CGIL, CISL e UIL, varato l'accordo sulla rappresentanza

Una mobilitazione unitaria che a partire da sabato 11 maggio, con iniziative sui territori e nelle categorie, culminerà il 22 giugno con una manifestazione nazionale unitaria a Roma. E’ quanto deciso dagli organismi direttivi di CGIL, CISL e UIL che chiedono risposte concrete contro la disoccupazione che dilaga nel Paese. “Investimenti, redistribuzione del reddito, ripresa dei consumi sono le condizioni essenziali per sostenere la ripresa della nostra economia” affermano i sindacati nel documento conclusivo del direttivo unitario, individuando gli interventi necessari “per arrestare la caduta del sistema produttivo e fare ripartire la crescita creando nuove opportunità di lavoro” » FOTO

» Ascolta: Lavoro, equità e contratti, la sfida del sindacato unito. Parla Susanna Camusso

» Il Mattinale 1 maggio segnalazioni dalla stampa e dal web

 

Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe. Il 9 maggio si firma per la Campagna nelle Università di tutta Italia

 
Bari, Roma, Cassino, Bologna, Campobasso, Milano, Padova, Lecce, Parma, Rende, Pescara, Torino, Trento, Catanzaro e tante altre città ancora: giovedì 9 maggio 2013, dalle ore 9 alle ore 14, nelle Università di tutta Italia i promotori della Campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe raccoglieranno le firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario.

La prima, Introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite. La proibizione legale della tortura qualifica un sistema politico come democratico.

La seconda, Per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell’affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l’introduzione di una sorta di “numero chiuso” sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l’abrogazione del reato di clandestinità.

Infine la terza proposta, Modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell’impatto penale, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.

Al sito www.3leggi.it la mappa di tutti luoghi dove sarà possibile sottoscrivere le tre proposte, che sono promosse da: A Buon diritto, Acat Italia, L’Altro Diritto, Associazione 21 luglio, Associazione difensori di Ufficio, A Roma, insieme – Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Consiglio italiano per i rifugiati – Cir, Cgil, Cgil – Fp, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum Droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il detenuto ignoto, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Naga, Progetto Diritti, Ristretti Orizzonti, Rete della Conoscenza, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.

9 MAGGIO 2013 – DOVE E QUANDO SI FIRMA

Bari, Fronte Università, Piazza Cesare Battisti (9-14)
Bologna, Università di Bologna, Piazza Scaravilli (9-13)
Campobasso, Università degli studi del Molise, Facoltà di giurisprudenza, edificio polifunzionale in viale Manzoni ( 9-13)
Cassino, Università, presso Rettorato, Viale Marconi 10/C (10-13)
Catanzaro, Università Magna Graecia (9-18)
Ferrara, Corso Martiri a fianco del Volto del Cavallo (9-13)
Lecce, Università, Edificio Codacci Pisanelli, Viale dell’Università (10-14)
Milano, Università statale, via Festa del Perdono 3 (9-14)
Parma, Dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società, P.le della Pace, 7/a , fronte Biblioteca di Economia (9-12)
Parma, Mensa Studenti, vicolo Grossardi (12-14)
Parma, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, viale S. Michele, 9 (chiostro vicino all’entrata) (9-12)
Parma, Dipartimento di Psicologia, ingresso da Strada Prato (10-12)
Perugia, Università, davanti al 110 cafè in via Pascoli (9-12,30)
Pescara, Tribunale di Pescara, via Antonio Lo Feudo, 1(9-17)
Rende, Università della Calabria, Campus di Arcavacata di Rende (CS), lungo il ponte Pietro Bucci, cubo 24/B di fronte Biblioteca Fagiani, (9-18)
Roma – La Sapienza, piazzale A. Moro, (9-14)
Roma – Roma Tre, Via Ostiense 159 (9-14)
Roma – Tor Vergata, Facoltà di Scienze, Via della ricerca scientifica 1 (8.30-14.30)
Taranto, Università, presso la facoltà di Giurisprudenza, via Duomo (ex caserma Rossarol) (9-18)
Torino, Palazzo Nuovo (palazzo delle facoltà umanistiche), via Sant’Ottavio 20 (10-13)
Trento, Via Rosmini/Via Verdi (fronte Università) (9-14)
Varese, Tribunale di Varese,  (9-15)
Viterbo, Università della Tuscia, presso Facoltà di Agraria, Via San Camillo De Lellis (10-13)
Padova (10 maggio) Cortile del Bo (sede centrale dell’Università) (10-14)
Vicenza (10 maggio)Piazza Castello (9-14)
Urbino (11 maggio) Piazzale Roma (9-12)
Genova (15, 24 maggio) Palazzo Ducale, Piazza Matteotti 9 (17.30-19)

I dettagli delle diverse iniziative al sito www.3leggi.it 
 
Roma 8 maggio 2013

Pa: Contratto e lavoro, subito! 16 Maggio direttivi congiunti e presidio dei lavoratori a Montecitorio. Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil e Mimmo Pantaleo, Segretario Generale Flc-Cgil

Il futuro del nostro Paese passa anche attraverso servizi pubblici universali ed efficienti e i diritti dei cittadini si realizzano compiutamente solo garantendo loro risposte pubbliche. I lavoratori pubblici sono quindi una risorsa per il Paese: è inaccettabile che il loro contratto di lavoro, scaduto da quattro anni, non venga rinnovato e si paventi la possibilità di ulteriori proroghe.

Occorre dare risposte certe e immediate, definendo le priorità: rinnovare i contratti nazionali e stabilizzare i lavoratori precari della pubblica amministrazione, subito!

La pubblica amministrazione e i comparti della conoscenza possono essere i fattori di avvio di un circuito positivo per la ripresa dell’economia nazionale.

I risultati negativi delle politiche economiche e sociali sviluppatesi negli ultimi anni attraverso i tagli all’istruzione e formazione e ai servizi pubblici sono evidenti: un impoverimento economico e culturale del nostro Paese e la mortificazione delle aspettative di quanti, in particolare tra le nuove generazioni, vorrebbero poter progettare il proprio futuro.

Per queste ragioni è necessario:
– garantire servizi pubblici, istruzione e formazione pubblica di qualità reinvestendo risorse economiche;
– avviare un progetto di riforma e di riorganizzazione degli assetti istituzionale;
– valorizzare il ruolo del “pubblico”, qualificando il lavoro;
– attribuire alla cittadinanza un ruolo partecipativo.

Per riaffermare e rivendicare tutto ciò, giovedì 16 maggio 2013 alle ore 10,00, presso il Centro congressi Roma Eventi Fontana di Trevi, convocheremo il quadro dirigente nazionale di FP e FLC alla presenza di Susanna Camusso, Segretaria Generale Cgil, e nel pomeriggio dalle ore 14,30 in poi saremo in presidio con i lavoratori presso Piazza Montecitorio.

La riscossa del paese è Pubblica: rinnovo del contratto per tutelare i diritti e rispondere all’emergenza salariale e piano di stabilizzazione del personale precario del pubblico impiego e dei comparti della conoscenza.
 
Roma, 13 maggio 2013  

 
Blocco rinnovi contrattuali e precari P.A. – Comunicato stampa di Nicola Nicolosi, Segretario Nazionale Cgil

Il Parlamento si appresta ad esaminare lo schema di decreto che proroga per il 2013 e 2014 il blocco di tutti i contratti e di tutti gli emolumenti della Pubblica Amministrazione.
 
Un’ulteriore proroga che si aggiungerebbe al blocco in atto dal 2010, che ha già causato ad oggi una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni dell’8,1%, e che a fine 2013 assommerebbe a circa 200 euro mensili in meno a testa. Nello schema di decreto il blocco è totale, riguarda tutte le possibili forme di incremento della retribuzione, a qualsiasi titolo spettanti, per sempre, con l’esclusione di qualsiasi recupero futuro.  Tutto questo mentre il numero dei dipendenti dal 2008 al 2011 è sceso del del 4,45%, oltre 153.000 unità, con una corrispondente riduzione del costo del lavoro.

Oltre alla sofferenza dei lavoratori, il calo delle retribuzioni determina un crollo del potere d’acquisto, una riduzione generalizzata dei consumi e l’avvitarsi di una crisi sempre più profonda. Mentre tutti gli economisti ormai convengono sulla necessità di forti politiche pubbliche di sostegno alla ripresa, con un mix più equilibrato tra austerità ed investimenti, il decreto prosegue sulla strada di un’ulteriore impoverimento di milioni di lavoratori, sulla scia delle politiche che in Europa si sono dimostrate inefficaci e che hanno aggravato la crisi invece di favorirne la soluzione.

A ciò si deve aggiungere la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro precari, soprattutto nella Scuola, e l’approssimarsi della scadenza del 31 luglio prossimo, data nella quale circa 80.000 lavoratori a tempo determinato non potranno rinnovare il proprio contratto e saranno espulsi dal lavoro, con conseguenze disastrose sul piano sociale, e in molti casi di vera e propria paralisi dell’attività ordinaria della Pubblica Amministrazione.

La Cgil chiede al Parlamento e al Governo di sospendere il decreto, di aprire un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali per riaprire un’ordinaria attività contrattuale, e dare avvìo al rinnovo dei contratti; di definire gli interventi urgenti necessari ad evitare la scadenza dei contratti precari in essere nei prossimi mesi; di affrontare l’emergenza occupazionale della P.A., sia sul fronte del precariato, sia sulla ripresa di una trasparente e più efficace politica di reclutamento, necessaria a sostenere la crescita della qualità dei servizi della Pubblica Amministrazione.

Roma, 15 maggio 2013

 
 

Precari Pa: proroga primo passo. Adesso trattativa

 
Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa 

 
“É un primo importante passo in avanti, ma va aperta in tempi brevi una vera trattativa che dia risposte strutturali al problema della precarietà nel lavoro pubblico. Il rischio è di ritrovarsi in autunno di fronte alla stessa emergenza”, questo il primo commento di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – che in una nota congiunta accolgono con favore il contenuto del provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri.

