Roma, 15 ottobre – “Una mostruosità che provoca la mancanza di respiro. Non ci sono altre parole per qualificare un provvedimento, e nello specifico le misure che colpiscono le persone con disabilità, di un cinismo inimmaginabile”. Così la responsabile dell’Ufficio disabilità della Cgil Nazionale, Nina Daita, commenta i provvedimenti contenuti nel disegno di legge stabilità relativi al mondo della disabilità.
Secondo la dirigente sindacale “è rivoltante soltanto immaginare di tassare i cani dei ciechi, così come l’interprete dei sordomuti. Due beni essenziali che permettono alle persone con disabilità di poter espletare una funzione fondamentale: quella di poter vivere, di poter camminare e di poter sentire. Come si può soltanto pensare a misure del genere, venate di un crudele cinismo che ci riporta indietro di secoli?”. Per Daita, le misure allo studio del governo sulla disabilità, “sono un modo irresponsabile per dare la stura ai sentimenti peggiori, quelli della pancia per cui gli invalidi sono tutti dei falsi invalidi,
alzando così un muro tra le persone cosiddette normali e i disabili. Così li si ghettizza, facendoli sentire un costo per la società e non una risorsa, che è ciò che sono”.
Questo governo, prosegue la sindacalista, “non ha chiaro che i disabili non godono di sussidi ma di ausili per l’integrazione. L’indennità di accompagnamento non è tassabile perché è il risarcimento di un danno ricevuto, è un diritto perfetto, come stabilito dalla Suprema Corte. Pensare di ripianare il bilancio dello Stato facendo cassa sui più deboli, invece di adottare una patrimoniale sulle grandi ricchezze, è una mostruosità nei confronti della quale opporremo una estrema resistenza. Fino a quando – conclude – questo governo abuserà della pazienza delle persone con disabilità?”.
Poco dopo le 12 di oggi 12 ottobre è iniziato il previsto incontro tra il Presidente della Corte dei conti e le Organizzazioni Sindacali, presenti tra gli altri, il Segretario generale, il Vice Segretario generale e alcuni Dirigenti generali.
La riunione è stata aperta dal Presidente che ha fatto una sintetica panoramica sul D.L. n. 174/2012, successivamente è intervenuto il Segretario generale che ha fatto anche alcuni accenni alla situazione logistica e organizzativa dell’Istituto, soprattutto nelle sedi regionali.
A questo punto è stata data la parola ai rappresentanti delle Organizzaizioni Sindacali, che, oltre a portare il proprio specifico contributo, hanno tutte sottolineato l’importanza del momento per il nostro Istituto, in quanto l’opinione pubblica si aspetta molto da noi.
Per quanto riguarda la FP Cgil Corte dei conti, pur concordando con l’importanza del momento e con il carattere di “scommessa” del D.L. 174, ci si è soffermati soprattutto su un’analisi di merito del citato provvedimento, suggerendo anche specifiche modifiche all’articolato, in modo che lo stesso possa diventare più fattibile.
Nel chiudere la riunione il Presidente Giampaolino ha invitato le Organizzazioni Sindacali a seguire con attenzione l’iter parlamentare del decreto e inviare, tramite il Segretariato generale, anche proposte di emendamenti.
Segue il testo integrale dell’intervento che è stato sinteticamente illustrato nella riunione.
Corte dei conti
Egregio Presidente,
innanzitutto ci permetta di esprimere un sincero apprezzamento per la tempestività dell’odierno incontro.
Noi, com’è noto, siamo un Sindacato di natura confederale, pertanto, le nostre posizioni sono, molto spesso, articolate su due livelli:
da un lato, un giudizio politico complessivo che s’iscrive nella linea generale dell’Organizzazione, dall’ altro, valutazioni specifiche dovute al fatto che operiamo all’interno della Corte dei conti.
Per l’aspetto complessivo, rinviamo al comunicato nazionale che abbiamo fatto pochi giorni fa e di cui, ad ogni buon conto, lasciamo copia.
