Ministero Ambiente: inchiesta ex Sisas conferma ombre su gestione Sogesid. Ministro Orlando tuteli il ruolo pubblico

Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

L’indagine in corso sulla bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello e i relativi arresti di dirigenti Sogesid, società in house del Ministero dell’Ambiente, e del capo della segreteria tecnica della ex Ministra Stefania Prestigiacomo, hanno di nuovo portato alla luce il tema delle bonifiche delle aree inquinate. Altre indagini sono in corso relativamente alla bonifica dell’area di Grado e Marano.

“Oltre ai profili di responsabilità penale legati a comportamenti fraudolenti – afferma Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil – ciò che sembra emergere è l’enorme dissipazione di denaro pubblico, che  riguarderebbe sia le somme spese per realizzare opere concepite per non essere funzionali al risanamento ambientale, sia per tutte le opere di ordinaria manutenzione dei territori”.

“È evidente – continua il sindacalista – come Sogesid sia stata oggetto di una gestione dissennata. Niente miglioramento della spesa, opacità negli appalti, nessun rilancio dei settori economici interessati. Ancora una volta emerge la necessità di rafforzare il ruolo, le competenze e le capacità di intervento del Ministero dell’Ambiente, per far sì che le funzioni di programmazione e controllo siano esercitate da una struttura pubblica che possa contare su lavoratori qualificati e stabili e non su lavoratori precari e sotto ricatto, selezionati con un colloquio. In Sogesid ci sono lavoratori avviliti dalla propria  precarietà e dall’impossibilità di mettere a frutto le competenze e l’esperienza maturata sul campo”.

“Quale risparmio si produce trasferendo competenze e milioni di fondi pubblici a Sogesid per svolgere compiti e funzioni proprie del Ministero, mentre si indebolisce fortemente l’azione di quest’ultimo riducendone gli assetti organizzativi e le risorse per il funzionamento? Va garantito il ruolo pubblico e la società in house deve essere riportata alle sue originarie finalità. I lavoratori che vi operano devono essere sganciati dal ricatto e stabilizzati. Il Ministro Orlando non aspetti l’ennesima inchiesta giudiziaria”.

Roma, 23 gennaio 2014

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl al Ministro Delrio. Su riordino AA.LL. , cabina di regia e segretari comunali…

Al Ministro per gli Affari Regionali
Graziano Delrio

Egregio Ministro,
 
il disegno di legge Delrio attualmente all’esame del Parlamento deve essere l’occasione per ridurre i livelli di governo e rendere più efficiente l’erogazione dei servizi che le amministrazioni locali offrono ai loro cittadini anche attraverso l’individuazione di un modello organizzativo omogeneo.
 
In tale ottica assumono una particolare importanza il ruolo e le funzioni dei segretari comunali e provinciali che quale elemento di vertice comune a tutte le amministrazioni locali costituiscono un importante punto di snodo di qualunque riforma.
 
La cabina di regia attivata in forza del protocollo d’intesa firmato il 19 novembre può essere la sede dove giungere a definire il nuovo modello organizzativo degli Enti locali e, conseguentemente, in cui affrontare e risolvere le questioni tuttora aperte riguardanti lo Status dei segretari comunali e provinciali.
 
I segretari comunali grazie al ruolo di responsabili dell’anticorruzione sono assurti, ancor di più, a presidio della legalità in tutte le amministrazioni locali grazie alla loro specifica competenza giuridica ed alla posizione di vertice delle amministrazioni locali che consente loro di sovrintendere a tutte le attività dell’Ente e contribuire a raggiungere gli importanti obiettivi che le recenti normative mirano a conseguire
 
Il Disegno di legge persegue obiettivi di semplificazione e razionalizzazione dei livelli di governo ma non pare coerente che il tale contesto, laddove si cerca di valorizzare il ruolo delle Unioni dei Comuni di minore dimensione, non si preveda che detta funzione di presidio della legalità venga garantita, come negli altri  Enti locali, attraverso la professionalità dei segretari comunali  ma venga rimessa a scelte locali senza le garanzie che l’iscrizione allo specifico Albo può assicurare. Appare di tutta evidenza come l’individuazione di un’unica figura professionale in tutti gli Enti sia l’unico modo per garantire il buon andamento dell’azione  amministrativa nel rispetto dei principi costituzionali.
 
Il Disegno di legge attualmente all’esame del Parlamento non deve certo moltiplicare i modelli organizzativi ma semplificarli e ridurli ad unità e deve essere l’occasione per affrontare le questioni relative ai segretari comunali quali, tra tutte, l’accesso alla professione ed il processo di nomina con il superamento dell’attuale sistema di spoils system.
 
