“Nessuno escluso! Migliorare la giustizia si può. Basta volerlo”. Con queste parole la Funzione Pubblica Cgil promuove un presidio dei Funzionari dell’Ufficio del Processo del Ministero della Giustizia e della Giustizia Amministrativa (Consiglio di Stato/TAR) a Roma lunedì 19 dicembre in piazza Cairoli, nei pressi del Ministero della Giustizia, dalle ore 10.30 alle ore 13. Le rivendicazioni al centro della manifestazione promossa dalla Fp Cgil Cgil sono: realizzare gli obiettivi del Pnrr e stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl scrivono al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per richiedere un incontro per la apertura della trattativa del Ccnl Rsa.
Leggi la lettera.

Previsto emendamento in manovra per riconoscimento pieno, rimane stato di agitazione

“È intenzione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di presentare un emendamento al maxi emendamento governativo alla manovra che garantisca il riconoscimento pieno dell’indennità di amministrazione perequata. Fin quando non vedremo il testo definitivo, però, rimane lo stato di agitazione”. Così le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi al termine dell’incontro con la titolare del dicastero di via Veneto, Maria Elvira Calderone, in occasione dello sciopero di Inl e Anpal, così come di Anvur, in ragione del mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione.

Una delegazione sindacale, infatti, mentre era in corso un partecipato presidio di lavoratrici e lavoratori, non solo di Inl e Anpal ma anche di altre agenzie escluse, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha incontrato la ministra Calderone: “Un incontro – riferiscono al termine – dove non abbiamo avuto soltanto promesse ma la concreta intenzione, da parte della ministra, di presentare un emendamento al maxi emendamento governativo che dovrebbe andare nella direzione di un riconoscimento pieno dell’indennità di amministrazione perequata”.

Emendamento sul quale, specificano i sindacati, “ci dovrebbe già essere, come ha riferito la ministra, anche l’accordo con il Mef. Tuttavia non avendo ancora alcuna certezza precisa, che avremo quando vedremo il testo definitivo del maxiemendamento, terremo fermo lo stato di agitazione fin quando non ci sarà il riconoscimento pieno dell’indennità di amministrazione perequata per le lavoratrici e i lavoratori di Inl e di Anpal”, concludono.

Manifestazione a Roma al Mef dalle 10, previsto incontro con Calderone

‘Più diritti a chi tutela i diritti degli altri!’. Dietro queste parole lunedì 12 dicembre gli oltre 4 mila dipendenti dell’Inl e i circa 90 di Anpal incroceranno le braccia: la ragione dello sciopero è nel mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione e per questo scenderanno in piazza a Roma davanti al Mef in via XX settembre a partire dalle ore 10. A promuovere la mobilitazione sono le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi per protestare contro il mancato riconoscimento della perequazione dell’indennità di amministrazione perché, specificano, “nonostante le promesse che in legge di Bilancio sarebbe stata inserita una norma apposita, nulla è previsto nel testo inviato alle Camere”.

Il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione, fanno sapere i sindacati, “che ha invece interessato tutti i dipendenti ministeriali a inizio anno, determina un effetto per cui I dipendentI di queste due agenzie strumentali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ovvero Ispettorato nazionale del lavoro e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, non stanno ricevendo aumenti che vanno da 1.500 a 2.500 euro lordi annui”. Un mancato adeguamento degli stipendi che sta avendo effetti anche sull’occupazione: “In conseguenza di questo – osservano -, diversi vincitori di concorso hanno rinunciato a prendere servizio, aggravando la crisi di personale già molto forte”.

Nello stesso giorno dello sciopero, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, ha convocato alle ore 12 un incontro con i rappresentanti sindacali di Inl e Anpal presso la sala Gino Giugni del dicastero di via Veneto ma, osservano Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi, “non sono ancora chiari i contenuti dell’incontro”. Alla giornata di sciopero aderisce anche il personale di Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, mentre al presidio parteciperanno lavoratori di altre Agenzie escluse dalla perequazione.

