L’accordo è stato raggiunto a Postdam, nella notte tra il 30 e il 31 marzo dopo una maratona di circa 55 ore e riguarda circa due milioni di dipendenti pubblici delle funzioni centrali e delle regioni e degli enti locali . Un accordo difficile che non accontenta del tutto il sindacato dei servizi pubblici e privati, Ver.di.
L’accordo prevede un aumento del 6,3% in 24 mesi (4,9% dopo 18 mesi).
L’aumento iniziale del 3,5% inizia dal1 marzo 2012, poi ci sarà un aumento dell’1,4% dal 1 gennaio 2013 e di un altro 1,4% dal 1 agosto 2013.
Il gruppo più basso dei dipendenti ministeriali passa da 2141 mensili a 2250 nel 2013.
L’accordo ha riguardato anche itirocinanti nella pubblica amministrazione che hanno ottenuto un aumento di circa 90 e il diritto all’entrata (da 703 al livello più basso, appena entrati, a 793 ) nell’amministrazione dopo il superamento di un esame alla fine dell’anno di tirocinio (849 è il massimo raggiungibile per un tirocinante in formazione).
Il costo preventivato è di 550 milioni di euro per lo stato federale (i ministeri) e di 2,2 miliardi di euro per i governi regionali e locali nel 2012 e 4,3 miliardi del 2013.
Il presidente della Bundesbak, Jens Weidmann, ha dichiarato che l’accordo non dovrà servire da modello per gli altri contratti pubblici e privati, che riguardano altri 9 milioni di lavoratori.
L’accordo è arrivato dopo una serie di scioperi, cosiddetti di ‘avvertimento’ (in Germania lo sciopero della categoria è possibile solo dopo la rottura delle trattative) che hanno riguardato la città-stato di Berlino e il Land della Renania Settentrionale-Vestfalia (la regione più popolosa della Germania con 18 milioni di abitati e capitale Düsseldorf) nei settori del trasporto locale, raccolta dei rifiuti e asili nido. E nelle scorse settimane si erano fermati gli ospedali pubblici.
In caso di mancato accordo si sarebbe attivata la procedura di conciliazione davanti ad una parte terza e in caso di disaccordo i sindacati sarebbero stati autorizzati ad una serie più generale e forte di scioperi (da ricordare che in Germaniai sindacati ripagano ai propri iscritti una parte dei salari perduto con gli scioperi)
L’accordo ha riguardato anche i lavoratori aeroportuali, che per la prima volta hanno un accordo collettivo legato al settore pubblico, che riceveranno una una-tantum di 600 per il 2012 (per i grandi aereoporti, 200 per i più piccoli), oltre all’applicazione degli accordi suddetti. Gli scioperi della settimana precedente avevano bloccato l’areoporto di Francoforte.
I sindacati avevano chiesto, solo peril 2012, il 6,5% mentre i datori di lavoro, guidati dal ministro degli interni Hans-Peter Friedrich – offrivano il 3,3% in due anni (l’inflazione in Germania viaggia al 2%, 2,3%). Il Ministro ha dichiarato che la trattativa è stata difficile “ma siamo lieti di aver raggiunto un accordo che permette di premiare l’impegno nel lavoro dei dipendenti pubblici”
Una delle richieste non accettate dal governo è stata la creazione di un aumento dei salari più bassi di 200 euro mensili e la fissazione di un salario minimo. “Questo ci dispiace molto – ha detto il presidente di Ver.di Frank Bsirske -perché chi guadagna meno continua a pagare più degli altri”.
Ora l’accordo vede essere approvato dagli iscritti al sindacato che voteranno tra l’11 e il 25 aprile per decidere se approvarlo o meno.
si è svolto a Bruxelles l’incontro del gruppo di lavoro del EUPAN /TUNED relativo al progetto “Migliorare l’immagine e l’attrattività delle Amministrazioni centrali in Europa”.
L’incontro è iniziato con la presentazione dello studio del Prof. Robert Sobiech dell’Università di Varsavia sull’immagine delle Amministrazioni centrali in alcuni paesi europei. Lo studio ha stimolato una vivace discussione; in qualità di rappresentanti della delegazione italiana del Tuned abbiamo segnalato la particolar esituazione dell’Italia dove negli ultimi anni la politica, nella persona dell’ex Ministro della Funzione Pubblica, ha contribuito ad una campagna mediatica contro i lavoratori pubblici, volta a giustificare i numerosi tagli e un progetto di smantellamento della pubblica amministrazione.
