Roma, 22 febbraio 2017
Informativa sull’iter e sui contenuti del disegno di Legge Gelli (D.d.L. n. 259-262-1312-1324-1581-1769-1902-2155-B “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona
assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le
professioni sanitarie”)
Con la presente,
proviamo a fare la sintesi ed un primo commento alle disposizioni del disegno
di Legge richiamato in oggetto che è all’esame
dell’assemblea della Camera dei Deputati e che, da notizie attendibili, ha
imboccato una corsia preferenziale per la conversione in Legge.
I primi
tre articoli si occupano del sistema di gestione del rischio in sanità.
L’art. 1
del disegno di Legge introduce il concetto di sicurezza delle cure e lo collega al Diritto alla Salute ed alla gestione
del rischio sanitario.
Dispone
che tutto il personale delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e
private, compresi i liberi professionisti convenzionati con il SSN, deve
concorrere alla attività di prevenzione del rischio sanitario.
Il
secondo articolo introduce la possibilità che il Difensore Civico diventi anche il Garante del Diritto alla Salute;
l’attuazione di questa eventualità è delegata a Regioni e Province Autonome,
che provvederanno a disciplinarne le modalità.
Oltre a
quanto sopra, istituisce, in ogni Regione e Provincia Autonoma, il Centro per la gestione del rischio
sanitario e la sicurezza del paziente che raccoglie i dati sugli eventi
avversi e li trasmette all’Osservatorio Nazionale.
Introduce
poi l’obbligo di predisposizione e pubblicazione sul sito internet aziendale
della relazione annuale consuntiva sugli eventi avversi.
L’art. 3
introduce e regolamenta l’Osservatorio
nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza in sanità, presso l’AGENAS.
L’Osservatorio
raccoglierà i dati sugli eventi avversi, predisporrà le linee di indirizzo,
individuerà misure per la prevenzione e gestione del rischio, individuerà le
necessità di formazione e aggiornamento del personale, relazionerà alle Camere
in merito alla sua attività e si avvarrà del SIMES (sistema informativo per il
monitoraggio degli errori in sanità).
L’art. 4
introduce l’obbligo di trasparenza delle
prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private.
Introduce, soprattutto,
per i pazienti (ed i parenti o altri aventi diritto) un reale ed esigibile
diritto di accesso alla documentazione sanitaria; questa era una delle
richieste di modifica che avevamo presentato in sede di audizione al Senato.
I
famigliari e gli altri aventi diritto, avranno anche la possibilità di
richiedere l’autopsia del paziente deceduto, con la presenza di un medico di
fiducia.
Oltre a
quanto sopra, le strutture pubbliche e private saranno obbligate a pubblicare
sul loro sito internet i dati dei risarcimenti erogati nell’ultimo quinquennio.
Nel
quinto articolo si introduce l’obbligo,
per i professionisti sanitari, di
attenersi alle linee guida, elaborate in modo omogeneo, uniforme e
riconosciuto, o alle buone pratiche
clinico assistenziali.
In sede
di audizione al Senato, avevamo chiesto di rendere il percorso per la
costruzione e la validazione omogeneo e riconosciuto, sotto la regia delle
istituzioni pubbliche (nella prima formulazione era affidato esclusivamente
alle società scientifiche private); la nostra richiesta è stata accolta ed il
nuovo testo va nella direzione che avevamo indicato.
L’art. 6
introduce una modifica al codice penale
(art. 590 sexies “Responsabilità colposa
per morte o lesioni personali in ambito sanitario”) ed esclude la punibilità,
in caso di imperizia, di quei professionisti sanitari che rispettano le
linee guida o le buone pratiche clinico assistenziali, se applicabili al caso
concreto.
Contemporaneamente,
lo stesso articolo abroga le disposizioni della Legge Balduzzi che escludono la
punibilità per colpa lieve di tutti coloro che si attengono alle linee guida o
alle buone pratiche.
La nuova
formulazione, di fatto, vuole estendere l’esclusione della punibilità penale a
tutti gli eventi colposi (lievi o gravi) ma solo per i casi di imperizia;
resteranno punibili, invece, quelli che configurano negligenza e/o imprudenza.
Nell’articolo
7 si ribadisce e si chiarisce che le
strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, devono rispondere
per le eventuali condotte dolose o colpose di tutti i professionisti sanitari
impiegati a qualunque titolo, comprese le prestazioni di libera professione
intramuraria, le attività di sperimentazione, quelle di ricerca e tutte le
prestazioni in regime di convenzione con il SSN.
Nello stesso
articolo si ribadisce che i professionisti sanitari rispondono del proprio
operato in prima persona, a meno che non abbiano agito in virtù di
un’obbligazione contrattuale (vedasi norme e CCNL); si dispone anche l’obbligo
per il giudice di tenere conto, nella determinazione dell’entità dei
risarcimenti, della fattispecie di esclusione dalla punibilità penale per
eventi colposi prevista dall’articolo precedente.
Per la misura del danno, fissa anche che il
riferimento è dato dalle tabelle contenute negli artt. 138 e 139 del codice
delle assicurazioni private (D.Lgs. 209/2005).
L’art. 8
introduce il tentativo obbligatorio di
conciliazione, con la consulenza tecnica preventiva ai fini della
composizione della lite, fatta salva la possibilità di intraprendere, in
alternativa, il procedimento di mediazione.
La
partecipazione a questi procedimenti stragiudiziali è obbligatoria per tutte le
parti in causa (professionisti, aziende e assicurazioni); se questi
procedimenti non hanno successo, si avvia l’azione legale.
L’art. 9
tratta della rivalsa e della
responsabilità amministrativa, ribadendo quanto già previsto dalla Legge e
dai CCNL: la rivalsa è possibile solo in caso di dolo o colpa grave.
Introduce
il limite temporale di un anno dall’avvenuto pagamento per esercitare il
diritto di rivalsa, se il professionista non è stato parte nel giudizio o nella
procedura stragiudiziale; in questo caso, la rivalsa diventa un procedimento
distinto ed autonomo (l’eventuale transazione non è opponibile al
professionista nel giudizio della rivalsa).
Viene
fissato un limite all’azione di rivalsa
ed alla condanna per responsabilità amministrativa che non può superare il
triplo della retribuzione lorda annua del professionista sanitario operante
a qualunque titolo (sono esclusi solo i liberi professionisti puri) nella
struttura sanitaria o sociosanitaria, pubblica o privata; questo limite vale
anche in caso di surrogazione dell’assicurazione.
Viene
anche introdotta una penalizzazione di
carriera, nei tre anni successivi alla condanna, per i professionisti
sanitari.
In
merito a questo articolo, abbiamo più volte espresso perplessità ed abbiamo
richiesto modifiche perché è divisivo, in quanto tratta solo di professionisti
sanitari, dimenticando che nelle strutture lavorano anche professionisti del
ruolo tecnico (OSS, ecc.), professionale e amministrativo; per questi, i limiti
all’azione di rivalsa non ci sono e potrebbero essere chiamati a risarcire ben
di più rispetto ai loro colleghi.
L’art.
10 è quello che abbiamo più contestato perché introduce un obbligo di assicurazione per professionisti sanitari e aziende:
Tutte le
strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, saranno obbligate ad
essere provviste di polizza assicurativa per la responsabilità civile verso
terzi e per la responsabilità civile verso prestatori d’opera, che copra i
danni cagionati dal personale a qualunque titolo operante.
La norma
prevede anche la dicitura “o di altre analoghe misure” (tipo l’auto
assicurazione scelta oggi da molte aziende pubbliche per non essere costrette a
pagare i premi assicurativi), ma la formulazione del disegno di Legge, di
fatto, la esclude; questo, comporterà un inevitabile nuovo aumento di spesa
sanitaria.
Si
ribadisce l’obbligo di assicurazione per i liberi professionisti puri, già
peraltro previsto da altre norme vigenti.
Si
introduce l’obbligo per tutti i
professionisti sanitari operanti a qualunque titolo nelle strutture
sanitarie o sociosanitarie, pubbliche e private, di stipulare un’adeguata
polizza assicurativa, con oneri a proprio carico; questa è una tassa sul lavoro vera e propria!
Gli
estremi delle assicurazioni delle strutture e dei professionisti, dovranno
essere pubblicati sul sito internet aziendale.
Sarà
emesso, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge, un Decreto che
fisserà le modalità ed i criteri per le funzioni di vigilanza e controllo sulle
compagnie assicurative, che saranno poste in capo all’IVASS.
I requisiti minimi delle nuove polizze saranno
fissate con Decreto interministeriale entro 120 giorni dall’entrata in vigore
della Legge;
nel decreto saranno previste anche le risorse da destinare, da parte delle
strutture sanitarie e sociosanitarie, al fondo rischi.
Un altro
Decreto, anch’esso emesso entro 120 giorni dall’entrata in vigore della Legge,
individuerà i dati delle polizze delle strutture e dei liberi professionisti,
stabilendo le modalità della loro comunicazione all’Osservatorio nazionale di
cui all’art. 3.
L’art.
11 prevede che, comunque, tutte le nuove
polizze dovranno avere una retroattività di 10 anni ed una ultrattività
(garanzia postuma in caso di cessazione, per qualsiasi motivi dell’attività
professionale) di 10 anni, incluso il periodo di retroattività;
l’ultrattività sarà estesa agli eredi e non è assoggettabile a clausole di disdetta.
Quasi mai, le attuali polizze assicurative
prevedono tali tempi di copertura; le disposizioni di questo articolo
potrebbero influire pesantemente sui premi annui delle nuove polizze.
Nell’art.
12, applicabile dall’entrata in vigore della Legge, si prevede l’azione diretta del soggetto danneggiato
sulla compagnia di assicurazione della struttura o del libero
professionista (non sul dipendente, che rimane assoggettato alla sola rivalsa
in caso di dolo o colpa grave).
L’azione
diretta e la possibilità di rivalsa dell’assicurazione verso l’azienda e/o i
liberi professionisti sarà possibile nei limiti delle caratteristiche delle
polizze fissate dal Decreto di cui all’articolo 10.
Nell’articolo,
inoltre, sono definite le dinamiche del giudizio ed il diritto di accesso alla
documentazione della struttura, sono parificati i tempi di prescrizione tra
l’azione diretta e l’azione legale ordinaria verso la struttura e/o il
professionista.
L’art.
13 introduce l’obbligo per
l’azienda e l’assicurazione di comunicare, entro 10 giorni, al professionista
l’avvio del procedimento giudiziario nel quale è coinvolto o l’avvio di
trattative stragiudiziali; se non viene fatto, il professionista è escluso
da azioni di rivalsa o di responsabilità amministrativa.
L’art. 14 istituisce il
Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria e ne
affida la gestione a CONSAP (Concessionaria servizi assicurativi pubblici);
CONSAP ogni anno elaborerà e trasmetterà al Ministero della Salute e al MEF un
rendiconto della gestione del fondo che sarà utile a rideterminare il
contributo annuale dovuto.
Con successivo Decreto,
emesso entro 120 giorni dall’entrata in vigore della Legge, sarà regolamentata
la misura dei contributi (versati dalle compagnie assicurative), le modalità di
versamento ed il funzionamento del Fondo di garanzia; la misura del contributo
annuale, che dovranno versare le assicurazioni al fondo, sarà aggiornata
annualmente con Decreto.
Il Fondo concorrerà al
risarcimento del danno (oltre a quanto già risarcito dalle assicurazioni) e si
farà carico degli oneri per l’istruttoria e per la gestione delle richieste di
risarcimento.
Il fondo avrà il
compito di intervenire quando i danni dovessero eccedere i massimali, quando
l’assicurazione dovesse essere insolvente (fallita o in fallimento), quando la
struttura o il professionista non dovessero essere effettivamente coperti
dall’assicurazione (perché fallita o cancellata dall’albo).
Nel Decreto, previsto dall’articolo 10, che
fisserà i requisiti delle nuove assicurazioni, sarà previsto che i massimali
minimi delle polizze saranno collegati (e, se serve, periodicamente
rideterminati) in relazione all’andamento del fondo.
Tutte le disposizioni
di questo articolo, in merito al Fondo, saranno applicabili dal momento dell’entrata
in vigore della Legge ed il MEF, con propri decreti, potrà apportare
conseguentemente le occorrenti variazioni di bilancio.
L’art. 15 dispone che l’autorità
giudiziaria dovrà affidare la consulenza tecnica a esperti qualificati e ne
definisce i requisiti curricolari, di esperienza ed il compenso.
Nell’art. 16 vengono
modificate la norme vigenti in tema di rischio clinico:
– i verbali e gli atti di
gestione del rischio clinico aziendale non potranno più essere acquisiti o
utilizzati in sede processuale
– nelle attività
aziendali di gestione del rischio clinico, oltre ai medici specialisti in
igiene, saranno aggiunti i medici legali e il personale dipendente con
esperienza almeno triennale
Gli
ultimi due articoli, il 16 ed il 17, dispongono rispettivamente che le norme
della Legge si applicano in tutte le Regioni e Province Autonome e che dovrà
esserci invarianza di oneri a carico della finanza pubblica.
Queste
disposizioni di Legge, molto attese dagli addetti ai lavori anche per
affrontare efficacemente il fenomeno della “medicina difensiva”, riscrivono
completamente le regole in tema di responsabilità professionale nel mondo
sanitario e sociosanitario.
Complessivamente,
le nuove norme delineano un sistema organico fatto di:
– prevenzione
e gestione del rischio sanitario, collegata a formazione specifica in tal senso
– raccolta
dei dati sugli eventi avversi e trasparenza degli stessi
– nuove
linee guida e buone pratiche clinico assistenziali
– diritto
all’accesso dei cittadini ai dati sanitari
– modifica
delle disposizioni inerenti la responsabilità penale dei professionisti
– nuove regole dei processi civili e dei procedimenti
stragiudiziali (che sono resi obbligatori)
– nuovi
meccanismi e fondi specifici a garanzia dei risarcimenti a favore dei soggetti
danneggiati
Pur
superando molte delle attuali criticità, riteniamo che la strada intrapresa sia
molto sbilanciata sull’aspetto assicurativo ed introduca, ancora una volta,
inique penalizzazioni a carico dei lavoratori, quali la polizza per la
responsabilità civile professionale obbligatoria per tutti, dipendenti
compresi.
Questo è
un punto di nostro forte disaccordo, espresso più volte a tutti i livelli.
Per di più, queste
norme riguardano solo una parte, anche se numericamente importante, dei
lavoratori coinvolti.
Ci si
dimentica, infatti, di tutti quegli operatori che partecipano alle attività
sanitarie e sociosanitarie, pubbliche e private, pur non essendo esercenti le
professioni sanitarie; questi continueranno ad essere assoggettati alle norme
previgenti.
Le caratteristiche
delle nuove assicurazioni obbligatorie, che saranno molto diverse da quelle
attuali, saranno note solo dopo l’uscita del Decreto attuativo, per il quale ci
saranno quattro mesi di tempo dal momento dell’entrata in vigore definitiva
della Legge.
Per
contribuire a migliorare il testo, da tempo abbiamo avviato un’interlocuzione
con il relatore e con altri parlamentari, abbiamo preso parte alle audizioni
istituzionali ed abbiamo partecipato e promosso numerose iniziative sindacali e
politiche sul tema.
Per
fornirvi tutti gli elementi, vi alleghiamo un quadro di raffronto tra i testi
licenziati dalle due Camere del Parlamento; il testo licenziato dal Senato è
quello sottoposto oggi all’esame dell’Assemblea della Camera dei deputati per
la sua approvazione.
Proseguiremo
il lavoro per provare a recuperare anche questi ultimi elementi critici e vi
terremo informati.
Gianluca Mezzadri
Responsabile nazionale
professioni sanitarie FP CGIL
Allegato: DdL-GELLI_comparazione-testi-con-note-FPCGIL_22-02-2017.pdf
In data 28.02.2017
si è tenuto il Coordinamento nazionale dell’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli.
Le Regioni presenti erano: Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana,
Lazio, Campania, Puglia, Sicilia
L’incontro
è iniziato con l’introduzione del Segretario Salvatore Chiaramonte che ha
evidenziato alcune criticità emerse all’interno del settore Dogane Monopoli che
sono state riprese nello specifico dal Coordinatore Nazionale.
E’ stato
messo in evidenza il positivo raggiungimento di alcune questioni importanti
quali il superamento definitivo delle 2 Sezioni con il passaggio del personale
dei Monopoli all’interno della Sezione Dogane e lo scorrimento definitivo degli
idonei del passaggio da 2^ a 3^ area delle Dogane.
Infatti
finalmente anche il personale dei Monopoli ha ottenuto la parificazione
dell’Indennità di Amministrazione e con lo scorrimento definitivo delle
graduatorie dal 2012 ad oggi sono stati riqualificati in Terza area oltre 1100
lavoratori di 2^ Area.
E’ stato
inoltre evidenziato il risultato positivo, concretizzatosi nel secondo semestre
del 2017, ottenuto con la firma di molti Accordi riguardanti l’erogazione
anticipata di salario accessorio (2015), la Mobilità nazionale, la
rivisitazione dell’Accordo sulle Commissioni dei Monopoli e la possibilità di
ulteriori passaggi di fascia per il 2016. Con un impegno anche per il 2017. I successivi
interventi dei delegati delle segreterie territoriali, rispetto a quanto
rappresentato nelle relazioni, hanno in particolare evidenziato criticità da
una parte con riguardo al personale dei Monopoli per l’abbattimento di giornate
di ferie e l’assorbimento di un assegno ad personam a seguito del passaggio
alla Sezione Dogane e dall’altra relativamente ai criteri da definire per i
nuovi passaggi anno 2016.
Sull’argomento
riguardante i Monopoli si è convenuto di attendere l’ufficializzazione della
posizione dell’Amministrazione in modo che i lavoratori interessati possano
verificarne le motivazioni anche dal punto di vista giuridico e quindi avere la
possibilità di ricorrere qualora dalle specifiche pubblicate si evidenziasse la
violazione di un diritto.
Per
quanto concerne i criteri dei passaggi 2016, che saranno oggetto di prossima
contrattazione, gli interventi hanno rappresentato esigenze differenziate
rispetto ai requisiti di partecipazione alla procedura (con particolare
riferimento all’anzianità di servizio) basandosi anche sulle diverse
sollecitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori sui territori.
Al
riguardo il Coordinamento ha fatto proprie tutte le osservazioni assumendo
l’impegno, nell’ambito del confronto da avviare quanto prima con l’Amministrazione
e con le altre OO.SS., di definire una soluzione che possa rispondere a tutte
le esigenze rappresentate con particolare riferimento a chi da più tempo non ha mai avuto un
passaggio di fascia.
E’ stata
inoltre ribadita la necessità di un più intenso confronto tra i territori, per
determinare una linea condivisa della FP CGIL Dogane/Monopoli, utilizzando
anche strumenti telematici quali la Videoconferenza in considerazione delle limitate ore di
permesso sindacale a disposizione che dovranno essere sempre più destinate ai
posti di lavoro.
Nell’ambito
della discussione è stata evidenziata anche la problematica relativa al
personale inquadrato ancora nella Prima area dei Monopoli ed al possibile
svuotamento della stessa verso la Seconda Area.
In
proposito è stato ribadito l’ impegno della FP CGIL sul tavolo nazionale
dell’Agenzia che ad oggi ha definitivamente espresso perplessità
sull’operazione in quanto non attuabile con gli istituti contrattuali vigenti
impegnandosi a richiedere ulteriori delucidazioni al Ministero di Funzione
Pubblica.
Come
affermato dal Segretario Salvatore Chiaramonte, rimane comunque primario, forte
e concreto l’impegno a definire la questione dello svuotamento della Prima Area
nell’ambito della trattativa del rinnovo contrattuale.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Agenzie Fiscali Agenzia delle Dogane e Monopoli
Luciano
Boldorini Florindo Iervolino
09.03.207 –
Mensa
di servizio e buoni pasto elettronici
A
seguito della vertenza promossa dalla Fp Cgil VVF attraverso la
dichiarazione dello stato di agitazione in ambito regionale, in barba
ad ogni tipo di regola contrattuale e senza rispettare le corrette
relazioni sindacali, l’Amministrazione ha inteso, unilateralmente,
convocare le riunioni, per le consuete procedure di raffreddamento,
attraverso il sistema della videoconferenza.
La
Fp Cgil non è disponibile ad accettare convocazioni attraverso la
videoconferenza.
L’attività sindacale, a nostro avviso, proprio
per le garantire il confronto tra le parti, non può essere
affrontata attraverso forme telematiche.
La
videoconferenza è uno strumento in fase di sviluppo ma certamente
non può essere strumento di discussione in ambito sindacale.
Nel
merito della questione confermiamo quanto già dichiarato.
La
proposta di sostituire il pasto serale attraverso la squallida
monetizzazione del servizio obbligatorio con il buono pasto si sta
dimostrando inadeguata e improponibile.
I lavoratori stanno dimostrandosi contrari in tutte le regioni
interessate dallo stato di agitazione.
La
consapevolezza è quella che la concessione del buono pasto
elettronico altro non è che la soppressione di un diritto, lo
scarico di una responsabilità (oggi solo dell’Amministrazione) e di
una reale presa in giro, quello che dovrebbe essere un guadagno di
fatto è una remissione.
L’eventuale
soluzione, da qui a qualche anno, potrebbe essere quella di cambiare
l’orario di lavoro ai Vigili del Fuoco, un progetto più volte
sfiorato, sino ad oggi mai realizzato per le posizioni contrarie
delle organizzazioni sindacali ma il rischio, comunque, rimane.
Oggi
si toglie il servizio mensa serale nei distaccamenti, si potrebbe
continuare togliendolo anche nelle sedi centrali e poi, in nome dei
risparmi, a quello di giorno e il gioco sarebbe concluso.
36
milioni di risparmio eliminando la mensa di servizio.
Vi
sembra poco ???
Il allegato il prospetto relativo al piano assunzionale
che ci è stato illustrato nella riunione del 6 marzo
scorso, nonché l’informativa sulle domande di mobilità
volontaria.
FP CGIL NAZIONALE
Claudio
Meloni
09.03.2017 – Pubblichiamo la relazione prodotta dalla delegazione trattante Fp Cgil VVF relativa al tavolo tecnico sulla formazione tenutosi il giorno 7 marzo. Gli argomenti trattati sono stati nuovamente quelli della circolare USAR e dei Cinofili.
08.03.2017 – Nessuna risposta concreta da parte dell’Amministrazione rispetto alle richieste avanzate unitariamente. Cgil Cisl e Uil del Comando di Bari si preparano alla mobilitazione promuovendo una manifestazione per il giorno 15 marzo 2017 dalle 10.00 alle 12.00
Allarme
“Rems come Ospedali Psichiatrici Giudiziari” con Disegno Legge
Giustizia: pericolo superabile se si approva emendamento senatori
http://www.stopopg.it/node/1500
Il testo dell’articolo 12 comma 1 lettera d del D.d.L. 2067 Giustizia (“Modifiche
al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento
delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché
all’ordinamento penitenziario per l’effettività rieducativa della pena”), in
discussione al Senato in queste ore, rischia di riaprire la stagione
degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: disponendo il ricovero nelle
REMS esattamente come se fossero i vecchi OPG, tornando così alla
vecchia normativa sui manicomi giudiziari.Per questo stopOPG sostiene l’emendamento 12.122 correttivo presentato dalla senatrice De Biasi e da senatori componenti delle commissioni Sanità e Giustizia e chiede al Governo che lo faccia proprio.
Link: il testo dell’emendamento 12.122 – De Biasi, Dirindin, Lumia, Bianco, Granaiola, Mattesini, Maturani, Padua, Silvestro, Capacchione, Cirinnà, Filippin, Ginetti, Lo Giudice, Pagliari, Guerra
Il 22 Febbraio
si è riunito il tavolo tecnico per l’armonizzazione degli istituti della Cassa
di Previdenza ed Assistenza ed il Comitato Sussidi. Nel corso della riunione Sono
state avanzate alcune proposte mentre la prossima riunione è prevista per il 6
aprile p.v.
Da parte
nostra, prima della prevista riunione del 6 aprile vorremmo presentare una proposta e predisporre un documento da
inviare ai nostri iscritti per raccogliere suggerimenti, condivisioni e
consentirci di poterlo inviare al tavolo tecnico prima dell’incontro affinché
possa essere discusso e auspicabilmente condiviso anche dalle altre
Organizzazioni Sindacali.
Prima della
riunione è stato confermato dal Presidente del Comitato Sussidi che il settore
Infrastrutture destina un 1 milione di euro alla C.P.A., in attesa di fondi aggiuntivi
che dovranno vedere comunque coinvolti tutte le parti del M.I.T., incluse
alcune Direzioni Generali che ad oggi si
sono chiamate fuori dal finanziamento della C.P.A.
Il Consiglio
della Cassa di Previdenza ed Assistenza si è riunito, invece, il 23 Febbraio con il seguente ordine del
giorno:
1)
Approvazione verbale n. 419
2)
Comunicazioni del Presidente
3) Polizza
Assicurativa
4)
Liquidazione una tantum
5)
Anticipazioni una tantum (spese anno 2015)
6) Assistenza
(pratiche dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015)
La riunione
del Consiglio è iniziata con il punto 3) dell’ordine del giorno vista la
presenza del broker, presenza richiesta per alcuni chiarimenti necessari e
propedeutici alla stesura del bando di gara europeo.
Il
broker ci ha anticipato che il mercato finanziario, in questa fase, non è paragonabile
alle condizioni presenti nel 2004 e vi è
la necessità di controllare e vagliare
le offerte dei partecipanti, prestando la massima attenzione a chi sarà
il gestore, vigilando quindi anche sull’andamento dei fondi assicurati.
Quindi,
appena pronto, il bando di gara europeo sarà portato all’esame del Consiglio
per l’avvio e la conclusione dell’approvazione delle procedure di gara. Conclusi
i chiarimenti da parte del broker, il Presidente è passato al punto 2)
informando il Consiglio che il nuovo Statuto della C.P.A. deve ancora essere
firmato dal Ministro dell’Economia e poi dovrà essere registrato dalla Corte
dei Conti. Al termine dell’informativa sull’iter del nuovo Statuto, il
Presidente ha proposto una pausa di riflessione, da noi condivisa, per quanto riguarda il bando di gara e di
riprendere la discussione nella prossima riunione del Consiglio vista la
delicatezza dell’argomento. Nel frattempo i consiglieri sono stati invitati ad
inviare eventuali suggerimenti prima del prossimo Consiglio.
Ci ha
comunicato inoltre che il collegio dei revisori ha approvato il bilancio di
previsione, mentre è stato inviato all’Ufficio Legislativo e ai Capi
Dipartimento il regolamento per l’incentivo alla progettazione all’interno del
quale è stato inserito un meccanismo per l’alimentazione della cassa stessa. A
breve, sarà avviato il confronto con le
Organizzazioni Sindacali. I
lavori del Consiglio sono proseguiti con l’approvazione del verbale n. 419, con
l’approvazione dell’anticipazione una tantum a maggioranza (2 astensioni poiché
tra i beneficiari vi sono due consiglieri presenti alla seduta) e
l’approvazione dell’Assistenza 2015 liquidando il 33% per il titolare ed il 23%
per il coniuge.
Probabilmente
i prime sei-nove mesi del 2016 con le stesse percentuali potrebbero essere
liquidati verso il periodo estivo, fondi permettendo.
E’
stato liquidato 1 sussidio funerario 2015 non inserito per una dimenticanza
nello scorso consiglio. I
lavori sono proceduti e conclusi con l’esame dei casi particolari di importo
inferiore e/o superiore ai 3.000 euro.
3 Marzo 2017
Deborah
Pompili
Giuseppe
Sisca
AGENZIA DELLE ENTRATE
PROGRESSIONI
ECONOMICHE
In attesa del
prossimo incontro del 13 marzo!
A TUTTI I COLLEGHI
NO AL MODELLO DI VALUTAZIONE PROPOSTO DALL’AGENZIA!
Referendum TRA I LAVORATORI!
RISCHIO FALLIMENTO TRATTATIVE PER PERDURANTE CHIUSURA DELL’AGENZIA CHE POTRA’ DETERMINARE IL BLOCCO DELLE ATTIVITA’ ISTITUZIONALI!
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(6 marzo 2017) Si è svolta venerdì 3 marzo a Bruxelles la 47a riunione del Comitato permanente delle amministrazioni centrali (NEA) dell’Epsu.
Dopo la rituale adozione del verbale della scorsa riunione siamo passati agli argomenti all’ordine del giorno.
Aggiornamenti: il segretariato dell’Epsu ci ha aggiornato sullo stato delle consultazioni della Commissione sul Pilastro UE sui Diritti sociali, ha detto che sono stati ricevuti dalla Commissione molti feedback e che stanno continuando ad arrivare. Seguirà un documento ufficiale.Sarà a breve lanciata una campagna della CES sull’aumento delle retribuzioni; molti lavoratori dei paesi europei a causa della crisi, tra cui il nostro che ha la contrattazione bloccata da quasi 9 anni, hanno subito perdite salariali e dunque la campagna ha la finalità di dare visibilità alla problematica con particolare attenzione ai salari più bassi ed alle disparità di genere. Il Comitato è invitato a discutere come dare buona visibilità alla campagna con riferimento alla situazione salariale nelle Amministrazioni centrali. Sulla questione della Turchia si continuano a registrare attacchi alle libertà personali dei dipendenti pubblici e dei sindacalisti; si costituirà un fondo dell’EPSU per i dipendenti pubblici colpiti dalle ritorsioni anche per dar loro la giusta assistenza legale; verrà inoltre pianificata una missione in Turchia e si terrà una riunione dell’ILO ad Ankara.
Entro il prossimo ottobre andranno formalizzate le candidature per la vicepresidenza del NEA poiché uno degli attuali vicepresidenti, Stelios Stiakkaros, (Francia, CFDT Interco) andrà in pensione.
Sulla questione dell’Accordo sul diritto alla informazione ed alla consultazione per i lavoratori delle Amministrazioni centrali si registrano senza dubbi dei ritardi da parte della Commissione: il prossimo step è la fase della valutazione della fattibilità, ma certamente ci vuole anche una decisione politica per accelerare la trasposizione in direttiva. Insieme ai datori di lavoro Tuned ha scritto a Juncker per chiedere un incontro per discutere dell’accordo. Si raccomanda a tutti i membri di completare i questionari sulla rappresentatività, visto che in molti non hanno ancora risposto. La Commissione sembrerebbe intenzionata a cercare la unanimità anche se sarebbe sufficiente la maggioranza qualificata.
Si è poi passati a discutere della conferenza conclusiva del seminario sui rischi piscosociali a lavoro che si terrà a Berlino i prossimi 14 e 15 marzo; si è analizzata la bozza di linee guida redatta da Lionel Fulton il cui contenuto è risultato essere condiviso dalla maggioranza. Il punto 6, equilibrio vita/lavoro, è stato riportato quanto illustrato dai datori di lavoro italiani nella riunione dello scorso 23 febbraio; la proposta di progetto, di cui erano all’oscuro anche gli altri datori di lavoro, era maggiormente focalizzata sullo smart working includendo l’equilibrio vita/lavoro come come una conseguenza dell’applicazione di questo modello di organizzazione del lavoro. E’ stato richiesto ai datori di lavoro italiani di presentare un progetto dettagliato (visto che si trattava di una scarna presentazione) per il prossimo 31 marzo. Sulla questione si è anche richiamata l’attenzione sulla convenzione dell’OIL sullo smart working.Si è inoltre data evidenza alla campagna sulla Tax Justice e sull’importanza di inviare il modello di lettera redatto dall’Epsu ai rispettivi governi richiamando i 3 miglioramenti che dovranno essete fatti alla bozza di direttiva. Inoltre si dovrà firmare la petizione per la protezione legale dei whistleblowers, riportata al seguente link https://whistleblowerprotection.eu/. Dopo il lancio seguirà anche una pubblica consultazione con la finalità di inoltrare proposte di legge.
A breve vi sarà una conferenza stampa con il lancio di una ricerca commissionata da PSI sulla privatizzazione dei servizi ai migranti ed ai richiedenti asilo. Abbiamo poi proceduto, insieme ai compagni di Comisiones Obreras, ad illustrare, nonostante si sia ancora in una fase iniziale, il progetto Euromed che in cooperazione con l’Epsu vuole centrare l’attenzione sulla necessità di servizi pubblici di qualità e personale altamente specializzato che si occupi della accoglienza a tutti i livelli dei migranti o rifugiati.
Abbiamo illustrato a grandi linee il progetto, con un focus sul punto di vista e sulle difficoltà di chi lavora in questi servizi e le due missioni sul posto, a Melilla (2017) e Lampedusa (2018). Abbiamo chiesto il coinvolgimento di tutti i comitati, non solo NEA, ma anche Enti locali e Sanità, nel progetto.
In esito alla riunione ci sono stati degli aggiornamenti sui gruppi di lavoro e sul congresso PSI nonché sui prossimi appuntamenti.
(Nicoletta Grieco)