– Lettera aperta –

Dalla svendita degli Arsenali alla mancata riassegnazione dei
21 milioni di euro ai dipendenti civili: non ci siamo!

Al Ministro della Difesa
On.le Lorenzo Guerini

e, p.c.

Al Sottosegretario di Stato alla Difesa
On. Giorgio Mulè

Al Capo di Gabinetto
Gen. di Sq. Aerea Antonio Conserva

Al Capo di Stato Maggiore Difesa
Amm. Giuseppe Cavo Dragone

Al Capo di Stato Maggiore Marina
Amm. Enrico Credendino

Signor Ministro,
riteniamo fondate le preoccupazioni esternate dalla RSU e dalle strutture territoriali delle scriventi OO.SS. di Taranto con la nota allegata, legittimamente allarmate dall’incedere spedito e manifesto di aziende private che accompagnate nella circostanza dalla locale direzione non hanno fatto mistero dell’intenzione di sottrarre al lavoro e patrimonio pubblico officine, laboratori e strutture dell’Arsenale di Taranto.
Di rilievo nella vicenda è ancora una volta il silenzio opposto dal vertice della Forza Armata, che ormai da anni rifugge il confronto con le rappresentanze sindacali.
Il tema di una indiscriminata esternalizzazione dei servizi resi alle FF.AA., di norma affidati alla componente civile del Ministero della Difesa, posta in rilievo nella circostanza dalle nostre articolazioni territoriali di Taranto per sollecitare l’avvio di un’approfondita discussione tra le parti, non riguarda solo la condizione di quell’Arsenale, ma anche di quello di La Spezia, di Augusta, di Messina e, più in generale, di tutta l’area tecnico operativa e industriale della difesa.
Una situazione grave, che va affrontata prima possibile al tavolo di confronto, a maggior ragione dopo aver ascoltato le assicurazioni fornite dal Sottosegretario delegato nel corso della riunione tenuta lo scorso 17 febbraio, quando, in risposta agli interrogativi avanzati da FP CGIL CISL FP e UIL PA sul futuro degli insediamenti operativi e industriali della difesa, dichiarò la ferma intenzione del Ministero della Difesa di continuare a investire sul lavoro e l’occupazione pubblica.
Parole e impegni già registrati, che puntualmente si traducono in un nulla di fatto, mentre le realtà produttive industriali vedono sempre più compromesse le proprie ordinarie attività istituzionali, anche a causa del mancato avvicendamento della forza lavoro qualificata.
L’inerzia che da tempo registriamo su questo versante, conferma la tesi di chi sostiene si tratti di un preciso e articolato piano di disinvestimento, smobilitazione e svincolo dal perimetro pubblico posto in essere fin dall’approvazione delle legge 244/2012 per consegnare il patrimonio industriale e le sue preziose conoscenze alle grandi aziende e imprese private.
Ipotesi che atterrisce al solo pensiero, e che – sia chiaro – contrasteremo con tutta la forza, i mezzi e gli strumenti di cui dispone il Sindacato Confederale.
Nell’ambito della predetta riunione il Sottosegretario delegato, on. Mulè, sollecitato sulla mancata riassegnazione dei 21 milioni di euro da destinare al Fondo incentivante la Produttività dei lavoratori, riferiva che stava sostenendo e seguendo personalmente un emendamento al c.3431 di conversione in legge del dl 30.12.2021, n. 228 – cosiddetto maxi emendamento – appoggiato trasversalmente da diversi gruppi parlamentari, dicendosi convinto che sarebbe stato approvato.
Come è noto, però, l’emendamento che trattava di quelle risorse economiche non è stato poi approvato in aula, malgrado le convinte assicurazioni consegnate dal Sottosegretario delegato nel corso dell’incontro alle organizzazioni sindacali, e ciò ha legittimamente generato sdegno e scoramento tra i lavoratori, che si sono sentiti presi in giro.
Sappiamo che è stato invece approvato un impegno dell’esecutivo a riproporne il finanziamento con il primo strumento legislativo utile individuato, rispetto al quale – non rileva quale sia – La invitiamo però a far seguire e sostenere più e meglio nel suo previsto iter parlamentare.
In conclusione, Signor Ministro, tenuto conto della rilevanza dei temi trattati nell’occasione, FP CGIL, CISL FP e UIL PA Le chiedono di essere celermente convocate, preferibilmente a tavoli separati, atteso che nella difesa – come già in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati – è storicamente provato quanto sia sempre e solo il Sindacato Confederale a dimostrare la capacità di farsi carico, anche nei momenti più bui e drammatici della vita del nostro paese, delle questioni che riguardano le lavoratrici e i lavoratori civili con una visione d’insieme, l’unico in grado di individuare e proporre sempre soluzioni di interesse individuale e generale.
Restiamo in attesa di cortese urgente riscontro.

