Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF, riguardo la richiesta di incontro sul lavoro agile

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture provinciali Fp Cgil VVF e Uil PA VVF in merito la cronica carenza di organici. Carenza che mette in difficoltà la macchina del soccorso e la tutela dei cittadini

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Regionali Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Uil Pa VVF riguardo la banca ore 2022 e l’organizzazione delle ore accessorie

Il 18 ottobre l’Amministrazione ha diffuso due informative, una attinente la disciplina del lavoro da remoto, l’altra volta a introdurre lo “Smart friday”. I testi comportano uno stravolgimento dell’organizzazione che, lungi dall’essere basato su un maggior equilibrio tra vita privata e vita lavorativa per i dipendenti, sembra sbilanciare gli istituti a favore del datore di lavoro.

Nel confronto che si è tenuto oggi pomeriggio, come FP CGIL abbiamo manifestato il nostro scetticismo sulla sperimentazione proposta e la nostra contrarietà alla visione d’insieme che discende dalle informative.

Partiamo dalle basi: una sperimentazione che coinvolge Direzioni regionali e Direzione Generale è una sperimentazione priva di senso. L’INPS ha una vocazione territoriale e la chiusura delle sedi il venerdì comporterà evidenti conseguenze per la sportellistica. Conseguenze che l’Amministrazione al momento non sembra intenzionata a tracciare, dimostrando come questa fase intermedia sia sì interlocutoria, ma poco significativa. A riprova, il periodo scelto per adottare queste “innovazioni”: due mesi, con il Natale in mezzo, non rappresentano a nostro avviso un tempo congruo.

Di fronte a questo modo di procedere, non solo abbiamo manifestato la nostra opposizione, ma abbiamo evidenziato il carattere intempestivo dell’informativa, stante l’imminente partenza.

Un’Amministrazione che ha a cuore i propri dipendenti non rende di fatto obbligatorio un istituto che, per contratto, è attivabile dal lavoratore e –soprattutto –sana prima ogni criticità. Lo chiediamo, isolati al tavolo sindacale, da tempo: nel CCNL, art. 39, è prevista per il dipendente in Smart la possibilità di fruire dei permessi orari. Non è normale avere cellulare o pc con sé durante una visita medica o in presenza di un permesso per gravi motivi. Siamo alla fine del 2023, abbiamo rilasciato paperless 4.0 e ancora –per una questione di applicativi informatici –UN DIRITTO NON VIENE RICONOSCIUTO, con buona pace del contratto collettivo.

L’Amministrazione non può ignorare i problemi ripromettendosi di fare economia senza curarsi in alcun modo delle ricadute sui dipendenti. E questo è il primo, centrale nodo: nelle due informative si fa un generico riferimento a una integrazione dei fondi per le lavoratrici e i lavoratori INPS. Un’opzione a bilancio estremamente improbabile a nostro avviso, che viene usata come argomentazione per far digerire una sforbiciata ai costi.

Ci saremmo aspettati una stima dettagliata sui risparmi possibili, un’indicazione–ancorché approssimativa–delle risorse individuate per i dipendenti, con una definizione delle modalità di ripartizione e attribuzione. Nulla di tutto questo è presente nell’informativa.

Arriviamo al paradosso: un lavoro a distanza che si traduce in un risparmio delle utenze per le Amministrazioni, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori chiamati a sostenere i costi lievitati delle bollette domestiche, non è per noi accettabile.

Abbiamo ricordato, in tal senso, come la FP CGIL abbia peraltro presentato alcune settimane fa LA RICHIESTA PER L’ATTIVAZIONE DI UN TAVOLO DI CONFRONTO SUL REGOLAMENTO DEI BUONI PASTO, volto a riconoscere il ticket anche al personale in lavoro agile. C’è un parere dell’ARAN relativo agli Enti locali su questo, ma ARAN diventa una fonte attendibile a fasi alterne, a seconda dell’oggetto della discussione. La nostra richiesta è ancora inevasa. Se congiungiamo gli elementi, rischiamo un impoverimento complessivo del personale, già funestato dall’inflazione. Non vorremo trovarci a dire povero utente interno!

Posto che la FP CGIL crede nelle innovazioni di processo, entriamo nel merito.

LAVORO DA REMOTO

L’informativa prevede l’uso di una piattaforma digitale cui si accede tramite l’app dipendenti INPS. Abbiamo detto all’Amministrazione che è essenziale mostrare alle organizzazioni rappresentative questa procedura: perché all’app, ben rodata, si accede tramite SPID o CIE. L’Amministrazione fornirà le credenziali al personale interessato a partecipare a questa sperimentazione? E chi ha un accordo in AULA, e intende provare questa diversa modalità, cosa farà con il suo contratto individuale di lavoro agile?

Immaginavamo che con l’informativa sarebbero state presentate anche le linee guida del lavoro da remoto, ma così non è stato, determinando una zona di incertezza in cui potrebbe essere impossibile comprendere cosa avviene. Perfino la tempistica delle due sperimentazioni (lavoro da remoto e Smart Friday) non risulta allineata, determinando più caos in prospettiva.

Il testo, però, prevede in compenso un sopralluogo INPS nella location che il dipendente intende utilizzare come postazione. In un paio di mesi, pertanto, dovremmo espletare tutte le visite ai potenziali aderenti e arrivare a dati consolidati, con una promessa attività di monitoraggio. Troppa grazia.

SMART FRIDAY

Veniamo così alla disciplina del lavoro agile, anche qui in assenza di linee guida. Abbiamo già detto delle risorse-miraggio e della scelta di escludere le direzioni provinciali. Quando il venerdì tutti gli stabili saranno chiusi, i non aderenti ad AULA dove potranno lavorare? Si programma di tenere aperti degli stabili destinati al co-working? E se sì, quali? Con la sperimentazione alle porte non è peraltro chiaro l’inquadramento dei turnisti di viale Ballarin, finiti in un cono d’ombra. Come si può giudicare una proposta così?

Nulla viene detto, invece, sulla necessaria uniformità nell’acceso al lavoro agile: una questione che riguarda non solo alcune situazioni anomale tra colleghi con diversa anzianità di servizio, ma soprattutto la scelta discrezionale–da parte di alcuni dirigenti –di non consentire la fruizione cumulativa del monte mensile/plurimensile o di inibire la fruizione del lavoro agile qualora esso sia attaccato a ferie o a permessi di varia natura.

Questa non può essere la cifra del confronto: non possiamo accettare una logica per cui lo Smart Working è concepito come un vestito su misura per le esigenze dell’Amministrazione. Né possiamo soprassedere sui tagli eventuali a chi vive all’interno del sistema INPS: pensiamo al personale della ristorazione, al personale delle pulizie, agli addetti alla vigilanza, cui potrebbe essere presentato un conto salatissimo.

L’Amministrazione, nella replica, ha comunicato che –ascoltate le obiezioni delle diverse sigle –il termine iniziale della sperimentazione sarà differito: non si parte più, dunque, al primo novembre.

La decisione di escludere le Direzioni provinciali rappresenta la volontà di procedere in un percorso scaglionato, il cui termine finale potrà essere convenuto tramite confronto. Prendendo atto delle precisazioni, e quindi dell’approccio interlocutorio dell’Amministrazione, le parti si sono aggiornate al 7 novembre.

Al termine della riunione, infine, l’Amministrazione ha fornito due comunicazioni:

  1. entro la prossima settimana saranno divulgate le graduatorie provvisorie per le progressioni verticali in deroga;

  2. entro novembre, invece, saranno pubblicati i bandi per le progressioni orizzontali sub iudice”, in attesa di certificazione del contratto.

A tal proposito abbiamo nuovamente chiesto, in ossequio al principio di trasparenza, un incontro per comprendere i rilievi posti all’ipotesi del CCNI e la condivisione delle note ricevute.

L’Amministrazione si è impegnata a fornire la documentazione richiesta.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF in merito la scarsa attenzione dell’amministrazione per il servizio mensa

Pubblichiamo la nota delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF e Usb VVF riguardo le interpretazioni dell’amministrazione nella formazione SFA

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF con la quale chiede i dati sanitari riguardo le malattie professionali

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF,Fns, Uil Pa VVF, Confsal VVF, Usb VVF e Conapo riguardo la disposizione per l’attività formativa

PRENDERE O LASCIARE

Con queste parole il Segretario Generale ha iniziato la riunione in sede di contrattazione decentrata, tenutasi lunedì scorso, per la definizioni dei Requisiti/Criteri per l’attribuzione delle progressioni economiche all’interno delle Aree (nuovi differenziali economici ex art 14 CCNL 2019-2021). In particolare, o si accettava il requisito minimo dei tre anni di permanenza nella ex posizione economica per poter partecipare alle nuove progressioni, “o non se ne faceva nulla”!! A nostro modesto avviso non è questo il modo di condurre una trattativa sindacale. La contrattazione è fatta di pesi e contrappesi e la valutazione finale è condizionata dalla complessiva applicazione, nel caso di specie, dei requisiti/criteri previsti e non su un singolo punto. Il Segretario Generale invece, con protervia e arroganza, ci ha fatto chiaramente capire che l’applicazione degli istituti contrattuali sono decisi dall’Amministrazione che ne detta i modi e i tempi e soprattutto la loro applicazione o meno. La riunione è proseguita in un clima di grande confusione più vicino ad una riunione di condominio che di una seduta di contrattazione sindacale. Naturalmente noi come C.G.I.L. e U.I.L. non potevamo accettare questo modo di fare e pertanto abbiamo dichiarato di non firmare l’accordo! Ricordiamo che il requisito minimo incide in modo significativo sulla platea dei partecipanti, come da orientamento ARAN, la definizione di tale principio comporta l’applicazione o meno di questo istituto contrattuale soprattutto sui nuovi assunti. Purtuttavia potevamo decidere anche di firmare l’accordo se si fosse trovato un punto di equilibrio sulla definizione dei requisiti/criteri, e soprattutto se ne avessimo avuto la possibilità senza porci di fronte a questo aut aut. Nel merito non condividiamo la differenziazione dell’anzianità tra servizio prestato nei ruoli dell’Avvocatura e quello prestato nella P.A. andando a penalizzare e dividere ulteriormente i lavoratori (pensiamo in particolare a tutti quei lavoratori che hanno prestato servizio precedentemente all’ingresso nei ruoli dell’Avvocatura, come ad esempio, gli ex postali o coloro che hanno prestato servizio nei comuni o ancora in altre amministrazioni). Non condividiamo un sistema di definizione degli incarichi che lascia discrezionalità ad un altro soggetto sulla loro individuazione e valutabilità, condividiamo invece, ad esempio, l’elenco successivamente presentato, peccato però che si precisa che esso non esaustivo ma solamente indicativo…. Ma soprattutto non condividiamo la mancata previsione di un meccanismo che tutelasse maggiormente, a parità di condizione, tutti coloro i quali dal 2011 non hanno avuto nessuna progressione economica. A tal proposito, in modo strumentale visto i risultati, l’amministrazione nella precedente seduta di contrattazione ci aveva proposto come requisito minimo quattro anni per favorire questi lavoratori ignorando completamente che questo comportava una peggiore condizione dell’applicazione di questo istituto per la generalità del personale ed ancora poi sempre strumentalmente portare a tre anni sostenendo, erroneamente, che anche in questo caso si favorisse tale personale. Per maggior chiarezza vi alleghiamo la nostra proposta ( che il Segretario Generale non ha avuto nemmeno la bontà di leggere, visto che dichiarava tranquillamente di non aver ricevuto nessun elenco di incarichi da parte delle OO.SS.!!), in un primo momento firmata da CGIL-CISL-UIL, inoltre prima e seconda proposta dell’amministrazione con allegato elenco degli incari sottolineiamo puramente indicativa e parere ARAN sopra richiamato. Infine, non ci è stato data nemmeno possibilità di intervenire sulla distribuzione dei numeri messi a disposizione per le progressioni tra le diverse aree, in particolare per segnalare che in tutti questi anni molti lavoratori della prima ex area non hanno avuto nessuna possibilità di partecipare alle progressioni in quanto apicali e quindi sarebbe stato opportuno aumentare la disponibilità dei posti nell’area degli operatori. C.G.I.L. e U.I.L. sono pronte ad assumere tutte le iniziative sindacali necessarie a tutela del personale tutto. Vi terremo costantemente aggiornati.

IL COORDINATORE CGILFP AVVOCATURA      IL COORDINATORE UILPA AVVOCATURA

VINCENZO MALATESTA                                       FAUSTO DE MICO

“Una giornata molto importante per noi. Abbiamo con forza voluto accendere un faro sul valore e sul lavoro nel welfare, in particolare per i settori privati che erogano servizi con e per il pubblico. Settore nel quale c’è bisogno di un’assunzione di responsabilità che parta dalle istituzioni e coinvolga le imprese. Bisogna investire perché il welfare è una conquista che va difesa. È ora di individuare un modello contrattuale per questo settore pubblico allargato”. Lo ha detto Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil, in occasione del convegno “Il futuro del welfare e il valore del lavoro pubblico e privato nei servizi pubblici: ‘Essenziali per Costituzione’ che si è svolto presso il Salone Di Vittorio della sede Cgil a Roma, in Corso d’Italia 25.
Nella prima sessione dei lavori si sono succeduti gli interventi di delegate e delegati che hanno raccontato esperienze e difficoltà del settore sociosanitario del Paese.
A seguire, nel corso della tavola rotonda, Eleonora Vanni, alleanza delle Cooperative, ha affermato: “noi, che siamo nati un po’ per vocazione in una fase di grande cambiamento culturale e sociale del nostro Paese, abbiamo però voluto mettere al centro che la vocazione ad occuparsi delle persone non può mai essere sostitutiva del riconoscimento del lavoro e della qualità del lavoro. In questi anni siamo cresciuti in maniera importante nella professionalizzazione e nella richiesta di un riconoscimento del ruolo sociale ed economico di questi lavoratori”.
Per Giovanni Costantino Capo delegazione Aris Rsa, “le istituzioni private non sono un mero fornitore del SSN, ma cooperano fattivamente alla sua costituzione e funzionamento. È giusto chiedergli gli stessi standard di qualità previsti per le strutture pubbliche. Per far ciò, tuttavia, è necessario essere concreti e dotare anche la sanità accreditata delle risorse che da molto tempo chiede”.
Da canto suo Franco Massi, presidente Uneba, ha osservato: “In questo momento dobbiamo fare fronte unico nei confronti del Governo, datori di lavoro e sindacati, contro queste grandi difficoltà. Noi sentiamo sempre parlare di un Servizio Sociosanitario pubblico, ma se il 30-35% del settore è gestito da privati significa che anche noi abbiamo bisogno di attenzione, a partire dal rinnovo dei contratti”.
Enrico Brizioli, cpo delegazione Aiop rsa: “Il settore sociosanitario è una gamba del Servizio sanitario nazionale. Questi 600 mila lavoratori sono circa il 33% del totale dei lavoratori che in Italia garantiscono la tenuta del sistema di cura e assistenza. È impensabile che abbiano un destino e un trattamento economico completamente scollegati dall’insieme dai trattamenti economici della sanità pubblica. Il settore è stato completamente abbandonato dal governo, non è un caso che sia regolato da 82 contratti di cui la maggior parte pirata”.
Il Segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha così concluso: “la centralità della cura della persona è fondamentale, dà il livello di civiltà di un Paese. Non ci battiamo solo per migliorare salari ma perché le persone che lavorano abbiano il diritto di realizzarsi nel lavoro. Diciamo sì al contratto unico perché per noi i lavoratori, siano essi nel pubblico o nel privato, devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele. Serve fare, insieme, anche una battaglia per qualificare quello che significa sanità integrata all’interno di un sistema pubblico più forte. Vogliamo difendere i diritti delle persone non solo nel luogo di lavoro ma come cittadini nel Paese. Ci battiamo per applicare i principi della nostra Costituzione”.
All’iniziativa ha partecipato anche Marco Alparone, Conferenza delle Regioni, Presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità.
L’iniziativa è stata promossa dalla Funzione pubblica Cgil.
La registrazione dell’evento ⬇️

Roma, 25 ott – “E’ fondamentale un investimento strutturale nella giustizia, valorizzando i lavoratori di tutti e 4 i dipartimenti del Ministero. Ne va della qualità della nostra democrazia. Bisogna andare oltre le previsioni del Pnrr: la battaglia per la messa a regime dell’Ufficio per il Processo e la conseguente stabilizzazione dei precari, per quanto ci riguarda, continuerà. Non si tratta solo di garantire la continuità occupazionale ma di investire nella valorizzazione delle competenze e delle professionalità di tutti”. Lo scrive in una nota Funzione pubblica Cgil, a seguito del convegno sul tema “La legge è uguale per tutti. E la Giustizia?” svoltosi a Roma nel corso del quale diversi lavoratori e lavoratrici hanno fornito le loro testimonianze e al quale hanno partecipato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, il viceministro Francesco Paolo Sisto e la Segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino.
“In particolare – scrive ancora Fp Cgil – abbiamo sollecitato il viceministro Sisto a confrontarsi con la nostra proposta di innovazione del funzionamento della Giustizia. Nel Ministero operano lavoratori in ambiti e funzioni diversi tutti orientati al comune obiettivo assegnato dalla Costituzione. Per questo occorre valorizzare funzione e ruolo della dirigenza e dare finalmente il primo contratto di lavoro a quella penitenziaria; riconoscere le tante e diverse professionalità dell’esecuzione penale, interna ed esterna al carcere; rafforzare gli organici e rivedere l’organizzazione del lavoro della polizia penitenziaria; portare a compimento le trattative per il contratto integrativo e il giusto inquadramento di tutto il personale”.
Se il presidente di Anm Santalucia ha apprezzato le proposte della Fp Cgil rilevando che “è essenziale non disperdere le risorse messe a disposizione dal PNRR”, diverse le risposte del viceministro: per i funzionari UPP dopo la proroga solo la possibilità, da definire, di valutare il servizio prestato nella partecipazione ai concorsi pubblici; sulle assunzioni ha richiamato quelle fatte e in gran parte programmate nel passato; un generico impegno, da verificare nel merito, a definire il contratto integrativo di ministero dopo quello del 2010.
Da qui la valutazione finale della Fp Cgil: “Investire nella giustizia significa investire nel futuro del Paese. Un investimento che non ha solo valore ‘economico’, ma anche sociale, alla luce della strategicità del settore. Servono investimenti immediati nelle strutture e un’urgente campagna di assunzioni per rispondere alle gravi carenze di organico che affliggono tutte le categorie professionali della giustizia. Per questo continuiamo la mobilitazione anche in vista della legge di bilancio”.

 

La registrazione dell’evento ⬇️

Si è tenuto ieri l’incontro con il Ministro del Lavoro programmato con l’intento di trovare soluzioni alle molteplici questioni che affliggono la nostra amministrazione e che sono alla base della nostra mobilitazione.

Relativamente alla questione “arretrati indennità di amministrazione” il Ministro, tenuto conto delle difficoltà di introdurre richieste economiche nella prossima legge di bilancio ci ha comunicato che, d’accordo con il Ministro dell’Economia, hanno individuato come veicolo normativo su cui agire il “DL Manovra” mediante la presentazione di un apposito emendamento governativo in fase di conversione.

Resta ancora da chiarire quale soluzione tecnica si intenderà adottare e cioè da quali fondi verranno attinte le risorse necessarie, considerando le precedenti bocciature da parte del MEF e l’impossibilità di usare sia il bilancio dell’INL. A tal proposito la Ministra ci ha comunicato di aver dato la disponibilità ad utilizzare, nel caso dovessero servire, anche parte dei fondi a disposizione del Ministero del Lavoro, per arrivare a coprire l’intero ammontare delle risorse necessarie (37 Milioni di Euro).

Ci è stato inoltre comunicato che eventuali ulteriori novità e sviluppi ci saranno comunicati nei prossimi giorni.

Si è poi passati alle ulteriori richieste di ordine salariale tese, nell’immediato, a scongiurare la contrazione dei trattamenti accessori attualmente in godimento al personale e, a regime, ad aumentarle, alla luce dell’ingresso di centinaia di nuovi lavoratori presso l’INL.

In particolare, abbiamo rinnovato la richiesta di intervenire normativamente anche per risolvere questo problema. Il Ministro, nel condividere la necessità di un intervento in tal senso ha prima ascoltato le nostre proposte e poi dato mandato ai rappresentanti dell’Ispettorato sia a individuare soluzioni tecnicamente sostenibili con il MEF (al momento non ancora individuate) sia – dopo aver appreso da noi le condizioni in cui si lavora ogni giorno in INL nonostante i milioni di euro investiti – di utilizzare tutte le risorse necessarie, già disponibili nel bilancio INL, per migliorare la strumentazione del personale (PC, telefoni cellulari, sim, software adeguati e funzionanti, banche dati pienamente fruibili) visto che per tale aspetto non serve alcun particolare intervento.

Ad esito dell’incontro abbiamo riconosciuto al Ministro la sua disponibilità e gli interventi sinora messi in campo a favore del personale dell’INL ma rappresentato che, pur comprendendo le congiunture economiche negative in cui versa il nostro paese, non intendiamo interrompere lo stato di agitazione del personale fino a che non avremo risposte certe e chiare sulle nostre rivendicazioni. Per questo, andiamo avanti con la mobilitazione confermando lo sciopero del 30 ottobre.

FP CGIL 

CISL FP 

UILPA 

FLP  

CONFINTESA FP 

CONFSAL-UNSA 

   USB P.I. 

M.ARIANO 

M. CAVO 

I. CASALI

  A. PICCOLI 

N. MORGIA 

V. DI BIASI 

G. DELL’ERBA /

V. SANTURELLI 

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