Nel corso di questo nostro breve intervento, a volte, porremo degli interrogativi, formuleremo critiche e suggerimenti, ma non lo faremo con un atteggiamento da “bastian contrari” (precisazione certamente opportuna visto che, come F.P CGIL, non passiamo per degli “Yes men”) ma con spirito costruttivo perché siamo coscienti del fatto che il decreto legge n. 174 è per l’Istituto una vera e propria “scommessa”.
VENIAMO AL MERITO
· Con l’ attuale d.l., s’ è presentato un provvedimento che, soprattutto per quanto riguarda il controllo sulle Regioni, ha una copertura costituzionale alquanto relativa, basti pensare che l’aggancio con la nostra carta costituzionale è dato, nell’ art. 1, co. 1, dallo stesso articolo che serve da base per l’ attività della nostra Sezione Enti. – Infatti, come sappiamo, la legge 21 marzo 1958 n. 259 (partecipazione della Corte dei conti al controllo sulla gestione finanziaria degli enti cui lo Stato contribuisce in via ordinaria) è stata fatta proprio in attuazione dell’ art. 100, co. 2, della Costituzione.
E’ chiaro che non bisogna essere dei costituzionalisti per sapere che una Regione (organo costituzionale) non è la medesima cosa di un Ente Lirico o un’ Autorità Portuale.
Pertanto, almeno parte del d.l. in esame si basa su un consenso soprattutto di tipo politico delle Regioni che si sono impegnate a non impugnare il d.l. davanti alla Corte Costituzionale.- E se la situazione nelle prossime settimane, una volta spenti i riflettori, dovesse cambiare?- La riforma del titolo V parte II della Costituzione, indipendentemente dal giudizio di merito che se ne possa dare, non è certo che abbia tempi brevi.
Insomma, soprattutto nelle Sezioni Regionali, ci accingiamo ad un notevole sforzo, ma con un quadro normativo e politico-istituzionale incerto.
Restiamo sempre alle Regioni:
· per il controllo preventivo il “modello” è l’art. 3 della legge 20 del 1994 dimezzando i termini.- Siamo attrezzati per rispettare i 15 giorni?- L’elenco degli atti da sottoporre a controllo è tassativo? (manca l’ avverbio “esclusivamente” contenuto nel cit. art. 3). Qual’è il rapporto tra dotazioni organiche della magistratura e del personale amministrativo ed il numero degli enti controllati nelle singole regioni? Soprattutto in alcune sedi regionali del Nord, questo rapporto, sulla base dei dati a nostra disposizione è molto sfavorevole. (vedi allegato pdf contenente dati risultanti da nostre elaborazioni e ripresi, per le AA.SS.LL. dal Ministero della Salute)
· Nel d.l. in esame è previsto che nelle nuove attribuzioni ci sono la stesura di due relazioni semestrali sulle tecniche di copertura delle leggi regionali;
anche in questo caso, come sappiamo, c’è un modello di provenienza statale perché ci sono le relazioni quadrimestrali sulle tecniche di copertura delle leggi di spesa previste da una legge di modifica alla 468 del 1978.
Se è spiegabile “l’eredità” di quest’attività a livello centrale è proprio necessario che essa si riproduca a livello regionale con relativo aggravio in termini di carico di lavoro nelle Sezioni Regionali di controllo? – Come si concilia la previsione normativa in commento col prossimo varo della “legge rinforzata” attuativa dell’art. 81 modificato sul pareggio di bilancio previsto anche per EE.LL. e Regioni? E ancora siamo in attesa del recepimento con la legge comunitaria 2012 (già approvata da un ramo del Parlamento) della direttiva europea n. 85/2011 sui requisiti dei quadri di bilancio.
INSOMMA, perché riproporre modelli datati quando la situazione negli ultimi tempi ha avuto forti cambiamenti?
· Pensiamo che si dovrebbero proporre degli emendamenti durante l’iter parlamentare che snelliscano l’attuale testo perché è meglio prevedere meno funzioni , ma con più possibilità di esercizio effettivo delle stesse.
· Con l’ attuale d.l. si rafforza l’asimmetria organizzativa tra centro e periferia:
ad es., come sappiamo, per il controllo di legittimità a Roma c’è una specifica Sezione, mentre a livello regionale il controllo preventivo è esercitato dallo stesso organo che dovrà fare anche il controllo di regolarità contabile su Regioni ed EE.LL.;
se, fino ad ora, l’asimmetria era gestibile con l’aumento dei provvedimenti da controllare il problema in termini logistico-organizzativi può diventare rilevante.
