Pubblichiamo la ministeriale n. 0234233.U del 2.7.2020 di cui all’oggetto

Roma, 2 luglio 2020

Al Segretario Generale
Cons. Franco MASSI
SEDE

Al Vice Segretario Generale
Cons. Saverio GALASSO
SEDE

Al Consigliere Sergio Gasparrini
SEDE

Al Dirigente Generale delle Risorse Umane
Dott. Pasquale LE NOCI
SEDE

Alla Dirigente Generale degli AA.GG.
Dott.ssa Laura Cicchetti
SEDE

Alla Presidente del CUG
Dott.ssa Oriana CALABRESI
SEDE

Al Servizio Relazioni Sindacali
SEDE

Al Segretario Nazionale FP CGIL
Via L. Serra, 31 00153 Roma
oliverio@fpcgil.it

e, p.c. A tutto il personale

Oggetto: Circolare n. 22 Riavvio attività COVID-19 (Smart Working) – Protocollo di accordo Prevenzione e Sicurezza dipendenti pubblici Emergenza Covid-19 CGIL CISL UIL e Ministra PA del 3 aprile 2020 – Circolare n. 23 Modalità applicative Alte Professionalità.

La scrivente Organizzazione Sindacale, in riferimento all’oggetto, fa presente quanto segue:
in riferimento alla Circolare n. 22 del 19 giugno u.s. (in allegato ed evidenziato in giallo) i vertici dell’Istituto hanno definito al punto 3 le modalità di svolgimento dello Smart Working, unilateralmente, dove si evince, tra l’altro, al punto c) l’individuazione della fascia di reperibilità, senza un propedeutico e corretto confronto con le Organizzazioni Sindacali. In data 29 maggio u.s. la scrivente Organizzazione Sindacale aveva, altresì, inviato ai vertici una nota (in allegato) nella quale veniva chiesta l’apertura di un tavolo negoziale ad hoc sulle modalità di svolgimento dello Smart Working, proprio in virtù che dovrà considerarsi, anche successivamente all’emergenza Covid-19, uno strumento ordinario di lavoro; nella stessa nota veniva anche fatto presente che in molte altre Amministrazioni Pubbliche sono stati sottoscritti accordi che prevedono, anche in regime di Lavoro Agile, l’erogazione del buono pasto.
In questi mesi di emergenza sanitaria da Covid-19 l’Amministrazione ha sempre emanato in modalità unilaterale, le indicazioni sulle materie di Prevenzione e Sicurezza, mentre in data 3 aprile u.s. veniva sottoscritto un Protocollo di Accordo per la Prevenzione e la Sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19, tra le Organizzazioni Sindacali Generali CGIL, CISL e UIL e la Ministra della Funzione Pubblica, Dadone Fabiana, (in allegato) in cui viene indicata l’adozione del Protocollo in tutte le Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2 del Decreto Legislativo n. 165/2001. Tale Protocollo ha la finalità di azioni condivise ed efficaci per contrastare lo stato emergenziale e, una volta sottoscritto, consentirà, anche alla Corte dei conti a livello nazionale e, successivamente nelle sedi regionali dell’Istituto, l’applicazione in maniera uniforme, ai sensi dell’art. 7, comma 6, lettera K e dell’art. 7, comma 7 del vigente CCNL Comparto Funzioni Centrali. Pertanto, si chiede un’immediata convocazione alle Organizzazioni Sindacali per definire un Protocollo di Accordo per la Prevenzione e Sicurezza.
Infine, in ordine alla circolare n. 23 (in allegato), la FP CGIL, pur consapevole che l’istituzione delle posizioni con funzioni di Alta Professionalità non è materia contrattuale, ma considerando che l’Amministrazione ha sempre coinvolto le OO.SS. per un parere/confronto sull’argomento, esprime forti perplessità e preoccupazione. Nello specifico ci si chiede come l’Amministrazione intenda procedere laddove ci siano più dipendenti formati ed abilitati che posti disponibili e se vengano garantite pari opportunità, senza alcuna discriminazione tra il personale di Area Terza ed il personale di Area Seconda, in considerazione che ci troviamo in presenza di due graduatorie, ma di personale ugualmente formato e che ha superato interamente e brillantemente l’intero identico percorso.
In attesa di un riscontro urgente alla presente, si inviano cordiali saluti.

La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti

Susanna Di Folco

Roma, 2.07.2020

Alla Società Sport e Salute S.p.A.
Al Direttore Risorse Umane
Dott. Riccardo Meloni

Al Responsabile delle relazioni sindacali
Dott. Giuseppe Troiani

Oggetto: Sollecito richiesta convocazione incontro.

