Pubblichiamo il resoconto dell’ unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl Confsal VVF , per discutere le problematiche del corso Capo Squadra 2020, mobilità Capo Squadra, Elisoccorritori e sedi di prima assegnazione degli AA.VV.P.
Il lavoro agile è stato l’oggetto dell’incontro di oggi del tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Funzioni Centrali.
Per l’occasione l’Aran ha presentato alcune proposte di disciplina che ancora, però, non vanno nella direzione di completare il testo contrattuale in maniera organica.
Da qui l’esigenza, ribadita unitariamente con CISL e UIL e rappresentata nel comunicato unitario, di vedere l’insieme del quadro normativo con un testo che dia anche conto delle nostre proposte, già presentate a controparte, in particolare per assegnare alla contrattazione integrativa e al confronto la concreta individuazione delle attività effettuabili in modalità agile e delle lavoratrici e dei lavoratori che vi potranno accedere. Sia assicurandone la possibilità ai soggetti che hanno maggior bisogno di meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro, sia per definire percorsi formativi dedicati e un adeguato riconoscimento normativo ed economico per quanti lavoreranno da remoto.
In particolare, nel nostro intervento e in previsione degli incontri già calendarizzati per il 22 e 23 settembre prossimi, abbiamo chiesto ad Aran di rendere disponibile un testo completo di tutte le parti che dovranno comporre il nuovo CCNL, perché per ciascuna delle materie fin qui affrontate (relazioni sindacali, parte normativa, lavoro agile, sistema di classificazione) ci si è limitati a conoscere le proposte (poche e non esaustive) dell’Aran, registrare le osservazioni e le proposte di parte sindacale, senza ancora conoscere le risposte dell’Agenzia e gli eventuali punti di avanzamento (se ci sono e su cosa).
Questa condizione, a maggior ragione senza un quadro delle disponibilità economiche complessivamente definito, non è utile a immaginare la conclusione del negoziato in tempi rapidi e, soprattutto, è ulteriormente appesantita dalle continue esternazioni (in particolare sul lavoro agile) e dalle notizie giornalistiche passate erroneamente come frutto di accordo tra le parti (come sul sistema di classificazione).
Per questo abbiamo voluto anche rimarcare la difficoltà di continuare la trattativa a distanza e, ancora, all’oscuro delle concrete disponibilità dell’Agenzia di rappresentanza delle amministrazioni pubbliche di realizzare gli obiettivi che abbiamo fin qui affermato, per dare una effettiva prospettiva di miglioramento delle condizioni di lavoro e di valorizzazione della professionalità della 250mila lavoratrici e lavoratori del Comparto.
Il presidente di Aran, in conclusione, ha annunciato che per i prossimi incontri metterà a disposizione un testo comprensivo di tutte le parti fin qui discusse. Auspichiamo che possano finalmente arrivare anche delle prime risposte alle proposte sindacali.
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio
UN NUOVO PATTO CON I LAVORATORI
Nella giornata di ieri si è svolto l’incontro con il Direttore dell’INL. E’ stato un importante momento di confronto che riteniamo utile e che siamo sicuri non resterà isolato.
Il Direttore ha innanzitutto riferito che è stato loro comunicato che il concorso per 1514 posti complessivi, che riguarda INL, Ministero del Lavoro e INAIL, dovrebbe partire per metà ottobre e che i lavoratori dovrebbero essere immessi in servizio entro fine anno.
Si è quindi soffermato sulla necessità di avviare un processo formativo, strutturato e permanente, attraverso una sorta di scuola di formazione, che dovrà essere anzitutto rivolto al personale neoassunto – con un momento di formazione generale, riguardante tutte le attività che si svolgono all’interno dell’INL – ma riguarderà poi tutto il personale e si svilupperà di volta in volta su singole tematiche, rivolte a figure professionali specifiche. La didattica sarà svolta sia in presenza che on line e la docenza sarà affidata sia a personale esterno che interno. A tal proposito, ci è stato comunicato che ci sarà un avviso pubblico, rivolto sia ai dipendenti dell’INL che all’esterno, per la ricerca di docenti qualificati e che tutto sarà disciplinato da un apposito regolamento. Questa scuola, pur essendo dell’INL non sarà rivolta solo ai suoi dipendenti, ma mira a realizzare un processo formativo ampio, rivolto anche ad altre Amministrazioni per creare un processo omogeneo di conoscenze tra lavoratori appartenenti a diverse realtà.