Dopo la discussione si è proceduto ad un brainstorming da parte di tutti partecipanti, basato su 4 domande relative agli indicatori che possano migliorare o peggiorare l’immagine delle Amministrazioni Centrali. Alla fine del brainstorming le varie suggestioni sono state riassunte in alcuni concetti chiave che saranno utilizzati nel progetto.
Il prof. Sobiech ha inoltre presentato il questionario che verrà compilato nei 13 paesi che partecipano al progetto per ilc ompletamento dello studio; si tratta di domande chiuse ed aperte alle quali dovranno rispondere 6 esperti scelti dal TUNED, in rappresentanza dei lavoratori, e 4 dall’EUPAE, in rappresentanzadella dirigenza, per ogni paese. L’elaborazione dei dati relativi al questionario andrà a completare il progetto.
Nella sessione pomeridiana si è proceduto alla compilazione definitiva del Libro Verde Commissione Europea su “Ristrutturare e anticipare i mutamenti: quali insegnamenti trarre dall’esperienza recente? “, ovvero un documento congiunto redatto a cura della EUPAE e del TUNED su come affrontare possibili ristrutturazioni e cambiamenti nelle Amministrazioni Centrali, conseguenti la crisi economica, che si basino sul dialogo sociale e su ipotesi condivise.
Dopo un lungo dibattito si è arrivati a questa importante firma che stabilisce alcune indicazioni importanti per affrontare la crisi in maniera condivisa nel rispetto dei diritti del sindacato, del suo ruolo e di quello delle Amministrazioni centrali, sottolineando l’importanza del dialogo sociale e della contrattazione.
Nicoletta Grieco
componente supplente per l’Italia del TUNED
Il 6 ottobre scorso, a Bruxelles, si è tenuta la 36° riunione del Comitato delle Amministrazioni Centrali Nazionali ed Europee (NEA). Durante la riunione si sono tenute le elezioni per la sostituzione del Presidente del Comitato. La sostituzione si era resa necessaria per raggiunti limiti di età del presidente uscente, il britannico Charles Cochrane.
Britta Lejon (Svezia, del sindacato ST) e Jan Paul Devos (Belgio, del sindacato CSC-SP ) erano i due candidati alla presidenza e con la maggioranza dei voti è stato eletto il rappresentante del Belgio. Jan Paul Devos era sostenuto anche dalla nostra delegazione e dai sindacati mediterranei nel complesso. Restano in carica i due vice presidenti, Jacek Ciacma, spagnolo di FSC CCOO e Thora Petersen, danese, del sindacato HK Stat.
Il prossimo incontro del gruppo di lavoro del dialogo sociale sulla “crisi” e le politiche di austerità dei governi si terrà il 25 ottobre a Bruxelles. In questa riunione come TUNED riproporremo ai Direttori Generali di condividere una nota comune che impegni i governi nazionali alla trasparenza e alla pubblicazione dei dati sul divario salariale tra donne e uomini.
Francesca De Rugeriis
(componente per l’Italia del TUNED e del Comitato permanente per le amministrazioni centrali e nazionali – NEA-EPSU)
COMUNICATO
Ieri è uscita la circolare 66. Dal 1° settembre 2012 l’orario di apertura al pubblico della sportelleria delle agenzie interne e complesse è fissato in un numero minimo di 28 ore settimanali.
Almeno 20 ore settimanali di apertura antimeridiana per cittadini e imprese, dal lunedì al venerdì, e almeno 8 ore pomeridiane per servizi di consulenza su appuntamento e agli intermediari legalmente riconosciuti.
Lo stesso orario minimo settimanale dovrà essere garantito dai C.R.I.C. (centri regionali d’informazione e consulenza) e dai G.A.I. (Gruppi assistenza informatica interna ed esterna).
L’Amministrazione ha deciso d’imperio, di attuare, di fatto, un orario nazionale di apertura al pubblico. Che una sede abbia 1000 accessi giornalieri o ne abbia 30 per lei, è lo stesso.
Con buona pace delle prerogative territoriali, e fregandosene altamente del proprio management sul territorio.
Si è chiesta l’Amministrazione del perché, citiamo testualmente la circolare, ” in un numero considerevole di strutture, gli orari di apertura dei portelli non sono adeguati alla domanda del pubblico, non soltanto dal punto di vista quantitativo, ma anche sotto il profilo della qualità del rapporto con il cittadino” ?
Se una sede, nel corso del tempo, si è vista costretta a ridurre o a contrarre l’orario di apertura degli sportelli l’ha fatto perché soffre di antropofobia o perché esistono effettive difficoltà?
Per affrontare un problema reale e serio come quello del rapporto con i cittadini non si è trovato di meglio che agire in un’ottica quantitativa e romanocentrica aumentando le ore di sportello senza un’analisi approfondita delle difficolta che le sedi affrontano per garantire sportelli, produttività e qualità del servizio.
– Quanto costa quest’operazione in termini economici e di risorse umane?
– Come garantiamo un servizio di sicurezza? (in molte sedi si parla di ridurre il servizio di guardiania.)
– Come garantiamo il turn over agli sportelli? O pensiamo di lasciare un collega per otto ore di fila a rispondere al pubblico.
– Che formazione è stata predisposta per i colleghi che operano agli sportelli? Visto che la circolare, con molto “buongusto” rileva che la qualità del servizio è scadente.
– E’ stata fatta un’analisi, sede per sede, dei flussi di affluenza del pubblico? O quel che vale per Palermo, vale anche per Enna?
– Come pensiamo di integrare i servizi all’utenza ex Enpals ed ex INPDAP alla luce dell’ennesima futura riorganizzazione?
– Perché si rinvia a un futuro messaggio la comunicazione dei parametri utilizzati per la determinazione dell’assorbimento standard di risorse per bacino d’utenza e non lo si è discusso in contemporanea alla circolare?
– C’è stato un confronto con i Direttori Regionali prima di partorire cotanta circolare o come al solito sono stati bellamente scavalcati? La circolare prevede che i Direttori Provinciali devono eseguire e i Direttori Regionali controllare. In pratica gli si sta dicendo che fino ad oggi non sono stati in grado di gestire il rapporto con il pubblico e che ora ci pensa Roma.
SERVE VERAMENTE QUESTA CIRCOLARE O E’ LA PRIMA MOSSA PER TENTARE DI CAMBIARE E NAZIONALIZZARE L’ORARIO DI LAVORO?
L’INPS vive in simbiosi con le varie realtà territoriali e nel corso degli anni le sedi hanno adeguato il loro agire alle richieste del territorio in base alle peculiarità dello stesso, che per la particolare storia del nostro Paese sono evidentemente differenti non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle stesse regioni.
La CGIL aveva chiesto il rinvio di tale circolare dopo che l’Amministrazione avesse sciolto tutti i nodi sopra descritti e soprattutto che tale circolare non indicasse orari minimi o fasce predeterminate di apertura degli sportelli, ma che il tutto fosse demandato al confronto territoriale.
Invitiamo tutte le RSU sui posti di lavoro ad attivarsi immediatamente (non aspettiamo il primo settembre) per chiedere incontri con i direttori delle sedi e indire assemblee con il personale per verificare l’impatto che tale circolare potrà avere sui servizi all’utenza, sul raggiungimento degli obiettivi, su come s’intende effettuare turn over agli sportelli, su che tipo di formazione è garantita ai colleghi, quanto personale in più serve, come s’intende approntare il servizio di consulenza pomeridiana e verificare se sono garantite le norme di sicurezza per utenti e colleghi.
Inviateci le risultanze degli incontri e le mozioni delle assemblee.
Per la FP CGIL INPS questa partita non si chiude con la circolare 66.
Roma, 10 maggio 2012
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi
10.05.2012 – in allegato Nota unitaria e rassegna stampa sulla chiusura del distaccamento di Corato.
10.05.2012 – in allegato nota unitaria al Sindaco della capitale.
10.05.2012 – in allegato nota unitaria sul servizio portuale
Abbiamo avuto ieri una riunione di contrattazione nazionale incentrata su vari temi, a partire da quelli economici, del tutto comprensibilmente al centro dell’attenzione dei lavoratori.
Di seguito:
Il titolo del comunicato è indicativo e riguarda una nuova sottoscrizione dell’accordo, che leggete in allegato, sui progetti locali, che sostanzialmente fa salva la prosecuzione dei progetti in essere sulla base di una riscrittura che elimina il riferimento ai progetti locali 2010.
Questa vicenda, assurda e paradossale, riguarda pretese singolari da parte degli organi di controllo, che hanno voluto ben tre dichiarazioni da parte del Mibac che quelli erano effettivamente soldi residui dei FUA degli anni precedenti. Inoltre, poichè l’accordo del 2010 non aveva avuto il benestare loro, (anche se noi abbiamo ricordato che l’UCB del MEF aveva certamente registrato l’accordo), doveva sparire dai riferimenti.
L’accordo comporta l’immediata ripresa dei progetti anche se il tutto comporterà quasi sicuramente un ritardo anche nell’erogazione di queste somme ai lavoratori.
Sul restante salario accessorio:
ancora il MEF non ha provveduto allo stanziamento delle somme in bilancio. Al riguardo noi abbiamo fatto presente che è stata indetta una giornata di mobilitazione nazionale che comporterà l’indizione in contemporanea di assemblee in tutta Italia ed un sit in a Roma davanti alla sede centrale del MEF. Il tutto accompagnato da iniziative di protesta e mobilitazione dei lavoratori. Pertanto abbiamo chiesto un ulteriore urgente intervento dell’Amministrazione presso il Ministero dell’Economia per sbloccare questa inaccettabile situazione. In allegato vi inviamo anche ulteriori letterine da parte dei Signori Ministro e Capo di Gabinetto, inoltrate agli omologhi dell’Economia, per sollecitare lo stanziamento delle dovute risorse. Pur apprezzando questi sforzi, dobbiamo segnalare che ad oggi non sembrano aver prodotto risultati significativi e che non ci pare modificato il vizietto tremontiano di firmare sempre in ritardo siderale i fondi destinati al salario accessorio dei lavoratori. Anche in questo si registrano continuità di comportamenti, purtroppo.
Quindi restiamo in attesa di urgente riscontro da parte dei signori del MEF che devono assegnare le risorse, facendo presente che noi non accetteremo ulteriori e del tutto ingiustificati rinvii. E pertanto le iniziative di mobilitazione unitaria proseguiranno fino all’ottenimento di quanto dovuto.
Approfittando di questa intensa corrispondenza con il Ministero dell’Economia abbiamo unitariamente chiesto di verificare l’integrazione del FUA 2011 e 2012 dei risparmi di gestione che rappresentano la quota variabile e che non erano state assegnate perché il fondo era al limite della sua capienza massima prevista dalle norme. Adesso la consistenza del Fondo è stata ridotta per effetto dello spending review, e quindi secondo noi si può procedere alle opportune integrazione.
Proseguendo nella nostra revisione della spesa abbiamo inoltre chiesto di verificare se nella composizione del fondo erano state inserite tutte le voci previste, perché abbiamo al riguardo ragionevoli dubbi. Vedremo cosa risponderanno al riguardo i puntigliosi controllori.
Sulla proposta di accordo sull’incentivazione del 2% prevista dal D. Lgs.163:
la sottoscrizione eventuale dell’accordo è stata rinviata opportunamente ad un ulteriore approfondimento tecnico considerato che dai lavori della Commissione sono emerse 2 posizioni divaricate. La prima sostenuta da UIL e FLP che sostiene la necessità di una predeterminazione rigida delle percentuali di ripartizione dell’incentivo, la seconda, sostenuta da noi e dalla CISL che invece è per il mantenimento delle possibilità di oscillazione delle percentuali entro certi limiti. Questo perché il meccanismo consente una maggiore possibilità di riconoscere le specificità dei lavori e le loro condizioni organizzative, oltre a dare un senso all’intervento della contrattazione decentrata.
Inoltre noi abbiamo osservato che nella bozza di eventuale accordo erano quasi del tutto assenti le relazioni sindacali, ovvero i livelli di accordo regionale e di posto di lavoro, i diritti di informazione preventiva sui criteri di ripartizione degli incarichi al personale tecnico e di quella successiva di rendiconto analitico sull’attività svolta in applicazione dei criteri previsti dall’accordo.
Condizioni per noi imprescindibili per assicurare la necessaria trasparenza ad una materia la cui gestione ha quasi sempre mantenuto impenetrabili nebbie.
Su questo e su altri aspetti più specifici saremo presto riconvocati in sede tecnica.
Sulle progressioni economiche:
siamo stati informati sul numero delle domande pervenute (14.000) e sull’avvio della procedura di valutazione da parte della Commissione Esaminatrice Nazionale, preceduta da una verifica dell’Amministrazione sul possesso dell’anzianità prevista dal bando. Le Commissioni sono già regolarmente costituite, abbiamo chiesto di avere informazione sulle linee guida che la Commissione Nazionale dovrà produrre, con particolare riferimento alle modalità di controllo dei titoli presentati e ci è stato risposto che sicuramente tra i criteri sarà presente il controllo capillare sulla documentazione presentata dai vincitori esteso al 15% degli idonei. Verificheremo naturalmente alla luce dei fatti.
Sull’esito del monitoraggio sulla spesa per turnazioni:
In questo caso tocchiamo un dato delicato e, anche se i numeri non sono del tutto esemplificativi, abbiamo registrato diversi casi in cui le richieste sono incrementate in modo ingiustificato. Questo fenomeno mette in luce la tendenza ingiustificata ad estendere la tipologia delle turnazioni anche a servizi ove le stesse non sono normalmente previste. Con il risultato di produrre un aumento di spesa che non è sostenibile, a fronte di una spesa complessiva già prevista di 27 milioni di euro.
