“I dati non confermano soltanto la bontà del nostro lavoro di rappresentanza sindacale, ma sono una risposta formale a chi, sia tra gli altri sindacati che tra gli organi di informazione, ha messo in dubbio il verdetto e tentato di far apparire il responso delle urne come un sostanziale pareggio”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, commenta l’avvenuta certificazione da parte dell’Aran dei risultati delle elezioni nazionali delle Rappresentanze Sindacali Unitarie svoltesi il 5, 6 e 7 marzo.
“I dati certificati dall’Aran quest’anno giungono in anticipo rispetto al passato, anche se con tempi ancora troppo lunghi. Dati che confermano la nostra rilevazione, assegnando alla Fp-Cgil Nazionale il 31,7% dei consensi, pari a 313.239 voti validi tra le lavoratrici e i lavoratori delle pubbliche amministrazioni, oltre 12mila in più rispetto al 2007 in un contesto di generale calo dei votanti. Siamo primi a livello nazionale e in quasi tutti i comparti: primi nelle Agenzie Fiscali, primi nei Ministeri, primi nelle Regioni e nelle Autonomie Locali, primi nel Servizio Sanitario Nazionale. Un dato straordinario – aggiunge la sindacalista – che registra un maggiore consenso tra i lavoratori rispetto al passato e premia il nostro impegno sindacale nella brutta stagione brunettiana, l’opposizione alla controriforma del lavoro pubblico e le battaglie contro le politiche di austerità e di smantellamento dei servizi pubblici. Rivendicazioni che hanno ottenuto un ampio consenso e che continuiamo a tenere in campo, come faremo il 28 settembre con lo sciopero generale dei servizi pubblici insieme alla Uil”.
“Avendo ogni organizzazione certificato con l’Aran i propri risultati elettorali, oggi possiamo confermare, al contrario di altri, la veridicità della nostra rilevazione e le valutazioni positive fatte all’indomani del voto. Agli organi di stampa, che giustamente hanno più volte sollecitato l’Aran alla celerità, chiediamo di dar conto ai propri lettori dei risultati reali – conclude Dettori – visto che nei giorni successivi alla consultazione, di fronte alla generale corsa alle dichiarazioni trionfalistiche, si era da più parti parlato di un sostanziale pareggio.
I dati invece ci parlano di una nostra vittoria e sarebbe opportuno dare informazione dei fatti, lasciando da parte la propaganda pre e post elettorale”.
Roma, 21 settembre 2012
“Il successo del nostro sciopero generale e la partecipazione alla manifestazione di Roma, oltre 30mila persone nonostante la pioggia, sono la migliore risposta che le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici potessero dare al Governo e al suo progetto di riduzione dello spazio pubblico”, questo il contenuto di una nota unitaria di Rossana Dettori, Domenico Pantaleo, Giovanni Torluccio, Benedetto Attili e Alberto Civica, rispettivamente Segretari Generali di Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Fpl, Uil-pa e Uil-Rua.
“La spending review rischia di creare, dopo il dramma degli esodati dei settori privati, un esodo forzato dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni, peraltro gestito in modo autoritario, senza un confronto costruttivo con le forze sindacali. I provvedimenti del Governo Monti aggraveranno le condizioni del settore pubblico – continuano i cinque sindacalisti – creando nuova disoccupazione. Dagli esuberi fino all’espulsione dei precari, passando per tagli lineari insopportabili, siamo di fronte a un’emergenza sociale senza precedenti e senza paragoni con altre crisi aziendali”.
“Questa giornata è solo la prima fase della nostra mobilitazione, che continuerà se non dovessero giungere risposte risolutive. Il Governo – concludono i cinque segretari generali – faccia un passo indietro”.
Roma, 28 settembre 2012
Riduzioni di imposta previste dall’art. 4, comma 3, del decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, relative al periodo compreso tra il 1° gennaio 2011 e il 31 dicembre 2011.
Il verbale della riunione sul FESI 2012 tenuta a tavoli separati. Da notare che, a differenza di altre sigle non presenti al nostro tavolo, abbiamo chiesto, nell’interesse del personale, di confermare l’impianto dell’accordo dello scorso anno e di firmare l’accordo entro una settimana. Ci hanno convocato troppo tardi e cambiare i punti cardine dell’accordo avrebbe avuto un duplice effetto negativo:
1)allungare la trattativa e i tempi di attesa del personale che aspetta la remunerazione del compenso
2)cambiare le regole quando ormai l’anno era giunto quasi al termine…se si vuole cambiare bisogna convocare le sigle all’inizio dell’anno e chiudere subito l’accordo, così i colleghi sanno come si può arrivare a raggiungere i compensi previsti!!!
