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Blocco dei contratti.Un film gia’ visto: il rastrellamento dei soliti noti
5 settembre 2014
Il prolungamento al 2015 del blocco dei contratti del pubblico impiego, medici e dirigenti sanitari dipendenti del SSN compresi, rientra tra gli effetti collaterali della “annuncite”. L’ultimo punto delle linee guida sulla riforma della PA, che annunciava il rinnovo contrattuale, è finito nel carretto dei gelati di Palazzo Chigi. E non vale dire oggi che tutto era già scritto nel DEF, dimenticando la reazione stizzita del Ministero della Economia che negava il blocco sine die, rinviando ogni decisione alla legge di stabilità, anche perché questo significherebbe uno stop fino al 2018.
Con un altro intervento a danno dei “soliti noti”, il Governo sceglie la strada più semplice, non quella più utile, dopo aver dichiarato, nei mesi scorsi, il proprio impegno nel rilanciare meritocrazia, sviluppo di carriera e competenze avanzate, pur non potendo garantire adeguate risorse, con l’ennesimo taglio lineare, proprio quello che aveva promesso di non fare. Il danno economico di un blocco contrattuale lungo 6 anni per medici e dirigenti sanitari è più profondo di quanto si immagini, specie per quei giovani che il governo dice di volere privilegiare, per il sommarsi anche della decurtazione dei fondi contrattuali periferici e del blocco della retribuzione individuale, e delle conseguenti ricadute in termini pensionistici. Intanto il precariato medico continua ad aspettare, come se avesse meno diritto alla stabilizzazione rispetto ad altri.
Ma non è solo questione di soldi. Forse il Ministro confonde blocco degli incrementi salariali ,attesi ad ogni rinnovo, con blocco della contrattazione. Se il Governo può decidere, in qualità di datore di lavoro, di quanto finanziare il contratto dei suoi 3 milioni di dipendenti, non può fuggire il confronto su regole ed organizzazione, con una serrata che lo esonera anche dall’intervenire sui presupposti, quali la definizione delle aree contrattuali. Usare i contratti come strumento di innovazione e di governo è possibile anche con disponibilità nulle del bilancio pubblico per il 2015, eliminando le altre angherie previste dal DL 78/10, peraltro già derogate per magistratura, scuola e sicurezza, come da tempo andiamo chiedendo, testimone il Ministro della salute. E consentendo di trovare le risorse necessarie all’interno del sistema, nelle classiche logiche di scambio.
Non è equo né accettabile che subiamo penalizzazioni plurime. Nel calderone del pubblico impiego anche la sanità, al pari della scuola, merita di ritrovare le ragioni della complessità e della specificità di una funzione svolta a tutela di un diritto delle persone. Umiliare le risorse umane che tengono aperti i cancelli della fabbrica sanità garantendo la salvaguardia di un bene prezioso come la salute, con un lavoro gravoso e rischioso che, come quello delle forze di polizia, non conosce giorni e notti di pausa, contribuisce ad un impoverimento della sanità pubblica che gli 80 euro non basteranno a compensare.
Il premier ha ragione ad investire sulla scuola sostenendo che gli italiani di domani saranno quelli che faranno i professori e le scuole di oggi. Ma non dimentichi che il loro stato di salute, fattore non marginale nella vita degli individui, dipenderà dai medici e dalla sanità che oggi governa.
I Medici ed i dirigenti sanitari dipendenti del SSN si uniscono alla protesta che sta montando, per non essere bersaglio immobile e per il rispetto che devono alla loro dignità professionale ed al servizio civile che continuano a svolgere nei confronti dei cittadini. Spetta al Governo ed alle Regioni dimostrare attenzione ad un mondo in grado anche di fare da volano per la ripresa economica, riconoscendo e rispettando nei fatti il valore della attività effettuata dai suoi operatori.
Abbiamo condiviso con le altre Categorie interessate alle problematiche delle aziende controllate dal sistema camerale e con la Confederazione il testo che trovate in allegato.
FP CGIL NAZIONALE AA.LL.
Federico Bozzanca
In questi giorni diverse testate giornalistiche si sono cimentate sul calcolo degli esuberi tra i dipendenti delle Province. Esercizio ricorrente, visti i numerosi tentativi di riforma o di superamento di questi Enti.
Non ci sorprende tanto la perseveranza di chi da anni si fa portavoce, nella stampa nazionale, dei mal di pancia che vorrebbero la chiusura delle Province senza interrogarsi minimamente degli effetti sul versante dei servizi e su quello occupazionale.
