Pubblichiamo la nota di convocazione di incontro per la sottoscrizione dell’ipotesi accordo in merito l’armonizzazione del personale delle specialità del Corpo VF  con quella delle Forze di Polizia inviato dal Ministero della Pubblica Amministrazione

Così come già anticipato, si è svolto ieri pomeriggio, 14 giugno, un incontro tra le OOSS e i Vertici dell’Istituto avente ad oggetto “procedure informatiche – situazione attuale e prospettive future” preceduto, la sera prima, dall’invio delle ormai consuete slide di presentazione.

Gran parte della riunione è stata dedicata alla illustrazione delle strategie digitali, in prospettiva futura (triennio 2023-2025), argomento sicuramente affascinante ma con poca attinenza con quello che è stato uno dei motivi alla base dello sciopero nazionale del 21 aprile scorso, che fotografava la realtà quotidiana di migliaia di lavoratori e lavoratrici dell’Inail, sicuramente più interessati alla situazione informatica attuale che ai massimi sistemi teorici e che oggi si “accontenterebbero” di avere procedure funzionanti e PC aggiornati e veloci per poter rispondere in maniera adeguata alle sacrosante aspettative dell’utenza di un servizio pubblico invece di continuare ad accumulare su di ulteriore stress da lavoro.

Purtroppo, ancora una volta, nessuna risposta è arrivata dalla DCOD in merito ai blocchi e ai malfunzionamenti informatici (reali e non eventuali), peraltro riportati solo ed esclusivamente a CarCli e GRAI e non, come da noi denunciato negli ultimi 5 mesi, a SGP, Agenda Sanitaria e RisPacs, ovvero le procedure che sostituiranno definitivamente

dal 1 gennaio 2024 – quelle attuali.

SGP, la cui sperimentazione è ripartita dal 1 giugno u.s., senza peraltro neanche un’informativa sindacale preventiva al tavolo nazionale, continua a non funzionare persino nell’ambiente di addestramento, figuriamoci nella realtà. Così come non funziona Agenda sanitaria e RisPacs e, se diamo atto all’Amministrazione di aver messo in campo il c.d. “ascolto attivo” nei territori, attraverso l’invio del personale della DCOD nelle sedi, è altrettanto chiaro che non si è andati nella direzione della “comprensione attiva”, fermandosi alla mera constatazione dei problemi esistenti, senza che ciò si sia tramutato in soluzioni concrete o, almeno, in previsioni di tempistiche per le stesse.

Anche l’impegno assunto mesi fa di provvedere alla sostituzione complessiva dei dispositivi attuali con quelli di tipo notebook, l’unico per la quale c’era una scadenza certa – 30 giugno 2023 – rischia di slittare a tempo indeterminato nonostante, laddove si sia già attuata, abbia rappresentato una boccata d’ossigeno per il personale che ne ha beneficiato. A tal proposito, facciamo sommessamente notare che il personale che continuerà ad essere sprovvisto di PDL Agile non potrà accedere allo smartworking (il cui regolamento è in fase di definizione al tavolo aperto con le OO.SS.), salvo che non sia in possesso di una propria dotazione informatica.

Al disagio quotidianamente vissuto nelle sedi, si aggiunge quello legato agli atteggiamenti irricevibili da parte del personale esterno impiegato nel sistema di Service Now, che, ad ogni apertura di ticket, si sente in dovere di “bacchettare” i lavoratori e le lavoratrici Inail come se ad essere inadeguate non fossero le procedure ma il personale stesso, ritenuto evidentemente, da chi non ne avrebbe alcun titolo, incapace del compito assegnato. A tal proposito, abbiamo chiesto di intervenire per mettere al più presto fine a questo inaccettabile atteggiamento attraverso il quale una committenza esterna si comporta da direzione del personale Inail!

Sia chiaro che la spregiudicatezza con la quale i Vertici insistono, da una parte, a non prospettare soluzioni e dall’altra ad aumentare il volume delle attività, continuando a non prendere in considerazione la carenza enorme di personale – aggravata a breve da ulteriori pensionamenti – non ci vede rassegnati, ma sempre più convinti nel proseguire nel percorso che ci ha portato ad uno degli scioperi più partecipati della storia nella PA.

Riteniamo che il rispetto dei lavoratori passi anche, se non soprattutto, dal rilascio di mezzi idonei adeguati allo svolgimento dell’attività lavorativa e non dal continuo inoltro di procedure malfunzionanti.

Del resto possiamo mai fidarci di chi oggi sostiene a spada tratta l’ineluttabilità delle nuove procedure e contestualmente, a distanza di 4 anni, ammette candidamente, che il rilascio della procedura Agenda self service, con quelle modalità improvvise e non formando il personale previamente, fu un errore. Peccato non aver dato retta già allora ai rappresentanti dei lavoratori.

Chiudiamo con una piccola parentesi “fuori sacco” emersa nel corso della riunione.

Abbiamo appreso che nel Consiglio dei Ministri n. 39, convocato per le 18 della giornata odierna, dovrebbe andare in approvazione un decreto legge recante “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della pubblica amministrazione, di sport e per l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica 2025” che, in sede di conversione, dovrebbe vedere riproposti (e accolti, speriamo) gli emendamenti già avanzati da Inail nel cd. Decreto PA.

In considerazione di ciò, abbiamo fatto presente che per noi è imprescindibile che in quella sede vengano presentati e sostenuti TUTTI gli emendamenti precedentemente consegnati alla Funzione Pubblica, ivi compreso quello di modifica dell’articolo 52 del decreto legislativo 165/2001 (v. comunicato del 8 giugno u.s. “Continuavano a chiamarla coerenza!”), evitando di accedere all’idea proposta dalla stessa FP di inserirlo all’interno del prossimo decreto milleproroghe dove, trattandosi di un emendamento di modifica di una norma e non di una proroga di termini legislativi, potrebbe essere facilmente dichiarato inammissibile per estraneità di materia.

Per quanto riguarda, invece, l’emendamento riferito ai 75 colleghi già in attesa di scorrimento della graduatoria della selezione interna (cd. Madia), nel ribadire con forza che tale situazione deve trovare assoluta e celere soluzione, siamo stati informati che lo stesso verrà consegnato anche al Ministero del Lavoro.

Sia chiaro, queste proposte emendative rappresentano solamente una prima parziale risposta alle legittime rivendicazioni espresse dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Istituto. In attesa dell’arrivo del Commissario, non possiamo non ribadire fin da ora la necessità di intervenire politicamente affinché l’INAIL venga concretamente e sufficientemente potenziato.

In assenza di risposte, queste OO.SS. non arretreranno: la mobilitazione non si fermerà e un nuovo sciopero sarà inevitabile!!!

FP CGIL

CISL FP

UILPA

USB PI

ANMI

Mercanti

Molinari

Paglia

Mencarelli

Norcia

 

Si e’ svolto ieri il previsto incontro a Persociv sul Nuovo Ordinamento Professionale e la definizione delle competenze professionali. In via preliminare, come Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa abbiamo evidenziato il permanere di relazioni sindacali insoddisfacenti che non consentono la rapida risoluzione delle problematiche. In riferimento alle Competenze Professionali, per le quali abbiamo presentato delle proposte organiche, abbiamo sottolineato:
– La necessità di dettagliare le competenze per impedire che il nuovo sistema, caratterizzato da una profonda flessibilità, possa consentire un impiego dei lavoratori in una pluralità di mansioni tra loro non coerenti;
– L’opportunità di modificare radicalmente lo schema proposto dall’Amministrazione per favorire una migliore comprensione dell’impianto;
– La necessità di non svilire le competenze dell’area dei Funzionari, anche nella consapevolezza che le Elevate Professionalità avranno numeri contenuti perché particolarmente costose;
– L’esigenza che la definizione delle Competenze, argomento della riunione del prossimo20 giugno, consentirà di completare il Nuovo Ordinamento Professionale, indispensabile per garantire le progressioni economiche orizzontali e verticali;
Infine, nel sottolineare la necessità di concludere l’accorso al piò presto, abbiamo sollecitato la pubblicazione del Regolamento del Lavoro agile, non ancora emanato per le perplessità su chi dovrebbe firmarlo.

FP CGIL                   CISL FP             UIL PA
Francesco Quinti      Massimo Ferri   Carmela Cilento
Roberto De Cesaris  Franco Volpi

Vigili del fuoco, Fp Cgil in piazza a Roma: “difendiamo le specialità”
Roma, 15 giugno “Questa mattina, a Roma, in Piazza dell’Esquilino, una delegazione di lavoratori appartenenti alle specialità del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha manifestato il proprio dissenso sul nuovo metodo che l’amministrazione intende adottare sulla ripartizione delle risorse legate all’indennità specialistica. Dividere il personale indirizzando le risorse in maniera gerarchica è la scelta più sbagliata per le specialità: uno specialista (aeronavigante, sommozzatore e nautico) è tale a prescindere dalla qualifica ricoperta. Ciò che fa la differenza, ed è ciò che rivendichiamo, sono le abilitazioni possedute e l’anzianità di brevetto”. E’ quanto si legge in una nota di Funzione Pubblica Cgil VVF.
“Già il 2 maggio scorso – prosegue il comunicato – circa 1000 lavoratori su 1400 avevano espresso la loro contrarietà a tal punto da far saltare la firma dell’accordo. Oggi la Fp Cgil VVF, con la rappresentanza dei lavoratori in piazza, ha inteso rafforzare il concetto, più volte espresso, che per ottenere un aumento in busta paga c’è sempre tempo, per perdere i diritti ci vuole un attimo”.

A S.M.D.
A S.M.E.
A S.M.M.
A S.M.A.
A PERSOCIV

FPCGIL – CISLFP – UILPA hanno più volte rappresentato all’Autorità Politica ed a tutti gli elementi di organizzazione in indirizzo per conoscenza, la necessità di un intervento affinché la situazione venutasi a verificare per effetto della corresponsione di arretrati non dovuti al personale militare transitato nei ruoli civili, fosse risolta attraverso l’adozione di provvedimenti volti a:

– Quantificare il debito per ogni dipendente;
– Avviare le procedure di recupero delle somme attraverso un accordo con il dipendente stesso sulla rateizzazione e le modalità di restituzione.

A distanza di mesi invece, registriamo comportamenti difformi – a volte incomprensibili, che danneggiano il lavoratore che in questo caso, giova ricordare, è vittima degli errori commessi da un
sistema di gestione stipendiale che è stato più volte dichiarato inaffidabile ed inadeguato dalle scriventi OO.SS.
Questo lo scenario:
Nella maggior arte dei casi il debito non è stato quantificato motu-proprio dall’Amministrazione che non provvede a detta quantificazione nemmeno su espressa richiesta del dipendente;
In altri invece si sta provvedendo al recupero senza accordi con i dipendenti;
In altri ancora il recupero si riferisce a somme maggiorate di tasse già pagate alla fonte nel momento dell’errata corresponsione di arretrati non dovuti.
FPCGIL – CISLFP – UILPA ritengono che sia giunto il momento di risolvere definitivamente il problema.
Si chiede pertanto di dare precise indicazioni a tutti gli indirizzi indicati per conoscenza affinché diano disposizioni immediate ai propri Uffici Amministrativi, di operare sulla problematica in modo omogeneo e comunque evitando in ogni modo di creare altre difficoltà e disagi alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti.

FP CGIL                    CISL FP              UIL PA
Francesco Quinti      Massimo Ferri     Carmela Cilento
Roberto De Cesaris  Franco Volpi

Si è svolto ieri l’incontro convocato dall’amministrazione per la gestione uniforme del lavoro agile presso gli uffici centrali e periferici del MIT.

Preliminarmente, abbiamo consegnato una nota in cui si è rappresentata la paralisi nell’attività di pagamento dell’incentivo per funzioni tecniche in alcuni casi dal 2014, in altri dal 2016. È evidente che, nonostante i chiarimenti della Direzione del Personale, tutti i Provveditorati riscontrano difficoltà nell’esperire l’iter per il pagamento indicato dall’UCB e recepito dall’amministrazione. Come FP Cgil, abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà, in punto di diritto, rispetto alla pretesa dell’UCB di normare ex post, quanto determinato antecedentemente, sia in sede di regolamento che in sede di DM n.204/2021. In ogni caso abbiamo richiesto al Direttore Generale del Personale di farsi carico di chiarire ulteriormente ai Provveditori l’iter necessitato secondo l’UCB, fermo restando che, laddove la soluzione prospettata dal MIT non dovesse trovare applicazione entro l’autunno prossimo, ci rivolgeremo ai legali per l’emanazione dei relativi decreti ingiuntivi.

