Nei giorni scorsi è stata inviata dal Dott Moretto una comunicazione a tutti i Direttori territoriali e Rut con la quale si rilevava, con riguardo alla all’attività di convalida, una performance peggiorativa rispetto ai dati dell’anno passato e si invitava ad adottare misure volte al recupero dell’arretrato nel più breve tempo possibile.
Le OO.SS hanno richiesto un immediato incontro con il Dott. Moretto per chiarire quello che appariva come un richiamo, assolutamente ingiustificato, ai dipendenti, accusati di un minor impegno che causerebbe disservizi e problemi per l’Ente.
Nell’incontro, che si è tenuto il 17 luglio, abbiamo evidenziato, innanzitutto, come, in tempi non sospetti, le OO.SS avevano rappresentato la forte preoccupazione per la carenza di personale negli Uffici e per la scelta dell’Amministrazione di non garantire neppure il turn-over perchè questo avrrebbe reso gli uffici più vulnerabili alla crescita dei carichi di lavoro.
Hanno pensato, invece, di bloccare i concorsi creando situazioni di obiettiva difficoltà nella gestione dei servizi erogati.
Abbiamo poi ricordato che sono ormai due anni che denunciamo le carenze di un modello di ripartizione dei carichi di lavoro (il fantomatico ALGORITMO) che non prende in considerazione le reali potenzialità dei singoli Uffici.
Da tempo stiamo chiedendo di adottare un sistema nuovo, dal momento che i piccoli correttivi introdotti non solo non sono stati risolutivi dei problemi ma, in alcuni casi, hanno anche peggiorato la situazione.
Inoltre, non è la prima volta che sottolineamo la necessità di razionalizzare e semplificare anche la gestione degli altri carichi di lavoro, quali, ad esempio, i “mille” controlli da effettuare, che impegnano gli Uffici; ma anche su questo nessuna reale misura è stata adottata.
Anzi, in molti casi si sono aggravati i carichi con nuovi obiettivi ed attività o creati disagi modificando da un giorno all’altro le procedure in uso.
Tutte queste situazioni non possono che incidere negativamente sulla produttività e sul benessere dei Lavoratori.
Se non si riescono a lavorare tutte le pratiche assegnate va fatta una seria e non più rinviabile discussione sull’algoritmo, di cui ancora non si è capita la logica e che crea situazioni di palese incongruenza con Uffici che si ritrovano carichi di lavoro del tutto sproporzionati rispetto al personale in servizio.
L’unica nuova misura adottata è stata quella di mettere a disposizione dei Direttori una procedura per conoscere i tempi di lavorazione per ciascun “convalidatore”, che qualcuno sembra aver interpretato nella maniera più sbagliata trasformando lo strumento puramente organizzativo a disposizione, in “arma impropria”.
Ai Funzionari A.C.I. coinvolti nei servizi delegati non può essere chiesto di umiliarsi ad essere meri automi, che inseriscono password o otp su indicazione della procedura informatica per perseguire una riduzione dei tempi di lavorazione dei fascicoli digitali a discapito della qualità, che chiede tempo ed attenzione.
L’Amministrazione non è stata in grado di chiarire cosa sia e da cosa sia generato l’arretrato e quindi non si capisce l’invito fatto agli Uffici ad adottare misure per ridurlo.
I Lavoratori ci segnalano, infatti, di non ricevere in assegnazione da convalidare pratiche scadute.
Negli uffici, però, senza che sia chiaro nemmeno quale è il problema già qualcuno minaccia lo straordinario coatto senza nemmeno informarsi se esistono i fondi necessari, o ipotizzando la gratuità del maggior orario.
Ci è sempre stato detto che le pratiche vengono distribuite random in sequenza temporale rispetto alle loro scadenze di lavorazione; non sembra, quindi, spiegabile come alcune di queste siano scadute, a meno che ci sia stato, da parte del sistema, un errore nella distribuzione sequenziale delle pratiche. Secondo le regole di “ingaggio” il processo avrebbe dovuto mettere tali pratiche in assegnazione ad inizio giornata per ogni giorno.
Se questo arretrato esiste, c’è il sospetto che il sistema non solo distribuisca le pratiche in maniera irrazionale nel numero ma che non rispetti i criteri di sequenzialità temporale o non dia la giusta priorità e, ancora più inaccettabile, non evidenzi questo a chi è preposto ad adottare le misure organizzative in A.C.I.
Ora, se così fosse, la gravità della cosa non dipenderebbe dalla scarsa produttività ma piuttosto dall’ennesimo problema del sistema!
Il Dott. Moretto ha spiegato che la sua comunicazione è stata decisa dopo che ACIInformatica ha segnalato la presenza di un numero rilevante di pratiche scadute, ovvero non convalidate nei tre giorni previsti dalla normativa. Ma sulle motivazioni per le quali queste sarebbero scadute e sulle domande da noi fatte sulla distribuzione sequenziale delle pratiche ha rinviato le risposte ad un successivo incontro, dovendo chiarire con ACIInformatica alcuni aspetti tecnici da noi sollevati.
Ha poi dichiarato la disponibilità, comunque, a rivedere complessivamente il funzionamento dell’algoritmo, anche studiando sistemi alternativi di distribuzione delle pratiche, condividendo le nostre osservazioni sulle criticità del sistema. Registriamo con soddisfazione che finalmente ci sia un ripensamento rispetto ad un modello matematico che fin dall’inizio è stato impostato male e ha creato problemi.
Abbiamo evidenziato al Dott. Moretto anche la nostra forte preoccupazione sul fatto che, come sembra, decisioni rispetto alla distribuzione delle pratiche possano essere state prese da ACIInformatica senza confronto con le Direzioni centrali.
Il problema del rapporto con le società in house è un altro argomento che da sempre poniamo all’attenzione dell’Amministrazione e dei Vertici; in particolare non ci sembra possibile che ACIInformatica, abbia carta bianca nel decidere le tempistiche o le soluzioni pratiche anche su servizi rilevanti, basti pensare allo STA presso il P.R.A., e nonostante la continua presenza di errori in varie procedure, comprese quelle che investono direttamente gli interessi del personale (come accaduto anche di recente con i sussidi), venga lasciata ad operare senza controlli ed interfacce valide.
La scelta di privare l’organizzazione di colleghi informatici che costituivano una interfaccia competente verso le procedure prodotte da ACIInformatica dimostra oggi quanta poca lungimiranza ci sia stata da parte di taluni.
Ma come dice qualcuno “la qualità si paga”, ma solo in termini negativi aggiungiamo noi.
Ci aspettiamo che, se vi sono errori e responsabilità di ACIInformatica sui disservizi arrecati agli Uffici si agisca con i dovuti richiami ed azioni con la stessa solerzia con la quale sono stati fatti ai dipendenti ACI.
Vi terremo informati sulle prossime riunioni.
FP CGIL ACI D. Figliuolo
CISL FP ACI M. Semprini
UILPA ACI P. Piccirilli
CONFINTESA FP ACI P. Piccione
CONFSAL UNSA ACI A.G. Cappelli
USB P ACI B. Stramaccioni
FLP EPNE ACI D. Martignani
Modifica legge 870/86 – Un passo avanti ma i sindacati chiedono di raggiungere presto e bene il traguardo A seguito delle reiterate richieste sindacali, si è svolta oggi una nuova riunione del tavolo sulle modifiche all’articolo 19 della legge 870/86. L’Amministrazione, rappresentata dalla dott.ssa Maria Teresa Di Matteo e dall’ingegner Pasquale D’Anzi, in avvio ha consegnato alle OO.SS. una proposta di modifica della legge che accoglie diverse osservazioni avanzate dai sindacati nelle precedenti riunioni. In particolare:
• la previsione di un rimborso forfettario per le spese di trasferta;
•l’estensione dell’opportunità di contributo e rimborso per le operazioni anche agli assistenti e ai collaboratori nelle revisioni;
•la previsione di un decreto ministeriale per la definizione, tramite confronto con i sindacati, dei nastri operativi. L’Amministrazione, su sollecitazione sindacale, ha ribadito l’impegno ad utilizzare il primo strumento normativo utile per attuare il più presto le modifiche alla legge. Nel corso della riunione, i sindacati hanno avanzato diverse proposte migliorative del testo presentato dall’Amministrazione. Al termine di un’ampia discussione, i sindacati hanno chiesto ed ottenuto di prevedere un ulteriore incontro del tavolo entro metà settembre. Al contempo, si sono impegnati a presentare, nei prossimi giorni, una proposta unitaria di modifica della legge. Alleghiamo la proposta presentata dall’Amministrazione, e vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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FP CGIL Camardella Sabbatella Maugeri Statello |
CISL FP De Vivo Casamassima Falbo |
UIL PA Lichinchi Tappi |
CONFINTESA Crocchiolo De Mellis Casillo |
CONFSAL UNSA Cipolla Saraceno |
FLP Caiazza Campopiano Cantavenere Carlucci |
Ministro della Giustizia
On.le Francesco Paolo Sisto
Viceministro della Giustizia
Dott. Alberto Rizzo
Capo di Gabinetto
Dott. Gaetano Campo
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Dott.ssa Mariaisabella Gandini
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità
Ing. Ettore Sala Capo Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione
Ing. Vincenzo De Lisi
Direttore Generale per i servizi informativi automatizzati
Dott. Giovanni Russo
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale
Dott. Antonio Sangermano
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile
Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili
Ab immemorabili FPCGIL CISL FP e UILPA, con riferimento alla stipula del nuovo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo del Ministero della Giustizia, stanno chiedendo l’applicazione dell’art. 18 del CCNL 2019/2021 “nella interezza, senza eccezioni e/o dilazioni, totali o parziali” (cfr. nota del 19.6.2023 in allegato 1). Ed invero tale articolo, che disciplina le norme di applicazione del CCNL, come è noto non prevede soltanto la definizione delle famiglie professionali (tale definizione peraltro doveva avvenire entro lo scorso mese di ottobre) ma anche:
la completa attuazione, sulla base della previgente disciplina, delle procedure per l’attribuzione di progressioni economiche definite dai contratti integrativi già sottoscritti alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale (anche nella ipotesi in cui alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale sia stata firmata solo l’Ipotesi di contratto integrativo);
la completa attuazione, sulla base del precedente ordinamento professionale, delle procedure concorsuali di accesso alle aree o posizioni di inquadramento giuridico del precedente ordinamento professionale, ivi incluse quelle riservate al personale già in servizio presso l’amministrazione, già bandite prima dell’entrata in vigore del nuovo ordinamento;
in fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale e comunque entro il termine del 31 dicembre 2024, la realizzazione della progressione tra le aree del personale con procedure valutative, definite previo confronto con le oo ss e finanziate anche mediante l’utilizzo delle risorse determinate ai sensi dell’art. 1 comma 612 della legge di bilancio 2022 (n. 234 del 30 dicembre 2021) in misura non superiore allo 0,55% del monte salari dell’anno 2018, cui sono ammessi i dipendenti in servizio in possesso dei requisiti indicati nella tabella 3 di corrispondenza del CCNL.
Nel corso della riunione che si è svolta lo scorso 13 luglio le delegazioni di CGIL CISL e UIL, ribadendo quanto menzionato nella nota del 19.6.2023, hanno posto la richiesta di affrontare l’intero quadro delle risposte da dare al personale in termini di riconoscimento e valorizzazione delle competenze e delle professionalità acquisite come pregiudiziale per la prosecuzione delle trattative: da troppo tempo i lavoratori, specie quelli del DOG, attendono le progressioni giuridiche, dentro e tra le aree, e quindi sarebbe ingiusto indugiare ancora.
Orbene, dopo la riunione del 13 luglio scorso, stanno arrivando le convocazioni dei tavoli tecnici per la definizione delle famiglie professionali da parte dei singoli dipartimenti e da parte degli Archivi Notarili.
dati completi sulle dotazioni organiche e sulle presenze in servizio, distinte per aree e per figure professionali, con riferimento a tutti i dipartimenti ed agli Archivi Notarili. Per l’organizzazione giudiziaria tale dato va dato al netto dei posti destinati a tutti i cancellieri esperti ed a tutti i direttori risultati idonei nell’ultimo concorso, la cui assunzione FPCGIL CISL FP e UILPA, stante le esigenze degli uffici, da tempo e con forza stanno chiedendo;
dati sulle cessazioni dal servizio previste fino al 31.12.2024 con riferimento a tutti i dipartimenti ed agli Archivi Notarili;
realizzazione dei passaggi in deroga, complessivo di Ministero e distinto per ciascun Dipartimento e per gli Archivi Notarili (art. 18 n. 8 CCNL 2019/2021);
i dati relativi alle risorse impegnate per i passaggi fra le Aree previsti dall’accordo del 26 aprile 2017 (recepito nel DM 9 novembre 2017), il numero dei passaggi effettivamente realizzati e, conseguentemente, le risorse ancora non spese;
i dati relativi ai passaggi giuridici nelle aree fra i profili, sempre in attuazione dell’accordo del 26 aprile 2017 (recepito nel DM 9 novembre 2017) dei conducenti di automezzi, dell’operatore giudiziario ad assistente giudiziario, dell’assistente giudiziario a cancelliere esperto e del funzionario giudiziario a direttore.
Fp CGIL, CISL Fp e UIL PA ritengono che le risposte a tali richieste saranno utili al buon esito degli incontri dei tavoli tecnici. In caso contrario ancora una volta i lavoratori della Giustizia saranno esposti al rischio di vedere naufragare per l’ennesima volta gli strumenti di valorizzazione che un CCNL mette loro a disposizione.
Codesta Amministrazione ha dato fino ad oggi importanti segnali di discontinuità rispetto alla inqualificabile passata gestione e per tale motivo confidano in positivo riscontro.
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FP CGIL |
CISL FP |
UIL PA |
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Russo |
Marra |
Amoroso |
Nella trattativa per il rinnovo del CCNL Medici e Dirigenti SSN del 17 Luglio, abbiamo ridefinito il tema delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro, sui quali abbiamo rilevato i punti di avanzamento ottenuti in tema di confronto sindacale, dobbiamo ancora insistere sul “recepimento da parte delle aziende dei lavori dell’organismo paritetico” che ancora Aran non ha accolto.
Si riprende oggi 18 Luglio alle 10 con il confronto sulla retribuzione e distribuzione delle risorse economiche tra salario fondamentale e accessorio, come Fp Cgil presenteremo anche la proposta
per l’indennità di esclusività dei dirigenti delle professioni sanitarie, l’indennità di specificità per tutti i Dirigenti e la definizione delle posizioni fisse degli incarichi con aumento di tutte le clausole di garanzia.
Continueremo poi su orario di lavoro.
Qui il report integrale dell’incontro.
Come anticipato nel corso della riunione con le organizzazioni sindacali, la commissaria Micaela Gelera ha deciso di affrontare entro luglio le questioni relative ai concorsi pendenti, ivi compreso il concorso per consulenti di protezione sociale, di cui si attende lo scorrimento finale della graduatoria.
Con riferimento a quest’ultimo, la volontà di accelerare i passaggi formali corrisponde alla necessità di garantire una celere immissione in ruolo, possibilmente già nel mese di settembre.
La coincidenza temporale con la stagione autunnale, e con l’inizio dell’attività scolastica, non può passare sottotraccia in un ente che dovrebbe sempre puntare alla tutela della genitorialità.
Sarebbe opportuno, allora, procedere con una tempestiva definizione delle assegnazioni, per consentire a ogni mamma o papà che si appresta a entrare in Istituto la possibilità di programmare il proprio trasferimento in serenità, valutando le alternative formative per i propri figli.
Riteniamo sia, questa, una strada facilmente percorribile, anche sulla scorta dell’esperienza maturata con le prime due immissioni del 2023, una strada che risponderebbe alla volontà, manifestata dall’ente durante tutto il concorso, di venire incontro a esigenze e istanze dei lavoratori in un clima che garantisca il benessere organizzativo.
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FP CGIL – INPS |
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Antonella Trevisani |
A seguito della richiesta di chiarimenti della Fp Cgil VVF in merito l’ ipotesi di accordo negoziale delle specialità pubblichiamo la risposta
Pubblichiamo la nota di chiarimenti riguardo le assenze consentite e la data d’esame finale per il corso di formazione per il passaggio alla qualifica di Capo Squadra decorrenza 1.1.2022
A tutte le strutture
Ai lavoratori del MIT
Si è tenuto venerdì scorso l’incontro per l’informativa sulla bozza di riorganizzazione del Ministero.
Il Capo di Gabinetto ha illustrato le modifiche che interverranno sull’attuale assetto del Ministero, già oggetto di riorganizzazione con D.P.C.M. 23 dicembre 2020, n. 190 e D.P.C.M. 25 giugno 2021.
Dallo schema presentato è emersa l’intenzione dell’Amministrazione di passare da tre a quattro dipartimenti con l’istituzione, quindi, di un dipartimento specifico che si occupi di personale, affari generali e digitalizzazione. Come FP Cgil abbiamo accolto positivamente l’istituzione di tale dipartimento posto che la volta scorsa avevamo sollevato tale questione.
Da una prima ricognizione nulla cambia rispetto alle individuazioni e alle attribuzioni degli uffici periferici territoriali (provveditorati a motorizzazioni).
Abbiamo rilevato come nella proposta manchino:
-le strutture periferiche delle Capitanerie di porto;
-la dotazione organica prevista, sia per la dirigenza che per il comparto.
Restiamo in attesa che l’informativa ci venga inviata ufficialmente in modo da poter assumere valutazioni più compiute alla luce di un testo definito
la Coordinatrice nazionale MIT p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Al Sig. Capo di Gabinetto
Cons. Francesco Gilioli
Osservazioni sullo schema di decreto ministeriale concernente la riorganizzazione del sistema museale
Il provvedimento interviene ancora una volta, in modo parziale, sull’apparato organizzativo ministeriale ridisegnando il sistema museale, tramite una doppia operazione: l’aumento dei Musei elevati a livello dirigenziale generale (3) e l’ulteriore proliferazione di musei autonomi di seconda fascia (17), con il risultato di aumentare il numero dei musei dotati di autonomia, portandoli da 44 a 60. Inoltre si interviene sulla distribuzione delle posizioni dirigenziali di seconda fascia nelle Direzioni generali, diminuendo di 2 posizioni la Direzione generale creatività contemporanea ed aumentando di una posizione la DG Musei e la DG Cinema.
Tale operazione viene finanziata da un aumento della dotazione dirigenziale, pari a complessive 11 unità di cui 5 dirigenti generali e 6 dirigenti di seconda fascia, e da una riduzione di posizioni dirigenziali conseguenti all’accorpamento ed alla riduzione di musei autonomi diseconda fascia (4), dalla rimodulazione delle posizioni nelle Direzioni generali e dalla prevista soppressione ancora non precisata di alcune Direzioni Regionali Museali che verranno accorpate ai Musei autonomi.
Pertanto uno schema sostanzialmente in linea con la filosofia organizzativa che ha ispirato la riforma Franceschini, con una scelta che non mette in discussione la divisione operata tra i cicli di tutela e quelli volti alla valorizzazione e che produce un modello estremo di autonomie museali, con una conseguente frammentazione territoriale ed una residualizzazione delle direzioni regionali museali, che subiscono un oggettivo ridimensionamento. Si interviene quindi individuando nelle direzioni regionali il vulnus più evidente della riforma Franceschini e nella proliferazione delle autonomie la soluzione organizzativa ritenuta più efficace per il rilancio dei luoghi della cultura interessati da questa operazione.
Vi sono una serie di osservazioni critiche verso la qualità di questo ennesimo intervento nella carne viva dell’organizzazione ministeriale che proviamo ad elencare di seguito:
• Si concorda con la riduzione di 2 posizioni dirigenziali della DG Creatività contemporanea, che apparivano del tutto ridondanti rispetto all’organico ed alle competenze assegnate. Di converso l’aumento di una posizione dirigenziale alla DG Musei ed alla DG Cinema occorrerebbe sia accompagnata da un rafforzamento dell’organico, essendo l’attuale totalmente insufficiente rispetto ai carichi di lavoro assegnati;
• la riorganizzazione opera quasi esclusivamente sul versante museale utilizzando allo scopo quasi tutte le risorse disponibili derivanti dall’aumento della dotazione dirigenziale. Non riteniamo sufficienti al riguardo le rassicurazioni ricevute rispetto all’impegno di valutare interventi sui settori che si occupano della tutela del patrimonio culturale, a meno che questo non significhi, ad esempio, un ulteriore aumento della dotazione dirigenziale che reintegri posizioni dirigenziali sottratte ai settori della tutela dai successivi interventi riorganizzativi;
• si assiste ad una proliferazione di strutture organizzative complesse, con la previsione di organizzazioni strutturate con la stazione appaltante, senza che vi possa essere, stante l’attuale situazione sia dell’organico di fatto che di quello teorico, la possibilità di dotare le strutture di un fabbisogno adeguato. Solo a titolo di esempio alcuni musei autonomi previsti (Capri, Ville Monumentali della Tuscia, Preneste e Gabii, ecc.) sono del tutti privi di un minimo apparato tecnico-amministrativo e con pochi addetti alla vigilanza. Per poter pensare ad un fabbisogno utile all’efficacia di questa operazione occorrerebbe recuperare i tagli agli organici prodotti dalle manovre di spending review e valutare una profonda revisione del fabbisogno professionale e un piano straordinario di occupazione. Altrimenti si produrrà l’effetto scatole vuote che caratterizza ancora oggi gran parte delle autonomie definite negli anni precedenti. Inoltre non è chiaro che l’individuazione dei
nuovi Musei autonomi comporterà da parte di questi aggregazioni di altri siti, ad esempio i Musei archeologici di Venezia e della Laguna e le Residenze Sabaude.
• il ridimensionamento delle direzioni regionali museali ne certifica l’inutilità rispetto all’obiettivo posto originariamente dalla riforma, che era quello della valorizzazione del patrimonio diffuso con intrecci che dovevano essere funzionali alla ricomposizione complessiva del ciclo dell’offerta culturale legata agli specifici sistemi museali, coinvolgendo gli enti locali. Con questa operazione vengono sottratti alle direzioni regionali luoghi della cultura significativi ed in molti casi trainanti anche dal punto di vista degli introiti da bigliettazione. Ad esempio l’operazione che sottrae alle Direzioni Museali di Roma e del Lazio Castel S. Angelo, il Pantheon, Palestrina, Villa Lante e Palazzo Farnese, che produce forti criticità anche sul piano del riassetto logistico dei centri amministrativo gestionali che interessano questa rimodulazione, rendendo peraltro quasi inutile la distinzione operata tra le direzioni di Roma e del Lazio. Così come l’istituzione delle Residenze Sabaude rende del tutto irrilevante l’esistenza della direzione regionale museale. Se si rapporta questo contesto con l’aumento generalizzato dei biglietti di ingresso il risultato rimane la progressiva marginalizzazione del patrimonio diffuso da un sistema integrato di offerta dei servizi culturali, con la conseguente permanenza di una condizione di non riconoscibilità dei luoghi della cultura cosiddetti minori;
• non si ha ancora contezza della collocazione delle restanti due nuove posizioni dirigenziali generali derivanti dall’incremento previsto dal DL 44/2023;
• da ultimo, non certo in ordine di importanza, appare sempre più improcrastinabile una profonda modifica dei criteri di selezione dei direttori, sottraendoli a procedure che non rassicurano certo rispetto a fattori discrezionali che sono insiti nella norma da cui traggono origine. Da questo punto di vista sarebbe del tutto opportuno ripristinare i meccanismi di reclutamento ordinari tramite un pubblico concorso. Da quanto riusciamo a percepire non ci pare che si intenda procedere in tale direzione.
Le criticità rilevate non possono prescindere dalle valutazioni di ordine sistemico che abbiamo da sempre posto rispetto alle scelte di riorganizzazione operate a partire dal 2014 e che riguardano l’artificialità di una visione organizzativa che ha prodotto soluzioni che hanno impoverito oltremisura il tessuto produttivo legato ai settori della tutela e che hanno promosso una visione ideologica basata sull’idea che il patrimonio culturale produca sviluppo unicamente in correlazione con il turismo. Visione che viene riproposta in termini ancora più accentuati dall’attuale Direzione politica, ne fanno fede le varie dichiarazioni del Ministro sulla necessità di monetizzarne la fruizione e le conseguenti decisioni di un aumento generale dei biglietti di ingresso dei Musei e della discutibile decisione di far pagare l’ingresso del Pantheon di Roma.
Invece altre sono le questioni e le priorità che, a nostro avviso, dovrebbero caratterizzare gli indirizzi programmatici, a partire da interventi straordinari sui livelli occupazionali e da una generale regolazione di un mercato del lavoro che registra i più elevati tassi di sfruttamento del lavoro esternalizzato fino ad arrivare ad una necessaria rivisitazione di scelte organizzative che hanno impoverito l’organico professionale senza produrre grandi effetti sul piano di una effettiva valorizzazione del patrimonio culturale diffuso. Si tratterebbe, sempre a nostro avviso, di avere una visione strategica che rilanci la funzione strutturale della tutela del patrimonio operando una ricomposizione dei cicli lavorativi ed un conseguente investimento basato sulla crescita professionale ed occupazionale e sull’idea di coesione sociale che la conoscenza diffusa e la fruizione consapevole del patrimonio stesso può produrre.
Spiace constatare che, indipendentemente dall’appartenenza politica, questa visione non sembra attecchire nella politica ed anche in questo caso dobbiamo purtroppo registrare una ulteriore occasione persa per contrastare il declino del Ministero.
FP CGIL MIC UIL PA MIC
C. Meloni F. Trastulli
Pubblichiamo il comunicato del Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF il quale ancora una volta evidenzia la necessità di mantenere il distaccamento di di Menaggio (CO) come sede disagiata
Pubblichiamo le indicazioni impartite dalla Direzione Centrale per l’Emergenza riguardo la recente emergenza mal tempo che ha colpito l’Emilia Romagna. Confermata l’attivazione dell’ICS Sala Crisi Nazionale in assetto S1. Periodo dall’11 al 17 luglio 2023.
Al Segretario generale Pres. Franco Massi
Al Vice Segretario generale Cons. Francesco Targia
Alla Dirigente generale Gestione Risorse Umane Dott.ssa Daniela Greco
Alla Dirigente per il Servizio Disciplina del Rapporto di lavoro Dott.ssa Pinuccia Montalto
e p.c.
All’Ufficio Relazioni Sindacali Al Personale della Corte dei conti
Oggetto: Richiesta di aumento del numero di giornate di lavoro agile fruibili a causa dell’eccezionale rialzo delle temperature.
Con la circolare del Segretario Generale n. 21 del 17 maggio u.s., si ravvisava la possibilità, laddove la temperatura esterna percepita avesse superato i 40 gradi, e fosse conseguentemente emanato un bollettino di allarme dal Dipartimento Protezione Civile, di aumentare il numero dei giorni di smart working fruibili dai lavoratori al di là dei 92 attualmente previsti. Si apprende dai media che nei prossimi giorni molte città della penisola saranno interessate da un eccezionale rialzo delle temperature che supereranno per numerosi giorni consecutivi, i 40 gradi, a causa dell’anticiclone “Caronte”. Pertanto, alla luce di quanto rappresentato, le scriventi Organizzazioni Sindacali chiedono, al fine di tutelare la salute del Personale dell’Istituto, di applicare quanto contenuto e diffuso dalla citata circolare, che ad ogni buon fine si allega, nel corso dei prossimi giorni e, in generale, dei mesi estivi allorché si manifestino nuovamente situazioni eccezionali, e di favorire una più elevata fruizione delle giornate di smart working per il personale che ha sottoscritto il relativo accordo individuale. Una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata, inoltre, ad avviso delle scriventi, alle Lavoratrici ed ai Lavoratori che, pur non rientrando nella categoria dei cd. “fragili” , soffrono di patologie che potrebbero anche aggravarsi per effetto del rialzo delle temperature fino ai livelli che sono stati preannunciati in queste ore. Queste OO.SS., con l’occasione, chiedono, inoltre, di fissare, al più presto possibile, un incontro sul Lavoro Agile, al fine di rivedere, in casi di calamità naturali, di avversità climatiche o di altre situazioni particolari, il limite individuale annuale di giorni di lavoro agile attualmente corrispondente a n. 92. In attesa di un urgente riscontro alla presente richiesta, si saluta cordialmente.
S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero C. Visca M. Centorbi