Scoprire che questo esercizio sia frutto dello studio di un Istituto di ricerca è davvero sorprendente. Sorprendente visto che gli atti che dovrebbero determinare l’attribuzione di funzioni ad Enti diversi dalle Province ancora non sono stati approvati.
Sarebbe il caso di leggere le leggi prima di insinuare certe teorie. e, aggiungiamo, sarebbe il caso anche di interrogarsi sul perché certi servizi non vengono più offerti alla cittadinanza, del perché non si riesce più a fare la manutenzione delle strade o delle scuole. forse è il caso di smetterla con il fare i conti degli esuberi ed iniziare a farli su quanto hanno inciso le leggi di stabilità sull’indebolimento del sistema di servizi pubblici.
suggeriamo una soluzione: fare presto! serve completare il processo di riordino avviato con la legge 56/2014 con l’obiettivo di garantire servizi ai cittadini e la salvaguardia dei livelli occupazionali e retributivi. per far questo serve scongiurare le numerose situazioni di crisi che le Province stanno attraversando a seguito dei tagli dei trasferimenti.
p.s.: non possiamo fare a meno di leggere nei suddetti articoli alcune allusioni ad un presunto sistema di clientele quasi a dire che ad ogni esubero ne corrisponde una. Guardi altrove il nostro giornalista, oppure faccia i nomi: è inaccettabile che nel mirino ci sia sempre ed indistintamente una categoria che quotidianamente garantisce servizi ai cittadini
Roma, 5 settembre 2014
FP CGIL NAZIONALE
AUTONOMIE LOCALI
05.09.2014 – Sassari: Nota unitaria sulla fruizione dei permessi art. 33, comma 3 legge 104/1992.
Mentre attendiamo di conoscere i nominativi dei nuovi Direttori Generali centrali e periferici, che dovrebbero essere stati individuati in base a criteri di trasparenza, merito e competenza, non possiamo non evidenziare l’assoluta indifferenza della parte politica alle richieste d’incontro che come Organizzazioni Sindacali abbiamo fatto a più riprese. Eppure nell’unico incontro avuto era stata manifestata la più ampia disponibilità a discutere di questioni ritenute essenziali anche dal Capo di Gabinetto.
Siamo comunque in attesa della convocazione per la dovuta informativa sui D.M. di Organizzazione e a tale proposito sollecitiamo nuovamente le strutture regionali a richiedere alle Direzioni Regionali del MIUR che non lo avessero ancora fatto, l’informativa sulla bozza di decreto di riorganizzazione regionale degli uffici.Ripetiamo da tempo che sarebbe dannoso non solo per i lavoratori ma anche per la nostra utenza, l’accorpamento in unico ufficio dirigenziale di uffici di ambito territoriale diverso, almeno fino a quando non sarà avviata la riforma dello Stato sul territorio, e che le riduzioni devono essere attuate a livello di Direzioni regionali in cui, a nostro parere, il numero di uffici previsto in molti casi continua ad essere eccessivo.Per quanto riguarda la contrattazione, mentre si stanno concludendo gli accordi di sede per il FUA 2012 (anche in questo caso chiediamo alle compagne ed ai compagni dei posti di lavoro di segnalare tempestivamente eventuali ritardi e/o problemi), l’ipotesi di contratto del FUA 2013 continua il suo iter (attualmente è all’UCB). Abbiamo chiesto un intervento del Capo Dipartimento per la programmazione al fine di sollecitarne gli esiti.
FUA 2014, organici regionali e di dipartimento e mobilità volontaria interna e verso il MIUR (a tale proposito sarà necessario definire anche la situazione del personale di altro comparto utilizzato da noi, scuola compresa) sono le nostre priorità da discutere con l’Amministrazione. Sul fronte assunzioni è pervenuta al MIUR l’autorizzazione della Funzione Pubblica a trasformare full time il rapporto di lavoro per gli assunti part time nel 2011 e a breve sarà avviata la necessaria procedura amministrativa.
Invece, per l’assunzione del primo idoneo di tutte le graduatorie concorsuali ancora in vigore, l’Amministrazione, dovendo utilizzare risorse economiche di anni precedenti, già autorizzate allo stesso fine, attende a breve una risposta della Funzione Pubblica sulla fattibilità dell’operazione (la richiesta fatta insieme a quella di autorizzazione è sul sito del MIUR).
Vi terremo informati su tutte le questioni.
Roma, 5 settembre 2014
FP CGIL MIUR
Angelo Boccuni
Roma, 3 settembre 2014
“Se il Governo Renzi pensa davvero di umiliare ulteriormente i dipendenti pubblici, sottoponendoli a continui rimandi sul proprio futuro e contrapponendo il loro diritto al contratto all’interesse generale, la nostra risposta non potrà essere che la mobilitazione”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil, commenta le dichiarazioni con cui la Ministra Marianna Madia ha confermato l’estensione al 2015 del blocco della contrattazione nel pubblico impiego.
“È intollerabile che dopo aver promesso il contrario, oggi la Ministra comunichi la prosecuzione del blocco della contrattazione. E che lo faccia come sempre a mezzo stampa, liquidando la pratica. I lavoratori pubblici hanno già contribuito al risanamento, e perso oltre 4mila euro in 5 anni. Chiedere di più – aggiunge Dettori – vuol dire continuare a trattare il lavoro pubblico come un capro espiatorio”.
“Senza un passo indietro del Governo, senza certezze sulla riapertura della contrattazione nel pubblico impiego – conclude la Segretaria Generale – torneremo nelle piazze”.
Ufficio Stampa, Federazione Lavoratori Funzione Pubblica CGIL Nazionale
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Come già annunciato, rammentiamo che l’art. 7 comma 1 del Decreto Legge n. 90/2014 (convertito con modificazioni dall’art. 1 comma 1 della Legge 11/08/2014, n. 114) ridefinisce, dal primo settembre 2014, le prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni, riducendo del 50% distacchi e permessi sindacali. Per le Forze di Polizia e per i Vigili del Fuoco, tuttavia, si applica il successivo comma 1 bis del medesimo D.L., con il quale in sostituzione di tale riduzione è stato stabilito che in occasione di riunioni sindacali convocate dall’Amministrazione, un solo rappresentante sindacale per ciascuna O.S. partecipi con il permesso sindacale di cui all’art. 32 comma 4 del D.P.R.164/2002 (cd. “permesso sindacale su convocazione”).
Eventuali ulteriori partecipanti per la stessa Organizzazione Sindacale dovranno utilizzare i permessi sindacali di cui all’art. 32 comma 2 del D.P.R. 164/2002 (cioè, quelli a carico del monte ore delle Organizzazioni Sindacali).
Si allega alla presente, per necessaria conoscenza:
– nota 1335 datata 20/08/2014 dell’Ufficio Relazioni Sindacali che recepisce la circolare della Funzione Pubblica n. 5/2014 del 20/08/2014
– stralcio Art. 7 – D.L. 90/2014 convertito
Comunicato Stampa
di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL Nazionale
Un’altra occasione mancata per il rilancio dell’INPS e la trasparenza della Pubblica Amministrazione.
E’ di queste ore il conferimento di ben 46 incarichi di dirigente generale, in attuazione di due delibere del Commissario dell’INPS.
Si tratta di decisioni di cui sfugge, anche a un attento esame, sia la ratio che ha determinato le scelte sia gli obiettivi che con esse si vogliono raggiungere, nell’interesse dell’Istituto e delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati.
In particolare, sfugge la logica che ha ispirato la decisione di conferire un così alto numero di incarichi dirigenziali e così tante responsabilità (temporanee) su ben 13 progetti e la stessa scelta dei dirigenti incaricati.
Nessun confronto, nessuna trasparente interlocuzione e nessuna leggibile e condivisibile valutazione hanno ispirato un atto così importante per il funzionamento dell’INPS, fortemente interessato da importanti e, finora, non governati processi di cambiamento.
A un Piano industriale confuso e dal respiro corto segue, quindi, una decisione – strategica per il presente e il futuro dell’Istituto – di cui proprio non si colgono il senso, l’utilità, la ragione.
Non si segna alcuna discontinuità rispetto al passato, rispetto a logiche opache e spesso spartitorie, non si innova in termini di considerazione delle capacità professionali e delle competenze acquisite e verificate e, anzi, si procede a non comprensibili nomine di dirigenti esterni e temporanei e si gestiscono in modo arbitrario incarichi a dirigenti di seconda fascia. Si procede, inoltre, allo “spacchettamento” e alla dispersione in capo a più soggetti di competenze e responsabilità di direzione, lasciando presagire in questo modo – e in assenza di alcuna sinergia o collegialità – l’ulteriore concentramento di potere, non regolato né bilanciato, alla testa dell’INPS. Sembra sfuggire, insomma, all’attuale direzione e all’attuale governo dell’INPS la necessità di praticare percorsi di partecipazione e coinvolgimento, adeguati e trasparenti, in grado di attivare tutte le risorse disponibili al cambiamento e al rilancio dell’Istituto.