Al Mit per più risorse e personale, solo 300 dipendenti per garantire sicurezza trasporti

Presidio nazionale 12 dicembre del personale di Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Appuntamento lunedì a Roma nei pressi della sede del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in piazzale di Porta Pia a partire dalle ore 10. Al centro della protesta, promossa dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Fit Cisl, Uilpa, Flp, Cida e Flepar, “il personale insufficiente, pari a circa sole 300 unità, e non adeguatamente incentivato”.

Ansfisa, fanno sapere i sindacati, “si occupa di sicurezza delle ferrovie, delle strade, delle autostrade, delle gallerie, delle metropolitane, delle sciovie, delle seggiovie, delle funivie, delle tranvie, degli ascensori e delle scale mobili dell’intero Paese. Per maggiore chiarezza: la direzione ferroviaria di Anfisa deve occuparsi di 9 gestori della rete (ad esempio Rfi), di 44 imprese che svolgono il servizio ferroviario (ad esempio, Trenitalia e Italo) e di 12 centri di formazione preposti appunto alla formazione del personale; la direzione stradale supervisiona la sicurezza relativa a 8.055 gestori stradali e autostradali; da ultimo, la direzione degli impianti fissi svolge la propria attività su oltre 5.000 impianti”.

Una mole di lavoro che ricade, proseguono i sindacati, “su 300 unità sparse su tutto il territorio nazionale peraltro non in modo uniforme (mancano le strutture nell’intero nord-ovest e in Sardegna)”. Per queste ragioni, riportate al direttore di Ansfisa, Domenico De Bartolomeo, e al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, i sindacati promuovono il presidio di lunedì a Roma davanti al Mit dietro le parole ‘Garantiamo sicurezza, pretendiamo risorse’.

“Raggiunta stamane la preintesa per il rinnovo del contratto Fabbricerie 2021/2023. L’accordo prevede un aumento del trattamento fondamentale dal primo gennaio 2023 del 4,7%, pari a 101,67 euro di aumento medio”. A farlo sapere è la Funzione Pubblica Cgil in merito a un contratto che coinvolge circa un migliaio di dipendenti degli enti che gestiscono, conservano e valorizzano un pezzo importante del patrimonio monumentale, come ad esempio il Duomo di Pisa, Santa Maria del Fiore a Firenze e il Duomo d’Orvieto.

La preintesa raggiunta, prosegue la Fp Cgil, “prevede come arretrato, relativo agli anni 2020 e 2021, l’erogazione di un importo di 850 euro per ogni dipendente diviso in 250 euro sotto forma di una tantum e 580 euro da destinare welfare aziendale, il tutto da contrattare ed erogare entro dicembre”.

Inoltre, continua il sindacato, “nell’ottica di di valorizzare la contrattazione di secondo livello, la somma destinata alla trattativa aziendale passa dallo 0,8% allo 0,9% del monte salari 2019; viene inoltre finalmente individuato, dopo 12 anni dalla nascita del Ccnl Fabbricerie, un fondo di previdenza complementare. Tale fondo sarà il fondo Previdenza Cooperativa cui verrà destinato a partire dal primo gennaio 2023 un contributo del datore di lavoro pari all’1% del trattamento economico destinato a ciascun dipendente. Sulla parte normativa del contratto il tavolo proseguirà nelle prime settimane del 2023”, conclude la Fp Cgil.

Le ragioni, nostre di categoria e confederali, insieme al calendario di iniziative programmate per la settimana dal 12 al 16 dicembre

Per cambiare una legge di Bilancio sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una legge di Bilancio più giusta per le persone e più utile per il Paese, la Cgil promuove dal 12 al 16 dicembre, insieme alla Uil, una serie di manifestazioni e scioperi organizzati a livello regionale, leggi le rivendicazioni di categoria:

FUNZIONI CENTRALI
FUNZIONI LOCALI
SANITÀ PUBBLICA
SANITÀ PRIVATA
TERZO SETTORE

Uno sciopero per chiedere: di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale); di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; di cancellare la legge Fornero e introdurre: l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.