Comunicato stampa di Federico Bozzanca, Segretario Nazionale Fp-Cgil
Province: oltre al perimetro il Governo dovrebbe occuparsi delle funzioni
i tagli influiscono su sicurezza scolastica, trasporti e formazione professionale
“Il Ministro Patroni Griffi, invece di pensare esclusivamente ai confini territoriali delle Province da tagliare, dovrebbe concentrarsi sulle loro funzioni e sulla sorte dei servizi offerti ai cittadini, spiegare come avverrà il riordino e come si salvaguarderà il personale. L’impressione è che il Governo sia stato molto efficiente nell’effettuare i tagli, ma che adesso il sistema delle autonomie sia stato lasciato nel caos, come dimostra il dibattito sviluppatosi a livello regionale”, con queste parole Federico Bozzanca, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, esorta il Ministro Patroni Griffi in vista della sua audizione di oggi pomeriggio in commissione Affari Costituzionali alla Camera.
“Ad oggi non si hanno indicazioni sul trasferimento delle funzioni e su come i servizi andranno finanziati, né garanzie sul fronte occupazionale. Da una parte gli enti locali, che pagano quasi il 70% del conto della spending review, non saranno in condizioni di mantenere i servizi, dall’altra rischiamo un aumento della disoccupazione a causa degli esuberi e dei possibili licenziamenti. Le Province hanno subito tagli per 1,5 miliardi di euro sugli 8,4 a loro disposizione, in un quadro di riduzione già in atto – aggiunge Bozzanca – con 500 milioni di spesa corrente in meno tra il 2008 e il 2011”.
“I tagli lineari hanno colpito direttamente i servizi, dal trasporto pubblico locale alla sicurezza scolastica fino formazione professionale. Una volta fatti a pezzi e sottofinanziati gli enti di area vasta avremo territori doppiamente impoveriti. Bisogna ripartire dalla qualificazione della spesa, dalla modernizzazione della pubblica amministrazione, dall’informatizzazione e dalla riqualificazione del personale. È necessario – conclude il sindacalista – aprire il confronto con Regioni ed Enti locali per tradurre la semplificazione istituzionale in un miglioramento e rafforzamento del sistema dei servizi ai cittadini”.
Roma, 3 ottobre 2012
All’On. Ministro
Prof. Lorenzo ORNAGHI
Al Segretario Generale
Arch. Antonia Pasqua RECCHIA
Al Direttore Generale OAGIP
Dott. Mario GUARANY
Al Direttore Generale PBAAC
Dott.ssa Maddalena RAGNI
Al Direttore Regionale per i BB. CC. e PP. della Lombardia
Dott.ssa Caterina BON VALSASSINA
La decisione di procedere alla costituzione della Fondazione “Grande Brera” rappresenta un atto del tutto unilaterale che avvia, di fatto, un processo di riorganizzazione del Ministero, in una fase delicatissima nella quale le politiche di gestione dei servizi istituzionalmente in capo al Mibac si devono necessariamente confrontare con gli effetti della cosiddetta spending review.
Il Ministro Ornaghi ha al riguardo dichiarato pubblicamente che la politica della spending review sarà una utile occasione per riorganizzare l’apparato del Ministero sul territorio.
Si procede, pertanto, con decisioni che avranno serie ripercussioni sull’organizzazione dei servizi e non si sente minimamente la necessità di spiegare quali sono gli obiettivi che il vertice politico del Mibac si pone in relazione alla dichiarata necessità di razionalizzazione del suo apparato.
La vicenda della Grande Brera è, del resto, assai emblematica: un blitz normativo che privatizza di fatto una delle più prestigiose pinacoteche possedute dalla Stato, in un progetto nel quale lo Stato impiega ingenti risorse sia per la costituzione della Fondazione che per il suo funzionamento.
Alla Fondazione verranno trasferite sia le collezioni del Museo “Pinacoteca di Brera” che i beni mobili ed immobili annessi. Per la sistemazione logistica, che comporta la riallocazione dell’Accademia delle Belle Arti nell’ex caserma Mascheroni, una delibera CIPE ha impegnato 23 milioni di euro di soldi pubblici e altri fondi si annunciano dagli Enti locali. Soldi pubblici a cui si aggiungono i 2 milioni di euro che il Mibac verserà annualmente per il funzionamento della Fondazione.
L’esperienza attuale dimostra come le fondazioni non offrano alcuna garanzia di tutela economica nei confronti del personale, scarichino costi di gestione sull’utenza, attraverso i rincari dei biglietti d’ingresso, senza però rinunciare al ricorso economico pubblico in quanto non è, al momento e nel futuro, ipotizzabile una loro autonomia economica.
