Il perdurare delle mancate relazioni sindacali hanno indotto le Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Usb VVF e Conapo a dichiarare lo stato di agitazione unitario
Ancora una volta il Coordinamento Regionale Fp Cgil VVF nella nota evidenzia le criticità presenti nel reparto volo di Bari
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Confsal VVF, Usb VVF e Conapo riguardo la richiesta di una vera organizzazione riguardo i mantenimenti e retraining, TPSS e SAF basico nel rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori
a seguito della modifica al Decreto Ministeriale 22.052024 riguardo le modifiche dell’allegato B del Decreto del 02.12.2019 la Fp Cgil VVF chiede chiarimenti della cancellazioni degli organici del TLC
Pubblichiamo la risposta del Dipartimento e l’allegato corretto, con il ripristino degli organici TLC
Roma, 31 mag – “Se queste sono le condizioni del ministro non abbiamo altra scelta che chiamare le lavoratrici e i lavoratori alla mobilitazione”. Così Florindo Oliverio, segretario Funzioni centrali della FP CGIL, commenta l’atto di indirizzo inviato dal Ministero della Pa all’Aran per l’avvio delle trattative per il rinnovo del CCNL 2022-2024 dei 193mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici ed altre amministrazioni centrali dello Stato.
“Non solo si chiede di fare le nozze coi fichi secchi dal momento che, con una inflazione nel triennio di oltre il 16 per cento, gli incrementi proposti non vanno oltre il 5,78% a regime. Ma i pochi spiccioli che rimangono, dopo la finzione scenica dell’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale per il 2024 anticipato nello stipendio di dicembre scorso, ora si chiede di distribuirli soltanto a una parte del personale sulla base di valutazioni che, come è ormai certificato dalla Corte dei Conti, nemmeno i dirigenti sono in grado di effettuare per i gravi problemi che attanagliano ormai da oltre un decennio le amministrazioni dello Stato”.
“In questo modo – spiega – oltre il danno la beffa per gli statali. Con l’anticipo di dicembre per molti ci sono stati esborsi fiscali imprevisti ed ora per qualcuno ci sarebbe pure il rischio concreto di dover restituire quanto ricevuto per permettere al ministro di erogare gran parte di quegli spiccioli sul salario accessorio anziché sullo stipendio. Ma come si fa a non vedere che in soli tre anni il comparto ha perso oltre il 20 per cento di addetti, passando dagli oltre 240mila ai 190mila di oggi? Come si fa a continuare a non voler fare i conti con le rinunce a venire a lavorare per lo Stato, a causa di stipendi troppo bassi, o con le dimissioni di chi già c’è, per i carichi di lavoro ormai insostenibili? Il ministro dovrebbe parlarci di come intende impedire la chiusura degli uffici dello Stato in gran parte del territorio, senza più distinzione tra nord e sud del Paese. Ogni giorno vediamo uffici dove diventa un problema anche solo fare le ferie per non far venire meno i servizi ai cittadini”.
“Di recente – osserva ancora Oliverio – abbiamo raccolto la denuncia di un ufficio in Lombardia dove i funzionari in servizio sono solo due, e per giunta marito e moglie, costretti ad alternarsi anche per le ferie. Davvero, di fronte a questo disastro di anni di blocco delle assunzioni e di denigrazioni del lavoro pubblico, il problema del ministro è come misurare l’esperienza professionale senza considerare l’anzianità? Dica piuttosto se mette a disposizione le risorse necessarie per far proseguire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di classificazione del personale con il giusto riconoscimento del lavoro di chi si è tirato su le maniche anche per chi è andato in pensione e non è stato sostituito”.
Nel pomeriggio di mercoledì l’Amministrazione ha trasmesso alle organizzazioni sindacali la bozza finale delle nuove linee guida sul lavoro a distanza. A questo punto attendiamo la pubblicazione del Messaggio Hermes per l’entrata in vigore delle disposizioni, cui seguirà verosimilmente l’invito, da parte delle diverse Direzioni, ad adeguare i contratti individuali presenti nella procedura AULA.
Lavoro agile (Smart working)
Rispetto alla bozza originariamente presentata al tavolo diversi correttivi sono stati adottati. INPS ha:
recepito il disposto del contratto collettivo, correggendo la “dimenticanza” relativa all’adesione su base volontaria;
ripristinato l’obbligo di motivazione a carico del datore di lavoro in caso di recesso da parte di quest’ultimo;
riconosciuto un accesso agevolato ai genitori con figli che non hanno ancora completato il primo ciclo di istruzione o con figli in condizioni di disabilità (l. 104, art. 3 c. 3);
posto un’ulteriore specifica in caso di richiamo in sede del lavoratore per esigenze di servizio (almeno il giorno prima, entro la fascia di contattabilità o entro la fine dell’orario di lavoro) per evitare convocazioni last minute registrate in alcuni territori.
A fronte di alcuni accorgimenti, restano però irrisolte evidenti criticità che abbiamo più volte manifestato al tavolo e che l’Amministrazione dovrebbe fare proprie. Nella fattispecie:
manca l’obbligo di motivazione in caso di non accoglimento della richiesta di accesso al lavoro a distanza;
viene soppressa la programmazione plurimensile che aveva consentito, invece, una sana flessibilità alle strutture;
manca non solo un riferimento al riconoscimento dei buoni pasto in regime di lavoro agile, che da tempo sosteniamo quale elemento essenziale, ma perfino il ristoro economico forfettario, richiamato invece nelle precedenti linee guida quale possibilità;
permane la durata minima di 5 ore per la fascia di contattabilità.
Lavoro da remoto
Discorso analogo può essere fatto sul lavoro da remoto, laddove nel solco del contratto collettivo si apre a una diversa modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che non deve sostituire ma affiancare il telelavoro.
In quest’ottica l’Amministrazione, rispetto all’impostazione originaria, ha corretto il tiro sull’immotivata incompatibilità col lavoro agile, ma non risulta abbia ancora risolto la questione dell’accesso via SPID. Nelle linee guida di prossima pubblicazione l’Amministrazione specifica che, per l’attività da remoto, “devono essere utilizzati i dispositivi tecnologici messi a disposizione del dipendente dall’Amministrazione“, la quale s’impegna, da par suo, a fornire tutta “la strumentazione utile per lo svolgimento della prestazione”.
Attendiamo allora, in tal senso, di capire quale procedura sostitutiva del riconoscimento tramite identità digitale è stata immaginata dall’Amministrazione, così come espresso al tavolo nel corso del confronto dalla parte datoriale.
Ricordiamo che i dipendenti INPS hanno una matricola e tramite essa operano all’interno dell’Istituto: non c’è protocollo di sicurezza che possa comportare l’accesso con credenziali personali, da privati cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Istituto.
Abbiamo chiesto di modificare, e continuiamo a insistere sul punto, tale impostazione o, in subordine, di stipulare un accordo con un Gestore dell’Identità SPID al fine del rilascio delle identità digitali di tipo 4, relative a persone fisiche che agiscono in qualità di dipendenti per conto dell’Amministrazione.
Restiamo in attesa delle novità promesse!
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Alla c.a.
Ministro della Cultura
Dott. Gennaro Sangiuliano
E, p.c.
Capo di Gabinetto del MiC
Dott. Francesco Gilioli
Segretario Generale del MiC
Dott. Mario Turetta
Direzione Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Egregio Ministro,
abbiamo seguito con una certa trepidazione l’annuncio della messa a bando di 100 posti per Elevate Professionalità – una delle più rilevanti novità dell’ultimo CCNL di comparto – sin dal suo primo incontro con le parti sociali a fine 2022.
Avevamo avuto l’impressione che a questo vertice politico non fosse proprio chiarissimo il ruolo delle EP, almeno rispetto alle prime dichiarazioni, ma confidavamo nel fatto che le novità ordinamentali sarebbero state metabolizzate in un tempo medio – lungo anche da noi che abbiamo partecipato alle estenuanti riunioni in Aran e che abbiamo dato molto più che un contributo fattivo alla fisionomia del nuovo Contratto.
Nel tempo e visto l’iniziale stanziamento di risorse per 100 Elevate Professionalità, le 50 unità riservate agli interni sono scese 25 e già questo la dice molto lunga sulla reale considerazione di quanti mandano avanti gli Uffici quotidianamente in perenne sottorganico, contribuendo a mantenere alta la reputazione del Ministero. Ma tant’è. Nei giorni scorsi abbiamo assistito, infatti, con vivo disappunto e stupore alla pubblicazione del bando per 75 Elevate Professionalità che riteniamo ingiusto, inefficace e non coerente con il CCNL, per i motivi che seguono succintamente.
1. A che pro trascorrere un anno sui tavoli negoziali con l’Amministrazione per la definizione di famiglie professionali e posizioni di lavoro (140 pagine di testo), senza poi tenerne conto per la pubblicazione del bando, che di fatto avviene prima che siano chiusi i lavori del tavolo tecnico? In spregio a quanto in via di definizione al suddetto tavolo le EP non devono neanche possedere un titolo post lauream? Si evince dal bando in questione che, praticamente, hanno bisogno di più titoli gli aspiranti funzionari. Tutto ciò non ha alcun senso né sul piano organizzativo né sul piano operativo. L’impostazione di progressiva specializzazione finora costruita per rilanciare l’attrattività del nostro Ministero è stata distrutta con un tratto di penna.
2. Atteso che le EP per loro natura non si caratterizzano per una specificità di profilo, come per i funzionari, ma ne è prevista una per singola famiglia, ci chiediamo poi a che pro investire massicciamente su alcune posizioni di lavoro presenti in 4 o 5 Istituti (sugli oltre trecento che popolano il nostro dicastero) obliterando completamente figure come archeologi e storici dell’arte, i bibliotecari, gli archivisti, comunicatori, amministrativi, ecc.? E si tratta soltanto di esempi parziali e certamente non esaustivi, tenuto conto che l’ordinamento professionale in via di definizione prevede 27 posizioni di lavoro per l’area dei funzionari.
3. Poiché il salario di una EP è di poco inferiore a quello di un dirigente di seconda fascia, l’inquadramento nella quarta area segue la carriera del dipendente. Tradotto: una Elevata Professionalità è per sempre. Ciò significa che una/un lavoratrice/tore della quarta area avrà sempre bisogno di un incarico commisurato all’ inquadramento. Esistono 75 uffici da super esperti nel nostro Ministero, tali da meritare di essere retti da una Elevata Professionalità? Crediamo di no. Tanto più che le EP devono essere intrinsecamente legate all’organizzazione ed alla struttura organizzativa del Ministero e la pubblicazione di questo bando è la conferma che si sta procedendo senza una visione di prospettiva del Ministero. Una lettura più attenta del contratto e del testo in bozza, vi avrebbe chiarito che le EP non sono dei “tecnici pagati come dirigenti anche se non lo sono dal punto di vista gerarchico”, ma sono sovra ordinate rispetto ai singoli profili dei funzionari e coadiuvano la dirigenza, garantendo un’operatività generale di raccordo, coordinamento e promozione dell’attività di diverse unità, impartendo direttive ed istruzioni specifiche per il perseguimento degli obiettivi qualitativi, quantitativi e temporali da conseguire, anche svolgendo attività e funzioni delegate nell’ambito degli uffici a quest’ultimo affidati.
4. Le Organizzazioni Sindacali non sono state coinvolte in alcun modo, neanche al livello di confronto. Spiace anzi che di fatto abbiate reso nullo il lavoro di decine di persone della delegazione di parte pubblica e sindacale che stanno lavorando al protocollo sui profili. Non saremmo voluti intervenire su contenuti che attengono a una prerogativa datoriale; ci sarebbe bastato incontrarla per poterle proporre su quali posizioni ed incarichi era opportuno questo investimento, alla luce della riorganizzazione in atto. Abbiamo il privilegio di raccogliere quotidianamente le grida di dolore di chi “vorrebbe ma non può”, le nostre colleghe e i nostri colleghi, perché non c’è abbastanza personale e perché le rinunce al posto fisso sfiorano ormai da tempo il 30% di quelli messi a disposizione.
