“Il decreto Sostegni prevede uno stanziamento per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario effettuate dal personale di Polizia Penitenziaria durante questi mesi, ma non è questo il modo per sopperire alla carenza di organico giunta quasi a 5.000 unità: serve un piano straordinario di assunzioni”. Ad affermarlo è la Fp Cgil nel rilanciare la richiesta di assunzioni nella Polizia Penitenziaria alla ministra della Giustizia Cartabia, specificando che: “Le scelte politiche in questo settore continuano ad essere sbagliate. Si preferisce aumentare il carico di lavoro dei pochi poliziotti rimasti a lavorare nelle carceri, tra l’altro con prestazioni di lavoro straordinario retribuite indegnamente, con poco più di 6 euro netti per ogni ora, piuttosto che assumere personale e ridare dignità al lavoro in carcere”.

Nel corso di quest’anno, aggiunge la Fp Cgil, “potremo vedere in servizio nelle nostre carceri solo i 938 allievi che termineranno il corso di formazione a giugno e che, considerando i circa 1.300 pensionamenti che avremo anche quest’anno, non basteranno per invertire il trend di una carenza organica destinata ad aumentare ulteriormente. Per fare solo un esempio: ci sono regioni, come la Toscana, in cui mancano 338 poliziotti, di cui 77 a Firenze Sollicciano, 49 a Prato, 44 a Porto Azzurro e 36 a San Gimignano, solo per citare alcuni istituti”.

“Nessuno pensa a cosa significa lavorare in carcere con queste carenze, con un carico di lavoro raddoppiato e turni che arrivano anche a sedici ore al giorno. Poi se sbagli, ovviamente, tutti pronti a punire e puntare il dito contro i poliziotti. Tra l’altro la Toscana, regione in cui la priorità alla campagna vaccinale per il personale che lavora in carcere non ha prodotto alcun effetto e non riesce ad essere attuata, ha un provveditore reggente che è costretto a seguire 5 regioni contemporaneamente e ci sono istituti privi di un direttore titolare, come Firenze Sollicciano, il più grande carcere della Toscana in cui manca anche un comandante titolare, e come Arezzo. Anche su queste nomine, come per le assunzioni, tutto procede a rilento e soprattutto tutto tace. Tanto poi a pagare sono sempre i Poliziotti Penitenziari”, conclude la Fp Cgil.

COMUNICATO

I dipendenti Amazon lavorano fino a 44 ore di lavoro a settimana, consegnano tra i 180 e i 200 pacchi giorno, sono impegnati in turni massacranti. Nessuna contrattazione, nessun confronto, nessuna tutela in caso di cambio appalto. E nessuna indennità per il Covid-19, neppure in piena pandemia.
Queste sono le condizioni di lavoro in “Amazon”. E per questo, oggi 22 marzo, si terrà in Italia il primo sciopero nazionale, il primo al mondo per il colosso dell’e-commerce.
“Amazon” gode di una tassazione irrisoria nel nostro Paese, sfrutta i propri lavoratori e lentamente, anche avvantaggiandosi di tali condizioni, condannerà alla chiusura i tanti piccoli esercizi commerciali presenti nel nostro Paese.
Per questo, nel solidarizzare con le lavoratrici e i lavoratori di “Amazon” in sciopero, invitiamo tutte le colleghe e i colleghi a non effettuare acquisti su “Amazon”, oggi, e a riflettere sugli effetti di un uso non sempre consapevole degli acquisti online su simili grandi piattaforme.
Ognuno di noi può contribuire a fare la differenza, se lo vuole.

Roma, 22 marzo 2021

FP CGIL – INPS

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, nella quale si richiede la bozza della circolare esplicativa citata nell’art. 4 del documento

Molte sono state le sollecitazioni della Fp Cgil VVF in merito alla sicurezza e tutela del personale, pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito al compimento dei percorsi formativi di autopriotezione per il personale in ingresso dei corsi per AA.VV.F. 87°,  88°  e quello per  Vice Direttori corso e

Pubblichiamo la nota di convocazione del  Capo Dipartimento VVF in merito gli schemi di provvedimenti concernenti l’aggiornamento del decreto del Ministro dell’Interno 10 febbraio 2012 in materia di distintivi di qualifica del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco

COMUNICATO

Si è tenuta nella mattinata la riunione, richiesta da tutte le organizzazioni sindacali, per discutere sulla valutazione dei dirigenti e, in particolare, sull’introduzione dell’indice statistico che attribuisce ai dirigenti un diverso punteggio a seconda della differenziazione dei voti assegnati ai propri collaboratori.

Alla riunione ha partecipato il capo della segreteria del Ministro, dott. Tardiola, che sul punto all’ordine del giorno ha comunicato che, a oggi, è impossibile per l’Amministrazione tornare sui propri passi ma che a breve saremo convocati per discutere sul nuovo sistema di valutazione. Lo stesso ha annunciato un nuovo passo per le relazioni sindacali del Ministero che contempla un maggior coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nelle diverse sfide che a breve devono essere affrontate.

E, in particolare, ha sottolineato come il Recovery Fund assegna al Ministero circa 48 miliardi di euro da utilizzare per le infrastrutture e la mobilità sostenibile. Si tratta di una sfida enorme a cui non siamo abituati perché reduci da politiche di risparmio e riduzioni. Oggi il Ministero deve vincere questa sfida dotandosi di nuovo personale, in particolare di tecnici, e cambiando le modalità lavorative; per questo è stata coinvolta anche la dirigenza che dovrà proporre soluzioni innovative per le attività svolte. Bisognerà rendere sostenibili gli immobili, anche al fine di ridurre i consumi degli uffici, procedere all’acquisto di nuovi hardware e software e investire molto sulla formazione dei lavoratori, elemento imprescindibile per cambiare l’organizzazione.

L’obiettivo è vincere la sfida e rendere il MIT, oggi MIMS, un Ministero nuovo e al passo con i tempi. Il Capo della segreteria ci ha annunciato che, a breve, avremo un incontro con il Ministro per le questioni che riguardano direttamente la sfera politica, in particolare il piano straordinario di assunzioni per acquisirenuovo personale da destinare agli uffici che sono in sofferenza a causa del periodo di blocco delle assunzioni e dei pensionamenti. Nel quadriennio 2017-2020 sono state assunte solo 600 unità a fronte di circa 2000 pensionamenti.

Per quanto ci riguarda, come FP CGIL, nel prendere atto che a breve ci incontreremo per il nuovo sistema di valutazione dei dirigenti, abbiamo sottolineato che la prima criticità da affrontare riguarda la campagna vaccinale per i lavoratori del Ministero che, al pari di altre categorie, sono a contatto con il pubblico.
L’Amministrazione ci ha anticipato che è alla firma del Ministro una nota, indirizzata al CTS, per chiedere che sia data priorità nel piano vaccinale anche ai nostri lavoratori.

Come FP CGIL, inoltre, abbiamo chiesto di aprire il dialogo con il Ministro su quanto previsto dal comma 143 dell’art.1 della Legge 160/2019 che ha stanziato 80 milioni di euro per armonizzare progressivamente le indennità di amministrazione dei vari Ministeri, ricordando che la nostra è attualmente tra le più basse.
Si è concordato, in risposta alla nota che abbiamo trasmesso al Ministro su una serie di criticità, un calendario di incontri a partire dal prossimo 1 aprile.

In coda l’Amministrazione ci ha informati che sono state nominate due commissioni per i passaggi di area, una per il concorso che prevede il passaggio dalla I alla II e l’altra per quello riguardante gli addetti/assistenti. Per il concorso della II/III area si sta valutando la possibilità di rendere le prove a distanza. Su questo argomento sarà convocata una specifica riunione.

La Coordinatrice Fp Cgil Mit            Fp Cgil Dirigenza                 p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella                             Umberto Volpe                          Paolo Camardella

Corona virus

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo, in merito l’operatività del personale specialista Smzt che ha effettuato la vaccinazione

Pubblichiamo una nota del segretario nazionale, responsabile del comparto delle Funzioni Centrali, Florindo Oliverio

Tra le riforme che dovranno interessare le pubbliche amministrazioni, sicuramente il piano di ammodernamento dell’amministrazione giudiziaria è fondamentale. Una parte importante delle risorse attivabili con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è destinata alla giustizia e sarebbe sbagliato non cogliere l’occasione per risolvere problemi annosi del funzionamento del sistema giustizia del nostro paese in ogni sua componente, limitando a soli interventi nel campo della giustizia civile e del processo.

Le due direttrici su cui intervenire, digitalizzazione e organizzazione, dovranno interessare ogni articolazione della giustizia italiana: l’organizzazione giudiziaria con l’amministrazione penitenziaria, la giustizia minorile e di comunità.

La giustizia è infatti un sistema complesso che negli anni ha conosciuto rilievi dall’Europa ai diversi ambiti ed è utile ora che risorse provenienti proprio dall’Unione vengano utilizzate per far compiere all’insieme del sistema quel passo avanti da tutti richiesto.
La ministra Cartabia ha perciò un compito importante ma anche tutte le conoscenze per poter realizzare obiettivi complessivi e non parziali.

Della digitalizzazione non c’è da aggiungere molto a quanto si sa. Il livello di informatizzazione delle procedure e di dematerializzazione degli atti ha reso evidente il ritardo, per non dire l’arretratezza, in cui versa tutta l’amministrazione giustizia nonostante i significativi passi avanti fatti negli ultimi anni.

Sul piano dell’organizzazione però è necessaria qualche riflessione ulteriore.
Sono annunciate 22mila nuove assunzioni a tempo, il presidente Draghi ha posto l’accento sullo smaltimento dell’arretrato accumulato con la pandemia.
Ma sbaglieremmo con soluzioni come se i problemi in cui versa oggi la giustizia fossero legati alla straordinarietà di una fase. L’inadeguatezza organizzativa è strutturale e deriva da anni di mancanza di soluzioni capaci di intervenire alla radice.

Gli organici della giustizia sono tra i più sofferenti nel panorama delle amministrazioni statali per inadeguatezza numerica e per elevata anzianità dei dipendenti. La digitalizzazione, può ridurre significativamente il fabbisogno ma non colmare le carenze che soprattutto nelle medio alte professionalità sono importanti. Per questo l’obiettivo di sole assunzioni a tempo rischia, nella migliore delle ipotesi, di risolvere nell’immediato ma di far precipitare subito dopo in una disfunzione anche più grave.

Poi c’è il tema della capacità di direzione organizzativa e gestione manageriale. Nel Ministero della Giustizia (come per la Difesa e l’Interno) va ricondotta alla naturale professionalità organizzata nell’area delle funzioni centrali, la funzione dirigenziale che oggi invece è assolta da magistrati (come negli altri casi da questori o militari). Qui occorre riqualificare gli organici, riconoscendo da un lato il lavoro di chi già oggi dirige uffici, nei tribunali, negli uffici delle esecuzioni penali esterne: qui spesso sono dipendenti inquadrati nel comparto a dirigere gli uffici; dall’altro procedendo a nuove assunzioni stabili e qualificate per essere dirigenti pubblici.

Infine, vanno completate le procedure di riqualificazione di tutto il personale da tempo avviate e che vanno ancora molto a rilento. Una riqualificazione che metta tutti i lavoratori della giustizia nella condizione di traguardare l’innovazione tecnologica e organizzativa, perché da tempo ormai la rappresentazione formale delle competenze non è adeguata all’effettivo svolgimento delle attività (si pensi ad esempio all’alto numero di personale ausiliario che ovviamente non si giustifica in un’amministrazione al passo con l’introduzione del processo telematico).
Anche di questo la ministra Cartabia dovrà tener conto se vorrà finalmente produrre risultati e non accodarsi alla lista di quanti hanno parlato di riforma senza produrre cambiamento.

Pubblichiamo la nota delle strutture regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVf e Confsal VVF con la quale dichiarano lo stato di agitazione per le non corrette relazioni sindacali dell’Amministrazione

Pubblichiamo la nota di richiesta di chiarimenti della Struttura regionale Fp Cgil VVF, a seguito della nota della DCF con la quale chiede alle Direzioni Regionali di individuare il personale partecipante al corso di estensione patente terrestre VF ADR

LAVORO AGILE E APERTURA DELLA STAGIONE CONTRATTUALE

Le scriventi OO.SS. hanno incontrato Sport e Salute e i Segretari delle FSN nel pomeriggio di ieri 17 marzo 2021 sul tema dello Lavoro Agile.
Come ricorderete il 3 marzo c.a. abbiamo presentato una nostra articolata proposta alla delegazione trattante (21 articoli) tesa a introdurre nel sistema un modello di lavoro agile strutturato e organico, votato alla modernità ed innovazione, non quale mera modalità di esecuzione della prestazione, bensì quale nuovo modello organizzativo, funzionale a contemperare le esigenze dei datori di lavoro con quelle dei lavoratori, in un’ottica partecipativa win to win.

Parte datoriale, d’altro canto, ci ha anticipato nella giornata precedente all’incontro di ieri, una propria ipotesi di accordo, nella quale, tuttavia, non solo non si riscontra la medesima spinta verso l’innovazione, ma anzi, su alcuni dei temi nodali, si evidenzia di converso un atteggiamento conservatore, legato a modelli e schemi tipici del “telelavoro”, istituto peraltro già previsto e disciplinato nel vigente CCNL.

Non è questo il nostro obiettivo!
La nostra posizione è chiara: il lavoro agile è una NUOVA modalità di organizzazione del lavoro, che porta benefici sia all’azienda che ai dipendenti, aumenta il benessere organizzativo e i livelli quali – quantitativi dei servizi, innova i processi di lavoro, responsabilizza i lavoratori, attribuendo ai medesimi maggiore autonomia e libertà nella gestione dei tempi e negli spazi di lavoro. E conseguentemente a nostro avviso la relativa disciplina non può essere definita che da un accordo che guardi a tutti i punti del sistema del “lavoro agile”, fin dalla sua partenza.

Delegazione datoriale, di converso, ha sostenuto che un accordo meno strutturato e “sperimentale”, ma soprattutto meno innovativo, potrebbe facilitare lo ”sdoganamento” del lavoro agile. Questa tesi non ci convince, come abbiamo avuto modo di chiarire durante il confronto, perché, invero, non di lavoro agile si tratterebbe! Così come non ci convince la c.d. fase di “sperimentazione” proposta, alla quale preferiamo un “work in progress”, ossia un percorso puntuale che comprenda l’avvio e il consolidamento delle migliori pratiche per il lavoro Agile.

Ad oggi è evidente la distanza tra i due documenti e le relative impostazioni. Ciò nondimeno le scriventi OO.SS. proseguiranno nell’esercizio del confronto e degli approfondimenti di merito al prossimo incontro, mantenendo, il consueto spirito costruttivo e senza alzare barricate pregiudiziali, al fine di giungere alla stipula di un accordo su un istituto di fondamentale importanza, quale quello del lavoro agile. Ci auguriamo che parte datoriale adotti medesimo atteggiamento responsabile. Abbiamo formalizzato alla delegazione trattante la richiesta di apertura delle sessioni negoziali per il rinnovo del contratto dei Dirigenti scaduto da oltre 8 anni e del contratto delle Aree non dirigenziali scaduto da più di 3 anni, invitandola fin d’ora a predisporre il calendario degli incontri e le risorse necessarie ai rinnovi.

Vi terremo costantemente aggiornati sugli sviluppi.

Fraterni saluti.

Roma 18 marzo 2021

 

FP CGIL                CISL FP               UILPA               CISAL FIALP                USB           UGL
F. Quinti                A.Bruni            P.Liberati                 Dino Carola            M.Fofi         M.Palladino

“Riconoscere urgentemente il bonus baby sitter a tutto il personale delle attività sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali”. A rivendicarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in una lettera inviata ai ministri Speranza, Orlando e Bonetti, e al presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, nel sottolineare come nella misura prevista nel Dl Covid che ha reiterato il bonus baby sitting a favore di alcune categorie di lavoratori particolarmente impegnati nell’opera di contrasto della pandemia, “abbiamo rilevato l’assenza ingiustificata di una parte importante delle categorie di professionisti delle attività sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali che rappresentiamo”.

Tra essi, sottolineano i sindacati, “sono ad esempio rimasti privi della necessaria tutela gran parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e tecnici, operanti negli enti del Servizio sanitario nazionale e nelle strutture pubbliche e private accreditate del sistema sanitario e socio sanitario, che pure dovranno continuare ad assicurare, con dedizione e spirito di sacrificio, i loro servizi negli ospedali e nelle strutture sanitarie, socio sanitarie territoriali”.

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl “ritengono grave questa assenza perché non assicura a questi lavoratori di conciliare la necessaria presenza in servizio con l’obbligo di sorveglianza dei propri figli impegnati con la didattica a distanza o coinvolti da casi certificati di quarantena”. Per questi motivi, concludono, “chiediamo al governo di intervenire urgentemente affinché. Il beneficio sia esteso a tutte le categorie di personale impegnate nel contrasto alla pandemia”.

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