“Questo Accordo Collettivo nazionale mantiene intatte tutte le criticità del precedente e per certi versi le peggiora nella direzione imprenditoriale di una professione che invece è il cuore valoriale dell’impegno sociale a garanzia di salute dei cittadini”: lo si legge in una nota di Fp Cgil in rappresentanza dei medici di medicina generale “che sentono il peso del degrado verso cui si sta portando questa nobile professione. La conferma la troviamo nell’ostinata, medioevale e antistorica remunerazione a quota capitaria che persevera nell’errore di trasformare il rapporto medico-paziente in professionista-cliente, così come l’apertura all’ingresso delle società di servizi e delle cooperative nelle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), preludio all’affidare loro la gestione delle case della comunità come ulteriore deriva del SSN verso il privato più agguerrito. Addirittura si arriva all’assurdo di consentire ai medici di medicina generale di svolgere attività in favore dei fondi integrativi privati, rappresentazione plastica del progressivo ritorno alle mutue assicurative. La completa rinuncia alla lotta sindacale per salvare il SSN pubblico e universale conquistato con la legge 833 del 1978. Tutto poi a danno degli stessi professionisti che al contrario chiedono più tutele, più supporto e più risorse per svolgere al meglio il proprio lavoro”, prosegue la Fp Cgil.
“Ribadiamo con ancora più decisione che per chiudere le trattative del rinnovo contrattuale 2022-2024 di Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari, è necessario prima chiarire il nodo delle risorse destinate all’indennità di specificità dei professionisti, finanziate per medici e veterinari a regime dal 2026 già dalla legge di bilancio 2024, aumentate in quella in discussione attualmente, ma ancora non equamente finanziate per tutti i Dirigenti Sanitari dell’Area”. Lo evidenzia Andrea Filippi, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN.
“Il contratto di categoria che stiamo negoziando in questi giorni – osserva – è una leva fondamentale per sanare, con la legge di bilancio, questa grave ingiustizia che mina l’unità dei professionisti. Inoltre, dal primo incontro in ARAN, la Fp Cgil ha proposto di inserire già in questo contratto, senza ulteriori attese, le risorse precedentemente finanziate a regime dal 2026 per l’aumento dell’indennità di specificità, anche per ridurre gli effetti del definanziamento del contratto 2022-24 che, ricordiamolo, è di ben 10 punti percentuali rispetto all’inflazione del triennio; si sta parlando di circa 180 euro lordi al mese in più, contro i 92 ad oggi previsti per l’aumento del tabellare, al netto degli anticipi già percepiti in busta paga”.
“Anche la cabina di regia del Ministero della Salute, nell’incontro avuto la settimana scorsa, ci ha dato ragione aggiunge Filippi – assumendo sia l’impegno a sanare con la legge di bilancio l’ingiustizia della indennità dei Dirigenti Sanitari sia ad erogare da gennaio queste risorse in busta paga. Infatti il Capo Gabinetto del Ministero, Marco Mattei, coadiuvato dall’ufficio legale, ci ha confermato che non è necessario congelare queste risorse per 2 anni fino al prossimo contratto, ma possono essere erogate da subito con autorizzazione del Mef. In altri termini, è solo un problema politico, non tecnico”.
“Davvero non capiamo – prosegue -perchè dovremmo sottoscrivere di fretta un contratto che perpetuerebbe gravi problemi che invece la legge di bilancio, ormai alle porte, può risolvere. Non stiamo chiedendo di dilatare i tempi della trattativa, ma di attendere la legge di bilancio nel mese di dicembre; questo può fare la differenza tra firmare un contratto definanziato e divisivo ed un contratto dignitoso ed almeno equo. D’altra parte il contratto a tutt’oggi non ha risolto nessuno dei temi economici e normativi utili a migliorare le condizioni di lavoro dei professionisti. Siamo solo al terzo incontro e non abbiamo neanche risolto il problema di come distribuire equamente le poche risorse finanziate per il rinnovo; sulla parte normativa, che pure avrebbe bisogno di pochi ma importanti interventi, ancora non ci è stato proposto nulla di rilevante”.
“È questo il momento di fare una vertenza per ottenere risorse eque anche per i dirigenti sanitari sin da questo contratto; rimandarla a dopo la firma è un segnale di debolezza sindacale che avalla le scelte sbagliate del Governo e non garantisce nulla a lavoratrici e lavoratori. Speriamo che nessuno abbia intenzione di far precipitare i tempi della sottoscrizione, senza aver prima risolto, in tempi rapidi, questi nodi cruciali”, conclude Filippi.
“Non abbiamo firmato il contratto 2022-24 delle funzioni locali perché la proposta è inaccettabile. Meno del 6% di aumento non basta perché l’inflazione in quel triennio era al 16%. Vuol dire che, quando sarà reale l’aumento, le lavoratrici e i lavoratori troveranno il 10% in meno in busta paga. Perderanno 10 punti”.
Lo dichiara la segretaria nazionale Fp Cgil Tatiana Cazzaniga, in relazione al contratto funzioni locali 2022-24.
“Abbiamo ottenuto qualcosa, certo: cento milioni di euro. Ma li hanno inseriti dal 2028! E intanto come si farà? Lavoratrici e lavoratori – osserva – non possono aspettare il 2028 per pagare le bollette della luce e del gas, il mutuo, l’affitto. Quelle risorse servono adesso in un comparto, quello degli enti locali, che da tempo attende la valorizzazione dovuta, che da tempo sta aspettando di trovare la soluzione del problema di un giusto salario. Noi siamo coerenti e questo contratto non lo possiamo firmare: chiediamo alla nostra controparte, al ministro, di mettere più risorse economiche nel Fondo, di anticiparlo e di renderlo possibile per tutti. Cento milioni di euro non sono ancora sufficienti, e sono solo per i Comuni. Noi li vogliamo per le lavoratrici e i lavoratori immediatamente, non tra due anni”.
“Se c’è una ragione per cui i giovani non partecipano ai concorsi o lasciano le amministrazioni dopo 1\2 anni dall’assunzione è perché è basso lo stipendio rispetto alle responsabilità che una lavoratrice o un lavoratore dei Comuni, delle Province, delle Regioni, delle Camere di commercio, Asp, sostiene tutti i giorni nella propria attività. E’ assolutamente necessario, inoltre, trovare una soluzione ai percorsi di valorizzazione e di carriera che oggi in questi enti non si possono realizzare perché mancano le risorse economiche”.
Area |
Ex posizione economica |
Stipendio |
IVC 2022–2024 |
Anticipo CCNL 2022–2024 |
Aumento proposto CCNL 2022–2024 |
Differenza da percepire |
Arretrato anno 2024 |
Arretrato anno 2025 |
Arretrati se il CCNL fosse sottoscritto il 31.12.2025 |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| FUNZIONARI ED ELEVATE QUALIFICAZIONI | D7 | 2.699,18 | 13,50 | 103,95 | 144,11 | 40,16 | 522,08 | 522,08 | 1.044,16 |
| D6 | 2.569,18 | 12,85 | 98,95 | 144,11 | 45,17 | 587,15 | 587,15 | 1.174,29 | |
| D5 | 2.403,29 | 12,02 | 92,55 | 144,11 | 51,56 | 670,23 | 670,23 | 1.340,46 | |
| D4 | 2.304,22 | 11,52 | 88,70 | 144,11 | 55,41 | 720,28 | 720,28 | 1.440,56 | |
| D3 | 2.212,81 | 11,06 | 85,16 | 144,11 | 58,95 | 766,32 | 766,32 | 1.532,65 | |
| D2 | 2.025,66 | 10,13 | 78,00 | 144,11 | 66,11 | 859,42 | 859,42 | 1.718,83 | |
| D1 | 1.934,36 | 9,67 | 74,46 | 144,11 | 69,65 | 905,46 | 905,46 | 1.810,93 | |
| ISTRUTTORI | C6 | 2.054,58 | 10,27 | 79,08 | 132,81 | 53,73 | 698,50 | 698,50 | 1.397,01 |
| C5 | 1.997,48 | 10,00 | 77,00 | 132,81 | 55,81 | 725,53 | 725,53 | 1.451,06 | |
| C4 | 1.929,26 | 9,65 | 74,31 | 132,81 | 58,50 | 760,56 | 760,56 | 1.521,13 | |
| C3 | 1.872,48 | 9,36 | 72,07 | 132,81 | 60,74 | 789,59 | 789,59 | 1.579,19 | |
| C2 | 1.823,88 | 9,12 | 70,22 | 132,81 | 62,59 | 813,62 | 813,62 | 1.627,24 | |
| C1 | 1.782,74 | 8,91 | 68,61 | 132,81 | 64,20 | 834,64 | 834,64 | 1.669,28 | |
| OPERATORI ESPERTI | B8 | 1.860,20 | 9,30 | 71,61 | 118,17 | 46,56 | 605,28 | 605,28 | 1.210,56 |
| B7 | 1.820,36 | 9,10 | 70,07 | 118,17 | 48,10 | 625,30 | 625,30 | 1.250,60 | |
| B6 | 1.754,66 | 8,77 | 67,53 | 118,17 | 50,64 | 658,33 | 658,33 | 1.316,67 | |
| B5 | 1.724,36 | 8,62 | 66,37 | 118,17 | 51,80 | 673,35 | 673,35 | 1.346,70 | |
| B4 | 1.697,03 | 8,49 | 65,37 | 118,17 | 52,80 | 686,36 | 686,36 | 1.372,72 | |
| B3 | 1.672,74 | 8,36 | 64,37 | 118,17 | 53,80 | 699,37 | 699,37 | 1.398,75 | |
| B2 | 1.611,31 | 8,06 | 62,06 | 118,17 | 56,11 | 729,40 | 729,40 | 1.458,81 | |
| B1 | 1.586,21 | 7,93 | 61,06 | 118,17 | 57,11 | 742,42 | 742,42 | 1.484,83 | |
| OPERATORI | A6 | 1.659,66 | 8,20 | 63,14 | 113,51 | 50,37 | 654,81 | 654,81 | 1.309,62 |
| A5 | 1.631,99 | 8,06 | 62,06 | 113,51 | 51,45 | 668,82 | 668,82 | 1.337,65 | |
| A4 | 1.600,63 | 7,90 | 60,83 | 113,51 | 52,68 | 684,84 | 684,84 | 1.369,68 | |
| A3 | 1.574,35 | 7,77 | 59,83 | 113,51 | 53,68 | 697,85 | 697,85 | 1.395,71 | |
| A2 | 1.543,52 | 7,62 | 58,67 | 113,51 | 54,84 | 712,87 | 712,87 | 1.425,74 | |
| A1 | 1.523,61 | 7,52 | 57,90 | 113,51 | 55,61 | 722,88 | 722,88 | 1.445,76 |
“Grande adesione allo sciopero nazionale di oggi: abbiamo registrato un’ampia partecipazione ai presìdi organizzati su tutto il territorio nazionale. La nostra richiesta è chiara: vogliamo un contratto dignitoso che riconosca professionalità, diritti e qualità del servizio a tutela non solo di lavoratrici e lavoratori, ma anche delle persone fragili assistite quotidianamente”.
Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel: “Serve subito il rinnovo del CCNL unico di settore”
Roma, 31 ott – “Indetta per mercoledì 10 dicembre la seconda azione di sciopero nazionale nel settore dell’igiene ambientale, con presidi e manifestazioni in tutto il Paese”. Lo rendono noto Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, che spiegano: “Dopo oltre dieci mesi dalla scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’igiene ambientale, le lavoratrici e i lavoratori del settore tornano a mobilitarsi. Nonostante la grande adesione allo sciopero e ai presìdi del 17 ottobre scorso, Utilitalia, Cisambiente Confindustria, Assoambiente e le Centrali cooperative continuano a mantenere una posizione di chiusura, rinviando il confronto e bloccando il rinnovo contrattuale. Per questo, accogliendo il mandato espresso dal Coordinamento nazionale unitario delle delegate e dei delegati del 27 ottobre, abbiamo deciso di rilanciare la mobilitazione. Dal 3 novembre saranno interrotte le relazioni sindacali a tutti i livelli. Rivendichiamo un contratto che garantisca salari adeguati, sicurezza sul lavoro, valorizzazione professionale, welfare contrattuale e tutele reali per tutte e tutti, compresi i lavoratori degli appalti e degli impianti, troppo spesso invisibili. Ci meraviglia il silenzio assordante delle proprietà delle imprese, sia pubbliche che privata, che continuano a non esprimere una parola di responsabilità sociale verso lavoratrici e lavoratori che, con professionalità e sacrificio, assicurano ogni giorno un servizio pubblico essenziale per la collettività. Non accettiamo che il CCNL venga svuotato delle sue funzioni, né che salute e sicurezza vengano considerate un costo da comprimere. Dopo anni di rincari e precarietà, è necessario un rinnovo che migliori concretamente le condizioni di chi lavora”.
Il messaggio dei sindacati è netto: “O si rinnova il contratto per migliorare la vita di chi lavora, oppure la mobilitazione continuerà senza sosta, in ogni azienda e in ogni territorio”.
“Confermiamo il giudizio su un testo contrattuale che continua nella sequela di contratti imposti dal Governo che per la prima volta nella storia della contrattazione pubblica non recuperano il potere d’acquisto perso dalle lavoratrici e dai lavoratori pubblici nel triennio di riferimento. Anche il contratto dell’Area della dirigenza delle funzioni centrali 2022-2024 determinerà infatti un taglio netto di oltre il 10% delle retribuzioni dei dipendenti pubblici rispetto all’inflazione maturata nello stesso periodo”.
Così Florindo Oliverio, segretario nazionale Fp Cgil, commenta la sottoscrizione definitiva del contratto avvenuta senza la firma della Fp Cgil.
“All’esito della revisione degli organi di controllo – prosegue – saltano inoltre le norme proposte da Aran che pure avevamo giudicato sbagliate in relazione alla possibilità di prorogare temporaneamente gli incarichi per i dirigenti ad esclusivo uso e consumo dell’amministrazione: la toppa che era stata messa era peggio del buco. Abbiamo sempre sostenuto invece la necessità di tutelare realmente il diritto all’incarico anche prevedendo un meccanismo di salvaguardia delle retribuzioni dove le amministrazioni sono inadempienti. Confermiamo quindi le nostre valutazioni su un dettato contrattuale che non affronta in maniera adeguata i temi rimasti ancora sul tavolo: dall’esigibilità del diritto all’incarico per i dirigenti al superamento dei due livelli di professionalità per i professionisti, così come il tema dell’accesso allo smart working, dell’indennità di esclusività e dell’attività libero-professionale per i medici Inps, o ancora la priorità per l’assegnazione all’incarico dei dirigenti sanitari di seconda fascia per la direzione di strutture complesse”.
“Rivendichiamo in ogni caso che con la nostra azione al tavolo negoziale abbiamo portato a casa un aumento maggiore degli stipendi rispetto alla parte variabile e un aumento maggiorato degli stipendi dei professionisti di primo livello in continuità con il contratto precedente. Dopo l’accordo separato sul contratto del personale non dirigente si conferma la stessa modalità anche per dirigenti, medici e professionisti delle funzioni centrali: non c’è alcuna intenzione da parte del Governo di raggiungere un accordo che produca risultati positivi per il personale, c’è solo la richiesta di aderire ad una proposta unilaterale”, conclude Oliverio.