Distinti saluti.
 

    FP CGIL                         CISL FP                    UIL FPL
Federico Bozzanca           Daniela Volpato      Giovanni Torluccio

Eventi

Assemblea Regionale: "Le donne cambiano"

Lunedì 6 maggio 2013, dalle ore 9.30 alle 14.30,
Sala Conferenze dell’Archivio di Stato
Via Senato 10 Milano
 
l’Assemblea regionale delle donne della FP CGIL Lombardia “Le donne cambiano”
In tempo di crisi le donne delle funzioni pubbliche continuano a garantire, e a volere per sé, servizi pubblici di qualità

PROGRAMMA
09.30 Inizio lavori: incursione narrativa a cura di ForMattArt
09.45 Relazione introduttiva: Gloria Baraldi Segretaria Regionale FP CGIL
10.10 Dibattito: interventi di delegate e consigliere di parità
Incursione narrativa a cura di ForMattArt
11.30 Conclusioni prima parte: Concetta Basile Segretaria Nazionale FP CGIL

12.10 Contributo Prof.ssa Maria Stella Righettini docente Facoltà Scienze Politiche Università di Padova “Pari opportunità in tempo di crisi. Quali strumenti?”
12.30 Prosecuzione Dibattito: interventi di delegate e consigliere di parità
Incursione narrativa a cura di ForMattArt
14.00 Conclusioni seconda parte: Melissa Oliviero Segretaria Confederale CGIL Lombardia

 

8 marzo 2013 – Storie di donne nei Pubblici Servizi

 

 

La storia di Alessandra

Mi chiamo Alessandra e ho 45 anni.
Ho scelto di fare la logopedista ed a 21 anni lo sono diventata.
Era per me il lavoro più bello che potesse esistere, perché avrei lavorato con i bambini, che ho sempre adorato.
Prima ancora di completare il mio percorso formativo universitario, sono stata assunta in un istituto, che fa parte dei tanti centri ARIS di riabilitazione dell’interland catanese,… continua 
 

La storia di Lorena

Sono Lorena, una “giovane” precaria di 52 anni, che lavora come operatore socio sanitario in Croce Rossa; assisto i ragazzi speciali, quelli che hanno bisogno di aiuto per svolgere i “semplici” compiti che la vita gli mette di fronte.
Sono passata, nel lontano 1992, da un contratto a prestazione professionale di quattro anni, a quello che veniva definito co.co.co.; ricordo che quando me lo proposero… continua

 

 
 

La storia di Samanta

Mi Chiamo Samanta, sono nata a Bentivoglio, in provincia di Bologna, il 7 settembre 1975.
Nel 1994 ho acquisito il diploma magistrale quinquennale “Progetto Brocca – indirizzo pedagogico linguistico”, una delle prime sperimentazioni di questo corso di studi.
Lo stesso anno è cominciata la mia carriera lavorativa, caratterizzata da una grande multiformità… continua 

La storia di Vanessa

La vita ci prospetta, nel suo percorso, una serie di cambiamenti positivi e negativi. 
Nella mia vita, tra le varie vicissitudini che si sono susseguite, quella che più mi ha influenzato è stato il continuo cambiamento di lavoro.
Sono Vanessa, ho 34 anni, donna, madre di tre figli e infermiera, in una società che a volte poco si preoccupa delle problematiche che ogni giorno la vita comporta…. continua

 

 
CGIL

 
Dal Territorio

 

 

Chieti: Personale Amministrativo Comando

12.03.2014 – Chieti: Personale Amministrativo Comando

 

 

" BASTA MENATE" – Centri antiviolenza e servizi in ogni città

25 novembre Mobilitazione nazionale contro la violenza sulle donne

il 25 Novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. 

Questo appuntamento mondiale, istituito dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1999, ricorda, per tutti, il brutale assassinio di tre sorelle rivoluzionarie dominicane avvenuto nel 1960 per mano dell’allora dittatore Trujillo. 

Da allora la vita di migliaia e migliaia di ragazze e di donne continua ad essere spezzata, fisicamente, affettivamente, psicologicamente.

La giornata internazionale contro la violenza di genere, quindi, deve essere un’occasione per tutte/i noi per riaffermare, innanzitutto, il bisogno di riportare al centro del dibattito politico e culturale il tema della violenza di genere e dei diritti che quella violenza, non solo fisica, viola, lede drammaticamente.
             