Si tratta di un’operazione che apre la strada alla privatizzazione dei maggiori musei Italiani: lo Stato rinuncia alla funzione di gestione diretta dei propri beni culturali ed istituzionalizza il ruolo dei privati, che integrano e, addirittura, potranno sostituire il pubblico nella gestione. Un modello di gestione lontana da grandi modelli italiani ed europei.
Pertanto siamo in presenza di una situazione assai preoccupante che riguarda scelte decisive per il futuro del Ministero che vengono indirizzate sempre più verso una compressione del ruolo diretto del Mibac e del servizio pubblico in generale nella gestione dei processi di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Lo scenario è reso ancora più fosco dai tagli introdotti dalla spending review, dalla riduzione del 10% del costo del lavoro dei dipendenti, del 20% di quello dei dirigenti e dagli ulteriori tagli alle spese del già martoriato bilancio del Mibac alla previsione di riassetto delle funzioni centrali sul territorio.
Il tutto senza un minimo confronto con le parti sociali e con procedure del tutto centralizzate nel Dipartimento della Funzione Pubblica.
Per noi questa è una condizione semplicemente inaccettabile.
La necessità è quella di avviare un vero e proprio confronto sulla riorganizzazione dei cicli produttivi del Ministero, un confronto che abbia al centro la prospettiva di ridare funzionalità e centralità al ruolo pubblico, che affronti e risolva le condizioni di degrado organizzativo del servizio, che indichi soluzioni alle questioni professionali esistenti e che programmi seriamente la ripresa delle politiche occupazionali.
Allo stato registriamo invece una logica di rinvio del confronto da parte dei vertici del Ministero ed un intervento unilaterale del Dipartimento della Funzione Pubblica, tramite la Direttiva n.10 del 2012, sulla prevista riduzione del costo del lavoro.
Al Ministro Ornaghi vogliamo ricordare l’impegno disatteso al confronto con le parti sociali che ha assunto nel corso dell’ultima, e finora unica, riunione avuta con i rappresentanti dei lavoratori del Ministero.
Pertanto, in considerazione di quanto sopra, FP CGIL e UIL PA:
esprimono forte contrarietà in merito alla costituzione della “Fondazione Grande Brera” e proclamano lo stato di agitazione nazionale dei lavoratori del Ministero chiedono un urgente incontro al Ministro Ornaghi sulle linee di indirizzo della riorganizzazione territoriale del Ministero. In assenza di risposta si intensificheranno le iniziative di mobilitazione dei lavoratori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tutto il territorio nazionale.
FP CGIL BAC UIL PA BAC
C. Meloni E. Feliciani
Roma, 2 ottobre 2012
Al Direttore Generale della Direzione Generale
per le politiche del personale, l’innovazione,
il bilancio e la logistica
Dott.ssa Concetta Ferrari
e p.c.:Al Dirigente della Div. II della Direzione Generale
per le politiche del personale, l’innovazione,
il bilancio e la logistica
Dott.ssa Maria Condemi
A tutto il personale del Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali
OGGETTO: Direttiva n. 10/2012 della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica – adempimenti relativi al cronoprogramma.
Facendo riferimento alla tempistica prevista dal cronoprogramma, inserito nella Direttiva in oggetto, le scriventi OO.SS., invitano l’Amministrazione ad adempiere a quanto previsto dal sistema di relazioni sindacali così come previsto dal CCNL e dalla normativa vigente.
Quanto sopra è richiamato specificatamente ai tempi imposti dalla direttiva per la trasmissione della proposta di nuova dotazione organica del Ministero al Dipartimento della Funzione Pubblica (4 ottobre 2012).
Nel restare in attesa di formale e urgente riscontro alla presente nota, si porgono distinti saluti.
FP–CGIL UIL–PA
Giuseppe Palumbo Angelo Vignocchi
COMUNICATO AI LAVORATORI DELLA DIFESA
Il comunicato sul tema in oggetto con le tabelle di confronto tra l’attuale sistema pensionistico – in vigore fino al prossimo 31.12.2012 – e quello che la riforma Fornero paventa con il III° testo fattoci pervenire in questi giorni dal 1° gennaio 2013.
Il verbale della riunione con il Ministro della Giustizia del 26 luglio.
La FP CGIL è l’unico sindacato che chiede di bloccare la fuga di personale dagli istituti penitenziari alle sedi centrali!!!!!!
Come abbiamo più volte sostenuto, la soppressione dell’Inpdap e dell’Enpals e il loro assorbimento nell’Inps non hanno raggiunto – malgrado le ripetute affermazioni del governo – l’obiettivo di realizzare risparmi per le casse dello Stato, né quello di tagliare”sprechi”, né tanto meno quello di chiudere un “carrozzone obsoleto e inefficiente”.
