Dall’informativa del DAP si evince che gran parte delle richieste fatte dal nostro sindacato sull’ANPPE, sono state infine accolte.
Risultato raggiunto dalla FP CGIL grazie alle numerose proteste portate avanti sulla questione!
Il Presidio di oggi, 15 novembre a Piazza Monte Citorio ha visto la partecipazione di tantissime lavoratrici e lavoratori degli Enti previdenziali e assistenziali, venuti da tutta Italia.
Al presidio è intervenuta, fra gli altri, anche Rossana Dettori che ha ribadito la centralità della vertenza contro gli esuberi previsti dal governo per Inail e, a breve, anche per Inps, contro il licenziamento dei lavoratori precari delle p.a. e contro il furto del salario che si vuole realizzare con l’art. 4 del Ddl Stabilità del governo.
Vogliamo esprimere un sentito ringraziamento a tutte le strutture territoriali che hanno permesso l’ottima riuscita dell’iniziativa, dopo tre settimane di mobilitazione, assemblee, presidi che hanno portato ad una grande condivisione e consapevolezza della drammaticità della fase che stiamo vivendo.
Il presidio ha rappresentato anche l’occasione per verificare quantità e qualità del sostegno della politica alle nostre ragioni.
Gli On. Giovanelli, Ventura, Damiano e Picierno hanno condiviso le richieste e gli obiettivi dei lavoratori e si sono impegnati a seguire l’iter parlamentare della legge e a lavorare in Parlamento alle necessarie modifiche, in particolare dell’articolo 4.
Il salario accessorio di chi lavora in INAIL e INPS rischia forti decurtazioni per l’ulteriore risparmio di 300 milioni di Euro previsti nella stesura originaria del disegno di legge stabilità.
Questo modo di procedere del Governo, a suon di tagli lineari e risparmi indiscriminati, compromette sin dalle fondamenta i servizi che lavoratrici e lavoratori continuano ad assicurare, con tanti sacrifici e crescenti difficoltà.
Oggi in piazza c’era il lavoro e la sua dignità a testimoniare l’intenzione di proseguire nella vertenza e tenere alta l’attenzione per la difesa dello Stato Sociale e a tutela dei diritti e dei cittadini.
Ancora grazie alle compagne e ai compagni
Salvatore Chiaramonte
MIBAC: comunicato 15 novembre sul taglio all’organico
Roma, 15 novembre 2012
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Corrado Passera
Al vice Ministro
Dr. Mario Ciaccia
Al Capo di Gabinetto
Pres. Mario Torsello
Al Direttore Affari Generali
Dr. Marcello Arredi
All’Ufficio Relazioni sindacali
Dr.ssa Rossella Lanuti
Ministero Infrastrutture e Trasporti: Quo vadis?
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rappresenta una realtà lavorativa quanto mai complessa ed articolata.
Nasce dalla fusione del Ministero dei trasporti e della Navigazione con il Ministero delle Infrastrutture, unificando formalmente due realtà profondamente diverse sia dal punto di vista organizzativo che come trattamento economico.
Sono trascorsi diversi anni ed ancora oggi il Ministero non si presenta come un unicum: 8.100 dipendenti su circa 200 uffici periferici (Motorizzazione – Capitanerie di Porto e Provveditorati alle opere pubbliche) che con la loro opera garantiscono la sicurezza del sistema trasporto e nei cantieri.
Novembre 2011 inizia la spending review e l’opera di “ridisegno” dell’amministrazione.
– Riduzione delle piante organiche (tranne del personale delle Capitanerie di Porto) quantificata dal Dipartimento Funzione Pubblica in 594 unità
– Riorganizzazione delle sedi periferiche
– Implementazione tra Agenzia del demanio e funzioni dei provveditorati
– Transito del personale e delle risorse da ANAS al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Le norme hanno ridotto profondamente l’operatività degli uffici, lasciando scoperte funzioni istituzionali e spazi di stato sociale.
I lavoratori, mai coinvolti nelle scelte organizzative, si trovano nella triste condizione di dover inseguire gli eventi cercando di mantenere la dignità del lavoro pubblico.
Consapevoli dei problemi legati alla riorganizzazione abbiamo continuamente cercato l’interlocuzione con la parte politica senza avere alcun riscontro.
Gli interventi legislativi necessari al rilancio del Ministero devono essere volti a garantire la legalità e la trasparenza nelle attività svolte.
