Comunicato incontro 8 maggio

 

  

Come preannunciato, lo scorso 8 maggio si è tenuto l’incontro  con l’amministrazione in merito alla proposta dalla stessa elaborata  riguardante i  posti messi a concorso per le progressioni economiche del personale con decorrenza 1.12.2010 come previsto dall’accordo FUA 2010 che la FpCgil non ha siglato.

Nel nostro intervento abbiamo rappresentato di non condividere la proposta ritenendo  iniqua la distribuzione delle fasce economiche interessate alla prevista prossima progressione economica. Contestualmente  abbiamo chiesto spiegazioni riguardo l’esclusione dalle precedenti progressioni economiche, con decorrenza 1/1/2009,  del personale sanitario non ancora transitato al SSN che, a nostro parere, per una scelta assolutamente arbitraria dell’amministrazione si è visto negare un diritto, contrariamente ad altra professionalità  che pur essendo nella stessa condizione ha invece potuto fruire di tale opportunità professionale. La questione ha determinato, ovviamente , una serie di contenziosi  con l’amministrazione  e soprattutto, a nostro parere, discriminazioni pesanti ed inopportune in considerazione che tale personale presta a tutt’oggi ancora servizio presso le sedi penitenziarie. Abbiamo pertanto chiesto all’amministrazione di assicurare massima chiarezza e trasparenza nelle procedure e di valutare attentamente la problematica al fine di non creare discriminazioni né  tantomeno nocumento al personale interessato.

A tal proposito abbiamo, infine, evidenziato quanto si siano rivelati  devastanti gli effetti determinati dal  contratto integrativo di comparto, da noi non condiviso ma  siglato dalla minoranza delle OO.SS., effetti che mortificano  i lavoratori e la loro professionalità  dequalificandone anche la specificità operativa. E’ per questo che abbiamo ribadito ancora una volta la necessità di rivederne con urgenza  i contenuti . Per ultimo abbiamo sollecitato al vice capo vicario D.ssa Matone  l’impegno a che vengano al più presto convocate dal Ministro le OO.SS. anche per il FUA 2011.

Come sempre la nostra attenzione verso la questione complessiva  sarà elevata e costante per garantire la dovuta trasparenza.

Roma, 10 maggio 2012
 

La coordinatrice nazionale DAP
Lina Lamonica
 

REGIONE PIEMONTE: PROROGATI I CONTRATTI DEI PRECARI – Comunicato stampa

REGIONE PIEMONTE: PROROGATI I CONTRATTI DEI PRECARI

 

Il Consiglio regionale del Piemonte approva l’emendamento alla Legge finanziaria che prevede la proroga fino a dicembre 2013 dei 203 dipendenti a Tempo determinato dell’Ente

 

Si va ai tempi supplementari. Il Consiglio regionale del Piemonte – lo scorso 4 maggio, in sede di approvazione della Legge finanziaria – ha prorogato con un emendamento votato dall’aula (5 gli astenuti, 2 i voti contrari) i 203 dipendenti a tempo determinato dell’Ente.

Emendamento presentato, anche grazie all’intesa raggiunta la sera prima a livello nazionale tra Cgil Cisl Uil, Ministero della P.A , Anci, Upi e Regioni sulla proroga ai precari.

 

La proroga dei contratti scadrà a dicembre 2013 e – si legge nell’emendamento – «la Regione Piemonte prevederà nel Piano occupazionale triennale concorsi pubblici per titoli ed esami per assunzioni a tempo indeterminato». Con Delibera della Giunta regionale saranno definiti i requisiti di partecipazione al concorso e la percentuale di riserva dei posti – comunque non inferiore al 40% e destinata ai lavoratori che risultino in servizio al 1 giugno 2012, ovvero i 203 Tempi determinati.

 

La FP CGIL Piemonte esprime moderata soddisfazione per la soluzione votata dal Consiglio Regionale: i 203 dipendenti a tempo determinato della Regione Piemonte hanno infatti già sostenuto un concorso pubblico nel 2009 (con prove scritte e prove orali) finalizzato a una definitiva stabilizzazione, purtroppo non avvenuta.

