CARE COLLEGHE, CARI COLLEGHI
DOMANI 26 GIUGNO 2012 CGIL CISL UIL DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE HANNO PROMOSSO DUE ORE DI MOBILITAZIONE IN OGNI POSTO DI LAVORO PER:
OPPORSI
– AI TAGLI INDISCRIMINATI MINACCIATI DAL GOVERNO SUL PUBBLICO IMPIEGO,
CONTRO
– LA RIDUZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI AI CITTADINI;
– I TAGLI DI ORGANICI NEL PUBBLICO IMPIEGO;
– LA SOPPRESSIONE DI ENTI, AGENZIE E UFFICI;
– GLI ATTACCHI ALLA DIGNITA’ DEI LAVORATORI PUBBLICI.
INVITIAMO I LAVORATORI DI TUTTE LE SEDI REGIONALI AD INDIRE ASSEMBLEE IN TUTTA ITALIA.
COLLEGHI PARTECIPATE NUMEROSI
PER SOSTENERE QUESTA INIZIATIVA ABBIAMO PROMOSSO ANCHE ALLA CORTE DEI CONTI L’ASSEMBLEA GENERALE DEL PERSONALE CHE SI TERRA’ DOMANI, DALLE ORE 11 ALLE 13, PRESSO L’AULA BONADONNA DELLA SEDE CENTRALE.
COMUNICATO
Nella riunione di ieri è stato sottoscritto il verbale d’intesa sulle misure per contrastare l’emergenza nei territori interessati dagli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio.
Fino al 28 giugno tutti i lavoratori di Inps, Inpdap e Enpals potranno aderire alla sottoscrizione in solidarietà.
E’ il primo accordo che si firma per tutti e tre gli Enti con un’unica modalità di raccolta e un unico obiettivo, anche se la procedura di accesso al versamento, benché simile, resta ancora diversificata per questioni di carattere informatico e di accesso dei pc ai diversi server aziendali.
Riteniamo questo accordo un passo importante e doveroso, ma non conclusivo del percorso che ci vede impegnati nella solidarietà alle popolazioni terremotate. Abbiamo, infatti, chiesto al tavolo, che il denaro raccolto venga stanziato in tempi brevi e che Amministrazione e OO.SS. tutte accettino, perciò, una riconvocazione a breve per disporne l’immediata e piu’proficua erogazione.
All’ordine del giorno, poi, come richiesto dalla Cgil nel precedente incontro, si è discusso l’argomento dell’integrazione di ENPALS ed INPDAP.
L’ appunto che ci ha fornito l’ Amministrazione sulle attività fatte e da fare ci è sembrato del tutto inadeguato sia al livello di realizzazione delle operazioni di integrazione già in corso, sia rispetto al grado di condivisione raggiunto con le OO.SS. e, per il loro tramite, con i lavoratori. Esemplari a tale proposito sono gli effetti prodotti dalla circolare 81, tra l’altro citata in bella vista nell’appunto, che ha paralizzato l’attività dei mutui e dei prestiti ai dipendenti pubblici, costretto i lavoratori a istruire i procedimenti in una sede e concluderli in un’altra, subire un “affiancamento” su un sistema di contabilità di cui vantano conoscenza e uso pluriennale, prepararsi ad una formazione non meglio specificata né sul se, né sul come, né sul quando, ma che pare vada molto di moda, in calce alle circolari, per riqualificare “personale” di cui non si conosce il grado di qualificazione.
Tutto ciò quando bastava solo aprire le procedure Sap Inps anche negli Uffici Contabilità Inpdap ( che già usano Sap) e cambiare le modalità di pagamento secondo il nuovo procedimento. Soluzione più facile, più concreta, che non avrebbe intaccato il momento del controllo dei conti da parte della D.C. Bilanci Inps e che sicuramente non avrebbe creato tutto questo disagio e malcontento tra i lavoratori, e con l’utenza, se solo se ne fosse parlato prima.
Si doveva parlare anche prima che uscisse la determinazione 5804 del Presidente Mastrapasqua, che è, invece, caduta dall’alto, e di cui non si sente ancora il tonfo dell’atterraggio. E non è certo una videoconferenza di qualche minuto del Presidente con il Direttore Generale a dare quelle risposte che ai lavoratori devono essere date, sicuramente dopo l’uscita della Legge Salva Italia, ma a maggior ragione adesso che la determinazione parla di eccedenze, di mobilità, di tagli e di riduzione drastica degli organici.
Come Cgil, abbiamo chiesto al tavolo, di aprire una nuova stagione di confronto e relazioni sindacali con lo scopo soprattutto di concludere accordi che garantiscano, anche con la contrattazione di secondo livello, i livelli occupazionali esistenti, il riconoscimento delle professionalità acquisite, la formazione come leva concreta e non fittizia dello scambio reciproco delle conoscenze, i percorsi di qualificazione, l’omogeneizzazione degli istituti contrattuali, il reperimento di risorse aggiuntive, la trasparenza e l’ oggettività nei processi di mobilità conseguenti all’integrazione.
L’amministrazione si è resa disponibile a ragionare su quanto da noi proposto.
Solo in questo modo sarà possibile creare un senso di appartenenza e di partecipazione alla nascita e alla crescita del più grande Ente previdenziale e assistenziale d’Europa.
Amministrazione e lavoratori non posso prescindere l’una dagli altri, ma lavorare con il comune intento di rilanciare il ruolo dell’Istituto quale garante dei diritti di cittadinanza del nostro Paese.
L’avvio di una nuova stagione di confronto e di accordi può segnare un passo fondamentale in questa direzione.
In caso contrario sarebbe evidente il fatto che qualcuno, e non certo i lavoratori, marcia in direzione contraria.
Roma, 22 giugno 2012
p. il Coordinamento nazionale INPS ex INPDAP ex Enplas
O. Ciarrocchi M.Perrini S. Petrilli
22.06.2012 – Le OO.SS. regionali esprimono il profondo rammarico nei confronti del Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco che, con incuria, non ha dato la giusta importanza al problema degli incendi di bosco estivi nella regione Calabria.
I Vigili del Fuoco peraltro non hanno ancora ricevuto il pagamento delle competenze relative alla campagna boschiva 2011.
SMENTITA LA “PEREQUAZIONE”
CON IL COMPARTO DIFESA E SICUREZZA
Nella riunione informativa svoltasi questa mattina al Viminale, alla presenza dei Direttori Centrali per le Risorse Umane e per le Risorse Finanziarie, è stato presentato un nuovo schema di regolamento sull’armonizzazione dei requisiti pensionistici che riguarda, come noto, anche i Vigili del Fuoco. Tale documento, elaborato dai tecnici del MEF, del Ministero del Lavoro e della nostra Amministrazione, conferma quanto denunciato dalla CGIL sul tranello teso dall’attuale Esecutivo nei confronti dei Vigili del Fuoco per quanto riguarda la “PEREQUAZIONE” previdenziale con le Forze dell’ordine.
E’ ormai chiara ed evidente l’intenzione del Governo Monti di ridurre le tutele previdenziali del comparto difesa-sicurezza e del comparto soccorso pubblico, come già avvenuto per tutti i lavoratori dei settori pubblici e privati. Non è presente alcun riallineamento tra i due comparti, tenuti ben distinti dalla proposta avanzata, se non quello fortemente al ribasso dei limiti di età per l’accesso alla pensione e dei particolari benefici usufruiti in precedenza come, ad esempio, il dimezzamento degli aumenti del periodo di servizio (abbuono dei 5 anni).
Dal punto di vista puramente “tecnico” sono state inserite delle novità che riguardano gli aspetti per i quali non era stata demandata nessuna delega da parte del Governo e sono salvaguardati coloro che maturano i requisiti entro il 31/12/2012, data di entrata in vigore del regolamento in discussione.