· Inutile dire che con l’attuale d.l. viene messa una pietra tombale su ogni forma di “controllo collaborativo”: gli intrecci tra funzione di controllo e giurisdizionale sono evidenti in più di un caso.- Facciamo quest’osservazione non tanto perché vogliamo essere i nostalgici della riforma degli anni ’90 (anche se la nostra serietà ci impone di ricordare che c’abbiamo creduto). – Il vero problema, in termini operativi, è che dobbiamo mettere inevitabilmente in conto che con un controllo ormai quasi totalmente paragiurisdizionale con forte connotazione ispettiva e repressiva, le Amministrazioni alzeranno con più forza i “muri di gomma”, rilanceranno forme di ostruzionismo. – Nel conto, quindi, occorrerà mettere anche una parte delle nostre energie che verranno sprecate in forme di “guerriglia burocratica”.
· A questo punto, giungiamo ad un altro punto critico del decreto: la violazione, dell’autorganizzazione della Corte perché entra fin troppo nello specifico delle competenze delle sue varie articolazioni. – In altre circostanze, il legislatore s’è riferito più genericamente alla Corte dei conti e soltanto successivamente le nostre Sezioni Riunite hanno stabilito quale fosse l’organo competente;
ci rendiamo conto dell’urgenza con cui è stato fatto il provvedimento, tuttavia sappiamo, anche attraverso la saggezza popolare e la nostra esperienza di vita, che “la gatta per avere fretta fece i gattini ciechi”. – Ciò, nel caso di specie, significa che se avessimo avuto l’ opportunità di adoperare le nostre prerogative d’ autorganizzazione si sarebbe sicuramente bilanciato meglio il carico di lavoro tra le Sezioni Regionali e le strutture centrali di controllo ad iniziare dalla Sezione delle Autonomie che, non a caso, anni orsono ha assunto l’attuale denominazione proprio perché si sarebbe occupata anche delle Regioni.
· Il d.l. ha impattato su un autonomo percorso partito mesi fa con la Commissione di studio e che magari c’avrebbe dato la possibilità di proporre i contenuti per una legge-delega che poi, ovviamente, si sarebbe concretizzata con un decreto legislativo in analogia con quanto avvenuto per il Consiglio di Stato che, in queste settimane, è giunto anche ad un decreto legislativo correttivo del codice del processo amministrativo.
· Viene violata, a livello regionale, anche la distinzione tra indirizzo e gestione (art. 7, co.1, lett. a) con la figura del “Presidente coordinatore” individuato nel vertice istituzionale della Sezione Regionale di controllo che coordina tutte le attività amministrative della Corte nell’ ambito della Regione. -Se è vero che ciò può snellire i rapporti tra il dirigente della sede regionale e i vertici istituzionali (a questo punto non più tre) è altrettanto vero che si svuota di significato il SAUR e, conseguentemente, il ruolo dirigenziale ad esso collegato.- Anche qui ci sembra d’obbligo un richiamo alla nostra autonomia regolamentare e, in particolare, al regolamento d’ organizzazione: è appena il caso di ricordare che l’articolo 2, co.1, lett. a) come primo criterio d’organizzazione prevede quello della “distinzione tra funzioni d’indirizzo e controllo e funzioni di attuazione e gestione”.- Pertanto, indipendentemente dal valore che eventualmente si vuol dare alla nozione di “coordinamento” (di contenuto gerarchico o meno rispetto al dirigente) è chiaro che il Presidente di Sezione del controllo finirà col cumulare sia funzioni di indirizzo che gestionali;
naturalmente, seguiremmo con attenzione anche un’eventuale chiave interpretativa del Consiglio di Presidenza rispettosa della citata distinzione tra indirizzo e gestione, o le conclusioni di una eventuale Conferenza dei Presidenti delle Sezioni Regionali di Controllo.
Inoltre, ben diversa sarebbe stata la situazione se si fosse fatta la prevista circolare sulla contrattazione integrativa territoriale (si veda la direttiva sul funzionamento dei SAUR) perché si sarebbero potute trovare soluzioni per gli attuali problemi rispettando le disposizioni contrattuali.- Pensiamo che su questi punti si debba recuperare in fretta il tempo perso.
· PER GLI ENTI LOCALI: si percorre, in vari casi, la strada consolidata della doppia competenza sia delle Sezioni Regionali di controllo che di organi ministeriali, nascono nuove incombenze come quelle dovute alla revisione della spesa o al piano di riequilibrio finanziario.- Su quest’ultimo punto, con le risorse a disposizione, non pensiamo che una Sezione Regionale possa esaminare il piano di riequilibrio in 30 giorni sia che si tratti di un Comune di 6.000 abitanti e sia che si tratti di un Comune capoluogo (pensiamo, ad es., all’eventuale piano di riequilibrio di un Comune come Napoli). – E’ chiaro che in quest’ultimo caso, i termini vanno aumentati e portati ad almeno 45 giorni.
Un ulteriore elemento di preoccupazione sono quegli accenni all’uso della Guardia di Finanza e ai servizi ispettivi della RGS; non a caso, questo è uno dei punti che tocchiamo nel nostro recente comunicato. – Il pericolo è che passando la già citata concezione prettamente repressiva e ispettiva del controllo la generazione di funzionari/e “educata” al “controllo collaborativo” verrà meno usata e ciò va assolutamente evitato.
· Allora se è vero che al potenziamento delle funzioni non corrisponde un adeguato potenziamento di risorse umane e/o finanziarie è altrettanto vero che in un simile contesto diventa ancora più importante rivendicare il fatto che le poche risorse restateci vengano usate in maniera equa e trasparente e, quindi con l’ attuale d.l. che rafforza le attività istituzionali è del tutto assurdo un FUA eventualmente sbilanciato sulle attività di amministrazione attiva. – In questi giorni abbiamo prodotto un rilevante sforzo unitario con l’importante contributo di altre OO.SS. e speriamo che lo stesso trovi corrispondenza nei comportamenti dell’ Amministrazione anche in termini di maggiore trasparenza su alcune voci di salario accessorio:
se a livello di opinione pubblica diventiamo una speranza di trasparenza è chiaro che la stessa deve diventare maggiore anche al nostro interno e, in questo senso, seguiremo con attenzione anche i lavori dell’apposita Commissione recentemente istituita perché la trasparenza insieme all’equità organizzativa sono tra i fattori che maggiormente possono aumentare la produttività complessiva dell’ Istituto di cui in questa fase abbiamo ancora più bisogno.
LA DELEGAZIONE NAZIONALE TRATTANTE DELLA F.P. CGIL CORTE DEI CONTI
Roma 12/10/2012
DAL RETROATTIVO AL RETRODATATO
Se non fosse che la situazione è seria, ci sarebbe da ridere.
Di nuovo tornano le schede di valutazione relative all’anno 2011, con l’aggravante che in alcuni Uffici/Direzioni sono state sottoposte ai lavoratori, per la prima volta in questi giorni, con la data, però, di fine aprile.
Di più, a chi fa notare che sottoscrivere un documento con la data antecedente di circa sei mesi potrebbe essere considerato un falso, si risponde in modo laconico che è solo un pro-forma, dato che tali schede non avranno alcun effetto: tutto ciò non è vero!
Nel ribadire con forza le motivazioni per le quali nei mesi scorsi quasi tutte le OO.SS. hanno consigliato vivamente ai lavoratori di non firmare tali schede, si sottolinea a maggior ragione che in nessun caso si può sottoporre alla firma una scheda di valutazione non solo retroattiva ma addirittura retrodatata.
Si ribadisce a tutti i lavoratori che la nota n. 1700 del 12 aprile 2012 del Ministro Elsa Fornero non sospende gli effetti giuridici (ovvero tutto l’impianto del sistema di valutazione).
Si invita pertanto l’Amministrazione a voler sospendere definitivamente il sistema di valutazione adottato con i D.M. 7/4/2011 e 30/1/2012.
Roma, 15 ottobre 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
13.10.2012 – In allegato il comunicato sulla riunione del Coordinamento regionale Puglia.
9.10.2012 – Comunicato su stato di agitazione
Ministeriale GDAP-0363774-2012 del 12.10.2012.
Si pubblica il testo definitivo del DL 158 sulla Sanità, riportato su www.sanita.ilsole24ore.com approvato oggi dalla Commissione Affari Sociali e che la prossima settimana andrà in aula alla Camera, dove potrebbe essere approvato un maxiemendamento del Governo che potrebbe modificarlo nuovamente e sul quale potrebbe essere posta la fiducia.
“Il Governo Monti e il Ministro dell’Economia, dopo aver incomprensibilmente inserito l’accorpamento delle Agenzie Fiscali nella cosiddetta spending review senza tenere conto né delle specificità delle singole agenzie né del costo di tale fusione, adesso impongono le loro scelte con la fiducia sul maxiemendamento alla delega fiscale. Un grave errore, visto che la Commissione Finanze della Camera aveva fatto un ottimo lavoro, correggendo un errore macroscopico. È intollerabile che un Governo tecnico sconfessi il pronunciamento del massimo organo legislativo del nostro ordinamento, peraltro il solo elettivo coinvolto in questa contesa. Umiliante”, con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil Nazionale, critica la scelta del Governo di imporre l’accorpamento dell’agenzia dei Monopoli e de Territorio rispettivamente in quella delle Dogane e delle Entrate.
“Il provvedimento era stato congelato in Commissione Finanze in quanto non avrebbe prodotto i risparmi previsti, determinando nell’immediato maggiori costi e il rallentamento della lotta all’evasione ed elusione fiscale, in attesa della nuova riorganizzazione. L’esecutivo non solo compie un intollerabile braccio di ferro istituzionale a suon di voti di fiducia, ormai divenuti prassi, ma rallenta la necessaria riforma del catasto e rende ancor più difficile il lavoro di chi è chiamato a svolgere il controllo della legalità nei giochi. Le Agenzie potevano raggiungere i risparmi previsti nella spendig review ponendo in essere una organizzazione interna tale da non compromettere le azioni istituzionali alle quali sono preposte. Contro la volontà del Parlamento – conclude Chiaramonte – il Governo Monti getta nel caos le Agenzie Fiscali”.
Roma, 11 ottobre 2012
Roma, 12 ott. (TMNews) – Il governo avrà nove mesi di tempo per adottare uno o più decreti delegati con l’obiettivo di rivedere il sistema fiscale italiano. La delega fiscale ha compiuto il suo primo giro di boa con il via libera dell’Aula della Camera e passa ora all’esame del Senato. Più volte il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, ha tenuto a sottolineare che si tratta di una delega “anomala”, una “non-riforma” che punta a “rendere il sistema più giusto, più equo e più favorevole alla crescita”. Tuttavia, le misure sono destinate a incidere non poco sui contribuenti italiani, a partire dalla riforma del catasto (che il governo ha assicurato partirà entro la fine della legislatura) alle norme sull’abuso di diritto, dall’accorpamento delle Agenzie fiscali alla revisione della riscossione degli enti locali, al fondo per il calo delle tasse che resta confermato a partire dal 2014. Il governo ha posto la fiducia sul testo uscito dalla commissione Finanze di Montecitorio modificando però due commi. La commissione infatti aveva stoppato l’accorpamento dei Monopoli di Stato nell`Agenzia delle dogane e dell`Agenzia del territorio nell`Agenzia delle entrate ma, supportato dal giudizio della Rgs, l’esecutivo ha reinserito la fusione nel maxiemendamento.
In data odierna è stato siglato l’accordo FUA 2012 per gli Enti dell’Agenzia Industrie Difesa concordando di recepire l’Accordo già sottoscritto in data 27 Luglio 2012 tra Amministrazione Difesa e OO.SS. Nazionali.
Si allega copia dell’ipotesi di accordo.
FPCGIL DIFESA UILPA DIFESA
Noemi Manca Sandro Colombi
Per vostra informazione vi invio, in allegato, le graduatorie per l’attribuzione delle fasce F5 del profilo professionale di assistente amministrativo (area II) e F2 del profilo professionale di funzionario area amministrativa e giuridico contenzioso (area III)
Roma, 12 ottobre 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo