Pubblichiamo la nota di dichiarazione di stato di agitazione nazionale del comparto dei Vigili del Fuoco inviata al Ministro dell’interno Piantedosi e a quello della Pubblica Amministrazione Zangrillo.
Le lavoratrici e i lavoratori sono stanchi di aspettare: il contratto è scaduto ormai da due anni e le difficoltà economiche, anche solo per arrivare a fine mese, sono tante. Servono inoltre più assunzioni per evitare l’esposizione degli operatori a seguito dell’aumento dei rientri in turno e delle ore eccessive di straordinario. Serve migliorare le condizioni di salute e sicurezza e vita di chi lavora.
Infine, mai come oggi, serve una legge delega per sistemare gli errori fatti in passato sui due decreti Legislativi che riguardano il Corpo, quello dell’ordinamento professionale quello delle funzioni e compiti del Corpo.
Il 7 ottobre la CGIL con una grande manifestazione a Piazza San Giovanni per il lavoro, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro la precarietà, l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare.
E’ arrivato il momento che i Vigili del fuoco si facciano sentire
Al Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Presidente Giovanni Russo
Al Direttore generale del personale
Dott. Massimo Parisi
Al Direttore generale Detenuti e Trattamento
Dott. Gianfranco De Gesu
Epc
Ai dirigenti penitenziari
Dipartimento amministrazione penitenziaria
OGGETTO: Turni di reperibilità – Osservazioni alla nota circolare 19 settembre 2023 – richiesta liquidazione indennità di reperibilità.
Questa OS è più volte intervenuta sulla questione della regolamentazione e delle prerogative dei dirigenti penitenziari che dal 2016 sono stati chiamati a coprire turni notturni di reperibilità ed anche ad assicurare la propria collaborazione con onere di firma, a favore della Direzione generale Detenuti e Trattamento, oltre il proprio orario d’obbligo e senza percepire alcuna indennità ovvero diritto al recupero, attesa la perdurante vacanza contrattuale e la mancanza di una norma primaria che disciplini la fattispecie.
La questione non ha trovato, spiace dirlo, né ascolto né soluzione e, pertanto , siamo costretti ancora una volta a sollecitare un urgente intervento che riconosca anche ai dirigenti della carriera dei direttori penitenziari ogni istituto giuridico ed economico connesso all’espletamento del turno di servizio in presenza nelle giornate festive e prefestive e della reperibilità notturna.
La materia come noto, deve trovare regolamentazione nella specifica contrattazione che la dirigenza penitenziaria attende da quasi 20 anni.
Risulta tuttavia, che la Polizia di Stato, alla quale la categoria dei dirigenti penitenziari di diritto pubblico è transitoriamente equiparata, attribuisce al proprio personale l’istituto della reperibilità attribuendo una specifica indennità per ogni turno programmato e non, oltre a riconoscere l’attività lavorativa svolta in caso di chiamata e la concessione di un turno di riposo compensativo .
Si ritiene pertanto che perdurando l’attuale situazione, in assenza di qualsivoglia disciplina, il dirigente penitenziario potrà legittimamente sottrarsi all’effettuazione del turno.
Si chiede pertanto di voler provvedere con tempestività al pagamento in favore dei dirigenti penitenziari dei turni di reperibilità anche con effetto retroattivo e la concessione di riposi compensativi non fruiti a seguito delle chiamate di servizio nei giorni di non presenza in Ufficio.
Tanto si chiede, a maggior ragione, a seguito dell’emanazione della circolare del 19 settembre scorso con cui i dirigenti del Corpo sono stati inseriti nella predetta turnazione.
Su tale scelta occorre preliminarmente osservare che, attesa la natura delle attività richieste al dirigente di turno, si sarebbe dovuta osservare una maggiore cautela per l’impatto che questo assetto determinerà anche in future decisioni.
Ed infatti il dirigente di Polizia Penitenziaria è un funzionario di polizia dotato della qualifica di PG e posto di norma al vertice di strutture gerarchicamente ordinate di suoi sottoposti con il compito di coordinare ed indirizzare il personale del CORPO in tutte le attività che afferiscono la sicurezza. Detto dirigente non potrebbe, per legge, adottare provvedimenti amministrativi afferenti la gestione della popolazione detenuta che normativamente sono di competenza dei dirigenti penitenziari.
Invece con l’inserimento di tali dirigenti anche queste attività saranno loro rimesse all’atto della copertura del turno festivo e prefestivo in presenza.
In questo modo si starebbe surrettiziamente introducendo il principio di fungibilità delle funzioni dirigenziali proprie del direttore dirigente penitenziario, i cui compiti declinati dalla legge, possono essere riassunti nella direzione delle articolazioni centrali e territoriali ed in particolare per gli interventi tesi a garantire il funzionamento delle strutture, ad assicurare il trattamento penitenziario, a salvaguardare ordine e sicurezza, garantire la tutela della salute delle persone private della libertà, coordinando e ed indirizzando il personale di polizia penitenziaria operante nelle articolazione centrali e periferiche, e coordinando le varie aree.
Ove fosse confermato che il dirigente di polizia penitenziaria può svolgere le suddette attività rendendolo intercambiabile col dirigente direttore penitenziario – con chiare conseguenze e ripercussioni in tutto il sistema penitenziario – saremmo di fronte a una violazione del quadro normativo di riferimento. Il dirigente di polizia penitenziaria, infatti, non può essere chiamato a svolgere le funzioni che invece sarebbe chiamato a svolgere all’atto della effettuazione del turno in presenza presso la Direzione generale Detenuti e Trattamento
Diverso il caso della reperibilità telefonica per i soli eventi critici, rispetto alla quale non si ravvisano preclusioni giuridiche rilevanti, trattandosi di attività meramente informativa di situazioni di emergenza a favore dei vertici dipartimentali.
La vicenda appare di grave momento, e non ci si può sottrarre dal contestare la reiterata inazione dei vertici dipartimentali succedutesi nel tempo, che si sono sottratti dal disciplinare con chiarezza compiti e responsabilità delle diverse dirigenze. Questa disposizione conferma la confusione che evidentemente si vuole continuare a mantenere ignorando i contenuti delle norme che disciplinano l’intero sistema dell’esecuzione penale.
Sia chiaro, tuttavia, che non è intendimento di questa OS intervenire per ostacolare l’impiego dei dirigenti di Polizia Penitenziaria avviati correttamente ad un percorso di crescita funzionale da tempo atteso: questa segnalazione persegue la più ampia finalità di tutela dei dirigenti tutti, che devono essere chiamati ad operare in un contesto chiaro di regole, per assicurare che i compiti loro assegnati siano coerenti con le responsabilità proprie del ruolo agito e senza sovrapposizioni.
Ciò detto, si reitera la richiesta di urgente avvio del tavolo negoziale per la dirigenza penitenziaria, unica sede istituzionale in cui anche questa materia potrà trovare la dovuta ed imprescindibile regolamentazione. Giova ricordare che sul punto Il Governo con ODG n. 1114 si è impegnato ad avviare “le trattative necessarie al fine di stipulare gli accordi sindacali previsti dall’art 23 com 5 decreto leg.tivo 63/2006 stanziando opportune ed adeguate risorse economiche” .
Si rimane in attesa di urgenti determinazioni con riserva di avviare ogni azione legale a tutela di tutti i dirigenti penitenziari!
Il coordinatore Nazionale della dirigenza penitenziaria
Carla Ciavarella
Al Ministro della Giustizia – On. Carlo Nordio
Al Viceministro della Giustizia – On. Francesco Paolo Sisto
Al Sottosegretario – On. Andrea Delmastro Delle Vedove
Al sottosegretario – On. Andrea Ostellari
Al Capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – Presidente Giovanni Russo
Al Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di comunità – Presidente Antonio Sangermano
Oggetto: Richiesta di incontro urgente.
Onorevole Ministro,
da qualche mese da diverse fonti informali raccogliamo confuse e frammentate notizie che riferiscono in merito alla elaborazione in corso di testo normativo per rivedere l’assetto organizzativo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità nelle loro rispettive articolazioni centrali, regionali e locali.
Ove tali notizie fossero confermate restiamo sorpresi dall’assenza, fino ad oggi, di un confronto, a nostro avviso, sempre costruttivo con le OOSS, ed in particolare con questa OS, che rappresenta tutti i lavoratori dei diversi profili professionali che prestano servizio nei due dipartimenti per la gestione dell’esecuzione penale intra ed extra muraria.
Non dobbiamo essere certo noi a ricordare la relazione esistente tra scelte organizzative operate ed i diritti dei lavoratori e di quali impatti negativi dette scelte possono produrre all’interno delle amministrazioni in termini di efficacia, efficienza, produttività, motivazione.
Peraltro, se, come affermano le fonti informali, tale riforma ha come obiettivo quello di ridefinire i ruoli della dirigenza penitenziaria, è quanto mai indispensabile una informazione preventiva che possa consentire riflessioni ponderate e condivise anche con questa O.S.
La dirigenza penitenziaria, dirigenza di diritto pubblico, transitoriamente ed impropriamente assimilata alla dirigenza della Polizia di Stato, attende da quasi 20 anni la sottoscrizione dell’accordo negoziale per disciplinare, in coerenza con i compiti assegnati, gli istituti giuridici ed economici del rapporto di lavoro.
Questo Governo ha dovuto riconoscerne la rilevanza di questo ruolo tanto da impegnarsi con un O.d.G. n. 1114 a garantire l’avvio del tavolo per giungere alla stipula del primo contratto di categoria proprio riconoscendo le peculiari responsabilità ed oneri che sono ascritti a quel ruolo.
Sollecitiamo pertanto l’esigenza di dare avvio di consultazioni/interlocuzioni con questa OS anche per evitare che “bruschi innesti” possano produrre effetti nocivi per una amministrazione che è in costante pressione, sommersa come è nella complessa gestione dell’esecuzione penale.
I processi di cambiamento, pur se necessari, hanno bisogno di tempi fisiologici di elaborazione e solo un percorso inclusivo e condiviso può assicurare la buona riuscita di un cambiamento progettato.
Certi della Sua attenzione attendiamo di essere convocati con cortese consentita urgenza.
Il Segretario nazionale FP CGIL
Florindo Oliverio
Alle lavoratrici e ai lavoratori del MIC
Nella giornata del 27 settembre si è tenuto un incontro sindacale tra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali per discutere i vari punti all’ordine del giorno.
Nella mattinata, in sede di commissione tecnica, le parti hanno iniziato il confronto sulle posizioni di lavoro afferenti alle famiglie professionali, alla luce anche delle recenti innovazioni sull’ordinamento professionale introdotte dal CCNL.
Abbiamo cominciato l’analisi dalla famiglia amministrativa-gestionale e il lavoro proseguirà nelle prossime settimane su tutte le altre.
Abbiamo ribadito la necessità di costruire un percorso complessivo che tenga conto delle competenze acquisite da tutte le professionalità coinvolte, il diritto alla formazione, l’autonomia decisionale. Anche se consideriamo pressoché ultimato il lavoro su questa famiglia ci siamo riservati, coerentemente al principio metodologico appena enunciato, di intervenire con successive modifiche sulle parti esaminate in questo primo incontro.
Nella sessione dedicata alla contrattazione abbiamo, invece, affrontato la sottoscrizione degli accordi (il definitivo per l’annualità 2021 e l’ipotesi per l’annualità 2022) sugli incentivi per funzioni tecniche ex art. 113 del D. Lgs. 50/2016.
La DG Bilancio ci ha fornito un’esaustiva relazione sul lavoro istruttorio che ha portato alla redazione dei testi, a cui abbiamo riconosciuto il merito per il grande lavoro svolto, soprattutto per le difficili condizioni di lavoro in cui si è dovuto operare complicate dalle difficoltà formalizzate dagli organi di controllo. Come previsto dalla circolare 47/2023 già notificata agli Istituti, è bene sottolineare che le strutture, per le prossime corresponsioni, sono tenute a fornire la preventiva informazione alle OO.SS. e RSU territoriali, al fine di monitorare le cifre effettivamente spese e consentire alle OO. SS nazionali di sottoscrivere con maggiore coerenza i prossimi accordi. Tutto questo, ovviamente, in attesa che il prossimo CCNL di comparto ci consenta – sulla base di una modifica normativa interna – di ritornare a discutere di incentivi su base territoriale, modalità auspicabile anche per altre forme di salario accessorio da corrispondere ai lavoratori. Siamo, comunque, molto soddisfatti in quanto prima Amministrazione a dare corso ai pagamenti degli incentivi alla luce delle nuove norme.
Da ultimo abbiamo parlato del capitolo di spesa del Fondo Risorse Decentrate 2023 destinato al finanziamento dei Progetti di ottimizzazione delle attività amministrative correlato alla digitalizzazione e alla riorganizzazione del Ministero, con particolare riguardo alla DG Creatività Contemporanea, DG Sicurezza del Patrimonio Culturale e DG Archeologia Belle Arti e Paesaggio, che attraverso i rispettivi dirigenti hanno illustrato i progetti, i quali coinvolgono una platea di 142 unità.
Nel sottoscrivere l’accordo stralcio sui progetti, abbiamo sottolineato la centralità di talune attività istituzionali affidate a queste DG e invocato una maggiore sensibilità nell’assegnazione delle risorse umane.
Sempre a proposito di FRD, abbiamo saputo dall’Amministrazione che si è in attesa del visto dell’UCB per consentire i pagamenti mediante decreti di riparto. Quest’anno non dovrebbe profilarsi la necessità di ricorrere a un’emissione straordinaria nel mese di dicembre, ed è quindi plausibile sperare che si possa procedere entro novembre.
Tra le varie ed eventuali abbiamo affrontato anche i seguenti argomenti.
Passaggi fra le aree: abbiamo richiesto l’attivazione del tavolo tecnico per la fase propedeutica all’attivazione delle procedure, ivi inclusa la quantificazione dei fondi (da attingere dai fabbisogni occupazionali) utili a finanziare i passaggi in appoggio allo 0,55% del monte salari 2018.
Apertura portale mobilità nazionale: l’Amministrazione ha riferito di problemi tecnici relativi a una migrazione di dati dell’applicativo Giada, assicurando che è impegnata nella risoluzione del problema nel minor tempo possibile.
Stabilizzazioni: prossimamente avverrà la stabilizzazione del personale comandato e del personale che ricade nel D. Lgs. 75/2017.
Passaggi orizzontali (mutamento di profilo): abbiamo perorato la causa degli idonei – riunitisi in un Comitato, che ha contattato le OO. SS. – proponendo all’Amministrazione di poter consentire il passaggio nel profilo richiesto anche transitando in altro Istituto che abbia disponibilità in organico (lo avevamo proposto proprio noi in sede di elaborazione dell’accordo, ma nemo propheta in patria). Su questa possibilità c’è stata un’apertura, ma l’Amministrazione ha necessità di verificare le disponibilità dei diretti interessati, pertanto invitiamo i 42 colleghi idonei al passaggio a voler formalizzare al servizio 2 della DG Organizzazione la loro disponibilità in tal senso con una email. Se dovessimo valutare solamente i posti resisi liberi nei vari Istituti, al momento ci sarebbero le condizioni per consentire il passaggio solamente a 6/7 unità.
Funzionari ombra: ad esplicita domanda su cosa si stia facendo per la loro situazione, l’Amministrazione ha risposto che è stato predisposto un emendamento e consegnato alla parte politica, della quale però non sappiamo se sia ancora intenzionata a esaurire la graduatoria.
Neoassunti: l’Amministrazione sta procedendo contemporaneamente su vari profili, sia con le immissioni in ruolo che con l’assegnazione delle sedi. Per gli AFAV e per i funzionari amministrativi siamo costretti ad attendere i tempi tecnici di Ripam che consegnerà gli elenchi con le sedi prescelte; da quel momento scatteranno i 30 giorni dopo i quali si verrà convocati per la sottoscrizione dei contratti e la presa di servizio.