La prima regione a mobilitarsi sarà la Calabria con lo sciopero e la manifestazione in programma per lunedì 12 dicembre. Il giorno seguente, martedì 13 dicembre, sarà la volta della Sicilia e dell’Umbria. A Perugia, in piazza Italia, alle ore 11, interverrà il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre, la manifestazione regionale che si terrà a Bari, in piazza Federico II di Svevia, alle ore 11.30, sarà conclusa da Maurizio Landini. Lo stesso giorno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto. Giovedì 15 dicembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Abruzzo, Marche e Piemonte. Venerdì 16 dicembre scenderanno in piazza, contestualmente agli scioperi, tutte le altre regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Maurizio Landini concluderà la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza Madonna di Loreto, a partire dalle ore 10.

Per la mappa delle manifestazioni, in continuo aggiornamento, clicca qui

Promossa da Epsu per rivendicare azioni concrete: salari, assunzioni e risorse per evitare che sistemi sanitari collassino

‘Trasforma gli applausi in azioni concrete: salari dignitosi, più personale, no alla privatizzazione’. Venerdì 9 dicembre a Bruxelles, a partire dalle ore 11 in piazza Schumann, in occasione del Consiglio europeo dei ministri della salute, delegazioni di operatori sanitari e sociosanitari proveniente da tutta Europa parteciperanno a una manifestazione indetta dalla Federazione sindacale europea dei servizi pubblici Epsu. Nel corso della giornata una delegazione di lavoratori, guidata dal segretario generale di Epsu, Jan Willem Goudriaan, incontrerà il commissario europeo per il Lavoro, Nicolas Schmit.

Il sindacato europeo, fa sapere la Funzione Pubblica Cgil che sarà presente domani in piazza insieme alle altre organizzazioni sindacali europee, “chiede azioni comuni relativamente alla sanità ed evitare il rischio che i sistemi sanitari in tutta Europa possano collassare. È il momento di prendere coscienza che i problemi dei sistemi socio-sanitari sono comuni a tutti i paesi europei, servono salari bassi, necessità di assunzioni, riconoscimento professionale e sociale. C’è bisogno di un’Europa in cui si investa per migliorare la sanità e i servizi pubblici, a partire da nuove assunzioni, e per la qualità della sanità pubblica, una delle spine dorsali dell’Europa democratica”.

Sul fronte italiano, relativamente al capitolo sanità, la Fp Cgil osserva: “Il governo nella legge di bilancio non ha messo risorse per rifinanziare il fondo sanitario nazionale, per rinnovare i contratti, per potenziare i servizi territoriali e le strutture ospedaliere e per recuperare le infinite liste di attesa, con la conseguente accelerazione di un processo di privatizzazione del diritto alla salute. Indispensabile diventa sostenere l’assunzione di nuovi professionisti, la stabilizzazione del personale precario e della ricerca e la valorizzazione dei lavoratori nel settore sanitario e sociosanitario attraverso adeguati riconoscimenti, reali possibilità di carriera e migliorando le condizioni di lavoro. È necessario programmare, finanziandoli adeguatamente, i fabbisogni formativi universitari delle professioni sanitarie e sociosanitarie anche abolendo il numero chiuso. Solo così potremmo rendere attrattive le professioni per i giovani e allo stesso tempo evitare abbandoni e dimissioni dal servizio pubblico e privato”. Domani quindi ‘prima’ tappa della mobilitazione che vedrà impegnata la Cgil nella prossima settimana fatta di scioperi territoriali: “La nostra mobilitazione comincia da Bruxelles dove insieme agli altri lavoratori europei diremo a gran voce che gli applausi non bastano più, servono azioni concrete”, conclude la Fp Cgil.

