Documento RSU della DP di Trento

 Il Personale delle Agenzie delle Entrate della D.P. di Trento, riunito in assemblea il 4 aprile 2014, esprime grande preoccupazione per l’ipotesi di delega di funzioni delle Agenzie Fiscali alla Provincia Autonoma di Trento, sia per le conseguenze che potrebbero determinarsi in relazione alla lotta all’evasione fiscale – per il potenziale conflitto del ruolo che la PAT assumerebbe nell’esercizio di contrasto sul territorio – sia per quelle che riguardano il mantenimento delle competenze professionali e dei livelli retributivi degli addetti.
 

Per questi motivi, viste anche le prossime scadenze di legge,  ritiene che sia necessario ed urgente conoscere in modo concreto, tempestivo  e preliminare:
 

 

–          Il progetto della P.A.T per esercitare la delega, atto a garantire l’autonomia e la neutralità delle attività d’istituto ;
–          il modello organizzativo e di gestione del personale;
–          le modalità normative e contrattuali con le quali assicurare il mantenimento delle professionalità, dei livelli retributivi e delle provvidenze assistenziali , nonché del regime di orario;
–          l’effettività del diritto di opzione a rimanere nell’amministrazione dello Stato, sia in provincia di Trento che fuori, nonché il  mantenimento delle consolidate procedure di  mobilità interna in essere con le Agenzie di comparto nazionali fuori provincia, come ad oggi riconosciute . 
 

 

Il personale ritiene che l’eventuale ipotesi delle delega delle funzioni delle Agenzie Fiscali, a prescindere dalla sua effettiva opportunità (sulla quale permangono condivise perplessità da parte di tutti), per la sua portata e conseguenze, non possa avvenire senza il concreto e tempestivo coinvolgimento delle OO.SS. e delle RSU, e per questo impegna le stesse per la partecipazione attiva a tutti i tavoli – politici e tecnici – per la miglior tutela delle istanze espresse.
 

 

Per il personale,
 

RSU Agenzia delle Entrate DP Trento


 

X° Congresso FP CGIL Nazionale

 

Video – "Pensare pubblico, agire sociale". Persone che lavorano per le persone



 
 


 
I Podcast di RadioArticolo1
 
 


 
 
 


 

Sintesi Video 9 – 10 – 11 aprile del Congresso Nazionale FPCGIL

 
 


 
Foto

 


 
2010-2014: 4 anni di attività della Funzione Pubblica Cgil azioni, idee, parole

 
Presentazione

Quello che segue è  il racconto di una organizzazione, la Fp Cgil Nazionale, che rappresenta più di 400.000 iscritte ed iscritti, su una platea di oltre due milioni e cinquecentomila lavoratrici e lavoratori dei servizi pubblici. Continua a leggere

 


 
 


 

News

"Morituri te salutant: il caso della chiusura del Colosseo" – Blog di Rossana Dettori su Com.unità

Di seguito il link del blog della nostra Segretaria Generale pubblicato sull’Unità e relativo alla squalificante giostra mediatica attivata sulle pelle dei lavoratori. Non crediamo ci sia molto da aggiungere all’efficacissima esposizione della compagna Rossana Dettori. Solo l’espressione della nostra solidarietà, vicinanza affettuosa ai lavoratori del Colosseo, di Castel Sant’Angelo e della Galleria Borghese, direttamente colpiti da un vile attacco mediatico ed a tutti i lavoratori del Ministero che con grande impegno contribuiscono, spesso a dispetto dei santi, alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.

link:

 
 

Morituri te salutant: il caso della chiusura del Colosseo

 Il capo dell’anfiteatro Flavio, il Ministro Dario Franceschini, ha mostrato all’arena il suo pollice verso: per le lavoratrici e i lavoratori del Colosseo nessuna pietà, che siano sbranati dalle fiere e che i loro resti siano dati in pasto alla folla in delirio. Loro, esclusivamente loro, la colpa di non aver voluto combattere volontariamente per assicurare lo spettacolo.Si può ragionare di merito in un clima da… sangue e arena? Proviamoci lo stesso. Il Colosseo è il sito maggiormente visitato del Paese con 5 milioni e mezzo di visitatori. Il personale addetto è di 29 unità complessive, di cui solo 14 custodi, con una turnazione continua a scaglioni di 7 addetti per ogni fascia, il minimo richiesto per la sicurezza di un sito aperto 363 giorni l’anno, particolarmente fragile ed esposto a rischi di varia natura e che incassa da solo circa 40 milioni di euro l’anno. Poco in effetti.La spesa per la manutenzione del sito è stata tagliata del 30% negli ultimi cinque anni. Il personale, per effetto della spending review, è diminuito di un terzo e l’età media complessiva è salita a 55 anni. Parliamo di quella spending che fa divieto di programmare qualsivoglia politica occupazionale di investimento nel MIBACT. Questo lo scenario entro il quale si consumano gli accordi sindacali (che, lo ricorderei al Ministro, vedono due parti contraenti, non una sola). Aprire la sera di sabato con l’ingresso al costo di un euro comporterebbe, a condizioni invariate, un serio rischio per la sicurezza di lavoratori, turisti e del sito stesso. E questo è tanto vero che, per volere dello stesso Ministero, il Colosseo non ha mai aderito alla notte dei musei. In presenza di un flusso presunto di decine di migliaia di visitatori la struttura organizzativa, così come decisa dallo stesso Ministero, non reggerebbe l’ onda d ‘urto. Questo lo sanno il Ministro Franceschini, il Sovrintendente e, ovviamente, anche le lavoratrici e i lavoratori che, a differenza di quanto detto, hanno a cuore l’ anfiteatro, oltre che ovviamente la propria sicurezza. Ed è proprio per questo che bisogna continuare a ricercare soluzioni concrete, concordate e rispettose della sicurezza e della dignità del lavoro e delle aspettative dei turisti: facciamolo presto e al di fuori delle luci della ribalta, magari immaginando una organizzazione dell’evento che sia compatibile con lo scenario e le risorse date. Ristabilito un punto di chiarezza sulla vicenda, è bene ricordare al Governo alcuni dati. Mentre il nostro livello di investimento sul settore si attesta alla ridicola percentuale dello 0,1% del Pil, in dieci anni, dal 2003 al 2013, la spesa del MIBACT è scesa da 2,8 miliardi ad appena 1,6, il personale impiegato dalle 25.000 unità del 2004 alle attuali 18.900. Questo disastro è avvenuto in presenza di un patrimonio di 46.000 beni architettonici e più di 5.000 siti archeologici, a cui dedichiamo talmente tante attenzioni da poter contare su appena 350 archeologi e 280 restauratori (la metà dei quali precari o con contratti atipici, spesso sfruttati ulteriormente grazie al sistema delle gare di appalto al massimo ribasso, sempre sul filo della illegalità). E, per amore di carità, non approfondiamo ulteriormente tutta la parte legata agli enti locali (titolari della gestione di quasi la metà dei beni immobili archeologici del Paese) ai quali in cinque anni sono stati ridotti i trasferimenti per una cifra spaventosa che supera i 70 miliardi di euro. Il Ministro Franceschini, allora, si concentri con noi sui problemi veri, magari per risolverli. Perché comincia a diventare veramente insopportabile questo ipocrita scaricabarile sulle lavoratrici e sui lavoratori.

Ps. Il punto 30 delle 44 proposte del Presidente Renzi consuma così il delicato e complicato tema del nostro patrimonio artistico e culturale: “accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali “. Basta questo secondo voi? Nozze Coi Fichi Secchi?
 
 

Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

FRANCIA: MOBILITAZIONE, MANIFESTAZIONI E SCIOPERI NELLA FUNZIONE PUBBLICA IL 15 MAGGIO

Francia

Proteste contro il governo socialista per il blocco dei contratti pubblici sino al 2017

Il 15 maggio 2014 giornata di mobilitazione e sciopero generale in Francia dei 5 milioni di lavoratrici e  lavoratori della funzione pubblica. Indetto unitariamente da tutte  le sigle sindacali (CGT, FO, CFDT, UNSA, ecc) chiede che i salari dei lavoratori pubblici tornino a salire dopo il blocco che si ha da quattro anni. Il nuovo governo socialista di Manuel Valls ha invece annunciato il blocco almeno sino al 2017 e la riduzione del personale attraverso il blocco del turn over.
Saranno 110 le manifestazioni in Francia. 

 

Card di libera circolazione.

Dotazioni organiche sedi extra moenia e Fesi 2014I: verbali riunioni del 26 marzo 2014.

P.D.G. n. 1569 datato 11 marzo 2014 recante "Criteri di determinazione degli oneri occupazionali" art. 12 DPR 314/2006.

Le controproposte alla Sisac per la medicina generale

Comunicato stampa Fp-Cgil Medici
 
Roma 14/05/2014

La Fp CGIL Medici ha presentato la sua bozza di piattaforma per il rinnovo della convenzione della medicina generale in riferimento alla Bozza Sisac, in vista del nuovo incontro fissato per il 15 maggio. Si chiede in premessa una riforma radicale e coraggiosa delle cure primarie e dell’assistenza territoriale, sulla base di un progetto riformatore nazionale unitario.

Si ritiene pertanto che il rinnovo delle convenzioni debba avvenire nel contesto del “Patto  per la salute” che le Regioni si sono impegnate a concludere entro maggio. Le cure primarie sono il terreno migliore per investire parte delle risorse ricavate dal taglio degli sprechi che le Regioni si sono impegnate a recuperare. Le risorse ci sono, è quindi inaccettabile e senza senso, un rinnovo a costo zero.

E non è plausibile considerare le convenzioni nazionali solo come fonte di ulteriori e diversificati vincoli per i medici. E pensare ad una sostanziale delega normativa, fuori controllo, all’ipertrofica autonomia regionale, con disparità di trattamento per i medici. In questo modo si complicano ulteriormente le già compromesse condizioni di lavoro dei medici con negative ripercussioni sull’assistenza ai cittadini.

Nello specifico la FP CGIL Medici critica la Bozza SISAC specialmente su tre punti: 1) la scomparsa del distretto, come riferimento centrale nella organizzazione delle cure primarie. 2) la mancata previsione dell’assistenza h 24 per 7 giorni a settimana, che era il pilastro fondamentale della riforma Balduzzi e il motivo principale per cui si richiedeva il rinnovo delle convenzioni. 3) il sostanziale annacquamento e rinvio del ruolo unico. E quindi il mancato superamento della antistorica  figura del medico di guardia medica.

Le proposte della FP CGIL Medici poggiano su alcune idee forza:
Mettere il distretto al centro della organizzazione delle cure primarie con la strutturazione di centri aperti h24 per 7 giorni a settimana sul modello delle “Case della Salute” e completa informatizzazione del sistema.

Definire le forme organizzative complesse (AFT-UCCP) nel distretto ed omogeneamente sul territorio nazionale. Nessuna forma di privatizzazione delle cure primarie.

Abolizione della figura del medico guardia medica, con riconoscimento a questi medici di pari dignità e pari diritti  dei medici di assistenza primaria, visto che hanno gli stessi titoli.

Massimale dei medici di famiglia a mille assistiti e redistribuzione di ruoli, funzioni ed attività sulla base del modello organizzativo.

Ambiti di scelta omogenei ai servizi territoriali distrettuali, con completa integrazione tra le figure professionali ed i servizi.
Dipendenza per tutti i medici dell’emergenza

“Quindi nessun rinnovo a costo zero- conclude Nicola Preiti, Coordinatore Nazionale Medicina Generale della FP-Cgil Medici – visto che l’esigenza riformatrice esiste e anche le risorse dovranno saltar fuori, a partire dalla stessa spending review”.

Ripresa delle trattative per i criteri del FUA ed osservazioni al sistema di valutazione della performance

Lettera unitaria a Bonaretti Segr. Gen. PCM

Nota unitaria al Ministro su processo telematico

Bando di concorso per il reclutamento di 403 dirigenti di seconda fascia

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