Sarà nostra cura informarvi puntualmente sull’esito dei prossimi incontri.
FP CGIL MIC UIL PA MIC
V. Giunta F. Trastulli
Al Capo di Stato Maggiore della Difesa
Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
OGGETTO: servizio di missione del personale civile.
Il personale civile del Ministero della difesa, come il resto del personale delle funzioni centrali, ha subito un duro colpo dall’esorbitante aumento dell’inflazione e l’innalzamento dei prezzi ha limitato fortemente la capacità di spesa delle famiglie.
Per questo motivo FpCgil, Cisl Fp e Uilpa hanno chiesto al governo di stanziare, nella prossima legge di stabilità, le risorse necessarie a garantire un aumento contrattuale che tenga conto di queste criticità e consenta a questi lavoratori di fronteggiare la drammatica situazione che stanno vivendo.
In attesa di un rinnovo contrattuale adeguato, però, le amministrazioni pubbliche devono mettere in campo tutte le iniziative possibili per evitare di mettere in difficoltà i suddetti lavoratori e le loro famiglie.
In tal senso una delle questioni che deve essere affrontata nell’immediato è quella dei servizi di missione, dove il personale è costretto ad anticipare dei soldi che, nelle condizioni attuali, non può più sottrarre alla famiglia, per non parlare del fatto che, quanto previsto per il rimborso dei pasti, non basta più neanche per pagare un pranzo o una cena in pizzeria.
In attesa di affrontare la questione nel prossimo rinnovo contrattuale, si chiede a codesto Stato Maggiore di fornire indicazioni diverse da quelle impartite fino ad oggi al fine di equiparare l’anticipazione delle spese di viaggio e di pernottamento a quelle del personale militare con la quota del 100%, favorire l’elargizione di tale anticipazione e velocizzare il rimborso di quanto dovuto al personale per il servizio di missione, tenuto conto che ad oggi risultano gravissimi ritardi che arrivano addirittura ad un anno.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Marco Campochiaro Massimo Ferri Carmela Cilento
Roberto De Cesaris Franco Volpi
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF riguardo le procedure per interventi di imenotteri
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil PA VVF con la quale evidenziano il perdurare delle non corrette relazioni da parte dell’Amministrazione
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF riguardo la sede di Giuliano
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione sull’attività di ricerca e attività di sperimentazione per l’anno 2023 ricognizione progetti per il personale ruolo non Direttivo
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Dott.ssa Marina Elvira Calderone
Al Direttore Generale
dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
Dott. Paolo Pennesi
e p.c. Alla Direzione Centrale Amministrazione
finanziaria e logistica – INL Dott. Stefano Marconi
Oggetto: richiesta chiarimenti importo arretrati perequazione/diffida
In data 25 settembre durante l’incontro con tutte le Organizzazioni sindacali, presente anche il Capo di Gabinetto del Ministro Dott. Nori, ci è stato – en passant – comunicato che l’importo previsto per gli arretrati della perequazione 2020 – 2021 – 2022 del personale dell’Ispettorato del Lavoro, sarebbe di 26 milioni, mentre in precedenti occasioni, l’importo previsionale era di 37 milioni di euro.
Ci è parso di aver capito, ma proprio su questo chiediamo un rapido e formale chiarimento, che tale ‘deminutio’ sarebbe da imputare all’ “una tantum” già erogata al personale dell’INL.
Il chiarimento è urgente perché “l’una tantum” di cui all’art. 32-bis del DL. N. 50/2022 (cd. Decreto Aiuti), convertito in Legge n. 91/2022, è stata prevista letteralmente ”Al fine di dare riconoscimento all’impegno straordinario richiesto per il contrasto del lavoro sommerso, per la vigilanza sul rispetto della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e per l’attuazione delle misure previste nel PNRR, ai dipendenti dell’Ispettorato nazionale del lavoro è attribuita, per l’anno 2022, un’indennità una tantum nelle misure e secondo i criteri da stabilire con decreto del direttore del medesimo Ispettorato nazionale del lavoro, adottato sentite le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative…(omissis)”.
Riportare il testo di quella norma serve a rammentare che si tratta di tutt’altro rispetto alla perequazione. Una norma di legge, quella contenuta nel Decreto Aiuti, che non pone alcun riferimento al diritto per il personale dell’INL alla perequazione dell’indennità di amministrazione e dei suoi arretrati.
A tal proposito, considerare l’indennità una tantum, a valere sull’FRD 2022, come “un anticipo o un acconto sul trattamento di perequazione dell’indennità di amministrazione” rappresenta ancora oggi un’operazione di mistificazione della realtà, se non un vero e proprio imbroglio.
Siamo stati disponibili, al solo fine di garantire un’equa ripartizione tra il personale, a prendere in prestito il criterio per fasce economiche fissato dalla tabella 2 allegata al DPCM del 23/12/2021; ma deve essere altrettanto chiaro che nessun tipo di effetto giuridico può discendere da quel tipo di decisione, peraltro condivisa con tutte le OO.SS. in sede di confronto con il Direttore Pennesi.
Quello che preme sottolineare in questa sede è l’indispensabile e ormai non più differibile (anche in vista dell’approssimarsi della nuova tornata di rinnovo del CCNL) completa equiparazione stipendiale del personale di INL rispetto a quello del Ministero del Lavoro, a far data dal 01/01/2020. Un eventuale liquidazione con importi diversi (perchè decurtati dell’una tantum) porterebbe ad un riconoscimento minore rispetto a quello ottenuto dai colleghi del Ministero e non giustificabile alla luce della diversa natura e differente imputazione specificata nel testo di legge.
Chiediamo cortese ma estremamente sollecito riscontro alla presente, che vale anche come diffida, poiché la necessità di capire con chiarezza quali siano i reali intendimenti dell’Amministrazione è cruciale nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INL, in questa fase di organizzazione delle contromisure sindacali e delle conseguenti azioni di lotta.
|
FP CGIL |
CISL FP |
UILPA |
FLP |
CONFINTESA FP |
CONFSAL- UNSA |
USB P.I. |
|
M.ARIANO |
M. CAVO |
I.CASALI |
A. PICCOLI |
N. MORGIA |
V. DI BIASI |
G. DELL’ERBA V. SANTURELLI |
Ridare immediatamente dignità a lavoratrici e lavoratori attraverso un vero contratto
Roma, 27 set – “La pazienza è finita!”. È il monito lanciato dalle lavoratrici, dai lavoratori e dai professionisti sanitari che operano nelle Rsa e a cui viene applicato il contratto Aiop Rsa, oggi in sciopero nelle principali città italiane, per la mancata apertura del tavolo per il nuovo contratto Rsa, mettendo fine al dumping e ai contratti pirata. A riferirlo, in una nota stampa, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che sottolineano la grande partecipazione allo sciopero, con migliaia di lavoratrici e lavoratori a manifestare per i loro diritti.
“Aiop Rsa è un contratto sottoscritto nel 2012 con organizzazioni sindacali non rappresentative che a distanza di 11 anni non garantisce salari dignitosi, diritti e tutele alle donne e agli uomini che operano nelle RSA di tutta Italia. Come abbiamo ribadito negli incontri ottenuti oggi con i rappresentanti istituzionali, ora è necessario che Ministero e Regioni intervengano, riaffermando insieme a noi un principio sacrosanto: il rinnovo degli accordi, la rivalutazione delle tariffe a chi lavora in accreditamento con il pubblico (che è legittima solo quando vengono rispettate le corrette relazioni sindacali), aprendo tavoli di trattativa e firmando periodicamente i rinnovi contrattuali con le organizzazioni rappresentative, così come avviene nei settori pubblici”.
“Chiediamo, pertanto, un tavolo sul tema in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Continueremo a farci sentire! La nostra mobilitazione proseguirà perché il sistema di assistenza sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale privato è un pilastro del servizio sanitario nazionale e le donne e gli uomini che operano nelle RSA, da 11 anni senza un contratto adeguato, vanno rispettati nella loro professionalità”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.