Comunicato stampa di Federico Bozzanca
Segretario Nazionale Fp-Cgil
“Condividiamo le parole del Presidente dell’Anci Piero Fassino in merito ai rischi dovuti alla mancata copertura dei 2,4 miliardi sottratti alle casse dei Comuni in seguito alla cancellazione della seconda rata dell’Imu. Una scelta politica scellerata, dovuta a equilibri che nulla hanno a che fare con quelli, delicatissimi e al limite del collasso, dei bilanci comunali. Dal 2009 al 2015 Regioni, Province e Comuni, Imu esclusa, hanno subito tagli che cumulati sfiorano i 160 miliardi di euro. È chiaro che a cascata le ricadute peggiori abbiano colpito i lavoratori e i servizi offerti sul territorio. Una mattanza”, con queste parole Federico Bozzanca, Segretario Nazionale Fp-Cgil, commenta le dichiarazioni rilasciate in sede di audizione alla Camera dei Deputati dal Sindaco di Torino.
“Già oggi molte municipalità hanno enormi difficoltà a pagare gli stipendi, tagliano servizi e sono costrette ad aumentare la tassazione locale. É intollerabile – conclude Bozzanca – che sia sempre l’anello più debole della catena, e quello più vicino ai cittadini, a sobbarcarsi il peso della tanto decantata stabilità politica”.
Roma, 20 settembre 2013
Coordinamento Nazionale Giustizia Amministrativa
Le OO.SS. FP–CGIL, CISL–FP e UIL–PA si sono riunite in data odierna 26 settembre, in Assemblea con tutto il personale del T.A.R. Lazio di Roma, per dirimere urgentemente la questione inerente al progetto straordinario per lo smaltimento dell’arretrato di cui all’art. 16 del C.P.A.
Le OO.SS. hanno ripercorso l’iter procedurale seguito dal Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa affinchè venisse emanato il DPCM che ha regolamentato l’approvazione del progetto smaltimento del contenzioso arretrato ed il relativo finanziamento al personale di magistratura e soprattutto l’analisi della procedura che non ha coinvolto dall’origine le rappresentanze sindacali del personale amministrativo, e che quindi non ha permesso ai dipendenti, di veder approvato un pari progetto straordinario da finanziare; infatti è stato previsto uno specifico compenso aggiuntivo al solo personale di magistratura ma non a quello amministrativo.
Viste le tardività dell’avvio delle operazioni necessarie per l’inizio del progetto e le mancate risposte degli organi interpellati, l’Assemblea chiede agli organi di vertice:
– di sospendere con effetto immediato l’esecuzione del progetto straordinario;
– di sollecitare gli organi interpellati (Consiglio di Presidenza, IGOP, Funzione Pubblica e Presidenza del Consiglio dei Ministri) al fine di ottenere una celere risposta in merito al quesito inoltrato in data 06/08/2013 dal Segretario Generale della giustizia amministrativa;
– di avviare ogni possibile azione affinchè le somme previste nel capitolo 1296 per il 2003, qualora non utilizzate per il personale amministrativo nell’anno di riferimento, possano essere impegnate ed utilizzate anche per l’anno 2014 a beneficio del personale amministrativo per il progetto di smaltimento del contenzioso arretrato.
In caso negativo il personale del T.A.R. del Lazio da’ mandato alle OO.SS. di organizzare e gestire ogni forma di protesta e di renderla palese anche agli organi di informazione.
Roma, 26 settembre 2013
CGIL FP CISL FP UIL PA
Giuliana Sgreccia Giosuè Perrella Elisabetta Argiolas
Tiziana Giangiacomo Paola Ristori
A tutte le lavoratrici e lavoratori
Avvocatura dello Stato
Ieri si è svolto il previsto incontro con l’Amministrazione sulle tematiche che la scrivente O.S. aveva sollevato con le note inviate nel luglio u.s. e concernenti il Piano sulla performance 2013-2015, il fascicolo elettronico e l’orario di servizio e di lavoro.
Per quanto riguarda il Piano sulla performance, abbiamo richiesto con forza la sospensione dei termini e di tutta la procedura di cui alla circolare n. 36/2013 e alla comunicazione di servizio n. 74/13, richiamandoci integralmente ai contenuti del nostro documento del 24 luglio scorso (per memoria di tutti, lo alleghiamo nuovamente a questa mail). Abbiamo altresì sottolineato che la FP CGIL ritiene imprescindibile, e pregiudiziale per la sottoscrizione del successivo accordo FUA, una costruzione condivisa del sistema di valutazione ed abbiamo evidenziato che la decisione di avviare, anche se in via sperimentale, un provvedimento che coinvolge tutte le attività dell’amministrazione in periodo feriale e con tempi così ristretti ha comportato che a tutt’oggi l’avvio della stessa non è uniforme per tutte le sedi; del resto, neanche le scadenze previste a carico dell’Amministrazione come propedeutiche per l’avvio dei progetti non sono rispettate, in particolar modo quelle legate all’avvio del fascicolo informatico. Purtroppo, l’Amministrazione ha rifiutato ogni nostra richiesta di modifica motivando che la Funzione Pubblica e/o il Ministero del Tesoro non avrebbero certificato l’accordo FUA 2013 in assenza del piano sulla performance . In ogni caso si è riservata di riconvocare le parti all’esito della prima verifica che il Nucleo di Valutazione interno effettuerà, alla scadenza del 15 ottobre p.v., circa lo stato di avanzamento nella realizzazione degli obiettivi.
E’ evidente che valutiamo molto negativamente la posizione di chiusura dell’Amministrazione, in quanto è facile prevedere che nei prossimi 15 giorni ben poco potrà essere realizzato, se non disagio e difficoltà a carico dei lavoratori, senza vantaggi per nessuno, tantomeno in termini di maggiore efficienza delle prestazioni; di ciò l’Amministrazione dovrà inevitabilmente assumere tutto il carico di responsabilità che ne potrà derivare.
In merito alla progressiva attivazione del fascicolo elettronico abbiamo richiesto l’immediato avvio di processi formativi di tutto il personale dell’area legale, organici e certificati, nonchè un accordo nazionale che a fronte della evidentissima ricaduta sull’organizzazione del lavoro di ogni singola realtà dell’Avvocatura, riesca ad individuare, salvaguardando l’autonomia di ogni singola sede, una “cornice” sulle professionalità coinvolte e su “chi fa cosa”, anche in considerazione che nella prima fase ibrida (elettronica e cartacea parallela) il carico di lavoro che ricadrà sui singoli addetti sarà di fatto raddoppiato. In merito l’Amministrazione ci proporrà in tempi brevi una sua proposta.
Sull’orario di servizio e di lavoro, in previsione dell’attivazione del nuovo sistema di rilevazione della presenza e al contratto integrativo dell’ottobre del 2000, abbiamo richiesto l’avvio della trattativa che porti ad un accordo quadro nazionale in materia. L’Amministrazione, sottolineando che l’orario non è materia di contrattazione e concertazione, si è riservata di presentare alle OO.SS. una informativa in merito.
Dal canto nostro, contestiamo con forza tale posizione, in perfetta linea con la “legge Brunetta”, in quanto riteniamo che in materia di orario di servizio sia fondamentale, per l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa, un accordo condiviso.
Roma 27.09.2013
Il coordinatore Nazionale Fp-Cgil
Avvocatura dello Stato
Claudio Coltorti
Lo scorso 21 agosto il DAP ha trasmesso alle OO.SS., quale informativa e per le opportune eventuali osservazioni, la nuova bozza di DM riguardante il conferimento degli incarichi superiori ai dirigenti penitenziari.
Ancora una volta non si comprende l’urgenza di tale provvedimento quando altre e peculiari sono le problematiche che interessano la categoria e che richiedono risposte non ulteriormente procrastinabili come :
1. la urgente necessità di definire l’aspetto contrattuale dei dirigenti penitenziari che da ben otto anni dall’istituzione della carriera dirigenziale penitenziaria sono ancora in attesa del primo contratto di lavoro, strumento necessario per definire e regolamentare il rapporto di lavoro in tutti i suoi aspetti giuridici ed economici;
2. la elaborazione dei decreti di inquadramento per la ricostruzione della carriera come previsto dall’art.28 del D.Lgs. 63/2006 (ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria);
3. lo stato preagonico cui è lasciata complessivamente la categoria, demotivata e delusa dalle sorti cui è abbandonata, e le articolazioni periferiche penitenziarie dove si riscontrano Istituti penitenziari ed UEPE anche di un certo rilievo, privi di dirigenti titolari, cui conseguono incarichi di reggenza della durata indefinita;
4. il mancato impegno ad incrementare e migliorare il settore dell’Esecuzione Penale Esterna che, contrariamente agli orientamenti normativo – politici in corso ( sono in servizio 32 dirigenti di EPE a fronte dei previsti 55 , circa 1000 assistenti sociali con una carenza di 588 unità) subisce l’ “impegno” mirato a definirne l’estinzione.
Un quadro davvero desolante nel quale risulta bizzarro se non provocatorio il comportamento dell’amministrazione nel proporre alle OOSS la bozza del DM riguardante il conferimento degli incarichi superiori, esplicitando, in tal modo, nei confronti della dirigenza la politica ispirata sostanzialmente ad una cultura formalistico-burocratica che intendiamo contestare con vigore. Il decreto appare l’ennesimo tentativo di spostare l’attenzione dall’operatività degli istituti e degli uepe verso gli interessi di pochi e tra l’altro lontani dalla effettiva realtà operativa.
Ciò premesso, abbiamo ritenuto che proprio i contenuti dell’ ultima versione del DM, possano rappresentare un primo spunto per riavviare tra i dirigenti penitenziari un proficuo confronto dialettico finalizzato alla condivisione di quegli aspetti importanti e necessari per il futuro del loro ruolo professionale e del sistema istituzionale cui afferiscono.
Pertanto quanto di seguito riportato sono solo alcune riflessioni che intendiamo proporvi auspicando, ad integrazione, osservazioni e contributi che potranno facilitare il confronto al vostro interno e con i vertici dell’amministrazione ai quali abbiamo chiesto, sulla questione, un incontro (vedi nota allegata).
a) categoria di titoli
Non è chiaro il motivo per cui i titoli da valutarsi debbano essere circoscritti al periodo successivo al d.to leg.vo 63/2006. Fermo restando che il nuovo assetto conferito alla dirigenza penitenziaria fin dal 2005, non ha inventato ex novo la funzione di direttore di istituto o di servizio sociale (ora UEPE). La limitazione temporale che viene proposta finirebbe per svantaggiare proprio le professionalità di maggiore esperienza. In altri casi ( v. concorsi banditi post d.to lg.vo 146, anche se non espletati) la valutazione dei titoli spaziava per tutto il percorso della carriera, proprio perché mirava a riconoscere il valore della maggiore conoscenza.
b) incarichi espletati
Nella valutazione delle funzioni svolte emerge una evidente grave equiparazione fra incarichi operativi e quelli amministrativi, o se si preferisce, di ufficio. La questione, riteniamo, vada assolutamente presa in esame al di là di ogni considerazione “populistica” circa la tipicizzazione del dirigente penitenziario come responsabile ( abilis respondere), con tutto ciò che ne consegue, delle strutture ove si realizza materialmente l’esecuzione penale.I Dirigenti degli istituti penitenziari e degli UEPE operanti nelle strutture periferiche, rispetto ai colleghi che operano negli uffici dipartimentali o dei provveditorati, per gli oneri , le incombenze e per le responsabilità professionali ed istituzionali legati alla loro funzione specifica, risultano maggiormente esposti ad eventuali azioni giudiziarie di carattere civile (specie del lavoro), amministrativo, contabile, penale.
