A TUTTI I LAVORATORI
 
 

 In allegato la bozza di DM inviata dall’Ammministrazione MEF per la riorganizzazione descritta in oggetto.

    Per una valutazione dei contenuti,  ci riserviamo di effettuare una riunione congiunta con Cisl e Uil ed ovviamente un incontro con l’Amministrazione che aveva assicurato la disponibilità al confronto (vedi ultimo comunicato unitario del 1 luglio 2014).

    Certamente la nostra prima attenzione andrà a tutela di coloro che assicurano i servizi in qualità di dipendenti MEF.

Roma, 4 luglio 2014
 
 

        FP CGIL MEF
        Daniele Nola

 
 

Richiesta convocazione per nuovo accordo mobilità nazionale volontaria e stabilizzazione distacchi

 
 
A TUTTI I LAVORATORI
 

    In allegato la controproposta che unitariamente a CISL e UIL, abbiamo inviato al Sottosegretario Rossi, al fine di verificare la possibilita di modificare l’ impostazione della bozza di decreto ministeriale delle dotazioni organiche nazionali . L’ impostazione a nostro avviso dovrà essere necessariamente quella di distribuire il personale per aree e profili professionali, A livello nazionale e non distribuzione regionale. Ciò consentirebbe alle OO.S.S. Congiuntamente all’Amministrazione di confrontarsi sulle esigenze di ciascun Ente, soprattutto in questa fase di riorganizzazione profonda che sta subendo il Ministero della Difesa.
 
Cari saluti
Fpcgil Difesa
Noemi Manca

 

   
 
 
Roma,  3 luglio 2014
 

Al Sottosegretario di Stato alla Difesa
On.le Domenico Rossi
 
All’Ufficio di Gabinetto
del Ministero della Difesa
 

Oggetto:  schema di decreto ministeriale di ripartizione della dotazione organica del personale civile, in applicazione del DPCM 22.1.2013.
 

Si fa riferimento allo schema di decreto concernente l’oggetto consegnato nel corso dell’incontro del 24 giugno scorso e successivamente trasmesso con apposita nota dell’Ufficio di Gabinetto.
Come concordato nel corso della citata riunione, le scriventi rappresentano con la presente le proprie osservazioni di merito.
Al riguardo, in via preliminare, va ricordato che i provvedimenti relativi alla dotazione organica del personale sono lo strumento concreto per coniugare e dare attuazione alle riorganizzazioni delle Amministrazioni pubbliche e, quindi, alle priorità che devono essere conseguite con riferimento a valorizzazione, investimenti e potenziamenti dei vari Enti delle rispettive Forze Armate su sui si ritiene utile intervenire, secondo gli indirizzi politici degli Organi di vertice.
Ciò posto, le scriventi non possono condividere l’impostazione seguita nella elaborazione dello schema di decreto in esame, ossia la ripartizione della dotazione organica numerica nazionale per profili professionali e per Forza Armata, ovvero per altri organi di coordinamento, con contestuale suddivisione regionale operata con formule matematiche e non in relazione a obiettivi strategici e relativi programmi.
Pertanto, si ritiene di dover chiedere la revisione del citato schema di decreto, effettuando la ripartizione numerica soltanto per profili e per Forza Armata e strutture di coordinamento.
Successivamente sarà cura degli Stati Maggiori, secondo i propri obiettivi strategici, e previo confronto con il sindacato nazionale, di operare l’ulteriore ripartizione a livello territoriale e/o di Ente.
Sicuri della Sua attenzione a quanto brevemente rappresentato, dei cui contenuti però siamo fortemente convinti e che sosterremo in tutte le sedi, restiamo in attesa di una convocazione al fine di effettuare una sintesi, che sicuramente produrrà i migliori effetti per l’Amministrazione e per i lavoratori  civili della Difesa.
Cordiali saluti.
 

    FP CGIL                 CISL FP                      UIL PA
 Noemi Manca        Paolo Bonomo           Sandro Colombi
 

 
 

Pagamento emolumenti in favore del personale dirigente – Appunto del Direttore Centrale per le Risorse Finanziarie.

Pagamento emolumenti in favore del personale dirigente – Appunto del Direttore Centrale per le Risorse Finanziarie.

 

 

Regolamento 74° Corso AA.VV.F.

04.07.2014 – Regolamento 74° Corso AA.VV.F.