Accanto a questo abbiamo invece registrato la difficoltà di alcuni Istituti che dimostrano l’effettiva necessità di ampliamento delle turnazioni per incremento dell’organico o per riuscire a mantenere gli orari ampliati di apertura ad avere l’incremento sulle turnazioni.
In questo contesto brillano come al solito le irresponsabilità di molti Dirigenti, anche Regionali, che chiedono aumenti esponenziali di queste spese o giustificano turnazioni improprie.
Come ad esempio il Polo Museale Veneziano, autore di un richiesta esponenziale. Gentile Soprintendente, per fare cosa? Non certo per ampliare le aperture e la fruizione, visto che ha annunciato alla stampa locale la riduzione degli orari dei musei.
E questo è solo un esempio. Ma ne potremmo fare, purtroppo, tanti altri.
Sul punto dobbiamo essere chiari, anche a rischio di risultare impopolari. Le turnazioni non sono un modo di erogazione di salario accessorio, sono cicli lavorativi dotati di specificità e l’indennità di turno serve a retribuire un disagio. L’incidenza della sua spesa sulla consistenza del FUA è rilevantissima, considerata l’incidenza dei cicli di turnazione sulle organizzazioni dei servizi al pubblico. Estendere questa tipologia a tutti i cicli lavorativi comporta una situazione di insostenibilità finanziaria ed un FUA prosciugato e non più in grado di finanziare progetti nazionali, locali e progressioni economiche. Non estenderla significa sancire una situazione di disparità di trattamento a medesimo orario di lavoro. Ad esempio tra gli amministrativi che percepiscono questa indennità e quelli che invece sono esclusi a parità di condizioni lavorative.
Per questo motivo noi siamo contrari all’aumento della spesa e favorevoli invece al riconoscimento dell’aumento del budget solo a quelle situazioni per le quali viene dimostrata l’esigenza del ricorso alle turnazioni.
Sul punto l’Amministrazione ha comunicato che emanerà una nuova Circolare, a firma congiunta DG OAGIP e Segretariato Generale, volta a sensibilizzare opportunamente i fantasiosi Dirigenti periferici di questa Amministrazione.Vedremo e valuteremo.
E va sottolineato che sul punto si è registrato unanime adesione da parte delle sigle sindacali tutte.
Infine ci è stato annunciato che è prossima la nuova proposta di dotazione organica e che, in quell’ambito, si affronteranno finalmente e si spera si risolveranno le questioni inerenti il personale comandato e gli scostamenti orizzontali.
Roma, 10 maggio 2012
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
Roma, 10 maggio 2012
Alla Ministra della Giustizia
Avv. Prof. Paola Severino
Signora Ministra,
abbiamo più volte portato alla Sua attenzione le ragioni dei lavoratori della giustizia chiedendole un incontro che sino ad oggi non ha ritenuto di dover concedere.
Abbiamo ad ogni modo convintamente partecipato alle riunioni tecniche sulla geografia giudiziaria delle quali siamo stati i promotori nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini portando il nostro fattivo contributo.
Il Presidente Birritteri aveva fissato per la data odierna una riunione relativa alla mobilità del personale perdente posto durante la quale avrebbe dovuto condividere con le OO.SS i criteri per lo spostamento del personale; la riunione è stata disdettata all’ultimo momento e rinviata a data da destinarsi.
Dopo ciò apprendiamo con sconcerto dalla lettura del verbale dell’audizione del 9 maggio in Commissione Giustizia Senato del Presidente Birritteri che “un’ulteriore riunione avrà luogo successivamente alla definitiva approvazione dello schema di decreto legislativo e quindi in seguito a una nuova allocazione del personale”.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un interlocutore che non mantiene gli impegni presi in sede di trattativa e si comporta in maniera autoreferenziale. Ciò inevitabilmente ricade sotto la Sua responsabilità.
Le ricordiamo che i lavoratori della giustizia hanno il salario bloccato sino al 2014, non hanno avuto la progressione in carriera come gli altri dipendenti dei Ministeri e adesso, con i provvedimenti sulla geografia giudiziaria e i conseguenti “trasferimenti”, si troverebbero ad affrontare spese e disagi insostenibili.
Crediamo che non sia più rinviabile una Sua disponibilità ad ascoltare la ragioni di questi lavoratori.
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco