“Dopo mesi di trattative inconcludenti, vogliamo dirlo con chiarezza: non firmeremo un contratto al ribasso. Il rinnovo del CCNL delle Funzioni Locali per il triennio 2022-2024 non può ridursi ad un’operazione contabile che scarica sui territori e sui lavoratori l’assenza di volontà politica e risorse adeguate. Il recente decreto sulla Pubblica Amministrazione, convertito in legge lo scorso 7 maggio, non garantisce alcun aumento certo per tutti i lavoratori, ma introduce solo una possibilità, non un obbligo, di superamento del tetto del salario accessorio. Un’opportunità riservata esclusivamente a una ristretta fascia di enti virtuosi. Anche tra questi, molti saranno costretti a scegliere tra nuove assunzioni e l’aumento del salario per il personale in servizio. Una scelta inaccettabile, che crea disuguaglianze e alimenta un sistema di diritti variabili in base al bilancio dell’ente in cui si lavora. Chiediamo aumenti tabellari strutturali per tutti, indipendentemente dal territorio o dall’ente di appartenenza. Il contratto nazionale deve garantire equità e dignità a ogni lavoratore delle funzioni locali. Non vogliamo una ‘lotteria retributiva’, ma un diritto riconosciuto a tutti”.
Lo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl.
“Gli attuali 25 euro netti mensili proposti sono offensivi. Dopo oltre un anno di trattativa e con un’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto – proseguono – è inaccettabile pensare che si possa chiudere una stagione contrattuale con una cifra simbolica. È una mancanza di rispetto verso chi ogni giorno garantisce servizi pubblici fondamentali in scuole, comuni, servizi sociali e tecnici. La nostra richiesta, dunque, rimane inalterata: aumentare lo stanziamento del 5,78%, fondi dedicati al riallineamento dell’indennità di comparto, sblocco totale dei tetti al salario accessorio. Vale, infatti, la pena di ricordare che senza risorse non si può attuare nemmeno la parte normativa. Qualsiasi proposta, fatta anche nei tavoli tecnici, ha un valore economico. Riteniamo ancora più grave che si tenti di giustificare lo stallo richiamando le risorse del contratto 2025-2027. Se davvero queste risorse sono disponibili, chiediamo di anticiparle subito per garantire un contratto vero, degno e immediatamente esigibile e di aggiungere alla contrattazione le risorse stanziate e non spese del CCNL 2019-2021. Abbiamo dimostrato responsabilità, presenza e volontà di arrivare a un accordo. Ma senza un investimento concreto da parte del Governo, il contratto resterà fermo. E la responsabilità sarà tutta di chi continua a difendere un quadro finanziario palesemente insufficiente”, conclude la nota.
“Le dichiarazioni del Ministro Zangrillo, rilasciate alla vigilia dell’incontro del 18 giugno per la trattativa sul rinnovo del CCNL della Sanità pubblica, le rispediamo al mittente che ci accusa di ostruzionismo: la Fp Cgil e la Uil Fpl hanno sempre mantenuto una posizione autonoma e responsabile, centrata esclusivamente sul merito, ovvero la scarsità delle risorse messe a disposizione e le evidenti lacune normative, e sulla ricerca di soluzioni concrete condivise”: così le Segretarie generali Serena Sorrentino (Fp Cgil) e Rita Longobardi (Uil Fpl), che continuano: “preoccupa in modo particolare l’esplicito accenno, da parte del Ministro, a possibili interlocuzioni riservate al di fuori del tavolo negoziale con alcuni sindacati autonomi. Una modalità che contrasta con il principio di trasparenza e con il rispetto delle relazioni sindacali, che devono svolgersi in forma collegiale, con pari dignità per tutte le sigle rappresentative”.
“Le nostre Organizzazioni hanno sempre operato con equilibrio, anche nei momenti più difficili del Paese, contribuendo alla riapertura della stagione contrattuale dopo anni di blocco”, proseguono Sorrentino e Longobardi. “Oggi, in un contesto segnato da inflazione, rincari e difficoltà crescenti, non è più accettabile rinviare il giusto riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità e dei servizi pubblici, che continuano ad essere sviliti e privi di qualsiasi strumento concreto di valorizzazione. Precisiamo, visto che il Ministro continua a diffondere cifre incongruenti, che i rinnovi contrattuali dei trienni 2016/2018 e 2019/2021 sono stati superiori all’inflazione. Al contrario, quello relativo al 2022/2024 rappresenterebbe il primo CCNL con un adeguamento economico ben al di sotto dell’inflazione registrata”.