Dunque, nulla è stato innovato per ciò che concerne le pensioni privilegiate e non viene eliminato il moltiplicatore per l’aliquota di computo del montante contributivo in caso di cessazione dal servizio per raggiunti limiti di età.
Per la pensione di vecchiaia, rispetto alla legislazione vigente, dal 1/1/2018 i requisiti del personale operativo vengono innalzati di 7 mesi – da 61 anni e tre mesi a 62 anni – senza adeguamenti alla speranza di vita. Impensabile il trattamento ricevuto da Dirigenti e Ispettori che a regime, tranne per coloro che provengono dal ruolo operativo, andranno in pensione a 66 anni e 7 mesi!
Inaccettabili anche le modifiche apportate alla pensione anticipata: 42 anni e sette mesi di versamenti contributivi dal 1/1/2016 al 31/12/2018. Ancor più grave la situazione sull’annunciata quota 96 che viene sostituita da una finestra di uscita composta da 59 anni di età e 40 anni di contribuzione – quota fissa 99 – a cui si aggiungono gli adeguamenti alla speranza di vita dal 1 gennaio 2021.
Assolutamente niente è stato considerato per il personale Amministrativo, il quale resta abbandonato a se stesso dall’Amministrazione e dai Vertici Politici del Corpo Nazionale.
Pertanto, La CGIL mantiene il giudizio estremamente negativo, già espresso in precedenza, sull’impianto complessivo di una riforma inaccettabile e peggiorativa delle condizioni previdenziali di tutti i settori lavorativi ritenendo non ancora chiusa, peraltro, tale discussione a partire dalla disperata vicenda degli “esodati”.
Per le ragioni fin qui esposte, abbiamo respinto la proposta avanzata quest’oggi e abbiamo chiesto un incontro specifico, con il Ministro del Lavoro, nel quale poter mettere in controluce gli aspetti legati alla SPECIFICITA’ di una categoria quotidianamente sottoposta all’usura di un mestiere particolarmente rischioso.
Mario MOZZETTA
Il comunicato FP CGIL sugli esiti della odierna riunione al DAP sull’ argomento in oggetto.
Inoltre, in allegato, lo schema elaborato dal ministero del lavoro e lo schema riassuntivo elaborato dalla nostra amministrazione (le ultime 2 pagine).
Due ore di assemblea in tutti gli enti pubblici della Penisola. Da nord a sud crescono le iniziative unitarie di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa che, all’indomani della richiesta inviata dalle tre confederazioni al Presidente Monti, indicono per il 26 giugno una prima giornata di mobilitazione e assemblee affinché il Governo apra il necessario confronto e interrompa il percorso preannunciato su spending review e lavoro pubblico, tenendo fede all’intesa sottoscritta il 3 Maggio.
“Protestiamo contro la politica degli annunci e delle indiscrezioni a mezzo stampa portata avanti da questo governo” attaccano i segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp), Giovanni Torluccio (Uil-Fpl) e Benedetto Attili (Uil-Pa). “Ma soprattutto contro l’approccio ideologico nei confronti del pubblico impiego. Approccio che rischia di tradursi in tagli lineari di organico mascherati da revisione della spesa, accorpamenti di enti contrabbandati per riorganizzazioni, attacchi alla dignità dei lavoratori pubblici spiegati con le urgenze di cassa”.
“Sono misure inaccettabili, tanto più in un momento di difficoltà del Paese. E rappresentano una contraddizione in termini: quando alla pubblica amministrazione si chiede di dare il massimo in termini di servizi alle persone, di supporto alla crescita, di lotta all’evasione fiscale, invece di investire in competenze e professionalità si riapre il capitolo della caccia alle streghe”.
