Pubblichiamo la nota della Fp Cgil VVF riguardo la richiesta di incontro sulla pronta disponibilità

Dott. Gaetano Campo

Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott.ssa Mariaisabella Gandini

Direttore Generale del personale e della formazione

e per conoscenza

Ing. Ettore Sala

Capo Dipartimento per la transizione digitale della giustizia,

l’analisi statistica e le politiche di coesione

Ing. Vincenzo De Lisi

Direttore Generale per i servizi informativi automatizzati

Come è noto queste Organizzazioni Sindacali, sin dall’estate scorsa, hanno posto il problema della illegittima assegnazione della videoregistrazione delle udienze penali prevista dalla cd Riforma Cartabia al personale addetto alla verbalizzazione.

La vertenza, culminata a fine settembre nella manifestazione dei lavoratori interessati promossa da CGIL CISL e UIL nelle adiacenze Ministero (piazzetta Cairoli), è tuttora aperta atteso che codesta amministrazione nulla ha fatto ad onta delle rassicurazioni date nel corso della manifestazione, che ha visto l’intervento diretto dei vertici del dipartimento, e nel corso del precedente incontro sull’argomento tenutosi il 12 settembre 2023. Nel frattempo, i lavoratori preposti alla verbalizzazione hanno continuato ad effettuare contestualmente la videoregistrazione delle udienze stante il silenzio dell’amministrazione centrale.

Tanto premesso, CGIL CISL e UIL, considerata la rilevanza della problematica ed al fine di evitare l’incardinarsi di un contenzioso innanzi all’AG competente, chiedono di conoscere quali iniziative codesta amministrazione ha posto in essere per garantire la prescritta videoregistrazione e per risolvere le difficoltà organizzative che tale attività crea. CGIL CISL e UIL ritengono in ogni caso necessaria la convocazione sull’argomento di una apposita riunione.

Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti

FP CGIL

CISL FP

UIL PA

Russo

Marra

Amoroso

FARE SINDACATO …PROVARE A FARE SINDACATO …

NON VOLER FARE SINDACATO

Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF riguardo la cronica carenza di personale autista e qualificato che  non garantisce ne la sicurezza del soccorso alla cittadinanza, ne quella del personale

I detenuti questa notte hanno incendiato alcune celle dell’Istituto penale per minorenni di Roma ‘Casal del Marmo’. Durante i soccorsi degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio intervenuti per evitare il peggio, uno dei Poliziotti è stato aggredito ed è ora ricoverato all’ospedale ‘Gemelli’.

Ciro Di Domenico, Coordinatore Regionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria, esprime profonda preoccupazione ed indignazione: “La notte scorsa un violento incendio, scatenato da alcuni detenuti, ha provocato devastazioni ingenti. Il nostro personale ha agito con coraggio e prontezza, evitando tragedie maggiori e spostando i detenuti in luoghi sicuri, nonostante il rischio personale. Durante queste operazioni di soccorso, un collega della Polizia Penitenziaria è stato gravemente aggredito ed è attualmente ricoverato all’Ospedale ‘Gemelli’. Questo atto di violenza gratuita è inaccettabile e mette in luce la crescente pericolosità all’interno dell’istituto. Non è il primo incendio causato dai detenuti di Casal del Marmo. Già nei mesi scorsi, altri incendi causati sempre da detenuti, hanno causato l’intossicazione ed il ricovero di altri Poliziotti.”
Mirko Manna, della FP CGIL Nazionale, sottolinea l’urgenza di rivedere le politiche e le procedure attuali: “Questo evento critico evidenzia la necessità di misure immediate, tra cui il trasferimento dei detenuti più problematici, simile a quanto già previsto per gli adulti. È fondamentale rivedere la normativa sulla detenzione dei giovani adulti, che attualmente consente loro di rimanere nelle strutture minorili fino ai 25 anni. Questo limite di età sembra non adeguato alla gestione della popolazione carceraria minorile e solleva seri interrogativi sull’efficacia del sistema penitenziario minorile attuale. La nostra priorità rimane la sicurezza del personale e dei detenuti, nonché l’impegno per un sistema penitenziario equo e funzionale. Chiediamo al Ministro Nordio e al Presidente San Germano responsabile del settore minorile, di intervenire prontamente per affrontare questa situazione critica.” sistema penitenziario incapace di garantire la sicurezza nelle carceri, a partire dalla garanzia dovuta a chi in carcere ci lavora per difendere la Legge”.
Roma, 11 novembre 2023

Pubblichiamo l’informativa della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie riguardo l’avvio di attività preliminare alla liquidazione dei compensi del  Fondo di Amministrazione per il personale non direttivo/non dirigente  anno 2020

Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF con il quale evidenzia come il grande lavoro prodotto dalla Fp Cgil abbia portato al riconoscimento del lavoro agile per le lavoratrici e per i lavoratori  del Corpo

Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un incontro con l’Amministrazione per discutere del contenuto dell’articolo 3 del DL 145/2023, in materia di aumento dell’indennità di vacanza contrattuale come anticipo del rinnovo del contratto nazionale, scaduto da ben 2 anni, e il cui stanziamento si prospetta ben al di sotto della perdita del potere d’acquisto degli stipendi. Il Governo, infatti, a fronte di un’inflazione relativa al triennio contrattuale 2022/2024 di circa il 18% stanzia un misero 6%, assolutamente inadeguato al costo reale della vita. L’obiettivo della riunione consisteva unicamente nel concordare le modalità attuative dell’art.3 e cioè la possibilità, per alcune amministrazioni, di poter anticipare in un’unica soluzione, nel mese di dicembre, l’indennità di vacanza contrattuale prevista per il 2024 oppure ripartirla mensilmente, per 13 mensilità, a partire da gennaio 2024. Parliamo di cifre che vanno circa dai 650 ai 1050 lordi, a seconda dell’inquadramento, nel caso della soluzione unica a dicembre o dai circa 55 agli 80 nel caso della ripartizione mensile. Cifre che comunque, andrebbero restituite in quota parte in caso di pensionamento nel corso del prossimo anno laddove erogate anticipatamente. L’anticipazione in un’unica soluzione a dicembre, a fronte peraltro degli ultimi 3 mesi dell’anno che vedranno buste paga più pesanti per effetto del pagamento del sistema premiante/incentivante, del saldo di residui economici degli anni precedenti e della tredicesima e senza dimenticare gli effetti del conguaglio di fine anno, esporrebbe i lavoratori e le lavoratrici al rischio dell’aumento dell’imponibile e delle aliquote fiscali vanificando, in tal caso, gli effetti dell’anticipo. Non solo. Da gennaio 2024 le buste paga diminuirebbero di circa 25 – 35 euro mensili rispetto al 2023 per effetto dell’eliminazione dell’una tantum dell’1,5 % percepita nel 2023. Per questo noi e la maggioranza del tavolo sindacale abbiamo concordato sull’erogazione mensile degli importi permettendo così di mantenere perlomeno inalterata la retribuzione dei colleghi da gennaio 2024. Consci del fatto che ieri si è consumata una discussione su uno dei provvedimenti che mira esclusivamente ad allontanare i rinnovi contrattuali indebolendo la contrattazione e, di conseguenza i diritti dei dipendenti pubblici, non possiamo e non potevamo prestarci a questi pericolosi teatrini pre-elettorali: non è questa la modalità di affrontare le difficoltà economiche delle lavoratrici e dei lavoratori di questo paese, che avrebbero bisogno di un contratto con incrementi stipendiali seri e soprattutto dignitosi. A chi ieri si è innalzato a paladino della difesa del potere d’acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici suggeriamo, la prossima volta, di farlo sul tavolo giusto – ovvero quello governativo, dove le risorse vengono stanziate – e non al tavolo dove si cerca di mitigare gli effetti di provvedimenti sbagliati e dannosi. Sul primo tavolo c’è la sostanza, sul secondo la facciata retorica di chi tenta maldestramente di coprire l’immobilismo politico cercando di dirottare sui tavoli aziendali quell’incapacità, o peggio quella mancata volontà, di difendere nei luoghi opportuni i diritti e i salari delle lavoratrici e dei lavoratori.

FP CGIL   FLC CGIL   UILPA     UIL RUA      USB PI

Mercanti        Rey           Paglia  Di Luigi     Mencarelli

L’amministrazione ci ha inviato l’ipotesi di accordo stralcio sulle progressioni economiche all’interno delle aree 2023, concordato a seguito del confronto sindacale per la definizione dei criteri per l’attribuzione dei “differenziali stipendiali”.

Durante il confronto, sono state accolte le osservazioni che abbiamo presentato, pertanto diamo un giudizio positivo dell’accordo, che domani sottoscriveremo, frutto di difficile mediazione tra le parti.

Di seguito una sintesi dei punti più rilevati:

Rispetto al passato, potranno partecipare alla selezione tutti i lavoratori che negli ultimi tre anni non abbiano beneficiato di alcuna progressione economica, in considerazione del fatto che la norma programmatica, di cui allegato B, che ha previsto il numero di passaggi, è stata sottoscritta prima della sottoscrizione del nuovo contratto integrativo.

Tra le novità positive, trattandosi di differenziali stipendiali, il nuovo contratto consente anche ai lavoratori apicali di poter avere un passaggio di differenziale stipendiale, sbloccando quindi una situazione bloccata da anni.

L’ intesa programmatica, ha definito il numero dei “differenziali stipendiali” da attribuire con decorrenza economica 1 gennaio 2023, pari a 2504 passaggi dei quali n. 364 per l’area degli operatori, n. 1.268 per l’area degli assistenti, n 872 per l’area dei funzionari. (allegato B)

Nella ponderazione dei criteri, il nuovo contratto attribuisce alla valutazione un peso non inferiore al 40% del totale per cui agli altri due criteri, dopo attento confronto sindacale, è stata data la restante percentuale ripartita in parti uguali 30% all’esperienza professionale e 30% ai titoli di studio, allo scopo di riproporzionare le percentuali delle passate progressioni economiche.

Come da nostra proposta sindacale è stato inserito quanto previsto dall’art. 14 che attribuisce al personale che non ha conseguito progressioni economiche da più di 6 anni un punteggio aggiuntivo del 3% della somma dei punteggi ottenuti.

L’ipotesi dovrà ora essere certificata dagli organi di controllo, ed entro il 31 dicembre dovremo andare alla firma definitiva. Rispetto al passato il contratto prevede che i bandi potranno essere pubblicati anche successivamente, quindi nei primi mesi del 2024.

Le nuove norme contrattuali hanno apportato alcune modifiche ai criteri utilizzati nelle precedenti progressioni, ma ancora una volta siamo riusciti a garantire un nuovo passaggio, il sesto consecutivo, per 2.504 lavoratori.

Cercheremo di seguire l’iter e di arrivare nei tempi previsti alla certificazione.

La Coordinatrice Nazionale Min.Interno

Adelaide Benvenuto

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Confsal,Usb VVF Conapo e Federdist in merito il riconoscimento delle sedi disagiata fella zona tirrenica.

Con la definizione delle ultime procedure di conciliazione, si è chiuso l’iter della valutazione individuale per il 2022 e ancora una volta le perplessità (eufemismo) pesano molto più delle certezze. Partiamo dalla base: se è vero che l’adempimento è un obbligo di legge, è altresì vero che il modo in cui esso si realizza lo sceglie l’Istituto.

La valutazione individuale in INPS oggi segue la logica dei social network: somiglia a un pollice verso che l’Amministrazione mette sulla scheda, senza però fornire elementi interpretativi o ancorarsi a dati oggettivi.

Il giudizio, ancorché diviso in punti (obiettivo di gruppo, consapevolezza e interesse, contributo individuale, cooperazione coi colleghi, professionalità, apertura all’innovazione, orientamento alle relazioni, guida dei processi), è spesso estremamente generico e decifrare le contestazioni è un’attività buona per gli oracoli. Ma andiamo per ordine:

  1. La tempistica rende il processo del tutto irrilevante. Arrivare a una valutazione sull’operato del 2022 nel mese di ottobre del 2023 riduce la dimensione di stimolo che l’Amministrazione rivendica. Come dovrebbe migliorare un dipendente INPS pur disposto a riconoscere la bontà di un giudizio severo? La sussistenza di tempi così dilatati, peraltro, rende la valutazione al contempo permanente e anacronistica: permanente, perché è già partito l’iter per la valutazione intermedia del 2023; anacronistica perché inseguiamo gli adempimenti senza riflettere criticamente sui dati emersi. Questo ha un riflesso anche sul confronto coi responsabili e sulla procedura di conciliazione.

  2. Il tenore del confronto varia da sede a sede: in alcune realtà la procedura è una mera formalità, cui adempiere per rito; in altre la commissione costituita assume il compito col rigore di un tribunale dell’Inquisizione. Emerge, cioè, l’assoluta discrezionalità a seconda del contesto geografico, elemento non inedito in INPS. Arriviamo al paradosso: nella stessa sede un giudizio può cambiare repentinamente in presenza di un nuovo dirigente o un giudizio estremamente critico può diventare estremamente positivo se solo il dipendente si sposta in un’altra realtà (magari territorialmente vicina). La discrezione è la regola.

  3. La scheda definitiva, a valle della conciliazione, non riporta alcuna indicazione rispetto alle tappe della procedura: non registra gli elementi di critica del lavoratore, non riporta le rilevazioni dei rappresentanti. Fotografa il parere del dirigente e non l’interazione che si è creata attorno al giudizio. Risultato? Un dirigente che subentra non ha neppure gli elementi per valutare il pregresso. Ogni anno è un nuovo inizio. Troppa grazia.

  4. Al dipendente si chiede di accettare la scheda di valutazione, ma come già rilevato ai tavoli di confronto sarebbe più opportuno parlare di “presa visione” e la procedura dovrebbe registrare questo feedback. Gli elementi di fragilità esposti rendono difficile, infatti, sentirsi parte di un processo valutativo così strutturato. Un processo che ha una debolezza culturale evidente (in un ente come INPS spesso e volentieri il lavoro di un dipendente inizia quando finisce quello dell’altro e non c’è alcun metro di valutazione oggettiva) e un riflesso pratico: come ci si può proclamare ambasciatori del merito e sponsorizzare un sistema di valutazione che risponde all’umore di chi sta al vertice della struttura?

Ultima constatazione, per dare l’idea del paradosso: le colleghe e i colleghi entrati ad aprile si accingono a ricevere la loro prima valutazione. Peccato che il processo formativo li ha esclusi dalla vita operativa delle strutture nel periodo di riferimento: un sentito augurio a chi, verosimilmente, valuterà con spirito narrativo il contributo delle nuove risorse sulla scorta di una istintiva simpatia. Altri elementi francamente non se ne vedono.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Roma, 9 nov – “I Medici di Medicina Generale della FP Cgil aderiscono allo sciopero del 17 novembre proclamato da Cgil e Uil”. Lo si legge in una nota del coordinamento Nazionale Fp Cgil MMG.
“Ancora inquadrati come libero professionisti a servizio del pubblico, senza tutele contrattuali, senza diritti e troppo spesso denigrati dall’opinione pubblica – si osserva – condividiamo pienamente le motivazioni dello sciopero del 17 novembre 2023 e aderiamo convintamente. Lo facciamo anche per contestare l’attuale rapporto di lavoro che di fatto ci isola dal sistema, ostacola una presa in carico delle persone, integrata nei servizi sanitari territoriali. Aderiamo perchè crediamo nel valore dei servizi pubblici contro i modelli incentrati sul singolo professionista più che sulla cittadinanza”.
“Non è più tollerabile – si osserva – accettare passivamente scelte politiche che mirano allo smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale e al taglio progressivo della spesa sanitaria, rendendolo così non capace di rispondere ai bisogni dei cittadini lasciando come unica alternativa la privatizzazione che garantisce la cura solo ai ricchi”.
“Chiediamo – si legge ancora nella nota del coordinamento Nazionale Fp Cgil MMG – la salvaguardia dell’art. 32 della Costituzione Italiana attraverso investimenti sul personale mediante stabilizzazioni, assunzioni stabili e una reale presa in carico del problema delle liste di attesa. Protestiamo contro un sistema di cure garantito dal fattore denaro, dove il diritto alla salute è proporzionale alla capacità di spesa. Disapproviamo ogni progetto di autonomia differenziata, affinché non si abbia un paese a corrente alternata ma i diritti siano garantiti per tutti, in egual misura. Aderiamo allo sciopero generale nazionale del 17 novembre per contrastare le scellerate politiche economico-sociali del Governo (Salari, CCNL, precariato, riforma delle pensioni), per difendere le pubbliche amministrazioni e tutelare i servizi pubblici essenziali per tutti i cittadini”, conclude la nota.

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