Roma, li 22 giugno 2020

Al DGPRAM – D.G.M.C.
cons. dott. Vincenzo STARITA
Roma

E, per conoscenza Al Capo D.G.M.C.
pres. dott.ssa Gemma TUCCILLO
Roma

Al Vice Capo D.G.M.C.
cons. dott. Claudio Giovanni SCORZA
Roma

Oggetto: D.G.M.C. – Piante organiche degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso le strutture della Giustizia Minorile.
Richiesta convocazione Parti sociali.

Egregio Direttore Generale,
in riferimento alla discussione del 18 giugno us, sulla mobilità del personale di Polizia Penitenziaria ruolo Agenti/Assistenti, vincitore del concorso Vice Sovrintendenti, nonché per una serie di circostanze oggettive di natura organizzativa delle strutture in discussione, che andranno a mutare alcuni aspetti, questa Organizzazione Sindacale ritiene necessario chiederLe una giusta calendarizzazione di incontro, così da poter avviare un ulteriore confronto sulle piante organiche, rispetto all’incontro del 14 maggio 2018.
Infine, alla luce della novella sfida istituzionale e politica di Codesto Dipartimento, relativa alle diverse attività correlate alla “probation” in esecuzione penale esterna, l’argomento troverebbe ancor più spazio e margine di definizione per determinarne il definitivo riassetto.
Certo di un Suo interessamento che vorrà accordare, si inviano distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Roma, 19 giugno 2020

Al D.G.P.R. – D.A.P.
cons. dott. Massimo PARISI
Roma
prot.dgpr.dap@giustiziacert.it

Alla Direttrice Ufficio IV Relazioni Sindacali – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma
relazionisindacali.dgpr.dap@giustizia.it

E, per conoscenza Al Sottosegretario alla Giustizia
on.le. avv. Vittorio FERRARESI
Roma
sottosegretario.ferraresi@giustizia.it

Al Sottosegretario alla Salute
on.le prof. Pierpaolo SILERI
Roma
segreteria.sileri@salute.it

Oggetto: Centri clinici presso Istituti Penitenziari. Richiesta intervento.

Egregio Direttore Generale,
questa Organizzazione Sindacale ritiene doveroso evidenziarLe alcune criticità che si
stanno verificando presso alcuni Centri clinici di Istituti Penitenziari del Paese.
Nella fattispecie, presso le strutture de quibus viene trattato un numero cospicuo di
detenuti abbisognevoli di cure ed approfondimenti diagnostici, vista l’emergenza sanitaria
in essere che, in qualche modo, impone di evitare la frequenza di nosocomi esterni e
pertanto trattasi di gestioni straordinarie rispetto alla finalità circoscritta delle strutture sin
qui discusse.
Orbene, senza voler entrare in alcun merito, la siffatta situazione sta generando una serie
di difficoltà ed affanni agli assetti organizzativi del lavoro e dei servizi, riconducibili
all’impiego del personale di Polizia Penitenziaria addetto alle attività di vigilanza ed
osservazione (specie negli II.P.P. già con vacanze organiche e in considerazione del piano
ferie estivo in corso).
Inoltre, la genesi di tale argomentazione potrebbe essere altresì collocabile nei vari piani di
elaborazione dell’Amministrazione Penitenziaria, ovverosia di rinforzare l’assistenza
sanitaria interna per questioni di sicurezza, per le recenti vicissitudini verificatosi.
Esposto quanto sopra, la FP CGIL sostiene un Suo autorevole ed improcrastinabile
intervento, volto a sensibilizzare tutte le articolazioni regionali interessate ad avviare un
confronto con le Parti sociali, cosi da poter definire una temporanea piattaforma
organizzativa che vada a coniugare le politiche detentive con quelle del lavoro dei nostri
addetti.
Certo di un Suo sensibile interessamento e debito seguito, Voglia gradire distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Roma, 23 giugno 2020

