“Ora basta lungaggini e tentennamenti, si apra subito il tavolo per il rinnovo dei contratti dei lavoratori dello Sport”. Ad affermarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Cisal Fialp, precisando che: “Ci era stato garantito dai rappresentanti dei datori di lavoro che al termine degli incontri tecnici propedeutici all’apertura della stagione del rinnovo dei contratti dei dirigenti e dei lavoratori del mondo dello sport, scaduti rispettivamente ben 9 e 4 anni fa, si sarebbe aperto il confronto tra le parti”.

Ebbene, rilevano i sindacati, “a distanza di più di un mese dalla chiusura di quei tavoli a tutt’oggi non si ha alcuna notizia o convocazione che riguardi l’avvio ufficiale del confronto tra le parti per discutere del rinnovo del contratto di quei lavoratori, come pure della definizione dell’accordo sullo smart working, che era stato avviato e poi inopinatamente bloccato da sport e salute malgrado avessimo espresso la volontà di continuare la discussione”.

Per Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa e Cisal Fialp, “giunti a questo punto, serve che l’avvocato Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute, e i presidenti delle federazioni sportive nazionali, comprendano le legittime e non più ulteriormente rimandabili esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori di sport e salute e delle federazioni sportive nazionali, e avviino formalmente quanto prima possibile, nel rispetto degli impegni a suo tempo assunti nei nostri confronti, e più in generale dei loro dipendenti, l’apertura del confronto tra le parti per il rinnovo dei contratti”, concludono.

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF co la quale chiedono il chiarimento sugli organici e le modalità adottate per la mobilità

Al Direttore Centrale Tutela, Sicurezza e Vigilanza sul Lavoro
Dott. Orazio Parisi

OGGETTO: VIGILANZA ASSICURATIVA – RICHIESTA CHIARIMENTI

Abbiamo letto con attenzione la nota sulla vigilanza assicurativa inviata nei giorni scorsi agli uffici del territorio e non possiamo non manifestare alcune perplessità.
Ricordiamo, anzitutto, che la formazione assicurativa avrebbe dovuto riguardare tutto il personale ispettivo dell’INL, nell’ambito di un processo di osmosi tra professionalità diverse. Per questa ragione, quando qualche anno addietro le attività formative ebbero avvio, non fu scelto un preciso criterio di selezione del personale da parte dell’Amministrazione. Successivamente, l’interruzione delle attività ha invece creato effetti paradossali: l’aver avviato un processo di formazione solo per alcuni e non per tutti ha creato sperequazioni e divisioni tra lavoratori. Altra questione: furono individuati, ad esempio, colleghi prossimi alle soglie della pensione ovvero non su base volontaria, mentre invece un’adesione volontaria avrebbe di certo trovato la partecipazione dei lavoratori.
A ciò si aggiungano altri due aspetti di non poco conto: a seguito dell’attività di formazione, si è registrato – anche per la pandemia – un sostanziale blocco di questo tipo di attività, così che praticamente i dipendenti coinvolti siano rimasti nel frattempo fermi. A causa della costante emorragia di personale, alcuni dipendenti inizialmente coinvolti sono stati poi adibiti – in tutto o in parte – ad altre attività. Occorre, quindi, individuare nuovo personale e verificare se la selezione effettuata tempo addietro sia ancora valida.
Noi crediamo che un’adesione volontaria sia la migliore soluzione e chiediamo che questo sia il criterio prioritario nella scelta degli aderenti.
Chiediamo altresì che siano chiariti i seguenti punti:
1) i lavoratori coinvolti saranno immediatamente adibiti a svolgere attività di vigilanza assicurativa? Se così fosse, potrebbero esserci di certo problemi nell’organizzazione e gestione delle attività.
2) i lavoratori che svolgeranno tale attività subiranno penalizzazioni riguardo al percepimento del salario accessorio? Su questo, esprimiamo sin d’ora la nostra assoluta e totale contrarietà a eventuali ipotesi di penalizzazioni.
Il personale ispettivo, già impiegato per svolgere molte altre attività, ha necessità di avere chiarezza e certezza per poter svolgere la propria delicata funzione con serenità.

Cordiali saluti.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

Alla Ministra della Giustizia

Prof.ssa Marta Cartabia

Oggetto: parità di genere nelle progressioni in carriera del personale di Polizia penitenziaria

Egregia Ministra,

Di recente, il Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione penitenziaria ha presentato una proposta di modifica della legge 395 del 1990, con la quale si chiedono pari opportunità di carriera per uomini e donne appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria per i ruoli di Ispettori e Sovrintendenti, ruoli che non prevedono un contatto diretto con i detenuti e non presentano quindi problemi legati al genere.

Ad oggi, infatti, l’organizzazione degli istituti penitenziari è basata sul genere . La normativa vigente, cui si riferisce la modifica richiesta dal CPO, asserisce che “il personale del corpo di polizia penitenziaria da adibire ai servizi in Istituto all’interno delle sezioni deve essere dello stesso sesso dei detenuti”. Nell’interpretazione della legge nel nostro Paese le donne subiscono limitazioni nell’accesso non solo ai ruoli che operano all’interno delle sezioni detentive, ma anche a quelli che non prevedono il lavoro in sezione: ispettori e sovrintendenti. Ne discende che, con una popolazione carceraria che conta ad oggi 2.239 detenute su un totale di circa 53.500 reclusi, la presenza maschile nel Corpo è quasi esclusiva.

In conseguenza di questo gran parte dei ruoli di coordinamento, viste le esigue assunzioni di personale femminile, sono affidati a personale maschile non solo all’interno degli istituti penitenziari, ma anche all’esterno, al punto che i cittadini si sono ormai abituati a non vedere sui nostri mezzi ispettori o sovrintendenti donne a capo delle scorte.

La FP CGIL ritiene che tale discriminazione debba essere superata al più presto, come già avvenuto in molti Stati Europei. In sistemi penitenziari di altri stati membri (come quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Francia e Germania) le donne sono ammesse anche nelle sezioni maschili, salvo che per le operazioni di perquisizione dei detenuti, e queste esperienze ci insegnano che aumentare il numero di donne nel corpo di Polizia Penitenziaria, se fatto con criterio, è possibile.

Ammettere pari opportunità di progressione in carriera per il personale di Polizia penitenziaria, non riguarda semplicemente la carriera, comunque importante per chi lavora, ma anche ciò che questo rappresenta: il fondamentale diritto di essere in grado di partecipare alle scelte del proprio futuro e a quello della propria comunità, senza vincoli legati al genere.

Per quanto sopra esposto la FP CGIL le chiede di prendere in considerazione la proposta presentata dal Comitato Pari Opportunità dell’Amministrazione Penitenziaria e di favorire iniziative di modifica legislativa finalizzate al superamento delle discriminazioni descritte.

Si coglie l’occasione per porre distinti saluti.

           

               Politiche di Genere Fp Cgil nazionale                    Il Segretario nazionale Fp Cgil
                                    Lara Verbigrazia                                                Florindo Oliverio

Pubblichiamo il resoconto dell’incontro del Tavolo Tecnico per la Formazione in merito la discussione sulla progettualità del corso in ingresso per AA.VV.F. della durata di 9 mesi,  del corso a Capo Squadra previsto di 6 mesi  e l’abilitazione alla conduzione del motociclo VF

Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del Personale, delle Risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del Giudice Minorile

Con riferimento al provvedimento di rideterminazione delle modalità di svolgimento del concorso pubblico, per esami, a 18 posti a tempo indeterminato, per l’accesso alla carriera dirigenziale penitenziaria del ruolo di dirigenti di esecuzione penale esterna, di livello non generale, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – IV serie speciale – n. 99 del 13 aprile 2021, non si rileva l’eventuale pubblicazione della banca dati delle domande che saranno oggetto della prova di selezione. Analogamente anche per il Concorso pubblico, per esami, per l’accesso alla carriera dirigenziale penitenziaria per complessivi 5 posti, a tempo indeterminato, di dirigente di istituto penale per i minorenni di livello dirigenziale non generale non si rileva l’eventuale pubblicazione della banca dati delle domande che saranno oggetto della prova di selezione.
La banca dati delle domande che saranno oggetto della prova di selezione potrebbe essere, invece, fornita dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, come pare evincersi dall’ Avviso pubblicato, sul sito del Ministero della Giustizia, il 14 aprile u.s. con riferimento all’espletamento del concorso pubblico per esami a 45 posti a tempo indeterminato, per l’accesso alla carriera dirigenziale penitenziaria di dirigenti di istituto penitenziario di livello non generale.
Considerato che si tratta di concorsi banditi nell’ambito dello stesso Ministero e per la stessa carriera dirigenziale, seppure per differenti ruoli, si rimane in attesa di conoscere come codesto Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità intenda agire, evidenziando che è auspicabile uniformità nelle procedure concorsuali in un’ottica di parità di condizioni di trattamento dei candidati.
Preme inoltre portare all’attenzione il Dl del 1° aprile 2021, n. 44 che consente l’espletamento dei concorsi in deroga alle norme previste (L 165/01 e L. 154/05). Sarebbe auspicabile che venisse colta l’occasione per riconoscere le competenze del personale interno, da più parti richiamata, sollevando lo stesso dall’espletamento delle prove selettive. Questa decisione, oltre a riconoscere il diritto e l’aspettativa ad un miglioramento della carriera lavorativa per il personale interno che ha oltretutto garantito il conseguimento di importanti obiettivi di ricaduta nazionale (la messa alla prova per gli adulti L 67/14), è la base di partenza per un’Amministrazione che intenda progredire salvaguardando il senso e le buone prassi della propria mission.
Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti

Roma, 19 aprile 2021

FP CGIL             CISL FP             UIL PA
Prestini              Marra                Amoroso

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl Confsal VVF e Usb VVF in merito alla proclamazione dello stato di agitazione per mancanza di corrette relazioni sindacali

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito il reparto volo di Rieti  per il quale ancora non è stata individuata una soluzione logistica-strutturale-organizzativa e operativa

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF dove ancora una volta si ribadisce la necessità di chiarezza e rispetto per il personale che parteciperà al concorso interno per Ispettore Antincendio

PROGRESSIONI:RISPETTATE GLI IMPEGNI!

Nella giornata del 15 aprile si è tenuto incontro avente ad oggetto, tra l’altro, un aggiornamento sulle progressioni orizzontali, rispetto a cui avevamo recentemente chiesto un urgente incontro, essendo oramai passato il 31 marzo, data entro cui l’Amministrazione aveva più volte garantito la chiusura della procedura, con la pubblicazione delle graduatorie.

La nostra insistenza si è rivelata utile a svelare circostanze che, altrimenti, chissà quando ci sarebbero state comunicate: infatti, l’Amministrazione ci ha riferito che, a fronte di 4.140 domande presentate, sono ancora oggetto di conferma di validità 1.169 domande, in particolare sono emerse criticità per le graduatorie dei profili di assistenti amministrativi e operatori amministrativi e altre questioni sulla verifica dei titoli autocertificati. Anzi, solo nei giorni scorsi diversi lavoratori hanno ricevuto una richiesta di integrazione rispetto ai titoli oggetto di autocertificazione e pertanto privi, per ammissione della stessa Amministrazione, dell’obbligo di allegazione. Dunque, a distanza di ben sei mesi dall’avvio, la procedura non si è ancora conclusa e non è stato chiarito perché. Basta! Rispettate gli impegni!

Altro elemento grave: solo a seguito di nostra esplicita e ripetuta richiesta, l’Amministrazione ha chiarito che le circa 300 domande che tempo fa non risultavano validate dal sistema, in realtà risulterebbe che non sarebbero (il condizionale è assolutamente obbligatorio!) mai state inviate e quindi non saranno prese in considerazione. Siamo proprio sicuri che non si tratti di errori della procedura?

Ricordiamo, a questo proposito, che era stata proprio l’Amministrazione a porre questo problema al tavolo, mesi fa, adducendo che proprio a causa di queste domande non sarebbe stata in grado di chiudere la procedura entro il 31 dicembre! Basta! Rispettate gli impegni!

Riteniamo gravissima la situazione determinatasi per responsabilità unica dell’Amministrazione: non solo la procedura informatica sviluppata è risultata inadeguata ed insoddisfacente, ma altrettanto è stata la metodologia seguita e l’organizzazione delle attività della commissione preposta. Cosa ancora più grave: l’omessa comunicazione delle criticità che si stavano profilando in tutti questi mesi. Al contrario, siamo stati sempre costantemente rassicurati sulla chiusura della procedura entro marzo.
Basta! Rispettate gli impegni!

Nella riunione abbiamo ripetutamente chiesto all’Amministrazione di comunicarci una data precisa entro cui ragionevolmente e seriamente si potrà chiudere la procedura, con la relativa pubblicazione delle graduatorie, ma non abbiamo avuto alcuna rassicurazione.
Noi abbiamo proposto la pubblicazione di tutte le graduatorie ancorché provvisorie subito, concedendo il termine ai lavoratori per presentare gli eventuali ricorsi amministrativi entro 30/60 giorni, in modo da consentire a tutti di tutelare i propri diritti, ma nello stesso tempo di far vedere che sussiste un’”attenzione vera” per i lavoratori e per il sindacato, anche perché quando si assumono formali impegni, confermati nel tempo, non devono essere disattesi. Anche su questo non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Sulle progressioni verticali, l’Amministrazione ci ha comunicato che sarebbero pronti a far svolgere la prova scritta il 14 maggio in varie sedi. Pare che vi siano state più domande dei posti disponibili. Anche rispetto a questo delicato tema, però, non aggiungiamo ulteriori dettagli, non volendo essere noi, i rappresentanti dei lavoratori, ad illuderli e aspettiamo che sia l’Amministrazione a dare comunicazione ufficiale, assumendosi le proprie responsabilità.

Non è irrilevante, per noi, che vi siano migliaia di lavoratori che aspettano le progressioni economiche e verticali da anni. Anzi!
L’assenza di risposte certe e il mancato rispetto degli impegni assunti ci portano inevitabilmente a proclamare lo stato di agitazione con effetto immediato.
Nei prossimi giorni comunicheremo le iniziative da intraprendere, finalizzate a portare l’Amministrazione a mettere la parola “FINE” a questa incredibile quanto assurda vicenda.
Chiediamo, sin d’ora, a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori di tenersi pronti, perché solo se agiremo in modo compatto potremo ottenere quanto loro spetta.

Nel frattempo, comunichiamo all’Amministrazione che siamo disponibili a sederci al tavolo solo per avere certezza e chiarezza sulle progressioni orizzontali e verticali e per affrontare questioni di immediato interesse dei lavoratori, come l’annosa questione dei buoni pasto, quella dei ristori ai dipendenti derivanti dai risparmi di spesa dei buoni pasto/straordinarie e quella delle assunzioni – considerando che le sedi sono oramai sull’orlo del collasso.

Altre questioni, per quanto ci riguarda, non hanno carattere di impellenza. L’Amministrazione deve dare le risposte che i lavoratori attendono da mesi.

 

FP CGIL                                  CISL FP                                   UIL PA
Matteo Ariano                       Michele Cavo                        Bruno Di Cuia

Alla c.a.:
On. Prof. Renato Brunetta
Ministro per la Pubblica Amministrazione

E p.c.:

On. Valentina Vezzali
Sottosegretario allo Sport

Dr.ssa Ermenegilda Siniscalchi
Capo Dipartimento Funzione Pubblica
email: segreteria.ucd@governo.it
PEC: protocollo_dfp@mailbox.governo.it

Dott. Giovanni Malagò
Presidente Coni

Dott. Carlo Mornati
Segretario generale Coni

OGGETTO: Art. 1, c. 4, D.L. n. 5/2021 – reiterazione richiesta incontro su modalità applicative.

Ill.mo. Ministro,
Facciamo seguito alla nota dei nostri coordinatori nazionali del 15 marzo u.s. nella quale chiedevamo al Dipartimento della Funzione pubblica di avviare con le scriventi Federazioni nazionali di categoria un confronto sugli adempimenti conseguenti all’applicazione dell’art. 1, c. 4 del decreto legge 29 gennaio 2021, n. 5 recante “misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Coni”, che rinvia ad uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell’Autorità di governo competente in materia di sport, adottato su proposta del Ministro della pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, l’approvazione della tabella di corrispondenza per l’inquadramento del personale di Sport e Salute S.p.A. in avvalimento presso lo stesso Coni.
A tale richiesta di confronto il Dipartimento a cui inviamo questa nota per conoscenza non ha mai dato seguito. Allo stato attuale, dopo la conversione in legge del decreto legge in oggetto, il DPCM previsto non è stato ancora emanato, con grave pregiudizio per i lavoratori in avvalimento presso il Coni interessati, sia con riferimento al personale gia’ dipendente del CONI, alla data del 2 giugno 2002, ora transitato nei ruoli del Coni, sia con riguardo al personale assunto successivamente alla data del 2 giugno 2002 che alla data di entrata in vigore del decreto legge prestava servizio presso il CONI in regime di avvalimento.
In particolare va evidenziato come il personale gia’ dipendente del CONI alla data del 2 giugno 2002, trasferito nei ruoli del personale del CONI, non abbia potuto effettuare una scelta consapevole con riguardo al diritto di opzione previsto dal medesimo Decreto Legge, non essendo ancora stato inquadrato nelle fasce e nelle aree di inquadramento previste dall’ordinamento professionale degli Epne, in base ai vigenti CCNL del comparto e dell’area dirigenziale delle funzioni centrali.
Si fa presente che il Decreto legge prevede espressamente che il personale già dipendente del CONI alla data del 2 giugno 2002 e che, “alla data del 30 gennaio 2021, prestava servizio presso il CONI in regime di avvalimento”, sia “trasferito nel ruolo del personale del CONI con qualifica corrispondente a quella posseduta a tale data” . Il transito è dunque avvenuto in difetto dell’inquadramento nei ruoli ed in assenza della tabella di corrispondenza prevista.
Dall’inquadramento nei ruoli discendono poi una serie di conseguenze che vanno attentamente valutate anche al fine di evitare pregiudizio nei confronti dei lavoratori interessati, ad esempio con riguardo alla percezione dei trattamenti economici accessori, non essendo al momento stati costituiti i fondi risorse decentrate per l’erogazione del trattamento economico accessorio ed in difetto dell’applicazione della contrattazione collettiva nazionale integrativa che ne deve prevedere la destinazione fra le diverse voci retributive, sia per il personale dirigente (fra retribuzione di posizione variabile e premio di risultato), sia per il personale non dirigente (indennità, premi e trattamenti correlati alla performance organizzativa, premi e trattamenti correlati alla performance individuale).
In secondo luogo appare utile ricordare che il resto del personale attualmente avvalso presso il CONI e non già dipendente del medesimo Ente alla data del 2 Giugno 2002 opera in posizione di comando fino al completamento della pianta organica. Completamento che si realizzerà attraverso i concorsi pubblici per titoli ed esami da bandire con riserva del 50 per cento dei posti messi a concorso a beneficio del suddetto personale che si trovava in posizione di avvalimento presso il CONI alla data di entrata in vigore del decreto legge.
Tale personale continua a percepire il trattamento economico accessorio dalla società CONI Servizi.
Appare, pertanto, utile e necessario provvedere quanto prima alla definizione delle procedure concorsuali, anche per le conseguenze economiche – retributive sui lavoratori e le lavoratrici interessati e per evitare disparità di trattamento.
Peraltro, le scriventi – nel corso dell’audizione del 16 Febbraio u.s. – avevano tra l’altro auspicato che, in sede di conversione in legge del decreto indicato in oggetto, fosse disposta l’apertura di uno specifico tavolo di confronto con le rappresentanze dei lavoratori rivolto alla definizione dei contenuti della citata tabella per evitare che il nuovo inquadramento producesse impatti negativi sul rapporto di lavoro del personale in servizio presso il Coni, anche alla luce delle problematiche già esistenti nel sistema di inquadramento professionale del personale di Sport e Salute Spa, relative all’addensamento del personale inquadrato nelle posizioni economiche apicali di ciascuna area.
Si ricorda, peraltro, che gli aspetti sopra richiamati, incidendo sull’inquadramento professionale, impattano su istituti che, in base agli attuali CCNL dell’area e del comparto delle funzioni centrali,
costituiscono materia sia di contrattazione che di confronto.
Siamo, pertanto, a reiterare la nostra richiesta di incontro, anche al fine di valutare le problematiche ancora aperte, l’impatto della tabella di corrispondenza prevista dal Decreto Legge in oggetto e di definire con l’Ente pubblico interessato, il Coni, il percorso e le procedure da implementare per garantire la funzionalità dell’ente nel pieno rispetto delle prerogative di quanti vi lavorano.
Rimanendo in attesa di cortese riscontro, si porgono distinti saluti.

 

FP CGIL                        CISL FP                        UIL PA
Oliverio                           Marinelli                       Bordini
Quinti                               Nardella                        Liberati

“Dopo un nostro impegno in prima linea sulla questione, finalmente il bonus Babysitter sarà esteso anche al personale di Polizia Locale che era rimasto escluso”. Queste le parole della Fp Cgil a seguito dell’emendamento al Dl Covid, approvato ieri sera dalla Commissione Lavoro della Camera. Il decreto aveva previsto il bonus Babysitter per venire incontro alle esigenze, in questa fase emergenziale, del personale della Polizia di stato, delle forze armate e dei vigili del fuoco, impegnati nell’emergenza Covid19.

“Nonostante da inizio della pandemia la polizia locale sia stata impegnata, in prima linea, sul fronte dell’emergenza e per assicurare il rispetto delle regole, era inizialmente stata esclusa dai beneficiari del bonus. Sin da subito – racconta il sindacato dei servizi pubblici -, abbiamo sollecitato il Governo per includere la polizia locale ed abbiamo anche presentato un apposito emendamento ai gruppi parlamentari”.

“L’estensione del bonus è un passo avanti fondamentale nella nostra battaglia per il riconoscimento del ruolo del personale della Polizia Locale al pari delle altre forze dell’ordine. Adesso avanti a conseguire la riforma della Polizia Locale con tutte le tutele assistenziali, infortunistiche e previdenziali che rivendichiamo da tempo”, conclude la Fp Cgil.

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