Il salario minimo rafforza la contrattazione
Dalle sfide globali alla lotta alle disuguaglianze nel lavoro: salario minimo legale, erga omnes dei contratti e legge sulla rappresentanza.
Leggi l’articolo della Segretaria generale Fp Cgil Serena Sorrentino sul magazine “L’Arco” di Costantino&partners.
COMUNICATO UNITARIO SUL RINNOVO DEL CCNL UNIONCAMERE 2019 – 2021
È stata siglata lo scorso 2 agosto l’ipotesi di accordo relativa al rinnovo del CCNL Unioncamere per il triennio 2019 -2021 per il personale dipendente di UC non dirigente.
Riteniamo tale accordo soddisfacente, in particolare per quanto riguarda l’aumento tabellare e i miglioramenti dei diritti complessivi.
L’ipotesi in particolare contiene:
− la revisione del sistema di classificazione, che sarà articolato, oltre che nella già esistente area dei quadri intermedi, in ulteriori tre aree, che corrispondono ad altrettanti e differenti livelli di competenze professionali: Area degli operatori (attuale Area A), Area degli assistenti (attuale Area B), Area dei funzionari (attuale area C).
− La previsione che, nel rispetto della riserva di almeno il 50% delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall’esterno ed all’interno del budget disponibile per le assunzioni, l’Unioncamere provvederà a disciplinare, nell’esercizio della propria autonomia regolamentare, la fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale, assicurando che, in maniera graduale e in attuazione del proprio piano dei fabbisogni e per una volta soltanto entro il 31 dicembre 2025, la progressione tra le Aree dell’ente avvenga con procedure selettive strutturate in modo da valorizzare anche la partecipazione del personale in possesso di esperienza e competenza professionale significative, specificate nel Verbale di intenti, sottoscritto insieme all’ipotesi di rinnovo contrattuale, al fine di tenerne conto nella fase di definizione degli atti.
− l’incremento delle retribuzioni tabellari, relativamente al triennio 2019-2021, del 3,78% e la quota da destinare alla contrattazione integrativa, che si incrementa dello 0,22%;
− la previsione di due modalità di svolgimento del lavoro a distanza: la modalità di lavoro agile e, in particolari situazioni, la possibilità di svolgere la propria prestazione lavorativa in modalità da remoto.
− la previsione della posizione B7, per favorire maggiori possibilità di progressioni orizzontali nella categoria B;
− il rafforzamento dei processi di formazione a beneficio del personale dipendente;
− il potenziamento del welfare integrativo al fine di favorire il benessere organizzativo e le soluzioni idonee a beneficiare delle agevolazioni fiscali
Per quanto detto, auspichiamo un rapido iter delle procedure di verifica da parte degli organi di controllo (Funzione Pubblica e MEF) in modo tale che il contratto sia nel più breve tempo possibile definitivamente approvato e pienamente efficace (la riunione utile degli Organi UC per l’approvazione potrebbe essere il 13 settembre p.v.) e che si avvii la trattativa per il rinnovo del triennio 2022-2024 per riconoscere a lavoratrici e lavoratori adeguamenti economici che tutelino il potere di acquisto delle retribuzioni.
Roma, 4 agosto 2023
Pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF con la quale chiede chiarimenti in merito l’organizzazione del soccorso
Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo competenze specifiche ct e vct e ricognizione per l’attribuzione dell’incarico disciplina degli uffici
Pubblichiamo la nota della Direzione Friuli Venezia Giulia con la quale definisce il soccorso e l’avvicendamento per l’emergenza maltempo che ha colpito la regione
Al Direttore dell’INL
Dott. Paolo Pennesi
E p.c. alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INL
La scrivente organizzazione sindacale, come anticipato con comunicato, non ha ritenuto utile partecipare alla riunione sulla cosiddetta riorganizzazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, essendo ancora in piedi lo stato di agitazione e, soprattutto, non avendo ricevuto risposte in merito alle questioni ancora in piedi.
Ciò posto, riteniamo utile inviare un documento di analisi, valutazione e proposta ritenendo che le tante criticità esistenti non siano affatto risolte dalla prospettata modifica dell’organizzazione, ma possano essere addirittura aggravate.
STRUTTURA CENTRALE
Con riferimento alla struttura centrale, la proposta riproduce l’organizzazione dell’Amministrazione com’era stata disegnata in precedenza, in particolare prevedendo una Direzione Centrale che accorpa il bilancio con la gestione del personale, una che accorpa l’informatica con la performance, una che si occupa di vigilanza e, infine, una Direzione Centrale che si occupa di attività giuridiche.
Si ritiene che tale organizzazione non sia, per molti versi, funzionale alle attività che dovranno essere svolte.
Si consideri anzitutto la “Direzione Centrale Innovazione Tecnologica e Pianificazione Strategica”: considerato che l’Ispettorato da anni investe sulle attività informatiche, con risultati ancora scarsamente visibili, nonostante l’importante impegno di risorse economiche, sarebbe stato certamente più utile immaginare una Direzione Centrale dedicata alla sola innovazione tecnologica, ipotizzando anche di reclutare personalità esterne e professionalizzate. L’esperienza precedente, invece, ha dimostrato che mischiare l’informatica con la gestione della performance non dà alcun risultato positivo tangibile, costringendo a occuparsi o dell’una o dell’altra materia.
Criticità simili si palesano rispetto alla riproposizione della “Direzione Centrale Risorse Umane, Amministrazione e Bilancio”, che si troverà a gestire aspetti diversi, posto che la gestione del bilancio non si esaurisce nella sola parte relativa al personale. C’è il rischio che, come già accaduto in passato, uno dei due aspetti (bilancio o risorse umane) non sia adeguatamente seguito, con gravi conseguenze in ogni caso.
Con riferimento alla “Direzione Centrale Vigilanza e Sicurezza sul Lavoro”, notiamo con rammarico che scompare il termine “tutela” dalla denominazione della Direzione. Tale termine è per noi importante ad evidenziare che la vigilanza sul lavoro non ha un ruolo meramente o esclusivamente
repressivo, ma anche – a nostro parere, anzitutto – un ruolo di tutela dei soggetti coinvolti. La tutela che l’INL svolge è rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori oggetto di fenomeni di illegalità, ma anche verso le imprese che rispettano le regole del mercato del lavoro e rispetto alle quali la violazione di norme rappresenta una distorsione della concorrenza tra aziende.
Non sembra essere presente alcun riferimento rispetto alla vigilanza avviatasi in Regione Sicilia. Chi dovrà occuparsi di questo coordinamento? L’assenza prefigura un passo indietro rispetto all’avvio della vigilanza in una Regione così complessa? Tutto ciò dal documento non traspare e non vorremmo sia foriero di problemi in sede di applicazione pratica.
Quanto alla “Direzione Centrale Coordinamento Giuridico”, che sembra essere l’unica a non essere toccata né dall’attuale riorganizzazione né dalle precedenti, sarebbe stato utile, invece, rimpolparne le attività e i compiti, anche solo al fine di evitare di creare altre Direzioni Centrali troppo ampie. Ad esempio, sarebbe apparso utile affidare a quest’ultima l’intera gestione del ciclo della performance e la predisposizione del PIAO, in quanto connesse alle verifiche audit già di sua competenza.
Non appaiono chiari, infine – in quanto non presenti nel documento -, i compiti e le funzioni del dirigente di prima fascia nominato ai sensi dell’art. 19, co. 10. TU Pubblico Impiego, trattandosi di compiti di studio e ricerca che ben potrebbero essere già svolti dalla Direzione Centrale di Coordinamento Giuridico. Si evidenzia, invece, il dubbio che sia stato “congelato” un posto dirigenziale di prima fascia, nel caso in cui un direttore di prima fascia resti privo di incarico. Considerando la necessità di una migliore distribuzione delle competenze tra le Direzioni Centrali, a nostro parere, questo incarico avrebbe potuto essere finalizzato all’istituzione di una più utile Direzione Centrale.
STRUTTURA PERIFERICA
Condivisibile appare la trasformazione delle Direzioni Interregionali del Lavoro in incarichi dirigenziali di prima fascia. Come FP CGIL da tempo avevamo espresso la necessità – quando non l’urgenza – di prevedere soggetti territoriali sovraordinati in grado di sovrintendere, coordinare e svolgere una serie di attività affidate al territorio. Ci auguriamo, pertanto, che tali Direzioni siano ora effettivamente in grado di garantire il rispetto delle direttive e delle indicazioni e l’omogeneità delle condotte tra le varie sedi territoriali di competenza e di rispondere in modo tempestivo e adeguato alle possibili segnalazioni di disfunzioni.
Vi sono, ciononostante, alcune criticità che evidenziamo.
Riguardo al personale dell’attuale IIL Nord-Est, non è riportato nel documento quale ne sarà la sorte.
Con riferimento alle competenze affidate, appare utile che la gestione delle procedure di appalto venga accentrata presso tale struttura ma, a nostro parere, si sarebbe potuto prevedere ulteriori forme di accentramento come la gestione del personale, per avere una omogeneità in tali attività. Quanto al personale a disposizione per lo svolgimento di tali attività, potrebbe essere utile l’avvio di forme di lavoro a distanza nelle sue varie declinazioni, così da supplire alla carenza di personale. Non vorremmo, infatti, che la previsione secondo cui il Direttore dell’INL possa stabilire un esercizio graduale delle diverse attribuzioni in ragione delle risorse umane a disposizione delle Direzioni
Interregionali, diventi un modo per lasciare ferma la situazione attuale, di fatto vanificando le nuove attribuzioni.
Il Decreto Direttoriale introduce presso alcuni capoluoghi di provincia gli Ispettorati di Area Metropolitana, come strutture dirigenziali non generali e con competenze ulteriori a quelle degli altri ispettorati territoriali. In particolare, si fa riferimento a non meglio precisate attività di raccordo territoriale che dovranno essere definite con un successivo Decreto Direttoriale. Anzitutto, si contesta l’uso improprio e fuorviante del termine “area metropolitana”, visto che nella maggioranza dei casi si tratta di ambiti territoriali ben più ampi, spesso coincidenti con il livello regionale o addirittura ultraregionale. Al di là di questo, non si comprende quali differenze ci saranno tra queste strutture e le Direzioni Interregionali del Lavoro e quindi il rischio di sovrapposizione di compiti tra queste due strutture appare molto alto, con il conseguente caos organizzativo e gestionale che ne potrà derivare.
Riguardo agli ispettorati territoriali, rimane irrisolto l’annoso problema relativo alla supplenza dei dirigenti in caso di assenza dovuta ad assenze prolungate.
Si prosegue con l’attività di accorpamento avviata ormai da anni. Unica nota positiva è lo scorporamento della sede di Ferrara-Rovigo, in quanto insistente su due Regioni diverse, sebbene queste due sedi siano poi accorpate ad altre della relativa Regione. A fronte di questo, registriamo invece, l’accorpamento di Torino e Aosta – laddove l’accorpamento riguarda un’intera Regione – e il mantenimento della sede di Terni-Rieti per la quale, se proprio si volesse mantenere questa logica di accorpamento, avrebbe avuto più senso uno scorporamento e un successivo accorpamento con sedi della medesima Regione (ad es. Perugia-Terni e Viterbo-Rieti).
L’accorpamento progressivo di sedi territoriali pone diversi problemi: se da un lato, esso pare rispondere a una possibile logica di risparmio dei costi, dall’altro non si comprende quale risparmio possa derivare dall’affidamento di tali sedi a una elevata professionalità, il cui costo è comunque di rilievo. Resta, al momento, l’incognita sui criteri di conferimento di questi incarichi. In proposito, rammentiamo che la materia è oggetto di confronto e chiediamo pertanto l’apertura di un tavolo apposito, per evitare fughe in avanti e soprattutto per garantire che vi sia massima trasparenza e pari opportunità fra tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’INL per l’accesso alla quarta area. Riteniamo peraltro scorretta la previsione secondo cui ai funzionari appartenenti all’area delle elevate professionalità si intenda “demandare la responsabilità del buon andamento di taluni processi”, in quanto questo finirebbe per determinare una indebita sovrapposizione tra le attuali figure di Responsabili di Processo e le Elevate Professionalità.
Accanto a questo, un ulteriore problema si pone: pur comprendendo – e non condividendo – la logica sottesa agli accorpamenti, essa rappresenta una risposta sbagliata a un tema oggettivamente esistente, la grave carenza di personale determinata anche dall’indisponibilità di molti vincitori di concorso a prendere servizio in tali sedi. Noi riteniamo che non ci si possa limitare a prendere atto dell’esistenza del problema, essendo invece necessario invertire la tendenza in atto. A tal fine, è necessario ragionare sulle cause di questo: esse sono probabilmente rappresentate dalla scarsa appetibilità economica di questo Ente rispetto ad altri del Comparto considerate le responsabilità e le professionalità richieste, e da una disorganizzazione di fondo – che questo modello sembra perpetuare e perfino aggravare –, derivante dall’incapacità di assimilare e sviluppare in toto il modello agenziale. Su questo, come FP CGIL da tempo siamo impegnati a chiedere il superamento del “costo zero”; tale tema va ora aggiornato alla luce del cospicuo avanzo di bilancio di cui INL dispone e che afferma di non poter utilizzare. Un’agenzia ai sensi del D.Lgs. 300/99 che non può avvalersi di autonomia di bilancio e finanziaria e che non può spostare poste di bilancio da sé, non può essere considerata una vera Agenzia. E’ quindi urgente intervenire a livello normativo per far sì che l’Ispettorato diventi una reale Agenzia dotata di piena autonomia, così da poter impiegare le risorse del proprio bilancio anche in favore dei propri dipendenti, per rendere l’INL un Ente concorrenziale in grado di attirare e trattenere le tante professionalità presenti.
Infine, proprio perché si persegue la logica dell’accorpamento, si va in una direzione opposta a quella che sarebbe invece auspicabile, ossia quella della creazione di nuove strutture territoriali o di una più razionale suddivisione territoriale, anche considerando i singoli territori con le loro specificità e per rappresentare presidi di legalità sul territorio nazionale. Due esempi possono essere utili: la sede di Milano ha, nel suo ambito di competenza, anche la provincia di Monza-Brianza, che è una delle più ricche d’Italia e con uno dei tessuti produttivi più densi a livello nazionale, ma non è stata ritenuta ancora “degna” di avere una sede provinciale dell’INL. All’opposto, in Puglia, tra la Provincia di Foggia (una delle più estese d’Italia) e quella di Bari, c’è il territorio della provincia di Barletta-Andria-Trani che – con la creazione di una struttura territoriale – potrebbe rappresentare un presidio tra due territori importanti e complessi, ma anche in questo caso non v’è più traccia di strutture. Infine, manca del tutto un piano per lo sviluppo dell’INL all’interno della Regione Sicilia, rispetto al quale è necessario un gesto di coraggio per superare le resistenze ad avere sedi fisiche dell’Ispettorato, così da garantire presidi stabili di legalità del lavoro.
FP CGIL
La legge n.14 del 24 febbraio 2023, detta milleproroghe, conferma che in materia di ECM ogni operatore sanitario debba raggiungere i 150 crediti formativi nel triennio di riferimento ma elimina i vincoli relativi alla tipologia formativa dei corsi (FAD, RES, FSC o Blended) e al periodo temporale in cui questi crediti devono essere raggiunti. Ciò vuole dire che per il triennio 2023-2025, al netto di eventuali riduzioni o esoneri personali, non sarà più previsto un numero minimo di crediti da maturare ogni anno od un limite alla tipologia di corso da frequentare.
Sanare i trienni precedenti
La norma prevede inoltre la possibilità, per gli operatori sanitari che non erano in regola con il passato, di sanare entro il 31 dicembre 2023 i trienni 2020-2022, 2014-2016 e 2017-2019. All’atto pratico, chi non fosse in regola con i crediti dei trienni passati e facesse un corso ECM entro il 31 12 2023, potrà usare questi crediti per sanare i trienni precedenti.
Le sanzioni
Ricordiamo però che, nonostante la FPCGIL si batta da sempre per eliminare le sanzioni disciplinare per coloro che non hanno assolto all’obbligo formativo nel caso in cui non sia l’azienda stessa a garantire la formazione necessaria, sono tutt’ora vigenti le sanzioni che si applicano ad un operatore sanitario che non è in regola con i crediti ECM, in quanto la responsabilità su questo argomento resta individuale. Si va dall’illecito disciplinare previsto dal DL 138/2011, che dovrebbe essere sanzionato dall’ordine professionale di riferimento, all’articolo 38 del DL 152/2021 che elimina la protezione dalla copertura assicurativa in caso di contenzioso, ed il relativo risarcimento, per coloro che non saranno in regola con almeno il 70% dell’obbligo formativo a decorrere proprio dal triennio formativo 2023-2025.
Qualora non si fosse in regola, consigliamo di pensare di usufruire della proroga concessa nel 2023 dal decreto milleproroghe precedentemente descritta, per sanare le situazioni pregresse.
Le esenzioni per emergenza alluvione
Segnaliamo inoltre che il comma 3 dell’art. 13 del DL n.61 del 1° giugno 2023 (https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2023-06-01&atto.codiceRedazionale=23G00074&elenco30giorni=true) prevede l’assolvimento del debito formativo pari ad un terzo nel triennio 2023-2025, per tutti i professionisti che hanno svolto in maniera documentata la loro attività professionale nei territori dei comuni indicati nello stesso DL durante il periodo dell’emergenza (si veda Allegato 1 del link sopra riportato). Il conseguimento di tali crediti è computato proporzionalmente al periodo di attività svolta su base annua.
Spostamento crediti ai trienni precedenti, sanzioni ed esenzioni
Ad oggi siamo in attesa di ricevere indicazioni dalla Commissione Nazionale Formazione Continua per sapere operativamente quali saranno le procedure per lo spostamento dei crediti ai trienni precedenti e per l’applicazione delle sanzioni e per applicare le esenzioni per l’emergenza alluvioni. Nel frattempo, consigliamo ad ogni operatore sanitario di accedere e consultare regolarmente il portale COGEAPS per monitorare la propria situazione personale.
Comparto Sanità e SSAEP
FP CGIL Nazionale
“Un detenuto ristretto nel carcere di Rieti, nella giornata di ieri ha usato una lametta contro un Poliziotto penitenziario e lo ha ferito al collo con un taglio da dietro l’orecchio sinistro. Pochi millimetri più in là e il taglio poteva essere fatale”.
Lo comunica il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “L’aggressore ha da tempo problemi psichiatrici che non trovano soluzione in carcere. Voleva essere accompagnato presso la sezione dell’infermeria del penitenziario, ma non appena il Poliziotto ha aperto la cella, il detenuto ha estratto una lametta da barba e l’ha usata contro l’agente di Polizia Penitenziaria in servizio in quel momento. Il poliziotto è stato accompagnato presso il pronto soccorso dell’ospedale cittadino dove è stato curato con cinque punti di sutura. L’episodio segue di poche ore quello avvenuto il 31 luglio scorso dove un detenuto ha inferto un violento pugno all’orecchio di un altro Poliziotto. Chiediamo un immediato confronto con la Direzione del carcere per trovare soluzioni che stanno minando la salute e la serenità dei lavoratori di Polizia Penitenziaria del carcere reatino”.
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “La gestione dei detenuti con problemi psichici è argomento di salute mentale a carico del servizio sanitario nazionale. Il passaggio dalla medicina penitenziaria che è stata abolita nel 2008 e la presa in carico della gestione della salute, anche quella mentale, da parte del Ministero della Salute, ha avuto il solo effetto di scaricare sul Corpo di Polizia Penitenziaria, il servizio di salute mentale di prossimità che di certo non può competere agli uomini e alle donne di una Forza di Polizia dello Stato. Chiediamo l’apertura di un tavolo con il Ministero della Giustizia, della Sanità e della Conferenza delle Regioni e Provincie autonome, a cui devono essere presenti anche le Organizzazioni sindacali rappresentative della Polizia Penitenziaria per trovare soluzioni immediate alle aggressioni ai Poliziotti penitenziari da parte di detenuti con conclamati problemi psichiatrici”.
Rieti, 3 agosto 2023
Pubblichiamo la nota della Segreteria Fp e del Coordinamento territoriale Fp Cgil VVF riguardo al mancato pagamenti degli accessori
Roma, 3 ago – “170 mila assunzioni dice il Ministro della Pa? Sarebbero insufficienti a colmare persino il turn over. E poi dove? In quali settori? Con quali profili? Se guardiamo a quello che accade in questi giorni si riscontra la concretezza del nostro Piano straordinario: indichiamo settore per settore quanto personale andrà in pensione e quanto ne occorrerà in base alla riorganizzazione dei servizi; che bisognava assumere assistenti sociali e potenziare i centri per l’impiego era già noto e nulla si è fatto, così come non sarà uno scoop per il Ministro sapere che se non si assumerà nei servizi educativi molti enti locali saranno in difficoltà a settembre per garantire nidi e scuola dell’infanzia! Quanto al Ccnl, siamo lieti che il ministro affermi che si sta adoperando, ma non sappiamo come e con quale obiettivo. Non penserà mica che con l’inflazione a due cifre il
contratto possa andar sotto aumenti che recuperino il potere d’acquisto dei salari. Il fatto che non ci sia confronto e non si parli di cifre è indice di poca chiarezza sulla reale volontà del Governo. Al settore pubblico non servono annunci ma un Piano straordinario di assunzioni e salari adeguati”. Lo scrive in una nota la Segretaria generale di Funzione Pubblica Cgil, Serena Sorrentino, replicando al ministro della P.a. Paolo Zangrillo.
“L’unica convocazione, che è stata più che altro un giro di ascolto, risale al 3 marzo scorso. Chiediamo al ministro qual è la sua idea di confronto perché su un capitolo fondamentale per il futuro del Paese e per la qualità sociale che assicuriamo ai servizi per i cittadini, come la pubblica amministrazione, il Governo non ha mai riunito le organizzazioni sindacali di categoria per avviare la trattativa sul rinnovo del contratto, sull’emergenza occupazione, né sulla riforma delle procedure tese alla semplificazione amministrativa né tantomeno sugli orientamenti di riforma sul tema della digitalizzazione. Come al solito – conclude la dirigente sindacale della categoria dei servizi pubblici della Cgil – siamo agli annunci senza sostanza, leggeremo la legge di bilancio ma le premesse non sono rassicuranti”.
Al Segretario generale
Pres. Franco Massi
Al Vice Segretario generale
Cons. Francesco Targia
Alla Dirigente generale Gestione Risorse Umane
Dott.ssa Daniela Greco
Al Dirigente Servizio Accessi, Mobilità e Dotazioni Organiche
Dott. Enrico De Vito
e p.c.
All’Ufficio Relazioni Sindacali
Al Personale della Corte dei conti
Oggetto: Richiesta di chiarimenti sulla valutazione dei titoli nell’ambito della procedura per la progressione dall’Area II all’Area III per n. 24 posti.
Facendo seguito alle numerose richieste pervenute a queste OO.SS. in merito alla valutazione dei titoli dei candidati del concorso in oggetto, si chiedono chiarimenti sui criteri seguiti per l’attribuzione dei punteggi assegnati dalla Commissione e quali titoli siano stati presi in considerazione ai fini della valutazione.
Si chiedono, pertanto, al fine di garantire massima trasparenza alla procedura ed evitare fraintendimenti, la pubblicazione della graduatoria provvisoria con colonne dei titoli distinti per articoli 8, 9 e 10 del bando di concorso e copie dei verbali della Commissione esaminatrice delle sedute che hanno avuto ad oggetto l’assegnazione dei citati punteggi.
In modo particolare, perché attribuiti in maniera discrezionale, si fa riferimento ai punteggi assegnati ai titoli di cui all’art. 10 del decreto segretariale n. 323 del 26 ottobre 2022 che di seguito, si riporta:
Valutazione dei titoli professionali, dei corsi di aggiornamento e qualificazione professionale:
1. Costituiranno oggetto di valutazione da parte della Commissione, fino ad un max di 5 punti, le seguenti tipologie di titoli purché pertinenti alla procedura selettiva:
• incarichi a rilevanza esterna o interna;
• idoneità a concorsi o a selezioni pubbliche per l’accesso all’area III o qualifica superiore o idoneità al conferimento delle funzioni di alta qualificazione professionale;
• valutazione media superiore a 95 conseguita negli ultimi 3 anni.
Si chiede, inoltre, per la medesima finalità in precedenza rappresentata, ed al fine di fugare qualsiasi dubbio interpretativo, di chiarire, anche attraverso l’uso di esempi relativi a casi concreti, la modalità che è stata adottata dalla Commissione per il calcolo del punteggio relativo all’esperienza professionale.
In attesa di ricevere una risposta alla presente richiesta, si saluta cordialmente.
S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero C. Visca M. Centorbi