“Bisogna cambiare rotta. Per questo vogliamo un tavolo con il governo. Perché serve un piano complessivo di riorganizzazione della Pa, come si è iniziato a fare con l’Intesa. Bisogna decidere quali sono i servizi indispensabili e quelli che servono ai cittadini, alle famiglie, alle imprese. E poi mettere mano ad un riordino vero e proprio degli enti che faccia costare meno i servizi, aumentando la qualità e valorizzando il capitale umano. Questo spiegheremo il 26 di giugno in tutti i posti di lavoro d’Italia” concludono i segretari generali delle federazioni del pubblico impiego.
Roma, 22 giugno 2012
La vertenza sul lavoro pubblico non può rimanere oltre racchiusa nei titoli dei giornali. La politica degli annunci che questo governo sta perseguendo è inaccettabile perché non fa altro che produrre un clima di incertezza e di disagio crescente fra i lavoratori.
Le misure che fino a questo momento sono state anticipate alla stampa, costituiscono un attacco alla dignità e al valore del lavoro pubblico e non contengono alcun piano complessivo di riforma. Si limitano a tagli e interventi che finirebbero per indebolire sensibilmente il sistema dei servizi pubblici e del welfare, con gravissime ripercussioni su dipendenti pubblici e cittadini.
L’atteggiamento ondivago e schizofrenico dei vari ministri è anche l’espressione della mancanza di coordinamento all’interno dell’esecutivo. E di un metodo inammissibile di chiusura al dialogo con le parti sociali, sordo alle preoccupazioni che abbiamo più volte sottolineato.
E’ ora che il governo esca allo scoperto: che mostri il reale contenuto dei provvedimenti che ha intenzione di adottare su pubblico impiego e spending review e che apra un tavolo di confronto con i lavoratori, smettendo di sfuggire alle discussioni nel merito.
La richiesta di incontro inviata oggi dai segretari generali delle confederazioni di Cgil Cisl Uil al presidente del consiglio Mario Monti (allegata) è in questo senso un passo determinate. E’ il segnale che la misura è colma e che non c’è spazio per ulteriori rinvii. Ma è anche il richiamo all’accelerazione che il sindacato deve saper dare alla vertenza.
Per questo è fondamentale che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane anche la nostra mobilitazione salga di intensità, a partire dai posti di lavoro e dai territori fino al livello nazionale. E’ necessario che la nostra battaglia sia sostenuta a tutti i livelli da iniziative efficaci di supporto, per dare massima diffusione e massima pervasività al nostro messaggio tra i lavoratori e i cittadini.
Con questo fine tutte le strutture sono chiamate ad uno sforzo straordinario di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione. Mettendo in atto tutte le forme di lotta, tutela e denuncia che si rendano necessarie per dare forza alla nostra azione sindacale unitaria.
Rossana Dettori Giovanni Faverin Giovanni Torluccio Benedetto Attili
(Fp-Cgil) (Cisl-Fp) (Uil-Fpl) (Uil-Pa)
I Segretari Generali di CGIL, CISL, UIL richiedono un incontro urgente da Lei presieduto con la presenza dei Ministri interessati (Economia, Pubblica Amministrazione, Rapporti con il Parlamento) nel quale affrontare i temi della spending review e delle misure che riguardano il lavoro pubblico.
L’urgenza è determinata dalla necessità sia di conoscere i provvedimenti che il Governo, nella sua collegialità, intende assumere e sui quali sale fortissima la preoccupazione e la tensione nel mondo del lavoro sia di confrontarsi su questi.
Cordialmente.
Susanna Camusso Raffaele Bonanni Luigi Angeletti
“È divenuto intollerabile questo clima di incertezza, condizionato da costanti indiscrezioni giornalistiche e fughe in avanti sul tema della spending review e della riforma della pubblica amministrazione, che negano i contenuti dell’intesa faticosamente raggiunta da Governo, sindacati ed enti locali. Il Governo risponda celermente alla richiesta di incontro di Cgil, Cisl e Uil, e si confronti con le organizzazioni dei lavoratori per evitare ulteriori gravi errori di sottovalutazione”. In una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili, rispettivamente segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa lanciano un ultimatum al Governo: “ci sia un confronto vero e la si smetta di inquinare il clima sociale con le solite, stantie campagne contro il lavoro pubblico”.