Si è trattato, piuttosto, di una decisione poco ponderata che non ha considerato – sin dalla sua adozione – il contesto, la storia e l’evoluzione degli Enti, e nemmeno il quadro normativo preesistente e i vincoli che ne derivavano.
A proposito del grande disavanzo di bilancio dell’Inpdap, infatti, dobbiamo ricordare come questo sia stato in gran parte determinato da una normativa che qualificava i versamenti tra Ministeri e Enti come partite di giro all’interno dell’unico bilancio dello Stato.
Questa ha reso di fatto superfluo qualsiasi controllo sulla regolarità dei versamenti contributivi delle singole Amministrazioni e la istituzione di un corpo ispettivo specifico per i controlli sulla regolarità contributiva delle p.a.
Aggiungiamo poi che, nel tempo, la legislazione
1) ha allargato la forbice occupati pubblici/contribuenti e pensionati (a favore dei secondi),
2) ha erogato fino al 1995 le cosiddette pensioni baby sulla base di requisiti contributivi particolarmente ridotti,
3) ha bloccato i rinnovi contrattuali a partire dal 2010 con conseguente mancato adeguamento anche dei relativi versamenti previdenziali,
4) ha spostato la contribuzione di vari Enti – in seguito ad esternalizzazioni e privatizzazioni di servizi – dall’Inpdap all’Inps lasciando però all’Inpdap l’onere del pagamento delle pensioni in essere
5) ha omesso di rendere direttamente esigibile il credito contributivo, come è per l’inps,
6) determinerà, con l’attuazione della spending review, un ulteriore aggravamento dello sbilancio fra “contribuenti” e “percettori” delle pensioni.
Diventano chiari i motivi per cui il deficit è diventato strutturale ed è destinato ad aumentare nel tempo se non si realizza una politica di sviluppo del pubblico impiego.
Queste sono motivazioni che rendono scorretto attribuire all’Inpdap, come intenderebbe fare una certa campagna d’opinione, il default decretato con la soppressione e soprattutto inconcepibile compensare i deficit di bilancio delle casse statali con quelle gestite dall’inps per i privati.
Sebbene, infatti, le competenze dei due istituti siano ormai sotto un’unica egida, la gestione delle casse rimane al momento separata e autonoma dalle altre, sia dell’ Inps che interne allo stesso Inpdap ( in particolare la cassa credito che è e deve rimanere a presidio del finanziamento agevolato ai dipendenti su tutto il territorio nazionale e in concorrenza con le Banche e le finanziarie).
La vera soluzione al disavanzo non è né la soppressione, ne la compensazione tra casse, ma come abbiamo più volte detto, va ricercata nella riorganizzazione e nel rilancio della gestione della Previdenza pubblica obbligatoria in Italia, da realizzare attraverso una riforma organica frutto di un confronto reale tra Governo e parti sociali.
Solo cosi sarà possibile ottenere risultati adeguati ai bisogni dei cittadini e duraturi nel tempo.
Roma, 2 ottobre 2012
FP CGIL
p. la Segreteria Nazionale
Salvatore Chiaramonte
Come sapete la scorsa riunione del 27 settembre ha ottenuto, grazie al nostro deciso intervento che ha impedito una firma affrettata sull’ennesimo brutto accordo, un rinvio ad una data probabilmente della prossima settimana.
Nelle more di ciò e per evitare colpi di mano durante la prossima riunione abbiamo scritto una nota alla Ministra che trovate allegata nella quale chiediamo che alla trattativa sia presente un rappresentante dell’autorità politica ed abbiamo elaborato una controproposta anche su sollecitazione di molti lavoratori di tutta Italia.
C’è il rischio, con un’Amministrazione così arrogante, che salti il tavolo e si applichi la legge se non acconsentiamo alla proposta della Amministrazione (che vi alleghiamo), come peraltro paventato anche durante la scorsa riunione dal Dr. Birritteri. Tuttavia come sapete non ci piace cedere alle prepotenze e riteniamo che il grande successo che ci ha resi assoluti vincitori delle scorse elezioni rsu alla giustizia confermi che dobbiamo proseguire su questa strada. Vi inviamo dunque, in modo da poter rivendicare il sostegno dei lavoratori durante la prossima riunione, la nostra controproposta e un modulo predisposto per la raccolta firme, che potete modificare a vostro piacimento, da inviare ai vertici della giustizia al più presto.
Vi preghiamo pertanto di diffondere il tutto sui post di lavoro e in particolare negli uffici sopprimendi che sono i primi destinatari di questo accordo.
Roma, 2 ottobre 2012
FP CGIL GIUSTIZIA
Nicoletta Grieco