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Cgil e Uil: anche i medici scioperano il 28 settembre con tutto il lavoro pubblico

Comunicato Stampa Fp-Cgil Medici – Uil Fpl Medici

 
Roma, 26 settembre 2012
I medici della Fp-Cgil e della Uil-Fpl parteciperanno allo sciopero dei servizi pubblici indetto per l’intera giornata lavorativa di venerdì 28 settembre.
La “spending review” colpisce la sanità tagliando i servizi e riducendo il personale e il Decreto Balduzzi contrae i diritti del lavoro dei medici e dei veterinari dipendenti.
I medici Fp-Cgil e Uil-Fpl scenderanno, pertanto, in piazza a Roma con tutti i lavoratori pubblici venerdì 28 settembre e sabato 27 ottobre sempre a Roma nel corteo di tutti i sindacati medici per il diritto alla cura e per il diritto a curare.
“Vanno fermati i tagli alla sanità – ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici – arrivati con Tremonti e Monti a circa 22 miliardi nel triennio 2012- 2014 e la svalutazione del merito professionale, subordinato alla cattiva politica partitica regionale, come prevista nel Decreto Sanità.”
“Si deve porre fine al blocco del turn over – ha affermato Armando Masucci, segretario nazionale Uil Fpl Medici – alle incursioni legislative del Decreto Sanità che introduce la mobilità obbligatoria dei medici pubblici da una provincia all’altra e va respinta la riproposta stucchevole della pensione dei medici a 70 anni”.
 

Anche i medici scioperano il 28 settembre con tutto il lavoro pubblico. Comunicato Stampa Fp-Cgil Medici – Uil Fpl Medici

 
I medici della Fp-Cgil e della Uil-Fpl parteciperanno allo sciopero dei servizi pubblici indetto per l’intera giornata lavorativa di venerdì 28 settembre.

La “spending review” colpisce la sanità tagliando i servizi e riducendo il personale e il Decreto Balduzzi contrae i diritti del lavoro dei medici e dei veterinari dipendenti.

I medici Fp-Cgil e Uil-Fpl scenderanno, pertanto, in piazza a Roma con tutti i lavoratori pubblici venerdì 28 settembre e sabato 27 ottobre sempre a Roma nel corteo di tutti i sindacati medici per il diritto alla cura e per il diritto a curare.

“Vanno fermati i tagli alla sanità – ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici – arrivati con Tremonti e Monti a circa 22 miliardi nel triennio 2012- 2014 e la svalutazione del merito professionale, subordinato alla cattiva politica partitica regionale, come prevista nel Decreto Sanità.”

“Si deve porre fine al blocco del turn over – ha affermato Armando Masucci, segretario nazionale Uil Fpl Medici – alle incursioni legislative del Decreto Sanità che introduce la mobilità obbligatoria dei medici pubblici da una provincia all’altra e va respinta la riproposta stucchevole della pensione dei medici a 70 anni”.
 
Roma, 26 settembre 2012

Puglia – Richiesta di incontro al Direttore regionale

25.9.2012 – in allegato documento di richiesta di incontro al Direttore regionale

Pianificazione corsi di formazione

26.9.2012 – In allegato Pianificazione corsi di formazione per il biennio 2012-2013

Schema di regolamento di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico

26.9.2012 – In allegato nota riassuntiva dei contenuti del provvedimento del regolamento di armonizzazione dei requisiti di accesso al sistema pensionistico del personale del comparto  difesa-sicurezza e vigili del fuoco e soccorso pubblico inviata.

 

Provvedimento disciplinare – Un fatto gravissimo

 
Questa estate oltre ai gossip da ombrellone ci siamo sorbiti anche la “guerra santa” tra USB e capo del personale.
Guerra che di santo, visto i toni dei comunicati e il livello di reazione, ha ben poco e dove alla ragione e al confronto dialettico si sostituiscono l’attacco violento e sboccato da una parte e l’uso strumentale del potere, dall’altra.
Il capo del personale ha proposto un provvedimento disciplinare nei confronti del coordinamento nazionale USB a seguito delle pesanti accuse presenti nel comunicato “vada a lavorare” del 31 luglio 2012.
Un fatto gravissimo.
Non può l’Amministrazione tentare di “intimidire”, attraverso lo strumento del provvedimento disciplinare, la comunicazione sindacale.
Noi non abbiamo condiviso il linguaggio del comunicato dell’USB, anche perché riteniamo che esser sindacalisti non dia diritto all’immunità rispetto a quel che si dice o si fa,  ma ognuno si comporta secondo il suo stile.
Saranno, semmai, i lavoratori a riconoscersi o meno in  questo modo di far sindacato e a biasimarne, se lo ritengono, i toni utilizzati.
Un provvedimento disciplinare al gruppo dirigente USB che scrive per conto dell’USB, per quanto ci riguarda è inaccettabile ed illegittimo
Un conto è procedere personalmente, querelando l’organizzazione sindacale se ci si sente accusati ingiustamente o offesi e un conto è agire come amministrazione e sanzionare disciplinarmente  gli autori del comunicato facendo uso di un potere derivato dal ruolo che si riveste.
Invitiamo l’Amministrazione a ritirare il procedimento disciplinare in questione
Per quanto ci riguarda noi continueremo sempre e comunque, nel nostro stile, a dire la nostra e a denunciare, all’Amministrazione e alle autorità competenti, qualsiasi situazione “provata” di illegalità.
Non serve insultare per dimostrare di aver ragione, cosi come non servono le prove di forza.
Usiamo tutta questa energia per costruire insieme un futuro migliore, per confrontarci, per dare risposte ai lavoratori e per trovare soluzioni che contrastino i provvedimenti governativi tesi a smantellare la pubblica amministrazione e i lavoratori impegnati a garantire diritti a tutti i cittadini.


Roma, 6 settembre 2012                

 
                    p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
                                       Oreste Ciarrocchi

 

Età dipendenti pubblici: Patroni Griffi contraddittorio, il Governo va nella direzione opposta, il loro obbiettivo è ridurre il perimetro dei beni comuni

Roma, 19 settembre 2012

“Le valutazioni del Ministro Patroni Griffi sulla necessità di svecchiare il lavoro pubblico sono condivisibili, come è condivisibile la sua affermazione sull’entità del nostro pubblico impiego, per nulla generoso nei numeri rispetto a quello degli altri grandi paesi sviluppati, anzi al di sotto della media. Peccato che a pronunciare queste parole di buonsenso sia un membro del Governo Monti, lo stesso che non ha sbloccato il turn-over, impedendo così nuove assunzioni, non ha intenzione di affrontare il nodo dei vincitori di concorso non assunti, spesso giovani e altamente qualificati ma lasciati in panchina, e non ha risolto il problema dell’espulsione dei precari, anch’essi sotto la media anagrafica del pubblico impiego, precisando nell’ultimo incontro con i sindacati che su questo terreno non ci sono prospettive”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, risponde alle dichiarazioni rilasciate oggi a Caserta dal Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi.

“Il vero paradosso – aggiunge la sindacalista – è che parliamo dello stesso Governo che ha aumentato l’età pensionabile, spingendo sull’acceleratore dell’invecchiamento, e adesso si appresta a ridurre le dotazioni organiche, aprendo una dolorosa stagione di mobilità che rischia di produrre almeno 25mila esuberi. Patroni Griffi dovrebbe avere il coraggio di dire quello che il suo collega, il Ministro dell’Economia Grilli, ha affermato con molta chiarezza: il loro obbiettivo non è efficientare il sistema pubblico ma ridurne il perimetro”.

“Che le misure del Governo avrebbero peggiorato la situazione lo diciamo da tempo. Quella di Patroni Griffi è un’autocritica tardiva e contraddittoria che offende le lavoratrici e i lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Alla demagogia – conclude Dettori – risponderanno con lo Sciopero Generale dei servizi pubblici indetto da Cgil e Uil per il 28 settembre”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Previdenza Vigili del Fuoco: nota al Presidente del Consiglio.

 

Roma,  25 settembre 2012
 

Al  Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Mario MONTI
 
Al Ministro dell’Interno
Dott.ssa Annamaria CANCELLIERI
 
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Prof.ssa Elsa FORNERO
 
Al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Antonio CATRICALA’


Al Sottosegretario di Stato all’Interno
Dott. Giovanni FERRARA
 
E p.c.:       All’Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali
Dott. Giuseppe CERRONE

 
 
 

 Oggetto: Previdenza Vigili del Fuoco.
 

         Illustrissimo Presidente,
la nostra Organizzazione Sindacale ritiene urgente la convocazione di un incontro per la discussione del tema previdenziale riguardante gli appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
         La diversità delle questioni e dei trattamenti vigenti rispetto alle Forze di Polizia e della Difesa, potrebbe declinarsi attraverso una convocazione dedicata alle rappresentanze sindacali dei Vigili del Fuoco.
         Tale procedura, attestandosi nel rispetto del ruolo delle OO.SS., consentirebbe di rappresentarLe le problematiche apertesi all’interno del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dopo le recenti modifiche intervenute sul trattamento pensionistico, relative ad una riforma che non considera la salvaguardia delle condizioni di salute degli operatori e la massima efficienza del servizio di soccorso alle popolazioni.
         La FpCgil, come è noto, ritiene indispensabile mantenere gli attuali requisiti minimi di accesso al pensionamento di anzianità e di vecchiaia per i Vigili del Fuoco.
         Tuttavia, attraverso specifici incontri anche di natura tecnica e per i quali ci sarebbe stato l’impegno politico già assunto al cospetto delle OO.SS., riteniamo necessario affrontare il tema della specificità riguardante il lavoro gravoso dei Vigili del Fuoco e l’avvio della previdenza integrativa.
         In ragione di tali considerazioni, ci pregiamo di inviarLe, in allegato alla presente, una nota riepilogativa delle proposte della nostra Organizzazione, augurandoci di poterne discutere in un apposito incontro sindacale.
           
I

Il Segretario nazionale Fp Cgil   Il Coordinatore Nazionale Fp CGIL
Adriano Sgrò                         Mario Mozzetta                     

 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NEWS

La FPCGIL Medici sul Decreto Sanità oggi su La Repubblica

 

Federculture: Convegno Roma 19 ottobre 2007

Locandina Invito

19 ottobre 2007
Auditorium Ara Pacis – Roma ore 9,30
 
Cultura Sport Spettacolo
Effimero o benessere

al servizio dei cittadini?

 

EffePiù: dal 21 al 24 settembre al Mugello festa nazionale Fp-Cgil: quattro giorni di dibattiti a Borgo S. Lorenzo con Vendola, Bindi, Camusso, Errani, Rossi. Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

 

APPELLO – PINACOTECA DI BRERA di Vittorio Emiliani

 
Gentile Presidente della Repubblica,
Gentile Presidente del Consiglio,
Gentile Ministro per i Beni culturali,
 

leggendo con più attenzione il decreto, poi disegno di legge, sullo sviluppo approvato nei giorni scorsi, abbiamo amaramente constatato che all’art. 8 del medesimo è stato inserito un provvedimento che con lo sviluppo ha ben poco a che fare e che invece apre un varco, a nostro avviso decisivo, in direzione della trasformazione dei grandi musei italiani da pubblici a Fondazioni di diritto privato, con tutte le implicazioni che ciò comporta. Si stabilisce infatti la creazione della “Grande Brera” quale Fondazione privata incaricata di gestire la Pinacoteca Nazionale di Brera e i suoi beni, mobili e immobili.
Anzitutto notiamo che, nel “concerto” ministeriale predisposto per questo importante disegno di legge governativo, non figura il ministro competente per i Beni culturali il cui apporto (e ciò è gravissimo) viene giudicato palesemente inessenziale.
In secondo luogo l’art. 8 del decreto-legge n.83 del 22.6.12 ora convertito in legge, conferisce ad una Fondazione di diritto privato l’intera collezione di Brera, stratificatasi in due secoli, il grande immobile che la ospita (dal quale l’ex commissario Resca ha provveduto a sloggiare l’Accademia di Belle Arti antecedente alla Pinacoteca), nonché ulteriori beni mobili e immobili. E’ pienamente costituzionale un simile trasferimento? Rappresenta davvero una prosecuzione della tutela garantita dall’art. 9 della Costituzione al patrimonio storico-artistico? O non apre al contrario, da apripista, una fase del tutto nuova con l’ingresso di soci privati in un grande museo statale? Dopo la Grande Brera privatizzata, sarà più facile avere i Grandi Uffizi privatizzati o la Galleria Borghese, gli Archeologici di Napoli e di Taranto.
Fra l’altro nell’ultimo comma dell’art. 8 della legge Passera (Ornaghi assente) si dice che “la Fondazione può avvalersi di personale appartenente ai ruoli del Ministero per i beni e le attività culturali e degli enti territoriali che abbiano acquisito la qualità di soci promotori”. Può avvalersi: dunque può ancora non avvalersene, può essere tagliato in ogni momento il cordone ombelicale che lega da sempre questa Pinacoteca Nazionale al Ministero specificamente incaricato della tutela e al personale tecnico-scientifico che esso seleziona.
Il fine generale è quello di una “gestione secondo criteri di efficienza economica”. Il che, se ci consente, rappresenta uno schiaffo ai direttori dei grandi musei nazionali i quali stanno da mesi compiendo sforzi eroici per tenere aperte, vive e vitali tali istituzioni dovendo lottare con fondi ridotti al lumicino (negli ultimi dodici anni il bilancio ministeriale è crollato da 2,5 a 1,5 miliardi. Altro che “efficienza economica”. Questi valorosi servitori dello Stato e i loro predecessori hanno creato musei ammirati in tutto il mondo ed ora sono costretti ad una gestione non “secondo criteri di efficienza economica”, bensì in condizioni di umiliante sopravvivenza (i loro stipendi variano fra i 1700 e i 1900 euro netti). Una “economia di guerra” che minaccia lo sviluppo dello stesso turismo culturale, il solo in crescita, con pericoli continui di chiusure parziali o totali, con la riduzione o l’annullamento delle attività didattiche, per giovani e giovanissimi, e di quelle di ricerca ben più importanti culturalmente di altre attività prettamente “commerciali”.
Perché non si è discusso questa operazione-Grande Brera alla luce del sole? Perché si è esclusa da essa il Ministero per i Beni e le Attività culturali? Perché si è infilato un provvedimento di questa portata quasi nelle pieghe di un decretone per lo sviluppo? Eppure si tratta di una operazione che apre la strada, chiarissimamente, alla privatizzazione dei maggiori musei italiani, già tentata nel recente passato, lontana dai grandi modelli italiani ed europei, e che ora si fa passare nel fragoroso silenzio degli organi di informazione, della maggioranza degli intellettuali italiani e degli addetti ai lavori. Spettacolo avvilente rispetto alla reazione riservata anni fa ad una proposta, forse più ingenua, ma certamente più chiara e lineare, di privatizzazione avanzata dall’allora ministro Giuliano Urbani. In questo caso il ministro competente non c’è, non sente, non vede. Ci pensa il collega dello Sviluppo. Anche l’Arte è più che mai una merce. C’è ancora qualcuno che voglia discutere in positivo nel nostro Paese senza facili populismi, ma con serietà e rigore culturale?

 

 

“per l’adesione all’appello di Emiliani scrivere una mail al seguente indirizzo: v.emiliani@virgilio.it


Grande Brera e Piccolo Ministero dei Beni Culturali?

 
COMUNICATO FP CGIL

 

Tra le pieghe del cosiddetto decretone sviluppo, convertito in legge il 12 agosto scorso, all’art.8 si prevede l’istituzione della “Fondazione Grande Brera”, che subentrerebbe al Mibac nella gestione della Pinacoteca e dei beni mobili e immobili di pertinenza.
Una operazione quasi strategica, che sembra indicare le linee di indirizzo prossime future per la gestione del nostro patrimonio culturale.
La Fondazione, ente di diritto privato, ha come socio fondatore il Mibac ed associa gli enti territoriali. Aprendo la gestione ai privati, che potranno associarsi nella Fondazione.
Alla stessa viene imposto il criterio di gestione “secondo principi di efficienza economica”.
La Fondazione potrà avvalersi di personale del Mibac e potrà, di conseguenza, non avvalersene.
In questo senso la ‘Grande Brera’ farebbe da apripista: lo Stato rinuncia ad una funzione di gestione diretta dei propri beni culturali e istituzionalizza, per la prima volta, il ruolo dei privati che integrano e, addirittura, potranno sostituire il pubblico nella gestione.
Strana estate al Mibac: da una parte si tenta, con scarsa fortuna, di acquisire il Centro Sperimentale di Cinematografia con una rozza operazione, che  avrebbe cancellato di colpo l’Istituto per i Beni sonori e audiovisivi, dall’altra si rinuncia alla gestione di uno dei più prestigiosi musei italiani. Due operazioni apertamente contraddittorie, ed è solo per l’incredibile superficialità con cui si è pensata e costruita, che una delle due non sia andata in porto.
A questo aggiungiamo anche il ricorso, nella Soprintendenza di Napoli e Pompei, al volontariato per garantire l’apertura di siti, chiusi per la carenza del personale impiegato nei cicli di tutela. Si chiamano i volontari e si taglia il costo del lavoro bloccando l’occupazione.
Ci chiediamo: è questa la strategia che caratterizza le scelte gestionali a livello istituzionale e di governo? Quando si aprirà veramente un dibattito serio sullo stato della gestione del nostro patrimonio culturale senza ricorrere a misure contraddittorie, improvvisate  e inefficaci?
E, nel merito, vogliamo ripeterlo: noi siamo contrari al coinvolgimento dei privati nella gestione del patrimonio culturale, che per definizione è pubblico. La Repubblica deve garantirne tutela, conservazione e valorizzazione, ed in questo contesto i criteri di efficienza economica devono unicamente essere finalizzati al suo mantenimento.
Questo non per nostalgie di tipo sovietico, anzi ci saremmo aspettati – ad esempio – misure per lo sviluppo in grado di integrare i cicli di fruizione e valorizzazione, campo in cui certamente si può esercitare l’impresa  privata, dando così attuazione  al riformato Titolo V della Costituzione, rimasto desolatamente una scatola quasi vuota.
Per questi motivi abbiamo deciso di aderire all’appello di Vittorio Emiliani, che vi inviamo con l’invito all’adesione, pur non condividendone in toto il contenuto.
A Vittorio Emiliani affettuosamente ricordiamo che i grandi circuiti Museali e le grandi aree archeologiche e paesaggistiche sono dirette da dirigenti profumatamente, e spesso impropriamente, pagati. I singoli Musei sono invece affidati a funzionari, il cui livello retributivo, previsto dai contratti collettivi, è certamente insufficiente come lo è quello della quasi generalità dei lavoratori pubblici, alle prese con il blocco delle retribuzioni prolungato fino al 2015. Senza queste distinzioni faticheremmo a individuare le responsabilità dello sfascio organizzativo che vive il Mibac: esistono moltissimi funzionari valorosi e competenti e moltissimi dirigenti imbelli e incapaci. Per la dovuta precisione.
Perché il degrado del Mibac è dovuto non solo alla qualità dei vari ministri succedutesi in questi travagliati anni, ma anche ad una classe dirigenziale interna incapace di rinnovarsi ed avviluppata nelle perversioni burocratiche e nell’incapacità organizzativa.
Roma, 27 agosto 2012

 
FP CGIL MIBAC 

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