Ed inoltre, basti pensare alla gestione delle relazioni sindacali, in specie della Contrattazione periferica, o alle funzioni di Datore di lavoro ex d.to leg.vo 81/2008. Per non dire degli oneri derivanti dalla rappresentanza all’esterno dell’Amministrazione, con i relativi adempimenti per le intese, i protocolli, gli accordi, che con gli enti si vanno a sottoscrivere.
Altro capitolo di problematica equiparazione fra i due livelli di esplicazione della funzione dirigenziale è quello che concerne la relazione con la Magistratura di Sorveglianza nelle delicate controversie ex art. 35, così come rivisitato dalla sentenza della Corte Costituzionale del febbraio 1999, e quindi la costante interlocuzione con l’Avvocatura erariale a tutela degli interessi dell’Amministrazione.
Cosa dire poi della perenne e non remunerata reperibilità dei direttori degli istituti, o delle molteplici e contemporanee reggenze cui sono costretti perché siano effettuati decenti turni di ferie?
Ciò detto, è evidente che occorre distinguere la valutazione di chi cura l’organizzazione e la gestione degli Istituti e degli Uepe, dotati di una loro autonomia, da cui consegue anche la chiamata di responsabilità, da chi invece non si trova in tali condizioni.
Una equiparazione fra queste diverse posizioni si sostanzierebbe in una evidente sperequazione, ponendo su un medesimo piano situazioni non solo sostanzialmente, ma anche giuridicamente molto diverse, ed esporrebbe la stessa Amministrazione a ritorsioni anche di carattere giudiziario.
Inoltre se è vero com’è vero che oltre 40 sedi di istituti penitenziari e 21 di UEPE (territoriali e presso i PRAP), tra cui alcune di rilevanti dimensioni, sono prive di titolare, in attesa che si materializzi il primo Contratto di lavoro che, sostituendo definitivamente i vari DM finalizzati a regolamentare di volta in volta materie contrattuali, disciplina con regole certe e con trasparenza la mobilità dei dirigenti e l’attribuzione di incarico presso le sedi vacanti, riteniamo che l’amministrazione debba, nell’ottica della ottimizzazione della gestione delle risorse umane, ipotizzare e concordare con le parti sociali possibili incentivi che incoraggino certe scelte, perché no, anche dal centro alle articolazioni periferiche.
E’ senza dubbio apprezzabile il principio di assegnare una valutazione, che va condivisa e concordata, agli incarichi di reggenza, distinta in ragione del livello dell’istituto retto.
Tutto ciò premesso, riteniamo pertanto, necessario quanto opportuno rivisitare la tabella riguardante il punteggio per la valutazione.
c) responsabilità assunte
E’ una voce che deve essere specificata. Non è opportuno lasciare alla Commissione di valutazione la individuazione degli incarichi aggiuntivi a quelli propri inerenti la funzione principale. Senza dubbio da tali responsabilità vanno escluse le funzioni attribuite discrezionalmente dall’Amministrazione, soprattutto da quando, a seguito delle note ristrettezze finanziarie, gli incarichi nelle varie commissioni sono stati attribuiti pressappoco esclusivamente a Dirigenti in servizio presso la sede centrale del DAP.
Tutto ciò premesso, riteniamo necessario, quanto opportuno, rivisitare la tabella riguardante il punteggio per la valutazione.
La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica
27.09.2013 – Circolare Posta Certificata
27.09.2013 – Disposizioni su certificati e dichiarazioni sostitutive.
27.09.2013 – Nota unitaria sulla grave situazione igienico sanitaria delle sedi VV.F di Palermo
20.09.2013 – Di seguito, in allegato, pubblichiamo l’informativa ricevuta dall’Amministrazione sul corso CS 2009 che segue le indicazioni fornite al territorio dalla DCF, precedentemente pubblicate.
Prof. Enrico Giovannini
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Signor Ministro,
ci rivolgiamo a Lei unitariamente per manifestare la nostra preoccupazione riguardo alla bozza di “Regolamento di organizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali” che ci è stata consegnata in occasione della riunione tecnica del 17 settembre scorso e sulla quale abbiamo già avanzato la richiesta di un incontro di merito.