In seconda battuta, visto che come FP CGIL avevamo richiesto l’integrazione dell’odg con la questione degli scorrimenti delle graduatorie da concorso riservato per il passaggio dalla seconda alla terza area, la discussione si è aperta sul punto con l’amministrazione che ha ribadito, vista la nota della funzione pubblica e l’impossibilità per la stessa di procedere all’escussione della graduatoria, di essere disponibile a individuare altra soluzione nell’alveo della normativa vigente che consenta il passaggio di area agli interessati. Abbiamo richiesto, pertanto, l’attivazione di un tavolo tecnico, al fine di individuare le giuste pesature degli elementi previsti dall’art.18 del CCNL per poter cominciare a esperire, nel più breve tempo possibile, le procedure previste per i passaggi di area in deroga (passaggi che possono avvenire senza il necessario titolo di studio). Abbiamo, infine, sostenuto la necessità che, accanto allo strumento del passaggio di area, dovrà necessariamente attivarsi anche lo strumento dei differenziali stipendiali, in modo da consentire un beneficio economico a tutti I lavoratori del MIT.

Si è poi passati a discutere del punto all’ordine del giorno. L’amministrazione ci ha proposto di rivedere il contenuto delle circolari sul lavoro agile e lavoro da remoto redatte a seguito del confronto espletato con le OO.SS. lo scorso anno. Sul punto ci siamo resi disponibili ad un nuovo confronto e pertanto abbiamo chiesto di ricevere una proposta compiuta da parte dell’amministrazione. Nelle more della discussion abbiamo chiesto che l’amministrazione emanasse una circolare che proroghi al 31 agosto prossimo le attuali modalità. Ovviamente per quanto riguarda i lavoratori cosiddetti “fragili” o altre situazioni che il legislatore volesse ritenere meritevoli di tutela, si rinvia ad eventuali atti normativi che, nel frattempo, dovessero essere emanati.

la Coordinatrice nazionale MIT  p. la Fp Cgil Nazionale

Carmen Sabbatella                    Paolo Camardella

Si è tenuto l’8 giugno 2023, in modalità ibrida, l’incontro del Comitato Dialogo Sociale Europeo su Governi Locali e Regionale.

I punti esaminati sono stati:

1. Orario di lavoro. Presentazione del nuovo rapporto sull’attuazione della direttiva, da parte della Commissione Europea;

2. Direttiva sulla trasparenza del salario. Presentazione da parte della Commissione
Europea;

3. Anno Europeo sulle competenze. Scambio di opinioni con il Comitato delle Regioni
(CoR);

4. Crisi energetica. Presentazione dello studio di “Energy Cities”;

5. Aggiornamenti sui progetti in corso.

Pubblichiamo il report integrale di Enrico Lobina member FP CGIL del LRG Committee.

A seguito della mancata conciliazione in merito le sedi disagiate della provincia le Strutture Territoriali Fp Cgil VVF , Fns Cisl e Confsal VVF chiedono unitariamente l’incontro del Sig. Prefetto

Pubblichiamo il decreto del regolamento recante modalità di svolgimento del concorso pubblico per l’accesso alla qualifica di vice direttore ginnico-sportivo del CNVVF, ai sensi dell’articolo 190 del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217

Pubblichiamo la nota del Coordinamento regionale Fp Cgil VVF con la quale evidenzia le difficoltà nel garantire un adeguato soccorso alla cittadinanza e tutela per le lavoratrici e dei lavoratori

L’emergenza Vigili del Fuoco nel comune capoluogo si sintetizza così e ricade sulle spalle di divise così indispensabili eppure così bistrattate. Tutto mentre rischia di innescarsi una nuova stagione estiva incendiaria.
Nella mattinata di oggi, 14 giugno, i problemi nazionali e locali sono state affrontati dalla Funzione Pubblica CGIL in un’assemblea a cui ha partecipato il personale non in servizio del Comando provinciale di Taranto, il segretario della FP CGIL Taranto, Mimmo Sardelli, il coordinatore aziendale Gaetano Lacorte e il coordinatore nazionale dei Vigili del Fuoco della FP CGIL, Mauro Giulianella.Se avessimo chiesto la presenza del personale in servizio con le modalità classiche delle assemblee sindacali probabilmente avremmo posto in serio pericolo la sicurezza del territorio – spiega Mimmo Sardelli.
Così nella sala intitolata a Rosanna Resta le difficoltà dei Vigili del Fuoco intrecciano quelle della comunità che di fronte a gravi incidenti o eventi naturali guarda al corpo come unica ancora di salvezza.
Dal 2019 ad oggi poco o nulla è cambiato – spiega Mauro Giulianella – perché grazie ai fondi del PNRR siamo riusciti a dare una boccata d’ossigeno all’atavica questione dei mezzi obsoleti, ma resta la carenza d’organico e a Taranto soprattutto la carenza di autisti.

C’è poi la questione della cosiddetta seconda chiamata: quella che consente di intervenire su due luoghi contemporaneamente.
La partenza dalla zona Porto non può essere sempre garantita – sottolinea Gaetano Lacorte – perché la ristrettezza di organico ci impone delle scelte di efficienza. Così se mentre siamo impegnati a domare un incendio a Grottaglie e veniamo chiamati per un altro intervento in città a volte siamo costretti a chiedere rinforzi ai distaccamenti di Martina Franca o Castellaneta.

Così mentre i Vigili del Fuoco si occupano della sicurezza dei cittadini, per paradosso sono loro i primi a non poter contare su strumenti di tutela della loro incolumità. Da anni rivendichiamo questo aspetto. I Vigili del Fuoco non hanno l’assicurazione INAIL – specifica Mauro Giulianella – e nessun sostegno in caso di infortuni o malattie, come avviene invece per tutti gli altri comparti della pubblica amministrazione. Il Governo ci deve risposte anche su questo.

 

 

 

 

 

 

 

Al Viceministro della Giustizia

Francesco Paolo Sisto

Al Capo del DGMC

Antonio Sangermano

Al vice Capo del DGMC

Riccardo Turrini

e, p.c. Al Direttore Generale della Dgepe Domenico Arena

Oggetto: presidi UEPE negli istituti penitenziari e presso i Tribunali Ordinari.

E’ stata portata all’attenzione delle scriventi OO.SS. la nota della Direzione generale per l’esecuzione penale esterna e di messa alla prova del 25.05.2023 n. 33979 riguardante la “Sperimentazione presidi Uepe negli istituti penitenziari”.

Apprendiamo così che codesta DGEPE intende proseguire nell’intento di istituire presidi della probation giudiziaria presso i tribunali ordinari e presidi della probation penitenziaria presso gli Istituti penitenziari, che si prefigurano quali sezioni distaccate degli Uepe, anche se più di un’occasione le scriventi, hanno espresso la propria contrarietà circa il modello organizzativo che si intende attuare.

La decisione di istituire, seppure in via sperimentale, dei presidi della probation penitenziaria negli Istituti Penitenziari, va a snaturare completamente lo spirito dell’Ordinamento Penitenziario che individua gli UEPE come “soggetti esterni” all’organizzazione carceraria dandogli un ruolo di consulenti che si attivano all’atto della specifica richiesta da parte delle Direzioni degli II.PP. (“su richiesta delle direzioni degli istituti penitenziari, prestano consulenza per favorire il buon esito del trattamento penitenziario” art. 72, c. 2, punto e).

Il DPR 230/2000 rafforza ancora di più tale concetto stabilendo che “gli Uffici di esecuzione penale esterna sono ubicati in locali distinti dagli istituti e dagli uffici giudiziari” così da poter coordinare le attività di competenza con quella delle istituzioni e dei servizi sociali che operano sul territorio, proprio a sottolineare la non subordinazione di tale servizio agli II.PP ed ai Tribunali.

Infatti, anche la volontà di avviare dei presidi Map all’interno dei tribunali ordinari, quali sezioni distaccate degli Uepe, va nella Direzione opposta rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente.

Tali decisioni rischiano di modificare profondamente la mission degli UEPE che sono, e devono continuare ad essere, radicati nel territorio, con la loro specifica organizzazione, consolidata nei decenni, che consente, appunto, di raggiungere i territori di competenza, molto ampi e comprendenti luoghi distanti e disagiati rispetto alle sedi. L’altro rischio, forse ancor più grave, sarebbe quello di creare, di fatto, una subordinazione gerarchica sia alle Direzioni degli II. P. che alle Presidenze dei Tribunali, riducendo il ruolo degli UEPE a quello di meri esecutori delle richieste di tali Istituzioni, vanificando tutta l’esperienza maturata nella gestione delle misure di comunità.