Per mancato riconoscimento indennità amministrazione, appuntamento in via XX settembre ore 10

Sciopero lunedì 12 dicembre del personale dell’Inl e di Anpal con manifestazione nazionale a Roma davanti al Mef in via XX settembre a partire dalle ore 10 dietro le parole ‘Più diritti a chi tutela i diritti degli altri!’.  A promuoverlo sono le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi per protestare contro il mancato riconoscimento della perequazione dell’indennità di amministrazione perché, specificano, “nonostante le promesse che in legge di Bilancio sarebbe stata inserita una norma apposita, nulla è previsto nel testo inviato alle Camere”.

Il mancato adeguamento dell’indennità di amministrazione, fanno sapere i sindacati, “per i dipendenti di questi due enti, oltre 4 mila quelli dell’Ispettorato nazionale del lavoro e circa 90 quelli dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, determina un effetto per cui un dipendente di queste due agenzie strumentali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali non sta ricevendo gli aumenti previsti dal Dpcm 23 dicembre 2021 per tutti i dipendenti dei Ministeri, che vanno da 1.500 a 2.500 euro lordi annui. Anche in conseguenza di questo, diversi vincitori di concorso hanno rinunciato a prendere servizio, aggravando la crisi di personale già molto forte”.

Nello stesso giorno dello sciopero, la ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha convocato alle ore 12 un incontro con i rappresentanti sindacali di Inl e Anpal presso la sala Gino Giugni del dicastero di via Veneto ma, proseguono i sindacati, “non sono ancora chiari i contenuti dell’incontro”. Alla giornata di sciopero aderisce anche il personale di Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, mentre al presidio parteciperanno lavoratori di altre Agenzie escluse dalla perequazione.

“Letta la legge di Bilancio e ascoltate le linee programmatiche possiamo dire che le risposte sono inadeguate di fronte alle emergenze che stanno dilaniando le pubbliche amministrazioni. In attesa che decida di confrontarsi con le organizzazioni sindacali, i primi provvedimenti in legge di Bilancio e le linee programmatiche ascoltate oggi, indicano la direzione di marcia: non investire sul personale della Pa. Mancano infatti risorse per occupazioni, contratti, valorizzazione professionale”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, dopo le dichiarazioni programmatiche del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi al Senato.

“Basta, infatti, – prosegue – leggere ciò che il governo ha scritto nero su bianco nella legge di Bilancio e cioè che i redditi da lavoro dipendente (stipendi) rimarranno costanti nei prossimi anni, che ad inflazione galoppante vorrà dire perdere salario, e che la spesa per il personale decresce, quindi niente assunzioni. Oltretutto, questi temi sono mancati anche nel discorso del ministro oggi al Senato. Anzi, tornando alla legge di Bilancio, scopriamo che si introduce un fantasioso ‘emolumento accessorio una tantum’ che scomparirà nel 2024 e ammonta a pochi euro al mese. Alla faccia di quella che il ministro chiama attenzione ai lavoratori pubblici. Valorizzare il lavoro di qualità, oltre il concetto di merito, le competenze e la professionalità sono obbiettivi prima di tutto dei dipendenti, mortificati dalla propaganda dei fannulloni prima, da quella degli eroi poi e oggi di nuovo dal Governo che nega le priorità : salari e assunzioni”.

Nel suo annunciato tour nelle amministrazioni locali, osserva la dirigente sindacale, “forse il ministro si renderà conto delle gravi carenze occupazionali, specie in quei comuni, sempre più numerosi, dove compaiono cartelli tipo ‘i servizi si erogano su prenotazione perché manca il personale’. Forse allora rivedrà le sue affermazioni relative al fatto che non ci sia bisogno di un piano straordinario di assunzioni. Per noi un piano di assunzioni è una priorità e su questo ci mobiliteremo, anche per contrastare l’evidente disegno che da un lato vede la privatizzazione dei servizi pubblici con i fondi Pnrr e dall’altro l’aumento della precarietà”.

Inoltre, prosegue Sorrentino, “il ministro Zangrillo sulla contrattazione integrativa parla di una realtà che non esiste: ‘soldi a pioggia nella Pa”, come ha affermato il ministro, non si danno proprio grazie alle norme contrattuali, dica quali accordi pone sotto osservazione perché ci sono decine migliaia di Rsu elette nel settore pubblico che si misurano con la contrattazione decentrata ogni giorno e che meritano rispetto, non di essere per l’ennesima volta sotto accusa. Ricordo, inoltre, al ministro Zangrillo che gli accordi li firmano le amministrazioni, quindi c’è un triplo controllo: la contrattazione, l’amministrazione e gli organi ispettivi. Caso mai il problema sono i tetti di spesa e i vincoli che esistono per legge e che limitano la contrattazione ad essere il freno allo sviluppo della contrattazione decentrata, che chiediamo di superare da quando furono introdotti nel 2016 e che neanche in questa legge di bilancio sono superati”.

Per quanto riguarda il tema digitalizzazione e smart working, osserva la dirigente sindacale, “abbiamo contrattualizzato, e siamo il paese che ha le norme più avanzate, il lavoro agile e quello da remoto andando anche a distinguere le tipologie. Se il ministro Zangrillo vuole veramente far funzionare lo smart working si rivolga soprattutto ai dirigenti. Infine, bene il tema della concentrazione dei concorsi sul portale InPa ma la recente esperienza relativa alle nuove procedure concorsusali ci indica che va cambiata la modalità di selezione del personale. Non si possono selezionare profili indistinti di competenze che non rispondono a quelle che sono le esigenze dei fabbisogni professionali indicati dalle singole amministrazioni. C’è bisogno di un ulteriore intervento sulle procedure di reclutamento, ma soprattutto c’è bisogno di far coincidere i piani dei fabbisogni con i nuovi profili professionali scritti all’interno dei contratti collettivi di lavoro”.

In conclusione, “se queste sono le linee programmatiche, il settore pubblico rischia di finire su un binario morto, le amministrazioni pubbliche sono tante e diverse hanno bisogno di personale, risorse e strumenti organizzativi per governare innovazione e digitalizzazione. Lo dica il ministro ai lavoratori che gli stipendi attuali sono ‘attrattivi’ per le competenze avanzate, quelle che ci sono dentro le amministrazioni e che meritano rispetto perché fanno funzionare il sistema Paese, quelle che aspirano a mettere la propria professionalità a disposizione dell’amministrazione pubblica e che però non trovano valorizzazione nella Pa. Propongo al ministro Zangrillo un confronto con i delegati delle diverse amministrazioni pubbliche, magari nel confronto e nell’ascolto comprenderà che chi non investe sul settore pubblico si assume la responsabilità di indebolire l’architettura fondamentale del nostro paese, per questo la legge di bilancio sul capitolo lavoro pubblico va cambiata”, conclude Sorrentino.

Davanti al Mit in Piazzale di Porta Pia dalle ore 10 alle ore 13

Ansfisa: garantiamo sicurezza, rivendichiamo risorse. Dopo la proclamazione dello stato di agitazione del personale dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Fit Cisl, Uilpa, Flp, Cida e Felpar promuovono un presidio nazionale a Roma per lunedì 12 dicembre davanti al Mit in Piazzale di Porta Pia dalle ore 10 alle ore 13. Al centro delle rivendicazioni il bisogno urgente di risorse, sia economiche che professionali.

Pa: Sindacati, al via stato di agitazione personale Ansfisa

Il ‘Fondo per il sostegno dei lavoratori con contratto a part-time ciclico verticale’ va rifinanziato nella legge di Bilancio 2023.

Scarica il volantino.

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