“La necessaria riorganizzazione non può tradursi nell’ennesima serie di tagli lineari o in riforme pressappochiste come quella delle Agenzie Fiscali, una battuta d’arresto nella lotta all’evasione fiscale, elemento che credevamo essere un punto qualificante dell’azione del Governo Monti. Allo stesso modo è inaccettabile dover tornare a confrontarsi con le iniziative di propaganda, come l’ultima sortita del Ministro Patroni Griffi sul divieto alle chiamate interurbane o ai dispositivi mobili. I veri risparmi – continuano i quattro sindacalisti – si possono ottenere con un piano di modernizzazione che investa nella banda larga e utilizzi le nuove tecnologie per comunicare gratuitamente”.
“Non accettiamo che una riforma debba tradursi in una riduzione dello spazio pubblico e non in un ridisegno della Pa e dei singoli enti in grado di ottimizzare i costi, mantenendo l’offerta di servizi senza colpire i lavoratori e senza additarli come la causa del nostro declino. Se il Governo intende davvero riformare gli apparati pubblici per agevolare la ripresa e modernizzare il Paese, troverà la nostra collaborazione. In caso contrario – conclude la nota – troverà la nostra ferma opposizione e la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”.
Roma, 21 giugno 2012
“Un duro colpo al sistema di controllo di legalità, una battuta d’arresto sul fronte della lotta all’evasione fiscale” è questo il primo giudizio delle Segreterie Nazionali Agenzie Fiscali di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Pa e Confasal/Salfi, espresso in attesa di poter finalmente visionare il testo approvato in Consiglio dei Ministri.
“Gli interventi illustrati in conferenza stampa dal Governo – si legge in una nota delle quattro sigle sindacali – rischiano di incidere negativamente sulla lotta all’evasione fiscale, creano diffusa demotivazione tra il personale delle Agenzie Fiscali, costretto a subire pressioni sociali sempre crescenti, e comportano per l’ennesima volta complesse operazioni di riorganizzazione sulle quali l’impegno del Governo, anche da un punto di vista economico, è tutto da verificare”.
Una riduzione controproducente della presenza sul territorio, visto il ruolo strategico che le Agenzie ricoprono per l’erario. Un dimagrimento degli organici insensato, l’ennesimo taglio lineare. “Giudichiamo contraddittoria la strategia del Governo – continua la nota – che porterà in Europa una riforma che non consente grandi risparmi e rischia di mettere in crisi la missione di controllo, con un pericoloso saldo negativo. Rifiutiamo interventi che penalizzano sotto diversi profili, anche economici, lavoratori che da anni subiscono il blocco dei contratti e notevoli incrementi dei carichi di lavoro, sempre più ambiziosi. Un indebolimento organizzativo e mediatico miope, dato che il lavoro finanziario, oltre ad essere altamente strategico e professionale, è divenuto pericoloso, con ricadute sull’ottimizzazione del rapporto fisco-contribuenti, incrinato ulteriormente dal Dpcm sulla revisione di spesa”.
“Critiche puntuali sul merito e sul metodo – quelle avanzate da Fp-Cgil, Fp-Cisl, Uil-Pa e Confasal/Salfi – che verranno formalizzate in questi giorni in mancanza del necessario confronto preliminare, che speriamo avvenga in tempi brevi e porti a un passo indietro del Governo. Non vorremmo che, come già avvenuto in altri casi, la fretta nel dare risposte ai mercati produca altri costi per il Paese e per i cittadini”. E infine una domanda al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia Mario Monti: “la lotta all’evasione fiscale è ancora una priorità del Governo o è stata accantonata in nome di una politicamente più proficua campagna mediatica ai danni del lavoro pubblico?”.
Roma, 20 giugno 2012