“Quanto all’apertura al confronto da parte del Ministro della Funzione Pubblica Giampiero D’Alia – aggiungono i quattro sindacalisti – evidenziamo come alle dichiarazioni stampa debba seguire la convocazione di un incontro urgente: un nuovo blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile”.

“Occorre subito un segnale in direzione opposta. Cioè quella tracciata dall’intesa sottoscritta unitariamente nel maggio del 2012 con il precedente Governo. In quell’intesa si individuano soluzioni a molti dei problemi rimasti irrisolti, dalla riorganizzazione dei servizi, al lavoro precario, fino al tema, per noi centrale, della contrattazione nazionale e integrativa. Riaprire la discussione su quelle basi – conclude la nota – permetterebbe risposte meno brutali, orientate alla modernizzazione della pubblica amministrazione, ma soprattutto meno punitive per le lavoratrici e i lavoratori delle pubbliche amministrazioni”.
 
Roma, 17 maggio 2013

 
P.A.: Cgil, serve urgente proroga contratti precari

Roma, 15 maggio – “Sarebbe paradossale perseguire un obiettivo, come quello dell’incremento dell’occupazione, lasciando per strada invece gli oltre 100 mila lavoratori che da anni sono precari nel sistema pubblico. Per questi serve una proroga e serve al più presto”. E’ quanto afferma in una nota il segretario confederale della Cgil, Nicola Nicolosi, in merito alle intenzioni annunciate dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini, per incrementare l’occupazione giovanile.
 
Secondo il segretario confederale “i presupposti di Giovannini sono lodevoli, ci auguriamo però che al netto delle nuove assunzioni ci sia una risposta urgente ai tanti precari del pubblico impiego che a fine luglio, senza una necessaria e urgente proroga, si ritroveranno senza contratto. E’ una risposta dovuta non solo a questi lavoratori ma anche alla stessa funzionalità delle pubbliche amministrazioni che oramai da anni ‘sopravvivono’, a causa di scellerate politiche, garantendo servizi pubblici grazie anche a questi stessi lavoratori precari”.
 
Infine, conclude Nicolosi, “non meno urgente è il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, scaduto da oramai quattro anni, a partire dall’individuazione nella legge di bilancio di quelle risorse necessarie e utili per poter avviare l’iter per il rinnovo”.

 
PA: Cgil, in dl su Imu e Cig serve proroga contratti precari

Roma, 10 maggio – “Il decreto legge che il governo si appresterebbe a varare deve affrontare anche il problema della proroga dei contratti precari in scadenza a luglio nelle pubbliche amministrazioni”. E’ quanto si legge in una nota della Cgil in riferimento al provvedimento che il governo dovrebbe varare nelle prossime ore e con al centro i temi della Imu e degli ammortizzatori in deroga.

Per il sindacato “non affrontare anche il tema della proroga dei contratti in scadenza sarebbe una grave sottovalutazione, non solo della necessità di garantire un lavoro agli oltre 100 mila lavoratori che da anni sono precari nel sistema pubblico, ma anche della funzionalità delle stesse amministrazioni che oggi, a causa del perdurante blocco delle assunzioni, garantiscono i servizi pubblici con questi lavoratori.

Ci aspettiamo – conclude la Cgil – finalmente una risposta che dia certezze e garanzie occupazionali”. 

 
Precari Pa, i sindacati chiedono incontro a D'Alia

Subito la proroga dei contratti a tempo determinato. E soluzioni strutturali per tutti i lavoratori” . Comunicato stampa Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Pa

“Occorre subito una proroga dei contratti dei lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni in scadenza a luglio” Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – sono pronti a incontrare il Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D’Alia e chiedono “soluzioni strutturali per tutte le tipologie del cosiddetto lavoro flessibile”.

“Il rischio è quello di generare un problema sociale enorme e di creare una paralisi nei servizi pubblici. La gran parte dei lavoratori precari – aggiungono i quattro sindacalisti- svolge infatti funzioni essenziali. Si tratta di professionalità di alto profilo senza le quali tante amministrazioni pubbliche centrali e locali dovrebbero lasciare scoperte intere aree di servizi a cittadini e imprese”.

“Un patrimonio di competenze nuove, arricchite dall’esperienza sul campo. Professionalità che non riguardano i soli lavoratori con contratto a tempo determinato. Per questo il confronto deve essere allargato a tutte le forme contrattuali presenti nei settori pubblici – sottolineano i segretari generali delle federazioni del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil – come ad esempio co.co.pro. e contratti di somministrazione. E deve valorizzare le specificità di ogni singolo comparto”.

“Servono quindi soluzioni strutturali al problema, così come definito dall’Intesa del 3 maggio 2012 sottoscritta unitariamente con il precedente Governo, le Regioni, l’Anci e l’Upi. La proroga – concludono – è solo un primo passo”.
 
Roma, 6 maggio 2013 

Geografia Giudiziaria: con proroga evitato il peggio, adesso si ridiscuta seriamente

 

 
Esprimiamo un giudizio positivo in merito al rinvio dell’entrata in vigore della nuova geografia giudiziaria da parte della Commissione Giustizia del Senato.
 
Una proroga che conferma l’orientamento della commissione nella passata legislatura e l’attenzione alle nostre proccupazioni su alcuni punti deboli della rifroma.
 
Abbiamo detto più volte che cosi come era stata fatta la riforma rischiava di tradursi in un ritiro dello Stato dal territorio. Una riorganizzazione “cieca” che non teneva in gran conto l’effettiva situazione dei territori, la condizione economica, il quadro sociale e in qualche caso il grado di diffusione dell’illegalità.

Accogliamo con favore la disponibilità al dialogo della Minsitra della Giustizia Anna Maria Cancellieri, ribadendo però che qualsiasi confronto non può prescindere da una proroga dell’applicazione.
 
Va scongiurato il rischio che le cose vengano fatte in fretta e male, come avvenuto con il precedente Governo, e che si punti più al risultato mediatico che al buon funzionamento della nostra giustizia.
 
Roma, 22 maggio 2013

 

 


SPOT di Ascanio Celestini a sostegno delle 3 leggi

 
Dall’attore un appello a firmare le proposte di iniziativa popolare per l’introduzione del reato di tortura, legalità nelle carceri e modifica della legge sulle droghe 

L’attore Ascanio Celestini si schiera a sostegno delle tre leggi di iniziativa popolare sulla tortura, le carceri e la droga con uno spot lanciato oggi sul sito www.3leggi.it e sui profili facebook e twitter della campagna “Tre leggi per la giustizia e i diritti”.
Pensiamo sia un contributo importante per il rilancio della campagna che stiamo sostenendo convintamente come FPCGIL e che consiste in un vero e proprio programma di governo sulle carceri, le cui condizioni esigono un intervento immediato affinché il nostro paese venga riportato nell’alveo della legalità. 

"Riorganizzazione della Croce Rossa Italiana" – Nota unitaria dei segretari generali al Ministro Lorenzin

 
le scriventi OO.SS. vogliono richiamare la Sua attenzione sul Decreto n. 178 del 28 settembre 2012, relativo alla riorganizzazione della Croce Rossa Italiana.

Tale decreto fu adottato a seguito di un lungo processo politico che, nonostante già  rappresentassimo le nostre preoccupazioni, ha visto ancor più peggiorare le ipotesi che erano contenute nel primo testo esaminato: infatti il Decreto non ha riorganizzato l’Ente ma, lungi dal risolvere la  persistente ambiguità fra Ente Pubblico e Associazione di volontari,di fatto lo ha privatizzato.

In sintesi, il Decreto 178, non recependo l’articolo 70 della legge 883/78, rende un cattivo servizio ai cittadini, abbassando il livello di welfare e di garanzia pubblica in settori  delicati come quelli dell’assistenza e del soccorso, e mette in serio pericolo centinaia di posti di lavoro e di professionalità specialistiche altamente qualificate.

Infatti, come Lei certo saprà, la Croce Rossa Italiana non solo organizza corsi di formazione sanitari, Centri di raccolta per gli extracomunitari e portatori di handicap, garantisce l’intervento in caso di calamità, porta con grande successo nel mondo la solidarietà italiana e gestisce servizi sanitari e socio sanitari come quelli di emergenza e urgenza e importanti laboratori.

A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dello schema in oggetto dobbiamo registrare, a testimonianza di una riforma monca, la perdurante incertezza nelle attività convenzionali ancora affidate alle fluttuazioni del mercato come se la salute fosse una merce.
Ma, oltre a mettere in forse i livelli di servizio ai cittadini, il Decreto 178 non dà neppure nessuna garanzia occupazionale ai lavoratori attualmente impiegati, quelli a  tempo indeterminato in parte destinati alle procedure di mobilità prima del licenziamento e in parte destinati  ad una  selezione arbitraria per sperare di non perdere il posto. Per i lavoratori con rapporti a tempo determinato molti dei quali prestano servizio da più di 20 anni dunque stabilmente precari, anche se pare assurdo pensarlo, è prevista la data del 31/12/2013 per il loro licenziamento.

E’ necessario, a parere delle scriventi OO.SS., mettere mano con urgenza alla questione, prima che gli effetti negativi del Decreto abbiano effetti irreversibili per lavoratori e cittadini.

A tal fine, le scriventi Le chiedono un incontro urgente nel quale meglio illustrarLe  la materia e  presentarLe le proprie proposte.
 
     FPCGIL                   CISL FP              UIL PA
Rossana Dettori     Giovanni Faverin   Benedetto Attili

Roma 23 maggio 2013
 

 

Contratti pubblico impiego: incomprensibile apertura a dialogo di D'Alia se poi annuncia alla stampa stop al contratto

Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa

“Risulta del tutto incomprensibile l’apertura al dialogo del Ministro D’Alia, se poi lo stesso Ministro annuncia alla stampa lo stop al contratto”. Con queste parole Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – rispondono alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Funzione pubblica Gianpiero D’Alia nel suo intervento al ForumPa.

“Ringraziamo il Ministro per averci informato che la fase delle rivendicazioni è finita. Ma sappia che all’incontro del 4 giugno, annunciato anche questo a mezzo stampa come il blocco dei contratti del pubblico impiego, pretenderemo impegni concreti in direzione opposta”.

“Siamo perfettamente coscienti della difficile fase economica – aggiungono i quattro sindacalisti – ma non possiamo accettare che questa congiuntura sia pagata ulteriormente da lavoratori che hanno già subito una perdita di reddito pesantissima. Il Ministro D’Alia non può pretendere un atteggiamento collaborativo senza dimostrare rispetto nei confronti dei lavoratori pubblici e delle organizzazioni sindacali che li rappresentano”.

“Sul tema del riordino istituzionale, come sul precariato e sul rinnovo del contratto, siamo disponibili a un confronto senza pregiudizi. Ma a patto che dal Governo – concludono i segretari generali – ci sia la stessa disponibilità”.
 
Roma, 28 maggio 2013

 
Link a pagine Contratti Pubblico Impiego

 
volantino ARAN
 
Cgil, Cisl e Uil. P.A.-RAPPORTO ARAN, nulla di cui gioire: meno occupazione, meno salari non sono dati positivi. Rilanciare subito la contrattazione nazionale e integrativa


“Dati che confermano una perdita di salario nominale che in termini reali è ben più gravosa. Le lavoratrici e i lavoratori dei settori pubblici non hanno perso solo l’1,6% del valore dei loro stipendi.

Rispetto ai tassi di inflazione dell’intero triennio 2010/2012 il loro potere d’acquisto ha visto una erosione pari al 7,2%”, questo il contenuto di una dichiarazione congiunta di Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente Segretari Generali di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Fpl e Uil-Pa in merito ai dati illustrati stamattina dall’Aran nel suo rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Le tre sigle sindacali chiedono di “far ripartire subito la contrattazione nazionale e integrativa in ogni ente, per sostenere le buste paga di lavoratori ingiustamente colpiti dal blocco dei contratti nazionali e riorganizzare le amministrazioni pubbliche”.

“I dati parlano di 265.000 posti di lavoro in meno negli ospedali, nelle scuole materne e in generale nel sistema dei servizi ai cittadini, di tanti lavoratori precari a cui bisogna dare prospettiva, di competenze che mancano e di professionalità che non sono valorizzate al meglio. Il punto è che occorre bloccare la spirale perversa secondo cui calano i salari dei dipendenti pubblici e cresce la spesa pubblica per beni e servizi.”, proseguono i sindacalisti.

“Certamente”, concludono i segretari generali, “non è l’Aran l’artefice di questa situazione, ma i Governi che si sono alternati alla guida del Paese in questi ultimi anni. E’ urgente, a questo punto, l’apertura di una stagione in cui si ricominci a parlare di lavoro pubblico in termini di investimento. Riorganizzazione vera dei servizi, razionalizzazione delle risorse, investimenti su salari e nuova occupazione devono tornare a essere i punti fondamentali del dibattito politico sul lavoro pubblico”.
 
Roma, 9 aprile 2013

 

Presentazione Power Point di Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa: Il lavoro nei servizi pubblici tra blocco dei contratti e tagli. La questione salariale
 
Pa: questione salariale. Da Cgil e Uil rapporto per sfatare miti su lavoro pubblico. Comunicato stampa Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa

Uno degli apparati pubblici meno ingombranti d’Europa, quello italiano, in costante riduzione negli ultimi dieci anni e con un peso sempre minore per le casse dello Stato, con salari morsi dall’inflazione e adesso persino bloccati per legge. Sono alcuni dei dati emersi dall’analisi elaborata da Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa, “E’ questione salariale! Il lavoro nei servizi pubblici fra blocco dei contratti e tagli”, e presentata stamane presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio a Roma.

In soli 10 anni il numero di dipendenti pubblici ogni 100 abitanti è passato da 6,4 a 5,8, in controtendenza con tutti gli altri Paesi presi a confronto, Francia esclusa, dove però il rapporto è del 9,4 e la flessione di appena lo 0,1. Un dato che nel nostro Paese è destinato a peggiorare a causa di un’accelerazione delle fuoriuscite (quasi 160mila nel solo 2010) e della mancata sostituzione del personale causata dal blocco del turn over. Per trovare un paese più virtuoso bisogna guardare alla Germania, poco distante con 5,4 lavoratori ogni 100 abitanti, o alla Grecia. Non diversa è la situazione salariale, con un rapporto tra spesa per redditi e abitanti poco superiore ai 2800 euro, in linea con i 2700 euro della media europea.

Salari sempre più magri, morsi da un’inflazione che negli ultimi 12 anni ha superato di ben 7,6 punti percentuali la crescita dei livelli stipendiali. Un aggregato, quello dei redditi da lavoro dipendente, in caduta libera: nel 1991 rappresentavano il 12,5% del pil italiano, oggi il 10,6%. Con il permanere del blocco dei contratti nel 2015 giungerà al 9,7%. A pagare di più sono i dipendenti contrattualizzati, quelli con un sistema contrattuale simile al privato, con una crescita poco superiore al 30% in 10 anni, mentre per magistratura, carriera prefettizia e diplomatica, i cui contratti vengono stabiliti per legge, gli aumenti vanno dal 44 al 71%.

“E’ necessario spiegare alle persone che il lavoro pubblico, il settore più colpito dai tagli, non è la causa dei mali del Paese ma l’antidoto – dichiarano in una nota Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil, Giovanni Torluccio, Segretario Generale Uil-Fpl e Benedetto Attili, Segretario Generale Uil-Pa – che i servizi pubblici aiutano a vivere meglio e a non affrontare la crisi in solitudine. Questo rapporto può essere un modo per sfatare i miti circolati in questi anni. Mentre assistiamo alla decadenza del nostro sistema dei servizi non possiamo che lanciare un grido d’allarme e rimettere al centro il lavoro”.
 
Roma, 7 dicembre 2012

 
Pa: è questione salariale. Un rapporto per sfatare i miti sul lavoro pubblico, domani confronto sull'andamento dei salari dei lavoratori dei servizi

 
Un incontro pubblico per rimettere ordine in un dibattito inquinato da troppi luoghi comuni, per riaffermare verità sul lavoro pubblico rimaste sepolte sotto le macerie del populismo imperante. Dati e numeri che smontano un cliché, quello che vorrebbe il lavoro pubblico ipertrofico e costoso, con retribuzioni troppo generose.

Per queste ragioni Fp-Cgil, Uil-Fpl e Uil-Pa hanno stilato un rapporto, “E’ questione salariale! Il lavoro nei servizi pubblici fra blocco dei contratti e tagli”, che verrà presentato domani venerdì 7 dicembre presso l’Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio 131, Roma, dalle 10:30 alle 13:00.

Interverranno: Sergio Gasparrini, presidente Aran; Fabio Veronica Forcella, resp. relazioni istituzionali Eurispes; Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil; Giovanni Torluccio, segretario generale Uil-Fpl; Benedetto Attili, Segretario Generale Uil-pa.
 
Roma, 6 dicembre 2012

Fp Cgil, Uil Fpl, Uil Pa – Iniziativa pubblica: il lavoro nei servizi pubblici fra blocco dei contratti e tagli
Iniziativa pubblica: il lavoro nei servizi pubblici fra blocco dei contratti e tagli

 
Presentazione del rapporto Fp Cgil, UIl Fpl e Uil PA sull’andamento dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici negli ultimi 10 anni.

VENERDI’ 7 DICEMBRE 2012
Hotel Nazionale ore 10,30/13.00 Piazza Montecitorio 131 –  ROMA

 
Interverranno:
Sergio Gasparrini, presidente Aran
Fabio Veronica Forcella, resp. relazioni istituzionali Eurispes

Concluderanno:
Rossana Dettori, segretaria generale FP CGIL
Giovanni Torluccio, segretario generale UIL FPL
Benedetto Attili, segretario generale UIL PA

Sono stati invitati:
i responsabili economici e del lavoro dei partiti politici, i presidenti delle commissioni lavoro e bilancio e i gruppi parlamentari di Camera e Senato

 
 

 
 

Sanità: i sindacati incontrano il ministro Lorenzin – Cgil, Cisl e Uil chiedono "un segnale forte su competenze e formazione"

 
Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl

Roma, 23 luglio 2013
 

“Un segnale forte e tangibile sulla valorizzazione delle professioni sanitarie. E garanzie sul fronte della tenuta dei livelli essenziali di assistenza in tutto il Paese, per tutti i cittadini”. Queste le richieste formulate da Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl – all’incontro tenuto stamane con la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che ha dato la propria disponibilità a proseguire il confronto su queste direttrici.

All’incontro i sindacati hanno presentato l’agenda delle cosa da fare: “A partire dai contratti di lavoro, ma anche dalle grandi incompiute: competenze, profili professionali, formazione, precarietà. Temi che vanno affrontati in una prospettiva di riorganizzazione del sistema” hanno sottolineano i tre segretari, “in cui le professioni sanitarie siano il motore dell’innovazione dei servizi alla salute”. Sul tavolo le federazioni del pubblico impiego di Cgil Cisl e Uil hanno messo in primo luogo la necessità di rinnovare i contratti fermi al 2009, così come quella di portare a termine il percorso per l’implementazione delle competenze già concordato con il Ministero.

Altro punto, il cantiere della medicina di territorio: “occorre ribaltare l’attuale paradigma assistenziale e porre al centro del sistema il cittadino, privilegiando la medicina d’iniziativa, la presa in carico delle persone e la continuità assistenziale. Per questo è indispensabile rafforzare i profili professionali di infermieri e operatori socio-sanitari” hanno rimarcato Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl.

E poi c’è il problema dei carichi di lavoro e dei danni causati dal blocco del turn-over. Oltre allo sblocco delle assunzioni, i sindacati hanno chiesto “il superamento della precarietà nel lavoro sanitario, l’adeguamento della formazione universitaria, in cui c’è un cronico deficit di posti per nuovi studenti, il riconoscimento della norma sui lavori usuranti per alcuni ambiti professionali e un maggiore investimento nella formazione continua del personale in servizio”. Ma anche un intervento sugli sviluppi di carriera per i professionisti non medici “oggi mortificati e sbilanciati sul fronte gestionale”.

Punti sui quali è necessario che il Ministero della salute giochi un ruolo attivo di indirizzo rispetto alle Regioni: “E’ necessario intervenire sulla riorganizzazione e sull’organizzazione del lavoro, uscendo dalla fase dei tagli lineari. Condivisione degli obiettivi, integrazione delle competenze, team multi-professionali. Solo così si possono migliorare i percorsi di cura e assistenza, rendendoli meno costosi, e valorizzare il grande patrimonio di professionalità al servizio del cittadino”.


 
 

Precariato Pubbliche Amministrazioni – CGIL, CISL e UIL scrivono ai Presidenti di Camera e Senato

Roma 16 aprile 2013
 
Ai Presidenti della Camera dei Deputati e
Senato della Repubblica
 
Ai Capigruppo della Camera e
del Senato di:
PD
SEL
PDL
Movimento Cinquestelle
Scelta Civica
 

 
Le Segreterie Confederali di CGIL CISL UIL del Pubblico Impiego vogliono richiamare la Sua attenzione sulle problematiche e sulle scadenze pressanti che coinvolgono in questo momento la parte più indifesa del mondo del lavoro: il personale precario.
 
In particolare per il precariato delle pubbliche amministraizoni la scadenza del 31 luglio della proroga dei contratti a tempo determinato fissata dalla legge di stabilità, se non modificata, rischia di far uscire definitivamente  dal sistema pubblico, a quella stessa data, non meno di 100 mila giovani i cui contratti sono vigenti da anni e conseguentemente anche i tantissimi altri contratti precari la cui scadenza avverrà entro la fine del 2013.
 
Le conseguenze occupazionali non farebbero che acuire ulteriormente la già critica situazione del nostro mondo del lavoro ed aggraverebbero, se non venisse affrontata l’emergenza, non solo la problematica di carattere sociale, ma anche la scarsa funzionalità del settore pubblico, con grave ed intuibile nocumento per i cittadini.
 
E’ appunto per questa urgente finalità che ci permettiamo di rivolgere il nostro appello a Lei, per chiedere la disponibilità alla fissazione di un apposito incontro nel quale approfondire le problematiche suesposte, in modo da ipotizzare una soluzione legislativa per questo gravissimo problema.
 
Cogliamo l’occasione per porgerLe i nostri più cordiali saluti.
 
CGIL Nicola Nicolosi
CISL Paolo Mezzio
UIL   Antonio Foccillo

 
Lavoratrici e lavoratori precari delle pubbliche amministrazioni

 
Roma 28 marzo 2013
 
Al Presidente del Senato della Repubblica
Sen. Pietro Grasso
           
Al Presidente della Camera dei Deputati
On. Laura Boldrini

 Onorevoli Presidenti,
 

lo scorso 24 dicembre 2012 il Parlamento ha approvato la legge n. 228, (Legge di Stabilità 2013) che, tra l’altro, prevedeva all’art. 1, comma 400, la possibilità per le amministrazioni pubbliche di prorogare i contratti di lavoro subordinati a tempo determinato, in essere al 30 novembre 2012, fino e non oltre il 31 luglio 2013″.
 
Si tratta di una norma che si rese indispensabile, per poter individuare, nel frattempo, gli strumenti necessari per una soluzione definitiva per circa 150.000 lavoratrici e lavoratori impegnati da anni nel garantire servizi pubblici indispensabili per i cittadini.

Solo per fare alcuni esempi parliamo dei medici e degli infermieri impegnati nei Pronto Soccorso di importanti ospedali italiani, delle educatrici di Asilo Nido, degli addetti agli sportelli per l’immigrazione aperti nelle Questure e nelle Prefetture e di molto altro.
 
Ma si tratta anche di altre migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano con forme contrattuali diverse, quali ad esempio collaborazioni,  “Partita IVA” ecc.
 
Nelle scorse settimane si è avviato un confronto, presso l’ARAN, per definire le modalità di proroga dei contratti in essere, individuare nuovi criteri attraverso i quali assumere con contratti a termine nei prossimi anni e nuove regole indispensabili per superare altre forme di precariato anomalo esistenti nelle pubbliche amministrazioni.

Si tratta, però, di un confronto complesso e di cui nessuno è in grado di prevedere gli esiti,  essendo lo stesso legato anche e soprattutto alla composizione di un nuovo Esecutivo.
 
Nel frattempo la data del 31 luglio si avvicina sempre di più senza che si sia ancora trovato il modo per affrontare la scadenza dei contratti in vigore.
 
A noi sembra opportuno segnalare alla vostra attenzione l’opportunità di porre all’assemblea dei capigruppo, con l’autorevolezza ed il senso di responsabilità che si riconosce ai vostri incarichi, questo tema così importante per il buon funzionamento dei servizi pubblici nel nostro paese.
 
