24.05.2012 – Roma – Rassegna stampa sulla grave situazione del Comando.
COMUNICATO STAMPA
Vigili del Fuoco in stato di agitazione, 18 giugno sciopero nazionale
Fp-Cgil Vvf: insopportabile riforma delle pensioni,
spending review non sia pietra tombale
Roma, 23 maggio 2012
La misura è colma per gli uomini del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e in assenza di risposte politiche Fp-Cgil, Fns-Cisl e Uil-Pa chiamano alla mobilitazione. Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione e il 30 maggio esporranno in una conferenza stampa le ragioni della protesta, che culminerà il 18 giugno nello sciopero nazionale unitario della categoria.
“Il Corpo aspetta risposte da troppo tempo. Il mancati aumenti salariali, fermi al 2008, le carenze di organico, la precarizzazione, i tagli ai finanziamenti e il modello di governance governance del sistema di soccorso hanno reso il lavoro dei Vigili sempre più difficile e pericoloso.
Dopo gli encomi pubblici la politica ha sempre ignorato i problemi – afferma Adriano Sgrò, Segretario Nazionale della Fp-Cgil – ma con la riforma delle pensioni si è davvero andati oltre. È inaccettabile che, nonostante le promesse dello stesso Presidente Del Consiglio Mario Monti, la specificità del lavoro dei Vigili del Fuoco non venga riconosciuta, che il loro non sia ritenuto un lavoro usurante”.
“Quanto alla spending review – aggiunge Mario Mozzetta, Coordinatore Nazionale Vvf Fp-Cgil – non crediamo che il Corpo possa essere sottoposto a ulteriori tagli, che ne causerebbero la paralisi. Va invece colmato il deficit di personale, affrontando il problema della stabilizzazione dei discontinui e dell’assunzione dei vincitori di concorso per il rispetto del turn over. L’attuale modello organizzativo del Dipartimento è troppo burocratico. Va
snellito a livello centrale per garantire una migliore operatività sul territorio e una maggiore autonomia gestionale al Capo del Corpo, che dovrebbe poter agire senza filtri, in diretto contatto con i vertici politici”.
Il comunicato e il verbale della riunione del 22 maggio 2012 sulla ripartizione delle ore di lavoro straordinario della Polizia
Penitenziaria del D.G.M.
RIORGANIZZAZIONE DELLA FORZA ARMATA E LINEE DI INDIRIZZO PER L’IMPIEGO DEL PERSONALE
CIVILE IN SERVIZIO NEGLI ENTI A.M.
MINISTERO DELLA DIFESA
Si allega in copia la lettera pervenuta dal Gabinetto del Ministro con la quale si informa che lo studio relativo ai processi di mobilità del personale civile verso le altre amministrazioni è iniziato.
Ovviamente, così come precisato nei nostri comunicati precedenti, la nostra posizione sarà altrettanto chiara in sede di incontro con l’Amministrazione Difesa.
Quello che abbiamo richiesto, l’attivazione di un tavolo permanente con il Dipartimento di Funzione Pubblica, è un punto dal quale non intendiamo prescindere per la mobilità esterna.
Per quella interna si ribadisce che la posizione della FPCGIL , sarà quella di non riCevere una semplice informazione, ma sederci al tavolo di una trattativa che definisca i criteri e le procedure per tale mobilità
Si preannuncia, che a seguito degli incontri con gli Stati Maggiori di Forza Armata, la nostra Organizzazione insieme alle segreterie nazionali di CISL e UIL, PREDISPORRà TUTTE LE INIZIATIVE CHE SI RITERRANNO NECESSARIE
Roma, 23 maggio 2012
FPCGIL DIFESA
Noemi MANCA
COMUNICATO AI LAVORATORI DELLA DIFESA
Vi alleghiamo la proposta di legge del 2008, tendente a risolvere la oramai annosa posizione degli ex A1, tale disegno di legge, necessita a nostro avviso di alcune integrazioni visto il recente progetto di Riforma dell’intero sistema difesa, attualmente in discussione alla Commissione Difesa del Senato.
Sarà nostra cura inviare al Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati e ai suoi componenti una richiesta di audizione.
Roma, 23 maggio 2012
FPCGIL DIFESA
Noemi MANCA
Disegno di legge in discussione alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati in data 22.5.2012:
“Ci sembra positivo che la Ministra Cancellieri abbia rassicurato sul fatto che non verranno utilizzati altri militari per sostenere lo sforzo dei Corpi di Polizia. Non ne avremmo davvero capito la ragione”. Con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, commenta le dichiarazioni rilasciate stamane alle agenzie di stampe dalla Ministra dell’Interno.
“Già oggi – aggiunge Chiaramonte – abbiamo inviato alla Ministra una lettera in cui spieghiamo l’inutilità di un’eventuale ulteriore utilizzo di risorse militari a fini di ordine pubblico, soprattutto se contemporaneo alla revisione di spesa. Sarebbe insensato spostare personale militare sul controllo di obiettivi sensibili mentre contemporaneamente si riducono i presidi del Ministero sul territorio e una parte consistente degli agenti della Polizia di Stato è utilizzata come personale amministrativo e distolta dai suoi compiti istituzionali”.
“Suggeriamo alla Ministra, al fine di effettuare una vera revisione di spesa e un’efficace riorganizzazione, di applicare l’art.36 della legge 121/81, che prevede l’utilizzo di personale civile per sostenere il lavoro della Polizia di Stato. Se si pensa che un poliziotto costa in media 37 mila euro e che un impiegato di un ministero ne costa 28mila, è evidente come l’utilizzo di personale dei corpi di polizia a fini amministrativi sia uno spreco. Razionalizzare questa spesa – conclude il sindacalista – vorrebbe dire innanzitutto valorizzare il ruolo e le funzioni di quegli agenti della Polizia di Stato e il lavoro del personale civile del Ministero dell’Interno”.
Roma 14 maggio 2012
Nel tardo pomeriggio di ieri una telefonata anonima alla Questura di Piacenza ha annunciato la presenza di un pacco bomba nel palazzo dell’Agenzia delle Entrate della città.
Le forze dell’ordine hanno immediatamente isolato la zona, favoriti anche dal fatto che gli uffici erano ormai chiusi, e qualche ora dopo gli artificieri hanno verificato che si trattava fortunatamente di un falso allarme.
Episodi come questo, ed episodi di violenza in genere che si stanno verificando sempre più di frequente nelle sedi di Agenzia Entrate ed Equitalia, sono un segnale preoccupante di come il clima di instabilità sociale dettato dalla crisi, sempre più si traduce in azioni scomposte e disperate, ed evidenziano l’urgente necessità che il Governo metta in campo politiche atte a dare risposte al disagio sociale crescente.
Non è tollerabile che i lavoratori pubblici in generale e quelli dell’Agenzia delle Entrate in particolare siano quotidianamente ed ingiustamente esposti ad una gogna mediatica e populistica che li rende capri espiatori e facile bersaglio della tensione crescente.
Si tratta di cittadini lavoratori che ogni giorno svolgono la propria attività al servizio dello Stato e della legalità, spesso in difficili condizioni di sottodimensionamento di organico a causa dei tagli lineari operati dai governi e che non hanno sicuramente potere decisionale nelle scelte legislative di aumento della pressione fiscale sui cittadini.
Come FP Cgil abbiamo già avuto modo di chiedere quali provvedimenti l’Amministrazione intenda mettere in campo per garantire le minime condizioni di sicurezza per i propri dipendenti mentre adempiono al proprio dovere, ma le risposte non sono confortanti, dal momento che, pare, il bilancio dell’Agenzia non consente l’adozione di misure particolari.
Da parte nostra continueremo da una parte ad incalzare affinché su questo tema vengano date risposte positive ed efficaci perché i lavoratori possano operare in sicurezza e dall’altra a chiedere al Governo di porre in campo reali riforme ed azioni di equità fiscale per dare risposte ad una crisi che sta portando i cittadini all’esasperazione, ricordando e valorizzando al contempo il ruolo fondamentale svolto dagli uffici e dai lavoratori dell’Agenzia delle entrate, baluardo di legalità fiscale.
Melissa Toscani
Responsabile Funzioni Centrali
FP CGIL Piacenza
Vi invitiamo alla opportuna diffusione tra i lavoratori
Un patrimonio artistico e culturale sterminato, messo a rischio dalle sempre più scarse risorse pubbliche a disposizione. Intanto l’iniziativa riparte del basso, con l’occupazione di alcuni luoghi simbolici nelle più importanti città italiane. E anche il ministro Ornaghi mette in guardia: “Occorre intervenire al più presto”
Crolli, tagli, riduzioni, sperperi, incuria, disinteresse, pericolo. Per entrare nella dimensione in cui vive, o meglio sopravvive, la cultura italiana, basta mettere in fila le parole, affidarsi al vocabolario. Quello dei commentatori, degli analisti, degli addetti ai lavori, di politici e cittadini. Malacultura. E non c’è solo Pompei, Carditello, il Colosseo, la necropoli etrusca di Cerveteri o Venezia permanentemente a rischio scomparsa. Lo sfascio è generale. Le risorse disponibili, quando va bene, bastano a malapena per far fronte all’ordinario, in questo caso, alla tutela. Valorizzazione, sviluppo, investimenti, sono solo figure retoriche, termini buoni solo per ricoprire con una patina di politically correct qualsivoglia discorso sui beni culturali. La realtà è diversa: una dismissione di Stato del patrimonio culturale. E anche il Mibac, il ministero dei Beni e delle Attività culturali, è sempre più un dicastero a scadenza.Dieci anni, al Mibac restano “solo dieci anni di vita”. L’analisi di Claudio Meloni, responsabile della Cgil per i Beni Culturali, mette in primo piano l’organizzazione del lavoro interna al ministero guidato da Lorenzo Ornaghi. “E’ vero, non abbiamo gli esuberi degli altri ministeri, e questo è di sicuro un punto a favore del governo Monti. Ma la situazione resta critica lo stesso: per ogni cinque dipendenti che vanno in pensione c’è solo un nuovo assunto, l’ultima pianta organica è del 1997, il dumping contrattuale è assurdo: basta pensare che il 30% di coloro che sono stati assunti con un contratto da vigilante, svolge tutt’altro lavoro”. Poi i tagli. E qui le cifre sono spietate: in dieci anni, dal 2001 al 2011, si è passato dallo 0,36 allo 0,18 dei fondi destinati in base al bilancio dello Stato. Ad oggi, si tratta di un miliardo e quattrocento milioni di euro, “niente, una cifra irrisoria”. Soprattutto in un Paese ad alta concentrazione di capolavori.E si tratta di una tendenza che non è legata alla gestione politica, “destra e sinistra, hanno tagliato in egual modo”. Inoltre, le cattive pratiche fanno il resto. Come l’abuso della contabilità speciale. Ovvero fondi destinati a singoli progetti erogati dal ministero e che, in molti casi, non vengono neanche spesi. “Abbiamo calcolato che ci sono quasi 500 milioni di euro inutilizzati”. E se si aggiunge il fatto che il ministero è oramai un “mostro burocratico”, un apparato centralistico che non riesce neanche a stabilire una comunicazione virtuosa con i territori, il danno è fatto. Immobilità, mancanza di decisioni tempestive, falle cui si è cercato di rimediare attraverso l’esternalizzazione di alcuni servizi, come quelli gestiti da Ares e Arcus, le due società In House del ministero. Il risultato? “Arcus, di cui si annuncia la chiusura, è diventata un carrozzone clientelare, mentre Ares non rispetta elementi basilari di civiltà del lavoro: quasi tutti i suoi dipendenti sono assunti con contratti di commercio, perché costano di meno”, conclude Meloni.Poi la precarietà. Per lo Stato, gran parte degli operatori dei beni culturali semplicemente non esiste. Dall’assenza di ordini professionali a bandi di concorso realizzati senza tener conto dei corsi di studio specifici dei vari archivisti, bibliotecari e operatori dei musei. “Ci sono casi in cui degli scavi vengono affidati solo a chi è iscritto ad un ordine professionale. Vale a dire: archeologi tagliati fuori dal proprio settore di competenza”, dice Tsao Cevoli, presidente dell’Associazione Archeologi Italiani. E poi la crisi, con decine di giovani lasciati semplicemente a casa, magari dopo anni di collaborazioni con un istituto culturale. In questo senso fa testo l’ultima lettera, 29 novembre 2011, inviata da Marco Carassi, presidente dell’associazione degli archivisti, Stefano Parise, bibliotecari, Alberto Garlandini dell’Icom: “La crisi sta mettendo a dura prova l’esistenza di molte istituzioni culturali, con gravi conseguenze sull’occupazione, sulle condizioni di lavoro, sul futuro di molti giovani specificamente preparati, ma senza alcuna possibilità di riconoscimento professionale”.Una giungla quindi, un groviglio di burocrazia, impreparazione, assenza di fondi. E dietro tutto ciò, quasi un retro-pensiero: la cultura non paga, ovvero l’estensione di massa del tremontiano “con la cultura non si mangia”. Niente di più falso. Gli studi di setteore sono decine. E gli esiti, sbalorditivi. Basta sfogliare le ultime pubblicazioni della European House Ambrosetti, centro studi di Milano. Per ogni cento euro di incremento di PiL nel settore culturale, “le ricadute sono pari a duecentoquarantanove euro”. Vale a dire, investi uno e guadagni 2,49. E sul fronte occupazionale, “per ogni incremento di un’unità di lavoro nel settore culturale italiano l’incremento totale sulle unità di lavoro è dell’1,65%”. Non male, soprattutto in un Paese sull’orlo della recessione.
21 maggio 2012
Roma 7 maggio 2012
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Mario Monti
Al Ministro dell’Interno
Dott.ssa Annamaria Cancellieri
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Prof.ssa Elsa Fornero
Al Ministro della Pubblica Amministrazione
e dell’Innovazione
Dott. Filippo Patroni Griffi
Sottosegretario di Stato all’Interno
Dott. Giovanni Ferrara
Capo Dipartimento dei VVF, S.P. e D.C.
Dott. Francesco Paolo Tronca
Capo del Corpo Nazionale VVF
Dott. Ing. Alfio Pini
Ufficio per le relazioni sindacali delle PP.AA.
Dott. Eugenio Gallozzi
Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali CNVVF
Dott. Giuseppe Cerrone
Commissione di Garanzia attuazione
Legge 146/90
Oggetto: Proclamazione sciopero CGIL CISL UIL VV.F. 18 giugno 2012.
Con riferimento allo sciopero CGIL – CISL – UIL Vigili del Fuoco indetto il giorno 5 giugno 2012 con nota del 3 maggio u.s., si comunica che la data dello stesso è stata differita al 18 giugno 2012, per il rispetto delle norme dettate dall’accordo sulle modalità ed i periodi di franchigia legati allo svolgimento delle elezioni amministrative.
Con successiva comunicazione verranno trasmesse le relative modalità di adesione e di partecipazione del personale.
Distinti saluti.
F.P. CGIL NAZIONALE VVF
A.Sgrò – M.Mozzetta |
FED. NAZ. SICUREZZA CISL
Pompeo Mannone |
UIL NAZ. VVF
Alessandro Lupo |
MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA’ RICERCA
COMUNICATO
SOSPESO IL SISTEMA DI VALUTAZIONE PER IL 2011
Come preannunciato ieri, il Capo di Gabinetto ha spostato l’incontro sulla organizzazione degli Uffici al 28 maggio.
Si fanno sempre più stretti i tempi per un reale confronto sulla riorganizzazione di questa Amministrazione e aumentano le nostre preoccupazioni su sedi territoriali e personale.
Di seguito il comunicato che abbiamo condiviso con le altre Organizzazioni Sindacali del MIUR firmatarie dello stesso.
Alleghiamo, inoltre, la nota del Ministro Profumo che sospende l’applicazione del sistema di misurazione e valutazione della performance del MIUR relativamente al 2011.
Nei prossimi giorni attendiamo la bozza FUA predisposta dall’Amministrazione che ci aspettiamo ricalchi l’accordo sottoscritto per il 2010, come da noi richiesto.
FP CGIL MIUR
Angelo Boccuni