 

 

Camere di Commercio – Si alla riorganizzazione, no alla chiusura – 5 domande e 5 proposte. Al via la petizione unitaria per chiedere al Governo scelte diverse

“Cosa succederà ai circa 7mil a di pendenti col trasferimento di funzioni? Come si pensa di garantire livelli salariali e retributivi? Perché non si prevede nessuna misura di riorganizzazione della rete dei servizi? Chi assisterà le imprese del territorio? Queste solo alcune delle domande che rivolgiamo al Governo, avanzando proposte di riorganizzazione delle Camere di Commercio diverse da quelle decisa nel progetto di riforma della P.A.
Al via la raccolta firme unitaria”
 

 
 
A TUTTI I LAVORATORI
 
 

  
 E’ apparso su un linksicilia, un giornale che credo sia solo sul web, un articolo che vedrebbe il Presidente Rocca talmente preoccupato dal convegno promosso da alcuni Senatori e svoltosi a Roma il 24 giugno da “contattare il sindacalista PCGIL Pietro Cocco per intavolare un momento di confronto in sede ministeriale al fine di pervenire ad un accordo sulle procedure di dismissione del personale della Croce Rossa”.
 Incredibile sono tre anni, cioè dall’uscita della legge 178 sulla pseudo riforma della CRI, che chiediamo insieme alle federazioni e ai Segretari Nazionali di attuare tutti i tavoli previsti dal decreto stesso compreso ovviamente quello della mobilità e nessun ministero, a tutt’oggi si è preso la briga di aprire nessuna contrattazione, e adesso Rocca chiama me per avviare questi tavoli.
 Sono andato di mia iniziativa e non chiamato dal Commissario Rocca per discutere della situazione di Napoli dove l’ASL sembra offrire più di quanto chiede la CRI e sembrava che il dirigente non intendesse rinnovare la convenzione per la centrale operativa, avendo assicurazioni dal Presidente sulla risoluzione del problema.
 Altro punto trattato è stato la sorte del Laboratorio Centrale, dove fra l’altro lavoro.
 C’è stato detto da un consulente di un consigliere molto importante della CRI che il Laboratorio sarebbe stato ceduto al provinciale di Roma e quindi privatizzato con la messa in mobilità del personale.
 Anche qui mi è stato garantito da Rocca che non è stata presa nessuna decisione in merito e che le voci riportate non corrispondevano alla realtà dei fatti.
 Abbiamo parlato anche della situazione di un nostro collega che ha dei seri problemi e che per ovvi motivi non vi dirò.
 Ho fatto quello che faccio normalmente, sono intervenuto per rappresentare i problemi che i lavoratori mi segnalano cercando, e riuscendoci qualche volta, di risolverli.
 
Essendo lusingato del ruolo che il giornalista mi attribuisce in una vertenza che ormai ha assunto un livello che comprende l’intervento dei ministri competenti se non del governo, lo prego la prossima volta prima di fare i nomi di chicchessia di informarsi adeguatamente per svolgere un ruolo di informazione che sia utile per gli utenti e non scrivere la prima cosa che gli viene riferita (dico questo perché dubito che il buon giornalista era presente quel giorno in Via Toscana).                                                           

                           Il Coordinatore Nazionale CGIL FP CRI
                                              (Pietro Cocco)

 
 

 
 
Osservazioni fpcgil su DPCM di riorganizzazione del Ministero dell'Ambiente
 
 

  
 
Al Ministro dell’Ambiente
Dr. Gianluca Galletti

Al Capo di Gabinetto
Cons. Guido Carpani

Al Direttore Generale degli Affari Generali e del Personale
Dott. Francesco La Camera

LORO SEDI

La scrivente Organizzazione Sindacale preso atto positivamente dell’ accelerazione impressa al processo di riorganizzazione della struttura ministeriale non può esimersi dall’osservare che tale processo coinciderà nella sua fase attuativa con il semestre di presidenza che la nostra struttura si troverà ad affrontare contestualmente ai cambiamenti organizzativi conseguenti all’entrata in vigore del nuovo DPCM.

Dotazione organica qualifiche e qualifiche dirigenziali di seconda fascia

In via preliminare la scrivente O.S. ancora una volta evidenzia la sproporzione esistente tra le costituende nuove strutture ministeriali e l’organico disponibile per il funzionamento con una dotazione organica che viene definita complessivamente in 559 unità per le qualifiche ( fino a qualche anno fa erano 900) e in 33 per le qualifiche dirigenziali di seconda fascia ( fino a qualche anno fa erano 60).
Risulta insostenibile la previsione delle “indisponibilità” di 3 posti per le qualifiche dirigenziali di seconda fascia per consentire il mantenimento fuori ruolo di una funzione dirigenziale di livello generale.
Ancor più insostenibile la possibilità di sottrarre dal contingente destinato ai posti di funzione dirigenziale II livello ulteriori 5 posti da destinare agli uffici di diretta collaborazione ed eventualmente all’Organismo Indipendente di valutazione. Su questa ipotesi si esprime la netta contrarietà chiedendo la cancellazione della previsione.
L’effettivo contingente per i posti di funzione dirigenziale di livello non generale al netto delle reali indisponibilità e delle possibili destinazioni agli Uffici di diretta collaborazione sarebbe di 25 a fronte di 7 Direzioni Generali il che comporterebbe la creazione nel successivo provvedimento di organizzazione di secondo livello di Super-Divisioni con notevolissimi carichi di lavoro e competenze diversificate. Senza contare che il numero di 25 non è quello effettivo in quanto ci sono da considerazione in diminuzione anche le posizioni dei funzionari in comando presso altre Amministrazioni.

Relativamente alla dotazione organica delle qualifiche ancora una volta si ribadisce la necessità di affrontare il problema del rafforzamento complessivamente dell’organico, operazione che anche nei costi comporterebbe risparmi rispetto all’attuale gestione delle “esternalizzazioni” . Non è un mistero per nessuno che allo stato gran parte del personale operante nel ministero non appartiene agli organici del Ministero ma dipende da altre strutture. E’ evidente che parallelamente alla definizione della nuova struttura organizzativa occorre affrontare urgentemente anche il problema del rafforzamento dell’organico e di una eventuale stabilizzazione.

2. Uffici di diretta collaborazione

Lo schema di riorganizzazione inquadra tra le strutture del Ministero, per la prima volta, gli Uffici di diretta collaborazione, che in quanto uffici di staff del Ministro dovrebbero trovare disciplina in altra collocazione. Ma se pure si ritenga di mantenere la previsione dello schema andrebbe evitato ogni possibile conflitto o sovrapposizione che possa far pensare ad una commistione tra gestione politica e amministrativa.
A questo proposito la previsione contenuta al comma 5. dell’art. 2 desta notevoli preoccupazioni, non si comprende il motivo di tale previsione perché si presume che le Direzioni prima di ricorrere agli avvalimenti possibili in attuazione dell’art. 8, comma 1. della legge 8 luglio 1986, n. 349 attuino le necessarie istruttorie volte a motivare la necessità di tale ricorso ed un intervento del Ministro configurerebbe una interferenza nell’autonomia delle strutture amministrative.
In secondo luogo se tale controllo preventivo fosse finalizzato a tenere “sotto controllo” l’assunzione temporanea di personale specializzato sarebbe più opportuno che tale controllo fosse riportato tra le competenze della Direzione Generale degli Affari Generali e del Personale che anche in attuazione delle previsioni del CCNL dovrebbe darne opportuna informativa alle OO.SS.

Con specifico riferimento agli Uffici di diretta collaborazione occorre poi rilevare che nell’ambito delle modifiche del DPR 6 marzo 2001 n. 245, resta invariato il numero del contingente assegnato agli uffici di diretta collaborazione del Ministro (90) sebbene ci sia stata una sensibile riduzione della pianta organica del personale ministeriale.
A tale proposito non si comprende l’ulteriore necessità prevista al comma 2 dell’art. 24 di un’assegnazione di non più di 9 unità da parte del Direttore generale degli affari generali e del personale per “l’espletamento delle attività costituenti servizi di supporto a carattere generale necessari per l’attività degli Uffici di diretta collaborazione” .
A strutture amministrative in affanno si sottrae personale da destinare ad uffici d diretta collaborazione già ipertrofici !
Tale scelte , obiettivamente, non sembrano ispirate da principi di legittimità, rigore ed equità.

Inoltre, nell’ottica della spending review, che non può valere sempre e soltanto a senso unico, con interventi che colpiscono strutture con tagli agli organici e lavoratori con interventi che ne colpiscono il reddito, è veramente inopportuno e grave che i compensi di cui all’art. 25 previsti per responsabili degli Uffici di diretta collaborazione vengano aumentati, in alcuni casi fino al cinquanta per cento, in considerazione anche dell’attuale numero di Vice Gabinetto nominati.

4. Attività internazionali

Sulle attività internazionali non è chiaro chi fa e che cosa.
L’art. 2 al punto 4 lettera g) prevede che le singole direzioni generali svolgono le funzioni previste dal regolamento e da altre norme ivi inclusi ” in applicazione dell’articolo 16, comma 1, lettera l) del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, i rapporti con gli uffici dell’Unione europea e degli organismi internazionali nelle materie di competenza, secondo le specifiche direttive dell’organo di direzione politica, informando preventivamente il Ministro, per il tramite dell’Ufficio di Gabinetto, con i necessari costanti aggiornamenti, dell’avvio di relazioni o rapporti con soggetti o organismi pubblici o privati di altri Stati o comunque iniziative aventi anche solo potenzialmente sviluppi di rilievo internazionale o quando ne possa scaturire la sottoscrizione di convenzioni, accordi e trattati“.
La cura di tali rapporti è affidata secondo la previsione dell’art. 16, comma 1, lettera l) del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 “sempreché tali rapporti non siano espressamente affidati ad apposito ufficio o organo”.

L’art. 9 al punto f) assegna alla Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione europea e gli organismi internazionali al punto f) il compito di “partecipazione del Ministero alle attività in sede europea ed internazionale derivanti dal ciclo annuale del coordinamento delle politiche economiche europee, nonché ai processi di definizione delle politiche e della legislazione europea e degli accordi internazionali per la protezione e valorizzazione ambientale, ivi inclusi gli habitat naturali, il mare, la biodiversità ed i servizi ecosistemici, i cambiamenti climatici e la qualità dell’aria e dell’acqua, i rifiuti, le sostanze chimiche, la green economy e la transizione verso un’economia sostenibile; vigilanza sull’applicazione degli accordi internazionali e della normativa ambientale europea e reporting alle istituzioni e agli organismi internazionali;

Se l’intenzione è quella di affidare l’attività internazionale alla Direzione sviluppo sostenibile non si capisce la previsione dell’art. 2 punto 4 lettera g).
Peraltro nel regolamento sull’attività internazionale non si fa cenno ad alcun tipo di collaborazione tra la direzione sviluppo sostenibile e le altre direzioni né si parla di attività istruttoria.

Al testo del DPCM inviato si propongono i seguenti emendamenti:

Al comma 1 dell’articolo 7, alla lettera b) le parole ” politiche integrate di prodotto” andrebbero sostituite con le  parole : “Consumo e Produzione sostenibili ” , in quanto “Politica integrata di prodotto” che faceva riferimento alla Comunicazione COM(2003) 302, è confluita nella più vasta strategia “Produzione e Consumo sostenibili”  di cui alla comunicazione COM(2008) 397, peraltro ripresa anche nella strategia “Europa 2020″ e nella ” Tabella di marcia  verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” (COM(2011) 571).

Per la lettera j) dell’art. 3 si propone la seguente declaratoria:
j) Cura, tramite l’Ufficio di Statistica, la raccolta e la elaborazione di dati statistici nazionali e internazionali, in raccordo con ISPRA ed ISTAT anche avvalendosi dell’ISPRA, nonché l’attività istruttoria per la presentazione il coordinamento della predisposizione della Relazione sullo stato dell’ambiente di cui all’art.1 comma 6 della legge 349/86 e le attività di reporting ad essa connessa; coordina la predisposizione delle altre Relazioni di legge al Parlamento sulla base dell’istruttoria dei centri di responsabilità amministrativa del Ministero competenti per materia;

La necessità di richiamare l’Ufficio di Statistica è motivata dalla appartenenza di tale ufficio al Sistema Statistico Nazionale (SISTAN). Il SISTAN è stato istituito con Decreto Legislativo n° 322/89, emanato in attuazione della delega contenuta nell’art. 24 della Legge n° 400/88, che ha dettato i principi ed i criteri direttivi per la riforma della statistica pubblica.
Tutte le Pubbliche Amministrazioni devono avere un Ufficio di Statistica che fornisce le statistiche ufficiali al Paese (sito web, RSA, dati per le pubblicazioni ISTAT) e agli organismi internazionali (OCSE, EUROSTAT).

Roma, 3 luglio 2014

La coordinatrice nazionale
Fpcgil Ministero dell’Ambiente
Maria Letizia Sabatino


 
 

 
 
Nota unitaria sul decreto legge 92
 
 

  

Roma, 3 luglio 2014
 

Dott. Giovanni Melillo
Capo di Gabinetto

Ministero della Giustizia
 

 il 28 giugno è entrato in vigore il Decreto Legge 26 giugno 2014, n. 92, contenente “rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento in violazione dell’art. 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”.
Lo scopo evidente del Decreto è quello di deflazionare l’attuale grave condizione di sovraffollamento in cui versano le carceri per adulti in Italia, obiettivo meritorio e degno di intervento urgente.
Tuttavia, tra le varie misure individuate allo scopo, l’art. 5 che modifica l’art. 24 del Decreto Legislativo 28 luglio 1984, n. 272 sembra più che una delle possibili soluzioni del problema una misura che trasferisce il problema ad altri servizi della giustizia e rischia di vanificare il lavoro fin qui svolto nell’ambito della delinquenza minorile.
Infatti, l’art. 24 del decreto legislativo modificato prevedeva che i servizi della giustizia minorile si occupassero dei giovani che avevano commesso un reato da minorenni sino al compimento del 21 anno di età. La nuova disposizione estende la competenza del settore minorile sino al compimento del 25 anno, senza prevedere alcuna modifica nell’erogazione delle risorse, economiche e di personale, e senza la previsione di una modifica dell’organizzazione degli istituti penali per minorenni.
Non abbiamo a disposizione dati sul numero dei soggetti che dovranno rientrare nel sistema minorile ma a noi sembra che ciò nonostante la modifica dell’art. 24 farà collassare il sistema penale minorile che si fonda su interventi estesi in area penale esterna ed un trattamento residuale nelle carceri per minori, che allo stato contengono mediamente non più di 350 ragazzi ma soprattutto prevedono un trattamento, sia in termini psicopedagogici  sia in termini sanitari commisurato ed adeguato alla minore età.
Queste organizzazioni ritengono che la compresenza di minori, anche di giovanissima età, e di adulti alle soglie del 25° anno, con l’attuale organizzazione, contraddice la natura ed il significato stesso dell’esistenza della giustizia minorile.
Noi crediamo che la previsione dell’art. 5 del decreto Legge non avrà ripercussioni rilevanti per la diminuzione dei livelli di sovraffollamento delle carceri per gli adulti, ma siamo altrettanto convinti che comporterà la distruzione del sistema della giustizia minorile, che, peraltro, si trova ad affrontare queste innovazione in assenza di un Capo Dipartimento, cosa che da alcuni mesi destabilizza il sistema stesso della giustizia minorile e lascia allo sbando i servizi. Per tali motivi  Le chiediamo la convocazione anche di un apposito tavolo di lavoro che possa individuare modifiche idonee a soddisfare le esigenze delle carceri per adulti senza, tuttavia distruggere quanto di buono si sta facendo per i minorenni.

        FPCGIL                         CISL   FP                    UIL PA
Gianfranco Macigno             Eugenio Marra        Domenico Amoroso
 

 
 

Igiene Ambientale: Inizio prestazioni e prima rata ordinaria

Vi informiamo che, a seguito delle decisioni assunte dal Consiglio d’Amministrazione di FASDA di martedì 1 luglio 2014, nei prossimi giorni si completerà l’iter per l’assegnazione della gestione delle prestazioni sanitarie integrative del Servizio sanitario nazionale a una Compagnia assicurativa, e della gestione amministrativa delle posizioni contributive a un Service a essa collegato. Il C.d.A. ha anche deliberato l’iter per il perfezionamento degli accordi con l’INPS per consentire alle aziende di effettuare i versamenti con il modello F24 e, dopo la ratifica dell’Assemblea dei Delegati di FASDA avvenuta nelle ore successive al Consiglio d’Amministrazione, il Regolamento del Fondo indispensabile per regolarizzare l’iscrizione di FASDA all’anagrafe dei fondi presso il Ministero della Salute.
Vi segnaliamo, seppur attentamente specificato nella seconda circolare del FONDO FASDA (allegata) che il primo versamento della contribuzione ordinaria, ovviamente a totale carico delle aziende, scadrà il prossimo 16 luglio 2014. 
Il primo importo da versare alla data di cui sopra, per le imprese che applicano i contratti collettivi nazionali di lavoro dei servizi ambientali (Federambiente e Fise Assoambiente), sarà pari a una doppia quota di contribuzione ordinaria trimestrale per il complessivo ammontare di € 85,00, comprensiva anche della quota dovuta alla data del 16 aprile 2014 e ancora non riscossa.
La contribuzione dovrà essere versata per ogni lavoratore dipendente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato pieno o parziale, non in prova, compreso il personale apprendista.
Gli estremi del conto corrente bancario, sul quale le imprese dovranno versare al Fondo FASDA la contribuzione di cui sopra, sono quelli già resi noti per il versamento della contribuzione straordinaria “una tantum” di € 2,00 a dipendente: IBAN: IT 51 W 01030 03286 00000 1737071. Vi rendiamo anche noto che all’appello del versamento della quota straordinaria (2 euro a lavoratore) mancano ancora delle aziende anche di notevoli dimensioni. Vi segnaleremo, appena sarà completata l’anagrafica delle imprese iscritte, il nome delle stesse.
A tal proposito, come stabilito dal punto 9) del Protocollo 24 marzo 2014, si ricorda che il mancato versamento da parte dell’impresa, di quanto dovuto al Fondo FASDA a titolo di contribuzione straordinaria e ordinaria, essendo un istituto anche previsto contrattualmente, configura la piena responsabilità in capo alla stessa impresa nei confronti del lavoratore dipendente per la perdita delle prestazioni previdenziali/assistenziali erogate dal Fondo.
Riguardo all’inizio dell’erogazione delle prestazioni sanitarie a favore dei lavoratori, nel contratto che nei prossimi giorni sarà sottoscritto tra il FASDA e la Compagnia Assicuratrice, quasi sicuramente la previsione dell’1 ottobre 2014 verrà rispettata.
In allegato troverete anche l’accordo sottoscritto tra le parti stipulanti il CCNL riguardante alcune questioni di natura procedurale e, nello specifico, la corretta previsione per il versamento del contributo ordinario in caso di passaggi di appalto, esternalizzazioni o internalizzazioni. In sintesi, lo stesso contributo è a carico dell’azienda che ha in forza il lavoratore al momento della scadenza del versamento e non per l’azienda cessata, seppur il versamento sia riferito al trimestre precedente. In sintesi, non vi è quota proporzionale da suddividere tra le due imprese (cedente e subentrante).
Tutto ciò, fatto salvo accordi diversi tra le stesse imprese, eviterà i probabili contenziosi nel trasferimento di personale tra un’azienda e un’altra. Nel raccomandarvi di informare al meglio i lavoratori e le lavoratrici, vi preghiamo di prestare la massima attenzione per quanto concerne il versamento del contributo ordinario in quanto, lo stesso, permetterà al lavoratore iscritto di rendere in concreto quanto contrattualmente previsto.
Fraterni saluti
 
Coordinatore Naz. le FP/CGIL Igiene Amb.le  per la Segreteria Naz. le FP/CGIL
         Massimo Cenciotti                                        Adriano Sgrò

 

 

 
 
Incontro Attività Ispettiva
 
 

COMUNICATO

 
 

Il 30 giugno, così come convenuto durante l’incontro con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, si è avviato il confronto in materia di attività ispettiva.

Il Segretario Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha aperto l’incontro annunciando che per venerdì 4 luglio p.v. sarà presentato l’emendamento al D.L. Lavoro che introduce l’Agenzia per l’attività ispettiva.

Nel presentare questo progetto il Segretario Generale ha anche specificato che la futura Agenzia avrà una sede centrale e uffici territoriali.

La FP CGIL ha preteso che anche su questo progetto il Ministro apra il confronto per affrontare le possibili problematiche, sia di natura organizzativa che contrattuale, che potranno verificarsi in rapporto all’istituzione dell’Agenzia, nonché le ricadute in termini di efficacia e di miglioramento del servizio per cittadini e imprese.

Per quanto riguarda invece l’apertura del confronto per trovare soluzioni in materia di orario di lavoro e delle altre problematiche inerenti il fattivo svolgimento delle attività ispettive, le modalità di gestione dei servizi esterni, la formazione professionale, i mezzi funzionali, ecc. ecc. dobbiamo registrare che, nonostante la nostra disponibilità a procedere immediatamente, l’Amministrazione ha imposto un ulteriore rinvio ad altro incontro, da tenersi tra il 14 e il 21 luglio p.v.

 

Pertanto la FP CGIL in assenza di risposte concrete ai lavoratori mantiene lo stato di agitazione già a suo tempo proclamato.

 
 

Roma, 3 luglio 2014

 
FP CGIL
ll Coordinatore nazionale Min. Lavoro
GIUSEPPE PALUMBO
FP CGIL
P. la Segreteria Nazionale
SALVATORE CHIARAMONTE
 
 
 
 
 
 

Prosieguo riunione su Assegnazione 168° corso: convocazione per il giorno 7 luglio 2014.

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