“Il tavolo del 18 giugno deve restare il luogo centrale del confronto: ogni trattativa parallela rappresenta una forzatura pericolosa. Saremo presenti con responsabilità e determinazione, per difendere il contratto e la correttezza del processo negoziale ma al salario dei dipendenti pubblici va data una risposta adeguata e ad oggi ancora non c’è“, concludono.
“Nella giornata dell’8 giugno 2025, presso l’Istituto Penale per Minorenni di Treviso, tre detenuti hanno appiccato un principio d’incendio nella propria sezione, mettendo a rischio la propria vita e quella degli operatori. Solo il tempestivo e coraggioso intervento del personale di Polizia Penitenziaria, con il supporto dei colleghi della vicina Casa Circondariale, ha evitato conseguenze tragiche. Uno dei minori, in stato di intossicazione da fumo, è stato trasportato in braccio fino all’infermeria, poiché la barella non può attraversare l’unico ingresso della sezione. Due agenti, anch’essi intossicati, sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Treviso, dove sono stati sottoposti a osservazione medica. Questo gravissimo episodio non è un fatto isolato, ma rappresenta l’ennesima dimostrazione dello stato di emergenza strutturale e gestionale che coinvolge l’intero sistema penitenziario minorile italiano”.
Lo scrive in una nota Donato Nolè, Fp Cgil nazionale.
“La totale assenza di dispositivi di protezione individuale, come maschere antifumo, l’inadeguatezza delle strutture e il sovraffollamento sono elementi ricorrenti che mettono a rischio quotidianamente la vita di chi lavora e di chi è ristretto. Nonostante le promesse – spesso propagandistiche – di alcuni rappresentanti del Governo, il circuito penale minorile è oggi al collasso: istituti fatiscenti, personale insufficiente e abbandonato, minori ammassati in condizioni indegne e sempre più frequentemente coinvolti in atti autolesionistici o aggressivi. Tutto questo mentre si moltiplicano gli annunci, ma mancano gli interventi strutturali concreti. Come FP CGIL siamo indignati e stanchi di dover denunciare tragedie annunciate. È inaccettabile che ancora oggi si lavori in carceri prive delle minime condizioni di sicurezza, senza tutele, senza rispetto per la dignità di chi ogni giorno si espone in prima linea. È inaccettabile che i minori vengano rinchiusi in strutture non a norma, in condizioni che nulla hanno a che vedere con la funzione rieducativa che la Costituzione assegna alla pena”.
“Chiediamo con forza – prosegue – un intervento immediato e deciso del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, anche in considerazione della sua residenza a Treviso, affinché si ponga fine a questa vergognosa deriva. Non basta affidarsi all’abnegazione degli operatori penitenziari: servono risorse, assunzioni, dispositivi di sicurezza, strutture idonee e politiche penali minorili ispirate a criteri di legalità, tutela e reinserimento. Serve una visione strategica e non più emergenziale. Le visite istituzionali e le promesse da campagna elettorale non servono a nulla se non sono seguite da azioni concrete. Basta parole, è il momento dei fatti”.
“Si è svolto oggi, alla presenza del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Fedriga e del Presidente del comitato di settore sanità Alparone un incontro, come richiesto da noi e da altri sindacati, per analizzare i contenuti del documento ‘Garantire il futuro del Servizio Sanitario Nazionale: Strategia delle Regioni e delle Province Autonome per il rilancio del personale del SSN’. Abbiamo apprezzato la convocazione della Conferenza delle Regioni, che segna un punto di attenzione stante la latitanza del governo e, come più volte ripetuto dai rappresentanti istituzionali, ha l’ambizione di costituire un confronto non episodico su obiettivi e strumenti per far fronte alla crisi del SSN. A fronte di un documento che ha alcuni elementi convincenti e altri meno, e sul quale abbiamo annunciato la presentazione di un nostro testo di osservazioni, abbiamo proposto alla Conferenza e alle altre organizzazioni sindacali di convergere sulla richiesta al governo di un provvedimento straordinario e urgente che incrementi il fondo sanitario nazionale con destinazione vincolata all’incremento delle retribuzioni del personale”.
Lo scrive in una nota Fp Cgil al termine dell’incontro con la Conferenza delle Regioni.
“Abbiamo ribadito che per rendere nuovamente attrattivo il lavoro in sanità serve rilanciare i salari, rinnovando adeguatamente i contratti di lavoro del personale pubblico e privato del comparto e della dirigenza e che serve l’eliminazione reale e concreta dei vincoli su assunzioni, per abbassare i carichi di lavoro e garantire qualità dell’assistenza, così come è necessario sbloccare le retribuzioni accessorie e valorizzare tutte le professioni. Abbiamo, su questi temi, riscontrato diverse convergenze durante la riunione nel corso della quale abbiamo anche proposto di tematizzare il prosieguo del confronto attraverso l’istituzione di tre tavoli su personale del comparto, dirigenza e riordino delle professioni sanitarie. E’ ora che l’esecutivo batta un colpo, con azioni concrete – prosegue la nota -. Da parte nostra, nelle more della prosecuzione del confronto iniziato oggi, intensificheremo la mobilitazione perché il disinteresse dimostrato fino ad oggi dal governo nei confronti di lavoratrici e lavoratori della sanità, che in Italia prendono tra gli stipendi più bassi d’Europa, non è più tollerabile. Oggi abbiamo registrato la condivisione su alcune priorità. Ma è tempo di interventi concreti perché un intero sistema è a rischio collasso, e con sé il diritto alla salute sancito solennemente dall’articolo 32 della Costituzione”.
“Si è concluso oggi presso l’ARAN l’incontro programmato sul rinnovo del contratto della sanità pubblica. L’esito è stato ancora una volta deludente: il Governo resta del tutto indisponibile a prendersi carico della necessità di stanziare le risorse aggiuntive necessarie per sbloccare la trattativa”.
Lo si legge in una nota di Fp Cgil.
“Le attuali risorse, già definite dalle Leggi di Bilancio, sono com’è noto largamente insufficienti a garantire il mantenimento del potere d’acquisto del personale sanitario, già messo a dura prova da anni di tagli e carichi crescenti. Restano inoltre intatti i pesanti vincoli alle risorse per la contrattazione integrativa. In presenza di un documento della Conferenza delle Regioni che – quanto meno – si interroga sulla necessità di porre argine all’emorragia di personale e di vocazioni verso le professioni sanitarie registriamo la totale assenza del Ministro della Salute che, evidentemente, ritiene che quanto succede sui contratti della sanità pubblica e, di conseguenza, dentro le aziende sanitarie non sia affar suo”.
“Le richieste sindacali di chi ha scelto di non accontentarsi di quanto stabilito unilateralmente dal Governo sono rimaste quindi senza risposte concrete e resta, per noi della Fp Cgil, l’indisponibilità a cedere all’imposizione che le parti datoriali intendono produrre sulla testa delle lavoratrici e dei lavoratori anche attraverso un testo che risolve molti problemi alle aziende ma nessuno a chi lavora. Senza ulteriori risorse non c’è sviluppo professionale possibile, non c’è aumento delle indennità possibile, non c’è contrattazione decentrata praticabile, non c’è diritto alla mensa, non si possono migliorare le condizioni di lavoro. A fronte di una sanità pubblica in affanno e di operatori sottopagati e sottoposti a pressioni continue, la chiusura che i datori di lavoro continuano a mantenere rappresenta un grave segnale di disinteresse politico. Valuteremo come intensificare una mobilitazione che non si è mai interrotta anche grazie al sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori che sono stanchi di essere presi in giro da Governo e datori di lavoro. Servono risposte immediate e risorse vere per dare dignità al lavoro nella sanità pubblica e garantire servizi adeguati alle cittadine e ai cittadini”, conclude la nota.
INTERSINDACALE DEI DIRIGENTI MEDICI, VETERINARI E SANITARI
IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NEL VUOTO ASSOLUTO!
L’Intersindacale dei Dirigenti Medici, Veterinari e Sanitari (Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, Fvm, Uil Fpl Medici e Veterinari) scrive ai Ministeri competenti, alle Regioni e alle Commissioni sanità di Camera e Senato per denunciare l’ostinato immobilismo delle Istituzioni responsabili di fronte alla crisi del SSN, mancano risorse per i servizi, per il personale, per la formazione e per i contratti, ma intanto si finanzia il privato e si esternalizzano i servizi.
A chi vuole far credere ai cittadini che la crisi della sanità sia dovuta a mancanza di disponibilità di spesa del Governo vogliamo ricordare che il finanziamento necessario per l’indennità di specificità sanitaria (dovuto e promesso!) e il finanziamento delle specializzazioni sanitarie ammontano solo a circa 70 mln (40+30).
Ma pochissimi sanno che il nuovo sistema dispensativo di farmaci ad alto costo e ad alto monitoraggio, che fino a pochi mesi fa era in distribuzione diretta (quindi senza nessun onere a carico dello Stato) e per il tramite dei servizi farmaceutici delle ASL di residenza, d’ora in poi avverrà per il tramite delle farmacie con il cosiddetto “sistema distributivo per conto delle Regioni (DPC)”.
Questo nuovo modello di dispensazione costerà alle casse dello Stato la consistente cifra stimata in circa 600 milioni in più. Quindi, quando vuole, il Governo è capace di trovare le risorse per elargire a qualche lobby. I contratti di lavoro del personale sanitario del triennio 2022/24 invece sono scaduti da dicembre 2024 senza mai essere stati negoziati.
Per non parlare poi della diagnostica periferica affidata alle farmacie di comunità (programma attuativo della farmacia dei servizi) incentivata con il dichiarato intento di alleggerire il carico di lavoro dei laboratori di analisi pubblici dotati di attrezzature decisamente più affidabili (anche grazie ai fondi del PNRR) a scapito della qualità della diagnosi, con l’aumento della spesa inappropriata indotta, ma a vantaggio ancora una volta delle tasche dei privati farmacisti titolari.
A conferma di questa pericolosa deriva verso il privato dell’assistenza territoriale, secondo la Corte dei Conti vi è un forte ritardo nella spesa prevista dalla Missione 6 del PNRR per investimenti in strutture, digitalizzazione e assistenza territoriale, come previsto da DM77/2022.
Insomma, si tratta di un vero e proprio attentato al SSN che non può più resistere senza l’adeguamento, sempre promesso e mai realizzato, delle risorse e la soluzione ai problemi evidenziati.
Lo abbiamo più volte dichiarato e torniamo a evidenziarlo con forza.
La partita in gioco è molto importante e delicata, la tensione tra i professionisti e all’interno della stessa società civile cresce in modo esponenziale.
Governo e Regioni devono trovare al più presto soluzioni adeguate in assenza delle quali il Servizio Sanitario Nazionale si svuoterà ulteriormente delle professionalità necessarie e si azzererà a breve il nostro welfare, la tutela delle fasce più fragili della popolazione nonché il diritto alla salute contemplato dalla nostra Costituzione.
Il Parlamento vigili!
È in corso lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per il rinnovo del contratto della sanità privata Aiop e Aris e per l’apertura della trattativa per un contratto unico delle RSA. Una mobilitazione che sta coinvolgendo in tutta Italia decine di migliaia di lavoratrici, lavoratori e professionisti durante l’intero arco della giornata, con presidi davanti alle sedi delle Regioni e delle associazioni datoriali. “Abbiamo chiesto a tutte le Regioni di inserire, nelle regole per l’accreditamento, un vincolo che preveda il rinnovo periodico dei contratti, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, in linea con i tempi di rinnovo del settore pubblico”. Lo dichiarano in una nota i segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.
“Al netto degli altissimi contingenti precettati per garantire i servizi essenziali – specificano -, l’adesione è stata comunque massiccia e diffusa in tutte le Regioni e ha visto anche la partecipazione e il sostegno di tanti pazienti e familiari, che hanno riconosciuto nelle nostre rivendicazioni una battaglia che riguarda anche loro. Perché dove ci sono salari bassi e diritti negati, ci sono meno servizi e meno tutele per le persone più fragili”.
“Sono 6 anni che il contratto della sanità privata è bloccato e 13 anni per quello delle RSA. Sono i contratti della vergogna! Non è più accettabile che l’apertura dei tavoli venga continuamente rinviata da Aiop e Aris con il pretesto della mancata copertura integrale da parte di Governo e Regioni. Il lavoro di queste persone è un servizio pubblico a tutti gli effetti e come tale deve essere riconosciuto e retribuito, superando la logica datoriale per cui gli utili sono privati e i costi devono invece essere sostenuti dalla collettività”, proseguono i sindacati.
“Il silenzio delle Istituzioni è assordante. Dal Ministero della Salute, alla Conferenza delle Regioni non arrivano segnali e da Aris ed Aiop alcuna apertura. Una totale indifferenza rispetto alle condizioni in cui operano quotidianamente centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, di professioniste e professionisti della sanità privata, a riprova di quanto poco contino per istituzioni e controparti le istanze che provengono dai luoghi di lavoro e dagli operatori”, aggiungono Francavilla, Chierchia e Chietti.
“I numeri parlano chiaro: questa mobilitazione non si fermerà e proseguirà per tutta la giornata. Continueremo a promuovere azioni di pressione già dai prossimi giorni, coinvolgeremo gli Ispettorati territoriali per verificare nelle Aziende il rispetto dei contratti collettivi, dei carichi di lavoro e dei profili professionali nelle strutture accreditate. La nostra battaglia è per il riconoscimento pieno della dignità professionale, per salari giusti e per un’assistenza di qualità ai cittadini. Il contratto non è un favore ma un diritto sacrosanto e ci aspettiamo nel breve una convocazione di tutte le parti interessate”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
“Le dichiarazioni del ministro Zangrillo sono irrispettose nei confronti di chi lavora nelle funzioni locali. Il Ministro farebbe bene a misurare le sue affermazioni”. Lo scrivono in una nota Fp Cgil e Uil Fpl.
“Rispediamo al mittente le accuse. La norma contenuta nel Dl Pa non è finanziata e sarà inapplicabile nella maggioranza degli enti locali creando disparità inaccettabile tra lavoratori dello stesso comparto che lavorano in enti diversi. Lavoratrici e lavoratori delle funzioni locali, anche nelle recenti elezioni Rsu, hanno confermato ed ampliato la fiducia in Cgil e Uil, confermando la condivisione delle nostre posizioni sul contratto. La responsabilità dello stallo è del ministro: metta risorse aggiuntive e il contratto si sblocca, altrimenti noi continueremo la mobilitazione”.
“C’è un solo responsabile dell’attuale situazione ed è il Governo, che ha scelto di non riconoscere un salario adeguato ai lavoratori pubblici. Il Ministro ci convochi e accetti il confronto anziché continuare con le dichiarazioni”, conclude la nota.
“Il 22 maggio le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e delle RSA scioperano in tutta Italia per ottenere il rinnovo del contratto nazionale della sanità privata Aiop e Aris, bloccato da 6 anni e per il contratto unico delle RSA fermo da 13 anni. Lo sciopero è stato proclamato a seguito del fallimento del tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro e dopo mesi di rinvii e silenzi inaccettabili.”
Lo dichiarano in una nota congiunta i segretari nazionali di FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.
“Le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture sanitarie private accreditate e nelle RSA svolgono un servizio pubblico essenziale, garantendo ogni giorno cure, assistenza e professionalità alle persone più fragili. Eppure – aggiungono – restano con un contratto bloccato, senza adeguamenti retributivi, senza tutele aggiornate. Aiop e Aris continuano a vincolare l’avvio del negoziato alla copertura integrale dei costi da parte del Governo e delle Regioni. Una pretesa assurda, perché la negoziazione di un contratto è in capo alle associazioni datoriali che rappresentano le strutture private che agiscono per conto del servizio pubblico e che non possono scaricare completamente il rischio d’impresa sulle lavoratrici e sui lavoratori e sulla collettività.”
“Il silenzio delle istituzioni è preoccupante. Dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e da Aiop e Aris non arriva alcun segnale. Nessuna apertura, nessun impegno. In questo contesto, è amaro constatare anche che Aiop, proprio nei giorni in cui si terrà lo sciopero nazionale, non ascolterà le richieste che verranno avanzate nelle centinaia di manifestazioni organizzate in tutta Italia – molte delle quali proprio davanti alle loro sedi – perché ha scelto di svolgere la propria Assemblea Generale ad Atene, in piena coincidenza con lo sciopero nazionale del 22 maggio. E anche un po’ beffardo, dimostrando con ció scarso interesse nei confronti delle condizioni reali delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno garantiscono, con professionalità e dedizione, cure e assistenza ai cittadini ma che da anni aspettano il loro contratto. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata, con la mobilitazione, ribadiranno ad Aiop ed Aris che per migliorare salari e diritti devono essere trovati i fondi necessari, così come sono stati reperiti per riunire all’estero la rappresentanza datoriale all’ombra del Partenone. Ci troviamo ancora una volta davanti a un segnale chiaro di distanza da parte di chi dovrebbe, al contrario, impegnarsi per riaprire il confronto per i due contratti attesi.”
“Il contratto è un diritto e va rinnovato con il confronto, non possiamo tollerare questi silenzi e le fughe. Il 22 maggio sarà una giornata di mobilitazione in tutte le regioni italiane per rivendicare rispetto e dignità per oltre 200 mila lavoratrici e lavoratori. E nei giorni che precedono lo sciopero e anche i giorni successivi– concludono Francavilla, Chierchia e Chietti – continueremo con assemblee nei luoghi di lavoro, presìdi e richieste agli Ispettorati Territoriali del Lavoro affinché si verifichi che le strutture accreditate rispettino i contratti collettivi, le condizioni di lavoro e i requisiti professionali del personale. Difendere chi lavora significa difendere anche la qualità dei servizi sanitari e socio-assistenziali offerti ai cittadini.”
“Abbiamo depositato i primi ricorsi contro l’esclusione delle nostre organizzazioni rappresentative dai tavoli dopo la non sottoscrizione del CCNL Funzioni Centrali 2022-2024”, dichiarano FP CGIL e UIL PA.
“I due ministeri coinvolti in prima istanza sono il Ministero della Cultura ed il Ministero dell’Istruzione, due amministrazioni – specificano i sindacati – in cui le nostre sigle sindacali rappresentano ben oltre il 50% del personale. Non coinvolgerci nei tavoli di confronto, crea un vulnus democratico”.
“Fin dalle prime ore abbiamo contestato queste decisioni che sono incompatibili con il sistema di norme che regolano la contrattazione collettiva nel pubblico impiego. Proseguiremo questa azione anche nei confronti delle restanti amministrazioni, perché difendiamo la nostra decisione di non sottoscrivere un CCNL che taglia gli stipendi dei dipendenti pubblici del 10% ma continuando ad esercitare la nostra azione sindacale all’interno delle amministrazioni, rappresentando decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori ed essendo organizzazioni molto rappresentative”, concludo Fp Cgil e Uil Pa.
“L’incremento per il personale dipendente dei ministeri riportato su alcuni organi di stampa, per come è stato calcolato, costerebbe 500 milioni di euro, altro che i 190 stanziati dal DL PA 2025, da distribuire tra Ministeri e Presidenza del Consiglio dei ministri, sia per il personale del comparto che per i dirigenti. Saremmo ben contenti se il Ministro Zangrillo avesse messo a disposizione quelle risorse per la tornata contrattuale 2022-2024 delle Funzioni centrali, ma non è stato così e ora venirci a raccontare che i funzionari del Ministero della giustizia arriverebbero a prendere fino a 480€ al mese in più, che sarebbero pari a 3 volte l’aumento del contratto a perdere sottoscritto da alcune organizzazioni sindacali, è una bufala bella e buona”.
Lo scrive in una nota il segretario nazionale Fp Cgil, Florindo Oliverio.
“Le nostre rivendicazioni sul punto sono chiare: bisogna completare il percorso di riallineamento delle indennità di amministrazione (una quota specifica del salario accessorio) a quelle delle Agenzie fiscali. Ricordiamo che il maggiore valore delle indennità di amministrazione delle agenzie fiscali fu frutto della contrattazione integrativa che raddoppiò i valori iniziali spostando risorse dal fondo unico di amministrazione. Per questo – prosegue la nota – chiediamo oggi di scorporare il 50% di quei valori a carico dei fondi di contrattazione integrativa per liberare risorse per la valorizzazione professionale. Infine chiediamo di autorizzare gli enti pubblici non economici ad effettuare i medesimi incrementi con risorse a valere sui propri bilanci”
“Solo con il CCNL 2019/2021 vi furono le tabelle di allineamento all’interno dei soli ministeri di questa indennità ma subito dopo è ripartita la disparità di trattamento con disposizioni spot di questo o quel ministro per i ‘suoi’ dipendenti. Anche per questo, per evitare ulteriori e nuove disparità, non è più rinviabile il definitivo superamento del tetto ai fondi di contrattazione integrativa del 2017 che fissano il valore dei fondi al 2016, ben 9 anni fa”, conclude Oliverio.
UNA SCELTA DOLOROSA MA GIUSTA!
Se non siamo presenti al nuovo tavolo di contrattazione della Polizia penitenziaria è perché ci siamo rifiutati di firmare un contratto inaccettabile!
Gli stipendi si impoveriscono. E noi non possiamo accettare che passi il messaggio che pur lavorando ci si possa impoverire!
Noi facciamo sindacato Per Davvero. Scegli la FP CGIL.



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