Egregi,
sono ormai trascorsi più di 10 giorni da quando le scriventi OO.SS. hanno trasmesso la
nota avente ad oggetto “Emergenza Covid-19”.
Da allora, però, alcuna convocazione e/o segnale di riscontro è stata fatta ancora
pervenire a queste rappresentanze sindacali, a dispetto dell’attuale precaria condizione
traversata dalle lavoratrici e dai lavoratori dipendenti dal punto di vista economico.
Siamo, quindi, con la presente a ribadire l’esigenza di affrontare le questione già
trattate nella nota in riferimento e restiamo in attesa di cortese urgente riscontro.
Cordiali saluti

 

FP CGIL                     CISL FP                    UILPA                CISAL FIALP
Francesco Quinti           Alessandro Bruni        Paolo Liberati         Dino Carola

Pubblichiamo la ministeriale n. 0232320.U del 1°.7.2020 di cui all’oggetto

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità

Con avviso pubblicato il 13 dicembre scorso sul sito istituzionale del Ministero della Giustizia, codesta Amministrazione ha comunicato l’approvazione, con provvedimenti del Direttore Generale del personale e della formazione, delle 50 graduatorie definitive relative alle progressioni economiche per 6.928 lavoratori dell’Amministrazione giudiziaria appartenenti alle Aree I – II – III di cui all’Avviso dell’8 aprile 2019 (seconda procedura di progressione economica con decorrenza 1.1.2019).
Orbene da allora nulla si è più saputo in particolare sul pagamento delle differenze retributive in favore dei lavoratori risultati vincitori delle procedure.
Considerati il notevole lasso di tempo trascorso dall’approvazione delle graduatorie definitive e la rilevanza della problematica che incide sulla retribuzione tabellare dei lavoratori, CGIL CISL e UIL chiedono di conoscere i tempi del pagamento delle differenze retributive, arretrati dall’1.1.2019 compresi, nonché i motivi del ritardo che appare del tutto ingiustificato nonostante il rallentamento delle attività lavorative causato dall’emergenza da COVID-19.
Distinti saluti

Roma, 2 luglio 2020

FP CGIL                   CISL FP                  UIL PA
Russo                       Marra                      Amoroso

COMUNICATO

Con la Legge 70/2020 il Governo, modificando l’art. 83 comma 6 del DL 18/2020, ha disposto che a partire dal 1° luglio i capi degli uffici non sono più tenuti ad adottare le misure organizzative, anche relative alla trattazione degli affari giudiziari, necessarie per evitare assembramenti all’interno degli uffici giudiziari ed i contatti ravvicinati tra le persone in attuazione delle indicazioni igienico-sanitarie fornite dalle autorità preposte. Nella sostanza con il provvedimento de quo il Governo ha disposto la fine per legge dell’emergenza COVID negli uffici giudiziari e, quindi, il rientro alla piena normalità.
Orbene sul punto giova precisare che l’atto normativo in questione deroga alla disciplina generale che fissa convenzionalmente il termine della emergenza da COVID-19 al 31 luglio pv ma non deroga alla normativa emergenziale, specie quella in tema di smart working (art. 87 DL 18/2020) e di flessibilità del lavoro pubblico (art. 263 DL 34/2020). Lo stesso inoltre non deroga né alla disciplina generale in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro (D.L.vo 81/2008 e succ. mod.) né alla normativa contrattuale che riserva alla contrattazione collettiva anche di posto di lavoro la disciplina delle misure concernenti la salute e la sicurezza sul lavoro.
Poiché giungono da vari uffici segnalazioni in merito alla ripresa massiccia delle udienze penali e civili on site, disposta dalla dirigenza anche su pressione dell’avvocatura, con decine di processi fissati nel medesimo giorno e con il conseguente accesso alle aule di un numero incommensurabile di avvocati, parti, testi, consulenti ecc. è opportuno che per ciascuna sede i capi degli uffici siano richiamati al pieno rispetto dell’obbligo di sicurezza che la legge pone a loro carico in quanto datori di lavoro pubblici e si proceda a verificare se la normativa sulla sicurezza, specie quella emergenziale, sia rispettata con particolare riferimento alla fornitura dei dispositivi di protezione individuale ed al distanziamento sociale. In tale ottica giova ricordare che la vigenza dei citati artt. 87 DL 18/2020 e 263 DL 34/2020 prevede il rientro in sede dei lavoratori in maniera graduale, specie per quei servizi la cui gestione può continuare ad avvenire anche da remoto. Su questo ultimo versante occorrerà verificare le scelte organizzative connesse all’utilizzo del lavoro agile, anche al fine di disciplinarne l’esecuzione attraverso l’applicazione degli istituti del rapporto di lavoro previsti dal CCNL, nelle more di una disciplina contrattuale specifica.
Gli ingiustificati e pretestuosi attacchi ai lavoratori della giustizia, accompagnati dall’assordante e connivente silenzio del Ministro della Giustizia, che hanno costituito il volano dell’approvazione della legge 70/2020, ci impongono di evitare inutili e strumentali polemiche e di prestare un maggiore impegno nella tutela della salute dei lavoratori e degli stessi cittadini che hanno contatti con gli uffici giudiziari (avvocati compresi) rivendicando il rispetto della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, anche coinvolgendo, se necessario, le autorità locali preposte a
garantire la sicurezza e la salute pubblica. Tale impegno deve essere profuso con maggiore rigore proprio nelle regioni, come la Lombardia, le altre regioni del nord ed alcune regioni del sud, in cui, persistendo i focolai di contagio, i rischi per la salute sono maggiori.
Le scriventi strutture nazionali restano a disposizione per la necessaria attività di supporto delle iniziative territoriali anche al fine del coinvolgimento della Amministrazione Centrale in ragione dei poteri di indirizzo e vigilanza riconosciuti dalla legge in capo alla stessa.

 

FP CGIL                           CISL FP                                   UIL PA
Russo                                Marra                                      Amoroso

Al dott. Giovanni Rezza
Direttore generale della prevenzione sanitaria

e p.c. Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro della salute

Al Dott. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale del Ministero della salute

OGGETTO- Cambio di vertice DGPREV ed immutato scadente livello di relazioni sindacali.

Si fa riferimento alle numerose lettere unitarie e alle comunicazioni inviate ai vertici protempore
di codesta Direzione generale negli ultimi mesi, compresa la S.V., da ultimo riferite alla
ricaduta sugli Uffici periferici USMAF-SASN dell’emergenza CoViD-19, alla gestione del personale
dei poli-ambulatori dei servizi SASN, e agli interventi estemporanei unilateralmente assunti da
questo o quel dirigente centrale e/o periferico di codesta Direzione, rispetto ai quali ad oggi ancora
nessun riscontro è stato fatto pervenire alle scriventi OO.SS..
Si tratta di un modo stranamente irrituale di agire, di certo discriminatorio e contrario alle
norme sulle relazioni sindacali definite dal vigente Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle
funzioni pubbliche centrali, che reca fastidio e danni alle lavoratrici e ai lavoratori rappresentati.
Atteggiamento che desta l’idea, tanto nella dirigenza quanto tra le lavoratrici e i lavoratori,
che codesta Direzione abbia scelto di far finta di interloquire con tutte le organizzazioni sindacali,
salvo poi coinvolgerne solo alcune, peraltro minoritarie, contravvenendo al dovere di intrattenere
relazioni trasparenti e paritarie con tutte le rappresentanze sindacali del personale dipendente, nel
rispetto delle norme contrattuali e di legge, specie su temi quali l’informazione preventiva, la
trasparenza, il confronto e la contrattazione.
Inutile dire che il protrarsi di tale condotta sta di fatto contribuendo ad alimentare lo stato
di agitazione già proclamato da FP CGIL- CISL FP e UIL PA nei confronti dell’Amministrazione,
spingendoci a valutare il ricorso alle forme di autotutela previste dalle normative contrattuali, alla
mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e, anche, all’art. 28 della legge 300/70.
Difatti, molte delle istanze avanzate dalle scriventi rappresentanze sindacali provengono
proprio da quei lavoratori che, pur costretti in condizioni nient’affatto ottimali per il rispetto della
propria salute e sicurezza, causa l’assoluta assenza/carenza di dispositivi di protezione individuale
messi a loro diposizione, continuano comunque a operare nelle strutture sanitarie assistenziali
degli ambulatori SASN e delle UU.TT. del settore USMAF senza sosta e con grande senso di
responsabilità.
E sarebbe questo il modo di ringraziarli?
Anche dopo il suo insediamento – a proposito: quand’è che la incontreremo? – continuano a
non essere risolti gli annosi problemi che attanagliano e attengono all’attuale regime giuridico ed
economico applicato alle lavoratrici e ai lavoratori di codesta Direzione. Al contrario, emergono
iniziative unilaterali e ingiustificabili di qualche Dirigente periferico che, praticando un sorta di
“amministrazione creativa”, ha addirittura deciso “motu proprio” di reinventare nuove declaratorie di profili professionali, organizzazioni gerarchiche del lavoro e riorganizzazioni operative, a tutto
vantaggio di alcuni e in danno di molti, in assenza dell’indispensabile confronto sindacale e,
(vogliamo sperare), in mancanza di una qualsiasi direttiva o ratifica da parte di codesto vertice
direzionale.
Giunti a questo punto, è forse appena il caso di chiarire che dirigere la più numerosa e
articolata Direzione generale del Ministero della salute necessita solo in parte di elevate
conoscenze scientifiche o epidemiologiche, anche in epoca di pandemia; ben più incidono senso di
responsabilità, rispetto, conoscenze e interventi in materia organizzativa, normativa, contabile,
amministrativa, informatica e statistica e, per quanto ci riguarda, abbiamo tutto il diritto di
aggiungerlo sottolineandone la rilevanza, le CORRETTE RELAZIONI SINDACALI TRA LE
PARTI!
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro
Cordiali saluti

p. la FP CGIL Nazionale                      p. la CISL-FP Nazionale
Francesco Quinti                                          Fabrizio Garroni
Fabio Lupi

Presidenza del Consiglio: senza contratto da undici anni. A chi giova?

Questa mattina si è tenuto l’ennesimo incontro con l’Aran per il rinnovo del contratto collettivo
nazionale di lavoro dei circa duemila dipendenti della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ancora una volta l’incontro non ha prodotto risultati apprezzabili, come quello precedente del 29
gennaio scorso e gli altri che, come un motore che gira a vuoto, l’agenza di rappresentanza
negoziale ha convocato a partire dal 2018. Due anni senza fare alcun passo avanti.
Come organizzazioni sindacali di categoria di CGIL CISL e UIL abbiamo sempre avanzato
proposte di merito per permettere un confronto con tutte le altre organizzazioni sindacali e chi
rappresenta l’amministrazione. Perché siamo sempre convinti che per tutte le lavoratrici e i
lavoratori va innanzitutto garantito il diritto al contratto di lavoro.
Per questo, a due anni ormai di riunioni inconcludenti e ben consapevoli che da sole le
rappresentanze sindacali di CGIL CISL UIL non hanno i numeri richiesti per poter sottoscrivere
il contratto, ci chiediamo a chi giovi negare il contratto alle lavoratrici e ai lavoratori della
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Di sicuro giova a chi, nell’amministrazione, ritiene di poter applicare gli istituti contrattuali, in
mancanza di un puntuale adeguamento alle nuove situazioni legislative (e ora anche per effetto
dell’emergenza covid-19), a proprio piacimento, magari modificandone gli aspetti retributivi
come si è visto di recente da parte del Dipartimento affari giuridici e legislativi con l’ordine di
servizio n. 6 del 27 aprile scorso.
In un caso e nell’altro resta la responsabilità dell’amministrazione ai cui comportamenti va
addebitato lo stallo e il blocco del rinnovo contrattuale, lasciando lavoratrici e lavoratori
nell’incertezza dei propri diritti e in balia delle pratiche, non sempre cristalline. Ma anche alle
OO.SS. che insieme hanno la maggiore rappresentatività è richiesto un segnale di responsabilità.
Dobbiamo isolare le vertenze aperte con l’amministrazione, che riguardano l’applicazione degli
istituti contrattuali vigenti, dalle vicende relative al rinnovo del CCNL, che attengono agli istituti
contrattuali da applicare nel futuro. Un nuovo CCNL è ormai urgente nell’interesse dei lavoratori
che non vanno strumentalizzati ma tutelati e messi in condizione di lavorare al meglio delle loro
possibilità, valorizzando la loro professionalità, l’esperienza, la competenza ed il merito.
Occorre aggiornare la disciplina degli istituti del rapporto di lavoro, introdurre nuove forme
partecipative per migliorare le relazioni sindacali, adeguare i tabellari retributivi e gli istituti
normo – economici, stabilizzando nel tabellare stesso la parte fissa e continuativa del trattamento
economico accessorio. Tutti elementi che possono contribuire a mettere fine al lungo blocco
contrattuale, creando un quadro di nuove certezze per i lavoratori e le lavoratrici.
Anche oggi come nella riunione precedente, abbiamo dovuto ascoltare interventi su tematiche che
nulla hanno a che vedere con quelli che vanno trattati in Aran, con il conseguente intervento del
Presidente nel ricordare che le eventuali vertenze con l’Amministrazione debbono essere risolte
in altra sede. Noi non siamo per un Contratto a tutti i costi, certo, siamo per un buon contratto
come nostro costume e nostra abitudine. Ma per ottenere un buon Contratto è necessario sedersi,
nella sede opportuna, entrare sul merito, negoziare e contrattare.
Per questo crediamo che sia necessario lavorare tutti costruttivamente per definire un buon
contratto, favorendo la ricerca delle migliori soluzioni.
Roma, 1 luglio 2020

Dott. Vincenzo Starita
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

 

Oggetto: concorso per funzionario della professionalità di servizio sociale GU 9.2.2018 n.12 – riassegnazione delle sedi rimaste vacanti per rinuncia e mancata assunzione in servizio ed a seguito di interpello straordinario

Con riferimento alla procedura concorsuale di cui all’oggetto, codesto Generale Ufficio, in vista dello scorrimento della restante graduatoria in favore dei candidati utilmente collocati nella medesima, ha disposto, con provvedimento del 26 febbraio scorso, la ridistribuzione delle sedi non coperte secondo il principio del rigoroso ordine di graduatoria. In virtù di tale provvedimento ai classificati dalla posizione 107^ in graduatoria è stata riconosciuta la possibilità di modificare la sede di assegnazione scegliendo una nuova sede tra quelle lasciate scoperte dai rinunciatari e da coloro che non hanno assunto regolare servizio che non erano disponibili al momento della propria scelta. La ratio della decisione è stata evidente e lodevole: evitare che, alla fine della procedura, le sedi più ambite fossero assegnate a coloro che avevano una posizione peggiore nella graduatoria di merito.
Orbene, la problematica che il provvedimento de quo ha inteso superare si proporrà di nuovo ed inevitabilmente in occasione dello scorrimento della graduatoria con riferimento ai posti che non saranno coperti con l’interpello straordinario in corso di svolgimento. Ed invero, tenuto anche conto del numero risicato di posti resi disponibili in occasione della prima assegnazione nelle regioni insulari (Sicilia e Sardegna) e del sud (in particolare Calabria e Puglia), è verosimile che i posti rimasti non coperti dopo l’interpello straordinario nelle predette regioni saranno resi disponibili per coloro che sono risultati solo idonei nel concorso per funzionario della professionalità di servizio sociale in danno dei vincitori i quali sono stati costretti a scegliere sedi distanti anche centinaia di chilometri dai luoghi di residenza. La iniquità di tale prassi è stata acclarata di recente anche dalla giurisprudenza di merito.
Tanto premesso, CGIL CISL e UIL, anche al fine di evitare l’incardinarsi di un contenzioso innanzi all’AG competente, chiedono che, all’esito dell’interpello straordinario e comunque prima dello scorrimento della graduatoria del concorso di cui in premessa, con particolare riferimento ai posti non coperti nelle regioni insulari (Sicilia e Sardegna) e del sud (tra cui Puglia e Calabria) si proceda, secondo l’ordine di graduatoria, ad una ulteriore ridistribuzione delle sedi non coperte in favore dei funzionari della professionalità di servizio sociale che già hanno operato la scelta della sede.
Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti.

Roma, 30 giugno 2020

FP CGIL              CISL FP                UIL PA
Macigno               Marra                  Amoroso

POSIZIONI ORGANIZZATIVE:
FACCIAMO SUL SERIO O NO?

Incontro in chiaroscuro, quello odierno, nel quale abbiamo discusso della bozza sui criteri di attribuzione delle Posizioni Organizzative. Nell’apprezzare il lavoro fatto, che traccia maggiore trasparenza delle procedure e dei criteri, crediamo tuttavia che esso rischi di divenire l’ennesimo tentativo naufragato di voler cambiare le cose.
Queste le criticità che abbiamo evidenziato:
– Le responsabilità di team restano escluse dalle PO e dunque continueranno a essere incarichi fiduciari;
– La presenza del dirigente interessato, nella commissione esaminatrice;
– La necessità di contemperare meglio il rapporto fra esperienza, capacità organizzative e titoli;
– La previsione che chi abbia ricoperto la medesima posizione di responsabilità per più di sei anni possa partecipare alla selezione per il medesimo incarico, senza approfondire forme di rotazione o altre forme di contemperamento.
Con particolare riferimento a quest’ultimo criterio, noi non riteniamo che esso contemperi in modo equo i diritti di tutti i lavoratori coinvolti. Su questo abbiamo avvertito che il rischio di operazioni gattopardesche è dietro l’angolo e scontenterebbe parecchio i lavoratori, che aspettano segni di cambiamento veri e tangibili e vedrebbero tradita, per l’ennesima volta, questa aspettativa.
L’Amministrazione deve capire che oramai i lavoratori dell’INL sono stanchi e disillusi e che le attese sono state finora, in modo sistematico, tradite.
Quello scatto di reni che l’organizzazione doveva avere, continua a mancare: team, processi … rimasti sulla carta. Se si intende fare anche delle Posizioni Organizzative una finzione, noi non intendiamo condividere questo percorso e ci muoveremo di conseguenza.
Veniamo alle note più positive: l’ultima bozza di DM Incentivi va finalmente nella direzione giusta di strutturare una indennità di funzione, collegandola all’esercizio dell’attività ispettiva, riducendo la quota legata all’uso del mezzo proprio. Con piacere abbiamo notato che, come avevamo richiesto, per il secondo semestre sono previsti incentivi legati allo svolgimento di attività ispettive non solo in agricoltura ed edilizia, ma anche nella logistica e nei trasporti, così da incentivare anche ispezioni in settori finora troppo poco praticati. Al tavolo è emersa anche la questione relativa alle assenze equiparate per legge: la nostra opinione è che esse debbano rientrare tra le giornate di servizio e non si possa escluderle.
Abbiamo chiesto all’Amministrazione di avviare entro luglio sia la discussione sul DM Incentivi per il secondo semestre – per stabilire criteri e quote – sia sul FRD 2020, così da provare a chiudere accordo entro l’autunno e mettersi finalmente in linea con la contrattazione 2021.
Infine, abbiamo chiesto notizie sui benefici assistenziali: i lavori della commissione sono conclusi e pertanto in busta paga luglio saranno pagati i benefici 2017, busta paga agosto quelle 2018.
Il 14 luglio p.v. incontro per firma dell’accordo certificato su progressioni economiche e verbale di confronto su progressioni verticali.

Roma, 30 giugno 2020

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

Roma, 30.06.2020

A FIN – Federazione Italiana Nuoto

Pres. Paolo Barelli

e p.c.

Al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport

On. Vincenzo Spadafora

 

Al Ministro dell’Economia e Finanze

Prof. Roberto Gualtieri

 

Al Capo di Gabinetto del Ministro dell’Economia e Finanze

Pres. Luigi Carbone

 

Al Capo di Gabinetto del Ministro
per le Politiche giovanili e Sport

Prof. Giovanni Panebianco

 

Alla società Sport e Salute S.p.a. Pres.

Avv. Vito Cozzoli

 

Al Direttore Risorse Umane

Dott. Riccardo Meloni

 

Oggetto: “Art. 19 comma 2 del Decreto n.18 del 17/03/2020: Informativa, richiesta di consultazione ed esame congiunto ai fini dell’attivazione della procedura per richiesta di «assegno ordinario «ex art. 30, comma 1 del D.Lgs. 148 del 2015 – Causale “emergenza COVID – 19” – Proroga ex art. 68 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34.” – Avvio esame congiunto.

In relazione alla comunicazione fatta pervenire da codesta Federazione Sportiva Nazionale in data 30 giugno u.s., ed avente ad oggetto “Art. 19 comma 2 del Decreto n.18 del 17/03/2020: Informativa, richiesta di consultazione ed esame congiunto ai fini dell’attivazione della procedura per richiesta di «assegno ordinario «ex art. 30, comma 1 del D.Lgs. 148 del 2015 – Causale “emergenza COVID – 19” – Proroga ex art. 68 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34.” le scriventi OO.SS. con la presente chiedono l’avvio dell’esame congiunto e dichiarano la propria disponibilità a procedere a detta consultazione il giorno 2 luglio p.v., alle ore 15.00. Al fine di consentire un proficuo e celere svolgimento  relativa alla richiesta assegno ordinario ex art.30 comma 1 del D.lgs. 148 del 2015 – causale “emergenza Covid – 19, con riserva di integrarle nel proseguito dell’esame. Codesta Federazione Sportiva Nazionale è un’associazione senza fini di lucro, con personalità giuridica di diritto privato, che non opera in un mercato concorrenziale ed è destinataria di notevoli contributi pubblici, erogati oggi per il tramite della Società Sport e Salute e precedentemente dal CONI. A tal riguardo, dall’esame degli ultimi dati contabili consolidati resi pubblicamente disponibili (bilancio consuntivo anno 2018), si evince come la Federazione ricevesse dal CONI complessivi “contributi per il personale già a contratto federale, e contributi costo lavoro personale ex CONI Servizi SpA”, pari a € 4.120.698 , a fronte di costi del personale dipendente pari ad euro 3.969.624 , comprensivi degli oneri previdenziali, assicurativi, tfr, buoni pasto e premi di produzione, al netto dei costi per lavoro straordinario e dei rimborsi per le spese di missione. L’incidenza dei predetti contributi risultava così essere pari al 103,8% della spesa sostenuta per il personale, che alla fine, considerando anche le retribuzioni per lavoro straordinario (€ 130.894), e i rimborsi destinati alle spese di missione (€ 53.046), arrivava comunque complessivamente al 99,2%. Come si desume dai dati sopra richiamati il costo del personale si dimostra quindi -e immaginiamo lo sia tuttora – completamente a carico delle finanze pubbliche. Tale asserzione risulta valida anche in relazione alle novità introdotte nel modello di erogazione dei contributi alle Federazioni Sportive Nazionali per il 2020. Ed infatti, sebbene nel nuovo sistema non siano più specificati i contributi relativi alle spese per il personale, questi devono comunque essere ricondotti all’interno del modello di calcolo algoritmico. Pare inoltre opportuno evidenziare come, in linea più generale, la massa di contributi erogati dal CONI prima e da Sport e Salute oggi incida sulla Federazione Italiana Nuoto per una percentuale estremamente elevata sul valore totale della produzione della predetta Federazione. Difatti, nel 2018 il totale dei contributi erogati dal CONI, pari a € 13.633.219, incideva per il 31,1% sul valore totale della produzione. E nel 2020 il contributo previsto per la Federazione risulta pressoché invariato (€ 13.408.661). Benché già solo dall’esame degli elementi sopra riportati si potrebbe concludere, a giudizio delle scriventi, sulla illegittimità al ricorso a strumenti di integrazione salariale da parte di codesta Federazione, in quanto già destinataria di ingenti contributi pubblici, riteniamo comunque opportuno valutare ulteriori argomenti, di seguito meglio specificati. In particolare si evidenzia come, con nota datata 21 aprile 2020, indirizzata a tutti i presidenti federali, il Presidente e Amministratore delegato di Sport e Salute S.p,A. abbia comunicato di aver “dato mandato agli uffici di disporre il pagamento a favore della Federazione della 2a tranche del contributo 2020 (parte disponibile) deliberato dal CdA della Società il 6 dicembre 2019. Pertanto, nelle prossime ore si provvederà all’accredito nella liquidità federale”. Il MEF ha infatti garantito puntualità nei pagamenti, mettendo quindi la Società nella condizione di rispettare la propria pianificazione di tesoreria, liquidando 3 mensilità anticipate dei contributi assegnati rispetto al periodo di riferimento (aprile-giugno). Nella misura in cui il contributo statale pervenga nel rispetto della pianificazione di tesoreria concordata con il MEF, si prevede che l’erogazione della 3a e 4a tranche avvenga rispettivamente nei mesi di luglio ed ottobre p.v.. Tale tempistica di erogazione costituisce un miglioramento a beneficio delle Federazioni rispetto al passato in cui, comesi ricorderà, i contributi dell’esercizio venivano liquidati nell’arco di periodo dal dicembre dell’anno prima al dicembre dell’anno di competenza.” Nella medesima nota si anticipa inoltre:“che Sport e Salute, con l’obiettivo di fronteggiare le situazioni di bisogno emerse a causa dell’attuale emergenza sanitaria, in particolare per supportare la base del movimento sportivo (ASD/SSD, tesserati), intende attivare nel breve-medio termine alcune misure di sostegno economico/finanziario. Ciò sia offrendo un supporto nel consentire alle Federazioni la possibilità di riallocare, nell’ambito dei propri bilanci, parte dei contributi già assegnati (tenendo conto del contestuale venir meno di alcune voci di spesa, come conseguenza dello stravolgimento della programmazione sportiva/calendario delle gare), per le nuove finalità “emergenziali”, sia e soprattutto ridefinendo priorità e linee di intervento della parte dei contributi assegnati ma non immediatamente disponibili (es. quota 5% da destinare a “Sport di tutti”) e sulle risorse ancora da assegnare, tra cui le (eventuali) risorse statali integrative destinate alla contribuzione agli OO.SS., che dovessero esserle attribuite, come nello scorso esercizio, in sede di assestamento del bilancio dello Stato 2020.” Tali ulteriori agevolazioni e strumenti, finalizzati a dare risposta, da un lato alle esigenze in termini di liquidità delle Federazioni e, dall’altro, alle sofferenze palesate dalla base del movimento sportivo, si assommano a quanto già previsto dall’art. 14 decreto legge n. 23 dell’8 aprile scorso, che consente l’accesso a finanziamenti a costo zero per le Federazioni Sportive Nazionali attraverso l’Istituto per il Credito Sportivo.
Vanno inoltre considerate le ulteriori disposizioni finalizzate a sostenere il settore sportivo previste dal dl 34/2020, fra cui l’art. 217, che istituisce il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale, le cui risorse sono state destinate a finanziamenti a fondo perduto a favore delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e delle Società Sportive Dilettantistiche (assommate a quelle previste dal Fondo istituito ai sensi dell’art. 13, comma 5 del D.L. 12 luglio 2018, n. 87).
In considerazione di quanto sopra esposto, si sollevano seri dubbi sulla liceità del ricorso a simili forme di integrazione salariale da parte di codesta Federazione. Ed infatti, tale ulteriore sovvenzione andrebbe così a sovrapporsi a quelle già ottenute attraverso i contributi ordinari già erogati, determinando per questa via la possibile distrazione di risorse pubbliche dalle finalità a cui sono destinate, nonché a quelle ulteriori forme di sovvenzione/agevolazioni previste dai recenti provvedimenti sopra richiamati. In tal senso, e anche al fine di scongiurare azioni tese ad accertare l’eventuale insorgenza di plausibili responsabilità di natura contabile, le scriventi OO.SS. chiedono nuovamente al Presidente e Amministratore delegato della società Sport e Salute, quale soggetto incaricato all’erogazione dei finanziamenti destinati alle Federazioni Sportive Nazionali, al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, destinatari per conoscenza della presente comunicazione, di valutare attentamente i profili di legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione Italiana Nuoto al Fondo di integrazione salariale anche in ordine alla richiesta di ulteriori 5 settimane di cui alla procedura in oggetto. Va infine sottolineato come le scriventi OO.SS. abbiano sottoscritto in data 6 marzo c.a. con la società Sport e Salute Spa e le Federazioni Sportive Nazionali, un accordo (successivamente più volte prorogato) finalizzato a definire modalità e istituti contrattuali atti a fronteggiare l’emergenza epidemiologica Covid 19. In data 12 e 15 maggio le medesime parti hanno sottoscritto due ulteriori accordi finalizzati a disciplinare la così detta “fase 2”, nei quali sono stati sostanzialmente confermati gli istituti previsti nell’accordo del 6 marzo, in particolare il ricorso allo Smart working quale modalità prioritaria di esecuzione della prestazione e sono state disciplinate le modalità per l’eventuale lavoro in presenza ove necessario. Tenuto conto che in tali accordi non si prevede il ricorso ad alcuna forma di integrazione salariale e che non sono pervenute disdette da parte di codesta Federazione, si ritiene che sia da escludersi, anche sotto tale profilo, la legittimità in ordine al ricorso da parte della Federazione Italiana Nuoto al Fondo di integrazione salariale e conseguentemente alla richiesta di ulteriori 5 settimane di assegno ordinario. Si resta in attesa di riscontro.

 

          FP CGIL                     CISL FP                        UILPA            CISAL FIALP

Francesco Quinti           Alessandro Bruni         Paolo Liberati      Dino Carola

PROTOCOLLO SICUREZZA E LAVORO AGILE
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DEI DIPENDENTI

Verso il riconoscimento dei buoni pasto

In data 26 giugno 2020 si è svolto un ulteriore incontro in videoconferenza tra le OO.SS., RSU e l’Amministrazione in merito ai contenuti dell’Accordo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti del Ministero del Lavoro.
Si tratta di linee guida generali per il contenimento della diffusione del virus COVID 19 e per la regolamentazione della prestazione lavorativa in modalità agile in applicazione dell’art. 87 del DL 17 marzo 2020 fino al termine dell’emergenza. Rispetto al precedente testo presentato dall’amministrazione la principale modifica apportata in recepimento alle nostre precedenti richieste riguarda il riconoscimento del buono pasto per le giornate di lavoro agile svolte dall’inizio dell’emergenza nel rispetto dei piani orari già definiti In merito alla bozza di accordo presentata abbiamo formulato alcune proposte di modifica relativamente alla necessità di inserire:

• la costituzione di un Comitato di confronto con le OO.SS. e l’amministrazione per l’individuazione e la proposta di soluzioni e regole di comportamento condivise per la riduzione dei rischi di contagio, nonché per il monitoraggio e l’aggiornamento dell’accordo a seguito dell’evoluzione della situazione sul territorio nazionale;

• la previsione nella fase della futura graduale ripresa delle attività in presenza di specifiche tutele per le categorie fragili e per particolari situazioni legate alla cura dei figli o all’assistenza di familiari con disabilità, nonché alla distanza dalle sedi degli uffici che spesso costringe all’utilizzo di più mezzi pubblici;

• la possibilità di estendere al 31 dicembre 2020 l’utilizzo del lavoro agile quale modalità ordinaria di lavoro seppur adeguando l’utilizzo di tale strumento alle esigenze di progressiva riapertura degli uffici, in ogni caso prevedendo la presenza in sede dei lavoratori a rotazione nell’arco della settimana, ed a quelle di cittadini ed imprese.

• L’impegno ad introdurre maggiore flessibilità dell’orario di lavoro e la possibilità, nelle giornate di lavoro in presenza, di terminare da remoto l’orario di lavoro per evitare al massimo la compresenza dei lavoratori.
Al termine dell’incontro abbiamo chiesto un aggiornamento in merito alla situazione dello stabile di via Flavia a seguito dell’incendio che ha interessato alcuni locali dello stabile. L’amministrazione a tal proposito ci ha comunicato che sono in corso i sopralluoghi necessari e solo a seguito delle relazioni tecniche del personale incaricato sarà possibile ripristinare l’accesso agli uffici quantomeno relativamente alle parti che non sono state direttamente interessate all’evento. CGIL CISL e UIL hanno sollecitato l’Amministrazione ad adoperarsi nelle opportune sedi per garantire, in via prioritaria, il rientro dei custodi nelle proprie abitazioni site nello stabile di via Flavia ed eventualmente in via secondaria un migliore e più adeguato alloggio temporaneo. Da ultimo, al fine di semplificare ed uniformare soprattutto le procedure legate alla sicurezza dei lavoratori, abbiamo chiesto al Segretario Generale di cogliere l’occasione della prossima riorganizzazione per ridurre il numero dei datori di lavoro.

Roma, 30 giugno 2020

FP CGIL
Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini

CISL FP
Michele Cavo Marco Sozzi

UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi

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