Noi crediamo che il Parlamento sia in grado, anche in tempi brevi, di produrre una norma di legge, composto di soli due articoli.

Il primo che proroghi i contratti oltre la data del 31 luglio 2013, per ulteriori 36 mesi.
            
Il secondo che autorizzi, e obblighi, tutte le amministrazioni in cui sono presenti rapporti di lavoro “diversi” a tramutarli in contratti a tempo determinato.
 
Tutto questo, ovviamente, rispettando i vincoli di bilancio già presenti nel citato comma 400 dell’articolo 1 della legge di stabilità.
 
E’ nostra intenzione, nei prossimi giorni, far pervenire un appello simile al presente ai capigruppo delle diverse forze politiche presenti in parlamento e a tutti i senatori e deputati dei due rami del Parlamento.
 
Certi che il tema sollevato richiami la vostra attenzione, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti ed auguri di buon lavoro.

La Segretaria Generale Fp Cgil
Rossana Dettori

 

Documento di Economia e Finanza: Per la Cgil serve un profondo cambio di rotta

 
Roma, 22 aprile – “L’analisi della crisi, degli squilibri macroeconomici e dell’evoluzione del contesto economico, finanziario e sociale, a livello nazionale come internazionale, nonché il quadro delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sono complessivamente sbagliati”.
 
E’ il giudizio della Cgil sul Def contenuto nel testo consegnato oggi dal sindacato presso le Commissioni speciali di Senato e Camera, in seduta congiunta, in occasione dell’audizione sul documento di economia e finanza. Nel mirino del sindacato “le scelte all’insegna dell’austerità”, tutte “a scapito della crescita, dell’equità, della coesione sociale, del lavoro”, che dovranno “essere riviste e ridefinite dal prossimo Governo” e nel segno di “un cambio di rotta profondo”.
 
Nel ricordare il ‘Piano del Lavoro’ presentato dalla Cgil lo scorso mese di gennaio, “fondato su un cambiamento della politica economica e su un ventaglio di riforme necessarie, a livello nazionale e sovranazionale, per ritrovare la via alta della crescita e dello sviluppo in corrispondenza dell’obiettivo di piena, buona e sicura occupazione e di ‘lavoro dignitoso'”, nella nota consegnata oggi in audizione si critica il Def: “Sembra – si legge – più una giustificazione delle azioni compiute dal Governo che un vero e proprio documento programmatico per il futuro; rimanda tutto al prossimo Governo cercando di accreditare l’idea proposta da Mario Draghi che sia stato inserito il ‘pilota automatico’, pilota automatico di un volo, però, che va nella direzione sbagliata”.
 
Nel dettaglio del testo si osserva inoltre come “l’operazione di pagamento dei crediti delle imprese avrà un impatto debole sulla economia sia per l’incertezza applicativa che, al di la della farraginosità della norma, deve scontare con il vincolo del deficit al 2,9%, sia per la depressione della domanda che non renderà facile la trasformazione della nuova liquidità in investimenti”.
 
La Cgil ritiene che “oltre a evitare la ‘stretta fiscale’ sui redditi fissi prevista tra giugno e luglio, il rapido pagamento dei debiti della Pa alle imprese sia necessario per evitare di bloccare cantieri e produzioni di beni e servizi, quindi per difendere l’occupazione”.
 
Ecco perché il sindacato richiede che “nella erogazione delle risorse ‘sbloccate’ dal Governo sia resa esplicita la priorità dell’utilizzo di tali fondi per il mantenimento dei posti di lavoro e, in generale, la difesa del lavoro”. Insomma, secondo la Cgil, nel Def “non si vedono né i necessari mutamenti strutturali verso nuovi investimenti e creazione di lavoro, né la volontà di aggredire le emergenze sociali, a partire dalla garanzia per gli ammortizzatori sociali e dagli esodati”.
 
Per questo la Cgil, “unitamente a Cisl e a Uil, ritiene necessario ed urgente individuare una normativa ad hoc per far si che non si interrompano dopo il 31 luglio i tanti contratti di tipo precario nelle pubbliche amministrazioni”.
 
Al contrario “sono invece riproposte le vecchie ricette dei ‘tagli lineari’, liberalizzazioni e l’accanimento verso il lavoro pubblico, riducendone occupazione e reddito”. In conclusione la Cgil sostiene la necessità di “un cambio di rotta profondo per assumere l’idea di una nuova ‘Grande trasformazione’ del modello di sviluppo, fondando la nuova crescita proprio sulla creazione di lavoro e sulla sua valorizzazione”, in contrasto con un Def in linea con “una politica cieca che aggrava la spirale della crisi” e dal carattere “molto autoreferenziale che non toglie i dubbi sulla necessità di aggiustamenti ed, ancor di più, ci propone un insufficiente profilo di crescita tale da aggravare le preoccupazioni sulle conseguenze derivanti dalla applicazione del ‘fiscal compact'”.
 

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