A questo punto, appare ineludibile lo scioglimento del nodo della governance dell’Inps e troppi ritardi colpevoli continuiamo a registrare nelle decisioni del Governo e del Ministro del Lavoro, controllore e garante, anche in nome dei cittadini, del buon funzionamento di quello che sempre più appare il fulcro del welfare italiano.
Abbiamo da molto tempo chiesto che si ponga mano, a un efficace ridisegno degli organi di governo e delle istituzioni di garanzia e controllo sull’attività dell’Istituto, che si realizzi un salto vero nella messa in trasparenza delle decisioni e della possibilità per lavoratori, pensionati e delle loro rappresentanze di partecipare ad una stagione di vero cambiamento e riforma. Per questa via, anche per questa via, si garantisce il carattere pubblico della previdenza e dello stato sociale, strumento di funzionamento per il nostro Sistema democratico.
Roma, 8 Agosto 2014
In questi giorni seguiamo con vicinanza e preoccupazione la difficile vicenda della liquidazione de L’Unità. Non solo per il rapporto umano e professionale che ci lega alle persone che fino ad oggi hanno realizzato il giornale e non solo per il ruolo che questa testata ha avuto per la sinistra italiana. Non è un elemento di nostalgia a turbarci. Ci preoccupa semmai la perdita di una voce vicina al nostro mondo, al mondo del lavoro, alle lavoratrici e ai lavoratori, ai sindacati che tra mille difficoltà continuano a rappresentarli. L’Unità non si è mai omologata alla violenta vulgata antisindacale che ha investito il Paese negli ultimi anni. Per questo speriamo di poterla rileggere a breve e inviamo la nostra solidarietà a tutte le donne e gli uomini de l’Unità, ai giornalisti e ai lavoratori.
Abbiamo ancora tanta strada da percorrere insieme
Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil nazionale
Richiesta d’incontro al Segretario Generale della PCM sulla SNA
Gianni Massimiami
04.09.2014 – DCF – In conseguenza della riunione del 3 settembre si pubblica, in allegato, la nota unitaria delle OO.SS. territoriali.
Comunicato stampa di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa
Roma, 20 agosto 2014
“Attendiamo una smentita da parte del Presidente Renzi e della Ministra Madia”, così Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, Segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, rispondono alle indiscrezioni giornalistiche di oggi sulla possibilità di un ulteriore congelamento delle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.
“Continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici e sul loro diritto al rinnovo del Contratto nazionale è un errore madornale; una ricetta, non solo ormai improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per il governo dei conti pubblici. Ci vuole tanto a capire che se negli ultimi quattro anni, a fronte di un sensibile calo dei dipendenti e della spesa per personale e redditi da lavoro, la spesa pubblica aumenta, fino a sfuggire a ogni controllo rispetto al Pil, il punto non è lì? E’ troppo complicato comprendere che le scelte di “continuità” del Governo Renzi, rispetto a quelli precedenti, sulla pubblica amministrazione sono semplicemente sbagliate?” domandano i sindacalisti al Presidente Renzi e alla Ministra Madia.
“E si può, senza rischiare l’incoerenza e l’approssimazione”, proseguono i Segretari Generali “annunciare da un lato una ‘epocale’ stagione di riforma della pubblica amministrazione e, dall’altro, prefigurare un ulteriore blocco della contrattazione per i prossimi due anni? É chiaro al Governo che, così facendo, si sta scegliendo di colpire ancora una volta e apertamente le lavoratrici e i lavoratori pubblici e che la stagione riformatrice che Renzi e Madia stanno prefigurando, già con un qualche azzardo di troppo, diventerebbe “epocale” per lo scontro che questa misura aprirebbe con tutto il settore del lavoro pubblico?”
“Il Presidente del Consiglio e la Ministra chiariscano immediatamente che ciò su cui sembra si stia lavorando nell’ombra dei corridoi di Via XX Settembre non appartiene all’iniziativa del Governo e che non c’è nessuna ipotesi di ulteriore blocco della contrattazione. In assenza di ciò” concludono Dettori, Faverin, Torlucccio e Attili “è del tutto evidente che la reazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici sarà fortissima e che la ripresa dei lavori dopo la pausa estiva avverrà in un clima incandescente”.