– Introdurre criteri certi ed oggettivi per l’affidamento degli incarichi
– pubblicazione degli stessi con indicazione dell’importo
– verifiche sull’operatività delle operazioni effettuate presso le Motorizzazioni civile
– definizioni di standard sull’intero territorio nazionale per le operazioni effettuate
– definizione del ruolo del personale civile in capitaneria di porto con la declaratoria delle competenze di regolazione proprie delle Direzioni Generali
Abbiamo bisogno di poche regole, certe ed effettive
In tali settori non sono intervenute normative forti, utili a garantire la presenza del settore pubblico con un ruolo efficiente e trasparente.
Come Organizzazione sindacale abbiamo avanzato diverse proposte concrete tese a migliorare l’operatività della struttura Ministeriale nella quale lavoriamo.
In tale contesto è intervenuta la norma che ha transitato l’Istituto di Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali all’interno del Ministero, creando disagi profondi sia nel personale ex Anas sia nei dipendenti MIT.
La transizione, velocemente eseguita, non ha mai visto il confronto con le Organizzazioni sindacali che attualmente vedono contrapposti dipendenti privati/pubblici nella strenua difesa della professionalità acquisita e posto del posto di lavoro minacciato dal taglio delle dotazioni organiche.
Una fusione che dovrebbe comportare un confronto ed un arricchimento di competenze, vede attualmente sospese la attività di vigilanza dell’IVCA che, è in attesa di assumere una propria fisionomia all’interno della struttura ministeriale.
Nel settore formazione così come nella gestione della telefonia e delle uscite esterne manca in modo eclatante l’imprinting dei Dipartimenti, ciò che ha consentito alle singole strutture periferiche un ambito di autonomia ampiamente discrezionale.
Non ci è stata comunicata, nel frattempo, la riduzione delle consulenze esterne, così come non è stato definito il costo della Struttura Tecnica di Missione.
Per l’area dirigenziale si ribadisce che:
– non sono mai state rese note le schede di gradazione degli uffici dirigenziale, così come richiesto al momento del conferimento degli incarichi;
– si richiede una puntuale applicazione dell’art. 55, comma 2 del CCNL dirigenza, così da ridurre la forbice tra la Fascia A e la Fascia B (che deve essre collocata in modo proporzionato tra retribuzione massima e retribuzione minima, così come al Ministero Sviluppo Economico)
– la pubblicazione degli interpelli deve seguire il dettato normativo
L’attuazione dei tagli anche al comparto dirigenti, sia di I che di II fascia (per circa 70 posti) influirà sulla futura organizzazione del Ministero, prevedendo accorpamenti sia a livello centrale che sul territorio, il che comporterà una riorganizzazione del lavoro ed un arretramento nei servizi all’utenza.
Come avverrà la riorganizzazione?
I problemi che investono il MIT sono quanto mai ampi ed articolati e, senza un confronto tra le parti difficilmente le soluzioni individuate saranno adeguate alle criticità.
L’unico tavolo di discussione è sul sistema di valutazione che, appare anacronistico nel momento in cui si lavora ad un nuovo Regolamento che modificherà radicalmente l’attuale realtà amministrativa.
Attendiamo da diverso tempo la ripresa di un confronto con il Comando Generale delle Capitanerie di porto per la definizione del ruolo e delle competenze di regolamentazione e le competenze operative.
Per quanto sopra sommariamente esposto richiediamo urgentemente un incontro con le SS.VV.
Distinti saluti
FP CGIL
La Coordinatrice Nazionale MIT
Alessandra Allegrucci
ALLE LAVORATRICI ED AI LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA
Riteniamo gravissimo quanto sta succedendo in relazione ai ricorsi avverso gli interpelli distrettuali conseguenti alla legge sulla nuova geografia giudiziaria.
Abbiamo sin dall’inizio stigmatizzato l’iter di questa legge che, non tenendo conto di molti fattori determinanti come la morfologia territoriale e le infrastrutture, di fatto si configurerà come un vero e proprio ritiro dello stato dal territorio.
A seguito del perfezionamento del suddetto iter l’Amministrazione della Giustizia ha proposto e frettolosamente firmato un accordo sulla mobilità che non tutela affatto la maggioranza dei lavoratori e contemporaneamente sana i distacchi ‘a qualsiasi titolo’ di circa 1700 lavoratori, di cui solo 371 sostenuti da norme di legge che stabiliscono una precedenza al trasferimento, sancendo dunque un principio di discriminazione e non accettando alcuna sensata mediazione da noi proposta in contrattazione; per questi motivi la FPCGIL non ha ritenuto di firmare quell’accordo.
A Sulmona e a Rossano alcuni lavoratori, che sentivano lesi i loro diritti da quegli interpelli, hanno presentato ricorso e gli interpelli sono stati sospesi.
Ci risulta oggi che qualche sindacato firmatario dell’accordo abbia intenzione di costituirsi in giudizio contro i lavoratori che hanno presentato ricorso e lo annuncia in un comunicato in cui ricalca parola per parola la comparsa in giudizio dell’Amministrazione depositata all’udienza di Sulmona oppure offendendo i lavoratori di Sulmona che sarebbero stati ‘strumentalizzati’ dalla politica locale.
Tale decisione è un atto gravissimo e testimonia che qualche sindacato ha confuso il suo ruolo fondamentale di rappresentanza e agisce contro un gruppo di lavoratori a sostegno della Amministrazione.
Siamo certi che i lavoratori della giustizia saranno in grado di fare le loro valutazioni.
Per quanto ci riguarda continueremo a tutelare i diritti di tutti i lavoratori, anche di quelli non iscritti alla cgil.
Roma, 15 dicembre 2012
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco
“A un giovane direi che questo sarà un Paese dove trovi lavoro se conosci qualcosa e non se conosci qualcuno”
Lo slogan più efficace del Sindaco Renzi alla sfida in TV in vista delle primarie:
“A un giovane direi che questo sarà un Paese dove trovi lavoro se conosci qualcosa e non se
conosci qualcuno”.
Bella frase di grande effetto, sopratutto per tutti coloro che non conoscono il format applicato dal Sindaco Renzi al Comune di Firenze.
La vicenda della contrattazione integrativa al Comune di Firenze sta attraversando una fase di grande preoccupazione per gli oltre 4000 dipendenti che hanno rischiato e rischiano di vedere le proprie retribuzioni tagliate dall’indagine del Ministero delle Finanze.
La grande Assemblea dell’Obihall ancora una volta ha evidenziato l’assoluta latitanza del Sindaco sulle vicende del personale e il suo disimpegno, perdurato nel tempo, nel non aver colto l’attacco politico sferrato alla contrattazione.
In questi due anni il Sindaco ha fatto proprio l’opposto di ciò che ha dichiarato in TV: non si è assolutamente occupato di coloro che non conosceva (i dipendenti comunali), ma ha fatto lievitare in maniera consistente la spesa del personale, attivando circa 40 contratti a chiamata (quelli che si instaura in virtù di un rapporto fiduciario fra la politica e la burocrazia), ha reclutato, attraverso l’istituto della mobilità in entrata, le sue “conoscenze”, ha piazzato uomini e donne ancora di sua
fiducia in organismi ed enti affiliati al Comune.
Ha ridimensionato fortemente la dirigenza a tempo indeterminato a favore di quella a chiamata, ha rimosso e trasferito quelli che “conoscevano” qualcosa, ma non conoscevano lui, insomma ha fatto proprio l’opposto del suo slogan televisivo!!
Ed infine sui servizi: il Comune di Firenze si è impoverito, non solo per la spending review, ma perché le scelte compiute fino ad oggi hanno progressivamente ridotto il perimetro pubblico a vantaggio di quello privato. La prospettiva di estendere gli asili nido è affidata ad un incremento degli “asili nido aziendali”, che non rappresentano certo un allargamento dei servizi per tutti i cittadini, la scuola dell’infanzia è progressivamente dismessa perché non si vuole investire in termini di personale per mantenere un progetto educativo scolastico di qualità, i servizi sociali subiscono un forte ridimensionamento della gestione pubblica.
Il Comune del Sindaco Renzi non ha più un’anima, una coesione al suo interno, la professionalità delle donne e degli uomini che ci lavorano è fortemente sottovalutata, si respira un’aria di grande delusione.
Dove sta la coerenza del Sindaco Renzi tra ciò che “insegue e promette” nel confronto televisivo e ciò che pratica nel governo della città???
Noi non l’abbiamo trovata.
Funzione Pubblica Cgil
Comune di Firenze
Di seguito il comunicato stampa della FPCGIL di Rossano in relazione al ricorso avverso gli interpelli distrettuali derivanti dall’accordo, da noi non firmato, sulla mobilità per la geografia giudiziaria.
Roma, 14 novembre 2012
FP CGIL NAZIONALE
Nicoletta Grieco
L’incontro di ieri a Palazzo Vidoni con il Ministro Patroni Griffi ha prodotto informazioni parziali e tanta confusione.
Per dichiarazione del Ministro stesso alcune Amministrazioni, oggetto di “riorganizzazioni” in atto, non saranno oggetto del DPCM che sta per essere emanato ma lo saranno successivamente. Non si conoscono i tempi, non si conoscono i modi, non si capisce la vera ragione.
Le eccedenze assolute, cioè quelle risultanti dalle nuove piante organiche già depurate dalle compensazioni verticali e trasversali di Ministeri, Enti pubblici e Enti di Ricerca, ammonterebbero, a quanto comunicato ieri, a 4.028 unità. Questo dato non riguarda tutte le Amministrazioni oggetto del Dl 95 ma sembrerebbe che per amministrazioni quali INPS, MEF, DAP, DGM, Parchi Nazionali, Agenzie Fiscali, Consiglio di Stato, Avvocatura dello Stato, ed altre, saranno emanati successivamente altri DPCM.
Su quanto fosse sbagliato applicare tagli al personale senza una vera riorganizzazione del lavoro pubblico abbiamo già detto e non possiamo che confermare tutta la nostra contrarietà. Ancora una volta non c’è nessuna revisione della spesa ma un progetto confusionario che con varie tappe, delle quali non sono più chiari neanche i tempi, provocherà l’uscita di migliaia di lavoratori, la chiusura di uffici, e l’azzeramento di servizi pubblici sul territorio.
A tutto ciò si aggiungerà inoltre, la soppressione delle Province e la conseguente riorganizzazione di tutti i servizi pubblici oggi presenti sul territorio provinciale, generando il caos organizzativo e il conseguente ritiro dello stato dal territorio. Nella stessa direzione va la strumentale bozza di regolamento del Ministero dell’Interno, già da noi fortemente criticata, dove si prevede la nascita degli UTG con funzioni che accorperebbero tutte le attività di controllo ed indirizzo dei Ministeri ed Enti Pubblici non economici in ambito provinciale.
L’unico obiettivo evidente del Governo, in continuità con il Governo precedente, è fare cassa colpendo il lavoro pubblico a danno dei cittadini e dei lavoratori.
Roma, 14 novembre 2012
Il Segretario Nazionale FpCgil
Funzioni Centrali e Agenzie Fiscali
Salvatore Chiaramonte
Egregio Ministro
è più di un mese, precisamente dal 24 settembre 2012, che le scriventi organizzazioni sindacali, e con loro le lavoratrici ed i lavoratori dei servizi pubblici, non hanno più notizie delle attività del dipartimento della Funzione Pubblica, se non attraverso le dichiarazioni a mezzo stampa che Lei offre su qualsiasi argomento inerente al lavoro pubblico, compresi quelli che leggi, accordi e contratti definiscono, a vario titolo, oggetto di formale partecipazione sindacale.
E’ il caso, ad esempio, della rideterminazione delle dotazioni organiche delle amministrazioni centrali sulla base della legge 95/2012, tema sul quale abbiamo appreso da sue dichiarazioni alla stampa, il Governo si appresta “per l’inizio del mese di Novembre” ad emanare il relativo DPCM, così come, signor Ministro, dei temi relativi al lavoro precario ed al sistema delle relazioni sindacali, argomenti sui quale ci si sarebbe aspettato che Lei operasse tenendo insieme gli impegni ripetutamente assunti con le parti sociali, a partire dall’accordo dell’11 maggio 2012, con le misure contenute nella legge 95/2012.
Sia sulle dotazioni organiche che su precariato e relazioni sindacali il suo comportamento, signor Ministro, è lesivo delle prerogative delle rappresentanze sindacali, quelle stesse prerogative che lei stesso ha pienamente riconosciuto proprio quell’11 Maggio.
L’assenza di qualsivoglia informazione sui lavori di rideterminazione delle dotazioni organiche che ogni singola amministrazione ha inviato al Dipartimento della Funzione Pubblica, come pure delle successive attività rispetto a ciò che lei stesso ha definito “riequilibrio dei tagli agli organici” da il senso di un atteggiamento ben distante da quei messaggi tranquillizzanti che lei ha inteso offrire nel corso degli ultimi mesi. Su questo tema convochi immediatamente le organizzazioni sindacali rappresentative e in quella sede si assuma formalmente la responsabilità di una proposta; e questo, come dispone la sua direttiva n.10, ben prima dell’emanazione del DPCM.
Stesse osservazioni si avanzano per ciò che attiene, invece, i temi del lavoro precario e delle relazioni sindacali: non è accettabile che dagli impegni assunti formalmente per l’apertura di appositi tavoli di confronto sui due argomenti si sia passati ad ipotesi, quanto mai concrete, di direttive unilaterali all’ARAN. Un comportamento, signor Ministro, che la invitiamo ad interrompere quanto prima.
Convochi un tavolo di confronto e lo faccia anche senza la minaccia di uno sciopero generale alle porte: troppo importanti le questioni sul tappeto per continuare ad interpretare il suo ruolo in maniera così contrapposta alle aspettative e ai bisogni delle lavoratrici e ai lavoratori dei servizi pubblici e del sistema dei servizi ai cittadini che assicurano.
FP CGIL UIL FPL UIL PA
R. Dettori G. Torluccio B. Attili
Roma 6 novembre 2012