“Una soluzione troppo italiana. Non si capisce chi e come dovrebbe scegliere i giudici onorari e ausiliari, per quale motivo si debbano utilizzare tirocinanti a titolo gratuito e in che modo verrebbero selezionati. Si continua a trattare la Giustizia come un’emergenza e non si rimette mano al sistema per modernizzarlo. Questo Dl, se le indiscrezioni di stampa venissero confermate, sarebbe solo un palliativo”. Lo affermano il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaromonte, e il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, in merito all’ipotesi di un’imminente approvazione da parte del Consiglio dei ministri di un decreto legge relativo allo smaltimento delle cause arretrate. “Il modello non convince – continuano i due dirigenti sindacali – non è accettabile che esistano processi di serie A e processi di serie B e, va da sé, cittadini di serie A e cittadini di serie B. Come sempre si punta a curare il sintomo di un male senza andare alla radice del problema. Creare un nuovo esercito di tirocinanti a titolo gratuito, salvo poi riconoscere loro un attestato valido ai fini del concorso in magistratura e del praticantato per la carriera forense, ci pare una soluzione che mortifica il lavoro e apre spazi poco trasparenti nella selezione. Allo stesso modo crediamo che non si possano richiamare in servizio giudici a riposo o nominare accademici per affrontare quella che di questo passo rimarrà un’emergenza costante. Sarebbe un sistema nel sistema, ma molto meno limpido”. “Rinnoviamo alla Ministra Cancellieri la nostra disponibilità ad aprire una discussione. Non crediamo serva un ‘ufficio del Giudice’ ma, come formalizzato in una nostra proposta, un ‘ufficio per il processo’ che rimetta al centro il servizio ai cittadini. Vorremmo sentir parlare di dematerializzazione, informatizzazione e organizzazione delle cancellerie. Guardiamo alle migliori pratiche sperimentate in Europa perché il problema da risolvere è la durata dei processi, non solo l’arretrato”, concludono Chiaromonte e Sorrentino.
Roma, 12 giugno 2013
Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal
Cgil, Cisl, Uil e Cisal: “Confronto su organici e contratto sia utile o pronti a mobilitazione”
Roma, 2 luglio 2013
“Bene la convocazione della Croce Rossa Italiana su organici e contratto, ma in assenza di risposte concrete siamo pronti alla mobilitazione”. Così Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal rispondono alla lettera con la quale i vertici dell’associazione, dopo forti pressioni da parte dei sindacati, hanno fissato per il 17 luglio prossimo l’incontro con i rappresentanti dei lavoratori.
Due i punti all’ordine del giorno che, secondo le quattro sigle, “devono essere affrontati guardando all’interesse degli utenti e degli operatori e lasciando da parte maldestri tentativi di azione unilaterale”. In primo luogo, sottolineano Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal, lo statuto della nuova Cri che “va ridiscusso e modificato”: la bozza presentata “solleva pesanti preoccupazione dal punto di vista degli effetti sui livelli occupazionali e sul contratto collettivo che si intende applicare ai lavoratori. Piano di utilizzo del personale e ccnl sono aspetti cruciali per il funzionamento dei servizi e vanno decisi insieme ai lavoratori”. A questo si collega poi il processo di stabilizzazione del personale precario in atto, rispetto al quale, alla luce della sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite (numero 6077/13) “è indispensabile ridefinire contenuti, tempistica e tipologia dei destinatari”, rimarcano i sindacati.
Secondo punto la costituzione dei fondi 2012 per il salario accessorio: “già negli incontri precedenti abbiamo manifestato forti perplessità per l’esiguità delle risorse stanziate. Serve un investimento maggiore: per garantire la qualità dei servizi occorre puntare sulla produttività e sulla professionalità degli operatori”.
“Andremo all’incontro fiduciosi in una positiva risoluzione della vertenza”, concludono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal, “Ma in assenza delle risposte che lavoratori e cittadini si attendono, siamo pronti alla mobilitazione di tutto il personale”.
Roma, 2 luglio 2013
“Siamo francamente colpiti dall’indifferenza della Ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri, a cui abbiamo congiuntamente avanzato una richiesta ufficiale di incontro, senza ricevere né una risposta né tanto meno una convocazione. Una mancanza di attenzione che mal si concilia con la volontà di riformare l’organizzazione giudiziaria, vista l’importanza dei capitoli lasciati aperti dal precedente esecutivo e introdotti dal Governo Letta”. Questo il contenuto di una nota con cui Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa – rinnovano la richiesta di incontro.
“Dalla riforma della geografia giudiziaria, passando per i contenuti del cosiddetto decreto ‘del fare’, come ad esempio il controverso ‘ufficio per il Giudice’ – aggiungono i tre sindacalisti – sarebbe necessario un confronto. Ma evidentemente la Ministra pensa di poter procedere facendo a meno della partecipazione degli stessi lavoratori a cui si chiederà di efficientare la giustizia. Un atteggiamento poco lungimirante. Non si può pensare di rimettere in moto il sistema giudiziario con interventi spot. Occorre una vertenza complessiva che riorganizzi l’intero sistema, dalle sedi di Tribunale fino al personale. In questi anni, tra blocco del turn over e tagli lineari, uffici e cancellerie si sono svuotati. E poi come si fa a stupirsi della durata biblica dei processi? Ecco perché vogliamo incontrare la Ministra: per portare una proposta concreta di riordino”.
“Non vorremmo dover mettere in atto eclatanti azioni di protesta, come quelle tenute ieri a Napoli, – concludono Dettori, Faverin e Attili – per avere l’attenzione della Ministra su questioni per cui avrebbe dovuto aprire un dialogo con noi per semplice dovere d’ufficio”.
FP CGIL CISLFP UILPA
2 luglio 2013
Care/i compagne/i,
continuano in Parlamento le audizioni alle Camere dei vertici militari del nostro Ministero, vi alleghiamo le linee direttive del Capo di S.M.A. per la riorganizzazione della sua Forza Armata, constatando che la relazione ha soprattutto un impronta tecnica.
Nella relazione alle Commissioni riunite, non abbiamo letto alcun accenno al personale civile, se non per dichiarare l’applicazione della spending review e quindi della riduzione di n.340 unità nel totale delle dotazioni organiche civili di Forza Armata.
Il personale civile operante presso le strutture di Forza armata ha da sempre contribuito all’efficienza e all’operatività dell’Aeronautica, sia sotto l’aspetto tecnico-amministrativo che operativo.
Ci dispiace constatare che nulla è stato detto di quanti operano per esempio nei Geni Campali, nella struttura di Forlì, negli Stormi e di come il lavoro dei civili venga svolto in sinergia con il personale militare dell’Aeronautica.
Comprendiamo il momento politico economico che stiamo vivendo, ma avremmo voluto che, quanto meno, un accenno, fosse fatto relativamente alla carenza di profili professionali tecnici nell’area operativa di Forza Armata e che è necessaria una valorizzazione delle funzioni svolte dal personale civile e uno sblocco del turn over.
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
Care/i compagne/i,
come preannunciato, vi alleghiamo in copia, le linee dell’intervento che il Capo di SMM, ha avuto nell’audizione del 19 giugno 2013 alle Commissioni Congiunte di Camera e Senato della Difesa, e pubblicate sul sito della Marina.
Il Capo di Stato Maggiore ha sostanzialmente confermato quel grido di allarme che da anni la nostra Organizzazione sottopone al tavolo politico e di cui ne condividiamo alcuni punti.
La FPCGIL Difesa evidenzia alcune priorità che dovrebbero essere inserite nei punti delineati dal Capo di Stato Maggiore della Marina:
– La necessità del rilancio produttivo degli Arsenali Militari, mediante un’autonomia gestionale mai attuata e prevista dalla vecchia riforma della Difesa;
– Lo sblocco del turn over, mediante l’attuazione della deroga già prevista, per assunzioni mirate e bloccata dalla spending review
– Il riconoscimento delle professionalità specifiche operanti presso gli Arsenali e contestuale trasmissione del know how
– Ripristino di scuole di formazione specifiche, con la possibilità dopo periodi di corsi, di effettuare procedure di assunzione a tempo indeterminato, secondo la normativa vigente e con possibili deroghe per la specificità di questo settore industriale della Difesa
– accelerazione dell’attuazione del Piano Brin per l’adeguamento delle infrastrutture
– Utilizzo dello strumento delle permute con maggiore controllo dell’intera procedura.
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
Appare sempre più urgente alle scriventi OO.SS. riaprire il confronto generale con codesta Amministrazione sui lineamenti principali, sugli obiettivi e sugli strumenti di un piano di organizzazione e rilancio dell’Istituto che – a partire dai processi di integrazione già in atto o programmati – metta le parti sociali in condizioni di conoscere, discutere e contribuire a tale rilancio.
Come a più riprese comunicato, è forte l’insoddisfazione delle scriventi OO.SS. circa il metodo di gestione delle relazioni sindacali finora utilizzato, ben presto rivelatosi episodico e frammentario.
FP CGIL, CISL FP, UIL PA sono sempre più convinte che anche le emergenze economiche e finanziarie (principalmente derivanti da scelte del governo) possano essere meglio affrontate avendo presente e condividendo il piano di organizzazione e rilancio dell’Ente.
FP CGIL, CISL FP, UIL PA sono sempre più convinte che anche le emergenze economiche e finanziarie (principalmente derivanti da scelte del governo) possano essere meglio affrontate avendo presente e condividendo il piano di organizzazione e rilancio dell’Ente.
A tale proposito, per meglio definire l’ordine del giorno dell’incontro e con l’obiettivo di attribuire il massimo di concretezza e di operatività alla discussione, le scriventi indicano, sin da ora, alcuni punti ritenuti prioritari:
– prospettive future di riassetto organizzativo e funzionale dell’INPS, sia a livello centrale che territoriale, in sinergia con le amministrazioni del governo locale;
– piano di sviluppo del personale, in termini di valorizzazione delle professionalità, di gestione della spending review e delle conseguenti posizioni di soprannumerarietà, di riorganizzazione della dirigenza di 1^ e di 2^ fascia e delle relative competenze;
– dimensione e gestione della dotazione patrimoniale, con particolare riferimento alle politiche di dismissione e di messa a reddito;
– politiche di reinternalizzazione e di eliminazione di sprechi e diseconomie;
– piani rivolti all’innovazione delle procedure e all’integrazione dei sistemi produttivi propri di Inps, ex Inpdap ed ex Enpals;
– percorsi di omogeneizzazione degli istituti contrattuali, sia economici che normativi, a partire dai sistemi incentivanti e dalla gestione dell’ordinamento professionale.
Naturalmente, i titoli sopra indicati non vogliono essere esaustivi delle materie su cui rilanciare con urgenza il confronto, essendo libere le parti di definire un’agenda stringata ed efficace, in grado di restituire alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto una prospettiva di rilancio della previdenza e ai cittadini certezze di qualità dei servizi offerti; servizi che continuano a rivestire un ruolo centrale nell’ambito del welfare pubblico.
Roma, 28 giugno 2013
FP CGIL Chiaramonte
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CISL FP Nardella
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UIL PA Ponti
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le scriventi OO.SS. ritengono necessario avviare un confronto all’interno dell’Amministrazione Giudiziaria anche e soprattutto alla luce delle recenti misure relative al funzionamento del servizio giustizia.
Siamo, inoltre, fortemente preoccupati per la difficoltà ad introdurre un corretto sistema di relazioni sindacali all’interno di codesta Amministrazione nonostante la nostra ampia disponibilità a confrontarci su tutte le diverse questioni urgenti.
E’ impensabile continuare a procedere unilateralmente su temi quali la nuova geografia giudiziaria – i cui effetti produrranno pesanti ricadute sul personale – in assenza di confronto con i rappresentanti dei lavoratori per l’individuazione di modalità e criteri concordati.
Oltretutto le notevoli disfunzioni della macchina giudiziaria hanno reso ancora più precarie le condizioni di lavoro in cui versa il personale giudiziario, a cui al blocco dei contratti, deve aggiungersi il mancato pagamento dei buoni pasto, degli straordinari e delle altre indennità a causa di inspiegabili e soprattutto ingiustificati ritardi nel pagamento del F.U.A.
L’assenza di alcuna iniziativa in presenza di tali delicatissime situazioni fanno apparire evidente l’assoluta indifferenza dell’Amministrazione Giudiziaria a tutte le problematiche del personale.
Riteniamo pertanto indifferibile un incontro per poter cominciare a dare risposte concrete ai bisogni dei lavoratori giudiziari in un nuovo clima di corrette relazioni sindacali nel Ministero della Giustizia.
Roma, 19 giugno 2013
Al Direttore del
“Il Fatto quotidiano”
Antonio Padellaro
Gentile Direttore,
le scrivo per stigmatizzare il contenuto offensivo di un articolo apparso sul suo quotidiano on line: mi riferisco a “riforma della (in)giustizia” comparso il 29 giugno a firma di Adriano Mazzola.
Il suddetto giornalista, o blogger che sia, definisce in una frase “inetto” e sottoposto a una fantomatica “impunità” il personale amministrativo della giustizia.
Capisco, ma fino a un certo punto, l’attacco politico confuso che spesso un certo tipo di giornalismo usa fare, siamo abituati alle campagne stampa diffamatorie senza fondamento, ci ha abituati proprio una stampa sensazionalista e disinformante che cavalca le campagne mediatiche di questo e quel partito.
Tuttavia sarebbe utile da parte vostra, se intendete fare vera informazione, approfondire quali sono veramente i mali del servizio giustizia senza attacchi scomposti e generalizzati. La giustizia negli ultimi 10 anni è stata gravemente depauperata di risorse tramite una campagna distruttiva, lenta ma inesorabile, che per chiari motivi politici ha reso impossibile garantire un servizio accettabile alla cittadinanza. Certamente il suddetto blogger non sa, o finge di non sapere, che la carenze di organico del personale della giustizia sono talmente grandi da far escludere l’Organizzazione Giudiziaria dalla spending review del governo Monti; 7000 carenze su tutto il territorio nazionale, con punte del 35% in città come Milano o Venezia.
Certamente il suddetto blogger non sa che il personale della giustizia ha il contratto bloccato, guadagna in media 1300 €, ed ha la carriera ferma da oltre 13 anni; oppure che si sobbarca tantissime ore di straordinario per cercare di far fronte alla anormale attività e che sino ad oggi sono stati fatti investimenti sbagliati sull’informatica che non hanno permesso la modernizzazione del sistema.
Certo è vero che manca un progetto di organizzazione e che sino ad oggi, a parte un vano tentativo fallito con la caduta del governo Prodi, non c’è stato alcun governo, compreso l’attuale, in grado di formulare riforme della giustizia che veramente potessero garantire un miglior servizio per i cittadini. Ma questo è colpa della politica e non del personale amministrativo che da anni si barcamena tra un governo e l’altro e manda avanti la baracca con abnegazione.
Se si vuole parlare di riforma della giustizia si legga quella della FPCGIL che prevede una rivoluzione copernicana delle cancellerie guardano alle esperienze europee /linkres.php?obj=/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20916 .
Certamente noi non ci permetteremmo mai di chiamare ‘inetto’ il blogger di cui sopra, ma senza dubbio ci sentiamo di dire che è ‘ignorante’ in quanto ignora la realtà delle cose e si permette di dare degli inetti ai lavoratori.
Certi che vorrà pubblicare questa nostra risposta le inviamo distinti saluti,
Roma, 2 luglio 2013
per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco
Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale
“E’ una buona notizia che le commissioni Difesa e Affari Costituzionali del Senato abbiano chiesto lo stralcio degli articoli che prevedevano l’innalzamento dell’età pensionabile per il personale del Comparto sicurezza-difesa, Vigili del fuoco e servizi di pubblico soccorso. Adesso ci aspettiamo che la commissione Lavoro della Camera faccia altrettanto e che il Governo proceda con lo stralcio degli articoli dal regolamento”, con una nota congiunta Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale, e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale, accolgono positivamente il pronunciamento dalla I e IV commissione del Senato sugli articoli 2, 3, 4 e 5 dello Schema di decreto del Presidente della Repubblica che estenderebbe al comparto sicurezza-difesa e soccorso pubblico i requisiti di accesso al sistema pensionistico introdotti dalla riforma Fornero.
“Il tema dell’armonizzazione del sistema pensionistico va affrontato tenendo in considerazione la specificità del settore. Attendiamo quindi di essere convocati per continuare il confronto anche alla luce del pesante blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali nel pubblico impiego – concludono Dettori e Tissone – misure che hanno già prodotto significativi sacrifici di natura economica per molte delle categorie interessate dal provvedimento”.
Roma, 19 giugno 2013
A seguito dei ripetuti interventi della FP CGIL sull’ICAM di Venezia, l’Amministrazione decide di chiedere al personale di Polizia Penitenziaria la disponibilità ad essere distaccato presso la sede in questione.
Il decreto carceri in sintesi.
La FP CGIL costringe l’Amministrazione ad avanzare una terza propostadi schema di P.C.D. recante i criteri di mobilità dei commissari.