Al Segretario Generale
Dott. Salvatore Barca

Al Direttore Generale della DGROSIB
Dott.Gianfranceso Romeo

Oggetto: Richiesta urgente incontro

Le scriventi OO.SS., anche a seguito del recente incontro con il sig. Ministro, durante il quale veniva concordato un cronoprogramma di incontri a finalizzato ad affrontare temi di estrema importanza di questo dicastero e temi di più stretta attualità, vedasi la mancata convocazione delle RSU e delle OO.SS. per il protocollo di sicurezza della sede romana del MiSE (passaggio obbligato di attuazione del protocollo sulla sicurezza di carattere nazionale già sottoscritto) chiedono un incontro urgente, al fine di cominciare a dare seguito al cronoprogramma di attività di cui sopra.
Inoltre Nuove emergenze stanno emergendo col passare del tempo.
La situazione dei telelavoristi in scadenza al 30 giugno, su cui è necessario decidere almeno una proroga.
Gli spostamenti di personale avvenuti in alcune direzioni e tra una direzione e l’altra, secondo discutibili criteri, o peggio, senza un minimo di confronto o informativa al personale stesso, peraltro in modalità remota, data l’emergenza nazionale. Spostamenti che, si ricorda, se avvengono tra una direzione ed un’altra hanno bisogno di un ordine di servizio della DGROSIB e non di una mera trattativa tra Direttori come nel caso delle ex DGVESCGC ed ex DGMCCVNT.
Le questioni sul tappeto sono tante e di estrema gravità. Nei mesi passati abbiamo scritto diffusamente elencandole doviziosamente.
Si rinnova quindi la richiesta di un incontro urgente a partire dalle questioni summenzionate. Il Mise non può più attendere. Anche da qui riparte il paese.

FP CGIL                            CISL FP                     UIL PA
Roberto Copioli                 Carlo Filacchioni     Stefano Fricano

Al dott. Leonardo ALESTRA
Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
leonardo.alestra@ispettorato.gov.it
segreteriacapoispettorato@ispettorato.gov.it

Al dott. Giuseppe DIANA
Direttore Centrale Risorse dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
giuseppe.diana@ispettorato.gov.it
DCRisorse@ispettorato.gov.it

Oggetto: Diritto al buono pasto in modalità ordinaria di lavoro smart-working

Facendo seguito alle nostre precedenti ripetute richieste, ritorniamo sul problema dell’erogazione del buono pasto ai colleghi che da mesi sono in attività di lavoro agile, oramai riconosciuto quale regime ordinario di lavoro.
Già nelle nostre precedenti interlocuzioni con le SS.LL. abbiamo abbondantemente esplicitato le ragioni che sottendono al giusto riconoscimento di attribuzione del buono pasto in attività di smart-working, ad ogni buon conto qui riprendiamo.
Per far fronte all’emergenza epidemiologica, sono stati emanati diversi atti normativi: in particolare, il decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18 (c.d. decreto-legge “Cura Italia”), convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ha introdotto una serie di disposizioni normative rivolte alle pubbliche amministrazioni, tra cui quelle contenute nell’articolo 87, recante “Misure straordinarie in materia di lavoro agile e di esenzione dal servizio e di procedure concorsuali”, che, tra l’altro, ha definito il LAVORO AGILE come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione.
In conformità con tali disposizioni normative, l’INL ha esteso l’utilizzo della modalità di lavoro agile a gran parte – quasi la totalità – del personale dipendente, per tutto il periodo di durata dell’emergenza epidemiologica, ancora tutt’oggi in vigore ancorché ridimensionato nel numero, come ripreso nel Protocollo Nazionale per la Sicurezza di recente sottoscrizione.
Per quanto attiene l’attribuzione del buono pasto in regime di lavoro agile, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, mediante Circolare n. 2 del 1° Aprile 2020 ha chiarito che “Le amministrazioni sono chiamate, nel rispetto della disciplina normativa e contrattuale vigente, a definire gli aspetti di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro, tra cui gli eventuali riflessi sull’attribuzione del buono pasto, previo confronto sotto tale aspetto con le organizzazioni sindacali. Con particolare riferimento alla tematica dei buoni pasto, si puntualizza, quindi, che il personale in smart-working non ha un automatico diritto al buono pasto e che ciascuna PA assume le determinazioni di competenza in materia, previo confronto con le organizzazioni sindacali”.
Ancora, con apposita FAQ pubblicata sul sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione è stato ribadito che “Ciascuna PA assume le determinazioni di competenza sull’attribuzione del buono pasto ai dipendenti in smart working, previo confronto con le organizzazioni sindacali”.
Per tutto ciò è evidente che il diritto al buono pasto non viene affatto escluso dal quadro così delineato, essendo semplicemente rimessa a ciascuna Amministrazione la valutazione circa la possibilità di corrispondere il buono pasto al personale che svolge la prestazione lavorativa in modalità agile, previo confronto con le OO.SS.
Altre Amministrazioni, nel frattempo, proprio effettuando la suddetta valutazione e a seguito del previsto confronto con le OO.SS., hanno ritenuto di corrispondere il buono pasto al proprio personale, con validità retroattiva a far data dall’inizio dell’emergenza.
A ciò si aggiunga che, ove non ci fosse stata l’attuale emergenza epidemiologica, l’Amministrazione avrebbe comunque erogato il buono pasto al personale e che, difatti, ha stanziato per tempo, nel proprio bilancio, le somme a ciò destinate. Risulta, inoltre, che il personale dirigenziale dell’INL non abbia mai smesso di ricevere il suddetto emolumento, nonostante l’emergenza, pur essendo anch’esso in smart-working forzoso, al pari del personale delle aree funzionali. Confermata la circostanza, la mancata erogazione dell’indennità sostitutiva della mensa – contrattualmente prevista – ai dipendenti dell’INL, apparirebbe, alla luce delle considerazioni suddette, oltremodo iniqua oltreché fonte di deleteri dissidi e conflitti interni.
Per quanto sin qui narrato, chiediamo di attivare con urgenza per l’INL un tavolo di confronto sindacale per definire la questione, anche al fine di scongiurare il proliferare di azioni, che vanno moltiplicandosi, di posizioni populistiche e strumentali sbandierate ai quattro venti, che illudono e confondono i lavoratori, senza peraltro portare a nessuna soluzione. Costoro sono pronti, e lo abbiamo visto in altre analoghe circostanze, a rivendicare ed attribuirsi meriti di positivi risultati raggiunti, pur sapendo bene che i buoni risultati sono dovuti unicamente al quotidiano lavoro altrui, soprattutto delle scriventi che sempre orientano la propria azione sindacale a dare i dovuti e legittimi riconoscimenti ai lavoratori.
Roma, 24 giugno 2020

FP CGIL
f.to Matteo ARIANO

CISL FP
f.to Michele CAVO

UIL PA
f.to Bruno DI CUIA

FUGHE IN AVANTI E ASSUNZION I DI RESPONSABILITA’

Come abbiamo scritto ieri, nella nota unitaria sull’applicazione dell’accordo in materia di sicurezza delle sedi, firmato lo scorso 3 giugno con l’Amministrazione, il rispetto degli accordi, l’osservanza degli impegni assunti in tutte le sedi, comprese quelle sindacali, e la loro puntuale applicazione sono elementi fondamentali di quel clima di reciproca fiducia – il prof. Tridico lo definisce capitale sociale come, da ultimo, ha ribadito anche domenica 21 giugno nel corso di una nota trasmissione televisiva – che dovrebbe sottendere alle relazioni sociali in ogni ambito, compreso quello delle relazioni sindacali.
Ad oggi, grazie all’accordo sottoscritto sulla sicurezza delle sedi e nonostante altri dicano il contrario, l’accordo firmato il 3 giugno u.s. non ha determinato l’apertura al pubblico di alcuna Sede, continuando l’Istituto contestualmente ad erogare in sicurezza i servizi alla cittadinanza. Nel corso dell’incontro odierno, avremmo auspicato di proseguire il percorso avviato, effettuando quel monitoraggio che si era concordato di fare. Per questo, non ci vede d’accordo la decisione improvvisa, comunicataci dalla Direttrice Generale, di voler riattivare gli sportelli in modalità fisica dalla prossima settimana.
Non ci è stata ancora indicata una data precisa, né trasmesso alcun documento al riguardo, non si è atteso il monitoraggio previsto nell’accordo del 3 giugno scorso e soprattutto non si è ancora completato, a livello regionale/coordinamento metropolitano e territoriale di contrattazione decentrata, il quadro degli accordi di sede fondamentali per l’applicazione delle misure di sicurezza contemplate nel protocollo del 3 giugno scorso, protocollo al quale abbiamo tutti lavorato con il comune obiettivo di creare un quadro condiviso di regole a presidio della salute e della sicurezza di tutti coloro i quali, ad iniziare dai colleghi, operano nelle sedi dell’INPS.
La volontà dell’Amministrazione di riattivare gli sportelli in modalità fisica, con l’esclusione della sola Lombardia e con la possibilità per il cittadino di scegliere tra
appuntamento telefonico o in sede, così come rappresentatoci oralmente nel corso della riunione odierna, costituisce una violazione del protocollo sulla sicurezza delle sedi del 3 giugno scorso che, lo ricordiamo per qualche smemorato, relega tale possibilità solo all’eventuale impossibilità tecnica ad erogare in remoto la prestazione richiesta.
Il risultato di questa operazione “mediatica”, è che avremo le nostre sedi distratte da altre incombenze, compreso il presidio degli sportelli aperti in modalità fisica, con buona pace della lavorazione di quei prodotti, in primis le prestazioni degli ammortizzatori sociali, oggi sotto il focus di certa stampa ed opinione pubblica. La nostra proposta, invece, è di partire con la campagna informativa, rafforzare il presidio telefonico (analizzando a fondo i dati in nostro possesso) ed incrementare le linee dedicate (ad oggi sono massimo 30 per sede senza alcuna distinzione del bacino di utenza delle sedi!).
Nonostante qualche benpensante della carta stampata parli di flop dello smart-working in Istituto, i dati oggettivi dimostrano che, in questi tre mesi di lockdown delle attività, l’INPS non è stata affatto in lockdown: si pensi, ad esempio, all’incremento del 12,19% di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 in termini di punti omogeneizzati tra area prestazioni ed area flussi.
Anziché rappresentare alla pubblica opinione, con un’incisiva campagna di comunicazione realizzata attraverso tutti gli strumenti disponibili (… comprese le interviste del Presidente), le nuove modalità di interlocuzione con i nostri uffici ed i risultati straordinari conseguiti dai dipendenti INPS in questo periodo (milioni di richieste elaborate in appena 2 mesi con lo stesso numero di dipendenti), la nostra Amministrazione preferisce seguire scorciatoie meno impegnative, ma più pericolose e probabilmente anche meno efficaci.
Se l’Istituto vuole andare per la sua strada, infischiandosene del buon accordo firmato lo scorso 3 giugno, sia chiaro, se ne assumerà tutte le conseguenze, perché le responsabilità ricadono sulla testa dei datori di lavoro.

Roma, 23 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

Al Direttore Risorse Umane
Sport e Salute
Dott. Riccardo Meloni

Al Responsabile Rel. Sindacali
Sport e Salute
Dr. Giuseppe Troiani

Oggetto: Emergenza Covid 19

Gentili,
dopo aver sottoscritto con tempestività e responsabilità i diversi accordi sindacali che hanno permesso di gestire in massima trasparenza e sicurezza la prima fase dell’emergenza determinata dalla pandemia Covid 19, le scriventi OO.SS sono molto preoccupate per alcuni effetti che in questa delicato periodo di transizione si stanno verificando sulle retribuzioni dei dipendenti di Sport e Salute e delle Federazioni Sportive Nazionali.
L’attivazione dell’istituto dello Smart Working e la disponibilità degli altri istituti contrattuali individuati negli accordi sindacali del 6 marzo, sono stati una garanzia per un pieno svolgimento delle diverse attività lavorative ma hanno determinato alcuni effetti negativi sulle retribuzioni già a partire dallo stipendio del mese di marzo. La nostra preoccupazione è che nella prospettiva di dover mantenere la maggior parte del personale dipendente in modalità di lavoro a distanza, nei prossimi mesi si potrà registrare una forte e prolungata contrazione per la mancata fruizione di turni, turni festivi e per l’interruzione dell’erogazione dei buoni pasto.
A tal fine siamo a chiederVi un incontro per poter individuare e valutare congiuntamente soluzioni
finalizzate a sostenere nei prossimi mesi le retribuzioni dei dipendenti di Sport e Salute e delle
Federazioni Sportive Nazionali, quali a titolo indicativo:
1) Anticipo del conguaglio annuale del PAR
2) Buoni Pasto nella fase emergenziale COVID-19
3) Benefici Assistenziali 2018/2019
4) Riconoscere ai dipendenti del servizio “CURA ITALIA” l’impegno e l’elevata qualità dei servizi
prestati prevedendo fin d’ora una adeguata premialità
Nel restare in attesa di cortese urgente riscontro, si porgono cordiali saluti.

FP CGIL                        CISL FP                  UILPA                   CISAL FIALP
Francesco Quinti          Alessandro Bruni      Paolo Liberati           Dino Carola

RIORGANIZZAZIONE AREA MEDICO-LEGALE

Finalmente l’Amministrazione, dopo anni di colpevole incuria nei riguardi di tutta la classe
medica dell’Istituto, ha presentato lunedì scorso un piano organico di rivisitazione della
Area Medico-Legale.
Si ritorna a seguire un criterio logico di assegnazione di un numero di UOC e UOS legato
prevalentemente al numero di abitanti delle città.
Diamo atto al nuovo Coordinatore Generale Medico-Legale e alla Direttrice Centrale delle
Risorse Umane di un nuova attenzione rispetto alla sconclusionata vecchia Determina
Presidenziale di Boeri (che prevedeva, tra l’altro, 2 responsabili UOC per una città come
Roma, con 5 milioni di abitanti…); apprezziamo l’impegno, ribadito al tavolo, a far bandire
a breve i concorsi per medici di II° e I° livello, considerato che in alcune realtà la situazione
dei CML rischia di andare fuori controllo.
Ci chiediamo, però: servivano tutti questi anni per capire le difficoltà che ora sono sotto gli
occhi di tutti? Perché finora non si è mai voluto affrontare il problema del pensionamento
dei medici dell’Istituto? Eppure, era evidente a tutti l’età media molto avanzata di questo
personale, la più alta tra i dipendenti dell’INPS.
Perché con l’aumentare delle incombenze sanitarie dell’Istituto non si è mai pensato di attivare
un concorso pubblico ma, anzi, si è inspiegabilmente ridotto il numero di responsabili
UOC?
Per fare in modo che l’INPS torni ad avere il pieno controllo di quest’Area, chiediamo di inserire,
nella proposta presentataci dall’Amministrazione, la previsione di avere un responsabile
UOC per ogni provincia e più responsabili nelle grandi città.

Roma, 22 giugno 2020

 

FP CGIL
Francesco Reali    Matteo Ariano

 

Riteniamo opportuno fare chiarezza sulla questione del passaggio addetti/assistenti. La circolare sul cambio profilo, pubblicata la scorsa settimana, pr e c i sa quanto previsto dal parere ARAN n.
581/2020 i due profili Addetto ed Assistente “ ancorché collocati nella stessa area, individuano di versi livelli di inquadramento giuridico contrattuale, con i profili di Assistente collocati ad un live l lo superiore a quelli di Addetto”.

La circolare quind i partendo da tale assunto, da noi non condiviso, non contempla per gli addetti il passaggio nel profilo di assistente. Ma allora quali sono gli sviluppi possibili per il profilo di addetto? In una delle ultime riunioni l’amministrazione ci ha anticipato che, insieme ai bandi per le progressioni ver-ticali, è previsto un bando specifico per il passaggio da addetto ad assistente. Ovviamente per gli addetti collocati nella posizione economica da F2 in poi, in possesso del titolo di studio previsto per l’accesso al profilo professionale di assistente. Questa procedura sarà effettuata, in coerenza con quanto riportato dal citato parere ARAN, senza oneri e quindi a parità di fascia economica. I posti messi a bando saranno 80. Il problema resta per gli addetti inquadrati nella posizione economica F1 che, pur avendo i requisiti cultura-li, non potranno fare questo passaggio perché il profilo di assistente ha come posizione economica iniziale F2. Questi ultimi, però, potranno partecipare al concorso per Assistenti ( 340 unità) che sarà pubblicato a breve da FORMEZ, dove sarà prevista la riserva di posti per il personale interno. Noi francamente pensiamo che la soluzione sia da ricercare altrove: nella revisione dell’ordinamento pro-fessionale per il comparto delle Funzioni Centrali, prevista dal CCNL 2016/18, le cui ipotesi sono state pre-sentate lo scorso 11 giugno dall’ARAN. Solo con un nuovo ordinamento professionale che superi gli attuali profili giudicati ormai anacronistici, anche gli addetti del MIT troveranno una giusta collocazione che con-sentirà loro di superare quei limiti attualmente imposti dagli inquadramenti in essere.

La Coordinatrice Fp Cgil Mit                              p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                                                      P aolo Camardella

Al Ministro della Giustizia
On.le Alfonso Bonafede

Egregio Ministro,
le concitate vicende che nelle ultime settimane hanno portato anche alle dimissioni del Direttore
Generale della Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria, lasciano non risolta la questione della gestione amministrativa di una Direzione generale strategica per il mandato che l’Amministrazione penitenziaria è chiamata ad assolvere.
Peraltro le note vicende hanno fatto emergere problemi di natura organizzativa a cui è necessario
porre rimedio con una efficace rivisitazione dell’organizzazione del lavoro che quella Direzione generale deve svolgere ogni giorno.
Abbiamo appreso che la reggenza è stata affidata pro-tempore al Direttore Generale della Formazione, un dirigente generale del Dipartimento che gode della stima e della fiducia di tutto il personale e che conosce molto bene tutta la ”macchina” amministrativa dipartimentale.
Il Consigliere Turrini Vita aveva già , per sette lunghi mesi, coperto la vacatio verificatasi a seguito
del rientro nei ruoli della magistratura del consigliere Piscitello per fine mandato. Un incarico di reggenza che quell’Alto Dirigente aveva assicurato continuando a ricoprire l’incarico principale di direttore Generale della Formazione, che peraltro riveste anche in questo momento, ma questa non
puo’ essere la soluzione.
L’esperienza degli ultimi anni ha fatto registrare un grande gap organizzativo all’Interno di quella
Direzione Generale e tale dato ci impone di chiedere a Lei, On.le Ministro, di disporre l’immediato
interpello per la posizione di Direttore generale dei detenuti e trattamento e di scegliere questa volta di affidare l’incarico ad un Dirigente generale penitenziario.
Nessuna disposizione normativa impedisce, infatti, di orientare la scelta tra i dirigenti generali penitenziari che sono, per formazione professionale, esperti di gestione amministrativa complessa. Le materie di cui tratta la Direzione generale detenuti, per la loro specificità, sono materie che richiedono alta professionalizzazione di settore ed il settore è quello penitenziario, dell’esecuzione della pena e delle misure privative della libertà.
Sono richieste capacità di gestione delle risorse umane ed organizzazione del lavoro, capacità
di ascolto e condivisione di obiettivi comuni, capacità di lavorare in team. Doti queste proprie di un
manager quale appunto un dirigente generale penitenziario che nel proprio percorso curriculare ha
curato lo sviluppo di queste competenze specifiche affrontando e risolvendo situazioni complesse
I direttori degli Uffici ed il personale in servizio presso quella Direzione Generale, meritano una
leadership nella quale riconoscersi e dalla quale essere guidati con autorevolezza e determinazione
per la tutela del lavoro di tutti.
Confidiamo nella sua attenzione ed ascolto, certi che anche Lei, Signor Ministro, vorrà riconoscere
alla dirigenza penitenziaria ruolo, funzione e competenza manageriale nella gestione delle tante risorse che compongono il sistema penitenziario italiano e che solo in un progetto unitario di riqualificazione potrà generare quel salto di qualità organizzativa che il paese richiede.
Anche per questo ci sentiamo di rivolgerLe un accorato appello perché si faccia promotore, presso
i colleghi ministri alla pubblica amministrazione e dell’economia e delle finanze, dell’avvio delle
procedure negoziali stabilite dall’art. 23 del decreto legislativo n. 63 del 15 febbraio 2006 (Ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria, a norma della legge 27 luglio 2005, n. 154) per riconoscere, finalmente a quindici anni dalla disposizione legislativa, il diritto al contratto collettivonazionale di lavoro, ancorché di diritto pubblico, alle donne e agli uomini funzionari ripartiti nei ruoli di dirigente  di istituto penitenziario e dirigente di esecuzione penale esterna, nell’unica qualifica di dirigente penitenziario e per quelli del ruolo apicale nella qualifica unitaria di dirigente generale.
In attesa di un Suo cortese e gradito riscontro, dichiarando la disponibilità ad un incontro per approfondire tali argomenti, si coglie l’occasione per porgerLe distinti saluti.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Aggiornato il Protocollo Nazionale delle misure di prevenzione e sicurezza dei lavoratori civili nell’emergenza sanitaria

È stato aggiornato in data odierna l’Accordo nazionale sulle misure di prevenzione e sicurezza dei
lavoratori civili nell’emergenza sanitaria già sottoscritto il 15 maggio 2020 e da allora in vigore.
L’aggiornamento, su aspetti non significativi, si è reso necessario al seguito dei nuovi provvedimenti emanati dal Governo e dall’istituto Superiore di Sanità dopo l’entrata in vigore dell’accordo.
Durante l’incontro, in videoconferenza, FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno stigmatizzato il comportamento di alcune articolazioni dell’A.D. che da oltre un mese hanno deliberatamente  ritardato la diffusione del Protocollo e che hanno indotto le OO.SS. a richiedere l’intervento del Ministro della Difesa.
I ritardi nell’assunzione dei provvedimenti concordati hanno alimentato iniziative di singoli Enti fra cui come il CISAM di Pisa, dove non solo è stato eluso l’accordo, ma perdurano violazioni di norme contrattuali in tema di relazioni sindacali e di sicurezza sul lavoro, che hanno esposto i dipendenti a possibili contagi per i quali si è in attesa di conoscere gli esiti degli esami sierologici.
Tutto questo mentre interi comprensori, enti e aree industriali continuano ad essere privi dei presidi  igiene (ordinaria), di sicurezza e di DPI.
L’aggiornamento odierno del Protocollo, previsto già nella sua prima stesura, si limita a prendere atto che:
– L’emergenza sanitaria NON termina il 31 luglio, ma prosegue sino al 31/12/2020 o ad un diverso
termine stabilito dal Governo;
– In tema di mense è necessario seguire le indicazioni dell’ISS, pubblicate il 27 maggio, per la
gestione e la pulizia degli ambienti per la preparazione e la consumazione dei pasti.
Definita la parte relativa al Protocollo FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno, poi, evidenziato i gravi ritardi nell’assegnazione delle risorse per i buoni pasto, che i lavoratori in particolare nelle sedi periferiche, attendono dal mese di gennaio.
Sull’argomento Persociv ha precisato che i ritardi sono da attribuirsi alla mancata o ritardata richiesta da parte degli Organi Programmatori (SS MM) già più volte sollecitati.
Stante il perdurare dei ritardi, anche in tema pagamento delle indennità del 2019 e del 2020, nella
considerazione che il MEF continua a non fornire le risorse occorrenti, pur nella considerazione del
difficile momento del paese, si rende inevitabile il coinvolgimento diretto del vertice politico della
Difesa.
FP CGIL CISL FP e UIL PA hanno, infine, sollecitato Persociv a calendarizzare apposito incontro per definire gli altri aspetti organizzativi del lavoro agile, anche in tema in tema di destinazione delle risorse per i buoni pasto e di attribuzione delle indennità per coloro che hanno assicurato la continuità di servizi indifferibili.

FP CGIL                                            CISL FP                                    UIL PA
Francesco Quinti                       Massimo Ferri                       Sandro Colombi
Roberto De Cesaris                       Franco Volpi

 

Al Presidente Goffredo Zaccardi
Capo di Gabinetto del Ministro
della Salute

Al Dr. Giuseppe Ruocco
Segretario Generale Ministero della Salute

Al Dr. Giuseppe Celotto
Direttore generale del Personale
dell’Organizzazione e del Bilancio

Oggetto: Protocollo di accordo per la prevenzione e sicurezza dei dipendenti del Ministero della salute in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid -19” sottoscritto in data 8 giugno u.s..

Si fa riferimento al Protocollo indicato in oggetto, trasmesso alle scriventi OO.SS. via mail in data 17 giugno u.s..
Come noto, tale Protocollo ha una diversa valenza : per le aree funzionali le misure concernenti la salute e sicurezza sul lavoro rientrano tra le materie di contrattazione ai sensi dell’art. 7 del CCNL 2016/2018, mentre per la dirigenza la materia rientra tra quelle oggetto di informativa .
Il confronto tra l’amministrazione e le OO. SS. per la definizione del Protocollo in oggetto è iniziata in data 11 maggio u.s. con il primo degli incontri effettuati nel mese scorso ; in quella occasione FP CGIL, CISL FP e UILPA misero a punto un documento articolato e lo proposero all’amministrazione e alle altre OO.SS. partecipanti all’incontro .
Di tale documento non si rinviene traccia nella stesura finale sopra citata .
Eppure sul documento unitario si sono espressi favorevolmente anche altre OO.SS. e si poteva trovare una soluzione che portasse alla sottoscrizione del protocollo .
L’amministrazione, invece, per raccattare le uniche due firme di due sindacati assolutamente minoritari (Confsal e Confintesa) ha addirittura tolto dalle premesse del documento in questione il riferimento ai protocolli d’intesa sottoscritti dalla Ministra della P.A. con le Confederazioni sindacali più rappresentative i primi giorni di aprile 2020.
Per quanto riguarda la dirigenza, il documento, oggetto di informativa, è stato siglato dal Assomed, Unadis, Cida e Flepar.
Questo è il livello delle relazioni sindacali al Ministero della Salute .
Nel frattempo, la stessa amministrazione cambia il Documento di valutazione del rischio per le sedi centrali del Ministero della Salute superando limitazioni appena redatte non più tardi di qualche giorno fa, incontrando il netto dissenso dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza .
Dunque, una completa frattura tra una amministrazione caparbia e ottusa che pensa di poter fare a meno di tutti, e le OO.SS. che rappresentano la maggioranza dei lavoratori.
In questo modo si da spazio ad attacchi velenosi operati dai nemici storici del lavoro pubblico come quelli apparsi recentemente sulla stampa; e nel frattempo si naviga a vista, senza che nessuno si prenda la responsabilità di fornire un elenco di attività indifferibili e da rendere obbligatoriamente di persona (perché non “remotizzabili”) e di definire un protocollo che entri nel merito delle misure concrete da mettere in atto per garantire la sicurezza dei lavoratori al momento del rientro in sede e a uniformare le procedure tra centro e periferia.
Le scriventi OO.SS. ritengono quindi non esserci più gli spazi per raffreddare il confronto a causa del comportamento esecrabile della parte pubblica che preferisce “raccattare” firme di OO.SS. che hanno scarsissimo riscontro tra i lavoratori del Ministero della Salute piuttosto che cercare il consenso reale con chi li rappresenta effettivamente.
Si diffida l’amministrazione dall’applicazione del succitato protocollo perché non rappresentativo della volontà dei lavoratori ed al contempo dichiara lo stato di agitazione per i motivi sopra espressi.

Cordiali saluti

FP CGIL                           CISL FP                            UIL PA
Florindo Oliverio         Angelo Marinelli         Andrea Bordini

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