 

L’attenzione della CGIL – dunque – resta alta e concentrata su un percorso di stabilizzazione ancora “incompiuto” e da concludere, affinché si possa giungere a un graduale assorbimento dei 203 precari nel piano occupazionale dell’Ente. I 203 precari della Regione Piemonte – che spesso hanno accumulato un’anzianità professionale che supera il decennio all’interno dell’Ente – sono risorse umane strutturali per la Regione, e come tali devono essere considerati.

 
 
 
 

Per la FP CGIL Piemonte

Luca Quagliotti

 
 

Torino, 10/5/2012

 

 

 

Incontro 2 maggio 2012

 

 
  Incontro delle OO.SS. del personale a convenzione presso i SASN e il Direttore Generale della D.G. Professioni Sanitarie Dott. Leonardi.
 

 

 

   

Roma, 9 maggio 2012

 

Al Segretario Generale della

Presidenza del Consiglio dei Ministri

dott. Manlio Strano

Piazza Colonna 370 Roma

 

Al Capo del Dipartimento Politiche Risorse Umane

Consigliere Giuseppina Perozzi

Via della Mercede 96 Roma

 

Al Capo Dipartimento Protezione Civile

Dott. Franco Gabrielli

Via Ulpiano, 11 Roma

 

e p.c.  Al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Prof. Antonio Catricalà
Piazza Colonna 370
Roma

 

Oggetto: spending review al Dipartimento Protezione Civile

 
 

In attesa di leggere il testo del decreto legge sulla PC in Gazzetta Ufficiale e di avere finalmente contezza sulla “spending review” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Capo Dipartimento della PC (DPC) ha pubblicamente annunciato la sua personale “spending review”, incontrando i dipendenti DPC.

 

A questo proposito, il Capo Dipartimento ha delineato, tra l’altro, il taglio agli straordinari dei dipendenti (in sostanza un taglio del salario reale), senza tuttavia minimamente accennare al benché minimo taglio ai costosissimi contratti, alcuni dei quali secretati, che regolano le numerose e non sempre chiare esternalizzazioni (Finmeccanica, Eucentre, ReLUIS), alle pletoriche e costose direzioni generali nelle quali è articolato il Dipartimento, ai costi delle sedi del DPC (quattro, compresa quella di Stromboli), alle consulenze e agli incarichi dirigenziali affidati con ordinanza e, infine, a singolari incarichi professionali esterni per esempio la verifica del livello di adeguatezza sismica della sede di Via Ulpiano .

 

In aggiunta, il Capo Dipartimento ha annunciato che la nuova missione del DPC, alla luce del DL – e di non meglio precisate “volontà” dell’attuale Governo – è la gestione delle emergenze (non il coordinamento, dunque, che è invece l’attività peculiare della PCM), ventilando a tal fine l’istituzione di “task force” costituite da funzionari votati all’emergenza, magari anche con distaccamenti semipermanenti sul territorio nazionale mutuando l’organizzazione del Ministero dell’Interno.

 

Tutto ciò è stato esposto ai dipendenti in un contesto non previsto dalle norme che regolano il rapporto con i lavoratori, pertanto lesivo delle prerogative sindacali, ma senza dubbio coerente con lo stile e lo spirito che ha condotto alla redazione del recente decreto legge e con lo schema politico di riconfigurazione del DPC.

 

Considerato che le tematiche toccate dal Capo Dipartimento della Protezione Civile sono di specifico e preminente interesse sindacale, si chiede un incontro urgente unitamente a tutte le altre OO.SS.

 

Si resta in attesa di riscontro urgente.

 
 
Fp CGIL PCM
Gianni Massimiani
 
 
 

news

Soppressione C.C.di Marsala – D.M. 6 marzo 2012.

news

DAP: Calendario prossimi incontri.

NEWS

Intersindacale, Ddl Governo Clinico, no a conflitti tra istituzioni

ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL STPA – SINAFO – UGL MEDICI

 
9 maggio 2012

All’esame della Commissione Affari Sociali della Camera torna il ddl “Governo Clinico” dopo l’entrata a gamba tesa della Conferenza delle Regioni con valutazioni che lasciano fortemente perplessi.
La Conferenza critica il ruolo di organo dell’azienda attribuito dal ddl al Collegio di direzione, dimenticando che le leggi approvate da alcune Regioni, compresa quella del suo Presidente, da tempo prevedono tale configurazione giuridica come anche la selezione di una terna di candidati da sottoporre al Direttore Generale per la nomina “fiduciaria” dei direttori di struttura complessa, che si vorrebbe eliminare dal testo malgrado esprima una scelta debole rispetto ad una meritocratica graduatoria. E stigmatizza la mancata previsione dell’obbligo del rapporto esclusivo per i direttori di struttura, dimenticando che la Corte Costituzionale ha riconosciuto alle Regioni la possibilità di auto-regolarsi in materia e che le stesse Regioni, attraverso una interpretazione bizzarra dell’art.9 della L.122/2010, minano “alla base il principio di appartenenza” rifiutandosi di pagare l’indennità di esclusività al raggiungimento dei 5 e 15 anni di servizio.
Nessun rapporto fiduciario viene invece invocato, allorquando è l’università a nominare direttamente i direttori di struttura complessa nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie e nessuna invadenza lamentata se il MIUR concede ai medici universitari di raggiungere il limite di quiescenza di 70 anni per fini assistenziali che nulla hanno a che vedere con le proprie competenze.
Viene anche ritenuta eccessiva l’autonomia professionale dei medici e dei dirigenti sanitari che si vuole sottoposta, piuttosto che alla difesa del diritto alla salute dei cittadini, a scelte aziendali ancorate a logiche di risparmio e di tagli indistinti dei servizi.
Il regionalismo in sanità non può di fatto tradursi in una pratica di “sindacato”, spinta fino al conflitto tra istituzioni, che rifiuta ogni atto di indirizzo nazionale in un ambito, quello del diritto alla salute, tutelato dalla Costituzione, né in un neocentralismo che marginalizza nelle gestione delle aziende sanitarie sia la comunità professionale sia le comunità locali. E’ ora che il Parlamento recuperi il proprio ruolo.

 

Relazione convegno Enac

 

   

Roma, 7 maggio 2012
 

Prendendo in esame quanto si è verificato negli ultimi anni, si possono identificare due strade maestre, l’una di carattere più generale, l’altra di più stretto interesse per il mondo sindacale e quindi per i lavoratori che rappresentiamo, che certamente non portano a considerazioni rassicuranti.
 
La crisi economica, che molti sembravano sottovalutare o peggio minimizzare, ha invece via via confermato la propria imponenza, non solo non riducendo la propria azione devastante, ma smentendo talune previsioni del settore dell’economia che, già nel corso del 2011,  la davano avviata alla fase conclusiva.
 
In realtà oggi, dopo circa tre anni di difficoltà economiche, normative e contrattuali si è entrati nel pieno di una crisi economica che ha fotografato l’Italia come uno dei Paesi più esposti della comunità europea.
 
In tale contesto, partendo dalla necessità, per noi condivisibile, di ridurre la spesa pubblica “moralizzandola”, a partire dal 2008 si è invece scatenato il più aggressivo e strumentale attacco a tutto ciò che è pubblico, con il reale intento in realtà di ridurre drasticamente la risorsa umana di tale settore che conta circa tre milioni e mezzo di dipendenti.  
 
Si è deciso, in sede politica, di bloccare il rinnovo dei CCNL del pubblico impiego al 2009, di aggredire e ridurre gli importi di tutti i salari accessori costruiti tra le parti durante un periodo di circa venti anni, di ridurre vistosamente un sistema di relazioni industriali che ha assicurato per tanto tempo non solo la pace sociale sui posti di lavoro, ma soprattutto ha garantito, grazie ad appositi accordi, una rete di servizi agli utenti esterni che ha indubbiamente costituito per tantissimi anni il complessivo sistema di welfare italiano, cui ha partecipato anche ENAC.
 
Ciascuna delle funzioni pubbliche ha assicurato un presidio di legalità e sicurezza sul quale cittadini ed utenti erano e sono abituati a contare e che non può essere garantito con altrettanta certezza da un qualsiasi sistema di natura privata, per il semplice fatto che il pubblico presidio deve garantire criteri e  metodologie stabilite da norme con carattere vincolante.
 
Nel giro degli ultimi tre anni, a fronte di ciò, non appena bloccati i rinnovi dei CCNL, è seguito, con il decreto n. 78, il blocco dei contratti integrativi, il definitivo blocco delle assunzioni ed un ulteriore inasprimento della normativa previdenziale e pensionistica. 
 
Sono stati sospesi o fortemente ridotti i trasferimenti economici che lo Stato assicurava a una serie di funzioni pubbliche e di fatto si è proceduto a colpi di decretazione per normare l’esistenza in vita di strutture pubbliche o la soppressione di alcune, e l’inaugurazione di altre, ovvero la trasformazione di tutte, senza controllare se tutto ciò rispondesse ad una esigenza  o ad un interesse pubblico e sociale, quanto piuttosto alla mera riduzione della spesa.
 
Questo fenomeno di radicale cambiamento piuttosto che portare ad una brusca ma salutare ventata innovativa ha più o meno determinato cambiamenti devastanti.
Nessuna amministrazione, segnatamente anche l’ENAC, è più stata in grado di assicurare il normale ricambio delle proprie risorse umane per effetto del blocco del turn over.
 
Anche all’ENAC, se pur si fossero voluti implementare i servizi di regolazione e sicurezza del volo, con il blocco e la riduzione dei trasferimenti da Stato e della riduzione dl salario accessorio, è mancata la risorsa e lo strumento per incentivare la riorganizzazione dei summenzionati servizi.
 
Nello specifico, la legge 27/12 sulle cosiddette liberalizzazioni, la costituzione di una authority dei trasporti che si occuperà, come stabilito in sede di conversione in legge, anche del settore aereo, forse prefigura una duplicazione posto che di ciò si occupava ENAC, con personale e competenze già avviate. Forse tale duplicazione magari porta ad uno spreco di denaro e professionalità.
 
Il risultato ci sembra rischi di portare al depotenziamento dell’ENAC stesso, all’insorgenza di un’alternativa frammentaria che forse penalizza piuttosto che migliorare le ragioni della sicurezza.   
 
Infine con l’emanazione della legge n. 150 è stato perentoriamente interrotto  il dialogo negoziale tra le parti, riconsegnando nelle mani delle amministrazioni il governo dei principali temi prima regolamentati dai contratti.
 
E’ stato così che temi quali l’organizzazione del lavoro, la valutazione, la formazione, il sistema delle relazioni industriali sono stati riconsegnati quale competenza esclusiva, in questo caso dell’ENAC, senza l’indicazione di specifiche istruzioni che consentissero la messa  a punto di un’idonea linea di rotta.
 
Nel caso specifico, prescrizioni normative, come quella finalizzata all’ennesima riduzione del 10% delle spese complessive per il personale da effettuare al 31 marzo 2012, si ignora se rispondano o meno a migliorare le esigenze minime di sicurezza del volo, certamente però impediscono l’assunzione di personale idoneo in tale campo.
 
Non ci sembra comunque che aver sottratto, grazie alla L.150, al campo negoziale l’organizzazione del lavoro, abbia assicurato anche ai vertici ENAC una maggiore libertà e flessibilità organizzativa. 
 
Ora, a conclusione di questa breve, complessiva, analisi dell’esistente, vorremmo restare al tema della convention azzardando qualche proposta e qualche considerazione.  
 
Innanzitutto ci sembra che in tema di regolazione e garanzia della sicurezza nel campo del volo, pur forse con qualche disallineamento specifico, l’ENAC sia stato entro i parametri dell’economicità di gestione e spesa per quanto riguarda i dipendenti, la cosiddetta risorsa umana, se è vero come è vero che con molto meno di  mille unità sono presidiati oltre trenta aeroporti, fermo restando le unità dedicate alla sede centrale.
 
Ci piacerebbe che l’Ente avanzasse al Governo e ai ministeri vigilanti una richiesta di nuove assunzioni, corredandola con un piano strategico che riteniamo gli competa; è questa infatti secondo noi l’ organizzazione del lavoro che realmente attiene alla massima dirigenza dell’ENAC, e non piuttosto un silenzioso atto di obbedienza alle prescrizioni normative, salvo poi eventualmente aggirarle con l’esternalizzazione parziale delle proprie funzioni affidandole a società o consulenze esterne.
 
Per noi questa non sarebbe riduzione della spesa pubblica, ma diversificazione della stessa.
 
Tra l’altro un eventuale investimento economico esterno sottrarrebbe  materia ed humus per la cosiddetta valorizzazione della risorsa umana. 
 
Quanto poi tutto ciò possa rispondere al perseguimento di una migliorata efficienza organizzativa ci sembra di dubbia fondatezza. Infatti in questi ultimi tre anni abbiamo assistito, sui tavoli negoziali, alla rivendicazione unilaterale delle amministrazioni, ENAC compresa, nel campo della gestione organizzativa del personale.
 
Abbiamo visto come all’ENAC ad ogni richiesta  di negoziare e condividere  temi organizzativi da parte sindacale, si sia spesso replicato essere tale tema di esclusiva competenza dell’Amministrazione.
 
In concreto non proponiamo all’ENAC di ignorare la normativa, quanto piuttosto di tenere conto dei contratti e di procedere ad una sostanziale sospensiva nell’attuazione di leggi come la 150,   per effetto del confronto che in proposito si sta tenendo tra il Ministro Patroni  Griffi e le organizzazioni sindacali e che già il giorno 3 maggio ha dato un primo risultato con la redazione di un’ipotesi di intesa tra il ministro stesso e le parti sociali che ipotizza tra l’altro la ripresa del confronto  tra le parti, guardando nuovamente al valore dei contratti, superando i contenuti meno qualificanti della L. 150.
 
Per quanto ci riguarda in tale prospettiva siamo disponibili a condividere, assieme ai dipendenti che rappresentiamo, scelte anche difficili e complesse se l’amministrazione fosse disponibile a tale percorso e ne volesse dare una concreta  e visibile attuazione.
 
In conclusione avanziamo all’amministrazione in questa convention una domanda che per noi come stakeholders degli utenti interni, detto in breve come organizzazioni sindacali aziendali, è fondamentale e riassume tutte le precedenti:  
in questo quadro dato, la dirigenza ENAC pensa che, cambiando quadro di riferimento istituzionale o la propria natura giuridica, le sorti dell’Ente, dei servizi da assicurare e del personale impiegato possano cambiare e migliorare o, piuttosto, che ripensando le proprie strategie e quindi scegliendo un percorso da condividere con le OO.SS. e con i propri dipendenti si possano individuare obiettivi e conseguenti richieste da rivolgere al quadro istituzionale e che siano in grado di migliorare la funzionalità dell’Ente, la pubblicità dei suoi servizi e il consolidamento dei posti di lavoro? 
 

                               p. FP CGIL naz.le
                               Funzioni centrali       
                                    D. Nola
 

 

TAVOLO TECNICO: INCONTRO DELL'8 MAGGIO

 

 
COMUNICATO 

 
 
Nel pomeriggio di ieri, 8 maggio, si è svolto il primo incontro sulle problematiche del personale.
 
L’Amministrazione ha comunicato le date delle prossime riunioni:
–  il 15 maggio: piano dei locali del MIUR per quanto riguarda l’Amministrazione centrale, nell’ambito dei risparmi di spesa (affitto locali);
–  il 22 maggio: formazione;
–  prima settimana di giugno: nuova organizzazione degli uffici centrali e periferici.
 
Abbiamo chiesto di anticipare al 22 maggio l’incontro col Capo di Gabinetto sulle questioni riguardanti l’organizzazione e spostare a giugno quello sulla formazione.
 

IL MANTENIMENTO DEGLI UFFICI PERIFERICI E’ LA NOSTRA PRIORITA
 
Riteniamo infatti, anche alla luce delle non tranquillizzanti notizie fornite dalla stampa e che trapelano da alcuni documenti governativi, che sia urgente sapere come l’Amministrazione intende ristrutturarsi e soprattutto quale sarà il destino dei nostri uffici territoriali e chiaramente del personale.
 
Come FP CGIL non ci stanchiamo di ripetere che gli uffici del MIUR garantiscono pari opportunità nell’espletamento del diritto costituzionalmente tutelato all’istruzione pubblica su tutto il territorio e forniscono un servizio essenziale ai cittadini in ambito territoriale (alunni, famiglie, personale della scuola).
Di pari passo il discorso sulle professionalità del personale che non devono essere disperse.
 
Inoltre, pur valutando positivamente la informativa su come l’Amministrazione intende risolvere il problema del gravoso costo in affitti per le sedi centrali, peraltro da noi sollevato fin dalla unificazione dei due ex Ministeri, riteniamo necessario avere una informativa su tutti i tagli che si stanno preparando per il MIUR.
Su questi punti c’è convergenza con le altre Organizzazioni Sindacali.
Speriamo già dai prossimi giorni di individuare insieme un percorso unitario che ci consenta di tutelare il servizio fornito e il personale del MIUR
 
Nell’incontro abbiamo poi ribadito le questioni ancora non risolte a partire dal FUA 2011.
Abbiamo confermato la nostra disponibilità a sottoscrivere un accordo che ricalchi lo schema seguito per il 2010 che, cioè, non contenga il d. l.vo 150 di Brunetta e fasce economiche preordinate, mantenendo la contrattazione di sede con le RSU, peraltro appena elette.
 
Comunque una “bozza” di accordo, sarà presentata alle OO.SS. già nell’incontro del 15 p.v. in cui solleciteremo anche risposte su part time, assunzioni (vincitori e idonei), mobilità.
         
Roma, 9 maggio 2012
                                                                                                         
                       FP CGIL MIUR
               Angelo Boccuni   

 

Comunicato ai lavoratori della Difesa

 

INCONTRO PERSOCIV8 MAGGIO 2012 – FUA 2012
 

· FUA RIDOTTO;
· MANCATA INFORMAZIONE SULLA COSTITUZIONE DEL FUA DI AMMINISTRAZIONE;
· RIPROPOSIZIONE STESSA FORMULA ART.12 FUS DI SEDE
· RIPROPOSIZIONE DELL’INDENNITA’ PER GENIO CAMPALE;
· MANCATA INFORMAZIONE SUL CONSUNTIVO FUA 2011.
 
Queste le osservazioni che sono state effettuate in sede di prima trattativa con l’Amministrazione, ci riserviamo di fornire ulteriori informazioni sulle proposte che formalmente avanzeremo durante il prossimo incontro sul FUA, che sarà preceduto da un TAVOLO tecnico sulle particolari posizioni, ritenuto propedeutico per la discussione sul FUA 2012.

                                         FPCGIL DIFESA
                                           Noemi Manca

 

news

DAP: Soggiorno presso la SFAPP Verbania riservato al personale in servizio.

news

Disposizioni in materia di quiescienza e previdenza.

Anche a seguito delle pressioni della Fp Cgil il DAP ha emanato disposizioni sulla materia in oggetto.

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