La nostra preoccupazione riguarda in particolare due problemi sollevati dalla bozza di regolamento, che contribuiscono ad accentuare lo squilibrio dell’organizzazione del Ministero tra centro e periferia. Proprio nel momento in cui si acuisce il bisogno di una rete territoriale di uffici in grado di coordinarsi ed integrarsi con i servizi degli altri ministeri e agenzie – tanto in un’ottica di riorganizzazione, quanto in una prospettiva di razionalizzazione della spesa pubblica – il provvedimento proposto tende a rafforzare le funzioni centrali e ad indebolire quelle locali.
In primo luogo si apre quindi un problema istituzionale che solleva forti perplessità rispetto al declassamento delle 11 Direzioni territoriali del lavoro trasformate in uffici non dirigenziali (“presidi”). In tutte queste aree, la nuova configurazione farebbe infatti venire a mancare un’indispensabile interfaccia, dotata di funzioni gestionali e operative, con le comunità locali e i sistemi delle imprese. In una fase complessa come quella attuale, occorre invece rafforzare il ruolo del Ministero del lavoro laddove (gli ambiti territoriali) più forti sono i bisogni di sostegno al mercato del lavoro, di funzioni ispettive e di controllo, di competenze sociali da sviluppare.
In secondo luogo, fermo restando la necessità di assicurare comunque la prossimità di relazioni istituzionali-sociali in ambito regionale, la prefigurazione di livelli di governo ultraregionali sul territorio – richiede la possibilità concreta di esercitare un ruolo effettivo di coordinamento e gestione in ambiti territoriali debitamente proporzionati alla funzione, in termini di competenze, professionalità, risorse umane e strumentali.
Si rileva dunque un problema organizzativo la cui soluzione necessita di un riequilibrio nella dislocazione delle posizioni dirigenziali di prima e di seconda fascia, oltre che di un ridisegno degli aggregati funzionali sottesi all’ipotesi di riorganizzazione.
Su queste basi, Le chiediamo un incontro urgente per aprire il confronto sulla bozza di regolamento e sulle possibili modifiche al fine di rafforzare ulteriormente la presenza dello stato sul territorio, le sinergie fra reti di amministrazioni e le politiche legate al lavoro, allo sviluppo e alla crescita.
Distinti saluti,
Salvatore Chiaramonte Giovanni Faverin Benedetto Attili
(Fp-Cgil) (Cisl-Fp) (Uil-Pa)
Roma, 20 settembre 2013
27.09.2013 – Nota al Comandante Provinciale
CONTINUA L’ATTACCO
NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI DELL’INPS
Non c’è stato neppure il tempo di registrare la notizia secondo la quale si sarebbero determinate, a seguito dell’approvazione della 2^ nota di variazione al bilancio, le condizioni per scongiurare il rischio di un taglio al salario accessorio, che un nuovo pesante attacco è stato sferrato nei confronti di tutti i lavoratori dell’Inps.
La Ragioneria Generale dello Stato ha infatti espresso parere negativo in ordine alle misure di riduzione della spesa individuate dall’Istituto con la citata 2^ nota.
Ciò potrebbe comportare un taglio delle risorse destinabili, per effetto dell’art. 18 della legge n. 88/89, al finanziamento dei “progetti speciali”. Taglio che ammonterebbe ad oltre la metà delle risorse rivolte ad incentivare la produttività. Da parte sua, l’Amministrazione dell’INPS ha già evidenziato che, ove l’incertezza rispetto alla piena disponibilità delle risorse dovesse permanere, sospenderà immediatamente l’erogazione degli incentivi.
Evidentemente, non si è ancora compreso che, solo mettendo al centro e valorizzando le professionalità dei lavoratori e la qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, sarà possibile rilanciare lo sviluppo socio-economico del Paese.
Evidentemente non è bastato ai vari Esecutivi intervenire, a più riprese, per legge, affinché l’Inps riducesse in modo consistente il proprio personale; non è bastato procedere all’accorpamento degli Enti previdenziali, con il conseguente caos che si è scatenato sui servizi e sui lavoratori che li devono erogare; non è bastato prevedere circa 2500 pensionamenti per riassorbire il soprannumero da spending.
Si continua ad utilizzare l’INPS come un bancomat, sempre a disposizione per le casse del Governo.
Infatti, la legge di stabilità 2013 ha completato l’opera, imponendo al nuovo Inps di conseguire, a partire dall’anno in corso, ulteriori 240 milioni di economie.
E niente è più facile che reperire queste risorse tagliando i fondi destinati alla contrattazione integrativa.
E’ stato vano insistere per una maggiore condivisione delle scelte da fare e delle voci di bilancio da tagliare al fine di realizzare veri risparmi strutturali senza intaccare il salario dei lavoratori.
E’ stato vano ogni tentativo di suggerire che il taglio fosse realizzato, ad es., attraverso la riduzione delle consulenze e una più oculata gestione del patrimonio.
Questo scempio va fermato!
Il taglio generalizzato delle risorse economiche non soltanto produrrebbe inaccettabili penalizzazioni retributive, nonostante gli obiettivi produttivi annuali siano stati pressoché raggiunti e siano già trascorsi quattro anni di blocco dei rinnovi contrattuali, ma determinerebbe anche inevitabili ripercussioni sul livello dei servizi erogati.
Tutto ciò quando, nel Paese, è invece forte il bisogno di stato sociale.
I lavoratori dell’Inps non permetteranno questo scempio e spiegheranno a cittadini e imprese, lavoratori e pensionati come si stia tentando di mettere in ginocchio il sistema pubblico di sicurezza sociale del Paese.
Stante la gravità della situazione, le scriventi OO.SS., nel ribadire l’esigenza che venga evitato qualsiasi tipo di intervento penalizzante per i lavoratori, chiedono un urgentissimo incontro ai vertici INPS e proclamano, come prima iniziativa di mobilitazione, lo stato di agitazione di tutti i lavoratori e di tutte le lavoratrici dell’ Inps.
Le Federazioni si attiveranno per adottare ulteriori forme di lotta a sostegno della vertenza.
FP CGILS. Chiaramonte
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CISL FPA. Nardella
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UIL PAE.M. Ponti
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FIALP CISAL D. Velardi
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Roma, 26 settembre 2013
Segreterie Regionali Marche Agenzia Entrate
COMUNICATO AL PERSONALE
Chiusura uffici Territoriali della Regione Marche
Le scriventi OO.SS.
ritengono di non poter condividere la presa di posizione formale dell’Amministrazione relativamente alla chiusura dei tre Uffici Territoriali (Camerino, Recanati, Fabriano) per i seguenti motivi:
– modalità di attuazione della spending rewiew avulsa da qualsiasi valutazione oggettiva del buon andamento della Pubblica Amministrazione e della relazione con il Cittadino;
– tempistica non compatibile con la realizzazione di percorsi a tutela del servizio sul territorio e dei dipendenti interessati;
– violazione dell’accordo nazionale del 30 luglio 2013.
Per questi motivi abbiamo chiesto una sospensione del provvedimento che consenta una procedura di attuazione della spending rewiew e della conseguente riorganizzazione dell’Agenzia Fiscale nella regione più partecipata, considerando oltre che l’esigenze del territorio le preoccupanti ricadute sul personale.
Delusi e sconcertati dal comportamento di una PA non più attenta alla valorizzazione e tutela delle proprie risorse, ma impegnata da una esclusiva e superficiale valutazione.
In assenza di riscontro da parte dell’Amministrazione da questo momento sono state interrotte le relazioni sindacali e dichiarato lo stato di agitazione del personale di tutta la regione con richiesta contestuale di art.10 CCNI presso la Direzione Centrale.
p. FP–CGIL p. CISL–FP p. UIL–PA p. FLP p. Salfi-Confsal
M.Micucci F.Lodolini A. Torregrossa V.Patricelli M.A.Larese Gortigo