Per il nostro Paese deve essere  anche l’occasione per rafforzare una profonda riflessione culturale, politica e anche sindacale, anche su ciò che attiene il tema dei servizi pubblici ai quali le donne colpite dalla violenza sessista si rivolgono per chiedere aiuto, per ottenere protezione, per riconquistare la  propria libertà.
 
Un tema, questo, che deve interrogare, innanzitutto chi, governando malamente questo paese per oltre vent’anni, ha prodotto un profondo indebolimento strutturale, organizzativo, finanziario di quei servizi alla persona, oggi sempre più in difficoltà nel garantire prestazioni e principi di accoglienza adeguati alla gravità della situazione “italiana”.
 
Un problema così articolato e complesso ha bisogno di una ampia sfera di risposte allo stesso tempo culturali, educative, relazionali, ma anche concrete, visibili, emergenziali.                                                                            
 
Una delle soluzioni al problema della violenza maschile sul corpo delle donne ( che noi rivendichiamo) è quella di costruire una rete organica di servizi specifici da destinare alla accoglienza, alla cura e alla presa in carico delle donne colpite da questa barbarie.
 
I centri antiviolenza, ad esempio, sono esperienze che, seppur giudicate unanimemente efficaci, sia sotto il profilo della prevenzione che della successiva presa in carico del problema, continuano a non essere né pienamente riconosciuti sotto il profilo giudiridico (manca una cornice legislativa omogenea e universale), né strutturati all’interno del più ampio sistema dei servizi di welfare. 
 
Va da se, in coerenza con la nostra impostazione politica, che il primo passo per una risposta efficace e concreta al dramma della violenza di genere deve essere quello di prendere quel modello, finora lasciato alla buona volontà di tante e tante donne e alla sensibilità sporadica di tanti amministratori locali, e farne un servizio strutturato, esistente in ogni città.
 
Il secondo passo, poi, deve essere quello di provare a “piegare”  le rigide logiche che governano il sistema dei servizi pubblici al bisogno di una risposta emergenziale che il tema rappresenta drammaticamente con i suoi numeri.
 
La Fp Cgil, nel partecipare convintamene alla mobilitazione internazionale indetta per il 25 novembre, intende aprire una fase di vera e propria rivendicazione affinché ciò che può essere fatto subito vada fatto subito.

 
 
Materiale scaricabile
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 
 

 

 

 

Iniziative Territoriali

 
Lombardia
 
 
 
 
 
 
 


 
Campania

FP CGIL Napoli 21 novembre 2013:
 
Riunione coordinamento donne di tutti i comparti della categoria al fine di promuovere le iniziative sui posti di lavoro;
 
Distribuzione adesivi plastificati da indossare per l’intero turno di lavoro, in particolare nelle seguenti strutture:
1)Ospedali San Paolo e Loreto Mare, già sedi di centri antiviolenza
2)ITN Pascale
3)Distretti Sanitari
4)Alcune Cliniche Private 
5)Sedi centrali Agenzie Fiscali
6)Sedi Centrali INPS-INAIL; 
7)Comune Di Napoli

Volantinaggio e raccolta pensieri su tutti i posti di lavoro per promuovere l’apertura di centri antiviolenza e il flash mob delle ore 16

Iniziativa nelle scuole materne comunali (le maestre iscritte alla nostra organizzazione parleranno ai bambini di tolleranza e non discriminazione)
 
Adesione alle due iniziative promosse dal Comune Di Napoli: 
-ore 9-15.30 Maschio Angioino
-spettacolo serale teatro San Carlo in omaggio a Franca Rame 

Inoltre l’intera Segreteria ha deciso di affiggere permanentemente sui muri di palazzo Ottieri, lato Piazza Mercato lo striscione “LA VIOLENZA SULLE DONNE E’ UNA SCONFITTA PER TUTTI”.

Infine come promosso dalla FP Nazionale, è partita in questi giorni la vertenza per l’apertura di nuovi centri antiviolenza pubblici sul territorio cittadino.

La Segreteria FP CGIL di NAPOLI



 

Perché una donna….?

La legge 40 è salda. Basta propaganda”.
 
Così dichiarava all’Avvenire, il 3 aprile 2009, Eugenia Maria Roccella.
 
Per chi avesse qualche problema di memoria, la Roccella è stata Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute con il III Governo Berlusconi e così dichiarava all’indomani della sentenza della Consulta che sanciva i primi principi di incostituzionalità per una delle più brutte leggi che la destra abbia mai…partorito.
 
Quella legge, finalmente distrutta anche dalla Corte Europea dei Diritti, ha già fatto però migliaia di vittime: tutte donne, costrette a subire fisicamente il dolore di scelte ideologiche imposte da legislatori e governanti come la Roccella.
 
Una delle leggi più brutte ed allo stesso tempo esemplari di un ventennio di berlusconismo, di destre illiberali e misogine (il Pdl), di destre reazionarie ed integraliste (l’UDC), di destre tecnocratiche e asettiche (Monti).
 
Mi interrogo da tempo sul perché una donna dovrebbe scegliere di continuare a votare per queste destre.
 
Destre che hanno riportato indietro di quarant’anni la condizione materiale delle donne e che hanno lavorato alacremente per espiantarne fino all’ultimo embrione di libertà, di autodeterminazione.
 
La verità è che il Paese che la destra riconsegna dopo questo interminabile periodo di governo è sicuramente peggiore per tutti, innegabilmente “più” peggiore per le donne.
 
La distruzione del nostro sistema di welfare, il definanziamento del servizio sanitario nazionale, la minore capacità di erogare prestazioni di assistenza per non autosufficienti e anziani hanno parlato di noi e a noi, delle nostre giornate frenetiche passate fra un lavoro certificato (quello per il quale, forse, abbiamo un contratto regolare, pur con dimissioni in bianco già firmate all’atto dell’assunzione) e quello familiare, di cura, di presa in carico dei nostri anziani, dei nostri genitori.
 
Lo smantellamento della scuola pubblica, la distruzione di una idea “sociale” e collettiva delle scuole primarie parla di noi, delle difficoltà di accesso a nidi comunali o al tempo pieno per i nostri figli, dei salti, spesso “mortali”, che siamo costrette a fare per conciliare l’inconciliabile.
 
Le restrizioni per l’utilizzo di forme di lavoro positivamente flessibili come il part-time, dicono di noi, raccontano di drammi e vicende familiari, di donne sempre più piegate, incurvate sotto i colpi di un sistema che vuole espellerle dal mondo del lavoro.
 
La scomparsa progressiva di funzioni pubbliche a sostegno della libertà delle donne, quali ad esempio i consultori o i centri antiviolenza, narra di un isolamento sociale nel quale quelle destre hanno inteso ricacciare le donne, spesso, purtroppo, con la complicità di altre donne.
 
(A proposito, la consigliera Pdl della Regione Lazio, Olimpia Tarzia, ha dichiarato in questi giorni che riproporrà nella prossima consiliatura la sua orrenda proposta di legge sui consultori e sull’interruzione volontaria della gravidanza).
 
Dall’osservatorio non esaustivo, ma sicuramente significativo, del lavoro femminile nella pubblica amministrazione si ricavano dati significativi.
 
Nel 2009 le donne impiegate nella pubblica amministrazione erano 1.823.000 , nel 2011 sono scese a 1.784.000: 40.000 donne in meno nel lavoro pubblico.Nel 2009 le lavoratrici pubbliche in part-time erano 145.000, nel 2011 quel numero è calato di circa settemila unità.
 
Dal 2009 al 2011 l’utilizzo del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni per le donne è cresciuto solo di 400 unità, passando da meno dell’ 0,1% del totale delle lavoratrici a…meno dell’0,1% dello stesso totale (1.272 donne che telelavorano su un totale 1.784.000 !)
 
Su circa 300.000 unità di personale soggetto a turnazioni nella pubblica amministrazione (quelli, cioè, che lavorano anche di pomeriggio e di notte) 180.000 sono lavoratrici, sono donne; mentre su 181.000 unità di personale soggetto a reperibilità, una di quelle condizioni che potrebbe favorire l’auspicata flessibilità nell’impiego femminile, le donne sono solo 70.000.
 
Nei ruoli dirigenziali della pubblica amministrazione la presenza femminile è minoritaria, e di tanto (molto meno del 40% del complessivo) e l’attribuzione di posizioni di responsabilità nell’organizzazione del lavoro investe le donne solo per poco più del 40%.
 
L’unico dato che vede crescere la presenza femminile nella pubblica amministrazione è il ricorso al lavoro precario: più del 60% è donna.
 
Gli interventi normativi che si sono succeduti dal 2008 in avanti, uniti alla sostanziale assenza di politiche attive dei vari ministri competenti (per ultima la Ministra Fornero che, nessuno si è accorto, aveva anche questa delega), ha cancellato di fatto la presenza dei comitati per le pari opportunità e contro il fenomeno del mobbing (in alcune amministrazioni sono ormai più di cinque anni che non si riuniscono, né deliberano).
 
Un quadro, quindi, quello che ci viene riconsegnato, desolante e drammatico, ancor di più se lo si rapporta al resto d’Europa.Ma quella domanda sul perché una donna dovrebbe continuare a votare per queste destre ha, per me, anche e soprattutto un altro significato.
 
Quella luccicante giostra di Zampanò, dalla quale “il nano ci guarda felice e non sa quel che dice”, quel substrato culturale fatto di battute offensive, di considerazioni volgari sul corpo delle donne, di utilizzatori finali e di ragazze diventate nipoti grazie ad un voto parlamentare, racconta meglio e più di ogni altro numero quanta arretratezza valoriale è stata scaricata su tutte noi, quanta libertà ci è stata sottratta.
 
Libere di decidere del nostro corpo, libere di lavorare, libere economicamente, libere ed organizzate; questi erano gli orizzonti di libertà e di non violenza di un movimento femminista, di un pensiero positivo che, pur con tutte le sue contraddizioni aveva costretto il paese a volgere lo sguardo verso direzioni diverse, ambiziose per quanto semplicemente civili.
 
Oggi quel paese, abbagliato dalle luci di quella giostra, confuso dalla sua musica a tutto volume, obnubilato dal frenetico e ripetitivo movimento dei suoi elementi e dal richiamo urlato del suo nano, ha voltato nuovamente la testa all’indietro. Perché una donna dovrebbe continuare a votare per queste destre?
 
Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL

13 febbraio 2013

 

FERITE A MORTE: Rossana Dettori firma la petizione per gli Stati Generali

 

 
ROSSANA DETTORI, segretaria generale Fp Cgil firma la petizione – “ferite a morte” ….

….perchè la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti e non bastano più semplici sentimenti di indignazione o di preoccupazione: il femminicidio, nelle drammatiche proporzioni tutte italiane, è e deve essere considerata una strage e come tale  necessita di una reazione forte, precisa ed inequivocabile di tutte le Istituzioni democratiche del Paese e dell’intero sistema dei servizi. E’ una questione di sicurezza nazionale, ma anche un grandissimo problema sociale, oltre che culturale, e può essere affrontato e risolto solo attraverso l’offerta di una molteplicità di interventi. Il lavoro pubblico, il sistema dei servizi alle persone vanno immediatamente messe a disposizione. Per ciò che riguarda l’organizzazione che rappresento non c’è solo pieno ed incondizionato sostegno a qualunque intervento mirato sul tema, ma anche la precisa determinazione a fare in modo che gli Stati Generali vengano convocati il più presto possibile. 
 
link al Sito: http://www.feriteamorte.it/
 

 

FERITE A MORTE: Rossana Dettori firma la petizione per gli Stati Generali

'Le donne cambiano…': il 4 Luglio a Roma Assemblea Nazionale delle donne CGIL

Le donne della CGIL si preparano ad un nuovo importante appuntamento. Il 4 luglio presso l’Auditorium Parco della Musica, in viale Pietro De Coubertin, a Roma, circa 600 tra delegate e dirigenti della CGIL si incontreranno per l’Assemblea Nazionale dal titolo ‘Le donne cambiano…’ »
 
Un’iniziativa che rientra nel percorso di riflessione, analisi e cambiamento avviato dalle donne del più grande sindacato italiano sui temi della contrattazione, del welfare e dell’Europa e che ha visto le sue principali tappe nell’Assemblea nazionale del 5 e 6 giugno 2012 e nei seminari del 12, 13 e 14 dicembre.
Con la prossima assemblea nazionale, le delegate e le dirigenti della CGIL cercheranno di portare a sintesi il lavoro svolto nell’arco dell’anno per costruire proposte che guardino innanzitutto alle donne. Sarà il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica ad aprire la giornata di lavori, a seguire gli interventi delle donne della CGIL.

Concluderà il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso.

Emilia Romagna: Convenzione con aziende pubbliche di trasporto – Nota al Direttore Regionale.

12.03.2014 – Emilia Romagna: Convenzione con aziende pubbliche di trasporto – Nota al Direttore Regionale.

 

 

Monte ore straordinario 2014: Convocazione 21 marzo.

Bacini di utenza delle Commissioni Mediche Interforze di 2^ istanza – G.U. Serie Generale n. 29 del 5.2.2014.

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