Coinvolti oltre duecentomila lavoratori. “Serve rispetto per un comparto strategico per il Paese”
“Gli impegni non sono stati mantenuti, e noi siamo stanchi di aspettare. Sono oltre duecentomila le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle strutture in cui si applicano i contratti Aiop e Aris sanità privata e Aiop e Aris rsa: lavoratori che svolgono un servizio pubblico garantendo con ciò un diritto costituzionale, quello alla Salute. Si tratta, dunque, di un comparto fondamentale per il Paese. Chiediamo il rispetto della dignità e dei diritti: per questo motivo il 23 settembre abbiamo proclamato uno sciopero nazionale con l’astensione dal lavoro prevista per ogni turno di lavoro”.
Lo annunciano in una nota Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
“In quest’ambito – osservano i sindacati – sono stati stipulati due accordi ponte (Aris rsa, Aiop rsa) necessari per unificare i tabellari e andare alla stipula di un nuovo contratto unico di settore per le rsa, dove le lavoratrici, i lavoratori e i professionisti hanno il contratto bloccato da oltre 12 anni. Quanto al contratto Sanità privata Aris Aiop, è stato rinnovato nel 2020 dopo 14 anni di blocco della contrattazione, un rinnovo che però ha riguardato il triennio 16\18. Sul tema, abbiamo chiesto l’apertura di due tavoli ma ci è stato risposto che i tavoli si sarebbero potuti svolgere solo se fossero arrivate risorse dello Stato. Un’indifferenza intollerabile ed inaccettabile, e per questo abbiamo promosso lo sciopero nazionale di lunedì. Per difendere la professionalità e il futuro di lavoratrici e lavoratori, e la dignità del lavoro e della Salute del nostro Paese ”, hanno concluso.

Incroceranno le braccia il 16 settembre i 135mila addetti del terzo settore socio-sanitario assistenziale educativo alle dipendenze delle strutture associate ad Uneba o che comunque applicano il Ccnl. Alla base della mobilitazione, avviata nei mesi scorsi con la proclamazione dello stato di agitazione e lo svolgimento di sit-in e presìdi di fronte le sedi delle Regioni e in tutte le province, il mancato rinnovo del Contratto nazionale, scaduto da quasi cinque anni. La protesta, indetta dai sindacati di categoria FP Cgil, Fisascat Cisl, FP Cisl, Uil Fpl e UilTucs nazionali, si svolgerà con presìdi organizzati a livello regionale.
In un comunicato unitario le organizzazioni sindacali hanno stigmatizzato lo stallo negoziale.
“Un contratto scaduto da quasi cinque anni, una piattaforma di rinnovo presentata 44 mesi fa, oltre due anni di estenuante trattativa: questa è la situazione nella quale si trovano le circa 135.000 lavoratrici e lavoratori dipendenti delle strutture socio-assistenziali, socio-sanitarie e socio-educative associate ad Uneba o che comunque applicano il Ccnl”, recita la nota congiunta.
Lo sciopero è stato confermato anche dopo l’ultimo incontro con l’associazione datoriale del 12 settembre, sebbene Uneba abbia palesato un sostanziale passo indietro sulle posizioni ritenute dai sindacati inaccettabili, un parziale dietrofront ascrivibile al percorso di mobilitazione avviato nei mesi scorsi. Al momento Uneba, dichiarando la volontà ad intraprendere un negoziato che accorci i tempi del rinnovo entro il mese di giugno 2025, si è resa disponibile a rinnovare ad incrementare le quantità economiche, superando, quindi, la precedente proposta a titolo di anticipo che ha portato alla rottura della trattativa. Verrebbe meno, da parte datoriale, anche la pregiudiziale – da sempre posta al tavolo – in merito alla necessità che il 50% del costo del rinnovo contrattuale fosse posto a carico delle istituzioni pubbliche.
I sindacati, pur prendendo atto di queste novità, hanno valutato contestualmente insufficiente la disponibilità datoriale ai fini di una eventuale sospensione dello sciopero programmato, che resta pertanto confermato con l’obiettivo di costruire una adeguata risposta delle lavoratrici e dei lavoratori all’approccio che Uneba ha avuto nei confronti di un rinnovo che dovrà essere in linea con le attese di chi lavora ed in linea con i rinnovi contrattuali già siglati nel settore.
“Il 16 settembre – conclude la nota unitaria – si procederà allo sciopero con presìdi in ogni regione con la presenza delle segreterie nazionali, per gridare ‘Rinnovo Subito’; tutto questo rappresenta solo l’inizio di una battaglia che si concluderà solo quando le lavoratrici e lavoratori di questo settore non avranno il giusto riconoscimento economico e normativo”.
Della situazione, dichiarandosi Uneba coerente con i principi e i valori cristiani, sono state informate anche le autorità ecclesiastiche locali, chiamate a confrontarsi con le organizzazioni sindacali e con le lavoratrici e i lavoratori sulla situazione di stallo negoziale e sulle gravi ripercussioni sociali ed economiche dettate dal mancato rinnovo contrattuale.

La Segretaria generale Fp Cgil: “Salari bassi, pagelline, aumento carichi di lavoro ed età pensionabile: così si mortifica la Pa”

“Trecentomila dipendenti non sostituiti dal blocco del turn over, dice il ministro Zangrillo? In quattro anni si sono espletate per la maggior parte solo le procedure autorizzate dal governo precedente, e le procedure avviate e proseguite in sanità a partire dall’emergenza pandemica. Gli enti locali si stanno desertificando nel disinteresse del governo e pure nelle funzioni centrali l’apporto del governo attuale appare insufficiente, anzi quasi inesistente. Il ministro rivende da anni le circa 170mila assunzioni frutto di leggi di bilancio e del governo precedente mentre quelle ascrivibili al governo attuale sono appena 23mila per le sole funzioni centrali. Avrebbe potuto assumere gli idonei, stabilizzare i precari, rivoluzionare non solo gli aspetti procedurali ma anche le modalità delle procedure concorsuali. La logica dei quiz, inoltre, appare antistorica e
inadatta per reclutare nuove competenze. Quanto al salario: basta con questa storia del merito! I salari di base sono bassi, la retribuzione contrattuale è bassa! Di che cosa parla il ministro? I lavoratori non sono beoni, porti rispetto: sappiamo bene che se non si sbloccano i tetti per il salario accessorio, che loro stanno confermando non rifinanziando una piccola deroga dello 0,22, merito dell’accordo interconfederale fatto con il suo predecessore e che noi chiedevamo di superare cancellando proprio ogni tetto, ad oggi parliamo di pochi spiccioli che, peraltro, il ministro vorrebbe pure attribuire con pagelline compilate dai dirigenti. Ma stiamo scherzando? Questa è l’idea della destra di valorizzazione del settore pubblico?”.
E’ quanto afferma la Segretaria generale di Fp Cgil Serena Sorrentino replicando alle dichiarazioni del ministro per la Pa Paolo Zangrillo.
“Salari bassi, pagelline, aumenti dei carichi di lavoro e ora pure l’aumento dell’età pensionabile? E non ci dicano che sono i lavoratori a scegliere se dopo oltre 40 anni di servizio non ti pagano il tfr, se non c’è rivalutazione dei coefficienti di lavoro con pensioni basse più del salario più basso, considerando anche il taglio delle aliquote dell’ultima legge di bilancio per alcune categorie di dipendenti pubblici, non c’è libertà di scelta, molti devono rimanere per diventare ancora più poveri. Per sopravvivere molti dovranno scegliere se essere pensionati poveri o lavoratori allo stremo delle forze. E poi con il limite del 10%? E se ci sono più domande? Chi sceglie, la lotteria?”.
Secondo Sorrentino, “stiamo assistendo al rinnovo di un contratto scaduto che taglia i salari: infatti a fronte di un’inflazione cumulata del 17% per il triennio 22\24 il governo unilateralmente ha deciso di riconoscere un terzo scarso, cioè il 5,78%, torniamo indietro sugli sviluppi dei nuovi inquadramenti, rimane il blocco per i fondi legati alla contrattazione decentrata. A queste condizioni non solo la Pa non è attrattiva, ma mortifica pure chi ci lavora. Noi andremo avanti con la mobilitazione”.

Decreto carceri: Fp Cgil, una legge per pochi “eletti”
“Restiamo ancora una volta sconvolti da un’altra tragedia che avviene nel sistema penitenziario. Il pensiero va ai colleghi che porteranno per sempre con loro il ricordo terribile e indelebile di queste ore in cui, tra l’altro, hanno dovuto assistere ai rilievi della scientifica e subire le proteste degli altri detenuti. Colleghi che portano a casa, ancora una volta, un profondo senso di fallimento e di tragedia”: così Donato Nolè, coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia penitenziaria, commenta quanto accaduto nel carcere di San Vittore, a Milano, dove un detenuto di 18 anni è morto a seguito di un incendio in una cella. “Vorrei chiedere all’amministrazione cosa fa per affrontare questi drammi nel dramma più ampio della condizione attuale del sistema carcerario del nostro Paese. La nostra vicinanza e la nostra solidarietà vanno al Direttore, al Comandante e a tutti gli operatori penitenziari di Milano San Vittore”, conclude.

Lo denunciamo da mesi e in questi giorni la situazione sta diventando sempre più emergenziale. I centri per l’impiego, che da nord a sud stanno scoppiando, come già successo ai servizi sociali dei comuni nei mesi passati e rischia di succedere ancora, sono presi d’assalto da persone che si sono viste improvvisamente sospeso il sostegno economico dell’assegno di inclusione.

La sospensione del beneficio economico a causa di procedure complesse e di scadenze normative difficili da rispettare, è accompagnata dall’invito a presentato ai centri per l’impiego, scaricando su questi servizi e su lavoratrici e lavoratori responsabilità che non gli appartengono.
Si stanno verificando situazioni di grande tensione e disperazione in molti Centri per l’impiego che mettono a repentaglio la possibilità per gli operatori di svolgere in modo efficace e in piena sicurezza il proprio lavoro.
I servizi territoriali dei comuni, i servizi sociali e i centri per l’impiego sono allo stremo. Non è accettabile.

Bisogna aumentare la dotazione organica dei Cpi, dotarli di strutture adeguate per erogare i servizi che sono chiamati ad assicurare alla popolazione e prevedere una effettiva interoperabilità dei sistemi informatici.

Il decreto lavoro ha costruito misure (Adi e Sfl) che non potevano funzionare e che stanno scaricando su lavoratrici e lavoratori pubblici le scelte ideologiche del Governo contro la popolazione in povertà. Serve immediatamente una proroga dei termini per la stipula dei Patti personalizzati così da consentire agli operatori di chiamare le persone e dare le risposte necessarie.
Serve un Piano Straordinario per l’occupazione nella pubblica amministrazione per garantire accesso ai servizi, supportare la popolazione e creare percorsi adeguati di inclusione sociale e lavorativa.

La prossima legge di bilancio deve dare risposte, deve stanziare risorse per le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici che svolgono una funzione essenziale di attivazione e di inclusione sociale.

Il link alla notizia su Ansa.it: Allarme Fp-Cgil, ‘troppi assegni di inclusione sospesi’ – Notizie – Ansa.it

Solidarietà alle infermiere e agli infermieri in sciopero in Iran

La FP CGIL, che rappresenta lavoratrici e lavoratori della salute, sostiene lo sciopero delle infermiere e degli infermieri che in queste settimane stanno protestando in Iran per le terribili condizioni di lavoro che sono costretti a vivere e subire.

Siamo solidali con la loro battaglia contro lo sfruttamento, le discriminazioni e le intimidazioni ricevute. La loro lotta per rivendicare giusto salario e tutela e sicurezza sul lavoro per chi svolge una funzione fondamentale per tutta la popolazione, per difendere i diritti dei lavoratori e dei cittadini,  a cominciare dal diritto di sciopero, è una comune battaglia del movimento internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori.

La FP CGIL condanna ogni azione repressiva del regime iraniano contro le lavoratrici e i lavoratori,  sostiene le loro lotte per la democrazia e per condizioni di lavoro dignitose.

Solidarity with striking nurses in Iran

The FP CGIL, representing women and men healthcare workers, strongly supports the strike of the nurses who are protesting in Iran in recent weeks over the terrible working conditions they are forced to experience and suffer.

We stand in solidarity with their struggle against exploitation, discrimination and intimidation. Their struggle to demand fair wages and protection and safety at work for those who perform a fundamental job for the entire population, to defend the rights of workers and citizens, starting with the right to strike, is a common battle of the international labour movement.

The FP CGIL condemns all repressive actions of the Iranian regime against workers and supports and wishes much success to their struggles for democracy and decent working conditions.

Carceri: Fp Cgil, ennesimo suicidio a Prato, nostre segnalazioni non ascoltate
Il sindacato: “basta con una gestione improvvisata, servono investimenti e strategie”
Roma, 27 ago – “La recente decisione del Capo Dipartimento del DGMC (giustizia minorile e di comunità) di sospendere temporaneamente il servizio presso il Centro di Prima Accoglienza (CPA) di Roma ha sollevato un’ondata di polemiche e preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e le organizzazioni sindacali. Senza consultare preventivamente i rappresentanti dei lavoratori, i minori arrestati sono stati dirottati al CPA della Campania, trasferendo il personale maschile della Polizia penitenziaria del CPA romano in supporto all’Istituto Penale per Minorenni (IPM) di Roma, lasciando solo il personale femminile a presidiare la portineria del CPA. Questa scelta sta peggiorando una situazione già critica in uno dei Centri che registra a livello nazionale il maggior numero di ingressi di minori in stato di arresto o fermo”.
La denuncia viene da Donato Nolè, Coordinatore nazionale Fp Cgil per la Polizia penitenziaria e da Paola Fuselli, Coordinatrice nazionale Fp Cgil per il DGMC.
“Analoga misura – spiegano – è stata adottata per il CPA di Lecce, la cui sospensione delle attività è stata decisa a giugno senza una comunicazione formale alle organizzazioni sindacali, e il personale della Polizia penitenziaria si è visto costretto a raggiungere la sede dell’IPM di Bari partendo dalla sede di Lecce con rientro al termine dei turni nella sede di appartenenza, con tutto il disagio operativo che ciò comporta e il dispendio di ore di straordinario e trattamento di missione. Nei giorni scorsi, il dipartimento ha deciso di prorogare la sospensione delle attività al 31.12.2024. Ciò che lascia più perplessi è l’assenza di qualsiasi dialogo preventivo con le organizzazioni sindacali. In un contesto dove le decisioni dovrebbero essere frutto di un confronto aperto e trasparente, l’Amministrazione ha preferito agire in perfetta solitudine, ignorando l’importanza di una collaborazione con chi, ogni giorno, si trova a gestire le complessità di un sistema che già mostra segni evidenti di cedimento”.
Inoltre, spiegano Nolè e Fuselli, “la carenza di personale presso l’IPM è certamente un problema serio, ma le radici della crisi sono più profonde. La gestione degli IPM e la mancanza di linee guida operative chiare sono i veri nodi da sciogliere. Non si può pensare di risolvere un problema strutturale con soluzioni temporanee e mal concepite. Il personale dei CPA, infatti, dovrebbe supportare gli IPM, ma finora è stato impiegato per tradurre i minori dai centri ai tribunali di competenza. Questo ha comportato un inutile dispendio di risorse economiche, aggravando ulteriormente una situazione già precaria. I provvedimenti adottati di fatto evidenziano una mancanza di pianificazione e organizzazione che rischia di compromettere seriamente il funzionamento delle strutture coinvolte. La gestione costantemente emergenziale delle criticità degli Ipm, legate principalmente al sovraffollamento, sta mettendo in discussione i principi cardine del sistema della giustizia minorile, a partire da quello della territorialità. Tutto ciò avviene a danno di minorenni e giovani adulti che nel momento delicatissimo del primo contatto con il mondo del penale vengono trasportati a chilometri di distanza o in un’altra regione e delle famiglie o dei tutori degli stessi che non sempre sono in grado di sostenere spostamenti così importanti. Al contempo, nel caso in cui le udienze di convalida vengano svolte nella modalità on line, sottrae alla magistratura la possibilità di entrare in contatto diretto con i minori”.
“Se davvero si vogliono garantire il reinserimento dei minori e condizioni di lavoro adeguate per tutti gli operatori del sistema della giustizia minorile – concludono – è indispensabile ripensare radicalmente le modalità di gestione dei servizi minorili, investendo in risorse adeguate e, soprattutto, in una leadership che sappia ascoltare, confrontarsi e agire con lungimiranza. Solo così si potrà sperare di porre fine a una crisi che rischia di diventare cronica, con conseguenze devastanti per tutti”.
Roma, 23 ago – “L’ennesimo incidente sul lavoro accaduto a Roma dimostra quanto sia disastrosa la condizione organizzativa del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Una denuncia che come Fp Cgil portiamo avanti da tempo. Proprio oggi, peraltro, Eurostat ha evidenziato i gravi tagli d’organico che in Italia hanno visto la riduzione di oltre il 10% del personale in un solo anno, dal 2022 al 2023. La carenza di organici, in particolare quelli operativi, è alla base della sicurezza e della salute degli operatori del soccorso. È ormai prassi riorganizzare i servizi ordinari avvalendosi del richiamo di personale libero o in straordinario o in rientro dal salto turno (periodo obbligatorio per il recupero psicofisico). Questa condizione di assoluta insufficienza organizzativa è alla base della difficoltà vissuta dal personale che oltre ad essere stremato dai turni vive il suo disagio per la mancanza di DPI, per un parco automezzi vecchio e sempre in manutenzione ma anche per le attrezzature in dotazione inadeguate e insufficienti. Bisogna agire, e subito”.
 A dichiararlo è il Coordinatore nazionale della Fp Cgil Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella.
“Siamo di fronte – prosegue – ad eventi diversi dal passato, legati al cambiamento climatico, che si manifestano con una forza sempre più improvvisa e devastante. La formazione e l’aggiornamento del personale non rientrano tra gli obiettivi dell’amministrazione soprattutto perché non ci sono i tempi per poter svolgere questo tipo di attività che sono alla base della prevenzione degli infortuni. Basti pensare che per diventare Capo Squadra dei Vigili del Fuoco, la figura più importante per il soccorso, il corso di formazione dura solo 5 settimane e nella maggior parte dei casi si fa in FAD con un programma didattico vecchio di 20 anni”.
Secondo Giulianella, “serve assumere immediatamente 4000 unità operative e 2500 del Ruolo Tecnico Professionale. Ricordiamo anche le grandi difficoltà per l’assenza di una tutela assicurativa INAIL, senza malattie professionali riconosciute e con una età media del personale di 48 anni. Infine, abbiamo un contratto scaduto da tre anni, un ordinamento professionale inadeguato e insufficienti risorse stanziate”.
Carceri: Fp Cgil, ennesimo suicidio a Prato, nostre segnalazioni non ascoltate

“È il tragico risultato di una politica miope da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Da anni denunciamo alle autorità competenti la grave situazione della Casa Circondariale di Prato. Negli ultimi due le nostre segnalazioni sono rimaste inascoltate. Non sappiamo più come esprimere il nostro allarme. Il personale è esausto e la situazione complessa. Se non si registra un cambio di rotta immediato, la situazione è destinata a implodere”. Questo il commento di Donato Nolè, Coordinatore nazionale della Polizia Penitenziaria per la Funzione Pubblica CGIL a seguito dell’ennesimo suicidio verificatori ieri alla Casa Circondariale di Prato dove, “al momento del fatto, gli agenti erano impegnati a fronteggiare diversi eventi critici e, nonostante l’intervento immediato, non sono riusciti a salvare il detenuto”.

La Casa Circondariale di Prato – fa sapere Nolè – è divenuta “un vero e proprio ghetto penitenziario, il carcere più problematico della Toscana. Continua a ricevere detenuti di difficile gestione e ospita vari circuiti penitenziari complessi (collaboratori di giustizia di I livello, Alta Sicurezza, sex offender, sezione protetta, detenuti a regime ex art. 32, oltre a sezioni circondariali e penali)”. Non solo – spiega – è anche l’istituto con il rapporto più basso tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria, e quello dove il personale è costretto a svolgere più ore di lavoro straordinario, con una media di circa 400 ore annue.

“Da oltre due anni, nonostante i proclami quotidiani, il carcere di Prato è privo di un Direttore titolare e di un Comandante. La carenza di personale nei ruoli apicali si attesta al 70%. Ci domandiamo, e soprattutto domandiamo all’Amministrazione Penitenziaria: quali sono le vostre priorità? È possibile che tutto sia considerato prioritario tranne i Reparti detentivi? È accettabile che gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria debbano essere umiliati in questo modo?”, conclude Nolè.

Decreto carceri: Fp Cgil, una legge per pochi “eletti”

Aumentare le retribuzioni per tutto l’organico che lavora in ambito penitenziario

Roma, 7 agosto – “Il Decreto Carceri coglie l’occasione, ancora una volta, per affermare una visione proprietaria degli apparati dello Stato per elargire fino a 200 euro al mese per 13 mensilità ad alcuni “eletti” all’interno di una categoria ben più ampia di lavoratori di pari qualifica e dipendenza che pure svolgono lo stesso servizio”. Questo il commento di Florindo Oliverio, segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL, a seguito dell’approvazione in via definitiva del Decreto a firma della Presidente del Consiglio e dei ministri di Giustizia, Economia e Pubblica amministrazione.

Il decreto, infatti, prevede una “Indennità di specificità organizzativa penitenziaria in favore di funzionari, assistenti e operatori, dipendenti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia, in servizio presso gli istituti penitenziari,al fine di riconoscere la specificità ed assoluta peculiarità dell’attività svolta nell’ambito penitenziario e al fine di compensare i carichi e le responsabilità organizzative gestionali”.

“Noi siamo sempre, naturalmente, per aumentare le retribuzioni di tutti – sottolinea Oliverio – e non possiamo tacere che stavolta ci è mancato poco che, per giustificare la spesa di 10 milioni e mezzo di euro, non si indicassero i nomi e cognomi dei 3.400 destinatari sui 9.400 in organico del comparto funzioni centrali, che pure svolgono la propria attività “nell’ambito penitenziario” e con significativi “carichi e responsabilità organizzative gestionali”.

La funzione dell’esecuzione penale dentro o fuori le mura di un carcere – prosegue – è infatti la stessa e, anzi, alla peculiarità di chi lavora in carcere fianco a fianco con i lavoratori del comparto sicurezza si sostituisce la complessità di dover gestire l’esecuzione delle pene in ambiente esterno senza il contenimento carcerario. Solo la visione di un uso proprietario del potere rende miopi di fronte a questa evidenza.

E ancor più sprezzante delle regole appare il comportamento del ministro della PA che svuota progressivamente la contrattazione integrativa del ministero della giustizia elargendo cifre dal vago sapore clientelare mentre dichiara di non avere risorse per permettere un adeguato rinnovo del CCNL delle funzioni centrali.

Siamo troppo abituati al governo che smentisce sé stesso nelle vicende contrattuali di questa stagione e per questo continueremo a difendere la contrattazione integrativa per tutte e tutti e a tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ad avere un rinnovo del contratto dignitoso”, conclude Oliverio.

“Cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai colleghi dell’agente penitenziario che si è tolto la vita all’Ucciardone. Basta morti, basta morti nella Polizia penitenziaria. Bisogna intervenire, e subito”.

Lo scrive in una nota il coordinatore nazionale della Polizia penitenziaria di Fp Cgil, Donato Nolè.

Grande successo per la manifestazione oggi in Piazza Capranica con Cgil, Fp e Silp, insieme a Silf (Gdf), Siam e Usami (Aeronautica Militare). La manifestazione si colloca all’interno di una giornata di mobilitazione di lavoratori e lavoratrici organizzata in tutt’Italia.

Basta con gli adeguamenti salariali ben al di sotto del tasso di inflazione. Basta con i tagli agli organici, i proclami e le promesse disattese. Le forze dell’ordine attendono da oltre 1000 giorni il rinnovo del contratto. Chiediamo rispetto per i diritti e per la dignità di lavoratori e lavoratrici che ogni giorno, in un contesto sempre più complesso e pieno di difficoltà, garantiscono la sicurezza di tutti.
Chiediamo che nella prossima legge di bilancio – se possibile, anche prima – vengano previste risorse aggiuntive per onorare gli impegni già assunti, per dare una previdenza utile a garantire un tenore di vita dignitoso dopo anni di lavoro al servizio dello Stato e per rivalutare un sistema indennitario da troppi anni fermo negli importi.
La nostra mobilitazione, intanto, continua!

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