Al Ministro della Difesa
On.le Lorenzo Guerini

Al Gabinetto del Ministro

Al Direttore Generale del Personale Civile
Dr.ssa Gabriella Montemagno

Al Capo di Stato maggiore Difesa
Gen di Sq. Enzo Vecciarelli

Al Capo di Stato maggiore Esercito

Oggetto: Riconoscimento dei benefici pensionistici personale addetto ai Polverifici – ex
art. 25 DPR 1092/1973.

Egregio Ministro,
sull’ostinata e reiterata negazione del diritto al riconoscimento dei benefici
pensionistici previsti dalla norma in oggetto, legittimamente maturati dai lavoratori civili
della difesa addetti ai polverifici, come pure sulle pesanti conseguenze generate a carico
di quest’ultimi per effetto delle reiterate decisioni – del tutto unilaterali – assunte da SMD
e dall’amministrazione a partire dall’anno 2016, si è ormai determinata una situazione
insostenibile, se possibile ulteriormente aggravata dall’ultima circolare – la n. 8905
dell’8.02.2021 – della Direzione generale del personale civile.
Difatti, con la predetta circolare veniamo oggi a conoscenza dei contenuti della
nota n.42222 del 27-03-2015 dello Stato Maggiore Difesa, diretta alla menzionata
Direzione generale, eppure stranamente del tutto ignota al Sindacato, nella quale tra
l’altro non compaiono neanche le esigenze della più grande Forza Armata.
Le deliberazioni contenute nel documento annesso alla suddetta nota –
menzionato per la prima volta con l’espressione di “determinazione tecnica 30 marzo
2015” nella circolare di Persociv n. 49880 23-07-2018 – fissano i criteri per l’attribuzione
del beneficio in argomento. Determinazione poi assunta dalla DG di Persociv come se
fosse una direttiva, a cui è stata conferita una presunta forza di legge ai fini della verifica
dei dati matricolari.
In proposito e a scanso di equivoci, vale la pena osservare che la “tipicità” delle
lavorazioni e la stessa definizione della natura e del significato di polverificio, così come
afferma anche lo Stato Maggiore della Difesa, non è stabilita da alcuna normativa.
Tale circostanza, ad avviso delle scriventi, non integra quindi alcun potere
decisionale dello Stato Maggiore della Difesa volto ad assumere quelle unilaterali
iniziative che hanno prodotto, e continuano a causare, le pesanti conseguenze – per
giunta retroattive – fatte precipitare sul trattamento pensionistico del personale civile
della difesa.
Se è vero come è vero, secondo quanto afferma la D.G. di Persociv di recente, che
l’art. 25 del DPR 1092/1973 è una norma speciale che attribuisce un beneficio
pensionistico in presenza di una specifica fattispecie lavorativa, consistente
nell’adibizione di dipendenti in possesso di mansioni tecnico-manuali ad una delle
lavorazioni insalubri di cui al d.lgt. n. 1100/1919, o alle lavorazioni tipiche dei polverifici,
è altresì corretto sostenere che non esiste alcuna disposizione avente pari o superiore
forza di legge che attribuisca allo Stato Maggiore della Difesa, ovvero ad alcun organo tecnico militare, il potere di intervenire modificandone motu proprio e in pejus il significato che assume.
Siffatta definizione avrebbe dovuto invece costituire oggetto di confronto tra le rappresentanze sindacali del personale civile e il predetto S.M.D., come più volte ribadito dalle scriventi, e come poi disposto dal vertice politico del Ministero della Difesa nei confronti di quest’ultimo nel mese di dicembre dell’anno 2018, nell’ambito di un apposito incontro nel quale si era stabilito di affrontare il tema al tavolo tecnico per giungere alla revisione del Decreto Luogotenenziale n. 1100 del 1919, ovvero per favorire l’individuazione di una soluzione amministrativa/politica condivisa attraverso la quale promuovere la modifica e/o l’integrazione del DPR 1092/1973.
In effetti, l’inspiegabile opposizione all’apertura di quel confronto, e le reiterate iniziative promosse sia dallo S.M.D. che dalla Direzione di Persociv sul tema, stanno impedendo alle lavoratrici e ai lavoratori che ne hanno maturato il diritto di avvalersi di quei benefici normativamente regolati per l’accesso anticipato alla pensione, producendo guasti e danni assolutamente rilevanti alle aspettative di vita di quelle persone.
Impossibile dimenticare i decreti di pensione annullati e ritirati alle lavoratrici e ai lavoratori solo pochi giorni prima di abbandonare il servizio attivo, o anche le disparità di trattamento indotte tra lavoratori che hanno condiviso l’intera carriera con colleghi, ai quali, invece, quel diritto è stato legittimamente riconosciuto. In taluni casi giungendo addirittura a cancellare in un solo colpo ben 5 anni di servizio, senza che abbiano avuto la possibilità di rappresentare in modo compiuto le proprie fondate ragioni a un interlocutore qualificato che le potesse almeno considerare.
Numerose sono state le proposte avanzate e le iniziative assunte dal Sindacato in questo lungo arco temporale, tutte ampiamente note all’ufficio di gabinetto del Ministero della difesa e all’amministrazione fin dal mese di giugno dell’anno 2016, quando fu emessa quella contestatissima circolare.
Eppure, malgrado la reiterata rappresentazione del disagio causato alle lavoratrici e ai lavoratori, loro malgrado coinvolti, l’amministrazione prosegue imperterrita nell’emissione di circolari che comprimono sempre più l’esigibilità di quel diritto. Quasi non avvertisse la benché minima esigenza/responsabilità di intraprendere iniziative a tutela degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori che pure amministra, anzi.
Ci vediamo quindi costretti a far appello alla Sua riconosciuta sensibilità politico-istituzionale, signor Ministro, per far tenere l’immediata rimozione degli ostacoli frapposti all’apertura di un apposito tavolo di confronto presso l’ufficio di gabinetto, al fine di chiarire le rispettive posizioni e dirimere la rilevante questione.
Laddove, invece, la presente non dovesse produrre gli effetti auspicati, l’importanza che riveste il tema per le lavoratrici e i lavoratori civili della difesa ci vedrà costretti ad assumere tutte le iniziative di protesta e mobilitazione ritenute utili a far conoscere il fortissimo disagio subito da questi per effetto di imposizioni che non sono contemplate dalle norme vigenti.
Si resta in attesa di cortesi urgenti determinazioni.

Con viva cordialità

FP CGIL                    CISL FP                       UIL PA
Quinti                          Ferri                            Cilento
De Cesaris                  Volpi

Al Dott. Marcello Minenna
Direttore dell’Agenzia
delle Dogane e dei Monopoli

Al Dott. Rocco Flore
Direttore del Personale
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Oggetto: Richiesta di incontro su Contratto Integrativo di Agenzia, processi di acquisizione di personale in mobilità e/o comando e mobilità volontaria nazionale del personale.

Le scriventi OO.SS., nel rammentare che, ad oltre un mese dalla sottoscrizione dall’intesa programmatica restano ancora non definiti il Contratto Integrativo d’Agenzia ed i percorsi per l’acquisizione di personale in mobilità e/o comando, con la presente sono a sollecitare la ripresa delle trattative, ritenendo – in particolare per quanto riguarda il CCNI – che istituti non secondari quali le indennità previste per legge, l’indennità di Agenzia e le turnazioni, debbano essere oggetto di approfondimento conclusivo tra le parti, se non altro perché impattano sulla determinazione dell’utilizzo delle risorse del Fondo di cui al CCNL Funzioni Centrali.
Rappresentano altresì la necessità di concludere quanto prima l’intesa sulle procedure di mobilità volontaria nazionale del personale che non vengono attivate oramai da cinque anni.
In attesa di sollecito riscontro porgono distinti saluti

Roma 23 febbraio 2021

FPCGIL                      CISLFP                          UILPA
Iervolino                   De Caro-Fanfani          Procopio

Al Capo Dipartimento per le Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Dott.ssa Giovanna Boda
dppr.segreteria@istruzione.it

Al Direttore delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Dott. Jacopo GRECO
dgruf@postacert.istruzione.it

Al Dirigente Ufficio I – DGRUF
Dott. Vito Abbadessa
vito.abbadessa@istruzione.it

Al Segretario generale
Dott.ssa Maria Letizia Melina
sg.segreteria@miur.it

Oggetto: Risorse salario accessorio dipendenti MI e MUR.

I lavoratori dei Ministeri Istruzione e Università e Ricerca subiscono da anni una irragionevole e
ingiustificata disparità di trattamento rispetto a lavoratori di altri Ministeri. Ci riferiamo in particolare
agli aspetti retributivi che riguardano il salario accessorio, resi ancor più insopportabili dalla circostanza
che da anni a questi lavoratori viene chiesto di far fronte alla cronica carenza di personale che,
ancora oggi, si attesta sul 50% rispetto agli organici previsti.
Ad esasperare la situazione si aggiungono i ritardi nella corresponsione di quanto dovuto, tanto
che i lavoratori sono tuttora in attesa del pagamento del FRD 2018, con un ritardo di 2 anni rispetto
a quanto potrebbe essere considerato fisiologico.
Riteniamo quindi non più rinviabile un cambio di passo rispetto alla garanzia nei tempi e nelle risorse
del salario accessorio per i suddetti lavoratori. In particolare si chiede:
– di conoscere con la dovuta sollecitudine la tempistica prevista per il completamento delle
procedure che permetteranno l’erogazione ai lavoratori di quanto dovuto a titolo di pagamento
del FRD 2018.
– di prevedere un confronto serrato, a partire dall’incontro previsto per il prossimo 25 febbraio,
per definire in tempi brevi l’accordo sul FRD 2019.
– di procedere contestualmente alla definizione dell’accordo per le progressioni economiche
2021, in modo da giungere all’emanazione del relativo bando in tempi utili ad evitare ritardi
nella predisposizione della graduatoria che, ricordiamo, dovrà essere definita entro il
31/12/2021.
– di prevedere la definizione dell’accordo per il FRD 2020 entro il corrente anno in modo
da ristabilire la corretta tempistica nell’erogazione delle retribuzioni legate al salario accessorio
Inoltre, sempre nell’ottica di una puntuale definizione delle risorse del salario accessorio si chiede:
– di essere messi a conoscenza dell’entità dei risparmi derivanti dalle risorse non utilizzate
nel corso del 2020 per la remunerazione di prestazioni di lavoro straordinario e per i buoni
pasto non erogati nel medesimo esercizio finanziario che, a mente della Legge 30 dicembre
2020, n. 178, comma 870, art. 1 possono finanziare nell’anno successivo, nell’ambito della contrattazione
integrativa relativa al 2021, in deroga al citato articolo 23, comma 2, i trattamenti
economici accessori correlati alla performance e alle condizioni di lavoro, ovvero agli istituti del
welfare integrativo.
–  di conoscere, se disponibile, la previsione sulla quota che sarà destinata ai Ministeri dell’Istruzione
e dell’Università e della Ricerca a fronte di quanto previsto dalla legge 160/2019 che con
l’articolo 1 commi 143 e 144 ha istituito un fondo con una dotazione pari a 80 milioni di euro a
decorrere dal 2021 di cui il 90% (72 milioni) destinato alla graduale armonizzazione delle indennità
di amministrazione del personale dei Ministeri. Per la ripartizione delle risorse del fondo
è prevista l’emanazione di uno o uno o piu’ decreti del Presidente del Consiglio dei ministri,
su proposta del Ministro per a pubblica amministrazione e del Ministro dell’economia e delle finanze.
Si chiede in ogni caso di prevedere un confronto con le OO.SS. sulle modalità di attribuzione
di tali risorse.

 

FP CGIL
Esecutivo Funzioni Centrali
Anna Andreoli

FP CGIL
Coordinatore Ministero  Istruzione
Davide Perrelli

FP CGIL
Coordinatrice Ministero Università e Ricerca
Carmen di Santo

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

Le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno ricevuto il Piano Organizzativo del Lavoro Agile redatto da codeste amministrazioni centrali in attuazione dell’art. 14 comma 1 L. 124/2015. Ritenuto che in sede di prima applicazione il POLA dovrà essere inserito come sezione del Piano della performance 2021-2023 (a regime costituirà una sezione del Piano della performance che va adottato e pubblicato entro il 31 gennaio di ogni anno e che va aggiornato secondo una logica di scorrimento programmatico) e considerato che lo stesso costituisce un documento di programmazione organizzativa che, secondo il citato art. 14 della legge 124/2015, siccome richiamato anche nelle linee guida diramate dalla Funzione Pubblica, dovrà essere adottato “sentite le organizzazioni sindacali”, CGIL CISL e UIL chiedono la convocazione con urgenza di un apposito incontro in call conference.
Distinti saluti

Roma, 23 febbraio 2021

FP CGIL                    CISL FP            UIL PA
Meloni / Prestini            Marra              Amoroso

Pubblichiamo la nota di risposta della Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo, in seguito alla richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF  sulla nuova struttura per il reparto volo

Pubblichiamo la nota unitaria della Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF , in merito la richiesta di idonei locali, da assegnare alle OO.SS. durante i lavori di ristrutturazione degli Uffici del  Ministero tenendo conto anche dell’emergenza sanitaria in atto.

NUOVI DECRETI INCENTIVI ISPETTORI

Nella giornata del 18 febbraio ci sono stati presentati gli schemi dei nuovi decreti destinati a disciplinare gli incentivi per il personale ispettivo, per avviare la discussione sul punto.
Ci è stato anzitutto ribadito, come già anticipatoci in precedenza, che l’intera procedura dovrebbe essere centralizzata presso la DC Risorse Umane, così da garantire in tutti gli uffici una omogenea applicazione dei criteri e il pagamento delle somme nello stesso periodo. Per il 2021 ci dovrebbe essere ancora l’utilizzo di un sistema che prevede invio di prospetti dalle sedi verso la DC Risorse Umane, ma ci è stato garantito che sta continuando l’implementazione di un applicativo che consenta l’inserimento di questi dati una sola volta. Questa procedura dovrebbe essere rilasciata entro gennaio 2022.
Abbiamo comunque fatto presente che, vista la grave carenza di personale nelle Sedi, è fondamentale non aggravarne il carico di lavoro, con continue richieste di dati. Per questo, abbiamo chiesto che questa procedura sia consegnata alle Sedi con la massima urgenza.
Venendo al merito delle bozze presentateci, la prima riguarda la determinazione della quota fissa, ossia una “indennità correlata all’esercizio della funzione di vigilanza”. A tal proposito, abbiamo chiesto di eliminare il riferimento alle assenze equiparate, sia perché appare incongruo rispetto alla qualifica indennitaria riconosciuta a questa quota, sia perché il Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance in discussione non prevede più alcun riferimento alle presenze e alle assenze. Gli importi

della quota fissa saranno stabiliti semestralmente dalla DC Risorse Umane, nei mesi di ottobre e marzo, in relazione alle risorse disponibili. Nella bozza presentataci, tali importi sono attualmente fissati nel 60% delle risorse disponibili; di questo 60%, il 50% andrà a finanziare l’adibizione alla funzione ispettiva. Nella logica di implementare e consolidare il sistema indennitario che abbiamo più volte proposto, abbiamo chiesto di aumentare le percentuali destinate a finanziare questa quota.
Con un secondo decreto – della DC Tutela, Sicurezza e Vigilanza del Lavoro – saranno fissati criteri e importi della quota variabile che, nella proposta dell’Amministrazione dovrebbero costituire il 40% del totale. Questo decreto sarà emanato su base annuale entro il mese di marzo. La quota variabile per il 2020, a sua volta viene suddivisa, nella proposta dell’Amministrazione, in due ulteriori parti: per il 40% si prevede una serie di indicatori cui far riferimento. Così, si individuano settori merceologici oggetto di ispezione, tramite i codici ATECO, graduandoli a seconda del rilievo assegnato dall’Amministrazione per quell’anno. Per il 2020, i principali settori premianti, come si era già stabilito in precedenti incontri, sono Edilizia, Agricoltura, Trasporto e Magazzinaggio. La nostra proposta è di non considerare solo i Codici ATECO, perché potrebbe trattarsi di criterio troppo rigido, ma di prevedere anche le fattispecie che comportano concretamente un maggior impegno ispettivo. Un’ulteriore graduazione è data anche dall’organico dell’azienda oggetto di ispezione, riconoscendo un valore più alto in proporzione al numero di addetti.
Il restante 60% di questa quota è destinato a incentivare l’esito delle ispezioni (riconoscendo un punteggio più alto alle irregolari) e il numero di lavoratori oggetto di specifica tutela da parte dell’ispezione, a prescindere dall’organico aziendale.
Si è poi valutata la possibilità – da noi sostenuta – di considerare, nell’ambito delle attività incentivate, non solo le ispezioni in senso stretto, ma anche le verifiche svolte dal personale ispettivo, al fine di far emergere tutte le altre attività che, solo

apparentemente possono essere considerate “minori”. Nello stesso senso, si è convenuto sulla necessità di considerare oggetto di tutela non solo i lavoratori rientranti in un verbale ispettivo, ma anche tutti quelli tutelati da diffide accertative o conciliazioni monocratiche, ad esempio. Si è chiesto anche, in ordine ai macro-fenomeni inquinanti il mondo del lavoro (ad es., appalti illeciti e somministrazione fraudolenta), di centrare il focus “incentivante” sul concetto dell’accertamento, sull’esito sanzionatorio, sul risultato anche civilistico ottenuto per ripristinare la fisiologia dei rapporti di lavoro. Questo andrebbe nella direzione di evidenziare maggiormente il ruolo di “tutela sociale” dell’attività ispettiva, che non si riduce al mero potere sanzionatorio.
Pur esprimendo apprezzamento per l’intenzione di coprire nel modo più ampio possibile il ventaglio di situazioni da incentivare abbiamo, al tempo stesso, espresso perplessità riguardo a un impianto così complesso, che – nonostante le intenzioni dell’Amministrazione – dovrà essere monitorato in una situazione di carenza di organico e priva, al momento, di strumentazione tale da acquisire in modo pressoché automatico i dati richiesti. Per questo, abbiamo chiesto che, prima della liquidazione delle relative somme, si provveda a inviare a ciascun ispettore un prospetto recante il dettaglio dei calcoli, così che si possa fare una verifica preventiva.
Alla luce di queste riflessioni, abbiamo pertanto ribadito la necessità di ampliare la quota fissa almeno al 70% e, all’interno di detta quota, di aumentare quelle relative al riconoscimento della funzione ispettiva dal 50% al 60%.

Roma, 23 febbraio 2021

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

Pubblichiamo la nota della struttura territoriale Fp Cgil VVF, riguardo la mancata liquidazione dell’indennità del personale nautico

Pubblichiamo la nota in riferimento la richiesta di rettifica  della disposizione in merito all’attività di screening con tamponi rapidi, presso le strutture della Direzione Centrale per la Formazione

Al Presidente dell’INPS
Prof. Pasquale Tridico

Al Direttore Generale
Dott.ssa Gabriella Di Michele

Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott.ssa Maria Grazia Sampietro

per il tramite del Dott. Aldo Falzone
Dirigente Area Relazioni Sindacali

Oggetto: Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2.

Lo scorso 2 gennaio, con Decreto del Ministro della Salute è stato adottato il Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2 (d’ora in poi Piano strategico nazionale) a seguito di un percorso istituzionale che ha visto pronunciarsi prima il Parlamento, dopo le comunicazioni rese dal Ministro Speranza il 2 dicembre 2020, attraverso l’approvazione di specifiche risoluzioni e successivamente la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome.
Nell’ambito del citato Piano strategico nazionale sono identificate delle categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali del programma di somministrazione (operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani ed anziani over 80 anni per una stima complessiva di circa 6.500.000 di persone) e si stabilisce che “con l’aumento delle dosi di vaccino si inizierà a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazioni, fra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali (ricordiamo che l’erogazione di assegni e indennità con funzioni di sostentamento rientrano nei servizi pubblici essenziali) … quali anzitutto gli insegnanti ed il personale scolastico, le forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità, etc.”. È di tutta evidenza che l’indicazione da parte dell’autorità di Governo delle categorie da vaccinare nella cosiddetta “Fase 2” della somministrazione dei vaccini non sia esaustiva, ma semplicemente esemplificativa e tale da ricomprendere anche personale di pubbliche amministrazioni non riconducibili agli ambiti dell’istruzione, della tutela dell’ordine pubblico o dell’amministrazione penitenziaria come dimostra la chiusura del periodo che si conclude con il termine “eccetera” (etc.).
In tale quadro si chiede al Vertice politico ed amministrativo dell’Istituto di valutare l’opportunità, a nostro avviso un’iniziativa più che fondata, di attivarsi presso le autorità preposte all’attuazione del Piano strategico nazionale e di far inserire il personale dell’INPS nel novero delle categorie di dipendenti pubblici da coinvolgere nella “Fase 2” di somministrazione dei vaccini per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2.

Roma, 23 febbraio 2021

FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio CERVO

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Al Direttore generale del Personale
e delle Risorse
Dott. Massimo PARISI
Roma

E, p.c. :

Al Capo D.A.P.
pres. Bernardo PETRALIA
Roma

Al Vice Capo D.A.P.
cons.Roberto TARTAGLIA
ROMA

Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: personale di Polizia Penitenziaria. Accertamenti sanitari in tema di idoneit à al
servizio, presso le competenti CC.MM.OO.

RICHIESTA INTERVENTO URGENTE.

Egregio Direttore Generale,
corre l’urgente obbligo, da parte della scrivente Organizzazione Sindacale,
rappresentarle considerevoli e partecipate doglianze che ci pervengono da più territori.
Nella fattispecie, diversi poliziotti penitenziari (in lungo stato di malattia) si trovano in una situazione del tutto delicata e necessaria di opportune valutazioni.
Sembrerebbe, infatti, che gli stessi sono ancora in attesa di essere convocati dagli organismi sanitari di cui sopra, pur tenendo conto delle recenti disposizioni in materia, con compromissione del proprio status giuridico (visto il possibile comporto).
Pertanto, in considerazione della normativa contrattuale e previdenziale vigente in materia, appare indispensabile un Suo ulteriore intervento teso ad armonizzare un maggior numero di invii de qui bus con le varie esigenze interistituzionali, onde esautorare consequenziali alterazioni a danno dei lavoratori.
In conclusione, basti assicurare che, terminato il periodo di convalescenza (riconoscendo le  difficoltà correlate al periodo storico), ci siano dovute definizioni amministrative.

Certo in un Suo apprezzabile interessamento, invio i più cari saluti.

Coordinatore Nazionale  FP CGIL
Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

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