Con viva cordialità

FP CGIL                       CISL FP                     UIL PA
Francesco Quinti        Massimo Ferri         Carmela Cilento
Roberto De Cesaris      Franco Volpi

Dopo mesi di silenzio sono ripresi gli incontri del tavolo sindacale con l’amministrazione per informazioni – o meglio, sulle “non informazioni” – sulla mancata perequazione dell’indennità di amministrazione.
In apertura l’Amministrazione, relativamente a questa tematica, ha infatti comunicato che indicazioni utili alla possibile risoluzione della problematica potrebbero emergere solo a seguito dell’incontro programmato per il giorno 9 marzo tra il Ministro del Lavoro e quelli della Funzione pubblica e del MEF.
Quindi, in sostanza, nessuna nuova notizia se non quella che il tema è all’attenzione dei Ministri e che sul versante interno almeno sembra si vogliano riprendere gli incontri ufficiali con le OO.SS.
Nel corso dei nostri interventi abbiamo rappresentato alla delegazione di parte pubblica la nostra insoddisfazione e quella di tutti i colleghi rispetto alla gestione di questa delicatissima fase per l’INL.
L’assoluta mancanza tempestiva di informazioni, e non solo per quanto riguarda l’indennità di amministrazione, è stata interpretata come un segnale di grande disinteresse sulle richieste dei lavoratori ed è per questo che, parallelamente alla materia oggetto dell’incontro, abbiamo rappresentato la necessità di affrontare e risolvere le numerosissime altre questioni che necessitano di essere risolte.
A partire dalla regolamentazione del lavoro agile dopo il 31 marzo con contestuale attribuzione dei buono pasto, alla mobilità, alle progressioni economiche, alle Posizioni Organizzative, alla revisione del SMVP, alla previsione di compensi per i formatori interni, ecc. ecc.
Certo è che se fino ad ora non ci hanno convocato, ora è necessario attendere la fine dello stato di agitazione e quindi la soluzione del problema dell’indennità di amministrazione.
La mobilitazione rimane quindi in piedi e, in assenza di risposte, proseguirà al-meno fino allo sciopero del 18 marzo.

Roma, 7 marzo 2022

FP CGIL       CISL FP          UILPA             FLP        CONFINTESA FP       CONFSAL-UNSA                USB P.I.
M. ARIANO   M. CAVO   B. DI CUIA    A. PICCOLI    N. MORGIA            V. DI BIASI         G. DELL’ERBA /V. SANTURELLI

Pubblichiamo la nota del Dipartimento riguardo l’ iniziativa di solidarietà in favore della famiglia del capo reparto Amato Angelo

Pubblichiamo la nota n.0084978.U del 3.3.2022 di cui all’oggetto

MANIFESTAZIONE DEL 4: ESITI E PROSPETTIVE

Massiccia partecipazione di lavoratrici e lavoratori alla manifestazione dinanzi al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. A loro, venuti non solo da Roma ma da tutte le parti d’Italia per gridare il loro risentimento e la loro indignazione per questa ingiusta ed incomprensibile disparità di trattamento, va il nostro più sentito ringraziamento, così come ringraziamo i tantissimi colleghi che in moltissimi uffici di tutta Italia hanno organizzato presìdi di fronte al loro ufficio o dinanzi alla Prefettura, incontrando i Prefetti e consegnando loro il documento
che avevamo inviato nei giorni scorsi.
Nel corso della manifestazione nazionale di Roma siamo stati ricevuti da una delegazione del Ministero del Lavoro, presieduta dal vicecapo di Gabinetto.
Anche se non sono state date riposte certe sulla risoluzione immediata della questione “indennità di amministrazione”, ci è stato confermato l’impegno politico del Ministro Orlando per cercare di risolvere quanto prima tale ingiustizia.
A tal proposito, dopo averci comunicato che il MEF è stato informato sull’importo delle risorse necessarie per la perequazione e che ci sono già stati incontri tecnici fra i tre dicasteri interessati, il vicecapo di gabinetto ci ha altresì informato che è stato calendarizzato un apposito incontro per il pomeriggio del 9 marzo tra il Ministro del Lavoro Orlando, il Ministro dell’Economia Franco e il Ministro per la PA Brunetta. In quella sede si cercherà di capire bene l’entità precisa delle risorse economiche e del modo in cui reinserire i lavoratori delle due Agenzie ministeriali, precisando altresì che questi importi non coinvolgono i fondi del decreto incentivi agli ispettori, smentendo così alcune ipotesi circolate nei giorni scorsi, che ovviamente non avrebbero trovato il nostro consenso.
Per quanto ci riguarda, abbiamo rappresentato la necessità di stanziare risorse aggiuntive che tengano conto sia delle prossime assunzioni sia degli arretrati a far data dal 1 gennaio 2020, in linea con quanto previsto per le altre Amministrazioni.
Pur apprezzando l’impegno del Ministro Orlando, abbiamo confermato il mantenimento dello stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero nazionale del personale per l’intera giornata del 18 marzo, precisando che la nostra
mobilitazione proseguirà fino a che non avremo risposte certe sulla risoluzione della vertenza.
A conclusione dell’incontro abbiamo rappresentato unitariamente l’esigenza di verificare il finanziamento degli obiettivi del PNRR sul contrasto al lavoro sommerso e l’urgenza di un incontro con il Ministro del Lavoro per discutere delle numerose ed annose criticità dell’INL.
Continuiamo, intanto, con tutte le iniziative di mobilitazione avviate in queste settimane!

Roma, 5 marzo 2022

FP CGIL       CISL FP          UILPA                FLP          CONFINTESA FP       CONFSAL UNSA                USB P.I.
M. ARIANO    M. CAVO      B. DI CUIA    A. PICCOLI    N. MORGIA             V. DI BIASI         G. DELL’ERBA – V.SANTURELLI

A seguito dell’incontro tenutosi presso il polo didattico VVF “Catania” pubblichiamo il resoconto stilato dalla struttura Regionale Fp Cgil VVF

On.le Anna Macina
Sottosegretario alla Giustizia

Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Lucio Bedetta
Direttore Generale del bilancio e della contabilità

Dott. Roberto Tartaglia
Vice Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

Il 31 gennaio scorso si è svolto, presso il Dipartimento per l’organizzazione giudiziaria, l’incontro per concordare i criteri relativi alla terza procedura di progressione economica. All’esito dell’incontro, constatato il mancato inoltro dei dati utili a stabilire quante lavoratrici e quanti lavoratori non avevano beneficiato della progressione economica in occasione delle procedure relative agli anni 2017 e 2018, la riunione è stata rinviata ad altra data.
Ad onta dell’impegno ad inoltrare tempestivamente alle organizzazioni sindacali i dati richiesti, assolutamente necessari per poter formulare proposte tali da consentire la progressione per tutti coloro che sono rimasti fermi al palo dal 2010, purtroppo, a tutt’oggi, le scriventi organizzazioni sindacali non hanno ricevuto né i dati richiesti né la indicazione di una data per proseguire il confronto neppure dagli altri dipartimenti ai quali avevano chiesto di aprire confronto e di fornire in via preventiva le stesse informazioni sulla materia.
Tale inerzia è inaccettabile ed ingiustificabile tenuto conto della circostanza che la procedura de qua deve essere necessariamente avviata nel più breve tempo possibile mediante la pubblicazione del bando in ossequio alla disciplina transitoria prevista dal nuovo CCNL del comparto funzioni centrali in via di definitiva sottoscrizione.
Tanto premesso, FP CGIL CISL FP e UILPA chiedono che codeste Amministrazioni fissino con la massima urgenza un nuovo incontro per la definizione dei criteri relativa terza procedura di progressione economica, previo inoltro dei dati richiesti.
In mancanza di un tempestivo è positivo riscontro, le scriventi organizzazioni sindacali si riservono l’adozione di ogni utile iniziativa a tutela delle legittime aspettative delle lavoratrici e lavoratori.
Distinti saluti

Roma, 4 marzo 2022

FP CGIL           CISL FP               UIL PA
Russo / Prestini          Marra                 Amoroso

Pubblichiamo la convocazione dell’Osservatorio Bilaterale per le Politiche sulla Sicurezza sul Lavoro e Sanitarie Salute e Sicurezza

A seguito del perdurare delle pessime relazioni sindacali le strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Conapo,  sono costrette a proclamare lo sciopero di categoria

PIATTAFORMA RSU MIC 2022

IL MINISTERO DELLA CULTURA AD UN BIVIO

POCA OCCUPAZIONE E ORGANICI RIDOTTI ALL’OSSO

sono stati quattro anni estremamente difficili, di cui gli ultimi due attraversati dalla pandemia che ha comportato una forte riduzione dei servizi culturali. La chiusura dei luoghi della cultura durante i periodi di lockdown ha paradossalmente nascosto l’aggravarsi dei problemi dovuti al progressivo forte calo degli organici interni, che ormai tende a raggiungere la metà del personale previsto. La ripresa delle attività ha svelato la drammatica situazione degli Uffici sul territorio, mentre i concorsi in atto registrano ritardi ingiustificabili, non solo dovuti alla pandemia, ma anche alle farraginosità burocratiche dei meccanismi autorizzativi ed alla centralizzazione delle procedure in capo ad organi esterni al Ministero.

IL MIC E IL PNRR

Su questa situazione di grave crisi organizzativa si innesta la sfida del PNRR, per il quale il Ministero è chiamato a spendere 6 miliardi e mezzo di euro entro il 2026. Una sfida importante che vede il MIC impegnato in una battaglia in difesa del paesaggio a fronte dei gravi tentativi di esclusione dai procedimenti autorizzativi che si sono registrati in modo trasversale anche da settori interni al Governo. Il problema vero a questo punto è la sostanziale incapacità organizzativa ad affrontare una sfida così complessa e il ridondante carico aggiuntivo piomba addosso ai pochi lavoratori rimasti nel ciclo della tutela, senza alcun investimento significativo da parte dei vertici del ministero.

UNA RIORGANIZZAZIONE INTERMINABILE

La riforma avviata dal Ministro Franceschini si traduce in una sequenza interminabile di interventi che continuano ad incidere sulla carne viva dell’organizzazione ministeriale. Gli ultimi provvedimenti hanno portato a 43 i musei autonomi, operato una ulteriore sottrazione di aree archeologiche alle Soprintendenze e ridefinito ancora una volta gli assetti degli Uffici territoriali. La separazione artificiale che si è determinata tra i cicli dedicati alla tutela e quelli volti alla valorizzazione ha prodotto la moltiplicazione di strutture complesse, molte delle quali stazioni appaltanti, a cui non corrispondono investimenti organizzativi adeguati sul piano dei fabbisogni professionali che la stessa riorganizzazione esige. Il risultato è un generale impoverimento delle strutture operative, il mancato decollo delle autonomie ad eccezione dei grandi attrattori, una ulteriore mortificazione del patrimonio museale diffuso sul territorio. In questo contesto si assiste ad un ulteriore inaccettabile marginalizzazione dei sistemi dedicati alla tutela – Archivi, Biblioteche, Soprintendenze e Istituti Centrali – dove, insieme alla grave carenza di personale, si sconta un generale ritardo nei processi di innovazione organizzativa dovuti ad una concezione delle semplificazioni procedurali tutta finalizzata a limitarne i poteri di intervento e le prerogative di tutela e pochissimo attenta ad una corretta rimodulazione dei fabbisogni organizzativi necessaria alla velocizzazione delle prassi amministrative.

IL MIC E LA DIGITALIZZAZIONE

La pandemia poteva essere una utilissima occasione di operare investimenti significativi sulla digitalizzazione delle prassi amministrative. Una opportunità mancata: nelle risorse individuate per il PNRR non risultano investimenti organizzativi in tal senso e la fase di lavoro agile emergenziale, che pur ha visto coinvolta la maggioranza dei lavoratori, ha messo a nudo il drammatico gap tecnologico che pervade l’organizzazione interna. Solo l’1% dei lavoratori in smart working ha operato da remoto con strumenti messi a disposizione dall’amministrazione e ancora oggi non si rintracciano nella programmazione di bilancio risorse significative allocate per queste finalità. Manca una visione strategica rispetto ai benefici che questo servizio pubblico può portare nei cicli di tutela del patrimonio culturale ed i programmi di digitalizzazione contenuti nel PNRR sembrano essere perlopiù rivolti ad incrementare la fruizione dell’offerta culturale aumentando i costi a carico dei cittadini tramite la commercializzazione dei prodotti culturali.

AUMENTA LA DEREGOLAMENTAZIONE DELLE ESTERNALIZZAZIONI

Il depauperamento progressivo degli organici interni ha prodotto ulteriori ampliamenti dei settori in cui si sperimentano forme sempre più diffuse di esternalizzazione che ormai toccano tutti i settori di attività del Ministero. Un processo accompagnato da norme specifiche come quelle che hanno prodotto la selezione dei collaboratori professionali esterni a cui il legislatore ha attribuito compiti di Responsabile Unico del Procedimento, in palese contrasto con il Codice degli Appalti, o quelle che consentono alla società in house, la ALES S.p.a. di selezionare tutte le figure professionali interne e non solo quelle previste per le funzioni di supporto. A questo si accompagna la costante pratica degli appalti al massimo ribasso, con evidenti ricadute sul costo del lavoro che contraddistinguono condizioni diffuse di bassi salari, dumping contrattuale, precarietà strutturale e sfruttamento dei lavoratori esternalizzati.

IL MIC E LA CONTRATTAZIONE

Nel contesto desolante del declino apparentemente inarrestabile del Ministero la nota positiva è lo sviluppo della contrattazione integrativa, molto aiutata dal CCNL, che ha prodotto in questi anni significativi risultati per le lavoratrici ed i lavoratori. Di seguito gli obiettivi raggiunti:

  • una sostanziale tenuta delle risorse del Fondo risorse decentrate. Una attenta gestione della contabilità del Fondo ha consentito di non perdere le risorse spese nel triennio 2015/18 per e progressioni economiche mantenendone intatte le capacità di spesa, anche a fronte dei tagli che le varie normative hanno prodotto nel corso degli anni con l’introduzione del tetto invalicabile del Fondo stesso;

  • un trasferimento delle risorse alla contrattazione delle RSU sostanzioso e superiore alla stessa percentuale prevista dal CCNL;

  • l’ampliamento delle risorse messe a disposizione per le posizioni organizzative e l’estensione della platea dei beneficiari a tutti i settori del Ministero. A questo occorre aggiungere un indennità pari a 4.000 euro l’anno riconosciuta ai funzionari direttori di Archivi e Biblioteche per lo svolgimento di funzioni datoriali;

  • l’incremento sostanzioso delle indennità di turnazione;

  • l’utilizzo permanente e strutturale di risorse extra Fondo per retribuire le prestazioni ricomprese nei Piani di Valorizzazione;

  • l’incremento delle indennità di amministrazione che hanno consentito di diminuire sensibilmente il gap con i valori più elevati di indennità presenti nel settore dei Ministeri;

  • le stabilizzazioni del personale distaccato;

  • la definizione dei passaggi orizzontali;

  • la definizione puntuale dei Protocolli di Intesa sul lavoro agile, che hanno consentito una gestione corretta di questa modalità di lavoro sia nella fase sperimentale che in quella emergenziale, tutelando i diritti contrattuali e sociali dei lavoratori, compreso il riconoscimento del buono pasto;

  • la gestione delle politiche di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, tramite la messa a disposizione delle RSU e degli RLS strumenti essenziali durante la fase più acuta della pandemia;

  • gli ulteriori scorrimenti della graduatoria relativa ai passaggi di area.

TUTTI OBIETTIVI RAGGIUNTI GRAZIE ALLA DETERMINAZIONE DELLA FP CGIL CHE, CON SPIRITO UNITARIO, HA SEMPRE MESSO A DISPOSIZIONE LE SUE COMPETENZE AL SERVIZIO DEI LAVORATORI.

PER UNA NUOVA STAGIONE CONTRATTUALE: QUALI OBIETTIVI E QUALI PROPOSTE

la recente sottoscrizione del CCNL 2019/21 per le Funzioni Centrali apre uno scenario del tutto nuovo alla contrattazione integrativa per le significative novità in esso contenute e che riguardano tutti gli aspetti della vita lavorativa, dalla revisione dei sistemi ordinamentali professionali alla gestione delle risorse del Fondo risorse decentrate, dalla migliore fruibilità delle tutele sociali alla prima regolamentazione contrattuale del lavoro agile e del lavoro da remoto.

Questi gli obiettivi:

  • la stipula dell’accordo di mobilità volontaria. È una delle code contrattuali ancora da definire e l’obiettivo è quello di garantire la possibilità periodica dei trasferimenti su base volontaria dei lavoratori;

  • la revisione dei percorsi e dei profili professionali. L’applicazione del nuovo ordinamento professionale presuppone la revisione dei percorsi di carriera dei lavoratori e dei contenuti professionali dei profili esistenti. Il nuovo CCNL riporta la materia nell’ambito della contrattazione e questo sarà il primo importante passo per porre al centro la questione professionale, che, per la varietà dei profili esistenti, è uno dei nodi centrali che incide sulle prospettive di innovazione dei cicli organizzativi;

  • l’avvio dei processi di riqualificazione giuridica dei lavoratori. Il nuovo CCNL mette a disposizione risorse importanti per i passaggi di area, una quota pari allo 0,55% calcolato sull’ammontare complessivo del costo del lavoro registrato nel 2018, da utilizzare entro il 31 dicembre 2024. Accanto a questo il Piano dei Fabbisogni 2020/2022 prevede l’accantonamento di ulteriori risorse per i passaggi di area già nel 2022. Occorre da subito avviare questi processi tenendo conto delle specificità professionali del Ministero salvaguardando le competenze e le specializzazioni dei lavoratori. La quantificazione dei passaggi dipenderà dalla quantità di risorse assegnate e riguarderà tutto il personale che attualmente si trova in Prima Area e una quota significativa del personale in Seconda;

  • l’istituzione dell’Area delle elevate professionalità. Il nuovo CCNL interviene ridefinendo gli ambiti professionali di questa nuova area e prefigurando un sistema di opportunità di accesso anche per il personale interno. Occorre che la nuova area venga istituita e dimensionata già a partire dal nuovo Piano dei Fabbisogni e che, nel contempo, venga concretamente attivata la possibilità di passaggio del personale interno sulla base dei requisiti previsti dal CCNL (titolo di studio e incarichi gestionali e/o professionali) nella misura del 50% dell’organico previsto;

  • l’avvio di una nuova fase di progressioni economiche. Il nuovo CCNL sblocca e periodizza le progressioni economiche. È necessario rinnovare un patto almeno triennale, ridefinire i criteri sulla base delle previsioni contrattuali, tramite una regolamentazione seria ed oggettiva dei meccanismi valutativi e dell’esperienza professionale;

  • l’avvio di un piano di formazione straordinario del personale, tramite l’utilizzo di quota parte delle risorse aggiuntive stanziate dalla legge (50 milioni di euro), nonché l’individuazione, nei centri di spesa, di quote ulteriori di risorse nel bilancio ordinario, al fine di rispettare la previsione contrattuale che prevede la destinazione dell’1% del monte salario a tale finalità. Il piano dovrà essere incentrato sui fabbisogni concreti espressi dalle specifiche condizioni organizzative, con particolare riferimento ai processi di innovazione digitale, ai temi inerenti la qualità degli ambienti di lavoro ed alle riqualificazioni professionali;

  • l’utilizzo degli incrementi previsti dal nuovo CCNL per i Fondi risorse decentrate, nonché l’abbattimento dei tetti contabili rispetto alla possibilità di recupero di risorse fisse e variabili, per finanziare le nuove progressioni economiche e ampliare le risorse destinate alle posizioni organizzative, comprendendo anche l’individuazione delle posizioni da assegnare in area seconda;

  • il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi nella assegnazione di risorse alla contrattazione di posto di lavoro con percentuali adeguate rispetto alla ripartizione del Fondo e rispettando la piena autonomia delle scelte contrattuali delle RSU;

  • la costruzione di un sistema di valutazione della performance individuale e collettiva che elimini valutazioni meritocratiche astratte e discrezionali tramite una correlazione stretta con gli obiettivi assegnati alle unità organizzative, garantendo meccanismi di tutela effettiva dei lavoratori nel processo valutativo. In tale contesto si colloca la necessità di rivedere i progetti nazionali di efficienza e produttività e di ampliamento degli orari al fine di adeguarli al contesto organizzativo, in particolare per quanto riguarda l’apertura generalizzata a 11 ore, garantendo il mantenimento delle quote di salario accessorio;

  • l’inserimento strutturale della possibilità di lavoro agile per tutti i lavoratori tramite la piena applicazione delle previsioni contenute nel CCNL, anche per quel che riguarda le altre forme regolamentate di lavoro da remoto (coworking e telelavoro);

  • il pieno ripristino della funzionalità dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione e l’implementazione delle attività del CUG in riferimento alle politiche di genere ed al contrasto ai fenomeni di mobbing;

  • la valorizzazione del ruolo degli RLS e lo sviluppo di una cultura della prevenzione, tramite specifici cicli formativi, rispetto ai rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. In tale ambito si colloca la vertenza per il riconoscimento dei rischi derivanti dai lavori insalubri, con l’obiettivo del concreto riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori interessati e la loro regolamentazione tramite una normazione di settore;

  • la gestione del welfare contrattuale tramite un accordo che renda disponibili risorse certe e criteri trasparenti nelle modalità di accesso ai benefici;

  • l’applicazione di forme di tutela assicurativa a tutti i lavoratori impegnati in attività a rilevanza esterna tramite la previsione di specifiche risorse nel bilancio ordinario in applicazione delle previsioni contenute nel CCNL.

Queste le proposte contro il precariato e lo sfruttamento nei beni culturali:

  • un Piano di occupazione straordinaria che contempli il pieno utilizzo delle risorse ordinarie a disposizione dell’amministrazione, attualmente utilizzate per circa la metà del quantum disponibile, ed uno stanziamento straordinario adeguato ai fabbisogni che si dovranno determinare nell’Area delle elevate professionalità, la cui consistenza si aggiungerà all’attuale dotazione teorica. In tale contesto vanno pienamente applicate le previsioni del D. Lgs 75/2017 (Legge Madia) per quel che riguarda il riconoscimento del diritto alla stabilizzazione del personale esterno in regime di collaborazione diretta;

  • una piena revisione delle politiche di esternalizzazione, tramite l’abbattimento nel ricorso ai massimi ribassi negli appalti e la piena applicazione delle clausole sociali di salvaguardia dei livelli retributivi e contrattuali nei cambi appalto. In tale contesto rivendichiamo la revisione normativa delle clausole che estendono l’esternalizzazione alle attività hard core del Ministero, tramite una progressiva reinternalizzazione delle attività strategiche, l’applicazione del CCNL Federculture alla società in house Ales s.p.a., il riconoscimento di trattamenti economici e normativi standard ed in linea con le tariffe presenti sul mercato per le prestazioni di natura professionale, l’estensione del diritto di rappresentanza a tutte le forme di lavoro presenti nei cicli produttivi del MIC.

QUESTE SONO LE NOSTRE PROPOSTE PER DARE FORZA E SOSTANZA ALLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA, RAFFORZARE IL DIRITTO DI RAPPRESENTANZA DELLE RSU, DETERMINARE UN CAMBIO DI PASSO NELLE POLITICHE CULTURALI, RICONOSCERE I DIRITTI DEI LAVORATORI, COMBATTERE IL PRECARIATO E LO SFRUTTAMENTO ED ESTENDERE LA DEMOCRAZIA NEI LUOGHI DI LAVORO.

Il Coordinamento Nazionale FP CGIL del MIC

Roma 4 marzo 2022

Al Direttore generale del Personale e delle Risorse

Dott. Massimo Parisi

Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria

Ai Dirigenti penitenziari

Loro sedi

Oggetto: procedure di conferimento degli incarichi ordinari ai dirigenti penitenziari.

Con riferimento all’incontro odierno, da Ella indetto anche su sollecitazione di questa O.S, riteniamo che preventivamente avrebbero dovuto essere fornite le informazioni – con le relative documentazioni – che questa O.S. ritiene indispensabili per comprendere gli scenari sulla base dei quali l’Amministrazione ha operato/sta operando le proprie valutazioni e sta programmando le proprie determinazioni, in aggiunta agli intenti che l’amministrazione penitenziaria vuole perseguire con l’avvio della “procedura per l’eventuale rinnovo degli incarichi , nei termini di legge”.

Sia la nota del 17 febbraio u.s. ( già commentata da questa O.S con la nota dello scorso 22 febbraio) che l’ interlocuzione odierna non contengono alcuna esaustiva e documentata informativa in grado di esplicitare come Ella intenda operare – vigente il D.M. 28 settembre 2016 ed il D.L. 15 febbraio 2006 n. 63, oltre che le ulteriori disposizioni organizzative indicanti gli incarichi di funzione e la relativa tipologia – non procedendo al rinnovo degli incarichi dirigenziali relativi ai posti di funzione di vice direttore nonché di un numero limitato di incarichi dirigenziali relativi a posti di funzione di direttore di istituto penitenziario di III livello”, così da non rendere trasparente la determinazione di non rinnovare alcuni incarichi, diversamente da altri, come appare intenda fare da quanto scritto nella nota indirizzata alle OOSS .

Nell’ordine, stante il contenuto della nota del 17.02.2022, e quanto comunicato nell’odierno incontro non risultano fornite indicazione e documentazione circa:

  1. Quali siano gli incarichi ordinari recentemente giunti a termine;

  2. Quali siano gli incarichi di prossima scadenza e la data di scadenza;

  3. Quali siano gli incarichi per i quali è stata già avviata – in assenza di alcuna interlocuzione con le sigle sindacali – la procedura per il rinnovo;

  4. Ricognizione delle vacanze organiche criteri con i quali sono state rilevate le criticità;

  5. Se sia stata fatta un effettiva e preventiva ricognizione della situazione sull’intero territorio nazionale, quale base di valutazione e quali le determinazioni derivate;

  6. Quale sia il “peso” che l’amministrazione attribuisce ai Pareri, se espressi e forniti, dei Provveditori e quali i criteri sui cui detti pareri siano stati resi;

  7. Valutazione dell’impatto che l’eventuale mancato rinnovo degli incarichi relativi ai posti di funzione di direttore di istituti penitenziari di III livello avrà sulla presunta soluzione delle criticità;

  8. Elaborazione di un programma di medio /lungo termine per la soluzione delle criticità non limitato e limitabile alla mera opzione rinnovo/non rinnovo di incarichi;

  9. Predisposizione di idonei meccanismi di trasparenza volti a garantire ai dirigenti pari opportunità, onde evitare disparità di trattamento;

  10. Impatto economico complessivo delle eventuali determinazioni in un’ottica di necessaria economicità della gestione della cosa pubblica;

  11. Provvedimento di determinazione dell’Amministrazione a <<sopprimere>> posti di funzione.

In assenza di queste premesse non appare esagerato affermare che non si sia in presenza di alcun esercizio discrezionale di attività amministrativa, assistendosi ad una azione arbitraria sicuramente perpetrata ai danni dei dirigenti penitenziari e completamente disancorata da alcuna seria progettualità volta a risolvere il noto ed annoso problema delle carenze d’organico.

le regole possono essere cambiate in corsa, soprattutto non possono essere cambiate senza un atto di regolazione di pari rango che assicuri preventiva determinazione dei fini, criteri di scelta, modalità di attuazione e durata.

E anche se tale regolazione fosse in corso di predisposizione, sarebbe da ritenere comunque intempestiva non consentendo ai dirigenti di organizzare adeguatamente la propria vita professionale e personale.

L’Amministrazione non pare possedere un quadro analitico chiaro della situazione sulla quale vuole intervenire con la procedura per “l’eventuale rinnovo” degli incarichi né le modalità che intende utilizzare.

Come già precisato, infatti:

  • L’Amministrazione non ha condiviso gli esiti della ricognizione di tutti gli incarichi scaduti ed in scadenza che sembrerebbe avere effettuato, posto che si è auto determinata a modificare quanto stabilito nel 2016, né ha fornito i pareri ed il contributo dei Provveditori, con la precisazione che questa documentazione deve essere portata a conoscenza delle OOSS, oggi chiamate a partecipare ad un confronto in assenza di informazioni necessarie, per metterle in condizione di offrire un fattivo contributo;

  • Sui dati raccolti – incarichi scaduti/incarichi in scadenza/posti di funzione – ci saremmo aspettati di ricevere una indicazione e valutazione degli istituti penitenziari che presentano criticità: valutazione che doveva essere elaborata sulla base di criteri predeterminati e quindi oggettivi in grado di evitare situazione sperequate.

Spiace dover constatare di essere ancora una volta testimoni consapevoli di una occasione persa.

Programmare per tempo, cioè anticipatamente, una mappatura delle criticità ed elaborare preventivamente criteri oggettivi e regole chiare ed uniformi, avrebbe consentito uniformità di scelte con riferimento all’attribuzione degli incarichi, non ancora assicurata neanche dal DM 28 settembre 2016, che ha già dimostrato nella prima applicazione di non garantire trasparenza e pari opportunità. Queste ultime, oggi sacrificate completamente in nome di non meglio precisate e documentate problematiche e scelte che ne conseguiranno.

Per tutti i motivi che precedono, con la presente, chiediamo a questa Amministrazione di condividere con le OOSS tutti gli atti preliminari compiuti ad oggi e che si programma di compiere .

Infine, questa O.S. chiede che non sia presa alcuna iniziativa fino a quando le OOSS non saranno messe in condizione di conoscere preventivamente i presupposti ed i criteri delle scelte di rinnovo/non rinnovo degli incarichi, e sollecita l’Amministrazione a valutare il verosimile contenzioso giudiziario che potrebbe originare dal, pressochè certo, malcontento dei colleghi coinvolti.

Il coordinatore nazionale
della dirigenza penitenziaria

Carla Ciavarella

Pubblichiamo la nota delle strutture Fp Cgil VVF Fns Cisl e Confsal VVF con la quale chiedono che si proceda nel rispetto del personale partecipante e risultante idoneo alle procedure di selezione e alle visite mediche,  allo scorrimento della graduatoria per la partecipazione al XXI° corso specialista di elicottero

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