Nel corso del nostro intervento siamo partiti da un apprezzamento per la strategia comunicativa messa finora in atto, tesa a ridare dignità, autorevolezza e riconoscibilità all’INL, alle sue attività e ai suoi dipendenti, considerando che la credibilità di questa Amministrazione è stata fortemente minata dalle note vicende giudiziarie. Tale strategia, tuttavia, rivolta verso l’esterno va necessariamente accompagnata da un’altra rivolta al personale, un vero e proprio patto con le lavoratrici e i lavoratori dell’INL per rifondare l’INL e risollevarlo insieme dalle sacche in cui si è arenato, dando loro le ragioni concrete per farlo.
I dipendenti dell’INL sono infatti fortemente demotivati e hanno perso in buona parte coscienza del ruolo sociale cui sono chiamati, a causa di una serie molto lunga di scelte sbagliate compiute in questi anni dall’Amministrazione (vertice e tecnostruttura) che noi non abbiamo accettato e contestato. E’ giunto quindi il momento di dare forti segnali di cambiamento radicale rispetto allo status quo, rimotivando il personale. In tal senso, non possiamo che essere contenti della scelta di creare una struttura stabile dedicata alla formazione e all’aggiornamento professionale di tutti i dipendenti, senza distinzione, e non possiamo che approvare la scelta di un avviso pubblico, improntato alla trasparenza e non a logiche di cooptazione (do you remember “Centro studi attività ispettiva”?). Ricordiamo che finora erano state stanziate ingenti risorse per la formazione pari a 1 milione di euro (o per lo meno, così ci era stato detto), con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Occorre superare il “costo zero” e chiedere al decisore politico di essere coerente con le sue scelte: se l’intenzione proclamata è di dar forza all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, è necessario anche dare a questo Ente le risorse economiche necessarie in tempi rapidi, senza le solite “promesse da marinai”.
Occorre poi invertire subito la tendenza della grave emorragia di personale, assumendo non solo ispettori del lavoro, ma anche funzionari amministrativi (così da superare la cosiddetta “percentualizzazione” del personale ispettivo, pratica ormai dilagante, spesso senza rotazione del personale coinvolto), funzionari informatici (rivitalizzando anche i tanti informatici abbandonati e demotivati in tutti questi anni) e impiegati di seconda area (perché non c’è bisogno solo di laureati e non tutti hanno la possibilità di laurearsi!). Inoltre, l’INL deve definitivamente decidere cosa intende fare con l’ispezione tecnica: se rilanciarla in modo strutturale, con un processo assunzionale importante, o no. La nostra opinione è che ci sia estremo bisogno di centinaia di ispettori tecnici, per dare un contributo serio al contrasto alle morti sul lavoro.
Bisogna dire che su questo aspetto, il Direttore ci ha comunicato che si intende preparare in tempi rapidi un concorso per 300 ispettori tecnici e 34 funzionari informatici. Ribadiamo l’urgenza di farlo, anche per garantire che l’ossatura informatica di questa Amministrazione – tuttora abbastanza rachitica – sia finalmente irrobustita.
Ci siamo poi soffermati sul lavoro agile e sulla necessità di non indietreggiare rispetto a quanto finora realizzato, al di là delle sparate di Ministri della Pubblica Amministrazione. Noi riteniamo che il lavoro agile sia stata una buona esperienza, che non ha determinato cali di produttività e riteniamo che anche sul riconoscimento del buono pasto si possa dare un segnale positivo ai dipendenti. Come proponiamo da anni (già da prima della pandemia), occorre non indietreggiare, ma anzi utilizzare le tecnologie per migliorare il rapporto con i cittadini, ad esempio creando un’agenda appuntamenti per ogni ufficio, così da accogliere in modo ordinato chi si reca negli uffici e dedicare alle loro necessità il tempo necessario.
Nella seconda parte della riunione, si è velocemente discusso della bozza di accordo sul welfare. Pur apprezzando gli sforzi fatti dall’Amministrazione, abbiamo dichiarato la nostra indisponibilità a firmare l’accordo, non condividendone l’impianto, ancora troppo improntato a logiche paternalistiche di mera elargizione a pioggia, senza considerare e graduare i bisogni dei lavoratori, vista l’esiguità delle risorse. Troppo poco, considerando che non è il primo accordo sul tema.
Da ultimo, riguardo alle progressioni economiche, abbiamo evidenziato unitariamente la necessità di ragionare subito su di un nuovo accordo, per garantire che anche altri lavoratori possano beneficiarne così da permettere una continuità in questo meccanismo.
Roma, 15 settembre 2021
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
On.le Anna Macina
Sottosegretario alla Giustizia
On.le Francesco Paolo Sisto
Sottosegretario alla Giustizia
Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto
L’art. 35 del D.L.vo 165/2001, al comma 5 bis, ha stabilito che i lavoratori neoassunti, vincitori di concorso, devono permanere inderogabilmente nella sede di prima assegnazione per non meno di cinque anni (“i vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi”). La ratio della norma, introdotta in costanza del blocco del turn over, era quella di impedire nell’immediato la “migrazione” dei lavoratori più giovani verso le sedi più ambite, di regola quelle del centro-sud del Paese.
Tale disposizione, nel corso del tempo, ha però mostrato evidenti limiti soprattutto in quelle amministrazioni pubbliche nelle quali sono state avviate e portate a compimento nuove e massicce procedure assunzionali. Ed invero il vincolo quinquennale di permanenza nella sede ha ingessato la mobilità del personale impedendo ai numerosi neoassunti, più giovani e maggiormente interessati a spostarsi, di cambiare ufficio e/o sede. La mobilità dei neoassunti, tuttavia, non è stata preclusa del tutto perché la stessa, secondo quanto previsto, legittimamente a tutela dei soggetti deboli o minori dalla normativa vigente, si è realizzata a titolo temporaneo, ossia mediante assegnazioni pro tempore presso altri uffici, in applicazione degli istituti normativi a tutela della genitorialità (art. 42 bis D.L.vo 151/2001) e della disabilità (L. 104/1992). Tale mobilità temporanea, regolamentata esclusivamente dalla norma, ha creato e continua a creare non poche difficoltà agli uffici interessati, in quanto i lavoratori trasferiti temporaneamente per legge rimangono formalmente in carico all’ufficio cedente ed il posto in pianta organica risulta virtualmente coperto, ma di fatto scoperto e senza possibilità di copertura, da altro lavoratore per lunghi 5 anni. Allo stesso tempo, il lavoratore trasferito occupa un posto nell’ufficio di destinazione, quindi, i posti non coperti sono due ed in sedi diverse.
Proprio in ragione delle argomentazioni sopra esposte, alcune amministrazioni pubbliche si sono attivate per chiedere ed ottenere ope legis una riduzione da cinque a tre anni del vincolo di permanenza nella sede di prima assegnazione. È il caso del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e degli enti pubblici di ricerca.
Anche nella Giustizia si sono riscontrate le cennate criticità del vincolo quinquennale ex art. 35 comma 5 bis del D.L.vo 165/2001. In particolare nella Giustizia è avvenuto che molti dei neoassunti, risultando impedita la possibilità di rientrare nel luoghi di origine nel medio termine, soprattutto a
causa del vincolo quinquennale, hanno continuato a partecipare ai concorsi e, quando li hanno superati, hanno optato senza indugio per l’impiego presso altre pubbliche amministrazioni.
Tanto premesso, tenuto conto della circostanza che la Giustizia, con riferimento all’organizzazione giudiziaria, beneficerà di migliaia di assunzioni, ordinarie e straordinarie, nei prossimi anni, FP CGIL CISL FP e UIL PA chiedono che, in analogia con quanto avvenuto presso altre pubbliche amministrazioni, il Ministero della Giustizia si attivi per far approvare una norma che preveda la riduzione a tre anni del menzionato vincolo di permanenza nella sede di prima assegnazione, previa completa attuazione da parte di tutte le amministrazioni della Giustizia degli accordi di mobilità già sottoscritti o in via di sottoscrizione attraverso la pubblicazione degli interpelli ordinari e di assestamento e la definizione delle procedure di mobilità già avviate.
Distinti saluti
Roma, 14 settembre 2021
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo/Prestini Marra Amoroso
A seguito della richiesta unitaria della Fp Cgil VF, Fns Cisl e Confsal VVF di chiarimenti in merito all’organizzazione e alla mancanza di personale specialista nautico pubblichiamo la risposta dell’Amministrazione
Pubblichiamo l’informativa di precisazione dell’ ONA, riguardo la selezione interna per aspiranti Vice Direttori per i centri di soggiorno
Pubblichiamo lo schema di regolamento recante la disciplina dell’ attività di vigilanza ispettiva sull’applicazione della normativa di prevenzione incendi ai sensi dell’art 19 c. 3 bis del dl 8 marzo 2006 inviata dal Dipartimento
A seguito delle richieste unitarie Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF pubblichiamo gli argomenti in discussione durante la convocazione con il Dipartimento
Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale si chiedono informazioni in merito i contratti di locazione e relativi importi per le Sedi centrali e periferiche del CNVVF
Pubblichiamo il diario della prova scritta concorso, pubblico per esami, a 314 posti di Ispettore antincendi nel C.N.VV.F emanato dalla Direzione Centrale dell’Amministrazione Generale
Seppur evidente ancora prima del periodo feriale, le ultime riunioni del mese di settembre per il rinnovo del CCNL igiene ambientale hanno confermato la scarsa volontà di concludere – da parte delle Associazioni datoriali – il rinnovo del CCNL.
Avevamo chiesto, come Segreterie Nazionali, risposte chiare dopo 26 mesi dalla scadenza del contratto nazionale ma le aziende, rappresentate al tavolo da Utilitalia, Cisambiente/Confindustria, Assoambiente e dalle Centrali cooperative, hanno denigrato il grande senso di responsabilità dei lavoratori nel saper aspettare tempi migliori e il gravoso impegno di tutti gli operatori del comparto soprattutto nel periodo della pandemia.
Lo scorso 28 luglio, l’Attivo Nazionale Unitario dei quadri e dei delegati del comparto, dopo un’ampia e attenta discussione, aveva approvato con generosità il prosieguo del confronto anche nel mese di settembre ma, senza risultati concreti, aveva individuato un percorso di mobilitazione a supporto del rinnovo del CCNL.
Pertanto, come Segreterie Nazionali, in preparazione dell’incontro conclusivo fissato per il prossimo 20 settembre, riteniamo fondamentale convocare con urgenza il 16 settembre l’Attivo Nazionale dei quadri e dei delegati per avere un mandato chiaro – da tutti i delegati e delegate del Paese – sulle azioni da intraprendere in caso di mancata chiusura del rinnovo del CCNL negli appuntamenti fissati.
Come Segreterie Nazionali ribadiamo strategico raggiungere obbiettivi come:
– il mantenimento del CCNL unico che diventi anche il CCNL di filiera attraverso l’allargamento del campo di applicazione verso gli impianti di riciclo.
– il rafforzamento del sistema delle relazioni industriali che tenga conto del ruolo delle OO.SS territoriali e delle rappresentanze sindacali unitarie;
– il consolidamento delle norme su salute e sicurezza affinché il settore esca dalla morsa del peggioramento delle condizioni di lavoro;
– il consolidamento delle norme sul mercato di lavoro;
– il rafforzamento della formazione anche attraverso una adeguata rappresentanza sindacale nel confronto sui progetti formativi;
– il miglioramento, in maniera armonica, della classificazione del personale;
– il miglioramento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti di trattamento dei rifiuti;
– l’esigibilità contrattuale anche della clausola sociale ai fini del mantenimento occupazionale;
– il riconoscimento di un accordo economico contrattuale che vada oltre la chiusura del rinnovo precedente e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale.
Da parte delle Associazioni datoriali gli obiettivi sono invece:
– lo smantellamento completo del sistema degli orari contrattuali di lavoro, rendendo flessibile al massimo l’orario di lavoro;
– lo smantellamento completo del sistema delle relazioni industriali, determinando di fatto la cancellazione della contrattazione aziendale;
– l’abbattimento delle tutele previste negli articoli del mercato del lavoro, determinando senza regole – ad esempio – la gestione dell’orario part/time individuale e la percentuale massima dei lavoratori part/time in azienda;
– lo smantellamento del costo del lavoro a partire dall’assoluta mancanza di risposte sul piano economico.
È fin troppo chiaro che, seppur di fronte a una crisi del Paese, si intende semplicemente destrutturare il costo del lavoro, provando a fare impresa solo esclusivamente attraverso il taglio dei salari, la precarizzazione del rapporto di lavoro e la flessibilità totale della prestazione lavorativa.
Noi immaginiamo ancora un settore capace di garantire sviluppo e crescita, affinché si possano tutelare al meglio i lavoratori assicurando, contestualmente, ai cittadini il miglioramento della qualità del servizio a tariffe contenute.
Per il Sindacato il settore può crescere con aziende industriali che abbiano capacità di sviluppo e possibilità di fare investimenti significativi, senza perseguire la sciagurata idea di avere un comparto frantumato in migliaia di piccoli appalti senza nessuna regola.
Per il Sindacato occorre rafforzare le tutele, i diritti e la contrattazione tutta. Peraltro, il contratto collettivo nazionale è uno strumento fondamentale di coesione tra impresa e lavoratori; il suo rinnovo dopo 26 mesi diventa davvero improcrastinabile.
Il tempo sta per scadere.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL