Lettera unitaria di FP CGIL,CISL FP e UIL PA al Ministro Giovannini sulla riorganizzazione del Ministero

 

 
 

news

Nota al vice Capo Vicario DAP sui permessi sindacali su convocazione.

news

Scandalo scorte: aveva ragione la FP CGIL!

Assunzione 1000 unità Vigili del Fuoco – Decreto Ministeriale

18.09.2013 – Assunzione 1000 unità Vigili del Fuoco – Decreto Ministeriale

 

 

news

Interpello Nazionale anno 2012 – Istanze di revoca del trasferimento ottenuto a seguito delle procedure di mobilità ordinaria.

Un altro obiettivo centrato dalla FP CGIL a vantaggio del personale di Polizia Penitenziaria.

news

Ufficiali del disciolto Corpo AA.CC.- Posti di funzione disponibili.

 
 

Comunicato Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa

 

 

Geografia giudiziaria, oggi la protesta di Cgil Cisl Uil:
“Solo danni dal piano del Governo, serve un vero cambiamento organizzativo”
 

Roma, 20  settembre 2013
 

Volantinaggi e sit-in oggi in tutte le regioni d’Italia, organizzati dalle tre sigle sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa per dare voce al disagio e alla preoccupazione dei lavoratori dei tribunali destinati alla chiusura secondo il piano di revisione della geografia giudiziaria, varato lo scorso 14 settembre. Un piano che, secondo i sindacati, “non rappresenta una vera soluzione ai problemi che affaticano e rallentano il sistema della giustizia, e rischia anzi di peggiorare la situazione”.
 
L’accorpamento degli uffici giudiziari, attaccano Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa, “sta creando problemi enormi in tutte le comunità locali interessate: ovunque si è assistito a disservizi, code fuori dagli uffici, mucchi di faldoni nei corridoi, stanze che mancano per accogliere il personale trasferito, assenza totale di riferimenti per chi si è dovuto rivolgere alla sedi che hanno accorpato quelle soppresse. Tant’è vero che la stessa ministra Cancellieri, grazie anche alle grande mobilitazione dei lavoratori, sta già cercando di correggere il tiro”. 
 
“Il problema del riordino dell’amministrazione giudiziaria va sicuramente affrontato – ribadiscono i sindacati – dal punto di vista normativo, ma prima ancora da quello ordinamentale e organizzativo. E certo non con l’abusata e fallimentare tecnica dei tagli lineari, ma secondo un disegno organico che tenga insieme modernizzazione tecnica e procedurale, riorganizzazione logistica e, soprattutto, valorizzazione delle professionalità del personale”.
In concreto, “puntando a snellire e velocizzare le procedure grazie alla digitalizzazione, elaborare e implementare in tutti gli uffici programmi efficaci per il controllo di gestione, rinforzare gli organici con piani mirati per un reclutamento adeguato, riorganizzare gli uffici mettendo al centro il servizio e individuare nuove funzioni da affidare al personale non togato”.
 
Dopo il grande successo di questa giornata, di cui Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa ringraziano i lavoratori, i sindacati attendono ora di incontrare il ministro Annamaria Cancellieri e i presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, “per scongiurare le prevedibili ricadute dannose dell’attuale piano per i lavoratori della Giustizia, per i cittadini e per le imprese, e aprire il confronto su un percorso di riorganizzazione e di efficientamento a tutto campo che porti miglioramenti duraturi nel funzionamento del sistema Giustizia”.
 
 

 
 

Bari: Nota unitaria sull'assegnazione dei nuovi Capi reparto

20.09.2013 – Nota unitaria sull’assegnazione dei nuovi Capi reparto.

 

 

Avvio Corso di Formazione Capi Squadra 2009

20.09.2013 – Avvio Corso di Formazione Capi Squadra 2009.

 

 

Psichiatra uccisa a Bari: poca sicurezza figlia di tagli e abbandono

 
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici

“La tragedia che si è consumata ieri a Bari è un atto di accusa verso chi continua imperterrito a voler tagliare le risorse al servizio sanitario nazionale proprio in una fase di crisi, quando i cittadini ne hanno più necessità, e si dimostra sordo alle giuste richieste dei medici e degli operatori sanitari”. Con queste parole Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici, commentano l’omicidio della psichiatra Paola Labriola, esprimendo “solidarietà e vicinanza alla famiglia e ai colleghi”.

“I servizi più penalizzati sono quelli in prima linea – aggiungono i due sindacalisti – dai pronto soccorso alle guardie mediche, dalla salute mentale alle dipendenze, dove c’è più necessità di personale e di risorse per ascoltare il disagio dei cittadini e per dare risposte. È evidente la sottovalutazione politica di questo disagio e dei rischi che comporta per medici e operatori”.

“Ancora sgomenti chiediamo alla città, che si ferma per il lutto cittadino, e al Parlamento di non segregare il dramma nella convinzione della sua inevitabilità. ‘Nessuno deve morire del proprio lavoro’ è una regola che o si afferma nei servizi pubblici, qualificando le risposte date alla marginalità, o non si affermerà nel suo complesso. Non pensiamo possa essere risolutiva alcuna risposta securitaria. La vigilanza va senz’altro assicurata, soprattutto nei territori e nei servizi a rischio – concludono Taranto e Cozza – ma le politiche di sicurezza vanno conseguite con il giusto dimensionamento del personale e assicurando ai servizi le risorse necessarie”.
 
Roma, 5 settembre 2013

 

 
 

Coni Servizi: mobilità territoriale coni point resoconto riunione del 17.09.013

 

 
 FP CGIL  –  UIL PA  –  CISAL FIALP
  

In data 17 settembre 2013 nel corso della prevista riunione tra CONI Servizi e OO.SS. sull’Organizzazione Territoriale del CONI la società ha fornito un ampio riepilogo sullo stato dei lavori della fase di avvio dei CONI Point: attualmente delle 16 sedi ex Comitati Provinciali CONI, chiuse a dicembre 2012, sono nuovamente operative 9 sedi CONI Point, altre 5 lo saranno a breve termine e per le restanti 2 sta proseguendo la ricerca di idonei locali. Orientativamente la completa riapertura di tutte le sedi chiuse dovrebbe avvenire entro la fine del prossimo mese di ottobre.
 
Sempre per quella data si dovrebbero concludere le procedure di scelta e nomina dei Segretari Regionali, che avverrà dopo una selezione dei possibili candidati, sulla base delle esperienze lavorative dei dipendenti in servizio presso i Comitati CONI, oltre ad un test orientativo ed un colloquio con i Responsabili delle Direzioni Risorse Umane e Territorio, ovviamente si dovrà tenere conto di eventuali esigenze rappresentate dai Presidenti CONI Regionali interessati.
 
È stata poi evidenziata la scadenza sempre nel prossimo mese di ottobre prevista dal comunicato del 5 settembre 2013 (vedi portale CONI Servizi) per la copertura dei posti vacanti presso alcune sedi del CONI Regionale e CONI Point.
 
Per quanto poi riguarda la mobilità da CONI Servizi ad altre amministrazioni pubbliche, in scadenza con il prossimo 31 dicembre 2013, la società, ferma restando l’esigenza di acquisire chiarimenti amministrativi gestionali della procedura da parte del Ministero dell’Economia e considerato il numero esiguo di richieste pervenute, è disposta tendenzialmente a favorirne il completo esito favorevole entro i termini.
 
Le scriventi organizzazioni hanno manifestato particolare interesse, pertanto, all’avanzamento del piano di riorganizzazione presentato – pur riservandosi le necessarie verifiche al definitivo dispiegarsi dell’intera riforma – a conferma di quanto più volte dalle stesse sostenuto circa l’imprescindibile supporto che le strutture dell’Organizzazione Territoriale forniscono, da sempre, all’intero movimento sportivo.
 
Ulteriore conferma di ciò si trova in recenti articoli di stampa che sottolineano al riguardo “come la (ri)nascita in atto dei CONI Point, para il colpo della soppressione dei Comitati Provinciali del CONI”.
 
In chiusura di riunione è stata condivisa l’esigenza di addivenire nel brevissimo periodo ad una riunione specifica sulla previdenza complementare, nonché ad una riunione con i vertici della CONI Servizi per gli opportuni approfondimenti del nuovo organigramma, presentato il 2 settembre u.s.
 
Seguiranno ulteriori notizie.

Roma, 20 settembre 2013
 

FP CGIL CONI                 UILPA CONI                  CISAL FIALP CONI
C. Arnone      G.Romano-A. Ponci         G. Parisi-F. Tiddi
 

 
 

L'anamnesi in tema di responsabilità Medica. Articolo di Riccardo Bucci Dottore in Diritto

 
Con una recentissima pronuncia, in tema di responsabilità professionale da “contatto” sociale del medico, la Corte di Cassazione, Sez III Civ, con la Sentenza del 12 settembre 2013, n. 20904, riesamina sotto un nuovo profilo la responsabilità del medico.

Con tale decisione, la Corte di Cassazione prende posizione su un tema di fondamentale rilevanza per quanto attiene la professione medica e la responsabilità da “contatto” sociale.

L’attribuire rilievo ad una mancata collaborazione o imprecisione dell’E. nel fornire le indicazioni in sede di anamnesi, oltre che enunciata del tutto genericamente, è parimenti singolare, atteso che, una volta iniziato il rapporto curativo, la ricerca della situazione effettivamente esistente in capo al paziente, almeno per quanto attiene alle evidenze del suo stato psico-fisico, è affidata al sanitario, che deve condurla in modo pieno e senza fidarsi dell’indirizzo che può avergli suggerito la dichiarazione resa in sede di anamnesi dal paziente, integrando un diverso operare una mancanza palese di diligenza, con la conseguenza che deve escludersi che l’incompletezza o reticenza sotto il profilo indicato delle informazioni sulle sue condizioni psico-fisiche, se queste sono accertate dal sanitario e/o dalla struttura attraverso l’esecuzione accurata secondo la lex artis della prestazione iniziale del rapporto curativo, non può essere considerata ragione giustificativa per l’applicazione della limitazione di responsabilità di cui all’art. 2236 c.c”.

La Corte afferma che dal momento in cui il paziente è in cura ed il rapporto contrattuale con la struttura ospedaliera si è instaurato, lo stesso non ha più alcuna responsabilità in merito alle indicazioni che fornisce alla struttura sanitaria in sede di anamnesi.
Nel caso di specie il paziente aveva denunciato un trauma inguinale in sede di anamnesi. Le indagini si svolgevano  di conseguenza e i medici prescrivevano antidolorifici, non potendo immaginare, in base alle dichiarazioni rese in modo non completo dal paziente, che tale trauma avesse anche potuto causare una ferita nel quadricipite femorale con introduzione nel muscolo di una scheggia di 4 cm.

All’acuirsi dei dolori, in sede addominale, veniva nuovamente prescritto un antidolorifico, valutando che i dolori potevano originarsi da un’emorragia da trauma, confermata da 2 tac successive. Solo posteriormente, quando l’aggravarsi della ipotizzata emorragia ha costretto i medici ad un intervento chirurgico per rimuovere il liquido in eccesso, gli stessi si sono resi conto che ciò che appariva dalle tac non fossero sacche ematiche bensì purulente.

Le indicazioni iniziali del paziente hanno portato i medici a indagare in maniera erronea, e la Corte afferma che tale errore consiste proprio nell’aver riposto fiducia in quanto asserito in sede di anamnesi dal paziente, integrando una mancanza palese di diligenza. Si configura quindi, secondo la Corte, la responsabilità civile del medico curante, non potendosi in tal caso invocare la disciplina normativamente più favorevole di cui all’art. 2236 c.c. (responsabilità solo per dolo e colpa grave in caso di prestazione d’opera implicante la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà).

Tale decisione non solo mina quel rapporto fiduciario tra medico e paziente, fondamentale per una pronta e completa gestione della cura, ma rafforza inevitabilmente il fenomeno della c.d. medicina difensiva, costringente per il medico curante e di conseguenza anche per la struttura sanitaria. Infatti non basterà più approntare un programma di cura sulla base delle prime indicazioni fornite dal paziente al suo arrivo nella struttura sanitaria ma sarà necessario aumentare ulteriormente il numero di analisi da effettuare e, in ogni caso, il medico sarà costretto a considerare le prime indicazioni fornite dal paziente quali “non meritevoli di fiducia”.

La diagnosi, fase essenziale per il processo curativo, deve quindi formarsi in base a tutti gli elementi che al solo medico risultino evidenti, “…senza fidarsi dell’indirizzo che può avergli suggerito la dichiarazione resa in sede di anamnesi dal paziente…

E’ palese come tale interpretazione della Corte aggravi ulteriormente la posizione del medico curante. Tale pronuncia alimenta ulteriormente pratiche di “medicina difensiva”, atte a rafforzare e tutelare la posizione giuridica del medico a discapito della rapidità degli interventi e, quindi, spesso la loro efficacia. Rischia la Corte di indebolire le basi su cui poggia il rapporto fiduciario medico-paziente, elemento fondante  la professione sanitaria. L’interpretazione fornita dalla Suprema Corte nella realtà attuale compromette in modo rilevante le possibilità di intervento del nostro sistema sanitario, anche sotto il profilo dei costi, già ampiamente deficitario. L’attuale disciplina giuridica, inoltre, già spesso risulta limitativa della libertà d’azione e di intervento dei medici, forse anche in risposta ad una negativa considerazione generale che si ha sulla stessa professione  e sulla sanità nel nostro paese. Con tale formalismo, teso a tutelare la parte debole del rapporto (il paziente), si rischia, però, di scindere l’elemento professionale da quello umano, quando e dell’umano e della sua cura che tale professione si occupa.
 

Dott. Riccardo Bucci
 Dottore in Diritto

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto