Roma 13 aprile 2017
RIUNIONE A SME SU REVISIONE
SERVIZI AMMINISTRATIVI, RIORDINI E
REIMPIEGHI
La riunione di ieri a palazzo Esercito con SME-RGF
e DIPE è servita a fare un punto di situazione sulla revisione/riordino
dei Servizi Amministrativi dell’Esercito, a conclusione del periodo di
sperimentazione del nuovo modello organizzativo varato nel gennaio 2016. Un
modello, ha tenuto a precisare nella sua relazione introduttiva il Vice
Direttore del CRAI, reso necessario dal
processo di riordino in chiave riduttiva delle FF.AA. e dal nuovo quadro
normativo determinato, da una parte dal D. Lgs. 50/2016 (il nuovo codice dei contratti) che imporrà
la riduzione dalle attuali 280 stazioni appaltanti a circa 50/60 che peraltro
dovranno essere certificate da ANAC, e dall’altra dal D. Lgs. 90/2016 che, a
partire dal 18 giugno 2018, imporrà l’eliminazione delle contabilità speciali e
l’adozione del sistema di contabilità ordinaria. A parere della F.A., l’operazione di riordino
dovrebbe portare ad una razionalizzazione della spesa anche attraverso la
riduzione del personale impiegato, la centralizzazione delle funzioni e la
semplificazione delle procedure. Per quanto attiene invece alle ricadute sul
personale, la F.A. ha escluso impatti penalizzanti, assicurando il mantenimento
di tutte le attuali posizioni organiche e anche la loro implementazione
attraverso l’impiego di civili in tutte le articolazioni organizzative, visto
che in tutti gli Enti E.I. saranno attivati Nuclei amministrativi o elementi di
organizzazione superiori.
Nei loro interventi, CGIL FP, UIL PA ed FLP DIFESA
hanno innanzitutto evidenziato come nella relazione introduttiva non si sia
accennato alle risultanze della sperimentazione che si è conclusa a marzo
scorso, e che ha riguardato le Direzioni di Intendenza (D.I. di PADOVA,
l’unica in cui opera anche personale civile, di UDINE e di MESSINA, a funzioni complete)
e le strutture a valle (NCA- Nuclei di Coordinamento amministrativo; SA-Sezioni
Amministrative), entrambe private della gestione patrimoniale e finanziaria
operando solo a supporto delle Direzioni
di Intendenza. Inoltre, abbiamo evidenziato come nella relazione non siano
state esplicitate le scelte finali che SME intende porre in essere a
conclusione della sperimentazione effettuata, che vorremmo conoscere.
A proposito della predetta sperimentazione, abbiamo ritenuto di riportare sul tavolo le
criticità che ci sono state segnalate dalle nostre strutture: crescita notevole
dei carichi di lavoro a fronte di una dotazione effettiva di personale non
potenziata; Reparti dipendenti afferenti ad aree diverse con
pratiche di lavoro poco omogenee e problematiche connesse; mancata aggregazione
della spesa degli Enti amministrati, che lascia immaginare risparmi finanziari
poco significativi; scarsa, per non dire inesistente, formazione degli
operatori in ragione del nuovo modello organizzativo e del nuovo quadro
normativo; scarsa attenzione nei
confronti dei lavoratori civili – in gran parte poco valorizzati e in molti
casi penalizzati sul fronte degli incarichi di responsabilità rispetto al
personale militare -, sui quali la FA dovrebbe scommettere di più e anche
investire nel settore di loro maggiore presenza e impiego. Da qui le
proposte/richieste che abbiamo avanzato alla F.A.: rivedere le dipendenze secondo criteri di maggiore omogeneità; strutturare in modo più efficace le D.I.
anche attraverso l’aggregazione della domanda dei Reparti dipendenti;
potenziare la presenza, in termini quantitativi ma soprattutto in termini di
qualità dell’impiego e di attribuzione di responsabilità; programmare percorsi
di formazione e di aggiornamento per tutti gli operatori; accompagnare il riordino dei servizi
amministrativi con la ridefinizione delle dotazioni organiche di tutte le
strutture amministrative, anche per adeguarle ai numeri di cui al DM
29.06.2016, un’operazione, questa, su cui RGF è oggi impegnato sul piano più
generale e rispetto alla quale abbiamo chiesto ci vengano comunicati a breve i
criteri informatori, le line operative e la tempistica.
La F.A. ha preso nota delle nostre osservazioni ed ha annunciato che il Capo di SME ha gia
firmato il provvedimento che riduce e rimodula in termini più omogenei le
dipendenze delle D.I. (quella di PADOVA,
passerà dai 32 Reparti attualmente assegnati a 14/16 max). Invece, sul fronte
dell’operazione di allineamento degli organici alle consistenze di cui al DM
29.06.2016, nella prossima riunione si
parlerà dei criteri che la F.A. ha
intenzione di adottare e si esamineranno I nuovi oragnici degli Enti Esercito
di stanza nella Lombardia.
E quindi seguita l’illustrazione da parte di RGF dei provvedimenti
di riordino, nella circostanza di entità modesta, per i quali si rinvia alla scheda tecnica
predisposta da RGF. Unica annotazione: per il provvedimento relative al sedime
di Pratosardo (NU), abbiamo concordato con DIPE la procedura ordinaria di
reimpiego.
Infine, è stato fatto il punto di situazione sulle procedure
di reimpiego in corso. Già ultimate quelle relative a Parco di GROSSETO e
CERIMANT ROMA, permangono ancora delle code per quanto riguarda CERICO Napoli
che riguardano I lavoratori destinati a UTCOM.
In itinere, la procedura di reimpiego della Sezione St. del V° Reparto
Infrastrutture di Verona. Infine, per quanto riguarda il trasferimento di sede
del X Reparto Infrastrutture di Napoli, se ne parlerà in uno specifico incontro
nazionale già calendarizzato per il 27 aprile p.v.
FP CGIL
F.to Francesco Quinti |
UIL PA
F.to Sandro Colombi |
FLP DIFESA
F.to Giancarlo Pittelli |
FPCGIL UIL FLP difesa
La Fp Cgil Taranto ricorda che lo scorso anno, con tutte le OO.SS.
provinciali e la Rsu dell’Arsenale, convinse il Sindaco ed il Consiglio
Comunale a investire nell’Arsenale, per il completamento del progetto della sua
ristrutturazione (“Piano Brin”).
37 milioni di Euro, destinati
per lo sviluppo del territorio jonico, furono quindi dirottati verso
l’Arsenale, in seguito ad in accordo informale fra ministero difesa e sindaco
Stefano.
Tale scelta presupponeva come
contropartite:
–
un piano di assunzioni di giovani maestranze in considerazione delle carenze
del personale operaio e i 57 anni di età media dei lavoratoti, attualmente
impiegati nello stabilimento;
–
l’apertura all’esterno della scuola di mestieri “allievi operai”;
– un progetto “acciaio a
km 0”, che prevedeva lo smantellamento delle unità navali, in disarmo, per
recuperare e riciclare l’acciaio da inviare all’Ilva di Taranto (alle attività
di smantellamento sarebbero state interessate anche le ditte locali).
Di quanto sopra non si è
realizzato niente, se non
l’altisonante “investimento delle risorse per lo sviluppo jonico nell’arsenale”
Alla recente interrogazione parlamentare dell’on. Duranti che, ricordando
l’accordo informale dello scorso anno, premeva soprattutto per un piano di
assunzioni – anche al fine di integrare linfa giovane, indispensabile al
mantenimento ed al rilancio delle pesanti attività manutentive dell’arsenale –
è stato risposto, in sostanza, che il problema delle carenze di personale
operaio si sta risolvendo con l’ingresso di ex militari riformati per motivi di
salute (nell’arsenale di Taranto ne sono transitati circa 70 in 14 mesi).
La Fp Cgil Taranto non ci sta.
A partire dal dissentire in
merito alla logica in uso di impiegare gli ex militari nell’ultima regione in
cui hanno prestato servizio.
E non è comprensibile come sia
possibile assegnare profili operai, che prevedono l’impiego a bordo di unità
navali, a dipendenti “riformati per motivi di salute” che, dove non
venissero declassati in amministrativi (portandone in sovrannumero la dotazione
organica), sulle navi a lavorare non ci potranno andare.
Forse andrebbe dato ascolto
agli Stati Maggiori che ricevono continue sollecitazioni dai dirigenti di
Enti/Comandi per le difficoltà lavorative che incontrano a causa della mancanza
di adeguata manodopera, che non verrà risolta in alcun modo dal transito di
militari “prescritti” nel ruolo civile. Mettiamo in guardia la Ministra Pinotti
(qualora non dovesse essere intenzione di questo Governo) dal fatto che in
questo modo si favorirà senza tema di smentita la privatizzazione degli
Arsenali , come è scritto nel celebre “Libro Bianco”: “cessione di
attività, strutture e personale ad imprese che si impegnano a lavorare per la
difesa”. La Fp Cgil Taranto invita tutti i politici del territorio
jonico a far sentire la propria voce e ad impegnarsi per far rispettare
l’accordo che, per la città di Taranto, ha investito 37 mln di euro, a partire
dal primo obiettivo di ottenere un nutrito numero di assunzioni per l’Arsenale,
sbloccando il turn over, garantendo così le necessarie e moderne funzioni
operaie che gli ex militari non potranno garantire.
Taranto, 27 marzo 2017
Mino Bellanova
Segretario Generale
COMUNICATO
SOTTOSCRITTO L’ACCORDO
FPS 2014 RICHIESTA DI CHIARIMENTI SUL TELELAVORO
Il 12 aprile si è svolto
presso la DC del Personale l’incontro convocato per la firma definitiva del FPS
2014. L’accordo firmato ha recepito le modifiche richieste dal Dipartimento
della Funzione Pubblica, anche se nella sostanza conferma l’impianto
complessivo della preintesa sottoscritta a novembre. Ora è possibile definire
gli accordi sui posti di lavoro e consentire la riscossione dei compensi
maturati.
È stato anche affrontato il
tema del Telelavoro, in particolare i problemi che sta provocando a livello
territoriale la mancata trasparenza e correttezza dell’assegnazione delle
postazioni agli aventi diritto. Abbiamo chiesto e ottenuto una proroga dei
termini per consentire un migliore confronto negli uffici fra chi manifesta
interesse (il lavoratore) e chi deve elaborare il progetto (l’amministrazione).
Anche sull’applicazione dell’accordo nei CAM abbiamo segnalato le difficoltà
emerse. Per assicurare il rispetto delle regole e superare le criticità
evidenziate abbiamo chiesto e ottenuto dalla Direzione Centrale l’impegno a
sensibilizzare i Direttori affinché tengano nella debita considerazione le
esigenze dei lavoratori che, una volta espresse, dovranno essere monitorate a
livello regionale e nazionale anche se non hanno dato luogo a progetti. Abbiamo
infine fatto presente che comunque tutti i 400 posti a disposizione per il
Telelavoro dovranno essere attivati anche oltre i tempi previsti dal
cronoprogramma, così come concordato al tavolo nazionale. Vi invitiamo a
verificare il rispetto dell’accordo per evitare che ci siano interpretazioni
restrittive da parte dei Direttori che avrebbero solo l’effetto di non coprire
tutti i posti e far fallire l’intera operazione.
Roma 14 aprile 2017
FP
CGIL NAZIONALE FP CGIL NAZIONALE
Carmine di Leo Luciano Boldorini
Nella giornata
dell’11 aprile è tornato a riunirsi il tavolo tecnico sull’orario di lavoro del
personale dell’INL.
Come FP CGIL abbiamo posto due questioni
preliminari sull’ “ordine dei lavori”: abbiamo fatto presente
all’Amministrazione di essere disponibili a un’intesa sull’orario di lavoro e
non a un atto unilaterale; abbiamo precisato che per noi è essenziale chiudere
un’intesa su tutto il personale, seppur con le dovute ed evidenti differenze
esistenti al suo interno.
Con riferimento
al personale ispettivo, a fronte
della proposta dell’Amministrazione di mantenere l’orario di servizio dalle 8
alle 20, abbiamo chiesto che ve ne sia un arretramento (a partire dalle 7.30),
anche considerando tutte le attività ispettive (edilizia o agricoltura, ad
esempio), che rischierebbero di restare scoperte; ma abbiamo anche chiesto una
riduzione della sua conclusione, anticipandola alle 18-18.30.
Considerata la
necessità di verificare l’impatto che il nuovo orario avrà sul personale e di
valutare l’estensione progressiva delle 7 ore e 12′ a tutto il personale
ispettivo, l’Amministrazione ha quindi proposto di avviare una sperimentazione solo su alcune sedi da
individuare concordemente, per verificarne gli effetti concreti. Su tale
aspetto, come FP CGIL, abbiamo dato la nostra disponibilità richiedendo
espressamente, però, che, prima dell’avvio della sperimentazione,
l’Amministrazione effettui una riunione – anche in videoconferenza – con le
sedi interessate, per spiegare in concreto le modalità di attuazione del nuovo
orario, al fine di evitare che il ripetersi di quanto accaduto con la Circolare
n. 2.
Sul personale amministrativo abbiamo
chiesto che, in linea con la sperimentazione proposta dall’Amministrazione, si
possa finalmente avviare una sua progressiva osmosi col personale ispettivo e
riconoscere anche a questi lavoratori margini di flessibilità. Così, abbiamo
nuovamente proposto che il personale degli Uffici Legali chiamato in udienza
non debba passare dall’ufficio per timbrare – in entrata e/o in uscita – se
l’orario dell’udienza è tale da non consentirlo; abbiamo chiesto che il
personale amministrativo delle Segreterie SIL – laddove i numeri lo consentano
– possa finalmente lavorare in squadra col personale ispettivo; abbiamo chiesto
che il personale amministrativo, previa adeguata formazione e sempre che i
numeri della sede lo consentano, possa essere profilato per l’accesso a SGIL,
per poter fare affiancamento al personale ispettivo nel servizio di turno, e
iniziare a raccogliere denunce.
Parallelamente,
abbiamo ipotizzato che il personale amministrativo possa fruire di maggiore
flessibilità in relazione alle attività assegnate, sfruttando gli istituti già
previsti dal nostro contratto; ad es., se un giorno ha concluso le pratiche
assegnate prima del suo orario, potrà andar via prima, recuperando quelle ore
in altro giorno, ovvero se un giorno ha ricevuto utenza oltre l’orario di
lavoro, potrà sfruttare le ore eccedenti in altra giornata.
Nel corso dell’incontro, abbiamo inoltre approfittato della presenza del
Direttore Centrale delle Risorse Umane per evidenziargli una situazione
spiacevole, oggetto perfino di una recente interrogazione parlamentare, avvenuta in una sede
accorpata del Nord-Italia. Ancora una volta, le fughe “in avanti” di
qualche troppo fantasioso dirigente territoriale – purtroppo, non l’unico –
dimostrano la necessità di un maggiore controllo del territorio da parte
dell’Amministrazione centrale.
Il tavolo sarà
aggiornato al prossimo 3 maggio, con l’impegno da parte dell’Amministrazione di
presentare una proposta scritta anche per il personale amministrativo.
Roma, 13 aprile 2017
Il Coordinatore nazionale
FP CGIL INPS, INL e ANPAL
Matteo Ariano
COMUNICATO STAMPA CGIL NAZIONALE – FP CGIL NAZIONALE
Roma, 5 aprile – “Abolire i ticket è
sempre stata una nostra richiesta. Il ministro, però,
dica anche come intende garantire a tutti i cittadini,
soprattutto ai più poveri, l’accesso al Servizio
Sanitario Nazionale”. Così, in una nota congiunta, Cgil
nazionale e Fp Cgil nazionale rispondono
a quanto dichiarato da Beatrice Lorenzin
nell’intervista rilasciata al Messaggero di oggi.
“Salutiamo con favore l’intenzione
del ministro di proseguire sul terreno
dell’eliminazione dei ticket – continuano Cgil e Fp –
ma in un Paese in cui oltre dieci milioni di persone,
su una popolazione di 60 milioni, non si cura più
perché non può permetterselo, l’emergenza è evidente e
non deve essere ignorata”.
Per confederazione e categoria “le
scelte fatte finora dal Governo non vanno nella giusta
direzione. Cambiare i Lea senza definire compiutamente
un progetto generale né prevedere l’assunzione di
nuovo personale, e, al contempo, ridurre i
trasferimenti alle Regioni, non può che rendere ancora
più difficoltoso l’accesso alle cure per i cittadini,
compresi i meno abbienti”.
“Le prestazioni sanitarie devono
essere garantite a tutti e – aggiungono – occorre
assicurare la progressività del prelievo fiscale: non
è possibile considerare alla stessa stregua coloro che
hanno abbondanti mezzi per vivere, e magari sono anche
evasori, e chi non ce la fa più”.
“Il servizio sanitario nazionale –
ricordano Cgil e Fp – è nato per garantire ‘la
promozione, il mantenimento e il recupero della salute
fisica e psichica di tutta la popolazione senza
distinzione di condizioni individuali o sociali e
secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei
cittadini nei confronti del servizio’, come recita il
primo articolo della legge istitutiva. A quasi
quarant’anni dalla riforma sanitaria – concludono –
non vorremmo assistere al suo declino o al tradimento
della sua missione, ma alla sua rinascita”.
13.04.2017 – A seguito della vertenza messa in atto dalla sola Cgil si è raggiunto l’obiettivo di un protocollo di intenti, sottoscritto da gran parte delle organizzazioni sindacali, che riporta al centro delle questioni la contrattazione tra le parti. Questo per quanto ci riguarda ha un valore politico elevato che ci consente di trattare con l’Amministrazione l’intera partita della revisione dell’intero impianto ordinamentale e della ripartizione economica dell’appena costituito fondo per il soccorso (103 Ml di €).
Tale risultato è frutto nostra rivendicazione condotta con caparbietà in collaborazione con tutte le strutture territoriali Fp Cgil.
Rimane saldo l’obiettivo della Fp Cgil VVF di voler assicurare a tutto il personale una reale crescita professionale attraverso un riordino delle carriere vero e adeguatamente finanziato, con una prospettiva lungimirante per il Corpo e per le lavoratrici e i lavoratori.
Inoltre, consentire al personale inquadrato ai livelli più bassi (operatori e Vigili ad esempio) di non perdere terreno contrattuale è principio fondamentale per sottoscrivere un accordo condiviso anche con la Cgil. Questa operazione potrà essere concretizzata assicurando a questi lavoratori il mantenimento del contributo di 80 euro percepito fino ad oggi. Il principio di equità, più volte rappresentato anche dall’Amministrazione, deve essere garantito a tutti e le proposte che faremo andranno in quella direzione.
Il passaggio importante e successivo alla ripartizione economica, sarà il riordino; anche su questo la Cgil crede che le riforme a costo zero non servono a niente e che, a differenza di quanto avvenuto in passato, bisogna avere il coraggio di agire per il bene del personale mettendo sul tavolo quelle risorse economiche che possano dare a tutti l’opportunità di crescite economiche e professionali.
13.04.2017 – Reggio Emilia – Dichiarazione stato di agitazione.
La Fp Cgil di Reggio Emilia denuncia la grave carenza di personale che determina una situazione di aumento del rischio per il personale e gravi disagi che ricadono sull’erogazione del servizio di soccorso alla popolazione.
13.04.2017 – Pubblichiamo il Decreto del Ministro dell’Interno recante la ripartizione territoriale del personale con qualifica Vigile del Fuoco, a seguito dell’incremento di 400 unità.
Al fine di effettuare una attenta valutazione di quanto decretato, la Fp Cgil VVF si riserva eventuali osservazioni in merito al provvedimento.
Bozza di Accordo Nazionale
Quadro per il Corpo di Polizia Penitenziaria quadriennio normativo
2006 – 2009 predisposto dall’Amministrazione penitenziaria
Trasmessa alle organizzazioni
Sindacali
In data 22 gennaio 2010
IPOTESI DI ACCORDO
NAZIONALE QUADRO D’AMMINISTRAZIONE
PER IL PERSONALE APPARTENENTE
AL CORPO DI POLIZIA PENITENZIARIA QUADRIENNIO NORMATIVO 2006 –
2009
11.04.2017 – Pubblichiamo un appunto della Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardante i criteri da adottare, in ambito Provinciale, per la mobilità del personale. Essendo questo un argomento molto sentito dal personale chiederemo la motivazione di questa ulteriore precisazione.
12.04.2017 – Ad integrazione della circolare emanata in data 11.04.2017 da parte della Direzione Centrale delle Risorse Umane, pubblichiamo la ulteriore circolare redatta in data odierna dallo stesso ufficio, conseguentemente alle nostre sollecitazioni, che chiarisce come che i criteri richiamati dalle stesse siano da ritenersi necessari per la mobilità provinciale del personale avente diritto alle sole leggi speciali (nota prot. 12559) e non per la mobilità provinciale ordinaria.
Continuiamo comunque a non capire certe modalità di intervento in particolare lo scollamento che si sta accentuando tra componente prefettizia e quella operativa nelle diverse Direzioni Centrali del Corpo.
Anche su questo argomento sarà cura della scrivente vigilare e se necessario adeguatamente.