I presidi, così come immaginati, sottrarrebbero del personale agli Uffici, per dirottarlo verso realtà istituzionali con organizzazioni e mission radicalmente differenti. L’obiettivo sotteso sembra essere quello di voler rendere il lavoro degli Uepe, non più orientato alla comunità e alle persone sottoposte o da sottoporre a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, bensì a servizio di altri Uffici e relativi professionisti (area educativa degli istituti penitenziari, avvocati, cancellerie dei tribunali, ecc.). La distrazione di personale dalle attività di indagine e di gestione e controllo delle misure e sanzioni di comunità, non potrà che indebolire ulteriormente un sistema già fragile e in grave difficoltà operativa, in un momento quanto mai delicato, in cui ci si attende un aumento esponenziale dei flussi di lavoro, conseguentemente all’approvazione del Decreto legislativo 10 ottobre 2022 n. 150, attuativo della l. 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l’efficienza del processo penale, nonché’ in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.

Nonostante sia previsto un ampliamento di personale, pari a 1092 unità, tra cui anche assistenti sociali ed educatori, si ritiene che tale previsione sia insufficiente a far fronte al volume di attività in carico agli UEPE, in quanto le unità attese andranno a sopperire il personale prossimo al pensionamento. Relativamente ai funzionari pedagogici, nonostante ripetute richieste, non si è avviato ancora un confronto sui peculiari compiti e funzioni che tale nuova professionalità, nell’ambito dell’esecuzione penale esterna, dovrà assumere, in un’ottica multidisciplinare, che miri a valorizzare le singole professionalità evitando rischi di intercambiabilità con conseguente confusione di ruoli e competenze.

Relativamente ai presidi all’interno degli II.PP., su cui non abbiamo letto alcun accordo centrale con il Dap, di fatto non si ravvede il valore aggiunto dell’istituzione di un “unità organizzativa” , rispetto al ruolo e alle funzioni delle cosiddette “antenne operative”, che già concretamente svolgono le attività e perseguono gli obiettivi individuati nell’ipotesi di sperimentazione, presidiando gli istituti uno/più giorni a settimana, come previsto dalla circolare interdipartimentale, a firma congiunta del Capo Dipartimento del Dap e del DGMC.

In merito all’istituzione di presidi multidisciplinari presso i Tribunali, le Istituzioni sollecitano l’accesso e l’avvio in tempi brevi dei percorsi di Messa alla prova o di ogni altro percorso nell’ambito delle nuove misure di comunità ad oggi a disposizione del giudice della cognizione.

Va tuttavia rappresentato che tale concezione risulta in contrasto con l’opportunità di definizione di programmi di trattamento realmente individualizzati, strutturati a partire da un’adeguata valutazione sulla situazione della persona da parte del professionista di servizio sociale, in rete con le altre istituzioni territoriali ed in sinergia con le altre figure professionali previste, effettuata con le opportune tempistiche, che possa portare alla costruzione di percorsi che abbiano una valenza effettivamente ripartiva.

L’istituzione dei presidi presso i tribunali, rischia di cavalcare tale impronta de professionalizzante, depauperando ulteriormente gli uffici UEPE dei funzionari di servizio sociale, già in numero insufficiente a gestire l’ingente numero di casi, destinandoli a compiti di natura meramente amministrativa o di supporto ad altre professionalità, di fatto afferenti ai Tribunali, in rappresentanza dell’utenza, che operano peraltro con natura privatistica.

Va poi precisato che i presidi assottigliano i già minimali spazi per ottemperare al mandato sociale ponendo l’operato dell’assistente sociale dell’Uepe in conflitto con il codice deontologico vigente.

Alla luce di quanto rappresentato, le OO.SS chiedono di sospendere la sperimentazione sui presidi all’interno degli istituti nonché l’istituzione dei presidi presso i Tribunali ordinari. Al contempo, chiedono un incontro urgente sul modello che si intende perseguire, tenendo conto dell’esperienza maturata finora, della mission degli UEPE, in linea con il probation di stampo europeo.

 

FP CGIL

CISL FP

UIL PA

Fuselli

Marra

Amoroso

 

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto