità e SSAEP
                                     Francesca De Rugeriis

 
 

 
 

 

News

 
 
Nota sui fondi di produttività – legge di stabilità 2015 (Legge 190/2014)
 

 La legge di stabilità 2015 (Legge 190/2014)  introduce alcuni elementi di novità  relativamente alla contrattazione decentrata integrativa  riguardanti i fondi di produttività previsti dai CCNL tuttora vigenti.
 
Si tratta, in particolare dei commi 254, 255 e 256 dell’art. 1 della legge di stabilità 2015 i quali  prorogano l’efficacia di alcune norme del D.L. 78/2010 (convertito L. 122/2010) limitatamente ad alcuni punti.
 
Se da un lato rimangono congelati i rinnovi contrattuali (comunque con l’esclusione della parte normativa), fatta salva l’erogazione della indennità di vacanza contrattuale nelle misure previste a decorrere dall’anno 2010 (articolo 2, comma 35, legge 22 dicembre 2008 n. 203), ma senza alcuna possibile implementazione per gli anni successivi, fatta salva altresì la disciplina parzialmente diversa per il personale non contrattualizzato in regime di diritto pubblico di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, per quanto riguarda in particolare il personale del SSN ogni precedente “blocco” non espressamente prorogato è da considerare, dal 1° gennaio 2015, libero da ulteriori vincoli.
 
Infatti, rispetto a tutti gli interventi contenuti nell’articolo 9 del decreto Tremonti sono stati prorogati gli effetti del solo comma 17, mentre nulla viene detto riguardo ai commi 1, 2, 2-bis e 21 (in questo caso la proroga riguarda il solo personale non contrattualizzato) che erano stati prorogati fino al 31 dicembre 2014 dal Dpr 122/2013.
 
Tornano, dunque, a essere liberi da vincoli e congelamenti il tetto al trattamento economico ordinario (articolo 1), la definizione del trattamento economico complessivo del dirigente rispetto al predecessore (comma 2), l’ammontare dei fondi per il trattamento accessorio (comma 2-bis), le progressioni di carriera comunque denominate (comma 21).
 
Riguardo al comma 21 del Dl 78/2010, che limitava ai fini esclusivamente giuridici le progressioni di carriera,  le progressioni riconosciute nel periodo 2011-2014, avranno, dal 2015, efficacia anche in termini economici, che, tuttavia, sono legati all’effettiva disponibilità dei fondi pregressi
 
Giova infine rammentare che il comma 456 della Legge di stabilità stabiliva che  «a decorrere dal 1º gennaio 2015, le risorse destinate annualmente al trattamento economico accessorio sono decurtate di un importo pari alle riduzioni operate per effetto del precedente periodo».
 
Dalle norme, quindi, si ricava che le riduzioni operate negli anni dal 2011 al 2014 restano storicizzate e non possono essere recuperate. E’ superfluo ricordare che abbiamo sempre espresso, in proposito, la nostra ferma contrarietà.
 
Pur in presenza di un sostanziale sblocco della contrattazione integrativa, siamo sempre in presenza di una situazioni di difficoltà, anche a seguito dei tagli dell’ultima legge di stabilità che rischiano di incidere fortemente sulle dinamiche negoziali.
 
Restano inoltre tutte le criticità e ambiguità che hanno generato in questi anni, da una parte, letture ed interpretazioni tese a ridimensionare l’autonomia contrattuale, dall’altra, un incremento dell’attività ispettiva tesa a stravolgere gli accordi di molte Amministrazioni.
 
Per tali ragioni vi chiediamo di tenerci informati sullo sviluppo della contrattazione integrativa dell’anno in corso e ci mettiamo a disposizione per eventuali chiarimenti ed approfondimenti.

FP CGIL NAZIONALE
COMPARTO SANITA’

 
 

 
 

Agenzia nazionale ispettiva: il 3 marzo si apre il confronto con il Ministro del Lavoro

  
COMUNICATO FUNZIONE PUBBLICA CGIL
 

Agenzia nazionale ispettiva:
il 3 marzo si apre il confronto con il Ministro del Lavoro. 

 
Roma 26 Febbraio 2015

L’annuncio dello sciopero USB degli ispettori di vigilanza Inail e Inps rischia di compromettere l’incontro sull’Agenzia di vigilanza convocato per il tre marzo.
Dopo avere ottenuto il rinvio dell’adozione del decreto legislativo da parte del Consiglio dei Ministri, ci accingiamo a verificare – con un confronto serrato sul merito del decreto stesso – le reali intenzioni del Governo, e la concreta possibilità di metter mano alle importanti criticità del testo diffuso, dallo smantellamento del Ministero del Lavoro nel territorio (con conseguente esubero di 1.800 lavoratori amministrativi), al taglio delle retribuzioni, dall’assenza di un modello organizzativo chiaro ed efficace, all’intervento a gamba tesa (senza alcuna concertazione) sull’autonomia degli enti del welfare italiano.
USB, spaccando il fronte dei lavoratori e agendo in maniera demagogica e populista per racimolare qualche voto in più nelle imminenti elezioni delle Rsu, fa il gioco del Governo che questa agenzia vorrebbe farla senza nessun serio confronto e ne favorisce il classico divide et impera.
Per noi il ruolo della vigilanza in questo paese e il lavoro e la professionalità degli ispettori non possono essere messi a rischio da chi non guarda di certo al futuro di servizi e lavoratori ma al mero (e risicato) guadagno elettorale.
Noi andremo unitariamente all’incontro del 3 marzo, sosterremo i diritti dei cittadini al rilancio e potenziamento nei territori della vigilanza a difesa della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro, rappresenteremo i diritti degli ispettori di INPS INAIL e MINISTERO del Lavoro. Se questi troveranno riconoscimento in importanti modifiche al testo del decreto ne saremo felici, altrimenti chiameremo le lavoratrici e i lavoratori ad una risposta forte ed efficace per cambiare il segno a politiche sbagliate e dannose per il Paese.
Senza demagogie e imbrogli!

 

News

 
OSSERVAZIONI SULLA DIRETTIVA ANTICORRUZIONE
 

  
COMUNICATO
AGENZIA DELLE ENTRATE
 

La CGIL è da sempre parte attiva nella grande battaglia contro la corruzione, un fenomeno pericoloso per la tenuta democratica del Paese, che  affligge in maniera endemica il nostro sistema economico, sottrae risorse allo Stato contribuendo ad aumentare la povertà e a peggiorare la qualità dei servizi. L’illegalità e la  criminalità economica sono i veri ostacoli alla crescita e allo sviluppo, per rimuovere questi ostacoli è urgente rivedere tutta la normativa relativa al falso in bilancio e  contrastare con più determinazione l’evasione fiscale.
La legge 190/2012 si prefigge l’obiettivo di prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi presenti nella pubblica Amministrazione, obbligando i singoli Enti  a dotarsi di un piano triennale anticorruzione.
 
Mentre la legge fa riferimento in maniera esplicita a denunce di comportamenti illegali, il problema potrebbe sorgere quando si passa dall’obbligo di una denuncia di atto illecito a  denuncia di presunto tale, dalla certezza del reato, alla segnalazione  anonima basata “sull’intuizione” di un  comportamento sospetto. 
 
Con la direttiva  del 25 febbraio l’Agenzia ha disciplinato “le modalità con cui i dipendenti possono segnalare le condotte illecite di cui sono venuti a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro“. Le segnalazioni che possono essere  effettuate in forma anonima c.d. “whistleblowing,( soffia nel fischietto) devono  essere inviate al Responsabile della Prevenzione della Corruzione ( RPC) che dovrà valutare attraverso indagini interne la sussistenza dei comportamenti segnalati. La circolare precisa che ” le espressioni illecite o situazione di illecito, non vanno intese esclusivamente nella loro accezione penalistica, cioè come sinonimo di ” fattispecie a rilevanza penale” ma assumono un significato ben più ampio, comprendente ogni comportamento che possa ritenersi in contrasto con norme di legge, regolamenti, disposizione di prassi e organizzative dell’Agenzia.” L’Amministrazione ha  ritenuto  di  precisare che le segnalazioni non devono riguardare esclusivamente atti illeciti, fenomeni certi di corruzione di cui  il segnalante viene a conoscenza, bensì altre anomalie comportamentali, tipo, come è stato detto durante un corso sull’anticorruzione, “osservare come veste un collega“.
 

A titolo meramente esemplificativo, ma non certamente esaustivo, potranno costituire oggetto di utile segnalazione le seguenti fattispecie“:
·        Irregolarità nell’attestazione delle presenze in ufficio ( utilizzo irregolare del Badge).
La falsa attestazione in servizio è un reato grave, sanzionabile anche con il licenziamento, non è chiaro il collegamento con la norma anticorruzione: l’utilizzo irregolare del badge è una problematica più      inerente al codice di            comportamento del dipendente pubblico.  
·        Accessi indebiti agli applicativi informatici dell’Agenzia.
Più che lotta alla corruzione sembra ritornare la fobia della  fuga di notizie, il terrore che possa essere interrogato qualche “potente” di turno, come accadde nel 2007. Ricordiamo che l’accesso abusivo ai sistemi informatici  costituisce un reato, facilmente accertabile.   Chiedere ai lavoratori di denunciare tale reato è un invito a  controllare tutte le interrogazioni del collega di stanza?
·        Rapporti o contatti ricorrenti tra singoli operatori dell’ufficio e uno stesso contribuente/ consulente.
Su questo punto l’Agenzia dovrebbe essere più esplicita e indicare il numero minimo di contatti tollerati senza incorrere nella segnalazione! Il problema sarebbe irrisolvibile se il  consulente avesse molti clienti, specialmente nei piccoli uffici dove è impossibile dirottare il consulente presso altri funzionari: il dipendente dovrà appuntarsi quante volte ha incontrato quel consulente e rifiutarsi di riceverlo ancora?
 

E’ chiaro che non ci troviamo di fronte a segnalazioni di atti illeciti, in presenza dei quali la denuncia è un dovere di ogni cittadino, ma in presenza di ipotesi, di intuizioni, di giudizi personali sull’operato del collega.
È proprio questa mancanza di prove nella segnalazione, questo fare affidamento all’intuizione che sta determinando tra i circa  40 mila lavoratori dell’Agenzia  disagio e apprensione sul rischio di denunce anonime infondate. Alimentare un clima di sospetto generalizzato (un maccartismo postmoderno?) potrebbe minare il funzionamento degli uffici stessi, peggiorando la qualità e l’efficienza delle attività.
Qualche dubbio deve essere sorto anche nei vertici dell’Agenzia se nella direttiva si è ritenuto necessario spiegare  “che il dipendente che segnala  condotte illecite non è, e non può essere, assimilato a un delatore“: se sono denunce di atti illeciti ci sfugge la precisazione.
A questo punto non si comprendono le funzioni del  direttore dell’ufficio: se non è in grado di controllare “la presenza dei propri dipendenti in ufficio, di verificare l’applicazione  corretta dei  regolamenti , disposizioni di prassi e organizzative dell’Agenzia“, tutte materie  di cui ha l’esclusiva responsabilità, la sua presenza diventa superflua.
L’Agenzia in questi anni ha conferito ai sensi degli artt. 17 e 18 tantissime posizioni organizzative e di responsabilità andando ben oltre al 2% dell’organico di terza area come previsto dal CCNL, non possiamo pensare che sia in atto una delegittimazione di queste figure professionali.
 
L’Agenzia ha esaminato con attenzione quanto previsto dall’articolo 1 comma 16 della legge 190/2012?
Nell’articolo sono elencate le attività più esposte al fenomeno della corruzione tra le quali, alla lettera d), si fa esplicito riferimento alle “….progressioni di carriera di cui all’articolo 24 del decreto legislativo n.150 del 2009″.
 
È convinta l’Amministrazione che il tentativo di trasformare le progressioni economiche in promozioni (il famigerato 10%) non entri in contrasto con quanto stabilito dalla legge 190/2012?
Il giudizio insindacabile del dirigente per i percorsi professionali ed economici dei dipendenti risponde alle esigenze di una Pubblica Amministrazione trasparente in cui sia assicurata l’imparzialità?
È in grado l’Amministrazione di dimostrare che la gestione del personale per quanto riguarda i distacchi e i trasferimenti è trasparente e improntata sul principio dell’imparzialità?
Abbiamo notizie contraddittorie.
E se si attivasse il whistleblowing anche su questa delicata materia?
 
Sono interrogativi ai  quali gradiremmo venisse data  una risposta.

Roma, 3 marzo 2015
 

 

FP CGIL Nazionale                 FP CGIL Nazionale
 Carmine di Leo                      Luciano Boldorini
 

   

 
 

 
 

news

 

La Rassegna Penitenziaria n. 4 – Marzo 2015.

 
 

Umbria – Convenzione tra Regione e Soccorso Alpino

03.03.2015 – Tutte le OO.SS. Regionali dell’UMBRIA avevano chiesto alla Presidente Marini un incontro, al fine di confutare la sottoscrizione di una convenzione con il Soccorso Alpino locale che è palesemente in contrasto con i compiti istituzionali del CNVVF: nulla è avvenuto, pertanto, in allegato, il Comunicato Stampa lanciato da CGIL CISL UIL CONFSAL CONAPO CISAL VVF.
 
Coordinatore Regionale FPCGIL VVF
Michele D’AMBROGIO

 

 
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