20.12.2012 – Foggia – Orario flessibile e straordinario negli uffici amministrativi del Comando.
La protesta della FP CGIL per l’annuncio dell’Amministrazione di aprire un padiglione – dove saranno ubicati circa 150 detenuti – nella c.c. di
Pescara, senza prima rinforzare l’organico di Polizia Penitenziaria.
Lo schema di DPR che è stato predisposto dal Ministero dell’interno sulla riorganizzazione dello Stato sul territorio, in attuazione nel D.L. 95/2012, assegna agli Uffici Territoriali del Governo (Utg) compiti di coordinamento e gestione logistica, strumentale e del personale di tutte le funzioni statali presenti con articolazioni organizzative sul territorio nazionale, ad eccezione della Giustizia, della Difesa e dell’Economia.
La Ministra dell’Interno, Annamaria Cancellieri, sta trattando questa delicatissima materia come se fosse questione interna al suo Ministero, evitando un trasparente coinvolgimento di tutte le altre Amministrazioni interessate e aumentando le funzioni dei prefetti sul territorio. Si riduce così la presenza e l’autonomia delle articolazioni territoriali dei Ministeri a favore di una gestione centralizzata che ha il solo scopo di far arretrare il perimetro dell’intervento pubblico, con gravi ripercussioni sui servizi ai cittadini.
Pensiamo che il progetto individuato nella bozza di regolamento, che potrebbe già essere discussa nel Consiglio dei Ministri di domani, avrà l’unico effetto di svuotare delle proprie funzioni le amministrazioni, mettendo in un unico calderone attività del tutto diverse e specifiche. Tutto ciò produrrà una sostanziale diminuzione dei servizi creando confusione fra gli operatori, disordine organizzativo e disorientamento tra i cittadini.
Questo schema di DPR viene predisposto contemporaneamente alla cosiddetta spending review, cioè alla determinazione dei tagli degli organici delle stesse Amministrazioni centrali che saranno interessate dalla riorganizzazione territoriale. Insomma, mentre si annunciano eccedenze si chiude ad ogni prospettiva occupazionale pubblica per il futuro.
Anche il taglio di Prefetture e Questure risponde solo a un criterio statistico e non funzionale a garantire il controllo del territorio da parte dello Stato in termini di sicurezza, di soccorso pubblico e di garanzia dei diritti civili. Si allontanano i servizi dai cittadini per un risparmio che non raggiunge nemmeno i 6 milioni di euro a fronte di ricadute e disagi ben più onerosi.
Roma, 4 dicembre 2012
Giunti alla chiusura dell’anno riteniamo opportuno traguardare da questa prospettiva al 2013, valutando quelle che riteniamo priorità per il lavoro che ci attende nei prossimi mesi.
Va sicuramente sottolineato che il 2012 è stato un anno con delle serie criticità nel campo delle pubbliche amministrazioni e segnatamente al Mef.
Il fatto che la “spending” non abbia al momento causato dei danni irreparabili al Mef non ci esenta da prossime preoccupazioni rispetto agli assetti territoriali.
La prospettiva che vorremmo poter intravedere per il prossimo anno concerne l’apertura di un confronto dove le nostre priorità negoziali si individuano, oltre che nella più rapida conclusione possibile degli accordi per il FUA 2013 e la “cartolarizzazione” 2012 (positivamente variata con importi aggiuntivi attinti dal potenziamento), nell’apertura di un serio confronto sul sistema di valutazione, che è stato malamente gestito pur nella sua dimensione sperimentale, ma soprattutto sui temi della riorganizzazione degli uffici.
Su tale ultimo fronte, anche se i vertici sia politici sia tecnici sembrano ignorare o peggio disinteressarsi del problema, ci sembra che sia irrinunciabile porre una particolare attenzione sulla periferia.
Riteniamo evidente un atteggiamento di relativa sufficienza e distrazione dell’Amministrazione al riguardo. Ma non è più tollerabile che tale disinteresse per i dipendenti si mantenga ancora, assieme alla sottovalutazione delle potenzialità che i lavoratori Mef offrono nel campo dei servizi pubblici. Se tale potenzialità non viene colta non è più “distrazione”, ma una ben precisa intenzione.
In ogni caso, le problematiche oggi presenti sul tappeto, inerenti la mancata e/o comunque parziale armonizzazione e sinergia tra le competenze ex DTEF e quelle RGS (problematiche che si riflettono ovviamente sui lavoratori), possono in parte pesare sulla dirigenza periferica (numericamente insufficiente), ma pesano con tutta evidenza prevalentemente sui vertici “centrali”.
Analoga attenzione va posta sulle Commissioni tributarie, dove fra le tante problematiche vanno sicuramente affrontate quelle relative ai funzionari che dirigono le stesse CTP e più complessivamente quelle inerenti tutto il personale amministrativo per il quale dovrebbe essere chiarita l’inequivocabile appartenenza e dipendenza lavorativa dal Ministero e non da altri.
Quanto sopra costituisce per la FP CGIL un problema non più rinviabile ed il 2013 è il momento in cui tale criticità andrà affrontata.
Intanto pur nelle difficoltà che il Paese sta attraversando e delle quali tutti conosciamo, come lavoratori e come cittadini, le asperità, auguriamo a tutte le iscritte e gli iscritti, a tutti i lavoratori del Mef ed alle loro famiglie i più cordiali auguri di buone feste.
Roma, 19 dicembre 2012
FP CGIL NAZ. MEF
Daniele Nola
“Ci dispiace doverlo ribadire, ma al Governo Monti e al Ministro Patroni Griffi era stato detto con largo anticipo che l’art. 23 del cosiddetto ‘decreto salva Italia’ era un errore e avrebbe prodotto solo disastri. Quello lanciato adesso è un allarme tardivo, perché arriva dopo le smentite perentorie sui rischi a cui si esponeva l’intero sistema dei servizi gestito delle Province”. Così Federico Bozzanca, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, interviene in merito alle conseguenze della mancata approvazione del dl sul riordino delle Province.
“Un esempio tra tutti è quello dei servizi scolastici. Parliamo, per essere chiari, di 5.179 edifici e della gestione della loro sicurezza, 117mila classi che ospitano quasi 2,6 milioni di studenti. L’errore è a monte, ovvero nell’aver messo mano al sistema con una logica mediatica, con un intervento frettoloso privo di un’idea nuova di governance, che ha lasciato non solo le Province, ma soprattutto i servizi da loro offerti e i lavoratori che li offrono in un limbo. L’instabilità politica di questa fase ha un suo peso – conclude Bozzanca – ma oggi serve un provvedimento in tempi brevi che ridimensioni i tagli e consenta di colmare il vuoto normativo relativo all’organizzazione di servizi”.
Roma, 10 Dicembre 2012
“Lo andiamo dicendo da mesi che la riforma della geografia giudiziaria, così come predisposta dalla Ministra Paola Severino, sarebbe una sciagura. Non produrrebbe i risparmi sperati e rappresenterebbe un ritiro dello Stato dal territorio. L’approccio ragionieristico, basato su dati obsoleti, quelli Istat del 2001, produrrebbe una giustizia a macchia di leopardo, con territori privati del presidio di legalità”. Con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil, interviene in merito all’emendamento alla legge di stabilità presentato al Senato, che differirebbe l’applicazione della riforma.
“Serve una seria revisione delle circoscrizioni giudiziarie che tenga conto dei problemi infrastutturali, dell’edilizia giudiziaria e delle specificità del territorio. Per farlo – conclude il sindacalista – serve meno approssimazione, più dialogo e, soprattutto, più tempo”.
Roma, 14 dicembre 2012
19.12.2012 – In allegato Circolare sulle Competenze dei Direttori Regionali e dei Comandanti Provinciali nella gestione di situazioni emergenziali complesse.
19.12.2012 – in allegato Brindisi – Distribuzione degli spazi lavorativi. Risposta del Comando e controreplica della C.G.I.L.
si è svolto ieri, alla presenza del Dott. Befera, l’incontro riguardante l’accorpamento dell’Agenzia del Territorio con quella delle Entrate.
Il Dott. Befera ci ha comunicato, in applicazione della relazione fatta al Ministro e approvata dal Parlamento, che entro il 6 febbraio sarà ultimata la riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate che terrà conto dei tagli degli esuberi. Tagli che riguardano i dirigenti (nello specifico, 228 per le Entrate e 9 per il Territorio).
L’accorpamento riguarderà in prima battuta la struttura centrale: entro il 2013 si fonderanno le strutture di staff (amministrazione, personale, audit, etc.).
Nel 2014 l’accorpamento riguarderà le strutture di linea e le Direzioni Regionali. Mentre per gli uffici periferici si manterrà la presenza con struttura provinciale, per quanto riguarda le Direzioni Regionali si dovrà affrontare la riorganizzazione delle stesse.
Il Comitato di Gestione del 30 novembre ha deliberato l’accorpamento delle strutture di vertice e ha nominato due vice direttori: il Dott. Di Capua, che si occuperà delle strutture di linea e amministrative delle Entrate, e la Dott.ssa Alemanno, che si occuperà delle strutture di linea del Territorio. Al Dott. Befera rispondono direttamente le strutture amministrative, le Direzioni Regionali e l’Audit.
La CGIL ha espresso nuovamente il proprio parere negativo sull’accorpamento delle due strutture che rivestono funzioni completamente diverse, ha evidenziato come l’accorpamento potrebbe causare un rallentamento/blocco della lotta all’evasione ed elusione fiscale, ed, inoltre, ha evidenziato che la riorganizzazione della P.A., a seguito della Spending review, sta destrutturando le Agenzie Fiscali, unico comparto all’avanguardia sia sotto l’aspetto organizzativo che gestionale.
Con riferimento ai lavoratori dell’Agenzia del Territorio, la Cgil, esprimendo perplessità sull’attuale transizione, e il conseguente rallentamento delle attività della struttura centrale, ha chiesto:
1. un tavolo permanente sulla nuova organizzazione dell’Agenzia e la gestione del personale (sia dirigente che non) sia per quanto riguarda la struttura centrale, sia per quanto riguarda quelle regionali e provinciali;
2. la calendarizzazione di incontri specifici sui temi in essere nelle singole Agenzie.
Inoltre, ha chiesto al Direttore dell’Agenzia un impegno al fine di sboccare i fondi del comma 165 (somme già certificate dagli organi di controllo).
Il Dott. Befera, sottolineando che applicherà la legge che prevede l’accorpamento delle due Agenzie e che non ci sarà alcun rallentamento nel programma presentato al Ministro, ha assicurato l’istituzione di un tavolo tecnico che riguarderà l’organizzazione e la gestione del personale; ha inoltre ribadito che questa riorganizzazione riguarda l’incorporazione dell’Agenzia del Territorio in quella delle Entrate. Con riferimento alla riqualificazione del personale, ha sottolineato che la stessa non è un meccanismo automatico ma deve essere un valore aggiunto: al riconoscimento economico deve corrispondere un incremento di produttività quantitativo/qualitativo. Sul comma 165 ha promesso un suo interessamento per sbloccare le somme.
Roma, 19 dicembre 2012
FP CGIL Nazionale FP CGIL Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali Coordinatore Agenzia del Territorio
Luciano Boldorini Carmine Di Leo
19.12.2012 – In allegato convocazione incontro per il 20 dicembre 2012
Il 10 dicembre abbiamo finalmente sottoscritto in via definitiva il contratto integrativo sul FUA 2011.
I ritardi nella certificazione da parte di Funzione Pubblica hanno purtroppo determinato lo slittamento delle contrattazioni di sede e quindi il pagamento delle somme spettanti al personale che avverrà nei primi mesi del 2013.
Funzione Pubblica ha cercato in ogni modo di far inserire nel contratto l’applicazione del piano della performance, anche se, e ciò è stato riconosciuto dalla stessa Amministrazione, tale piano è stato emanato in ritardo e tutte le prescrizioni della Legge 150 relativamente alla valutazione non sono state applicate al MIUR per il 2011 (e aggiungiamo noi anche per il 2012).
Abbiamo comunque concordato con l’Amministrazione, attraverso la sottoscrizione di un apposito verbale che è diventato parte integrante del contratto, l’applicazione di un coefficiente (da 1 a 1,8) che dovrà essere utilizzato in tutte le contrattazioni di sede.
L’individuazione di questo meccanismo: 1 – ha evitato l’inserimento nel contratto delle fasce di valutazione con attribuzione unilaterale da parte dei dirigenti di un punteggio di merito; 2 – ha consentito di mantenere le contrattazioni di sede e di confrontarsi in tali contrattazioni sulle modalità di applicazione del coefficiente stesso; 3 – ha evitato la costituzione delle graduatorie nazionali di merito per area.
I Dipartimenti e le Direzioni Regionali dovranno ripartire le risorse economiche del contratto nazionale alle sedi di contrattazione locale tenendo conto dei presenti al 31 dicembre 2011 e dei cessati dal servizio nello stesso anno.
Nella contrattazione di sede dovranno essere tenuti presente i criteri previsti nell’articolo 5 del contratto che potranno essere associati ai coefficienti.
La somma dei coefficienti attribuiti ai dipendenti costituirà il numero dei “dipendenti virtuali” per cui dovrà essere divisa la somma complessiva assegnata alla contrattazione di sede, che costituirà il valore del coefficiente 1.
Tale valore, moltiplicato per il coefficiente di ognuno determinerà gli importi dei singoli dipendenti. Di seguito una esemplificazione della attribuzione delle somme
Esempio:
quota media pro capite da Direzione Regionale: 1.000 euro
numero dipendenti ufficio: 4
somma assegnata per la contrattazione di sede: 4.000 euro
Si assegnano i coefficienti DOPO LA CONTRATTAZIONE DI SEDE:
DIP 1 COEFFICIENTE 1,2 importo: euro 800,00
DIP 2 COEFFICIENTE 1,4 importo: euro 933,33
DIP 3 COEFFICIENTE 1,6 importo: euro 1.066,67
DIP 4 COEFFICIENTE 1,8 importo: euro 1.200,00
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6,0 euro 4.000,00
Si sommano i coefficienti attribuiti a ciascun dipendente: totale esempio = 6,0 (vedi sopra)
Si dividono i 4.000 euro per 6,0 e si individua il valore del coefficiente 1: euro 666,67;
si moltiplica tale valore per i singoli coefficienti attribuiti e si determinano i relativi importi.
Esempio: 666,67 x 1,2 = 800,00 666,67 x 1,4 = 933,33
666,67 x 1,6 = 1.066,67 666,67 x 1,8 = 1.200,00
Per le sedi di contrattazione in cui la RSU è composta da più Uffici si dovrà, pur garantendo l’applicazione omogenea del contratto, riservare ad ogni posto di lavoro la somma scaturita dalla ripartizione delle quota pro-capite relative al personale in servizio e cessato nelle singole sedi.
Roma, 18 dicembre 2012
FP CGIL UIL PA
Boccuni Ripani
COMUNICATO
Contrariamente alle nostre previsioni e ben felici di esserci sbagliati a farle, oggi abbiamo sottoscritto definitivamente gli accordi che regolarizzano l’apertura di Archivi e Biblioteche effettuata il 16 Dicembre e quelle prossime di Musei e Siti archeologici previste per Natale e Capodanno.
Aperture fortemente a rischio per la precisa responsabilità di alcuni burocrati del Dipartimento della Funzione Pubblica che, sulla base di strumentali osservazioni, stavano per bloccare importanti iniziative di valorizzazione del nostro Patrimonio Culturale negando la registrazione degli accordi relativi.
Noi vi alleghiamo il parere di questi esegeti della normativa brunettiana perché possiate leggerlo e misurare la siderale distanza che li separa dalla realtà effettuale. In sostanza i nostri negavano la validità di questi accordi perché non coerenti con il D.lgs. 150, in particolare rispetto alle prerogative della parte sindacale in materia di contrattazione, negando il nostro diritto ad entrare nell’articolazione del progetto, verificarne gli obiettivi, insomma fare quello che occorre fare in una società democratica, dove le parti si incontrano, discutono, litigano, e poi fanno magari accordi finalizzati a tentare di regolare, con reciproca soddisfazione, gli interessi specifici di ogni singola parte.
Questo non si può fare, secondo i brunettisti di ritorno, perché i sindacati non possono contrattare l’organizzazione del lavoro e, poiché con il progetto di organizza il lavoro, l’unica cosa che avremmo dovuto fare noi sindacati in preda ad un eccesso di potere è quella di mettere i soldi, al buio. E in alternativa si propone un modello di meritocrazia astratta, dove impera la valutazione discrezionale e non si valuta la produttività.
Da questo ragionamento, infatti, è del tutto assente ogni valutazione sul merito del progetto, sul livello di efficacia che assicura, sull’offerta di servizi che determina. Il fatto che migliaia di lavoratori abbiano deciso, naturalmente dietro compenso, di sacrificare una domenica e presentare in tutta Italia iniziative bellissime che mettono in luce una parte significativa e poco conosciuta del nostro patrimonio, o che a Natale e a Capodanno, invece di passarli con i propri cari, decidano, volontariamente e sempre dietro compenso, di garantire l’apertura dei musei e dei siti archeologici, è un particolare quasi irrilevante per i signori del controllo a distanza. Così come è per loro irrilevante l’indubbio beneficio complessivo che la fruizione di queste iniziative comporta tra i cittadini e sul territorio mortificato dall’ampiezza della crisi economica.
Ma dobbiamo dire che questa volta l’ingerenza è stata tanto pesante ed ingiustificata da indignare la nostra controparte, al punto da portarla ad assumere una posizione di vera fermezza che ha impedito la mancata registrazione degli accordi e ci ha consentito di sottoscrivere l’accordo definitivo modificandolo in senso rafforzativo rispetto alla sua natura di accordo tra le parti autonomo e responsabile. Un gesto assai apprezzabile che ci rende più sereni circa il prosieguo del confronto e vista la difficoltà degli scenari prossimi futuri.
Così come siamo convinti che elemento determinante rimane la compattezza del fronte sindacale unitario, oggi fermissimo nel respingere il tentativo di destrutturare la contrattazione integrativa.
E diciamo basta a questa mortificazione costante di un sistema di controlli burocratico e senza senso, che sta producendo ritardi e distorsioni oltremodo, ponendo ostacoli e proliferazioni procedurali. Si impone una riflessione politica che tenda a modificare e semplificare queste inaccettabili sovrapposizioni e duplicazioni di organi che fanno tutti la stessa cosa, controlli di legittimità formale che poco hanno a che vedere con la produttività reale, misurata dai servizi che si offrono ai cittadini.
Quindi nessun problema per le aperture di fine anno, e se dovesse proseguire questa sorta di tiro al piccione della contrattazione integrativa e di tira e molla nei pagamenti del salario accessorio, ci attrezzeremo di conseguenza con iniziative di mobilitazione e di protesta.
Invitiamo pertanto tutti i lavoratori interessati all’adesione, ci risulta che alcuni importanti siti non apriranno e noi pensiamo che semplicemente in un momento come questo non ce lo possiamo permettere, che dobbiamo dimostrare, anche a costo di qualche sacrificio, che i nostri servizi funzionano, a dispetto dei burocrati e dei patiti delle Fondazioni.
Oggi abbiamo inoltre sottoscritto l’accordo che prolunga al 31 marzo 2013 l’accordo sull’art.12 del CCIM, ed inerente gli orari disagiati. Entro quella data si è deciso di procedere all’inserimento stabile di questo accordo nell’ambito della vigenza del contratto integrativo, senza più procedere a rinnovi annuali.
Abbiamo infine avuto la conferma della imminente pubblicazione delle graduatorie definitive dei passaggi di area ma non si farà in tempo a far sottoscrivere i nuovi contratti individuali entro l’anno. Una questione sollevata alla luce della esigenza di maturazione dei due anni necessari per accedere alle future progressioni economiche, che comunque non saranno ragionevolmente attuabili nella vigenza del blocco dei rinnovi contrattuali. Mentre per le progressioni la data di pubblicazione della graduatorie sarà il mese di luglio 2013, al termine dei sei mesi indicati come il tempo limite per il controllo documentale che dovranno effettuare le sub Commissioni regionali.
Ne approfittiamo infine per inviare a tutte le lavoratrici ed i lavoratori del MIBAC i nostri più sentiti auguri per delle feste serene e per un nuovo anno migliore di questo.
Roma, 18 dicembre 2012
FP CGIL MIBAC – Il coordinatore nazionale
Claudio Meloni