5. L’uscita del bando a poca distanza dal voto per l’Europarlamento viene letta come una manovra eminentemente elettorale e non come un’occasione preziosa di riqualificare il personale del Ministero e innalzare la già elevata capacità operativa di chi vi lavora, che di certo non viene elevata con questo bando.
Tutto ciò premesso, signor Ministro, siamo a chiederle, liberi da atteggiamenti pregiudiziali, di ritirare il bando in autotutela e di convocare le parti sociali per un confronto breve ma costruttivo. Saremmo comunque la prima Amministrazione a dare corso (e corpo) a questa parte di Contratto ma con effetti, glielo garantiamo, migliori di una iniziativa frettolosa e poco lungimirante.
Confidiamo in una sua risposta urgente.
Distinti saluti.
FP CGIL Giunta |
CISL FP Nolè Di Stefano |
UIL PA Trastulli |
FLP Satolli |
CONFSAL-UNSA Urbino |
CONFINTESA Alessandro |
USB Blasi |
La FP CGIL Corte dei conti nel sottoscrivere l’ipotesi di accordo Fondo Risorse Decentrate 2022, non può non evitare di allegare la presente nota a verbale a fronte del mancato accoglimento di una irrisoria modifica, richiesta tramite una nota unitaria, ovvero di trasferire l’importo pro-capite di 50€ dall’Indennità Individuale Maggiorata (da 1.350€ a 1.300€) sulla Performance Organizzativa, già decurtata precedentemente per finanziare altri Istituti previsti nell’Accordo.
Si sarebbe trattato di un importo complessivo di 52.675€ che non avrebbe stravolto l’intero impianto.
Riteniamo che l’Amministrazione sia stata insensibile e poco elastica davanti ad una richiesta minima ed irrisoria, che avrebbe però comportato una più equa distribuzione delle risorse.
Si sottoscrive il presente Accordo per addivenire quanto prima alla firma dell’ipotesi di accordo in oggetto e per velocizzare le tempistiche di liquidazione del Fondo.
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
A seguito dell’informativa Pubblichiamo il Decreto del Ministro dell’interno concernente la ridefinizione degli incarichi di funzione ai Dirigenti
Pubblichiamo la nota di convocazione inviata dal Dipartimento riguardo lo schema di decreto del Ministro dell’Interno concernente la graduazione degli incarichi di funzione dei Dirigenti
Roma, 30 mag – “E’ inaccettabile scoprire che in un Paese in cui il fenomeno della povertà educativa è sempre più preoccupante, come denuncia oggi il Rapporto Caritas-Save the children, non sono stati spesi 41 milioni di euro per gli asili nido, tanto che oltre duemila Comuni verranno commissariati. E’ da mesi che sollecitiamo la necessità di spendere tutte le risorse disponibili per ampliare l’offerta di servizi educativi per l’infanzia e in particolare per gli asili nido. L’educazione e la formazione primaria sono un diritto costituzionalmente rilevante che va considerato come parte imprescindibile di una strategia complessiva contro la povertà educativa”.
Lo dice in una nota Tatiana Cazzaniga, segretaria nazionale Fp Cgil.
“Siamo ancora lontanissimi dai target europei: nel nostro Paese il rapporto tra posti disponibili e numero di bambini in età tra zero e 3 anni è in media del 28%. Ciò significa che, in Italia, su 100 bambini trovano posto negli asili nido solo 28, con fortissime differenze territoriali. La media europea – ricorda – è del 37,9%, Spagna e Francia sono oltre il 50%, Olanda e Danimarca arrivano al 74,2% e al 69,1%. Per questo chiediamo che le risorse disponibili vengano destinate principalmente alle assunzioni: solo per coprire il turn over del personale che andrà in pensione ed arrivare alla media di 1 educatore ogni 6 bambini servono oltre 37.000 unità nei prossimi 3 anni. Per fare un vero investimento è necessario assumere ulteriore personale, oltre il turn over. Una richiesta che ribadiamo nel nostro Piano straordinario per l’occupazione”.
“Ogni giorno perso e ogni euro non speso comportano una riduzione dei diritti dei bambini e delle loro famiglie. Noi chiediamo la rimozione dei tetti relativi alle assunzioni di personale degli enti locali e che si superi l’ostacolo legato ai titoli di studio che devono essere, se acquisiti entro il 2002 per gli insegnanti e il 2017 per il personale educativo, equiparati alla laurea, così come previsto dalle norme vigenti. E’ fondamentale investire in assunzioni stabili, in salario, e nel rilancio del ruolo sociale di chi lavora nel comparto socio-educativo”, conclude Cazzaniga.
Nella mattinata di martedì si è tenuto l’incontro tra le organizzazioni sindacali e il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, in vista della relazione programmatica 2025/2027 che l’organo è chiamato a realizzare.
Come FP CGIL abbiamo espresso al CIV le preoccupazioni che abbiamo manifestato all’Amministrazione, rilevando le analogie col quadro dell’anno scorso, una su tutte: la preoccupante carenza di organico che evidenzia un passivo di oltre 3.000 unità su scala nazionale. Rispetto a dodici mesi fa, però, c’è un elemento di rilievo che è impossibile ignorare: l’immissione dei consulenti di protezione sociale del 2023 si è conclusa e ciononostante si registrano ancora importanti scoperture in alcune aree del paese.
Possiamo chiaramente compensare, nell’immediato, questo delta negativo ricorrendo a mobilità e comandi, ma se non capiamo come Ente che il problema è sistemico – legato principalmente al costo della vita – il rischio è quello di pensare solo in una logica di soluzioni tampone: l’immissione, subordinata ai nulla osta degli enti di provenienza, sarà concessa via via in misura minore, posta la difficoltà attrattiva per tutto l’apparato pubblico e non solo per INPS.
Per questa ragione ritenevamo e riteniamo centrale la mappatura delle criticità d’organico sede per sede, proprio per rendere funzionali i prossimi cicli assunzionali e valorizzare la dimensione di prossimità che è lo storico punto di forza di questo ente. Servono concorsi rapidi, a carattere regionale o macro-regionale.
Occorre, parallelamente, valutare con attenzione tanto le trasformazioni legate al meta-processo quanto, più in generale, l’adozione di un sistema di misurazione della performance su cui attendiamo ancora delucidazioni. Nessuna ostilità preconcetta alle innovazioni, ma è importante evidenziare come le introduzioni tecnologiche – dall’intelligenza artificiale alla revisione complessiva dei processi – debbano sempre ruotare su una valorizzazione delle professionalità INPS, non su una sostituzione o su un indebolimento della presenza fisica. Per “vivere il cambiamento senza paura”, mantra del ministro Zangrillo, è essenziale una programmazione trasparente e condivisa dei percorsi di cambiamento, pena l’irruzione della realtà e la presentazione di un conto salatissimo per tutto il paese.
In questo senso, al di là dell’importanza strategica dei processi formativi su cui come sigla riteniamo essenziale proseguire con una visione d’insieme, non potevamo esimerci dall’importanza di richiamare la costituzione della Quarta Area, approdo per la crescita e asset importante nel nuovo ordinamento professionale. Investire in essa è essenziale, anche per dare piena esecuzione al contratto collettivo.
Abbiamo quindi ricordato un elemento emerso un anno fa e su cui avevamo registrato ampia condivisione: la costituzione di una commissione per le politiche del personale, un segnale d’attenzione e ascolto non scontato né banale, e soprattutto l’ipotesi di intervenire sulla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, fondo alimentato direttamente dai lavoratori e su cui le rappresentanze sindacali dovrebbero avere voce in capitolo.
Concludendo, ciò che quindi abbiamo chiesto al CIV è di dar forza alla centralità dell’utente, esterno ma anche interno. Serve un Istituto che operi per il miglioramento dei servizi, che investa risorse ed energie in processi di semplificazione: pensiamo, come sempre, alle criticità strutturali del SIN, che determinano effetti a cascata non solo per i cittadini ma anche nella corsa spasmodica agli obiettivi delle sedi; serve, altresì, un Istituto che difenda il proprio patrimonio di risorse, battendosi per la deroga al tetto imposto al Fondo dall’anacronistico d.l 75/2017.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo